La Vendetta dell'Avarizia

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    La vendetta dell'Avarizia

    Una visita inaspettata


    Dopo pochi minuti interminabili passati tra le grinfie del Sanbi, finalmente Ryuu potè respirare nuovamente e riempirsi i polmoni d'aria, quell'aria fredda e umida che appestava la caverna. Non sapeva ancora dove il Sanbi volesse arrivare con i suoi giochetti, magari torturarlo fino a farlo esaurire per fargli eseguire i suoi ordini, ma il ragazzo non aveva nessuna voglia di lasciarlo vincere.

    Puoi uscire quando vuoi, moccioso


    Quando vide la bocca del mostro spalancarsi davanti a lui per pronunciare quelle parole, rimase alquanto perplesso. Cosa significava? Gli aveva appena concesso di andarsene o Ryuu ne era stato sempre capace?
    Non c'era granchè da fidarsi di un demone, ma non aveva tutti questi motivi per mentire, e se lui avesse potuto andarsene per conto proprio, per quale motivo si era dovuto impegnare tanto per trovarlo?
    Non riusciva a dare una spiegazione a quelle domande, e prima che potesse agire in qualche modo, una figura molto familiare gli apparve davanti, a poca distanza dalle sbarre che lo separavano dal demone. Il suo maestro era apparso per andare in suo soccorso e il pensiero di sapersi non più solo gli tolse un gran peso dallo stomaco, sentendosi decisamente sollevato e più tranquillo alla vista del suo sensei lì con lui. Non sapeva in che modo avesse fatto ad entrare anche lui nella sua mente, ma in quel momento non gli interessava sapere quali strani poteri avesse usato, purchè lo aiutasse ad andarsene da lì.

    A quanto parve, il Mizukage sembrava aver già conosciuto in passato il Sanbi, anche se non si poteva dire che provassero simpatia l'uno per l'altro.
    Itai sembrava voler solo discutere un po' col suo allievo ed in un istante si ritrovarono in una nuova dimensione totalmente persa nel vuoto e nell'oscurità, simile a quella da dove il genin si era tirato fuori a fatica per arrivare nel suo mondo interiore. Fu allora che cominciò a parlargli in modo molto serio, probabilmente perchè era piuttosto dispiaciuto che quel ragazzino si trovasse in quella situazione così spiacevole, magari comprendendo anche il suo punto di vista, condividendo l'essere jinchuuriki, e parlandogli con un tono molto serio che Ryuu non potè far altro che ascoltare in silenzio.
    Quello che è successo è imprevisto Ryuu. Non volevo che accadesse qualcosa del genere, tuttavia, anche se non l'hai cercato... Bé, eccoti qui e da questa cosa non potrai sfuggire, te ne rendi conto?
    Purtroppo se n'era reso conto anche fin troppo bene, non star facendo altro che cercare di sopprimere la rabbia e l'angoscia che lo pervadevano fino al momento in cui fosse riuscito ad uscire. Anche il suo sguardo era molto serio, ma allo stesso tempo anche demoralizzato per quello che stava ascoltando.
    Devi riuscire ad ottenere il potere del Sanbi Ryuu.
    Di tutte le cose che avrebbe voluto fare una volta finita la faccenda, l'ultima che si sarebbe aspettato era prenderne il potere. Aveva sempre detestato i bijuu, ancor più quando aveva scoperto che ormai ne aveva uno dentro di sè, quindi trovava decisamente ripugnante l'idea di sfruttarne il potere per chissà che cosa.

    Se l'obbiettivo era quello di diventare più forte, non gliene poteva fregare di meno, specialmente se per farlo avrebbe dovuto usare il chakra di un bijuu. Non ne vedeva proprio il motivo. Tutto ciò che voleva era chiudere quella questione e dimenticarsi del demone una volta per tutte, nonostante sapeva che avrebbe fatto per sempre parte della sua vita, ed era quello a mandarlo in bestia.
    Ora che sei un Jinchuuriki devi anche imparare a sfruttarne i poteri. Puoi farlo ora o potrai farlo in futuro, ma dovrai scendere a patti col Sanbi...
    No. Disse con tono secco, e dal suo sguardo si poteva ben capire che fosse molto irritato da quell'idea che Itai voleva fargli fare. Io non voglio scendere a nessun patto con quel coso. E' per il potere? Se lo può tenere, non ne voglio sapere.
    ... cosa ti turba Ryuu?
    Non c'erano dubbi che ci fossero molte cose a renderlo così infelice e confuso, ma tutto era partito dal Sanbi. Un motivo per tutta quella irrequietezza però c'era ed il Mizukage ne volle sapere di più, cosa che Ryuu provò in qualche modo a spiegare, mentre cominciò a salirgli un nodo alla gola e quasi le lacrime agli occhi, dando inizio ad una piccola parte dello sfogo che avrebbe voluto fare.
    ... Ma perchè è dovuto succedere a me? Cosa vuole quel mostro?
    E' venuto per rovinarmi la vita più di quanto già non fosse incasinata!
    Disse quasi in lacrime.
    Io non ne voglio sapere più niente, non mi interessa se sono un jinchuuriki, per me può anche marcire qui e non farsi più sentire.
     
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    IX



    Ryuu era orrendamente confuso ed addolorato. Era più che comprensibile, poiché la notizia appena ricevuta era dolorosa al di la di ogni immaginazione... purtroppo per lui i discorsi egoistici da ragazzino immaturo avrebbero dovuto trovare una fine alquanto repentina. Fossi stati come Raizen Ikigami probabilmente gli avrei tirato un calcio nei denti intimandogli di crescere o morire. Non sarei stato così brusco, per sua fortuna io non ero Raizen Ikigami... eppure il concetto si riduceva a quello. Crescere o morire, poiché non sarebbe potuto rimanere vivo a lungo ignorando il Bijuu dentro di se.
    Solo i bambini chiedono "perché proprio a me", dissi con una durezza inaspettata nella voce. Un vero uomo non si lascerebbe intimorire rimanendo a frignare sul suo destino, comprenderebbe che non può più cambiare ciò che è diventato e farebbe di tutto per non lasciarsi piegare dal fato, mi avvicinai a lui abbastanza da stargli di fronte. Ero circa venticinque centimetri e dieci anni più grande di lui e potei guardarlo dall'alto verso il basso con lo sguardo severo dettato dall'esperienza passata, dal mio ruolo e da ciò che ero. Alzai lentamente una mano e la misi sulla sua spalla.


    Io non ho scelto di essere un Jinchuuriki, Ryuu, dissi allora con tono più tranquillo. Se c'era qualcosa che poteva spingerlo a fidarsi di me quella era la mia storia. Come te lo sono diventato per errore. Il mio sensei, che era un Jinchuuriki anche lui, mi aiutò quella prima volta e riuscii ad ottenere l'accesso ai poteri del Bijuu. Tuttavia il percorso non fu irto di fatiche, sai? Quando mi ritrovai ad affrontare il demone per ottenere un po' più di potere ero prigioniero e la donna, che non conoscevo, che era era davanti a me stava venendo violentata dai nostri aguzzini davanti ai miei occhi. Riuscii ad avere il potere. E mi innamorai di quella donna. Avevo diciotto anni all'epoca e sai, può capitare che tu commetta un'incoscienza e finisca per concepire un figlio anche se sei troppo, troppo giovane, avrebbe potuto pensare che quella donna fosse Ayame, ma non era così. Lei fu rapita. Io cercai di salvarla assieme al mio sensei, ma fallii, nonostante avessi ottenuto ancora più potere. Hai idea di quanto puoi soffrire nel vedere la donna che ami e che porta in grembo tuo figlio esploderti davanti agli occhi? Dimmi Ryuu, pensi ancora che la tua vita sia incasinata per colpa del Bijuu? Tutto ciò che ti sto dicendo non è mai successo per colpa di Chomei, sai?, dissi allora. E guardami ora. Ho una famiglia, e sebbene il mio ruolo mi provochi una quantità di stress non indifferenti e mi porti a trascorrere meno tempo con loro, sono anche il Mizukage, afferrai le sue spalle con entrambe le mani. Dimmi, adesso, dopo aver ascoltato la mia storia, sei davvero sicuro di non poter essere felice? Sappi una cosa: se non collaborerai con lui prima o poi lui ti ucciderà. Allora?, lasciai le sue spalle facendo dunque un passo indietro. La sua disperazione non era minimamente giustificata. Essere un Jinchuuriki non era facile, ma le disgrazie che da quel punto della nostra vita in poi ci sarebbero capitate non sarebbero state a causa loro. Non c'erano scuse possibile per rannicchiarsi in un angolo a frignare senza ritegno come Ryuu sembrava intenzionato a voler fare. Il Sanbi era lì che lo attendeva. Dentro di se, in un luogo dal quale Ryuu non poteva fuggire.
     
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    La vendetta dell'Avarizia

    Contatto umano


    Gli occhi di Ryuu erano quasi gonfi di lacrime per lo sfogo che stava in qualche modo scaricando, ma invece delle parole di conforto che si era aspettato, il Mizukage gli rimproverò il suo carattere infantile.
    Un vero uomo non si lascerebbe intimorire rimanendo a frignare sul suo destino, comprenderebbe che non può più cambiare ciò che è diventato e farebbe di tutto per non lasciarsi piegare dal fato.
    Quelle parole lo colpirono molto pesantemente, facendolo sentire quasi in colpa per il modo in cui si era comportato fino a quel momento. Cominciò a ripensare molte volte a quella frase, rendendosi conto che forse il Mizukage non aveva molto torto. Anche se lui non aveva più di sedici anni, lamentarsi di tutto e mettersi a frignare non era il comportamento migliore che avrebbe dovuto assumere, e la cosa lo fece sentire anche stupido, ora che vedeva le cose dall'esterno, tirando in dentro il labbro inferiore e mordendoselo.
    Aveva lo sguardo basso per non voler guardare negli occhi il suo maestro, ma quando questi gli fu vicino e gli poggiò una mano sulla spalla, non potè fare a meno che alzare gli occhi verso i suoi.

    Lo sguardo del suo maestro era severo, ma non arrabbiato. Non sapeva che pensare, restando in silenzioso ascolto.
    Io non ho scelto di essere un Jinchuuriki, Ryuu
    Già... anche lui era un jinchuuriki. A volte Ryuu se ne dimenticava, ma proprio forse era proprio quello che cercava di dirgli il Mizukage, essendo per lui una cosa normale esserlo e che forse non costituiva questo grande cambiamento che si aspettava.
    Da lì, Itai cominciò a condividere con lui la storia di come divenne un jinchuuriki, così che magari avrebbe potuto vedere le cose anche dal suo punto di vista.
    Come te lo sono diventato per errore. Il mio sensei, che era un Jinchuuriki anche lui, mi aiutò quella prima volta e riuscii ad ottenere l'accesso ai poteri del Bijuu. Tuttavia il percorso non fu irto di fatiche, sai?
    Per quanto non lo avesse mai visto lamentarsi del proprio demone, non poteva certo immaginare che non avesse dovuto affrontare chissà quali fatiche e pericoli per arrivare al punto in cui si trovava. Non doveva essere stato un cammino semplice, avere un bijuu dentro, eppure da quella storia che andava raccontando non sembrava nominare i problemi dati dal demone. Ryuu seguì attentamente il suo discorso come se stesse ascoltando dei consigli di vita da un fratello maggiore, e non volle perdersi assolutamente quel momento che in fondo gli piacque molto, anche se non aveva mai avuto nè fratelli, nè genitori, rimanendo ad ascoltare quello che aveva da dire.
    Sentì quando gli parlò della di come aveva sfruttato il potere del demone per liberare una donna, arrivando alla conclusione che fosse sua moglie, ma rimase letteralmente shockato quando gli disse che invece era morta davanti ai suoi occhi.
    Hai idea di quanto puoi soffrire nel vedere la donna che ami e che porta in grembo tuo figlio esploderti davanti agli occhi? Dimmi Ryuu, pensi ancora che la tua vita sia incasinata per colpa del Bijuu? Tutto ciò che ti sto dicendo non è mai successo per colpa di Chomei, sai?
    Quella cosa lo fece riflettere parecchio su quante cose orribili avesse visto il Mizukage, cose che probabilmente lui non poteva neanche immaginarsi, sentendosi quasi ridicolo per essersi lamentato così per delle cose che in confronto alle sue sembravano sciocchezze. Non poteva neanche lontanamente sapere cosa potesse significare perdere moglie e figlio e vederli morire, eppure non aveva attribuito niente di tutto ciò al demone.
    Gli erano accadute cose orribili, ma ovviamente non poteva di certo dare la colpa al suo bijuu, e nonostante tutto si dichiarò felice com'era, con la sua famiglia ed il suo ruolo di Mizukage.
    Probabilmente non aveva tutti i torti. Dal momento in cui aveva saputo di essere diventato un jinchuuriki, Ryuu aveva immaginato delle cose orribili che sarebbero potute accadere quando la notizia avesse fatto il giro del villaggio, pensando all'emarginazione ancora più grande che la gente avrebbe avuto nei suoi confronti e della sua famiglia o di persone come Yoku che avrebbero voluto impossessarsi del Sanbi, senza lasciargli respiro, ma difronte a lui c'era un altro jinchuuriki che stava cercando di parlargli. Tutti sapevano che fosse tale, eppure è riuscito a diventare Mizukage, avere una moglie e dei figli ed essere amato.

    Credeva fosse un caso particolare, quello di Itai, ma forse aveva solo un modo molto errato di vedere la realtà delle cose. Cosa sarebbe successo se si fosse reso conto di essere nel torto? Non aveva mai vissuto niente di tutto ciò in prima persona e la cosa lo aveva molto spaventato, ma se si fosse sbagliato riguardo a tutto? In quei momenti non riuscì a capire perchè, ma dopo aver ascoltato la storia del Mizukage cominciò a sentirsi un po' meglio, perchè in qualche modo pensò che forse avrebbe potuto ancora vivere in maniera serena nonostante il bijuu sigillato dentro di lui. Un altro jinchuuriki con più esperienza era lì difronte a lui che cercava di aiutarlo ad aprire gli occhi, anche se malgrado il conforto, avvertiva comunque ancora un po' di angoscia per la paura di ciò che lo attendeva.
    Anche l'altra mano del suo maestro arrivò a poggiarsi sull'altra sua spalla, avvertendo quel contatto umano che tanto gli era mancato in quegli anni, nonostante avesse i suoi nonni che lo abbracciassero, e tirando giù il groppone che gli era venuto in gola.
    Dimmi, adesso, dopo aver ascoltato la mia storia, sei davvero sicuro di non poter essere felice? Sappi una cosa: se non collaborerai con lui prima o poi lui ti ucciderà. Allora?
    Non poteva dargli torto, stava iniziando a capire che forse avrebbe potuto in ogni caso provare a vivere una vita felice, e la situazione era che doveva imparare a contenere il bijuu, volente o nolente. Anche se lo ripugnava dirlo, si convinse che la sua risposta sarebbe stata positiva.
    Eppure non riusciva a dirla. Non ce la faceva a pronunciare quelle parole, accettare il bijjuu dentro di sè ed usarne il potere. Le mani del Mizukage lo avevano lasciato e si era allontanato, ed in quel momento si sentì come fosse nuovamente solo, come se a separarli fosse un chilometro e non un semplice passo, tornando con lo sguardo verso il basso e fissando quel pavimento scuro, quasi inesistente.
    Sentiva che doveva accettare quell'idea, ma in qualche modo non si sentiva pronto, più per paura di fallire che per l'odio per il Sanbi che era andato quasi leggermente scemando.
    Era lì, fermo con la fronte rivolta verso il basso, cercando la forza di proseguire, ed allora, come fosse in trance, quasi involontariamente, fece un passo in avanti continuando a tenere lo sguardo basso ed appoggiando la cima della fronte sul petto del suo maestro, quasi come a cercare di nuovo quel contatto e calore umano che aveva avvertito poco prima e che sentiva il bisogno di risentire sulla sua pelle, quel contatto che lo faceva sentire al sicuro e gli dava coraggio.
    Rimase per qualche lungo istante in quella posizione senza emettere un fiato, continuando a fissare il vuoto. Sapeva di dover prendere quella decisione, perchè non avrebbe certo voluto morire per colpa del Sanbi. Ora faceva parte di lui, ma non gli avrebbe impedito di poter ottenere ciò che voleva e realizzare i suoi sogni, di diventare Mizukage proprio come l'uomo difronte a lui. In quell'istante, forse grazie a quella vicinanza di cui andava in cerca, si sentì la forza di rispondere, anche se lo fece a tono basso come se comunque non avesse piena voglia di farlo.
    Va bene. Cosa devo fare? Sul finire della frase si distaccò dal suo maestro, facendo un passo indietro e guardandolo nuovamente negli occhi, in attesa che gli dicesse qualcosa.
     
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    Qualcosa scattò in Ryuu. Forse le mie parole l'avevano colpito, probabilmente si era reso conto che nessuno l'avrebbe perseguitato per ciò che era nel Villaggio. Speravo che con la mia scelta di abbandonare il segreto di ciò che ero e mostrarmi pubblicamente quale Jinchuuriki avesse già dato i suoi frutti in termini di tolleranza verso i Bijuu ed i Jinchuuriki. Ryuu poteva star tranquillo: il Sanbi non avrebbe attirato altro immeritato odio sulla sua famiglia.
    Non lo so, non posso aiutarti, sarebbe un grosso errore se forzassi la mano del Sanbi per concederti del potere, dissi con tranquillità al ragazzo, fiducioso.


    Troverai un modo, ne sono certo, ma devi farlo da solo, dissi. La mia immagine si fece via via più evanescente e man mano che essa scompariva il mondo che Ryuu aveva trovato tornava ad avere consistenza e colore, come se avessi semplicemente calato un momentaneo sipario sul palco del suo Mondo Interiore che stava venendo lentamente rialzato. E fu di nuovo lui, di fronte al Sanbi.


    Il Demone lo fissò al di la del cancello, con l'aria presuntuosa tipica dei millenni. Hai smesso di frignare vedo, la voce di Isobu era bassa e glaciale. Così glaciale che Ryuu poté avvertire fisicamente la temperatura calare... anzi, era proprio così! Il Sanbi stava facendo calare rapidamente la temperatura di quel luogo, esattamente come prima aveva giocato con le leggi della fisica per cercare di affogarlo. Man mano l'acqua sotto i piedi di Ryuu parve iniziare a diventare una sottile lastra di ghiaccio, ma man mano che il tempo passava divenne sempre più spessa e dura fino a divenire una gelida pavimentazione bianco-perlacea. E faceva freddo. Freddissimo.
    So cosa vuoi da me, vuoi il mio potere, tutti lo vogliono, il Sanbi pareva decisamente irritato dalla cosa. Prenditelo, vieni qui se riesci ad avvicinarti alle sbarre. Toccale, e potrai avere il mio potere, era una sfida. Una chiara e semplice sfida.


    Ryuu a quel punto si trovava a circa trenta metri dal cancello e prima ancora che potesse fare un passo un forte vento gelido avrebbe iniziando a spingere Ryuu lontano dalle sbarre, molto forte, ben più forte rispetto alle sue reali energie [Vento]Forza: 450
    Riduce lo slot azione a 5 metri
    Danno ½ Leggera alla Vitalità ogni slot azione;
    Ogni slot azione in cui il vento ha forza superiore alla tua forza ti fa arretrare di 1 metro ogni tacca di differenza, non puoi avanzare se la tua forza è inferiore.
    . Il giovane Kiriano si sarebbe trovato a fronteggiare un vento che avrebbe richiesto ben più che il solo chakra per raggiungere le sbarre: un vento freddo e tagliente che avrebbe col tempo esaurito tutte le sue energie! Se non fosse stato attento a contrastare il vento avrebbe rischiato di tornare indietro ed essere spazzato via dal demone. Non solo, se avesse tentato di riassumere il controllo di quella dimensione avrebbe notato come sarebbe stato estremamente più difficile, richiedendo un ammontare non indifferente di chakra per solo tentare di sottrarre il controllo al Demone, senza alcuna garanzia di successo! Cosa fare allora? Avanzare nella tormenta patendo i dolori che il Sanbi aveva predisposto o tentare di farla cessare? Oppure un arguto misto tra le due strategie? Qualsiasi cosa sarebbe andata bene purché Ryuu avesse toccato le sbarre con le dita.
     
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    La sfida


    La presenza del Mizukage servì molto a confortare l'animo del ragazzo, ma a quanto parve, non avrebbe potuto aiutarlo in altro modo se non incoraggiandolo ad andare avanti.
    Troverai un modo, ne sono certo, ma devi farlo da solo.
    Dopo quell'ultima frase che lasciò lievemente rattristato Ryuu, il suo corpo cominciò lentamente a divenire sempre più trasparente ed il ragazzo capì che di lì a poco sarebbe scomparso così come era arrivato in quella realtà. Non avrebbe voluto che se ne andasse, lasciandolo nuovamente solo, ma aveva ormai capito che non avesse altra scelta.
    Man mano che il Mizukage svaniva, l'oscurità che li aveva avvolti tornava ad essere la caverna illuminata dall'acqua sottostante in cui Ryuu aveva faticato ad arrivare, dando un ultimo sguardo al suo maestro prima che potesse andare via del tutto. Anche se non poteva più vederlo, lui era lì con lui e lo teneva d'occhio, e se fosse riuscito a conquistare il potere del demone e ad uscire, avrebbe potuto rivederlo.
    Attorno a lui era apparsa nuovamente quella realtà in cui si vedeva prigioniero, e a una trentina di metri di distanza, davanti a lui, c'erano ancora le grandi sbarre che rinchiudevano il Sanbi nella sua gabbia.

    In qualche modo erano entrambi in prigione, ma Ryuu doveva andarsene, non poteva e non voleva rimanerci ancora a lungo, quindi si sarebbe dovuto dare una mossa.

    Hai smesso di frignare vedo


    Il Sanbi non aveva perso il suo irritante modo di fare, sempre freddo e con quell'aria da superiore. Ryuu lo scrutò in silenzio dalla sua posizione, ma non fecero in tempo a passare che pochi istanti, che cominciò a notare un rapido calo della temperatura. Ormai poteva vedere il suo respiro lasciare la sua bocca ogni volta che espirava e la cosa non gli piaceva per niente, poichè era evidente che il bijuu stesse per far accadere qualcosa, dato anche che l'acqua stesse iniziando a ghiacciarsi e poteva sentire chiaramente sulla sua pelle quanto freddo facesse.
    Che stai facendo? Chiese con tono irritato mentre pensò ad a chiudere le cerniera della sua felpa, per quanto fosse ancora umida per il bagno di poco prima.

    So cosa vuoi da me, vuoi il mio potere, tutti lo vogliono. Prenditelo, vieni qui se riesci ad avvicinarti alle sbarre. Toccale, e potrai avere il mio potere.


    Finalmente aveva svelato il suo piano, cosa che però non andò per niente giù a Ryuu. Non capì come avesse fatto, ma stava lentamente riprendendo il controllo di quella dimensione, e non poteva certo permettergli di comandare nella sua stessa mente.
    Come se non bastasse, un fortissimo vento iniziò a soffiargli contro, tanto per rendergli le cose più difficili, ed era facilmente intuibile che sarebbe stata quella la sfida, superare quel micidiale vento che a malapena gli permetteva di restare con la faccia rivolta in avanti per quanto fosse forte, e toccare le sbarre della sua gabbia. Quella raffica imperterrita era decisamente troppo per la scarsa struttura fisica di Ryuu, che cercava di spingersi in avanti solo per cercare di non arretrare, ma sembrava essere decisamente troppo per lui, quindi decise di estrarre immediatamente la sua wakizashi dal fodero e di piantarla con forza nel massiccio strato di ghiaccio che ormai si era venuto a formare sotto ai suoi piedi, così da avere un appiglio a cui aggrapparsi per evitare di essere spazzato via.

    Faceva molto freddo ed il vento iniziava ad essere tagliente sulle sue dita e la sua faccia. Non era certo il suo scopo, quello di assecondare gli stupidi giochetti nel Sanbi, specie se quel mostro stava usando la sua mente contro di lui, ma purtroppo non ci sembrava essere altra scelta se non cercare di opporre resistenza, se avrebbe dovuto prendere il suo potere. Il suo scopo era quello e non avrebbe cambiato sicuramente idea per qualche piccola difficoltà.
    Il genin tentò di concentrarsi per riprendere il controllo dell'ambiente, ma il demone quella volta stava opponendo una strenua resistenza, molto più di quanta ne avesse incontrata mentre si trovava sott'acqua, sentendo di non riuscire a cacciarlo via stavolta. Aveva bisogno di aiuto.
    Con il braccio sinistro saldo, attorno all'elsa della spada, compose tre sigilli dopo aver richiamato un po' del suo chakra, per evocare uno dei suoi cloni acquatici

    Tecnica Economica [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire la tecnica avanzata risparmiando il 25% del consumo d'attivazione; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Alternativamente è possibile risparmiare il 50% del consumo d'attivazione; può essere utilizzata 1 volta ogni 3 round. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.

    Consumo ridotto al 50%: 1/2 Basso

    Tecnica della Moltiplicazione Acquatica - Mizu Bushin no Jutsu
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Topo, Gallo, Lepre (3)
    L'utilizzatore può creare cloni di sé sfruttando almeno 3 unità d'acqua ogni copia. Le copie possono essere create ad una distanza di 1,5 metri dall'utilizzatore o da un clone e possono allontanarsi dal ninja che le ha create di circa 30 metri, superata questa distanza si dissolvono riversando acqua nell'arena. Si possono muovere contemporaneamente o 1 clone o l'utilizzatore. Le loro statistiche sono pari energia l'utilizzatore. Hanno 100 crediti equipaggiamento dell'utilizzatore; non è possibile duplicare Bombe e Tonici. La vitalità è pari a 1/2 leggera ogni grado ninja. Il chakra posseduto è diviso equamente tra tutte le copie create e l'utilizzatore; una volta disattivata la tecnica o distrutti tutti i cloni, il chakra residuo tornerà all'utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Livello: 5 / Consumo: Basso )
    [Cloni Massimi: 1 ogni grado ninja]

    [Da studente in su]
    dal marchingegno ad acqua incastonato nella della wakizashi, a cui lo aiutò ad aggrapparsi. Dovevano pensare in fretta ad un modo per attraversare la tormenta, ma l'unica cosa plausibile che gli venne in mente fu di sfruttare la loro superiorità numerica per cercare contrastare il Sanbi e provare a riprendere almeno un po' di controllo nel suo mondo interiore.
    Insieme cominciarono a concentrarsi su quella grande forza che li spingeva all'indietro, ma dopo altri tentativi, provarono la loro ultima speranza, sfruttando gran parte del chakra che avevano in corpo per tentare di placare almeno un po' il vento. Con il loro lavoro congiunto, forse sarebbero riusciti quantomeno a far calare la velocità con cui soffiava il vento ed a quel punto Ryuu avrebbe lasciato la sua postazione, spingendosi in avanti e cominciando a correre il più velocemente possibile per raggiungere il suo obbiettivo che era ancora abbastanza lontano.

    Mentre lui sarebbe scattato in avanti, il suo clone sarebbe rimasto agganciato alla spada, cercando di contrastare il potere che il bijuu stava esercitando, anche a costo di usare altro chakra, fino ad esaurire la sua scorta e svanire in una pozzanghera. Se il loro piano fosse riuscito ed il vento avesse almeno rallentato la sua corsa, il genin avrebbe cercato di avanzare in una sola volta tutto il percorso, usando il suo chakra per ostacolare la forza che gli remava contro. [6 Slot Azione]
    Non sarebbe stata una cosa molto semplice, ed avrebbe dovuto sforzare parecchio le gambe per avanzare senza cercare di scivolare sul ghiaccio. In alcuni tratti si sarebbe ritrovato a camminare a quattro zampe, aiutandosi con le mani a spingersi in avanti, grazie alla presenza dei guanti che in qualche modo avrebbero fatto più attrito. Sentire quel forte vento sul volto, sulle dita scoperte e sulle caviglie, sarebbe diventato alquanto insopportabile, non sentendosi quasi più la faccia per il tremendo freddo che gli aveva congelato l'acqua che gli era gocciolata sul viso ed avendo le dita delle mani ormai indolenzite, per colpa di quel vento gelido che continuava ad abbassare la sua temperatura corporea sempre di più.
    Se il clone avesse retto lo sforzo mentale prima di dissolversi fino a quando Ryuu non fosse arrivato al cospetto del cancello, il genin avrebbe fatto un ultimo sforzo (già stremato per l'immenso consumo di chakra a cui si era sottoposto, oltre lo sforzo fisico enorme) per protrarre in avanti il braccio destro in avanti ed afferrare una delle sbarre nella speranza di aver portato a termine quella stupida sfida che il demone gli aveva lanciato.

    Consumi:
    Vitalità: - 3 Leggere (6 Slot Azione)
    Chakra - 1/2 Basso (Tecnica Avanzata)
    - 20 Bassi (Contrasto bijuu)
    - 10 Bassi (Consumo Clone)
    - 3 Bassi (6 Slot Azione)

    Vitalità Rimanente: 10,5 Leggere
    Chakra Rimanente: 6,5 Bassi
     
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    La Vendetta dell'Avarizia

    XI



    Quale insolita strategia. Triplicare il proprio potere mentale mantenendo adeguato il consumo di chakra quasi imposto dal Demone fu qualcosa di sorprendente oltre ogni dire. Il vento rallentò abbastanza da riuscire a consentire seppur con difficoltà al ragazzo di avvicinarsi alle sbarre che, una volta toccate, avrebbero reagito immediatamente. Caricate del potere del Demone essere s'illuminarono di un'intensa luce azzurra che fu trasferita da esse al braccio del ragazzo, salvo poi scomparire sotto la sua pelle.


    Spero tu sia pronto a riaprire gli occhi...



    Quella fu la minaccia del Demone mentre Ryuu sentiva il potere scorrere dentro di lui che tanto lo esaltava quanto l'avrebbe reso pressoché incontrollabile. La furia. La vera essenza del Demone: la furia che induceva una sete di sangue senza pari, tanto peggiore quanto più fresco era il potere ottenuto. Qualcosa che Ryuu non poteva ancora sperare di dominare e che anzi avrebbe dominato i suoi prossimi passi da lì a pochi istanti, quando - per l'appunto - avrebbe riaperto gli occhi.




    All'esterno la scena era differente da come se la ricordava. Takuma era stato spostato, ma Yoku Akira si era rialzato. Aveva la mano sinistra poggiata sul fianco destro a coprire una brutta ferita sanguinante ed io avevo la mia spada in mano. Verrai con me, Yoku Akita, e faremo due chiacchiere su i tuoi piani ed i piani di Hayate, dissi stringendo la spada con entrambe le mani.
    Tsk... sciocco... non ti dirò mai nulla, mai, il suo tono però denotava altro oltre un certo profondo senso di sfida: disperazione. Io non dovevo... lui non mi può accettare, lui non accetta peccati, ma solo virtù. Ed io non dovevo..., fece una strana risata. Ma comunque non lo tradirò. Io sono Hayate, anche se lui non mi accetta.
    Non ti sto chiedendo di tradirlo infatti, allungai la spada verso di lui. Tu mi dirai cosa sai che tu vogl... Ryuu?


    E proprio in quel momento Ryuu si risvegliò. Ed il risveglio sarebbe stato carico di traumi e violenza: perché era chiaro come in lui in quel momento scorresse il potere del Demone! E da esso derivava una furia senza pari che avrebbe reso assai difficile per lui persino riconoscere gli amici dai nemici e probabilmente la rabbia che provava verso Yoku Akira sarebbe malamente esplosa in quel momento, sostenuta da una orribile furia senza fine. Come avrebbe agito non era chiaro, ne possibile dirlo. Ryuu fronteggiava l'uomo che aveva distrutto la sua famiglia ed ucciso e distrutto l'onorabilità della stessa con in mano forza, un nuovo potere ed una rabbia irrazionale.


    Dentro di lui il Sanbi rideva.


     
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    La vendetta dell'Avarizia

    Furia incontrollata


    Dopo uno sforzo considerevole, Ryuu finì per raggiungere le grandi sbarre che rinchiudevano il bijuu, che immediatamente si illuminarono, irradiando la caverna di una forte luce azzurra. Il genin avvertì all'istante scorrere dentro di sè un enorme potere mentre quel bagliore cominciò a lasciare le sbarre per avvolgere la mano e poi il braccio con cui le aveva toccate, provando una sensazione simile a quando toccò il corpo di Takuma, ma a differenza dell'altra volta, non provò dolore.
    Anche se fu spaventato da quello che gli stava accadendo, non fu un esperienza dolorosa, anzi la trovò addirittura piacevole. Anche se non aveva mai realmente desiderato averlo, più sentiva scorrere dentro di sè quel tremendo potere, più i suoi sentimenti venivano alterati, quasi come se non se ne rendesse conto, mentre il demone assisteva soddisfatto al suo cambiamento.

    Spero tu sia pronto a riaprire gli occhi...


    Una frase che Ryuu non ebbe il tempo di cogliere, perchè in preda a quella strana euforia chiuse gli occhi nel vano tentativo di controllare tutte quelle emozioni che stava forzatamente provando, e quando sentì infine cessare il trasferimento di tutto quel potere dentro di sè, li riaprì.

    Il forte vento gelido era sparito e l'aria fresca della sera gli accarezzò nuovamente il viso.
    Era riuscito ad evadere dal suo mondo interiore, fuggendo dalle grinfie del bijuu che ormai abitava dentro di lui, ma l'incubo non era ancora finito. Era sdraiato a terra, supino, e tentò di alzarsi girandosi su un fianco ed aiutandosi con una mano, ma la testa gli faceva male e in tutto il corpo percepiva l'immensa presenza di quello strano chakra che tentò di controllare, ma senza successo. Quel potere che lo pervadeva da capo a piedi era incontrollabile e continuava ad aumentare, straripava, infondendogli una rabbia immotivata.
    Non riusciva più a controllare nemmeno i suoi pensieri e le sue emozioni, lasciandosi trascinare da tutta quell'oscurità che lo avvolgeva. Il suo sguardo si alzò in cerca di qualcosa, ma neanche lui sapeva cosa, finchè non incrociò la figura di Yoku... e la sua espressione quasi di sofferenza mutò radicalmente, trasformandosi in uno sguardo di puro odio e furore.


    Odio. Nient'altro che odio e rabbia. Lo odiava ed attorno a lui non c'era che la faccia di quell'uomo.
    Tutta la collera che aveva cercato di trattenere la prima volta che se lo trovò davanti, fuoriuscì tutta d'un colpo verso l'uomo che gli suscitava quella rabbia incontrollabile. Non fu in grado di elaborare molti pensieri, le uniche immagini che gli apparvero in mente al solo guardarlo furono quelle della sua solitudine e sofferenza che aveva patito in quegli anni, ed il responsabile era solo lui, nient'altri che lui.
    La sua sola presenza gli ispirava ira e violenza come non le aveva mai provate, e le avrebbe sfogate su di lui.
    In un attimo fu in piedi, cominciando a correre senza controllo, quasi impossibilitato a farlo sulle sole gambe ed aiutandosi con le mani come un animale, sospinto da quell'immenso chakra che gli donava una nuova forzaControllo demoniaco For: +1 (375) Vel: +1 (450) Rifl: - 1 ( 400)
    Vincoli attivi Non può utilizzare tecniche ad eccezione delle tecniche derivate; non può essere furtivo; non può collaborare con terzi; non può fare ragionamenti complessi.
    , una forza incontenibile che se solo avesse avuto il controllo delle sue emozioni lo avrebbe spaventato.
    In men che non si dica, avrebbe raggiunto il già ferito Yoku, estraendo rapidamente un suo kunai impugnato con la lama rivolta verso l'interno, ignorando tutti gli altri presenti ed aggredendolo balzandogli addosso, cercando di piantargli il pugnale nella carotide e continuando a pugnalarlo più e più volte se nessuno l'avesse fermato, dando così sfogo a tutta la sua furia incurante del sangue schizzato fuori dal corpo dell'avversario e di cui sarebbe stato ricoperto.
    In quei momenti la personalità di Ryuu fu quasi totalmente azzerata, incapace di controllarsi ed essendo consapevole solo di una cosa: Yoku doveva morire.
    Se il Mizukage o Yogan avessero tentato di fermarlo con la forza, si sarebbe voltato immediatamente verso chi lo avesse bloccato, cerando di colpirlo più volte con la lama del kunai allo stesso modo di Yoku, nel tentativo di uccidere chiunque si fosse messo di mezzo, non distinguendo alleati nei loro volti ed avendo solo il desiderio di distruggere.
    Se avessero provato a bloccargli il braccio destro (nella cui mano stringeva l'arma) avrebbe reagito d'istinto, tentando di colpire al volto con il pugno mancino con tutta la violenza che aveva in corpo pur di liberarsi.
    Non aveva idea di cosa stesse realmente accadendo, ma inconsapevolmente avrebbe continuato a reagire come una bestia infuriata, mentre il Sanbi si gustava la scena dalle sbarre della sua prigione, facendo rimbombare nella testa del ragazzo la sua fredda e crudele risata.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    La Vendetta dell'Avarizia

    XII



    Aveva ottenuto il potere del demone. E con esso, tutto ciò che ne conseguiva: una terribile furia incontrollabile che com'era normale si sarebbe sfogata sull'uomo che più di tutti Ryuu voleva morto. Il ragazzino aveva detto di non volersi vendicare di lui, di volerlo solo conoscere, ma quanto vere e sincere erano quelle parole quando erano messe alla prova da un insostenibile potere rabbioso? Il Bijuu stava guidando i pensieri di Ryuu verso la follia e ciò non potevo permettere che accadesse.
    Il ragazzino tirò fuori un kunai dopo essere scattato rapidamente verso Yoku il quale, esperto com'era, non si lasciò intimidire. Era forse forte, ma era ancora un principiante! Ma Ryuu si trovò davanti un ostacolo ben peggiore di Yoku Akita davanti: me. Con tutta la rapidità che possedevo intercettai il ragazzo, il quale, incapace di riconoscermi come amico decise di rivolgere la sua lama verso di me. Era ovvio che quell'attacco avrebbe avuto poca fortuna: il mio braccio destro scattò a bloccarne il polso, stringendolo per impedirgli di muoversi. Però lui non aveva finito: con la mancina cercò di colpirmi in viso con un pugno, che schivai arretrando le spalle quanto bastava per far andare l'altro attacco a vuoto. Afferrai con l'altra mano libera quel pugno voltante e bloccato il ragazzo lo spinsi a terra in una presa dalla quale non si sarebbe potuto liberare.
    Rompicazzo come i suoi genitori, disse Yoku con uno strano brillio negli occhi. Sollevai lo sguardo verso di lui, facendo un rapido cenno a Yogan. Come fai a sapere dei suoi genitori?
    Credi che non sappia chi sia?, disse mentre Yogan scattava - Garyuka in mano - per trafiggerlo. Ma l'uomo schivò il rapido attacco venendo solo ferito ad un braccio, ma con la destra toccò l'evocazione che scomparve in una nuvola di fumo.
    Forse è il massimo che posso fare per ora... mi hai rovinato i piani, Mizukage, disse con diprezzo, guardandomi dall'alto verso il basso seppur ferito. Non potevo usare le mani, non potevo lasciare che Ryuu fosse liberato. Felice di averlo fatto, Akira, dissi digrignando i denti, mentre Ryuu continuava ad agitarsi sotto la mia presa. Sta calmo Ryuu! Ritrova te stesso!, gli urlai mentre Yoku arretrava silenziosamente.
    Tornerò per il Sanbi, Mizukage, annunciò Non potrai proteggere quel ragazzo per sempre cercò qualcosa nella sacca porta oggetti e sollevata la mano a pugno al di sopra della sua testa fece schiantare il contenuto verso il basso. Un fitto fumo irritante si spanse nella stanza, e quando poco dopo scomparve di Yoku Akira non c'era alcuna traccia.


    Ryuu, una volta acquisita di nuovo la calma, si sarebbe accorto di essere esausto. Takuma non c'era più, Sojobo - evocato poco prima - aveva preso il corpo debole (ma ancora vivo) del vecchio Jinchuuriki e l'aveva riportato al Villaggio per affidarlo alle cura di Meika.
    Rimanevamo solo noi due in quella stanza. Stai bene? Deve essere stata dura, dissi con tono comprensivo al ragazzino.
    Non preoccuparti troppo però, cerca di non viverla come una maledizione, altrimenti sarà solo peggio per te, misi una mano sulla sua spalla per alcuni secondi, poi la ritirai.
    Intendi tenerlo segreto alla tua famiglia?, domandai. Se la risposta fosse stata "sì" non avrei commentato o fatto gesti strani. In parte lo capisco, ma non serve a molto. Isolarti da coloro aumenterà solo le tue sofferenze. Non temere i giudizi della gente, Ryuu, sopratutto di coloro che ami, ti accetteranno comunque, dopotutto Ayame l'aveva fatto. Non aveva battuto ciglio quando aveva scoperto cosa fossi e classificato l'informazione come "assolutamente interessante ma superflua". Torniamo a Kiri.. Ah, per quanto riguarda Yoku Akita, è fuggito. Lo cercheremo e lo troveremo: non metterà mai più le mani su un Bijuu, poco ma sicuro, mi rialzai attendendo il mio allievo.


    Da lì in poi tutto sarebbe stato difficile e differente. Convivere col Sanbi non sarebbe stato facile, ma la sua vita sarebbe potuta proseguire senza alcun problema esattamente come l'aveva programmata o come l'aveva sognata. E se qualche pericolo si fosse affacciato all'orizzonte avrebbe potuto far conto su un incredibile alleato... anche se lo stesso ancora non si sarebbe definito tale per molto, molto tempo ancora.


    Fine! Ottieni il Livello I
     
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    La vendetta dell'Avarizia

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    L'attacco di Ryuu non andò come previsto, venendo immediatamente intercettato e bloccato dal Mizukage, al quale cercò in tutti i modi di sottrarsi senza successo, ma se avesse avuto un briciolo di coscienza avrebbe capito che era molto meglio così. Non ci volle poco per far esaurire la sua furia animalesca, ma alla fine il chakra preso in prestito dal demone si esaurì, lasciandolo affannato e senza quasi più forze, mentre riacquistava lentamente il senno ed i suoi occhi spenti tornavano normali.
    In un primo momento non capì perchè si trovasse in quella situazione, stremato e con il Mizukage che gli teneva i polsi bloccati a terra, avendo solo dei frammenti confusi di ricordi da quando toccò le sbarre del bijuu nel suo mondo interiore. Pian piano, però, cominciò a comprendere. Yoku e Takuma non c'erano più, quindi doveva essere passato del tempo da quando era uscito dal suo mondo interiore, e a giudicare dal suo kunai stretto in mano ed alla sua stanchezza non restavano che poche opzioni.
    Stai bene? Deve essere stata dura. Disse il Mizukage una volta che ebbe mollato la sua presa, lasciandolo libero.

    Era successo proprio come ne aveva sentito parlare, cosa che non avrebbe mai voluto che accadesse, ovvero aveva perso il controllo scatenando la furia del demone, non c'erano dubbi. Era stato corrotto dal chakra del demone contro la sua volontà e probabilmente doveva essere stato completamente senza controllo, ma non aveva voglia di saperlo, quello che aveva visto al suo "risveglio" gli era bastato per immaginarsi cosa avesse combinato.
    Come era prevedibile, il bijuu aveva già cominciato a controllarlo con la forza, facendolo finire nei guai. Rimase a terra con lo sguardo rivolto verso il basso, inginocchiato e con la fronte che quasi che sfiorava il pavimento, per poi alzare il busto per scoprirsi la pancia dalla maglietta ed osservare quel sigillo nero sbiadire lentamente e cancellarsi dalla sua pelle. Era quello il sigillo che gli era rimasto impresso quando toccò il corpo di Takuma e che gli aveva causato tanto dolore, il simbolo che racchiudeva il demone dentro il suo corpo e che li avrebbe legati per la vita. Legato ad un mostro che avrebbe potuto prendere il controllo della sua mente in qualsiasi momento, da lì fino alla sua morte.

    Il Mizukage comprendeva il suo stato d'animo, cercando di consolarlo posandogli una mano sulla spalla, mentre aveva ormai tirato giù la maglietta e si era seduto in una posizione più comoda, fissando il vuoto, silenzioso come una tomba.
    Non preoccuparti troppo però, cerca di non viverla come una maledizione, altrimenti sarà solo peggio per te.
    Forse aveva ragione lui, non avrebbe dovuto abbattersi, ma non poteva fare certo finta di niente ed andare avanti come nulla fosse. Un cambiamento c'era stato ed era inutile negarlo. Forse avrebbe potuto continuare la sua vita come prima, ma qualcosa di diverso c'era ed avrebbe per sempre fatto parte di lui. Doveva solo trovare il modo di accettarlo, anche se al momento non sembrava per niente facile.
    Il suo maestro, tuttavia era lì per stargli vicino e cercare proprio di tirarlo su moralmente, ma alla domanda che gli pose sulle sue intenzioni di tenerlo nascosto ai nonni, non seppe cosa rispondere. Rimase in silenzio per molti istanti. Era confuso, cosa avrebbe dovuto fare? Dirlo apertamente come se nulla fosse? E se si fossero spaventati? Certo, anche lui era spaventato, perchè non avrebbero dovuto esserlo loro, forse avrebbero avuto anche paura di lui.
    Non lo so... Forse... Forse si... Disse lentamente, sospirando Non lo so.
    In parte lo capisco, ma non serve a molto. Isolarti da coloro aumenterà solo le tue sofferenze. Non temere i giudizi della gente, Ryuu, sopratutto di coloro che ami, ti accetteranno comunque.
    Per quanto fosse con la testa quasi tra le nuvole, quelle parole le ascoltò, parole che in qualche modo riuscirono a smuoverlo nel profondo. Doveva ascoltare i suoi consigli, era pur sempre un jinchuuriki da molto tempo prima di lui e aveva sicuramente accumulato tanta esperienza in merito. Anche se in quel momento si trovava in una fase di rifiuto, non poteva fare a meno di ascoltare i consigli del suo kage. Lo aveva sempre visto come un modello da seguire ed ora che si ritrovava con una cosa così grande in comune con lui, non poteva non starlo a sentire se cercava di spiegargli qualcosa. In qualche modo quelle poche frasi riuscirono a mettere un po' d'ordine tra i suoi pensieri, anche se non poteva certo dire di aver accettato volentieri la situazione, anzi era ancora piuttosto scosso ed abbattuto, restando a fissare il vuoto mentre il suo maestro lo avvertì che Yoku era scappato.
    Quella notizia non fece altro che aggiungergli una dose d'ansia addosso oltre che il rancore che provava già nei suoi confronti e che si era ampliato sapendo che il responsabile della morte dei suoi genitori vagava ancora libero. Tuttavia non era il momento di preoccuparsi di quella faccenda, ma quello di tornare finalmente al villaggio per dichiarare chiusa quella serata piena di emozioni e tragici eventi. Era successo tutto così in fretta che il genin si sentiva ancora piuttosto sconvolto dalla gran quantità di eventi che aveva vissuto, consapevole che avrebbe dovuto farci l'abitudine, volente o nolente.
    Quando vide il suo sensei alzarsi per prendere la strada di casa, rimase per qualche istante immobile, abbattuto sia mentalmente che fisicamente e facendo infine un grande sforzo per tirarsi su e convincersi che era arrivato il momento di andare via, seguendo lentamente il suo maestro che aveva aspettato che si fosse alzato prima di prendere il cammino per Kiri.

    [...]


    Arrivato ormai a casa dopo essersi separato dal Mizukage, il suo umore non era migliorato granchè, ed i nonni, che erano rimasti svegli e in ansia ad attendere il suo ritorno, dopo avergli dato un caloroso ed apprensivo saluto non poterono non notare che c'era qualcosa che non andasse in lui.


    Il suo quasi totale silenzio e il suo animo abbattuto mostravano fin troppo esplicitamente che fosse successo qualcosa di brutto, e non poteva trattarsi solo del ritrovamento di Yoku Akita, come li informò.
    Poche e rare volte lo avevano visto con il morale così a terra. Con le loro conoscenze ninja, le due nonne avrebbero potuto facilmente estrapolargli le informazioni che custodiva tanto gelosamente, ma non sarebbe stato giusto. Non se la sentirono di violare i suoi pensieri, anche vedendolo soffrire in quel modo. Se mai avesse trovato il coraggio di parlarne con loro, sarebbero stati felici di ascoltarlo, come gli dissero prima che il ragazzo andasse a chiudersi nella sua stanza, buttandosi sul letto e restando a fissare il vuoto per lunghi minuti che molto lentamente diventarono ore.
    Lui di sopra e i suoi nonni in cucina, non riuscendo neanche loro a dormire per la preoccupazione, ma essendo almeno felici che il loro amato nipote fosse sano e salvo. Ciononostante qualcosa non andava.
    Fu una notte molto difficile e lunga per tutti, in quella casa, e solo alle prime luci dell'alba, il giovane genin trovò la forza di scendere le scale e raggiungere i nonni al piano di sotto, che ancora sedevano in cucina discutendo sul da farsi e su cosa avesse vissuto Ryuu in quelle poche ore lontano da casa.
    Fu il giovane a parlare per primo. Ci mise un grande coraggio per farsi forza, rivelando in poche e semplici frasi ai suoi nonni cosa fosse realmente accaduto quella stessa notte e fermandosi dicendo Sono il nuovo jinchuuriki del Sanbi... quasi con un nodo in gola e sfiorandosi l'addome con le dita. I suoi occhi si staccarono da quelli dei suoi nonni, prendendo a guardare verso il basso, per non vedere le reazioni di shock che ebbero i tre non appena sentirono pronunciare quella frase.
    Certo, non si sarebbero mai potuti aspettare una cosa del genere, che quella serata potesse portare a simili conseguenze, ma dopo i primi istanti passati ad elaborare la notizia, non ci pensarono due volte ad andare in contro al loro unico nipote e stringerlo con un forte e lungo abbraccio. Abbraccio che liberò qualche lacrima che Ryuu aveva trattenuto fino a quel momento, come anche da parte dei tre anziani, che finalmente compresero il grande peso che il ragazzo stava portando dentro e che avrebbe portato per il resto della sua vita. Tuttavia, da quel punto poterono aprire delle lunghe conversazioni su quello che sarebbe potuto succedere, consolandolo nel dirgli che in fondo non era la fine del mondo, similmente a quanto disse il Mizukage.
    Essere un jinchuuriki avrebbe forse portato dei cambiamenti nella sua vita, ma se l'avesse vissuto come un dramma non si sarebbe mai potuto riprendere. In qualche modo avrebbe dovuto farsi forza ed andare avanti, e con il loro sostegno, che non sarebbe mai mancato, e quello dei suoi amici, avrebbe potuto proseguire senza problemi il suo cammino.

    [...]


    Nei giorni seguenti, andò riprendendosi da quello scossone che aveva avuto quando quel bijuu era piombato improvvisamente nella sua vita, svolgendo le sue giornate come le aveva trascorse fino ad allora, anche se c'era sempre il pensiero costante della presenza del demone dentro di lui, cercando di ignorarlo il più possibile, ed i suoi amici si accorsero dal suo comportamento a volte spento che qualcosa era cambiato, ma ci sarebbe voluto molto tempo per far partecipi anche loro di quel segreto.
     
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