Al Tempio della Nebbia - La Sesta Riunione di Kiri

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +6   Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    La Sesta Riunione di Kiri

    I



    Da circa una settimana i preparativi erano ormai in corso. Tutti quanti gli Shinobi di Kiri erano stati richiamati al Villaggio ed avevano avuto l'ordine di non lasciarlo se non autorizzati direttamente dal Mizukage. Nessuno sapeva con certezza cosa stesse accadendo e per assoluto riserbo imposi a chiunque sapesse delle Spade (ovvero Meika, Akira, Ryuu e Sanjuro) di tacere a riguardo. Nel suo laboratorio sotto il Palazzo del Mizukage nel mentre Ocha lavorava senza sosta e con maestria ammirevole portava in vita una dopo l'altra, le nuove Sette Spade di Kiri.


    Quando le completò, per pura casualità, fu il giorno in cui un oscuro figuro di presentò alle mura. Indossava un cappuccio nero e con se recava una lettera abbastanza inequivocabile: il suo ingresso era autorizzato dal Mizukage, così come il permesso di tenere con se tutte le sue armi. Tra tutti probabilmente soltanto Ryuu avrebbe compreso l'identità dell'uomo, ma lui non poteva sapere che fosse giunto.


    Quando l'ultima Spada fu forgiata e la sua vera forma sigillata Ocha ansimò, sudato e felice, esplodendo in un'ultima fragorosa risata. L'uomo che avevo invitato per prendere la sua vita si avvicinò a lui, invitato ad entrare da me che - per rispetto - ero rimasto defilato.
    È giunto il momento, immortale. Disse l'uomo, mentre il suo medaglione si trasformava in una enorme falce simile a quella del tristo mietitore. Quanta fretta! Quanta fretta! Fammi salutare prima il mio ospite eh. Non scappo, promesso.


    Ocha entrò in casa e con un'altra grassa risata mi batté la mano sulla spalla. È stato un piacere forgiare queste armi ragazzo.
    Potresti sforzarti di chiamarmi Mizukage, almeno una volta. Dissi, senza poter trattenere una risata, forse un po' triste per il destino che attendeva quell'uomo. Lui rise ancora.
    Non ti facevo orgoglioso. Ma quando hai la mia età tutti quanti sono ragazzini.
    Non lo sono infatti, non me ne frega nulla di come mi chiami Ocha-san, dissi stringendogli poi la mano. Addio.
    Addio! E grazie per aver permesso di soddisfare la mia ultima vanità!
    Dunque uscì di casa. Lì lo attendeva l'uomo che avrebbe preso la sua vita.
    Non penserai di ammazzarmi nel giardino di questa casa? Diavolo come siete insensibili voi Hotoshinisti, ci vono bambini qui! E lo condusse lontano, fuori dal Villaggio, scegliendo un picco abbastanza alto da permettergli di guardare il mare illuminato dalle stelle come ultima visione prima della sua tanto agognata morte.




    Il giorno dopo tutto il Villaggio venne a conoscenza che la Sesta Riunione era stata convocata per il giorno dopo. Messaggi erano più o meno ovunque ed a tutti gli Shinobi era stata recapitata una missiva.


    A tutti gli Shinobi di Kiri, la Sesta RIunione del Villaggio è stata convocata per domani alle ore 10, presso il Tempio della Nebbia.
    La partecipazione alla Riunione è obbligatoria per tutti gli Shinobi di Kiri.

    Itai Nara
    Kyuudaime Mizukage




    Il giorno dopo gli Shinobi di Kiri trovarono il tempio della Nebbia con le porte spalancate. La sala principale era stata liberata dalle panche e degli spalti erano stati montati lungo le navate laterali per accogliere gli Shinobi di Kiri per quella giornata. Al centro del muro opposto all'entrata c'era una sedia non occupata. Probabilmente però la cosa che più di tutte avrebbe incuriosito i presenti erano sette teche coperte ognuna da un vero di colore azzurro chiaro recante il simbolo della Nebbia.


    Molte cose sarebbero accadute durante quella riunione, il Villaggio della Nebbia doveva ripartire da quel giorno per tornare agli antichi splendori.


    Tutti i Kiriani sono invitati a prendere posto ed attendere :zxc:
    Do dieci giorni di tempo a tutti quanti per postare una breve introduzione :wosd: poi si andrà avanti. Se qualcuno non dovesse riuscire a postare non si preoccupi potrà recuperare successivamente.

     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    4,118
    Reputation
    +350
    Location
    ehm...da qualche parte

    Status
    Offline
    Parlato Ryuu


    La Sesta Riunione di Kiri

    Post I


    La missione ufficiale era ormai terminata da molti giorni e Ryuu si stava concedendo il meritato riposo, oziando e perdendo le sue giornate in giro per le strade di Kiri con i suoi due amici. Purtroppo non aveva potuto rivelare a nessuno quale fosse stato il suo compito, ma più che un impedimento, lo considerava un vanto, essendo orgoglioso di aver fatto parte di un segreto affare di stato.
    In fondo era stato merito suo se il fabbro fu riportato al villaggio tutto intero, avendo quindi contribuito in maniera decisiva alla forgiatura delle spade, attendendo con ansia il momento in cui sarebbe stato compiuto il lavoro.
    La conferma che il momento era ormai vicino fu quando venne emanato l'ordine a tutti i ninja del villaggio di non lasciarlo per alcun motivo, e già si sentiva nell'aria che qualcosa sarebbe successo di lì a poco, quando finalmente arrivò il giorno in cui ognuno di loro ricevette una missiva che annunciava l'imminente riunione di villaggio.
    Il giovane genin era al settimo cielo, informando immediatamente i suoi nonni della notizia come se fosse l'evento più importante a cui avesse mai partecipato, tuttavia non se la sentì di fare salti di gioia come suo solito, perché se i suoi sospetti erano fondati e quella riunione sarebbe servita per mettere tutti al corrente delle spade, significava anche che Ocha aveva terminato il suo lavoro e con la fretta che aveva dimostrato di avere per quel suo desiderio, con molte probabilità era già stato accontentato. Il giorno in cui lo lasciò all'amministrazione e lo vide allontanarsi per andare a forgiare le spade non avrebbe mai pensato che quella sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe visto, ed il fatto di saperlo ormai morto non riuscì a fargli nascondere una punta di malinconia sotto il suo sorriso per l'importante evento, sebbene sapeva fin dall'inizio che sarebbe successo e che era stato proprio lui a volerlo.
    Aveva avuto il privilegio di conoscerlo solo per pochi giorni, ma aveva sempre provato simpatia e rispetto nei suoi confronti, nonostante il folle credo omicida di cui faceva parte.

    Quando infine arrivò il tanto atteso giorno, Ryuu si era alzato di buon mattino, essendo a malapena riuscito a dormire per via dell'emozione, ed avviandosi da casa con molto anticipo, così da essere sicuro di arrivare in tempo e camminando serenamente verso il luogo stabilito. Fino a quel momento non aveva mai potuto partecipare ad una riunione del genere, ma ormai essendo diventato un ninja a tutti gli effetti si sentiva in qualche modo privilegiato rispetto alle altre persone del villaggio che non erano ninja, arrivando al cospetto del tempio con un sorriso che proprio non riusciva a far sparire. Le porte erano aperte, quindi entrò con sicurezza all'interno, guardandosi già attorno per ammirare i molteplici ninja che già si trovavano sul posto e cercando qualche volto più familiare per non andarsi a sedere da solo sugli spalti che erano stati montati apposta per l'occasione. Se avesse trovato qualche suo ex compagno di missione non avrebbe desistito dal salutarlo, per poi proporre di andare ad accomodarsi tra i posti sulla destra o dove sembrava esserci più spazio.
    Una volta seduto poté finalmente osservare con attenzione la sedia dall'altra parte della stanza e supporre che di lì a poco vi si sarebbe seduto il Mizukage, ma la cosa che richiamava sicuramente l'attenzione di tutti i presenti più di tutto erano le sette teche coperte e di cui solo pochissimi di loro, tra cui lui stesso, erano a conoscenza del contenuto.
    Non poteva essere altrimenti e Ryuu non stava più nella pelle che arrivasse il momento che quella riunione potesse finalmente iniziare e vedere con i suoi occhi le mitiche sette spade nuovamente riforgiate.
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    Colui che è

    Group
    Giocatori
    Posts
    18,059
    Reputation
    +214
    Location
    Luce di stelle

    Status
    Anonymous

    × Off-Game ×


    × Legenda
    Narrazione
    «Dialoghi»



    Al di la dei possibili motivi che avrebbero potuto spingere il Mizukage a convocare una riunione nel Sacro Tempio, Seinji, alla vista della lettera, quasi ebbe un infarto. "Un'altra lettera?!" - esclamò furioso, pensando, forse, che era un'atra missiva che lo destinava a un viaggio lontano sperduto nelle terre desertiche chissà dove. E invece si scoprì sorpreso, anzi: più che sorpreso. Di tutte le cose che si poteva aspettare da Itai Nara, quella di convocare una riunione nel posto più sacro del villaggio era proprio l'ultima. E non tanto per l'indole di Itai, quanto per il fatto che non vi erano avvenimenti abbastanza importanti da convocaci una riunione, se non, bhe... , se non Diogene e le sue idea, ma Seinji pensava che non ci voleva addirittura una riunione, e che la cosa doveva rimanere segreta ancora per un po', lasciandosi alle varie "voci" del paese sulle ombre che si potevano abbattere su Kiri. Tuttavia l'ordine era un'ordine, e anche se l'impazienza di scoprire di cosa si trattava lo distruggeva dall'interno (non voleva forse dichiarare guerra a Oto, e colpire il Mikawa per primo avendo così un vantaggio tattico?), l'Akuma sapeva di dover attendere, aspettare che Itai stesso rivelasse a tutti il motivo di quella così inaspettata e strana convocazione. Dunque, avuta la missiva, la ripose subito sul tavolo, e quando il giorno venne e il sole si alzò dall'orizzonte squarciando la nebbia con i propri raggi luminosi, Asmodai Akuma raggiunse il Tempio in pochi secondi, trovandoci le porte spalancate, il tutto allestito per una bella riunione di famiglia come ai bei vecchi tempi, e sul palco una sedie e 7 teche - numero che già doveva insospettire che invece non insospettì, - poste li vicino. Certo, Asmodai, il Demone, comprese subito di così trattava: era pur sempre l'indole demoniaca quella di avere un istinto di molto sviluppato rispetto agli umani. Per quanto invece riguardava Asmodai il Ninja, questi si sistemò i guanti bianchi da maggiordomo che indossava sulle mani, e raggiunse una delle sue sedie, per poi guardarsi intorno in cerca di Itai, Meika, o Akira, e non trovandoci nessuno di questi, semplicemente sbadigliò, aspettando che la riunione iniziasse.




    Seinji
    Chakra: 400 Bassissimi
    Vitalità:15,5/15,5 leggere

    Illusione:

    Slot Difesa 1: ///
    Slot Difesa 2: ///
    Slot Difesa 3: ///

    Slot azione 1: ///
    Slot azione 2: ///
    Slot azione 3: ///

    Slot Tecnica Avanzata: ///
    Slot Tecnica Base: ///

    Abilità usate: ///
     
    .
  4.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    La Sesta Riunione di Kiri

    I


    Che fosse giunto il momento? Che fosse stato proprio domani quel giorno?
    Cane di un kage della Foglia! Le guardie di turno al cancello si voltarono tutte verso di me dopo quell'affermazione ad alta voce. Io stesso rimasi quasi interdetto dalla mia affermazione. Ehm... Il mio pallido viso si arrossì leggermente, mentre con entrambe le mani riponevo sul pezzo di muro dove era stato appena affissa la missiva con il sigillo di Itai Nara. Allora? Che avete da guardare? Non si può neanche scherzare?! Filate a fare le ronde! Ma se abbiamo appena terminato il giro! Rispose una voce tra le tante figure. Non sapete che il pericolo si nasconde sempre dietro l'angolo?! La prudenza non è mai troppa! Al massimo si nasconde sotto la pila di carte che ha fatto accumulare Mi voltai di scatto. Chi l'ha detto?! Chi è stato? Chi?! Ma il gruppetto di guardie si era già volatilizzato, disperdendosi in coppia verso più direzioni delle mura. BRAVI! CORRETE! Gli urlai dietro, prima di riprendere a leggere il foglio.
    Una riunione di tutti i ninja di Kiri era stata indetta per il giorno successivo al sacro Tempio della Nebbia, e questo poteva stare a significare soltanto una cosa: le Sette erano pronte. L'eccitazione del momento si era incanalata verso un simil insulto contro Itai, reo di non avermi avvertito del ritorno di Ryuu con il famigerato fabbro. Avrei voluto supervisionare il lavoro, essere il primo a poterle vedere e toccare... Invece l'avrei fatto insieme a tutti gli altri ninja del villaggio. Non che fossi particolarmente dispiaciuto, grazie a questo avrei avanzato la pretesa verso Itai di poter/dover scegliere per primo una delle Sette, visto che era scontato il fatto che una di quelle spade sarebbe finita nelle mie mani. Era matematico, scientifico, quasi quanto il fatto che avrei cercato di reclutare il tizio matto che si faceva chiamare il Flagello per tentare un colpo di stato a Kiri se così non fosse stato. Scherzi - ? - a parte, il fatidico giorno era arrivato, e adesso non mi aspettava altro che attendere solo poche ore prima di poter assaporare con i miei sensi l'opera originata dagli sforzi miei e di Meika a Genosha.

    La riunione era stata fissata per le ore dieci del mattino, ma alle nove e mezza, minuto più minuto meno, il tempio, già sistemato a dovere, sarebbe stato intoccato dai miei calzari. Dalla parte opposta all'entra era stata sistemata una sedia, probabilmente e ovviamente, per il Mizukage, e, davanti ad essa, sette teche coperte da un velo ciascuna, sul quale era stato raffigurato l'effige del villaggio della Nebbia. Erano loro.
    Mi sarei addentrato nella struttura, superando una per una le teche, sfiorando appena il velo di ciascuna con le mie dita. Quindi, al termine di questi passaggi, mi sarei seduto sulla sedia, con i gomiti poggiati sulle gambe e il busto leggermente inclinato, ad ammirare le teche. I ninja presto sarebbero arrivati, ma non volevo perdermi quel momento di intimità con le Sette. Solo io e loro.
    Sulla sedia del Mizukage.
    Ma questi sono dettagli.

     
    .
  5. -Meika
        Like  
     
    .

    User deleted


    La Sesta Riunione di Kiri

    I



    Meika, c'è una comunicazione per te, la voce del mio amatissimo padre quasi mi mandò di traverso il thé che stavo bevendo. Ancora una missione? No, non era possibile, eravamo reclusi nel Villaggio per chissà quale ragione. E cos'altro allora? Speriamo che non debba andare alle mura di corsa mugolai con la voce impastata dal sonno ed i capelli scombinati dalla notturna lotta col cuscino. Mi strusciai la manica del pigiama sugli occhi e con l'aspetto di una specie di cadavere mi alzai raggiungendo mio padre per ricevere la comunicazione.
    A quanto pare sarebbe dovuta arrivare ieri, mi disse mentre aprivo la missiva leggendola Il tizio che l'ha portata ha anche detto che "dovrebbero saperlo tutti, è impossibile che sua figlia non lo sappia". Ed in effetti io lo so, tu?
    So...yaaaawn... nulla io biascicai quelle parole distrattamente. 'he vuole mo'..., mi volle qualche secondo per comprendere il contenuto della convocazione.
    Riunione di Kiri.
    Convocazione.
    Presenza obbligatoria.
    Si può sapere che hai fatto ieri tutto il giorno? Non eri nemmeno alle mura, mi domandò mentre vedeva un misto di sorpresa e panico dipingersi sul mio viso. Già, che avevo fatto tutto il giorno? Semplice: avevo passato tutto il giorno ad affilare la mia arma migliore, la mente. Dato che le mie braccia avevano la stessa forza di un latticino andato a male passavo più tempo a studiare per aumentare le mie abilità fuori dal combattimento che dentro. Un Akuma doveva essere più furbo che forte, dopotutto.
    Che ore sono?Nove e mezza Nove e mezz... sbattei le palpebre, giungendo alla conclusione che fossi tremendamente in ritardo. COME LE NOVE E MEZZA, È TARDISSIMO!




    Quando giunsi, correndo, al tempio della Nebbia la riunione non era ancora iniziata. Però il Mizukage era arrivato. Dopotutto la sedia centrale doveva essere la sua no? (Si noti che entrando da un ambiente più luminoso ad uno scarsamente illuminato la mia vista non riuscì immediatamente ad adattarsi e così non distinsi immediatamente i lineamenti della persona che era seduta sul trono del Mizukage).
    Mi feci avanti allora, osservando quelle che sarebbero state le star assolute della giornata: le Sette Spade. E così Ryuu ce l'aveva fatta, erano state forgiate. Se Akira fosse stato lì avrebbe certamente osservato le armi con le lacrime agli occhi ed un rivolo di bava alla bocca. Non riservava certi sguardi nemmeno a me. Sicuramente come il Mizukage, seduto sul trono, anche lui pareva entusiasta delle spade. E da quando aveva i capelli blu?


    Ecco, ci sono momenti in cui il cervello di Meika Akuma va in una specie di cortocircuito in cui non si rende immediatamente conto delle cose e finisce con costanza a far figuracce assortite. Poi le sinapsi riprendevano a funzionare correttamente ed il quadro assurdo della situazione, primum movens della confusione iniziale diveniva chiaro, portando quasi inevitabilmente a reazioni alquanto imprevedibili. Respira Meika... non può essersi seduto sulla sedia del Mizukage... cioè tutto il Villaggio lo sta guardando..., la mia vocina interiore mi diceva che non poteva essere vero, che dovevo star sognando o che in alternativa dovevo essere caduta in una qualche sorta di illusione preparata dal mio cervello. Così mi avvicinai, superando le Sette preziosissime armi delle quali (com'era ben noto) non nutrivo un particolare interesse, fino a fermarmi davanti all'Hozuki tagliando così dalla sua vista le tanto preziose quanto ambite armi.

    Cosa hai nel cervello, acqua distillata? Non ero disposta nemmeno a concedergli la presenza di qualche specie ionica all'interno. Alzati da lì prima che arrivi il capo e decida di infilarti dentro un secchio ad usarti per pulire il pavimento dei gabinetti in piazza, prendere in giro un Hozuki era estremamente facile del resto.
    Anche se lo stavo facendo col tono sottile e tagliente della catastrofe imminente, con una vena che quasi comicamente pulsava contro la mia fronte segno del fatto che Akira avrebbe fatto meglio ad alzarsi presto da lì, perché altrimenti alle conseguenze del Mizukage avrebbero potuto aggiungersi quelle che avrei potuto scatenare io.... semplicemente immaginandole.


    Dunque, una volta recuperato Akira avrei cercato la prima panca a disposizione, sedendomi, guardando fissa davanti a me verso le spade. Speriamo siano venute bene almeno, con tutto ciò che c'è costato recuperare il metallo, dissi scioccamente. Sarebbero stati sicuramente dei pezzi incredibilmente potenti ma no, proprio non riuscivo ad esserne minimamente attratta.


     
    .
  6.     +5   Like  
     
    .
    Avatar

    Jotty2Hotty

    Group
    Fan
    Posts
    1,341
    Reputation
    +703

    Status
    Anonymous


    (Da ascoltare obbligatoriamente. O il misticismo vi punirà.)




    Il giorno più triste di Kiri




    Giorni prima della riunione, Sanjuro stava girando per il villaggio, portando agli abitandi di Kiri infusi di sua creazione per la cura dei bruciori agli anfratti tra le dita dei piedi, quando con il suo occhio mistico, situato nell'estremo centro dello sposalizio plantare intra-oculi, ovvero il centro del suo potere, scorse una strana figura, a dir poco menagrama entrare nel villaggio. Lo vide da lontano, non ci fece troppo caso, fu un attimo, ma il misticismo, o forse il troppo incenso con cui riempiva la sua casupola, gli fece come avere un tremito lungo la schiena.

    - Sventura. - Mormorò.

    Non prestò attenzione all'uomo incappucciato, e pochi minuti dopo si allontanò per continuare il suo giro di consegne, ripensando a quanto gentile fosse stato il Mizukage a concedergli di ritornare a Kiri per prestare servizio. Ancora non si spiegava il perchè di quella gentilezza, sembrava quasi gli avesse fatto un favore in preda a tantissima gentilezza...

    Giorni dopo, ma sempre giorni prima della riunione, Sanjuro stava girando per la palude, per fare quello che gli sciamani fanno ogni giorno, assicurarsi che i punti fissi del mondo siano sempre al loro posto, per impedire al mondo di cadere, quindi, per evitare che il mondo cadesse, e tutti finissero in cielo di conseguenza, una volta a settimana passava alcune ore nella palude, immerso nelle acque limacciose fino al naso, per conversare con gli insetti che si fermavano sulla superficie dell'acqua. Ovviamente conversava con delle smorfie fatte con gli occhi, dato che aveva l'acqua fino alle narici. In quel momento, mentre si trovava a fare smorfie a una lucertola, una pigna si staccò da uno degli alberi della palude, finendogli sulla testa. L'uomo rimase immobile, fino a quando, accanto a lui, emerse lentamente Gassan, il suo fido bastone. Lo sciamano si sollevò leggermente, di pochi centimetri dall'acqua, e fissò il bastone. Pigna in testa durante una comunicazione sciamano-animale con immersione in palude. Significava soltanto una cosa.

    - Sventura. - Mormorò.

    Altri giorni dopo, circa 3 prima della riunione, Sanjuro stava giocando a carte nella sua casupola. Era seduto al tavolo, il quale era del tutto privo di una zampa, sostituita da Sanjuro con un particolare tamburo lungo e stretto di forma cilindrica, che causava un suono sordo ogni volta che un oggetto veniva posto sul tavolino. Davanti a lui, sull'altra sedia, Gassan, con le carte coperte davanti a sè, sul tavolo. Perchè, lo ricordo, Gassan, è un bastone.
    Nella concentrazione del momento, con il mazzo di carte ancora sul tavolo, e i due contendenti con le rispettive "mani" di carte sott'occhio, Sanjuro scrutò il suo avversario, per comprenderne le mosse. Il gioco era piuttosto semplice, l'unica regola di quel particolare gioco di carte, era di appoggiarle sul tavolo, subito dopo averle ricevute dal mazziere, e di urlare "FAGIOLO." Nessuno seppe mai dove lo sciamano avesse appreso quel particolare gioco. Improvvisamente, Sanjuro, osservando ancora più attentamente Gassan, lanciò le carte sul tavolo, e urlò Fagiolo.
    Questa era la seconda volta, nel giro di due ore, che Sanjuro batteva Gassan a quel gioco di carte. Non era mai accaduto che Sanjuro vincesse a Carta-Fagiolo contro Gassan. E di solito il mazziere dava le carte per primo a Sanjuro. Dato che era lui stesso. Il mazziere. Nonostante giocasse contro, un bastone.
    Sempre più stressato dalla situazione che si stava prospettando da alcuni giorni, e dalle strane sensazioni che sentiva attornò, Sanjuro disse una cosa soltanto.

    - Sventura. -
    2 Giorni prima della riuonione. Sanjuro era sempre più guardingo. Qualcosa lo stava chiaramente disturbando a livello energetico, e non perchè lo stufato di muschio, menta, rospi, e guano dei suddetti rospi, lo aveva tenuto fermo nella latrina per 3 ore. Latrina che era contemporaneamente anche studiolo, leggio, ufficio di osservazione astri, laboratorio idee e resort vacanze. Era sempre più teso, nemmeno perchè in un solo giorno era riuscito a dare fuoco al suo vaso di fiori annaffiandolo, ma perchè un terribile male, anche quel giorno, si era abbattuto su di lui. Lo sciamano si trovava in città, con la sua solita "maschera da villaggio in giorno di spese" quando, ad un certo punto, sulla via di casa, un ragazzo di circa 15 anni, strappò un giocattolo dalle mani di un ragazzino più piccolo. Questo cominciò a piangere, facendo accorrere il padre, che per raggiungerlo, assestò uno spintone allo sciamano che si trovava sulla sua strada, e quando arrivò presso il figlio, colpì il ragazzino maleducato con uno schiaffo, il quale perse l'equilibrio, andando a sbattere sulla donna che accanto a lui, stava lavando dei panni al pozzo, facendola cadere dritta nel suddetto pozzo, fino in fondo, con un sonoro "CIAFF". Sotto la maschera, Sanjuro aveva le lacrime agli occhi per quello che era appena successo. Tutto quel male non poteva essere solo l'accanimento del Karma, qualcosa di orribile si stava delineando davanti a lui.

    Il padre del bambino, urtandolo, aveva strappato il filo di una delle sue infradito nuove, regalategli da Itai al suo ritorno in amministrazione.
    -....Sventura. - Balbettò.
    1 giorno prima della riunione. Sanjuro non era uscito di casa. Gassan era appoggiato alla porta, il suo compito era fare la guardia, nessuno avrebbe disturbato lo sciamano quel giorno.
    Sciamano che si trovava senza maschera, senza tinture sul corpo, e senza gonnella. Era praticamente nudo, se non per le infradito, una delle quali riparata con una gomma da masticare, il baffo di un gatto, un pezzo di forchetta e un chiodo tinto di verde.
    Aveva appeso al muro una sorta di tabella in sughero, con alcune puntine attaccate, tutte collegate da dei fili. Assieme a una moltitudine di fogli di carta appiccicati, annotazioni a penna, e svariati cadaveri di animali grandi come una pulce, attaccati in vario modo. Era stressatissimo, come non era mai stato. Era convinto di una cosa, qualcosa stava per accadere, qualcosa di orribile. E nel momento in cui nel suo cervello, il misticismo collegava tutti gli eventi della settimana, un messaggio arrivò da sotto la porta, fermandosi accanto a Gassan.
    Sanjuro si voltò, terrorizzato, con le lacrime agli occhi, verso il suo fidato aiutante.

    - Cosa dice ? -

    Chiese al bastone. Nei successivi trenta secondi, il bastone non si mosse. Nè parlò.
    Era un bastone.
    Sanjuro continuò a fissarlo, immobile. Non immobile come un uomo che attende una risposta, ma come uno che ascolta una risposta.

    - Tutti i ninja di Kiri convocati al grande tempio della Nebbia? Per via di Itai? Ma è dove vengono tumulati i Kage.....-
    Il suo volto sbiancò.

    - NON PUO' ESSERE. ITAI......ITAI E' MORTO. -

    [...]

    Il giorno seguente, Sanjuro arrivò quando ormai quasi tutti i Kiriani avevano preso posto.
    Si presentò con decisamente molta roba a seguito, al tempio della Nebbia. Non solo aveva con sè una maschera estremamente elaborata, ricavata dal teschio di un orso dei ghiacci, e adornata con sulle spalle due grossi palchi di renna delle nevi, ma persino Gassan si era agghindato per la commossa occasione, ponendosi, da solo, un teschio di ariete sulla sommità, come era usanza tra i bastoni da sciamano.
    Il quale, oltre alla maschera, aveva tutta una particolare tuta da sciamano, il che lo rendeva più simile ad un kebab che ad un uomo, ma nella sua mente, il misticismo regnava sovrano.
    Il punto focale della scena di Sanjuro che varca le porte del tempio però, erano gli oggetti che portava con sè. Aveva due borsoni ENORMI a tracolla, ognuno che pendeva da un lato del suo corpo. E una ulteriore busta nella mano libera dal bastone.
    Una volta nel tempio, poggiò da una parte i borsoni, prese la busta con sè, e iniziò a tirare fuori dei festoni rituali, praticamente delle enormi strisce bianche, lunghissime, che nel giro di pochi minuti, avrebbe attaccato alle pareti, quindi tirò fuori dalle borse una lunga lista di oggetti, che dispose in giro per il salone secondo un preciso metodo sciamanico. Nell'ordine:

    - Un braciere grande come una padella da frittura, che in realtà era appunto la sua padella da frittura, ma con su scritto, a pennarello "BRACIERE PER ITAI"
    - Tredici foglie di agave di palude, da spargere in giro
    - Tre urne contenenti chissà cosa, e in certi casi l'ignoranza non è mai troppa, che pose triangolarmente ai vertici della sala
    - Un pacco di bigliettini, che distribuì silenziosamente a tutti i presenti
    - Altrettanti gessetti scuri per scrivere su suddetti bigliettini, fatti ovviamente in guano, e infatti puzzavano.
    - Un mazzo di fiori chiaramente morti da tempo.
    - Una capra, anch'essa morta da tempo, posta praticamente sulla porta, sulla quale pose i fiori.

    Akira era seduto nell'unica sedia in vista nei locali, probabilmente lui avrebbe parlato per primo per ricordare il defunto amico, quindi lo sciamano, il cui compito sacro lo obbligava a presidiare i riti funebri, si pose in piedi accanto al chunin, da notare come l'uomo non avesse proferito parola dal momento della sua entrata teatrale, e rivolgendosi a tutti i presenti, disse, a testa bassa, e con le lacrime sul volto:

    - Bentrovati, amici carissimi. Siamo qui oggi per ricordare un caro amico, un capo, e un ninja come pochi si vedono nel mondo. I bigliettini che avete, sono per essere riempiti con un pensiero che vada a raggiungere Itai nel posto in cui si trova adesso. Una volta raccolti li brucerò in questo braciere, ed essi raggiungeranno il defunto Mizukage, per donargli la pace che molti di noi cercano. Akira qui, sarà il primo a ricordare Itai, per donargli il giusto saluto, poi a turno, tutti quelli che vorranno, prima di svelare queste teche, contenenti i doni del villaggio alla memoria del nostro trapassato amico. -

    Ovviamente Sanjuro come al solito non aveva capito niente, per lui le teche contenevano omaggi del villaggio a Itai, il quale lo aveva riaccolto nel villaggio come ultimo gesto di generosità, poichè, sapendo di un male incurabile che da mesi lo affliggeva, aveva chiamato al villaggio un misterioso curatore da lontano per donargli sollievo, ma alla fine, colto da orribili dolori alla testa, come suggerito dalla pigna, aveva dovuto arrendersi all'unica possibilità, scoprire le proprie carte, e lasciare che, colpito da qualcosa più forte di lui, la sua vita si strappasse sotto il peso della sofferenza. Tutto tornava. E ora stava a Sanjuro, aiutarlo nel suo cammino verso il piano mistico.





    Edited by Jotaro Jaku - 4/2/2016, 14:32
     
    .
  7. Dolcecattiva
        Like  
     
    .

    User deleted


    La sesta riunione di Kiri I





    Erano i uggiosi, i giorni precedenti al recapito della missiva a tutti gli shinobi del villaggio della nebbia.
    Vento, pioggia, freddo, cielo grigio, fratelli scorazzanti per casa urlando mentre giocavano ad "acchiapparello", litigi tra i due, botte e come al salito Maya doveva intervenire per bloccare i 2 bimbetti.
    Ma la ragazza in quei giorni aveva un brutto presentimento, stava accadendo qualcosa di terribile per obbligare la gente a non uscire dal paese per nessuna ragione e chi era fuori doveva obbligatoriamente tornare in paese.

    Si.. sta proprio accadendo qualosa di brutto, non è mi è mai capitato di sentire questo "ordine".. meglio stare in allerta, potrebbe succedere qualsiasi cosa!

    La sera precedente all'arrivo della missiva, la giovane kunoichi non riusciva a prendere sonno, si girava e rigirava nel letto, ma nulla. Tanti pensieri brutti le passavano per la testa, preoccupazioni, ansie e la paura che in caso estremo non avrebbe potuto aiutare nessuno.
    Quella notte la passò sveglia a girarsi i pollici.

    Il mattino seguente, infatti arrivò la chiamata. Tutti gli shinobi di kiri, dovevano presentarsi al tempio della nebbia alle ore 10 per la "sesta riunione di villaggio". Era firmata dal mizukage stesso.
    Mille pensieri passarono per la testa: un attacco imminente, una guerra di stato, la morte di qualche funzionario importante, l'annuncio della morte del guardiano, non sapeva che cosa pensare tant'è che stanca per la nottata insonne e per i lavori fatti in casa durante la giornata che prima di andare a cena, si appoggiò sul letto e dormi fino alle 6 del giorno successivo.

    Appena sveglia, Maya vide l'orario e nonostante fosse presto si alzò lo stesso poichè i crampi della fame la stavano distruggendo. In maniera molto furtiva per non svegliare nessuno, scese in cucina per prepararsi un'abbondante colazione con latte, caffè, miele e biscotti. Passò mezz'ora circa da quando si sedette al tavolo a mangiare e con la stessa calma avuta prima, risalì in camera sua per cominciare a prepararsi.
    3 quarti prima dell'incontro, Maya uscì di casa in direzione del tempio Mamma io esco, vado al tempio per vedere che succede. A più tardi!

    Dopo 40minuti di passeggiata, la kunoichi arrivò al tempio e trovò le porte spalancate. All'interno trovò già altri shinobi, tra i quali una sola ragazza, già seduti ed uno strano individuo con un ciuffo strano seduto alla poltrona centrale della sala. Strano... non lo ricordavo così il mizukage.. è passato un pò di tempo dalla festa dei bambini, ma non può essere cambiato così tanto! Al fianco del ragazzo vi era un folle (sciamano forse?) con una maschera inquietante fatta con un teschio e delle enormi corna sulle spalle, teschi sparsi qua e la sugli stracci addosso e un enorme teschio di animale sul bastone.
    Oh diamine. A questo manca qualche venerdi.
    Si guardò attorno e vide un suo vecchio compagno di missione, Ryuu, e si sedette al suo fianco. Ciao Ryuu! e come gesto di saluto gli diede un piccolo schiaffetto alla coscia.
    Appena seduta, quel folle sciamano annunciò la morte del kage EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEh??? Ma questo è ubriaco fradicio Diede dei bigliettini neri e sentendo uno strano odore, Maya lo portò al naso Cazzo che puzzano Ryuu, hai sentito?
    Con molta nonchalance lo gettò in terra perchè le faceva schifo anche al tatto. Diede un ultima occhiata attorno a se e vide 7 teche coperte da un velo azzurro. Il contenuto era un mistero, ma trattenne la curiosità e non domandò nulla al suo vicino compagno Ryuu.
    Qualcosa di molto misterioso stava accadendo nel villaggio. Non restava che aspettare l'autorità massima del villaggio per avere ulteriori spiegazioni.




    Edited by Dolcecattiva - 4/2/2016, 15:49
     
    .
  8.     +5   Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    La Sesta Riunione di Kiri

    II


    Non era vero. No...
    Non poteva essere vero. Ti...Ti stai sbagliando...
    Era tutta una finzione, una burla, un errore. Incredulo e come pietrificato rimasi immobile sulla sedia principale, mentre i ninja del villaggio facevano di volta in volta ingresso nel luogo. Dapprima entrò Seinji, poi Ryuu, seguito da una ragazza e da Meika, poi tutti gli altri, ed infine arrivò Sanjuro, lo sciamano. Era stato solo grazie a lui che ero riuscito a capire l'errore che avevo commesso, sin dal giorno precedente. Come è potuto succedere... Quando?
    Lo sciamano, accompagnato dal fedelissimo - era un bastone, dopotutto - Gassan, entrambi in abiti da alta cerimonia, per le occasioni formali e più spirituali e mistiche, senza dire una parola, iniziò i preparativi per la sua cerimonia. C-Come faremo adesso...?
    La mia testa si poggiò, come di schianto, sulla sedia, mentre le gambe sembravano crollare anche se il peso del mio corpo era sostenuto dalla sedia. I miei occhi, ormai umidi, per aver realizzato ciò che era successo, erano volutamente distolti dal braciere per il corpo di Itai. O quel che ne restava.
    E' stato il Jashinista... Sibilai. Doveva essere andata così.
    Ryuu aveva trovato il fabbro, l'adoratore immortale amante delle uccisioni e questo, preso da un raptus di ira funesto causato dalla sua folle religione, doveva aver sorpresa Itai nel sonno, e fatto sciacallaggio del suo corpo. La missiva portava il sigillo del Mizukage e il suo nome non perché era stata indetta DA LUI, ma perché era PER LUI.

    Itai era deceduto. E quindi quelle non sono le Sp-p-pad-e-e... Le teche erano state coperte per nascondere agli occhi degli shinobi la vista del povero corpo sventrato del giovane kage. Ma perché sette?
    Quasi non notai la presenza di Meika e le sue parole al mio fianco, ero troppo sconvolto. Le emozioni e i pensieri assalivano la mia testa e il mio cuore. Itai era morto, ed era anche colpa mia. La mia insistenza per riforgiare le Sette era stata tale da non fargli prendere le dovute cautele con il fabbro. Un uomo così pericoloso non poteva di certo stare vicino al kage senza dovuta protezione, ma per via delle segretezza della missione questo non era stato possibile.
    Era stata colpa mia.
    Crollai a terra, in ginocchio, proprio mentre Sanjuro si avvicinava a me. Meika... Guardai l'Akuma in volto, in cerca del suo sostegno. Perché non sono stato avvisato! Ero il fottuto guardiano di quel villaggio, oltre ad essere uno dei ninja più vicini al Mizukage, eppure nessuno aveva avuto il coraggio di dirmelo. Lo hanno trucidato! Quel bastardo di un fabbro! Non gli bastava ucciderlo colpendolo alle spalle, ha smembrato il suo cadavere! Sette pezzi! Sette fottutissimi pezzi! Battei entrambi i pugni a terra con violenza, con tutta la forza del mio corpo, facendo scricchiolare il pavimento del vecchio tempio. Le lacrime caddero sul legno. Un chiaro riferimento alle spade che lui voleva riforgiare... Un atto di potenza e simbolico, oltre ad essere irrisorio nei confronti di Kiri tutta.
    Singhiozzai, deglutii, ma alla fine cercai di riprendere il controllo.
    Dovevo farcela. Se non io, chi altro doveva?
    Troppi pochi ninja, troppo inesperti. Sanjuro sarebbe stato un abile e fidato consigliere grazie ai suoi poteri mistici e di preveggenza. Meika era un dottore, ed era a me troppo cara: una carica come quella sarebbe stata forse un fardello troppo grande per lei, ed io non potevo permettere che gli accadesse qualcosa. L'uomo mascherato degli Akuma? Asmodai non aveva ancora recuperato la piena fiducia di Itai, non poteva di certo avere la mia.
    Dovevo farlo io. Per Kiri, per le giovani e promettenti nuove leve come Ryuu, e anche per Itai stesso.

    Ritrovai la forza.
    Mi rialzai da terra, guardando un'ultima volta ancora il dolce viso di Meika.
    Era bellissima.
    Stava cercando di sorridere per farmi forza, anche lei era d'accordo con me.
    Gli sorrisi a mia volta, con le lacrime ancora che scendevano dai miei occhi. Gli sfiorai la mano con la mia, quindi, invitato da Sanjuro a prendere la parola per ricordare Itai, feci un passo avanti e parlai ad alta voce, cercando di nascondere l'emozione, la tristezza, la paura e lo sconforto. Prima di ciò, rivolsi un sorriso e un cenno del capo in ossequio allo sciamano. E a Gassan.

    Shinobi e kunoichi di Kiri, fratelli della Nebbia, amici miei... Questo è un giorno di dolore non solo per Kiri, ma per tutto il paese dell'Acqua. Quest'oggi mi duole comunicarvi che il nostro amatissimo Nono Mizukage, Itai Nara, è deceduto prematuramente. Non fu un avversario onorevole ad avere la meglio su di lui, nessuno avrebbe potuto, lo sappiamo bene... Fu un fabbro traditore e voltagabbana, che troppe volte nella sua vita ha ucciso e troppe altre volte lo farà, non per necessità ma per gusto del sangue e della morte, in none di un dio falso e sanguinario.
    Pagherà, lo giuro sul mio cuore e sul mio clan.
    Battei il pugno destro sul mio petto, in prossimità del cuore, con sguardo fiero rivolto verso terra. Ma quest oggi deve essere un giorno solo per Itai, per ricordare la sua memoria, per ricordarci per sempre di lui. Lui... Uomo d'onore, leale, coraggioso... Ninja potente, come pochi se ne sono visti su questo mondo... Marito e padre, non solo per le sue bambine, ma per tutti noi. Quest oggi noi siamo qui riuniti per dirgli grazie.
    So che tutti voi avreste mille parole di ringraziamento per il nostro Kage, ed io non posso fare la vece di tutti voi... Non mi sento in grado di farlo, non riuscirei... Quindi preferisco lasciare la parola a voi, miei cari amici, prima di lasciar fare a Sanjuro i riti necessari per guidare lo spirito di Itai verso il regno dei suoi padri e dei loro padri prima di loro.
    Era forte in vita, lo sarà nella morte. Saprà trovare la strada e il suo posto nel nuovo mondo.
    Guardai il tetto, ma figuratamente immaginai un cielo stellato sopra di me, e una scia bianca di una cometa, che mostrava la via ad Itai, e guidava le nostre azioni sulla terra.

    Il tempo per la successione sarebbe arrivato presto. Cercai la mano di Meika, stringendola. Mi occuperò io della tua famiglia... Quelle bambine non cresceranno senza un padre, come ho fatto io... Non lo permetterò mai, amico mio... Meika e Sanjuro avrebbero sentito distintamente le mie parole, la mia ultima promessa al vecchio Mizukage.
    Guardai ancora Meika in volto. Sono pronto. Lo ero davvero? Non potevo non esserlo, ero l'unico che poteva farlo.
    Sanjuro... Mio consigliere e amico... Mi sedetti nuovamente sulla sedia, ma questa volta in modo formale e comporto. Le gambe leggermente distanti l'una dall'altra, la schiena ben poggiata ed eretta contro lo schienale. Lo sguardo fisso, frontale, reale. Porterò il peso del comando come avrebbe voluto Itai. Trattenni il respiro.
    Come avrebbe fatto Itai... Respirai.
    Metti pure il copricapo sulla mia testa. Incoronami, avrei voluto dire, ma poi sarei potuto apparire leggermente montato agli occhi dei miei nuovi ninja.
    Leggermente. Montato... Per non dire altro.

    Per non dire idiota, a conti fatti.
     
    .
  9.     -2   Like  
     
    .
    Avatar

    Colui che è

    Group
    Giocatori
    Posts
    18,059
    Reputation
    +214
    Location
    Luce di stelle

    Status
    Anonymous

    × Off-Game ×


    × Legenda
    Narrazione
    «Dialoghi»



    Da quando Seinji si era seduto, tranquillo, su una delle tante sedie poste nel Tempio, erano successe fin troppe cose per poterle comprendere e poterle razionalizzare. Troppo vivaci erano i nuovi ninja di Kiri, e troppo alti i loro desideri, anche se, ascoltando tutta quella sceneggiata portata in avanti da quel vestito tutto strano che andava posizionare oggetti a caso qua e la per il tempio e da Akira - che la volta passata nell'ufficio gli sembrò essere un ragazzo attento e composto, Seinji non riuscì a trattenere un sincero sorriso. Non tanto per la morte mai avvenuta di Itai, - difficilmente quel bastardo se ne sarebbe morto così, - quanto per l'indole scherzosa che tutto quell'affare stava prendendo. E così, una volta che tutti ebbero modo di esprimere la loro cordiale solidarietà a un Kage ancora vivo e vegeto per convinzione di Seinji, portando avanti forse la loro stupidaggine innata, o forse solo cercando di illudere tutti e appropriarsi del posto di Itai che per legge morale, etica, giuridica e qualsiasi altra spettava a Seinji, quest'ultimo si alzò calmo dal suo posto, pian-piano incamminandosi verso la sedia occupata da Akira, e durante il cammino attivò la vista dei suoi occhi, andando a sbirciare cos'erano per davvero quei 7 oggetti posti li vicino. [Attivazione Vista Vitale] Trovando il contenuto delle teche al quanto strano, per non dire di più. Insomma, le 7 spade di Kiri erano scomparse molto tempo addietro, e il loro ritorno a Kiri da riforgiate poteva significare una sola cosa: il Kage di Konoha stava davvero cercando di riportare Kiri al suo antico splendore.
    "Oh, che bello..."
    «Vostra sciamanosità, e vostra... hmm... acquosità...» - quando arrivò vicino alla sedia, fece un inchino riservato al tizio seduto sulla sedia e quello con i strani vestiti addosso - «Se la mia, ormai consumata dagli anni di passione e di servizio per Kiri, vista, non mi tradisce, ci sono proprio le 7 spade di Kiri nascoste in queste teche... Il che mi fa pensare che Itai Nara sti preparando un fragoroso buffet come lo avrebbe dovuto fare il fidato servo di questo villaggio molti giorni fa, » - s'inchinò lievemente portando la mano al petto, rimproverandosi per non aver preparato del sushi per festeggiare una simile notizia e per non aver ordinato da qualche parte 6, - no, 7! - botti di vino bianco da consumare in quel luogo sacro in segno della futura rinascita di Kiri. Poi continuò il suo discorso, con un tono calmo e assertivo, guardando sia Akira, sia quell'altro con fare un po' spaventato.
    «Tuttavia, se volete pure continuare a credere che il Mizukage sia morto... bhe, fate pure. Io intanto esamino per bene le spade dentro le teche, in modo da poterne scegliere una adatta alla mia indole e al mio ego nel mentre voi qui vi diate da fare...» - E con queste parole Seinji si sarebbe, senza ascoltare gli altri due, avvicinato alle 7 spade, posizionandosi dinnanzi ad una delle 7 teche, precisamente quella che più aveva attirato la sua vista demoniaca, e precisamente quella che più aveva conquistato il suo cuore, - Kujira, il taglio della balena.
    «Bhe, se Itai non avrà niente in contrario quando verrà qui, questa spada diventerà mia...» - disse calmo, quasi volendo allungare una mano per prendersi la spada e scappare con essa chissà dove, e quasi aspettando che qualcuno obiettasse qualcosa. - «Se però qualcuno desiderasse averla al posto mio, che alzi la mano: sarò lieto di sfidarlo in un combattimento all'ultimo sangue.»
    Dunque, egli avrebbe fatto un altro piccolo inchino ad Akira, e come un vero maggiordomo avrebbe aspettato che qualcuno obiettasse, pronto a staccargli la testa per quella spada e vederla rotolare fino alle 7 teche, così che un funerale lo avrebbero potuto avere davvero.
    «Ah, e se la Sua Acquosità Akira Hozuki del clan Hozuki del Villaggio di Kiri che tanto vuole prendere il posto di Itai ecc. non ha niente da obiettare, andrei un attimo a casa a preparare del sushi e a portare qui del vino buono per festeggiare il lieto evento e passare il tempo in attesa di Itai,» - sospirò facendo un segno verso alla porta. - «Posso assicurare che preparo del sushi di alta qualità e che fra poco aprirò un sushi-bar... e quindi... ehm... ehm... sfrutto l'occasione per invitarvi in tanti a mangiare il sushi da me e a portarmi i vostri soldi. Grazie per l'attenzione e buon proseguimento di riunione.»
    Finito di parlare con il suo avviso riguardante il sushi-bar che prossimamente avrebbe aperto, Seinji avrebbe tentato di prendere la teca contenente la spada che voleva e tornarsene al suo posto tra la gente.


    Seinji
    Chakra: 400 Bassissimi
    Vitalità:15,5/15,5 leggere

    Illusione:

    Slot Difesa 1: ///
    Slot Difesa 2: ///
    Slot Difesa 3: ///

    Slot azione 1: ///
    Slot azione 2: ///
    Slot azione 3: ///

    Slot Tecnica Avanzata: ///
    Slot Tecnica Base: ///

    Abilità usate: ///
     
    .
  10. -Meika
        +1   Like  
     
    .

    User deleted


    La Sesta Riunione di Kiri

    II



    Non era possibile. Avrei dovuto voltarmi e scappare il più presto possibile prima che qualcuno potesse intuire un mio vago legame con quel ragazzo. Potevo incolpare Sanjuro fino ad un certo punto, dieci anni di solitudine nelle Paludi di Genosha erano un'ottima scusa per considerarsi del tutto andati di cervello e dunque comprendere mare persino il più chiaro dei messaggi, ma il fraintendimento di Akira era tutt'altra storia.

    Meika...


    Quando lui chiamò il mio nome avevo le braccia incrociate al petto e stavo cercano (disperatamente) un modo per salvare il salvabile, ma ogni secondo che passava Akira sembrava volersi scavare la tomba con le sue stesse mani. Il problema grave era che era assolutamente convinto della cosa.


    Perché non sono stato avvisato!


    Perché non c'era niente di cui avvisarti, Bakakira, dissi a denti stretti mentre la vena pulsava con maggior forza Anche se confermi la regola che bisogna pensare persino ai più idioti.

    Lo hanno trucidato! Quel bastardo di un fabbro! Non gli bastava ucciderlo colpendolo alle spalle, ha smembrato il suo cadavere! Sette pezzi! Sette fottutissimi pezzi!



    Se non fossi fatto di acqua ti squarterei ora io con le mie mani in sette ezi, Ahozuki, stavo usando tutto il mio personale repertorio di insulti che con affetto gli riservavo. Ma tanto lui non mi ascoltava: una volta partito con le sue elucubrazioni, anche idiote, si sarebbe fermato solo quando avrebbe deciso che era abbastanza.


    Ad un tratto lui parve riprendersi da quella news e sperai forse che si fosse reso conto che era frutto dell'elucubrazone di un folle che aveva distribuito bracieri e capre morte in giro.
    Alllora hai cap..., sciocca, sciocca Meika. Lui mi sfiorò le dita e la mia speranza di un rinsavimento fu prolungata giusto il tempo necessario a farmi illudere. Quando la sua meravigliosa flippica iniziò arretrai tra il confuso e l'inorridito fino ad arretrare in una posizione più defilata e lì raggomitolarmi miseramente su me stessa...


    ...iniziando dolorosamente a ripensare alle svariate scelte fatte nel recente passato e che avrebbero potuto subire un brusco cambiamento nel prossimo futuro.
    Per la morte di qualcuno sia ben inteso.


    Sarebbe stato perfetto se fosse giunto il Mizukage a fermare quella follia. Invece arrivò Asmodai che in termini alquanto strani ad apostrofando Sanjuro come "Sua Sciamanosità" ed Akira come "Sua Acquosità" svelò l'arcano ai due rovinando quel simpatico quadretto che si era venuto a creare. E fin lì tutto bene, finché non decise di prender possesso futuro di una spada (diedi uno sguardo anche io, erano tutte normalissime Katane) e pubblicizzare la prossima apertura del suo Sushi-bar. Ecco, la fiera del ridicolo era completa e non potei far altro che unirmi ad essa.
    Ci sono momenti nella vita in cui l'orgoglio va accantonato per un bene superiore, e far prendere un colpo a quei due creduloni era ciò che avrei fatto in barba al fatto che si fossero esposti ancora più al ridicolo. Tanto la riunione non era ancora iniziata. Allora, senza farmi vedere, ancora rannicchiata in un angolo fintamente disperata per le reazioni assurde di Akira (da Sanjuro potevo aspettarmi di tutto... ma anche da Akira, in effetti) attivai i miei occhi e dalla teca in cui si trovava la spada che voleva Asmodai (che per inciso non era Kujira, bensì Sango) sorse una specie di fantasma. Era identico al Mizukage, ma traslucido e fluttuante.
    Akira Hozuki, non credere ad Asmodai! Sanjuro ha capito tutto, sono morto e la mia anima è stata sigillata in sette oggetti diversi!, nel mentre io guardavo distrattamente il muro davanti a me, lasciando che quel fantasma facesse il resto.
    Piccola nota, a meno di trovarsi entro trentasei metri da me nessuno l'avrebbe notato. Dato che si perseguiva imperterriti nell'idiozia avrei dato il mio contributo, quantomeno per riderci su da lì al resto dell'eternità.


     
    .
  11.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,609
    Reputation
    +242
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    La Sesta Riunione di Kiri
    Capitolo Uno


    Atto I
    Un manipolo di incompetenti. †
    Erano passati pochi giorni dalla mia visita in amministrazione e dal mio incontro con lo sciamano, Sanjuro, e la mia vita ancora non si era messa a posto. Ancora la missione per recuperare la Kenkichi del secondo Capoclan, Ryuuji, non era stata neanche programmata e l'incontro col Flagello si avvicinava ogni giorno di più, anzi, mancavano solo due giorni prima della mia necessaria partenza per Oto. Avrei dovuto scoprire prima ancora di poter fare qualsiasi cosa. L'ansia e l'importanza di quella situazione mi pressavano come poche cose al mondo erano riuscite a fare nella mia vita fino a quel momento. Eppure dovevo mantenere la calma, dovevo rimanere razionalmente attaccato ai miei doveri, i fratelli del Bosco dell'Upupa stavano arrivando e dovevo organizzare la ripopolazione del Clan Kenkichi.
    Spensi la candela sulla mia scrivania, era arrivata l'ora di andare a dormire: mi stavo occupando di corrispondenza, stavo cercando notizie su di un libro fuori produzione che trattava della Grande Guerra ninja. Non era molto che mi ero appassionato alla lettura, e molto belle esperienze, tipo il bagno di sangue con Jeral, avevano avuto inizio proprio da alcune letture. Dopotutto, c'era anche un detto della vecchia propaganda kiriana "Libro e Moschetto, Ninja perfetto!". Mentre mi dirigevo verso la mia camera da letto sentii una forte coppia di colpi risuonare in tutto il palazzo: qualcuno stava bussando sulle gigantesche maniglie del nero castello Kenkichi. Mi avvicinai alla porta, ancora totalmente avvolto nelle bende, ancora vestito con gli abiti da allenamento, ed aprii: un ninja dell'amministrazione si scusò per l'ora e mi comunicò che per via di un malinteso, la missiva amministrativa che mi stavano consegnando era arrivata soltanto alla sera quando doveva essere consegnata alle prime luci dell'alba. Lo congedai ringraziandolo e me ne andai chiudendo l'enorme portone dietro di me. Aprii la lettera togliendo il sigillo e lessi della comunicazione del Kage per il giorno seguente. « Sarà il caso di presentarsi come un evento di questo tipo raccomanda. » pensai, all'idea di dover sfilare nel tempio o, comunque, di dover presiedere insieme ad altri ninja in una riunione. « Dovrei essermi portato da Taki gli abiti cerimoniali non militari ... » dissi tra me e me mentre risalivo le scale verso il bagno ed una doccia calda, prima, e verso il letto poi.

    [...]


    Alle nove e venti del giorno seguente ero già pronto: per la prima volta, credo, Kiri mi avrebbe visto in abiti cerimoniali ma, notizia ancor più sconvolgente, mi avrebbero visto senza le mie onnipresenti bende da combattimento sul volto. Un lungo foulard color sabbia mi avvolgeva il collo fermandosi su una placca metallica subito sotto alle spalle e continuando poi divenendo un mantello lunghissimo del medesimo colore. Indossavo un'uniforme verde oliva, di seta, con ricami neri e dorati, avente anch'essa placche metalliche sulle spalle e sulle ginocchia; infine anfibi militari sotto la caviglia e fascia in tessuto riprendevano il colore del mantello. Mancava solo, al mio fianco sinistro, Saruhyondo. Non volli togliere la custodia vacante dall'abito, anzi, fui fiero di portarla in quel modo. Diedi un ultimo controllo ai miei capelli, mi intinsi del più dolce dei profumi che possedevo e uscii di casa, dirigendomi verso il vicino Tempio della Nebbia.
    Le motivazioni della convocazione non mi tangevano. La curiosità era l'ultima delle mie elucubrazioni in quel momento - gli ordini sono ordini e non si discutono né ci si domanda troppo sul loro senso. E poi non volevo sciuparmi la sorpresa con macchinazioni cerebrali totalmente prive di fondamento. La cosa che più attirava la mia attenzione era la presenza di tutti gli shinobi e le kunoichi di Kiri. Chissà dunque chi avrei incontrato oltre i soliti, noti volti.

    [...]


    Nonostante il mio discreto anticipo il posto era già gremito di persone e sembrava che mi stessi perdendo qualcosa: dall'uscio del tempo sul quale mi trovavo, potevo vedere che sette teche coperte da altrettanti drappi con sopra ricamato il simbolo di Kiri facevano da abside ad una sedia al centro di questo, due file di panche collocate dirimpetto ad essa erano - senza ombra di dubbio né possibilità di fraintendimento - adibite all'accoglienza dei ninja convocati. Che il posto al centro della stanza fosse destinato ad Itai era fuori di dubbio, tuttavia ... tuttavia c'erano quattro persone lì nei pressi, anzi, una era seduta proprio sul trono del Kage! Questo non era nient'altro che il Guardiano delle mura di Kiri che in più di una occasione ho avuto modo di incontrare per motivi disparati e che, in più di una occasione, appunto, mi ha dato da credere che fosse una delle persone meno adatte a ricoprire un qualsiasi tipo di incarico. Era forse fin troppo simile ad Itai, probabilmente. Accanto a lui, agghindato nel suo eccentrico modo, c'erano Sanjuro e Gassan, il suo bastone. Da lui potevo aspettarmi di tutto, non pretesi dunque di comprendere le sue intenzioni. Inoltre c'erano un uomo ed una donna - quest'ultima mi parve familiare ma non riuscivo a ricordarmi dove l'avevo vista - di cui ignoravo totalmente ogni informazione. In quel momento però, l'unica cosa che sapevo è che stavano profanando un luogo sacro. « Hey, voi quattro! » dissi alzando il braccio e puntando verso di loro l'indice della mano destra, iniziando la mia camminata lenta, fiera e maestosa mentre il vento leggero sollevava il mio mantello.

    « allontanatevi immediatamente da lì. Quella zona è riservata al Kage che arriverà a momenti, state profanando la sua autorità, rivestendovi di ruoli che vi sono propri. Tornate sulle panche e comportatevi da ninja quali siete, porgendo il rispetto che il nostro Kyuudaime Mizukage merita. » dissi con voce perentorea, fermandomi dove iniziavano le panche, lontano dalla zona adibita al Kage. Mentre camminavo nella stanza non potei fare a meno di notare la pecora morta, i bigliettini sulle panche, i nastri bianchi che adornavano la stanza, le padelle usate come ceneriere ... erano cose tipiche da Sanjuro. Puntai il dito contro di lui, a quel punto, e con le sopracciglia inarcate, gli chiesi: « Cos'hai architettato questa volta, vecchio pazzo? »
    Qualora il Kage si fosse palesato prima di una qualsiasi risposa o nel bel mezzo di questa, avrei interrotto ogni altro tipo di azione e mi sarei inchinato, in base alla circostanza ed avrei preso posto non appena possibile.





    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.


     
    .
  12. The_Drake
        Like  
     
    .

    User deleted


    Sesta Riunione di Kiri



    Sonnecchiavo, ormai era quasi l'alba e mia mdre mi aveva detto più e più volte la scorsa sera di chiudere bene i battenti delle finestre o la luce mi avrebbe disturbato nel sonno: non l'ascoltai, come al solito; Quella lama di luce mi toccava il volte, accendendolo come una lampadina nelle zone di pelle.
    Tutto brillava, considerando la mia pelle pallida e quasi bianca, così come gli occhi che al barlume della luce piano piano si aprivano.
    Che sonno, madonna che sonno.
    Tonfi giù dalle scale, una voce che sembrava quella di mia madre che usciva di casa e sbatteva la porta dietro di sè, forse lasciandomi a casa da solo: quella giornata non sarei andato in Accademia per proseguire gli studi, per cui avrei potuto fare ciò che volevo; Ma che catalessi pesante mi stava cogliendo, erostanco, veramente stanco, visto che avevo fatto tardi la sera prima.
    Molti ragazzi dicono di rimanere alzati fino a tarda sera ad allenarsi per meritarsi finalmente il grado Genin e quindi diventare a tutti gli effetti dei ninja utili al villaggio, io invece avevo passato il giorno seguente ad ozziare, giocare con alcuni amici poco fuori le mura di Kiri, fino ad abbuffarmi con mamma ad un chiosco di ramen poco dopo il suo turno di lavoro alle mura della Nebbia; Era stanca, quindi tornò prima, lasciandomi pure libera per il villaggio, fidandosi della persona che aveva cresciuto e conscia che non mi sarebbe successo nulla: era abbastanza fiduciosa che in quel periodo, nella Nebbia, non ci fossero pericoli per ragazzi come me.
    Io quindi passai il resto del tempo a guardare le stelle, lanciare kunai contro qualche albero, cercare di spiare le persone senza esser visto, così tanto per gioco, leggere fumetti fino a tardi sopra il tetto di casa.


    DRIIIIIINNNN!!!!! DRIIIIIINNNN!!!!!!



    Aprii gli occhi di colpo, alzai la testa di scatto come se un morto si fosse destato dalla sua tomba, mi sbilancia di lato e caddi dal letto pesantemente: cosa cavolo era successo? Qualcuno stava suonando al campanello di casa ed io ero ancora a letto; capii di essermi addormentato ancora una volta, anche perchè sentivo la voce di mia madre dentro casa, segno che fosse tornata.
    Mi cambiai e scesi veloce per mangiare qualcosa.
    Mia madre mi stava aspettando con sguardo accigliato: si sarebbe aspettata che fossi stato sveglio da un pezzo e non ora. Takeshi, guarda cosa è arrivato oggi... Mi lancio, facendola strisciare verso di me sul tavolo della cucina, una missiva: era già stata aperta, ovviamente da mia madre; La presi in mano con una mano, mentre con l'altra mi stropicciavo gli occhi, e lessi lentamente.
    Strabuzzai gli occhi e la bocca.
    Guardai subito mia madre esterrefatto. Che sucecde!? Cioè una riunione di Kiri dopo così tanto tempo!? E tu ne sai qualcosa!? Che succede!? Dissi in maniera forsennata e precipitosa, alzandomi in piedi e sbattendo i pugni sul tavolo. Non saprei, non si vociferava nulla nelle mura e sinceramente non saprei che aspettarmi da una cosa del genere. Cioè, il Mizukage che ci chiama tutti a raccolta...dopo molto...spero non sia successo nulla di grave: anche se non penso. Disse molto calma e un poco pensierosa. Ma quindi andremo assieme? Dissi molto calmo, dirigendomi verso la dispensa e cercando con lo sguardo se ci fosse qualcosa da mangiare. Certo, la partecipazione è obbligatoria, se non che è un ordine diretto del nostro Mizukage. Non possiamo mancare! Sorrise, mentre io decisi di prendermi dei biscotti per iniziare la colazione delle undici del mattino.


    maxresdefault
    Camminavo al fianco di mia madre nella strada principale che portava verso la zona della riunione di Kiri; Ero agitato, perchè non sapevo cosa stava succedendo e c'erano veramente molte shinobi che quella mattina si muovevano di gran fretta nella zona di ritrovo: pazzesco, non avevo mai visto una cosa del genere, sembrava quasi ne facessi parte anche io, o almeno fino a quando non incipai da solo e quasi rischiai di schiantarmi al suolo. Stai bene Takeshi? Mi sembri molto agitato... Disse Onori al mio fianco, prendendomi in tempo per il kimono. Si cavolo, sono veramente super agitato! Non saprei cosa aspettarmi da una cosa del genere...cioè guardati attorno! Pieno di shinobi che corrono e si dirigono in fretta verso la zona della riunione...sembra una cosa grossa! Poi non immaginavo ci fossero così tanti ninja a Kiri! Dissi entusiasta; Mia madre rise e fece cenno di sbrigarsi: allungammo il passo verso la zona di ritrovo, cercando di superare la popolazione normale e sperando di arrivare in tempo per prendere i posti per osservare cosa stava succedendo; Volevo vedere cosa sarebbe successo e la motivazione della riunione, ero curioso, ero contento, ero impaurito allo stesso tempo.


    Arrivammo nella zona e molti ninja erano ormai presenti nel loco. Io sempre al fianco di Onori, mia madre, mi osservai in giro: non conoscevo proprio nessuno a prima vista, ma notai che c'erano veramente tutti, partendo da alcuni miei amici, ai loro genitori, altri ninja che non conoscevano; La cosa che però mi fece strabuzzare gli occhi, fù la presenza di uno strano tipo, vestiti in abiti da sciamano, che decantava una sorte di veglia funebre, dicendo che il Mizukage fosse morto, forse assassinato e che quella intera riunione fosse stata fatta per ricordare la sua memoria.
    Oh mio dio, ero ad un funerale di un Kage: mia madre si sbagliava, Kiri non era così tanto sicura come se ne parlava. Era ancora un villaggio a rischio di morti. Mamma....è morto... Dissi rammaricato della cosa: cavolo prima riunione e celebravo una cosa negativa, sai che bel inizio di carriera shinobi. No caro, tranquillo...quella gente mi sembra un pò troppo sgangherata. Poi se ci fosse stata veramente la morte del Mizukage, ci sarebbe stato tutt'altri tipi di "festeggiamenti!", se così si possono definire. Disse divertita dalla mia reazione, sorridendomi e tranquillizzandomi all'istante. Stupidi... Conclusi con quel pensiero, iniziandomi a spostare autonomamente nella sala.
    Cercavo di capire quelle sette teche cosa poteva contenere: sette teche con i simobli di Kiri sopra incisi.
    Non capivo cosa potessero esssere.
    Iniziai a girovagare per i cavoli miei, cercando di sbirciare o chiedendo in giro cosa ci fosse al loro interno, ma nessuno sapeva; L'unica cosa che continuava ad aumentare era la quantità di ninja che decantassero la morte di Itai, il Mizukage; Non lo avevo mai visto di persona, ma su qualche giornale o manifesto. Decisi di sgattaiolare, vista la mia bassa statura verso il centro della sala, sperando che le persone li riunite avessero fatto passare un ragazzino, verso la zona dove vi era una sola sedia: cavolo si sarebbe seduti li sicuramente ed io volevo vederlo.
     
    .
  13.     +2   Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    La Sesta Riunione di Kiri

    II




    Prima fui preceduto da Ayame, che saggiamente aveva accettato di lasciare le bambine dai Tengu data l'occasione. Sebbene ormai fosse lontana da quella vita da diversi anni anche lei era Kunoichi - in via ufficiale - e dunque sedette sugli spalti assieme a tutti gli altri. Non poté non notare il teatrino che andava formandosi e le parole di Akira le fecero scappare un sorriso divertito.
    Itai morto? Per quanto temesse quell'occasione di sicuro in quei dieci minuti non era accaduto nulla. Così rimase in silenzio, seduta, ad osservare il Tempio che lentamente si riempiva di tutti gli Shinobi e le Kunoichi di Kiri.
    Poi arrivò il Mizukage.


    In realtà non era mai stato così lontano. Era solo in una stanza posteriore ad attendere che la sala si riempisse. Per l'occasione avevo deciso di evitare gli abiti formali che decisamente non mi appartenevano, puntando per un più tranquillo (e solito) mantello bianco con onde azzurre in basso che recava i kanji del mio grado ordinatamente cuciti al centro. Yogan, sempre al mio fianco, si avvicinò.
    Stanno facendo un bel caos lì fuori, annunciò senza riuscire ad evitare di ridacchiare. Sospirai, non dovendomi sforzare per niente per capire chi stesse andando su di giri.
    C'è rischio che scoppi una rissa?, domandai a Yogan ridacchiò ancora, scuotendo il capo.
    Oh la preferiresti secondo me. Ti credono morto. Quello svitato di Genosha lo crede ed Akira Hozuki gli è andato dietro, disse cercando in maniera abbastanza palese di trattenere la risata che le nasceva dentro.
    Per tutti i Kami, esclamai sospirando Andiamo a fermare questa follia. Ed a dare al Villaggio qualcosa di cui essere orgoglioso, già perché quel giorno c'erano diversi motivi d'orgoglio per Kiri.


    Così uscii dalla stanzetta dov'ero e mi avvicinai a quella che doveva essere la mia sedia davanti la quale stazionavano Akira e Sanjuro. Più defilata, apprentemente in preda a qualche crisi di qualche genere, c'era Meika. E poi un mio fantasma che fluttuava al di sopra delle spade. Cosa sta accadendo qui...

    56bca6bd0cdfc
    Faccia di Itai all'ingresso


    Con una calma quasi serafica comparvi alle spalle di Akira, posando una mano sulla sua spalla. Mi hanno detto che sono morto, dissi allora con un sorriso alquanto tirato dipinto sul viso. Era evidente che gradissi che quelle inutili ciance finissero al più presto. Ero vivo e vegeto, per loro (s)fortuna.
    Come potete vedere non è così, aggiunsi poi. Sparite di qui, fu il mio unico secco comando che tutti quanti che non avevano ancora preso posto avrebbero fatto davvero bene a seguire. Non avrei avuto problemi ad agire in accordo con i loro errori e le conseguenti mancanze di rispetto. E fate sparire questo fantasma, aggiunsi seccato sedendomi poi al mio posto. Yogan sedette in terra al mio fianco. Forse i più sapevano quale fosse la sua vera forma ed il perché di quel comportamento da parte di quella ragazzina e se qualcuno si fosse sorpreso a parole probabilmente in quella sala avrebbe trovato altra gente disposta a dirgli che quella dolce nanetta era in realtà un drago in grado di divorare gran parte del villaggio con un sol boccone.
    Direi che possiamo iniziare


    Feci un sospiro, alzando una mano per imporre il silenzio a chi ancora chiacchierava e quando fui certo che l'attenzione era tutta su di me presi la parola.
    Ninja di Kiri, forse vi starete chiedendo il perché di questa convocazione, iniziai con voce squillante, desiderando andare diretto al punto senza perdere tempo. Fremevo. Ero felice di ciò che avevo fatto per il Villaggio e volevo che il Villaggio ne fosse altrettanto felice.
    Da troppo tempo quelle che erano i nostri tesori sono spariti, dissi Trafugati, perduti o peggio. Le vecchie Sette Spade sono scomparse e sparse per il mondo e tutto ciò è un'onta che non è possibile semplicemente lavare. Allora ho pensato che l'orgoglio ferito di Kiri può rinascere insieme a nuove Sette Spade! Mi alzai, avvicinandomi piano alle teche.
    Fratelli di Kiri, lasciate che vi mostri oggi i nuovi tesori della Nebbia, le nuove Sette Spade di Kiri, il tono era solenne. Con un breve sigillo i teli scomparvero in una piccola nuvoletta di fumo e dunque si palesarono gli sforzi dei Ninja che avevo mandato a recuperare i materiali ed il Fabbro. L'ultima opera dell'Immortale Ocha, ormai deceduto. Le spade erano nella loro forma sigillata, ognuna delle quali poggiata ad un sostegno di pregiata fattura. Ogni lama era di un colore diverso, ma ciò che poteva stupire era il fatto che fossero semplicemente... katane! Le Spade di Kiri erano note per avere forme e poteri stravaganti ma esse erano ben diverse dal passato.
    Il loro vero potere era sigillato e poteva essere brandito solo raramente. Ma quando scatenato, sapeva essere pericoloso. Sameha, Nishikigoi, Sango, Unagi, Kujira, Sarupa e Utsubo, dissi i loro nomi, rammentandoli a memoria dopo averli detti così tante volte da averli incisi a fuoco nella mia mente. Ed oggi alcune di loro vedranno i loro Spadaccini, dissi poi, guardando il volto delle persone lì sedute. Tornai indietro verso la sedia e rimasi in piedi dinanzi essa.
    Le Spade oggi sono qui grazie agli sforzi di tre Ninja che hanno completato i compiti a loro assegnati, recuperando il metallo nella gelida landa di Genosha e ritrovando Ocha, il Fabbro che le ha forgiate, guardai i tre presenti uno per volta, senza riuscire a non lasciarmi scappare un sorriso. Akira Hozuki, Meika Akuma, Ryuu Mizukiyo fatevi avanti.


    Attesi e che i tre giungessero sino davanti me. Akira Hozuki, iniziai, rispettando l'ordine dei loro nomi. Da questo momento in poi non sei più un Guardiano della Nebbia. Il tuo compito sarà guidare le Squadre Speciali del Villaggio, annunciai, con sicura gioia da parte del ragazzo. Inoltre, feci una breve pausa e composi un unico sigillo Sameha scomparve dalla sua teca e ricomparve nella mia mano destra, mentre il fodero nella sinistra. Appena la presi tra le dita però accadde qualcosa: la spada mutò! Sameha divenne lunga due metri, la lama divenne seghettata ed all'estremità della stessa vi era una piccola lama accessoria triangolare.
    Era dunque questo il potere della Spada! Il Villaggio della Nebbia ti affida Sameha, dissi anche questa volta con solennità. Usa questo tesoro per il bene del Villaggio e ricorda che essa non ti appartiene, dunque allungai il manico verso di lui, lasciando che la impugnasse.
    Quando le sue dita toccarono il manico però la spada tornò alla sua forma originaria di Katana dalla lama azzurra.
    Meika Akuma, mi spostai fino a trovarmi dinanzi la ragazza. Da questo momento in poi non sei più un Guardiano della Nebbia. Ti affido l'Ospedale di Kiri e la sua Squadra Medica. Conosco le tue arti e sappi che ti sei meritata una Spada al pari di Akira se ciò si confacesse alle tue qualità, ma su questo ho i miei dubbi... e sei abbastanza intelligente da pensarla come me immagino, ero praticamente certo che affidare una Spada a Meika sarebbe stato un inutile onore. Le Spade non erano onori, le Spade erano armi e dovevano essere usate al meglio.
    Ryuu Mizukiyo, dissi infine al mio giovane allievo. Sei cresciuto molto negli ultimi mesi come Shinobi e come uomo. Sento di potermi fidare di te. Ryuu, da oggi sei un Guardiano della Nebbia, annunciai infine. Sei troppo inesperto per brandire una delle Sette Spade, ma quando non lo sarai più torna da me e comprenderemo se sei uno Shinobi adatto a questo compito, dissi.
    Il Villaggio della Nebbia vi ringrazia, conclusi, lasciandoli tornare al loro posto forse frastornati ma certamente felici. Tornai dunque al mio posto e vi sedetti.


    Dunque, la Nebbia avrà nuovamente una Squadra Medica ed una Squadra Speciale assieme a degli Spadaccini, ma è ora che tutti voi iniziate a lavorare attivamente per il bene del Villaggio della Nebbia, avevo sempre scelto la gente personalmente poiché nessuno mi aveva mai chiesto di fare qualcosa per il Villaggio. Era ora che la tendenza venisse invertita. Il Villaggio necessita di un altro valido Guardiano e di gente che si assuma il compito di essere un torturatore. C'è qualcuno tra voi, mi chiedo, che si sente in grado di assumersi queste responsabilità? Nessuno mai è venuto a bussare alla mia porta per mettesi a disposizione del Villaggio, ho dispensato ruoli ed ho ricevuto fedele obbedienza ma a questo punto mi chiedo se Kiri abbia degli Shinobi che vogliano la sua grandezza oppure uomini che si accontentano di eseguire ordini, guardai la folla allora, attendendo risposte. Ciò di cui aveva bisogno il Villaggio era noto, ma in quel momento l'avevo esplicitato. Chi si sarebbe alzato tra essi?

    Diamoci una settimana circa di tempo per postare :sisi: Se avete bisogno di qualche giorno extra dite pure.
    N.B questo vuol dire che potete venire a chiedere i ruoli se ritenete di poterlo assumere, senza aspettare che vi venga a scegliere io :ahsi:

     
    .
  14.     +3   Like  
     
    .
    Avatar

    Jotty2Hotty

    Group
    Fan
    Posts
    1,341
    Reputation
    +703

    Status
    Anonymous

    Kiri, la città infestata



    Un copricapo? Akira aveva forse freddo alla testa? Forse lo shock della notizia lo aveva sconvolto, quindi Sanjuro, che non aveva compreso la metafora di nominare l'Hozuki nuovo Mizukage, frugò dentro al suo abito da cerimonia, e tirò fuori una maschera composta da un teschio di lucertola delle nevi e in un attimo la ficcò sulla testa dell'Hozuki, legandola sotto al suo mento con un elastico. Ecco il copricapo.
    Annuì soddisfatto.
    - Ottimo contro il freddo d'estate e contro le pigne che cadono, amico mio. Bel discorso il tuo. Toccante. - Annuì di nuovo, soddisfatto. Come se l'occasione della morte di Itai fosse momentaneamente scomparsa.

    Pochi istanti dopo, un altro ninja, che non aveva mai visto, si alzò, iniziando a blaterare qualcosa riguardo delle spade, del sushi, e altre cose che Sanjuro non riuscì a capire bene, dato che stava passando a recuperare i bigliettini da buttare nel braciere, per poi accenderlo e riposizionarsi vicino ad Akira, mentre un forte odore di cacca di rospo affumicata, di sistendeva un po' ovunque nel tempio. L'unica cosa che gli fu chiara, fu che Akira aveva appena offerto una cena a base di Sushi nel locale del suddetto ninja. (?)
    Sanjuro si voltò quindi verso il Guardiano, estremamente soddisfatto.
    - Come dici? Mi offri una cena di sushi all'apertura del suo locale? Ma certo che accetto Akira. -
    Fissandolo, annuendo. Soddisfatto. (?)

    Improvvisamente, una figura mistica si levò dalla teca a cui si era avvicinato il ninja misterioso amante del Sushi. Una strana forma fantasmosa che assomigliava terribilmente ad Itai.




    56bf048904b32
    IL SUO SPIRITO SI ERA LEVATO






    Per tutte le lumache volanti. Sanjuro doveva fare qualcosa, quindi cercò di recuperare dalla paura che gli aveva bloccato il volto sotto la maschera, e cercò di pensare a un metodo per aiutare lo spirito di Itai ad andarsene tranquillamente, senza che diventasse violento. Il rituale della capra era riuscito davvero a riportarlo tra gli uomini. E pensare che Sanjuro lo aveva creato ascoltando i consigli di Gassan. Per tutti i tuoni subacquei, ma allora era davvero uno sciamano estremamente abile e potente. Senza pensarci due volte, si recò verso lo spirito di Itai sopra la teca, e impugnando Gassan nella mano destra, orizzontalmente sopra la testa, iniziò a saltellare su un piede e poi sull'altro, pronunciando parole mistiche, affinchè il defunto Mizukage trovasse la via di casa. Era così concentrato a sculettare davanti alla teca, che non si rese nemmeno conto che un altro ninja gli stava praticamente urlando contro. Keiji.

    - Sarò anche un vecchio pazzo ragazzo, ma almeno non sono un vecchio pazzo. -

    Quando il vero Itai fece il suo ingresso e Meika fece sparire il fantasma, Sanjuro si riavvicinò ad Akira, solo per trovarsi davanti, il vero Itai.


    56bf06f21fbed



    Fu un attimo, dall'alto della sua estrema rapidità ninja (En. Bianca - 100) Sanjuro si allungò in avanti per colpire Itai al petto con quella che sembrava una pallina di sale grosso che aveva tirato fuori da una manica della tenuta da sciamano, dalla distanza di pochi centimetri, che lo separavano dal Kage. Per tutti i bastoni da sciamano, due spiriti di Itai, ma cosa stava succedendo. Poteva esserci solo una spiegazione.

    Kiri era infestata



    Subito dopo venne scacciato dallo stesso Itai assieme ad Akira, e quindi, per evitare di innalzare la collera di quello spirito, Sanjuro, guardingo, si allontanò, posizionandosi vicino al braciere. Per tuta la durata della riunione non perse mai di vista Itai, e non smise mai di mettere nel braciere, di nascosto, qualche fogliolino rituale ricavato dal guano essiccato.
    Come non smise di borbottare sommessamente frasi magiche per esorcizzare la figura che aveva davanti.
    Itai era deceduto, e il suo fantasma governava Kiri. La situazione era peggiore di quanto immaginasse. Doveva fare qualcosa.


    [...]

    Nei minuti che seguirono, il fantasma di Itai nominò Akira membro delle squadre speciali, Meika medico a tutti gli effetti, e Ryuu guardiano, assegnando una delle spade all'Hozuki.
    Quindi nelle teche c'erano delle spade. La cosa si faceva sempre più misteriosa. Doveva in qualche modo immolarsi per il bene dello spirito di Itai, per donargli la possibilità di trapassare in pace. Quindi, quando il Mizukage, o meglio, quando il fantasma del Mizukage invitò i presenti a prendere una decisione per il bene del villaggio, Sanjuro tirò fuori un pennarello e in fretta e furia si scarabocchiò sulla faccia, sotto la maschera, una decina di simboli di protezione e di buona sorte, quindi, afferrato Gassan, ciabattando con le infradito gialle si recò davanti al Kage, e si inchinò.

    Per prima cosa controllò che il fantasma avesse l'ombra.
    E ce l'aveva. Sfortunatamente.
    Quindi era ancora molto legato al mondo. La missione di Sanjuro sarebbe stata estremamente più complessa del previsto.

    - Nobile Kage, al fine di proteggere il villaggio e la vostra...entità, io, Sanjuro, mi offro come suo consigliere, per poterla servire e seguire come un'ombra, e aiutarla con le mie conoscenze, a comprendere il futuro del villaggio. -

    Che tradotto significava: stare il più vicino possibile a quello che ora era il fantasma di Itai, per scoprire cosa necessitava per lasciare questo mondo. Già. Kiri era governata da uno spettro.
    Non voleva una spada, tanto non sarebbe stato capace di brandirla, voleva solo dare pace allo spirito inquieto di un uomo che era stato benevolo con lui, donandogli delle estremamente comode ciabatte.


     
    .
  15. The_Drake
        Like  
     
    .

    User deleted


    Sesta Riunione di Kiri



    Una porta laterale si aprì, io ero quasi davanti e percepii che molti shinobi smisero di parlare e la cosa mi portò a voltarmi rapido verso la direzione di tutti; Sentii una voce eccheggiare sopra tutti, zittire alcuni ninja che stavano creando tutto quel finimondo dentro alla stanza, e che confermava esser "viva": era lui, era Itai il Mizukage, era appena entrato dentro alla stanza.
    Io non riuscivo a scorgerlo, ero troppo basso e schiacciato in mezzo agli shinobi.
    Sgattaiolai veloce attraverso le gambe, per portarmi davanti a tutti o almeno vicino abbastanza da poter osservare la sedia che era posta per lui, doveva esser per lui; Fù così, sentivo i passi dirigersi verso quella direzione e il mio cuore batteva forte, agitato ed emozionato.
    Non lo avevo mai incontrato e vederlo sarebbe stato emozionante.
    La cosa positiva era che fosse vivio, proprio come diceva mamma Onori, ma allora perchè tutto quel siparietto? Non dovevano essere persone apposto o magari erano amiche del Mizukage abbastanza da poter non incorrere nelle sue ire; Non sapevo che tipo di persona fosse, se severa o se molto scherzosa, quindi non sapevo cosa aspettarmi da una cosa del genere: dalla reazione capii che forse erano suoi amici, conoscenti o allievi di qualche tipo. Pensai che se fossi stato nella posizione di Itai, avrei, oltre che a zittire tutti, anche preso provvedimenti seri per chi rovinava una riunione del villaggio, poi chiamata con così tanto anticipo e fretta.


    Scusate...scusate...permesso...



    Sentivo che il discorso era iniziato e io mi stavo spostando verso la sedia: mi fermai dietro a due ninja tra la folla, così che potessi "spiare" il Kage da dietro loro, forse timido di averlo davanti a me o forse perchè preferivo dare precedenza ad altri, suppur volessi stare nei posti migliori; Alla fine era uno studente di Accademia, quindi nulla di che, cosa avrei potuto cambiare in Kiri? Quanto sarebbe valsa la mia parola in confronto anche solo di un Genin? Cavolo, devo fare ancora tanta strada e il divario mi sembra enorme ed invalicabile.
    Finalmente giunse anche il momento delle spiegazioni, del capire perchè ci fosse quest'oggi la riunione: le spade di Kiri erano state riforgiate e tornate a casa loro; Ne sapevo poco nulla su quella storia, non sapevo chi avesse preso le spade, dove fossero finite o del perchè: sapevo solo che si narrava di leggende, in cui 7 spadaccini della Nebbia difendevano il villaggio utilizzando mitiche armi, anch'esse provviste di poteri strani, dimostrando capacità e bravura fuori dal comune.
    Questo era quello che sapevo e per dirla tutta, pensavo che ci fossero anche oggi, ma fossero assegnati a qualche squadra speciale o fossero sotto copertura per non rischiare la vita.
    Poco mi fregava.
    Cioè, tutto molto bello e molto solenne, ma cosa potevo farcene io? Alla fine quelle spade sarebbero finite in mano a qualche ninja molto più abile di me e che sicuro se la meritava, se il Mizukage era colui che le avrebbe assegnate.
    Venni a sapere che a fù nemmeno Itai a recuperare i materiali, ma tre shinobi della Nebbia: quella sarebbe stata una missione a cui avrei voluto partecipare; Si tratta pur sempre di recuperare dei materiali preziosi e di riportarli a colui che aveva capacità di forgiare armi simili.
    Poi mostrò le armi, delle katane che poteva trasformarmi in qualcosa di molto più grande e bello Cavolo...uaoooo!!! L'unica cosa che mi usci dalla bocca, spalancata per tutta la durata della dimostrazione; Sembravo uno scemo, fortuna che ero dietro quegli shinobi o avrei fatto uan figura pessima.
    Mi nascosi meglio dietro uno dei due, sperando di non esser visto ed allo stesso tempo sbirciavo dietro di lui.
    Poi sentii una mano familiare toccarmi la testa, era mia madre. Hai visto Takeshi? Finalmente le spade di Kiri sono tornate...dovremmo tutti ringraziare quei tre shinobi che hanno così coraggiosamente recuperato i materiali per le ricostruzione. Sii fiero del tuo villaggio, vedi che ci sono ninja degni del suo nome e gloria, ancora pronti a sacrificarsi per la Nebbia! Disse silenziosamente, posizionata dietro di me, senza lasciare la sua mano dalla mia testa, quasi in segno di presenza o per calmarmi. Ma per come si comportavano prima, non ci avrei scommesso nulla sul loro valore...ma se dici così allora sarà vero! Meritano il nostro rispetto. Ma mamma...dici che un giorno potrò anche io averne una!? Dissi, speranzoso che la sua risposta fosse positiva, anche se sapevo di giocare in casa e di aspettarmi una risposta positiva da essa. Caro, solo gli shinobi più meritevoli meritano di impugnare una di quelle spade...anche se diverse da com'erano un tempo, il loro spirito è rimasto come quello di un tempo, quindi non devono esser lasciate in mani inesperte, che potrebbero solo farle perdere ancora una volta. E' già stato un duro colpo quando è successo tempo fà, non vorrei succedesse ancora una volta: per cui se punti ad una di esse, ti prego di impegnarti, cresci, migliora, diventa forte e capace! Era diventata quasi seria e la sua risposta mi aveva spiazzato: forse ero troppo giovane per capire cosa rappresentassero quelle spade per il villaggio ed avevo sottovalutato la situazione; Forse esistevano delle cose che andavano protette sopra tutto, perchè rientravano nella cultura di Kiri tanto da inorgoglire lo stesso villaggio e le persone che ci abitavano. Ti prometto che riuscirò a diventare uno shinobi meritevole di esse...ed in caso non riuscissi mai ad averne una, comunque abbastanza bravo in altre cose! Disse sorridendo, battendomi il pugno al petto. Bravo, sono sicura che ci riuscirai! Ora però fà silenzio che il Mizukage stà parlando! Mi zitti subito a quelle parole e ripresi a guardare Itai per capire quali fossero le sue parole.

    Le parole del Kage erano dirette a tutti noi: chiedeva alle persone di prendere una posizione, di esporsi e di proporsi per delle cariche nel villaggio; Voleva altri guardiani, un torturatore. Uno della folla si propose come consigliere, cavolo bella mossa, poter stare al fianco del Mizukage doveva avere i suoi vantaggi e si poteva imparare molto da lui.
    Io rimasi dietro la folla, per un attimo ci pensai sul serio di fare un passo avanti ed aprire bocca: ma per cosa? Cosa ero veramente capace? Ero in grado di torturare le persone? Sapevo come chiedere le cose per recuperare informazioni? No, non penso, non in quel momento.
    Forse sarei potuto esser utile alle mura, forse.
    Guardai mia madre, cercando uno sguardo con essa, ricordando le parole che mi aveva sussurrato precedentemente: lei mi sorrise e annuì, forse aveva capito cosa volevo fare; Avevo il cuore che batteva all'impazzata.


    Mizukage, la prego di accettare questa "candidatura".
    Mi chiamo Takeshi Nishimura, ora come ora sono un semplice studente, nemmeno un Genin di Kiri...ma se le servirà il mio aiuto, voglio che sappia che potrà contare su di me! Cercherò di darle una mano al meglio delle mie possibilità, per il bene del villaggio!



    Dissi questo facendo un passo avanti, spintonando di forza i ninja che avevo davanti a che fino a qualche momento prima erano stati il mio scudo: forse era ora di uscire dal guscio che mi aveva protetto fino a quel momento, forse il pulcino doveva iniziare a volare da solo, spostandosi dalla madre chioccia.
    Nel farlo cercai di guardare negli occhi Itai, ma sentendomi in forte imbarazzo abbassai lo sguardo nella fase finale: cavolo ero uno studente che aveva preso parola su un evento del genere, che figura ci avevo fatto!? Ero emozionato, ed alla fine della proposta feci un passo indietro, tenendo lo sguardo basso, sperando che nessuno ridesse per quella proposta.
     
    .
30 replies since 2/2/2016, 15:47   989 views
  Share  
.