True Powwah

Hoshi & Shizuka

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    Niente da fare. Il rosso non era riuscito a resistere alla tentazione di seguire la principessa di Konoha Shizuka Kobayashi fino a casa. La presentazione del nuovo dojo di Ata-boy era finita da un po’ e dopo aver festeggiato a dovere il rosso era stato invitato da Razien ed Itai a bere qualcosa in privato assieme alla splendida principessa. Il gruppetto si era salutato ripromettendosi di ritrovarsi qualche ora più tardi nel luogo prestabilito dall’Hokage così il rosso aveva deciso di sfruttare quel tempo libero per indagare sulla bella fogliosa.


    Sfruttando le sue abilità ninja l’aveva seguita fino a casa senza dare nell’occhio osservando ogni sua movenza. L’aveva seguita tra le strade di Konoha, saltando di tetto in tetto fino a giungere fuori dalle mura della sua residenza. Li senza paura aveva dato una sbirciata oltre alle mura ritrovandosi poco dopo nel giardino, per poi ritrovarsi misteriosamente alla ricerca della sua stanza personale, per finire ancora più misteriosamente all’interno della stanza. Niente e nessuno sarebbero riusciti a fermare Hoshikuzu Chikuma nell’impresa. La famiglia Kobayashi era ricca e potente e sicuramente non priva di una scorta di guardie armate, ma nulla poteva impedire al Chikuma di raggiungere il suo obiettivo. Hoshi non era mai stato li eppure sapeva benissimo come muoversi e soprattutto dove andare, era come se un sesto senso lo guidasse come se una presenza atavica posta sopra la sua testa gli dicesse cosa fare e cosa non fare. In un batter d’occhio era entrato ed ora sentiva di essere nel posto giusto -E’ questa.. senza alcun dubbio.. il suo profumo avvolge ogni angolo di questa stanza..- lo sguardo del rosso era serio e concentrato, dal suo volto non traspariva alcuna strana emozione. Tutto il suo essere si stava sacrificando per la causa, rubare un paio di mutandine alla Principessa di konoha, un trofeo che gli sarebbe valso il titolo di ERO SENNIN DEL NUOVO MILLENNIO.


    La stanza era grande e impreziosita da ogni genere di stoffa e ricamo. Mentre si muoveva tra le sete ed i tappeti il rosso non produceva alcun rumore, come un’ombra assassina scivolava sul pavimento puntando ad una grande cassettiera che sembrava quasi emettere luce propria ai suoi occhi attenti -Nel giorno più splendente, nella notte più profonda, nessuna mutandina sfugga alla mia ronda, colei che nelle cassettiere le nasconde, si guardi dal mio potere, la mano del Turbine Rosso!- e con tali profonde e commoventi parole il rosso avrebbe aperto la cassettiera solo per essere investito da puro potere.


    Erano li, tutte disposte ordinatamente e dai più svariati colori, forme e tessuti. Un tesoro che molti avrebbero soprannominato come “El Dorado”. Senza cambiare espressione il Chikuma aveva allungato le mani verso una di esse, le sue mani tremavano di passione mentre le guardava. Una tra tutte lo aveva colpito al cuore, un paio di anonime mutandine che recavano poche ma preziose effigi ricamate su di esse “Principessa” questa la parola magica. Hoshi avrebbe timidamente sfiorato la scritta prima di prenderle dal loro giaciglio per gustarne appieno la fattura -Magnifiche!- un'unica parola per spiegare ciò che stava provando. Erano dunque quelle le mutandine di Shizuka Kobayashi, le mutandine di una principessa. Il profumo che emanavano lo stava estasiando a tal punto da farlo sentire quasi male, un dolore piacevole che lo stava sconvolgendo. Rimase li, con le mutandine appoggiate alla sua faccia per chissà quanto tempo, semplicemente ad annusarne l’odore immaginando chissà quante volte erano state portate e in che importanti occasioni. Quali segreti nascondevano quelle mutandine, quante persone avevano incontrato e quali mirabolanti avventure avevano vissuto, sempre al fianco della Principessa.


    La mente del rosso stava spaziando verso l’infinito quando un rumore di passi si lasciò ascoltare fuori dalla porta ridestandolo dal torpore nel quale era caduto -Oh merda.. c’è qualcuno!!!..- aveva commesso un errore, un grosso è terribile errore che questa volta gli sarebbe forse costato la vita. Assuefatto da tanta bellezza era rimasto ad assaporare il bottino più del dovuto lasciando modo a Shizuka di rientrare nelle sue stanze, era dunque quella la sua ultima avventura. Scappare non sarebbe servito a nulla, la porta già era scattata e la finestra dalla quale era entrato era semplicemente troppo lontana. Nascondersi non sarebbe servito e quindi solo la gogna lo aspettava. Era già pronto a morire il rosso, quando una voce esplose nella sua testa - Indossale!!!- qualcuno aveva parlato, ma chi? Aveva sentito chiaramente la voce di qualcuno, ma li non c’era nessuno se non lui e la ragazza che stava per entrare.


    Doveva fare qualcosa coì di istinto decise di seguire quel consiglio. Non sapeva bene perché, ma il suo corpo si era mosso quasi automaticamente come se quello fosse il suo destino. Impugnate le mutandine di Shizuka il rosso le aveva semplicemente indossate come una maschera scatenando in lui un potere che mai si sarebbe immaginato di possedere. Come preso da pura estasi il Chikuma si sarebbe spogliato di tutti i vestiti rimanendo solo in mutande mentre automaticamente la tecnica della trasformazione cambiava il suo aspetto coprendo i segni particolari che lo distinguevano dalla massa cambiando anche il colore dei suoi capelli da rosso intenso a nero. Non sapeva bene cosa gli stesse succedendo, ma mai si era sentito così potente e fiero [Tecnica della Trasformazione][Consumo: 1 Basso]

    Tecnica della Trasformazione - Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. Le dimensioni possono essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto le proprie dimensioni reali. La trasformazione permette di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore, non è possibile ottenere una protezione fisica e non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi. È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ma entrambi dovranno pagare il costo di attivazione. Subire un danno pari o superiore a leggera causerà lo scioglimento della tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 6 / Consumo:Basso )
    .




    Una volta entrata nella stanza Shizuka si sarebbe trovata di fronte ad un perfetto sconosciuto dal corpo piuttosto muscoloso e completamente nudo, a parte per le mutande che teneva in vita e sulla faccia recanti la scritta “Principessa”. Dietro la sua maschera il suo sguardo era serio e carico di passione. Se lo avesse chiesto il misterioso uomo si sarebbe presentato a lei con il nome di:

    maxresdefault



    -Io sono.. ULTIMATE HENTAI NINJA KAMEN!!!-




    OT/ Scusa ma sono anni che volevo fare una giocata del genere e ho deciso di utilizzare Shizuka come vittima sacrificale :sisi:
     
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    PARTY HARD

    I believe when life gives you lemons, you should make lemonade...and try to find someone whose life has given them vodka, and have a party.




    Magione Kobayashi quella sera era in tumulto.
    Correva voce tra il corpo domestiche e quello garzoni, infatti, che Shizuka, la Signorina del Patronato, fosse uscita, dopo l’Evento indetto da Atasuke Uchiha, per un ritrovo privato con alcune personalità di spicco: l’Hokage, il Mizukage e un potente Jonin di Suna, per parlare di alcune faccende di alto interesse…
    …ma ovviamente, secondo il principio per cui i servi avevano tutti una grande fantasia, erano bastate meno di due ore perché si dicesse piuttosto che quell’incontro non fosse stato altro che una fuga d’occasione, in quanto pareva che in verità Atasuke avesse cercato di uccidere Masaki Kurogane per la mano della Principessa del Fuoco, il quale avesse poi sfidato apertamente Raizen Ikigami per la stessa ragione, il quale, per tutta risposta, aveva svelato la vera identità del Sunese (un Dragon Slayer del Paese dei Demoni che dopo aver mangiato il cuore di una creatura mitologica aveva acquistato l’immortalità. E che pure lui era lì per la prodigiosa Erede, com’era logico), dando via ad una lotta senza pari, di cui Itai Nara era divenuto arbitro, e che sembrava aver squarciato il cielo e fatto piovere comete…

    «…Prego?»



    …in effetti pareva che più che un’idea dei sottoposti dell’Airone, quella fosse una versione piuttosto accreditata in tutta Konoha. Come gli stessi ebbero modo di puntualizzare più volte.
    «Cosa diavolo è un Dragon Slayer…? Ma soprattutto, cosa stramaledizione è successo qui?» Chiese Shizuka Kobayashi.
    Il suo scialle di broccato color dell’argento le scivolò su una spada, scoprendo il bel kimono rosso indossato per la ricorrenza di Mastro Rotella e sottoponendola così al gelido freddo della notte invernale, ma lei non ci badò, troppo intenta com'era a fissare le espressioni trepidanti delle sue domestiche, tutte accorse ad accoglierla sul porticato della Magione quando l'avevano vista rientrare. Per qualche ragione avevano tutte una bandierina di colore diverso, a scelta forse secondo la loro preferenza. Su ognuna di queste spiccavano due lettere: “A.U”, “M.K”, “R.I”, “H.C”.
    …C'era anche un cestino di bamboo pieno di Ryo. E dentro pure un perizoma leopardato.
    «Chi ha vinto, Ojou-sama?!» Insistette Mayuko, la capodomestica, guardando con eccitazione la sua Padrona. Lei di bandierine ne aveva addirittura tre. Il che apriva la mente a preoccupanti possibilità.
    «…ma cosa?» Replicò Shizuka, distogliendo lo sguardo dal perizoma, pur non potendo fare a meno di chiedersi se quel filo non desse noia, a lungo andare.
    «IL VOSTRO CUORE!» Strillò Miwa Tanakogo, stroncando a terra la sua bandierina “M.K”. Sembrava furibonda. E forse anche un po' alticcia. «CON CHI DIAVOLO FARETE BAMBINI, INSOMMA?!»
    «BAMBINI?!»
    Urlò la Chunin, trasalendo e avvampando fino alla punta delle orecchie. A quel punto lo scialle cadde proprio a terra. «COSA STAI DICENDO?! MA SOPRATTUTTO… HAI BEVUTO?!»
    «CHISAE HA DETTO LI AVRESTE AVUTI TUTTI!»
    Ruggì Miwa, furibonda, fulminando con lo sguardo la sua Padrona. E questa, benché tentata di chiedere “cosa”, si astenne dal farlo. Il suo sesto senso lampeggiava clamorosamente.
    «SSSSSSSH NON DIRLO! LEI NON SA! RICORDATE: “S.D.P.S.”» Sibilò Mayuko Akatsukawa, annuendo gravemente per poi scoppiare a ridere, subito seguita dalle altre quattro domestiche. Una di queste buttò altri trenta ryo nel cestello. L'altra cadde di faccia sul parquet, e ci rimase.
    «Sembra che una partita di Saké sia arrivata da Akihiko-sama, mia Signora.» Mormorò improvvisamente una voce alle spalle dell’allibita Principessa di Konoha. Dalle ombre del Torii d’accesso alla Zona Verde, Ritsuko Aoki, avvolta nel suo kimono completamente nero che la vestiva come una seconda pelle, si inchinò profondamente. Come al solito aveva tutte le risposte che servivano. Senza che nessuno gliele avesse chieste.
    «…Saké da Akihiko-nii?» Domandò la Signora della Villa, perplessa. In effetti le sembrava di ricordare qualcosa in merito al conseguimento di un affare da 540.000 ryo nell’est del continente, che il Clan voleva festeggiare con del distillato di pregevole fattura. «…Ma è Saké da 250 ryo a bottiglia, chi diavolo lo ha dato alle ragaz–…»

    Un fischietto.
    Improvvisamente il suono di un fischietto irruppe, interrompendo le parole di Shizuka.
    E un secondo dopo suo padre.
    Suo padre, con un copricapo di piume a forma di anatra e con indosso il grembiule da cucina frou frou di Mihoko-baba, passò nel corridoio esterno dell’Ala Nord, ondeggiando le braccia al cielo.
    Dietro di lui c’era Inatsu Nara, il Capoclan delle Ombre, suo caro amico, i due garzoni addetti alle carrozze, la cuoca e Mamoru Aoki, che con aria assente e gli occhi vuoti seguiva il trenino, apparentemente privo di vergogna per la coda da volpe che qualcuno gli aveva applicato… dove si presupponeva ci fosse una coda. Ma non si sapeva in che modo.

    «Ed ecco qua.» Si limitò a dire con flemma esplicativa Ritsuko Aoki.
    «Credo sia giunto il momento di andare a dormire.» Esclamò prontamente Shizuka, girandosi di scatto a fissare la sua Kumori con occhi sgranati. Sperò di aver visto male. E che sotto il grembiule di suo padre non ci fosse davvero solo la sua pelle.
    «Faccio preparare per voi un bagno, Ojou-sama?» Domandò l’altra, aprendo una via tra le domestiche sbronze che, all’apice della felicità, infilarono in mano alla loro Signorina dei coni pieni di coriandoli e un fischietto.
    «…Dov’è mia madre? E le nonne…?» Chiese di rimando la Principessa. A cui bastò attraversare altri tre corridoi per ritrovarsi con un cappellino colorato a forma di cono sulla testa e una rosa rossa in bocca.
    «Alle Terme di Kumuyu. Come sapete intendevano recarsi lì per qualche giorno, subito dopo la Celebrazione di quel sudic–…di Atasuke Uchiha-sama.»
    «Ah. Ora capisco tutto.»
    Disse con voce spenta Shizuka, sorridendo cupamente nell’alzare lo sguardo verso la stella più luminosa del cielo. E a quel punto rimase lì a guardarla per un attimo, ignorando il caos che imperversava attorno a lei e che sembrava aumentare di minuto in minuto.
    Lì, il bagliore di Orihime, l’accecò.
    Era così bella, così nobile, così composta… proprio come avrebbe dovuto essere il suo Clan, il più potente nelle Terre del Fuoco tra quelli non Shinobi…
    …eppure…
    «Farò preparare per voi un bagno, dunque.»
    «Se trovi una sola domestica che sia ancora sobr–…»
    Ma la voce della Chunin si spezzò quando, riportando lo sguardo verso Ritsuko, si accorse che questa indossava un paio di occhiali con naso e baffi finti.

    Silenzio.

    «Mi ritiro presso la mia Ala. Se qualcuno dovesse venire lì, chiama i carpentieri.» Il motivo era abbastanza chiaro.
    «Kashikomarimashita.» Rispose la Kumori sotto copertura.
    E a quel punto, le due si divisero.

    [...] L’ala Est della Magione, quella riserbata all’Erede della Dinastia, e dunque solo a lei, constava esattamente di venticinque stanze. La maggior parte delle quali, però, era nel suo caso riempita di libri, documenti e altre cose top secret di cui nessuno avrebbe mai dovuto venire a conoscenza perché pregiudizievole della sua figura pubblica (come la sua collezione di orsacchiotti Kuma, o quella dei regali delle persone cui era affezionata… che oltre a due esemplari di alghe Marimo, vantava anche una frusta di pvc ricevuta da Maya Natsume, ancora infiocchettata invero, e un Tanuki di legno grosso quanto lei).
    Non che ci fossero problemi. Per la verità nessuno, ad eccezione di Ritsuko e poche altre domestiche fidate –più o meno le stesse sbronze all’entrata della sua Proprietà, il che la diceva lunga sulla sua valutazione delle persone– potevano entrare lì. I sensi della sua Kumori, come quelli di qualsiasi altro Aoki, incomprensibili e segreti ma sempre infallibili, avevano del resto efficientemente bloccato l’accesso a qualsiasi individuo.
    Le sue stanze erano il posto più sicuro di tutta la Magione.
    Il più sicuro.

    “Io sono.. ULTIMATE HENTAI NINJA KAMEN!!!”



    Ferma di fronte all’uscio della sua porta scorrevole di riso, con ancora un cappellino a forma di cono sulla testa, un fischietto legato al collo, due coni di coriandoli in mano, e una rosa infilata nell’incrocio dei tessuti del suo Kimono, Shizuka Kobayashi rimase in silenzio. I suoi profondi occhi verdi, fissi in avanti, esitarono un attimo nel vuoto…
    …prima che la sua mano destra richiudesse di scatto la porta.

    Silenzio.

    C’erano molte cose che la Principessa del Fuoco avrebbe potuto dire in quel momento. E tutte sarebbero certamente state sensate. Lei, invece, si limitò a domandare: «…sono ubriaca?» …ma visto che non ricevette risposta da nessuno, suppose di non esserlo. Non a sua saputa, almeno.
    Per sicurezza, allora, riaprì di nuovo la porta della sua enorme stanza.

    Ma lui era ancora lì.

    Era certa che fosse ancora lì. Non poteva sbagliarsi.
    Chi poteva sbagliarsi su una visione come quella? Su un individuo come quello?
    Sarebbe presto diventata cieca, avendo le rotelle di sua madre negli occhi, ma quel giorno non era ancora giunto.

    Ci vedeva benissimo.
    Purtroppo.

    «Ah.» Mormorò a quel punto con voce piatta. «Che nome tamarro.» Commentò con occhio critico per poi annuire gravemente. «Non era meglio, che so, “The Last supreme and insuperable Hentai Ninja Kamen-sama”, per esempio…?» Valutò con tutta la calma del mondo, come se quella fosse la più normale delle circostanze. «Sai, così sembra più serio, invece quello di ora è proprio tamarro, in effetti pare dato da un bambino con la prima alzata di bandiera…insomma abbastanza sempliciotto, ecco. Di poco impatto. Decisamente sfiduciante.» Osservò, pensierosa.

    Uno dei coni di coriandoli scoppiò da solo. E in un attimo tutta la stanza ne fu piena.

    Benvenuti a Magione Kobayashi.





    Sfida accettata :sisi:
     
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    Ed eccola infine in tutto il suo abbagliante splendore, la Principessa del Fuoco. Shizuka Kobayashi aveva varcato la porta della sua stanza mostrandosi in tutto il suo splendore mentre teneva tra mani e testa gadget all’ultima moda che di cui l’Hentai Kamen non ne comprendeva il significato, se non a sfondo sessuale. La reazione della principessa fu quanto mai composta alla vista dello strano individuo, tanto da permettergli di consigliare all’Hentai Kamen di modificare il nome che si era affibbiato da solo -The Last supreme and insuperable Hentai Ninja Kamen-sama?!- aveva ripetuto questo mentre cambiava posizione mettendo i pugni ai fianchi facendo sobbalzare ritmicamente pettorali e glutei. La Principessa era potente nel verbo, tanto da riuscire ad instillare per qualche secondo il dubbio nella potente e ferma mente dell’Hentai Kamen che lentamente aveva fatto un passo indietro verso il cassettone pieno di mutandine per trovare conforto.


    Sarebbero passati non che pochi secondi di silenzio prima che l’Hentai Kamen ritrovasse in se il suo spirito guerriero emettendo un urlo carico di puro potere erotico -WOOOOOOOH!!! Sei potente Principessa!.. ma le tue parole non possono scalfire la nobiltà delle mie intenzioni!!!.. IO SONO ULTIMATE HENTAI NINJA KAMEN!!!..- e così l’Hentai Kamen avrebbe preso l’elastico delle mutante tirandolo oltre i limiti consentiti dall’etichetta affissa dietro salendo fino alle spalle dell’individuo in uno sforzo sovraumano che lasciava ben intendere cosa stesse succedendo nel frattempo tra le sue chiappe. Il tono della sua voce era grave e fiero come quello di un vero e proprio super eroe e non aveva nulla da condividere con quello del povero ed indifeso Hoshikuzu Chikuma.

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    -HENTAI JUTSU!!!.. POWAAAAAAAH HAPPU!!!-


    -PERVERTED TECHNIQUE!!!.. POWER UP!!!-


    -TECNICA PERVERSA!!!.. POTENZIAMENTO!!!-



    Le bretelle appena create sarebbero quindi passate oltre i lati della sua testa per poi schiantarsi sulle sue forti e maschie spalle caricandolo di una energia mai posseduta prima. Mentre assaporava il momento Shizuka avrebbe notato come ugni muscolo del suo corpo fremeva a ritmo restando in perfetta tensione quasi a voler mostrare tutta la mascolinità di cui era fatto quel corpo così perfetto -Sarò ben lieto di farti ritrovare la fiducia in te stessa nobile Principessa del Fuoco!.. portando via con me tutta la biancheria intima contenuta in questo mistico forziere!- e l’Hentai aveva cambiato ancora una volta posa alzando le braccia per mostrare i possenti muscoli mentre il pacco, ora messo in evidenza dopo la temibile tecnica del “Powwah Happu” si muoveva avanti ed indietro lentamente, ma con ritmo ben scandito.


    Detto ciò l’Hentai Kamen con una mossa rapida e precisa avrebbe preso una delle molte coperte li presenti, o una tenda o tappeto per caricare tutta la refurtiva con un semplice gesto che avrebbe visto il cassettone essere alzato in un unico movimento. Naturalmente se Shizuka non fosse intervenuta in qualche modo l’Hentai Kamen avrebbe fatto un bel fagotto per dirigersi poi verso la finestra con tutta la refurtiva solo per fermarsi una volta giunto li voltando lo sguardo verso la Principessa. Tra tutti i tesori contenuti li dentro aveva dimenticato quello più prezioso, quello che tra tutti poteva essere considerato il Santo Grall delle mutandine -Principessa.. la biancheria che indossate..- l’Hentai Kamen aveva appoggiato il grande fagotto a terra voltandosi verso la donna con sguardo serio ed arrapato.

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    -..consegnatemela..-





    OT/ Di pure addio a tutta la tua biancheria intima! :sisi:
     
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