[Contest] [Gioco] La Veggente e l'Uomo Millenario

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  1. Yato Senju
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    Nemmeno dieci giorni dopo la mia promozione, dopo una seduta particolarmente intensa al campo di addestramento nove, vicino al fiume, mi ritrovai davanti un tizio coi capelli sale e pepe che onestamente non ricordavo di aver mai visto in precedenza...e cercava me. Si, sono Yato Senju. E tu chi sei? Ma non disse nulla, limitandosi a consegnarmi una lettera. Nessuna risposta...possibile che lo avesse mandato dal mio Sensei? O magari era opera dell'organizzazione e si trattava di un elemento della Missione? Non potevo negare di essere teso quando aprii la lettera, al riparo da occhi indiscreti nel folto del sottobosco...solo per trovarmi di fronte a quella che poteva essere una trappola almeno quanto poteva essere una grande opportunità. Sette giorni...non ho ancora finito di perfezionare le nuove tecniche ma forse posso farlo durante il viaggio...e fra tre settimane dovrò anche incontrarmi col Sensei.

    Ero combattuto. Affrontare una missione non Accademica era un rischio e non poteva aiutarmi nella mia carriera...non mi avrebbe portato vicino al Bersaglio, almeno burocraticamente. Ma poteva darmi esperienze preziose, esperienze che potevano rendermi più forte. Ne parlai coi miei genitori, come sempre per qualunque mia scelta, e rimasi stupito nel vedere che mi stavano lasciando carta bianca. Era una sensazione strana essere libero di decidere, una volta tanto...non che mi pesasse avere continui controlli, dopotutto erano essenziali per la Missione, ma ogni tanto un pò di libertà non poteva far male. In questo caso andrò. Annunciai, forse troppo entusiasta, ma l'idea di parlare con una veggente era in qualche modo intrigante: avevo sentito delle voci al riguardo e forse poteva darmi qualche suggerimento utile per abbattere il Bersaglio, se la avessi servita bene. O almeno lo speravo.

    Il viaggio fu rapido e privo di ostacoli, e per circa metà del tragitto c'era una strada pubblica molto comoda e servita da diversi servizi di carrozze, che rese il tutto più comodo ed efficiente, permettendomi di affinare le capacità che avevo iniziato a sfruttare di recente. Finalmente in albergo, inizialmente rimasi piacevolmente sorpreso dall'eleganza del posto, ben altro genere rispetto alle stamberghe che mi era capitato di abitare durante le missioni svolte come studente. L'alba era un pò fredda e come sempre indossavo una semplice tuta da ginnastica, comoda per il combattimento, con il coprifronte al collo a mò di sciarpa leggera, portato con l'orgoglio di chi è Genin da meno di un mese e lucida ogni tre ore la placchetta metallica. L'ora era giusta, e non ci volle più di qualche secondo prima di individuare la bambina che era il mio contatto.

    Mi avvicinai.




    Yato Senju. Ho ricevuto una lettera che mi diceva di cercarti. Incrociai le braccia, in attesa. Di cosa si tratta? La wakizashi nuova di zecca, che mia madre mi aveva insegnato ad utilizzare sin dal mio ritorno dall'Isola delle Fenici, pendeva alle mie spalle legata da un filo sottile, mentre il tanto era in orizzontale dietro la cintura, dove era sempre stato. Ero un ninja. Un genin. Ed ero pronto a tutto.
     
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