Il furto dei veleni

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    Il furto dei veleni



    Riuscii nel mio intento, bloccai la fuga del ladro: ma con un spiacevole epilogo, visto che il sacco volò in alto, oltre la portata sia di me che del mio nemico; Cazzo, avevo fatto un bel casino e stavo per pagarne le conseguenze, visto che dentro a quella sacca c'erano una quantità considerevole di ampolline di vetro e si sarebbero rotte quasi al cento per cento.
    Volevo urlare contro me stesso visto che l'unica cosa che non dovevo fare era appunto distruggere i veleni di Meika, ed ero stato una delle cause della rottura: anche se, ero sempre più preoccupato ed allarmato dal fatto che non si fosse ancora mostrata; Cosa cavolo stava succedendo? Doveva essere un guardiano delle mura, dove diavolo era finita?
    Sbottai alla sentenza del ladro, mentre sentivo i vetri andare in frantumi, vidi il sacco rompersi e bagnarsi. Cioè hai pure il coraggio di lamentarti? Hai attaccato tu per primo non io, cosa ti aspettavi che succedesse? Che ti avessi fatto uscire da qui senza combattere? Ho sprecato fin troppo fiato con te, quindi son quasi contento del risultato: ora riporta a chi ti tiene sotto scacco un bel niente e poi torna alla tua miserevole vita! Irato per quella situazione, avevo i bollori dentro le vene, lo avrei sbranato se avessi avuto degli artigli e dei denti abbastanza affilati.

    Boccette rotte, nube che avanza e si aspande in tutta a stanza, impossibile da schivare visto quando si propagava: non sapevo cosa mi sarebbe successo, ma di sicuro non era nulla di buono; Presi una boccata fugace d'aria prima che tutta la stanza diventasse inrespirabile.
    Di certo tutto ciò mi aveva tappato la bocca definitivamente, anche se non sapevo quanto potevo resistere in quelle condizioni.
    Il ragazzetto provò a divincolarsi e spostarsi un poco da me, quasi a voler scappare, ma una voce fuori campo lo bloccò sul posto, quasi quanto me: chi cavolo c'era ora dentro quel magazzino? Speravo la cavalleria, a salvarmi, non volevo morire asciffiato dentro quel postaccio.
    Dovemmo aspettare qualche secondo prima di vedere chi fosse, anche se dalla faccia e dalle parole non poteva essere quello che speravo, ma qualcuno che conosceva il ladruncolo: ok, stavolta ero nei guai seri; Era ovvio che fosse il mandante di quella operazione o forse un sicario di qualche tipo e che fosse venuto a vedere o prendere la refurtiva direttamente nel covo del bambino.
    Mi guardai affannosamente intorno, cercando di vedere qualcuno di familiare, magari proprio Meika, ma non vi era nessuno, solo l'oscurità che mi aveva coperto qualche momento prima: quanto bisognava essere sfigati? Io me ne stavo facendo i miei affari e guarda in che cosa mi ero cacciato, tutto perchè i guadiani della Nebbia si facevano fregare da dei bambini.

    Avevo poco da lamentarmi e piangermi addosso, visto che dovevo salvare la pelle.
    Compose, il biondino, dei sigilli in maniera precisa e veloce per poi ritrovarsi le mani elettrificate, tanto da creare dei fulmini verso la mia direzione; Ero praticamente vicino al ladruncolo, che era praticamente accasciato a terra e a malapena si teneva in piedi, e sinceramente anche se ero irato verso la sua persona, compresi che si trovasse in una condizione molto più pessime delle mie e non mi sentivo di portarlo giù con me o di avvantaggiarmi della cosa.
    Schivai quindi lateralmente il primo fulmine, spostandomiRiflessi 100 (+1/2 Basso) = 150 a sinistra rispetto al ladruncolo, così da tenerlo lontano dall'azione; Il problema venne quando anche un secondo fulmine mi raggiunse in contropiede: non potevo far nulla che resistere a quel colpo, facendomi colpire in pieno, difendendomiResistenza 100 (+1/2 Basso) = 150

    Ferita Leggera divisa tra arti superiori
    incrociando le mani davanti al mio volto.
    Quantomeno c'era una nota positiva in tutto ciò: ero abbastanza vicino al piccoletto, che era sul serio terrificato e bloccato a terra, da poterlo difendere.
    Mi avrebbero dovuto far santo subito se ne fossi uscito salvo, sano non di sicuro.
    Pensai agli insegnamenti di mia madre, Onori, che mi aveva sempre ripetuto che aiutare il prossimo era il primo passo per un mondo migliore, che era inutile combattere se si poteva parlare e risolvere tutto senza che il sangue dovesse scorrere per forza; Maledizione, la mamma ha sempre ragione.
    Scattai rapido verso la posizioneVelocità 100
    Slot Gratuito

    Visto la schivata precedente, sono ababstanza vicino da spostarmi solo di lato e potermi portare tra il ladruncolo e il biondo
    del ladruncolo, difendendolo con tutto ciò che avevo: il mio stesso corpo.
    Ma la mia testa non aveva smesso di funzionare e i miei occhi ancora ci vedevano abbastanza bene per capire cosa dovevo fare per avere una chance; Di certo il "biondo" era rapido, quindi l'unica cosa che potevo fare era vincerlo sacrifiancomi.
    Mentre il suo fendente scendeva verso di me, il mio braccio si preparava a colpire con tutta la forza che avevo in corpo: la sua lama toccava la mia carneResistenza 100 (+1 Bassissimo) = 125

    Ferita MedioLeggera + Mezzo Leggera busto
    , mentre il mio pugno con tekkenSlot Azione I - S&M

    Forza 100 (+1/2 Basso) = 150
    Velocità 100 (+ Basso) = 175

    Potenza 18

    Braccio destro semiparalizzato per 2 Round per OverCap
    era prossima al volto del mio nemico, mirando ad infrangersi con prepotenza contro il suo respiratore: se non glielo avessi fatto ingoiare, magari con qualche dente, sicuramente speravo di danneggiarlo abbastanza da permetteere al veleno di agire su di lui e incapacitarlo; Era un azzardo, certo, ma non avevo tante altre opzioni, era visibilmente più preparato e forte di me, non avevo tante chance.
    Ero già stato ferito nello scontro precedente con il bambinetto, ed ora, avevo dovuto subire altrettanto: putroppo il problema degli shinobi non è mai "quanto puoi incassare prima di andare a terra", ma "quanto grande è la tua riserva di chakra?".
    Beh, la mia era appena finita.
    Con quell'ultimo sforzo, speravo di cogliere impreparati i riflessi del mio nemico, così che potesse venir colpito da quel colpo, unico colpo, e quindi cadere nel nostro stesso obblio; Sentì di colpo le gambe diventare molli come fatte di panna, la mia vista si faceva annebbiata, non avevo altro da fare che un ultimo tentativo prima di lasciarmi cadere oltre il biondo, seguendo il pugno che avevo scagliato contro di lui.

    MEIKAAAAAAA!!!!!!!!!!!!


    Ultimo grido, il lamento del leone morente, prima di cadere a terra con un tonfo: non mi fregava del veleno, ero sicuro che sarebbe stato il mio ultimo problema; Almeno avevo fatto il mio dovere da shinobi, la Nebbia sicuramente mi avrebbe dimenticato, magari mamma Onori no, ma io ero felice di averci provato; Salvatemi, qualcuno mi salvi, Meika aiuto.





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    Il Furto dei Veleni

    IX


    Il ragazzo biondo non si curò che Takeshi resistette alquanto bene al suo fulmine, voglioso di uccidere il piccolo insubordinato che non era stato capace di portargli la refurtiva. Prima che potesse rendersene conto, però, lo studente si frappose tra la spada ed il suo obbiettivo, colpendo così lui al posto del ragazzino steso a terra, ma sebbene non è che gli fosse dispiaciuto togliere di mezzo quel fastidioso omuncolo, il colpo che ne seguì lo prese decisamente alla sprovvista.
    L'accademico si era lasciato colpire di proposito per poter tentare un azzardo e cogliere di sorpresa il suo avversario con un violento pugno diretto al suo respiratore, riuscendo a danneggiarlo gravemente, rompendolo. Il piccolo ladro guardò inerme la scena del suo ex avversario salvargli la vita e finendo col ferire il suo capo, che indietreggiò di un paio di passi per la violenza del colpo subito. Infuriato, il nemico dell'accademico, approfittò della debolezza del suo avversario, che stava cadendo in avanti privo di forze, per sferrargli un altro rapido fendente diretto al collo, ma il colpo non andò a segno.

    Ryuu, dopo aver sistemato Meika accanto ad una delle finestre del piano superiore, tornò rapidamente verso le scale per tornare a tenere d'occhio la situazione e sperando che non fosse troppo tardi per i ragazzi, solo per accorgersi che il ragazzo appena arrivato aveva sguainato una spada, colpendo uno dei due giovani. Per quanto il piccoletto fosse stato coraggioso a rispondere prontamente all'attacco, sferrando un veloce pugno al volto del suo avversario, il genin non poté di certo starsene immobile, data la pericolosità dell'avversario, scattando fulmineamente verso la loro posizione e trattenendo il fiato per non respirare il gas velenoso.
    In un baleno fu sul duo nel momento in cui il ragazzino levò il suo ultimo grido, afferrando il corpo inerme del giovane studente, stringendolo a sé con il braccio sinistro per bloccare la sua caduta, ed assestando un violento gancio destro al volto del suo avversario, che a malapena si accorse del pericolo e venne sbalzato un paio di metri più lontano.
    Con il respiratore rotto, avrebbe presto perso i sensi, mentre il genin prese di peso il corpo incosciente del ragazzino, mettendoselo su una spalla e dirigendosi nuovamente verso il piano superiore, prese anche l'altro piccoletto sollevandolo con l'altra mano. Per fortuna era ancora cosciente ed entrambi pesavano poco, così poté facilmente restare aggrappato alle spalle di Ryuu, mentre questi raccolse anche Meika per portare tutto il gruppetto fuori di lì prima di essere raggiunti dal veleno.

    Takeshi si sarebbe risvegliato diverse ore dopo su un letto dell'ospedale del villaggio, con le sue ferite fasciate e medicate, e sua madre al suo fianco, che era stata avvisata dai medici dell'ospedale e che una volta arrivata, Ryuu le spiegò come si erano svolti i fatti. Il Mizukiyo non le aveva detto il suo nome, andandosene poco dopo averle illustrato la situazione ed aver lodato il coraggio di suo figlio.
    Era ormai mattina e Meika aveva già lasciato l'ospedale quando Takeshi riprese i sensi, ma accanto al suo letto avrebbe potuto notare il piccolo ladruncolo che gli aveva fatto passare tanti guai, che stava decisamente messo meglio di lui. Quest'ultimo avrebbe avuto uno sguardo un po' imbarazzato, trovandosi con la stessa persona che aveva cercato di uccidere, ma che allo stesso tempo gli aveva salvato la vita, quindi anche se lo studente non gli avesse rivolto la parola, ad un certo punto glie l'avrebbe rivolta lui.
    Grazie per quello che hai fatto. E scusami. Disse con tono sommesso. Sarebbero state le sue prime parole anche se gli avesse posto per primo una domanda.
    Se poi il Nishimura gli avesse chiesto cosa fosse successo quando perse i sensi, gli avrebbe senza problemi raccontato la vicenda e dicendogli anche che quel ragazzo biondo era stato trovato svenuto in quel magazzino e poi catturato, e la stessa cosa avrebbe fatto se gli fosse stato chiesto il suo nome o perchè fosse stato immischiato in quella faccenda.
    Il giovane si chiamava Eisuke Kimura ed era stato costretto a compiere vari furti per conto di quel criminale che volle sfruttare la sua abilità nel sapersi muovere furtivamente, venendo ricattato con il rapimento di sua madre e con la minaccia di ucciderla se non avesse svolto gli ordini che gli venivano imposti.
    Dopo un po' di tempo dal risveglio dello studente, arrivò di corsa nella stanza una donna dai corti capelli neri e con i vestiti completamente rovinati, che andò immediatamente ad abbracciare il giovane Eisuke non appena lo vide sul letto.
    Mamma!
    Takeshi avrebbe potuto vedere per la prima volta un sorriso sul volto del ragazzino, insieme alle lacrime di gioia di madre e figlio che si erano finalmente ritrovati. Dopo la cattura di quel criminale (che rispose al nome di Jiro Okamoto, un esponente della malavita di un villaggio vicino), infatti, i ninja erano riusciti a farlo parlare, facendogli confessare molti dei suoi crimini, tra cui il luogo dov'era rinchiusa la madre di Eisuke, che venne liberata poco dopo. Dopo essere venuta a conoscenza dei fatti, anche questa ringraziò lo studente per quello che aver aiutato suo figlio, scusandosi anche per lui per i problemi che il ragazzino gli aveva causato.
    Takeshi sarebbe dovuto rimanere in ospedale per almeno un altro giorno, mentre Eisuke poté lasciare quel luogo già da quel pomeriggio, tornandosene a casa felicemente insieme a sua madre.
     
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  3. The_Drake
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    Il furto dei veleni



    Avevo vinto? Non lo sapevo; Avevo perso? Neppure.
    Mi trovavo in un limbo incui vedevo il mondo ovattato, offuscato dalla mia vista e dal mio corpo troppo stanco per funzionare come doveva: di certo mi ero arreso, perchè sapevo che non avrei più potuto fare nulla per salvarmi e salvare il ragazzetto.
    Di certo, sentii il respiratore rompersi contro la forza del mio ultimo colpo, quindi una speranza c'era, ma quante probabilità c'erano che quello che avevo fatto avrebbe funzionato secondo i piani? Nessuno ed è questo che odiavo, ma non potevo farci nulla; Nelle mie condizioni attuali ero solo un bambino, mi avrebbe potuto piacchiare qualsiasi persona abile e non comune: ero comune, solo un lattante Accademico, era questa la verità.
    Forza ladruncolo, combatti al posto mio, ti ho dato una chance; Ma sapevo che vista la faccia spaventata era impossibile che avesse reagito, si sarebbe fatto colpire, si sarebbe fatto uccidere: tutta quella fatica per nulla.
    Mamma, scusami se ho fallito seguendo ciò che mi avevi insegnato, ciò che credevo, ma la mia avventura era finita e io non avrei potuto fare altro.

    Ma qualcosa accadde, anche se ero troppo debole per comprenderlo e non sentivo ancora il mio viso impattare al suolo, imbrattandolo di sangue; Stavo volando? No, qualcuno mi stava sorreggendo, qualcosa mi stava salvando.
    Forse la speranza, non era ancora morta.
    Vidi solo il biondo volare di lato, non riuscii a far nulla, neanche ad osservare di sfuggita la persona che mi stava tenendo sù: gli occhi iniziarono a chiudersi lentamente, era come vedere una scena di teatro a rallentatore, mentre il sipario lentamente si chiudeva, accultando lo spettacolo.
    Io volevo sapere, io volevo conoscere cosa stava succedendo.
    Invece mi ritrovai catapultato in una zona di ombre, suoni, mi sentivo sballottato ovunque, non ruscivo a muovere neanche un dito delle mani, era come se qualcosa stesse giocando con il mio corpo ed io fossi un bambolotto alla sua merce: però non sentivo dolore, che fosse il veleno? Non lo sapevo, però ancora non ero morto, o forse si? Che fosse quello il travaglio delle persone prima di passare a miglior vita? Aiuto.
    Non volevo morire, non ero ancora pronto, non lo avevo ancora detto a mamma!

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    Mi svegliai finalmente da quell'incubo e vidi un agenlo davanti a me, che mi sorrideva: ok, i miei dubbi erano veritieri, ero morto. Caro, buongiorno! Mi disse: cavolo ma quella è la voce di mia madre, che ci fà qui? Hai nulla da raccontarmi? Disse, continuando a sorridermi.
    Io non sapevo dov'ero, inizia a guardarmi attorno e vidi che ero in ospedale o almeno in una sorta di clinica: ero fasciato, avevo cerotti dove avevo perso sangue ed altre zone tagliate ero stato rincollato per bene; Indolenzito e confuso. Ciao mamma...mi sei mancante... Dissi, scoppiando a piangere com un bambino, ma tanto ero un bambino: il sapere di aver rischiato di perdere tutto, mi aveva angosciato fino a quel momento e sapere che fossi vivo era la gioia più grande; Quindi qualcuno mi aveva salvato sul serio.
    Mia madre mi strette forte a se, accarezzandomi la testa e calmandomi: ero abbattuto, stanco ed impaurito, ma nelle sue braccia tutto andava bene; Da lì a poco inizia a fargli un riassunto della vicenda, raccontandogli tutto, per filo e per segno, cercando di abbondare con i dettagli così da farle capire che cosa avevo passato in quel momento e in quelle ore.
    Poi una voce mi interruppe, era familiare: il ladruncolo era nel lettino con me, anche lui raggiunto da sua madre, anche lui in salvo. Avevo vinto? Seriamente avevo vinto? Cioè io, Takeshi Nishimura, Accademico, studente, poppante, ero riuscito a vincere? Certo con qualche aiuto, ma alla fine era importante il risultato. Mamma, ti prego, dimmi che ti hanno detto chi è stato a portarmi qui: a quella persona devo la vita! E' stata per caso Meika-san? Dissi, quasi balzando sopra il lettino. Piano piano piano, calmati un attimo: devo anche io la tua vita a quella persona, ma non penso sia questa Meika che tu vai dicendo...nessuno qui sà chi fosse, era una ragazzo dai capelli corvini hanno detto. Disse, aumentando così in me la mia curiosità. Non cè tempo da perdere... Dissi, cercando di rialzarmi, anche se il dolore poco dopo si fece sentire bloccandomi nel tentativo. La mia missione non è ancora finita...devo avvisare e scusarmi con Meika-san che gli ho, purtroppo, rovinato i veleni. E sopratutto devo cercare la persona che mi ha salvato! Dissi, convinto: dovevo rimanere li per ancora qualche periodo, ma quella sarebbe stata la mia missione, ricercare la persona che mi aveva salvato per farmi insegnare ad essere forte; Un ninja che non mi aveva fatto morire, meritava un enorme favore da parte mia e lo avrei ripagato come meglio avrei potuto.
     
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