La Vendetta dell'Avarizia

[Add TS per Ryuu Mizukyio]

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  1. Yusnaan
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    La vendetta dell'Avarizia

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    L'attacco di Ryuu non andò come previsto, venendo immediatamente intercettato e bloccato dal Mizukage, al quale cercò in tutti i modi di sottrarsi senza successo, ma se avesse avuto un briciolo di coscienza avrebbe capito che era molto meglio così. Non ci volle poco per far esaurire la sua furia animalesca, ma alla fine il chakra preso in prestito dal demone si esaurì, lasciandolo affannato e senza quasi più forze, mentre riacquistava lentamente il senno ed i suoi occhi spenti tornavano normali.
    In un primo momento non capì perchè si trovasse in quella situazione, stremato e con il Mizukage che gli teneva i polsi bloccati a terra, avendo solo dei frammenti confusi di ricordi da quando toccò le sbarre del bijuu nel suo mondo interiore. Pian piano, però, cominciò a comprendere. Yoku e Takuma non c'erano più, quindi doveva essere passato del tempo da quando era uscito dal suo mondo interiore, e a giudicare dal suo kunai stretto in mano ed alla sua stanchezza non restavano che poche opzioni.
    Stai bene? Deve essere stata dura. Disse il Mizukage una volta che ebbe mollato la sua presa, lasciandolo libero.

    Era successo proprio come ne aveva sentito parlare, cosa che non avrebbe mai voluto che accadesse, ovvero aveva perso il controllo scatenando la furia del demone, non c'erano dubbi. Era stato corrotto dal chakra del demone contro la sua volontà e probabilmente doveva essere stato completamente senza controllo, ma non aveva voglia di saperlo, quello che aveva visto al suo "risveglio" gli era bastato per immaginarsi cosa avesse combinato.
    Come era prevedibile, il bijuu aveva già cominciato a controllarlo con la forza, facendolo finire nei guai. Rimase a terra con lo sguardo rivolto verso il basso, inginocchiato e con la fronte che quasi che sfiorava il pavimento, per poi alzare il busto per scoprirsi la pancia dalla maglietta ed osservare quel sigillo nero sbiadire lentamente e cancellarsi dalla sua pelle. Era quello il sigillo che gli era rimasto impresso quando toccò il corpo di Takuma e che gli aveva causato tanto dolore, il simbolo che racchiudeva il demone dentro il suo corpo e che li avrebbe legati per la vita. Legato ad un mostro che avrebbe potuto prendere il controllo della sua mente in qualsiasi momento, da lì fino alla sua morte.

    Il Mizukage comprendeva il suo stato d'animo, cercando di consolarlo posandogli una mano sulla spalla, mentre aveva ormai tirato giù la maglietta e si era seduto in una posizione più comoda, fissando il vuoto, silenzioso come una tomba.
    Non preoccuparti troppo però, cerca di non viverla come una maledizione, altrimenti sarà solo peggio per te.
    Forse aveva ragione lui, non avrebbe dovuto abbattersi, ma non poteva fare certo finta di niente ed andare avanti come nulla fosse. Un cambiamento c'era stato ed era inutile negarlo. Forse avrebbe potuto continuare la sua vita come prima, ma qualcosa di diverso c'era ed avrebbe per sempre fatto parte di lui. Doveva solo trovare il modo di accettarlo, anche se al momento non sembrava per niente facile.
    Il suo maestro, tuttavia era lì per stargli vicino e cercare proprio di tirarlo su moralmente, ma alla domanda che gli pose sulle sue intenzioni di tenerlo nascosto ai nonni, non seppe cosa rispondere. Rimase in silenzio per molti istanti. Era confuso, cosa avrebbe dovuto fare? Dirlo apertamente come se nulla fosse? E se si fossero spaventati? Certo, anche lui era spaventato, perchè non avrebbero dovuto esserlo loro, forse avrebbero avuto anche paura di lui.
    Non lo so... Forse... Forse si... Disse lentamente, sospirando Non lo so.
    In parte lo capisco, ma non serve a molto. Isolarti da coloro aumenterà solo le tue sofferenze. Non temere i giudizi della gente, Ryuu, sopratutto di coloro che ami, ti accetteranno comunque.
    Per quanto fosse con la testa quasi tra le nuvole, quelle parole le ascoltò, parole che in qualche modo riuscirono a smuoverlo nel profondo. Doveva ascoltare i suoi consigli, era pur sempre un jinchuuriki da molto tempo prima di lui e aveva sicuramente accumulato tanta esperienza in merito. Anche se in quel momento si trovava in una fase di rifiuto, non poteva fare a meno di ascoltare i consigli del suo kage. Lo aveva sempre visto come un modello da seguire ed ora che si ritrovava con una cosa così grande in comune con lui, non poteva non starlo a sentire se cercava di spiegargli qualcosa. In qualche modo quelle poche frasi riuscirono a mettere un po' d'ordine tra i suoi pensieri, anche se non poteva certo dire di aver accettato volentieri la situazione, anzi era ancora piuttosto scosso ed abbattuto, restando a fissare il vuoto mentre il suo maestro lo avvertì che Yoku era scappato.
    Quella notizia non fece altro che aggiungergli una dose d'ansia addosso oltre che il rancore che provava già nei suoi confronti e che si era ampliato sapendo che il responsabile della morte dei suoi genitori vagava ancora libero. Tuttavia non era il momento di preoccuparsi di quella faccenda, ma quello di tornare finalmente al villaggio per dichiarare chiusa quella serata piena di emozioni e tragici eventi. Era successo tutto così in fretta che il genin si sentiva ancora piuttosto sconvolto dalla gran quantità di eventi che aveva vissuto, consapevole che avrebbe dovuto farci l'abitudine, volente o nolente.
    Quando vide il suo sensei alzarsi per prendere la strada di casa, rimase per qualche istante immobile, abbattuto sia mentalmente che fisicamente e facendo infine un grande sforzo per tirarsi su e convincersi che era arrivato il momento di andare via, seguendo lentamente il suo maestro che aveva aspettato che si fosse alzato prima di prendere il cammino per Kiri.

    [...]


    Arrivato ormai a casa dopo essersi separato dal Mizukage, il suo umore non era migliorato granchè, ed i nonni, che erano rimasti svegli e in ansia ad attendere il suo ritorno, dopo avergli dato un caloroso ed apprensivo saluto non poterono non notare che c'era qualcosa che non andasse in lui.


    Il suo quasi totale silenzio e il suo animo abbattuto mostravano fin troppo esplicitamente che fosse successo qualcosa di brutto, e non poteva trattarsi solo del ritrovamento di Yoku Akita, come li informò.
    Poche e rare volte lo avevano visto con il morale così a terra. Con le loro conoscenze ninja, le due nonne avrebbero potuto facilmente estrapolargli le informazioni che custodiva tanto gelosamente, ma non sarebbe stato giusto. Non se la sentirono di violare i suoi pensieri, anche vedendolo soffrire in quel modo. Se mai avesse trovato il coraggio di parlarne con loro, sarebbero stati felici di ascoltarlo, come gli dissero prima che il ragazzo andasse a chiudersi nella sua stanza, buttandosi sul letto e restando a fissare il vuoto per lunghi minuti che molto lentamente diventarono ore.
    Lui di sopra e i suoi nonni in cucina, non riuscendo neanche loro a dormire per la preoccupazione, ma essendo almeno felici che il loro amato nipote fosse sano e salvo. Ciononostante qualcosa non andava.
    Fu una notte molto difficile e lunga per tutti, in quella casa, e solo alle prime luci dell'alba, il giovane genin trovò la forza di scendere le scale e raggiungere i nonni al piano di sotto, che ancora sedevano in cucina discutendo sul da farsi e su cosa avesse vissuto Ryuu in quelle poche ore lontano da casa.
    Fu il giovane a parlare per primo. Ci mise un grande coraggio per farsi forza, rivelando in poche e semplici frasi ai suoi nonni cosa fosse realmente accaduto quella stessa notte e fermandosi dicendo Sono il nuovo jinchuuriki del Sanbi... quasi con un nodo in gola e sfiorandosi l'addome con le dita. I suoi occhi si staccarono da quelli dei suoi nonni, prendendo a guardare verso il basso, per non vedere le reazioni di shock che ebbero i tre non appena sentirono pronunciare quella frase.
    Certo, non si sarebbero mai potuti aspettare una cosa del genere, che quella serata potesse portare a simili conseguenze, ma dopo i primi istanti passati ad elaborare la notizia, non ci pensarono due volte ad andare in contro al loro unico nipote e stringerlo con un forte e lungo abbraccio. Abbraccio che liberò qualche lacrima che Ryuu aveva trattenuto fino a quel momento, come anche da parte dei tre anziani, che finalmente compresero il grande peso che il ragazzo stava portando dentro e che avrebbe portato per il resto della sua vita. Tuttavia, da quel punto poterono aprire delle lunghe conversazioni su quello che sarebbe potuto succedere, consolandolo nel dirgli che in fondo non era la fine del mondo, similmente a quanto disse il Mizukage.
    Essere un jinchuuriki avrebbe forse portato dei cambiamenti nella sua vita, ma se l'avesse vissuto come un dramma non si sarebbe mai potuto riprendere. In qualche modo avrebbe dovuto farsi forza ed andare avanti, e con il loro sostegno, che non sarebbe mai mancato, e quello dei suoi amici, avrebbe potuto proseguire senza problemi il suo cammino.

    [...]


    Nei giorni seguenti, andò riprendendosi da quello scossone che aveva avuto quando quel bijuu era piombato improvvisamente nella sua vita, svolgendo le sue giornate come le aveva trascorse fino ad allora, anche se c'era sempre il pensiero costante della presenza del demone dentro di lui, cercando di ignorarlo il più possibile, ed i suoi amici si accorsero dal suo comportamento a volte spento che qualcosa era cambiato, ma ci sarebbe voluto molto tempo per far partecipi anche loro di quel segreto.
     
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