La Cerca dei Kiseki

[Quest di Villaggio]

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  1. Bartok
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    Per quell'occasione la divisa standard dei ninja della Sabbia era stata sostituita da vesti ben più eleganti e costose. L'abito monastico che aveva scelto per i festeggiamenti era d'un rosso sanguigno, interrotto da misteriosi simboli neri e ricami d'oro che scintillavano alla luce delle torce. Haruki non aveva mai amato il lusso o l'ostentazione della ricchezza, considerandoli come volgari vezzi da nobili, ma la sua assoluta devozione verso i protocolli e le formalità lo obbligava a conformarsi ai gusti dell'aristocrazia Sunese. Il bisogno ossessivo di adeguare il suo comportamento ad ogni piccola e insignificante norma religiosa o sociale non era nient'altro che il riflesso delle sue manie di controllo. Seguire con zelo ognuna di quelle pratiche insignificanti gli conferiva un forte senso di sicurezza, convincendolo che il suo perfezionismo estremo gli avrebbe permesso di rimanere nelle grazie di Dio e di adempiere ai suoi doveri di ninja. Ora più che mai Haruki era sicuro che tutti i rituali che ripeteva con rigorosa puntualità fossero veramente ciò che lo separava dall'insignificanza. A rafforzare quella convinzione era stato il suo successo nella missione di recupero dei Kiseki. Sconfiggere il golem che l'aveva assalito facendo affidamento solo sulle proprie forze l'aveva spinto a credere che tutte le sue superstizioni avessero un fondamento anche al di fuori della sua mente. Per Haruki quella non era nient'altro che l'ennesima conferma del fatto che la volontà della Fiamma guidasse la sua mano e che ciò gli garantisse una sorta di infallibilità. Tutto questo, quindi, non faceva altro che galvanizzare la devozione con cui si dedicava alla preghiera e ai suoi doveri militari, trascinandolo in un circolo vizioso che gli impediva di rendersi conto che quello che accadeva intorno a lui era frutto del caso.


    Anche se, in quanto ad abbigliamento, il monaco aveva rinunciato a seguire le sue inclinazioni personali, non aveva fatto lo stesso nel suo modo di gestire le relazioni interpersonali. Appena arrivato alla festa, Haruki aveva salutato tutti i presenti con il suo fare flemmatico. Poi si era limitato a mettersi in disparte, osservando con attenzione i suoi compatrioti. Fatta eccezione per qualche breve battuta scambiata con Hoshikuzu, il Consigliere era rimasto in silenzio e non aveva toccato cibo. Ovviamente, non gli era sfuggita la licenziosità dei comportamenti del suo maestro, ma aveva scelto di non rimproverarlo. Durante la sua permanenza a Suna aveva imparato che gli uomini comuni avevano bisogno di sfogarsi in qualche maniera dopo una missione in cui la loro vita era stata messa in pericolo. Una serata passata in compagnia dell'alcol e dei propri compagni era pur sempre più dignitosa di una trascorsa in chissà quale postribolo. Haruki non riusciva a reprimere un moto di disgusto ogni qual volta pensava al suo maestro giacere in una di quelle luride bettole. Non era accettabile che il futuro Kazekage si abbandonasse a simili peccati. Per il suo bene e quello di Suna si sarebbe prodigato per eliminare quella piaga dal Paese del Vento. Non appena fosse stato possibile, avrebbe presentato una mozione per far chiudere tutti i bordelli. Nessuno escluso. Era sicuro che questa operazione avrebbe diminuito il degrado in cui versavano i quartieri più malfamati.


    Le regole stabilite per la gestione dei kiseki gli fecero recuperare un po' di fiducia negli Anziani. Evidentemente non erano così inetti da lasciare una di quelle sacre armi nelle mani dello straniero senza prendere alcuna precauzione. Haruki inoltre non poté che sentirsi sollevato nel sentire che Zong Wu aveva rifiutato di giurare fedeltà al villaggio in cambio di una delle pietre. Il Miyazawa non si fidava degli stranieri e anche se il suo Maestro sembrava avere grande stima per lui, non l'avrebbe accettato come suo compagno fino a che non avrebbe ottenuto una prova diretta della sua lealtà. Inoltre, anche una volta provata la sua bontà, Haruki non avrebbe comunque gradito che gli venisse affidato uno dei sette tesori. I Kiseki erano state costruiti a Suna per i Sunesi. Non era bene che fossero maneggiati da un estraneo. Quando il mercenario ebbe finito di parlare, il rosso si rivolse al Chikuma. Sembra che il vostro sacrificio non sia più necessario, Hoshikuzu-sama. Se non vi dispiace, appena possibile, vorrei accompagnarvi al Tempio, cosicché io possa assistervi nella scelta della pietra più adatta a voi. Fece una breve pausa, spostando l'attenzione sugli altri componenti del gruppo. Spero converrete con me nel dire che, indipendentemente dalle nostre necessità, permettere a Hoshikuzu-sama di possedere l'arma più consona ai suoi poteri sia la priorità. Tornò a rivolgersi direttamente al Chikuma. Il Kazekage deve essere il più potente degli Shinobi del villaggio. La pietra giusta vi permetterà di prevalere nel caso ci fossero altri pretendenti.
     
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