Sottotetto

[Abitazione]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Chumry
        Like  
     
    .

    User deleted


    Narrato " Pensato " - Parlato - - Parlato altrui -

    Una base solida



    Non era da molto nel villaggio, comunque aveva trovato il modo di raccimolare qulache soldo per prendere uno spazio da considerare casa.
    Intorno al porto l'aria si colorava di profumi e trasportava suoni a tutte le ore.

    Soprattutto gli affitti calavano vertiginosamente di prezzo.

    Doveva osservare bene i dintorni per non perdersi.
    Dal molo numero cinque prendere la strada principale percorrendola in direzione della piazza, dopo il banco del pesce con il vecchio che dorme s'imboccava una viuzza secondaria fiancheggiata da un canale di scolo. Questa andava poi ad incrociarsi con un'altra via, piuttosto grande ma poco passeggiata.

    jpg

    Lì il canale si univa ad un fiumiciattolo, i cui argini erano lastricati da mattonelle.
    L'ambiente era abbastanza scuro, sebbene fossero le sette di sera. La brezza che spirava dal mare diradava la nebbia una volta ogni tanto, rendendo nitido uno spesso strato di muschio verde che si propagava dall'argine alle fessure delle mattonelle, rendendo instabile metà del marciapiede.
    Un sottile strato di umidità era comunque presente su tutte le superfici, persino i palazzi che mostravano una curiosa variazione di colore laddove l'umidità nel tempo aveva stabilito il proprio fronte di combattimento con il vento.

    Ormai aveva il naso alzato e i palazzi che si alzavano ai due fianchi occupavano il suo sguardo e la sua attenzione.
    Le finestre erano aperte e gli ambienti rumorosi, tuttavia erano pochi gli ingressi sulla strada, e quelli che c'erano non sembravano di esercizi commerciali.
    Si accorse che il suono cigolante del legno riecheggiava da tutte le direzioni, dall'interno dei palazzi e dalle vie limitrofe, ma un suono di rottura riportò la sua attenzione ed il suo sguardo a terra.
    Un passante lo scrutava in modo strano mentre si trascinava in direzione contraria, proveniva dall'altra parte del torrente che aveva appena attraversato grazie ad un ponte in legno apparentemente pericolante.


    "effettivamente le taverne e i negozi dove sono stato erano tutti sorretti da strutture di legno, malgrado l'aspetto esteriore rinforzato in pietra"
    In quei posti il fumo e gli odori penetravano nelle pareti e negli arredi, conferendo ad alcuni luoghi un fetore inimmaginabile, ma lui era abituato alla stiva di una nave e la cosa non lo smuoveva particolarmente.

    Mentre l'estraneo si avvicinava Takezo si accorse che non distoglieva lo sguardo, e il passo fiacco risultava tuttavia deciso nella sua direzione.
    Il braccio destro iniziava a formicolare, la borsa con le sue cose ricadeva sulla schiena e pesava trascinando l'arto con se verso il pavimento
    "e questo che vuole?"

    Una maschera di rughe soffocava il viso di quell'uomo e la sua apparenza tradiva la luce presente nei suoi occhi, non poteva fare a meno di ricambiare lo sguardo, ansioso di vedere lo svolgimento di quell'incontro.

    Nel frattempo, contava i passi
    "tre . . . due . . . uno . . . eeee"
    Erano ormai faccia a faccia e la tensione era palpabile, fermò il suo cammino davanti a quella sagoma coperta da un lungo poncho di un colore indefinito fra il verde ed il blu, ormai lavato ed unto per resistere alla pioggia troppe volte.

    jpg

    lasciò a terra la borsa dopo essersi arrestato, accingendosi ad iniziare un discorso, ma non ce ne fu bisogno.

    - tu sei Takezo, dunque. -
    "!? che . . ."
    - Sei sato fortunato ragazzo, stavo per andare via. Non ti han detto niente quei quattro matti? ti aspettavo per le sei e mezza. -

    Un lampo di chiarezza illuminò i pensieri del giovane che sembrò riprendersi.
    - sei e trenta? davvero? Mi spiace moltissimo per l'incomprensione, lei deve essere il signor Gekko, giusto? -
    Gekko era il vecchio proprietario del sottotetto del quale i pescatori avevano parlato per trovargli alloggio in zona.
    Si inchinò.
    - No il mio nome è Raqqo, sono il fratello -

    Un temibile sorriso sdentato apparve in quel volto, che lentamente si era disteso

    " Mmmh "
    - Ma vieni, ti apro l'appartamento così ti sistemi. -



    Con l'accenno di una piroetta instabile il vecchio si voltò e riprese la sua lenta marcia, trascinava vistosamente la gamba destra.
    Takezo attese un attimo valutando il suo interlocutore.
    riprese il suo bagaglio dopo un po' e seguì la sagoma barcollante, silenzioso, al suo passo.

    jpg



    - Così sei un ninja eh? -
    - Alle prime armi. -
    - Ah, e come te la cavi? -
    " Dove vuoi arrivare, vecchio ?! "
    - So fare a pugni. -
    Traversarono il ponte riempiendo la via di quel malsano suono così vicino al "crak" di rottura.
    - Hahahahah! Sei simpatico ragazzo, dove hai imparato? -
    La risata gutturale suonò in armonia con il legno.
    - Boxavo nelle taverne, ero nel giro degli incontri, La gente scommetteva su Kyandoru. -





    Erano giunti davanti ad una porta un po' arrangiata, assi inchiodate ed una rudimentale maniglia avvitata a mano.
    Non che avessero fatto tanta strada, il ponte di legno era precisamente in fronte al palazzo.
    " Almeno ho un riferimento "
    Il vecchio inserì una chiave spessa e girò con foga facendo scattare il chiavistello.
    Una volta liberata la serratura la porta sembrò aprirsi da sola trascinando col suo peso Raqqo.
    Entrarono in un luogo angusto con scale a chiocciola e poche finestre, una di dimensioni accettabili ad ogni pianerottolo e qualche fessura per la luce lungo le rampe.
    Il legno dominava ancora una volta la scena, assieme ad un corrimano di metallo che saliva con la scala.
    La porta che dava sull'esterno si mostrò rinforzata anch'essa con bande d'acciaio imbullonate.
    " Sarà diventato vecchio ad aprire e chiudere questo buco? "

    - Che ne faceva prima della stanza che mi offre? -
    - Era usata come magazzino da uno dei figli di Gekko, che ora si è dovuto spostare per affari, ma ormai è casa tua ragazzo, sentiti libero di agghindarla come vuoi, ormai io e quella sogliola di mio fratello non s'ha più bisogno di questi spazi e ti ospitiamo volentieri. -
    - La ringrazio. -
    Si inchinò.
    - Oh, le scale sono purtroppo la mia dannazione, spero che non me ne voglia se ti lascio andare da solo fin su, comunque non puoi sbagliare: la porta è l'ultima che c'è ed è rossa come i tuoi capelli! Per qualsiasi problema io abito al piano terra dell'edificio dall'altra parte del ponte, ci vedremo spesso. -
    Dicendo così gli tese le chiavi, portone sulla strada e porta del sottotetto.
    - Ottimo! Si figuri, non è un problema, anzi la ringrazio e mi scuso ancora per il ritardo. Verrò a trovarla sicuramente! -


    Si congedò con il sorriso sulle labbra, aprì la porta rinforzata per far uscire il vecchio Raqqo e la richiuse contenendone l'impatto
    " Pesante è pesante. "
    Con una serie di balzi Takezo affrontò le ripide rampe fino in cima, salendo i cinque piani dell'edificio.
    più che saliva e più che l'odore di pescato, fumo e fogna si faceva forte, forse perchè le finestre sulle scale non avevano vetri.
    " Mmmh... Il che rende inutile la porta sulla strada... Bah."
    Arrivato in cima scorse subito la porta, era di un rosso sbiadito tendente al rosa, per niente paragonabile al rosso vivo della sua chioma.
    Una finestrella si apriva nella parete accanto, rigorosamente senza vetro.
    L'umido penetrava dunque fin dentro le scale e conferiva strane proprietà e forme al legno che ne componeva i piani e la struttura portante.
    " Se non altro non mi mancherà lo stare in mare. "
    Aprì la porticina e si dovette chinare per passare senza battere la testa, chiuse dietro di se e tirò le mandate, lasciando nella serratura le chiavi.
    Uno sguardo gli bastò per capire che era nel posto giusto:
    La prima cosa che notò era la parete sinistra che si apriva in tre finestre belle ampie con un meccanismo di chiusura nella maniglia piuttosto efficiente.
    Il soffitto era inclinato, con le travi a vista grandi come un uomo.
    nella parte più bassa della stanza c'era il letto steso a terra sul pavimento, assieme a dei cuscini quadrati su cui sedere. La parete vicino era in realtà un mobile dove tenere il vestiario.
    Stranamente il legno della stanza era asciutto e non mostrava un'eccessiva usura, mobili pavimento e soffitto erano in buone condizioni.
    " Chissà cosa tenevano qui. Comunque posso non aver paura che mi crolli il tetto in testa. "
    La cucina era separata da un murettino alto un metro e poco più, ed era composta da scaffale, frigorifero, lavello, tavolino e punto fuoco, con struttura di metallo per bollire l'acqua e montare ripiani di cottura. Al suo fianco uno spazio con le esche e la legna. sopra, una catenella penzolava evidenziando la presenza di un'apertura per il fumo.
    Comunque oltre a quello c'erano delle piastre elettriche.
    La parete della cucina nacondeva una porta scorrevole che dava sul bagno, piccolo ma confortevole, questo era lastricato in mattonelle bianche e nere, quando Takezo ci entrò notò subito che tutta l'umidità che sembrava non esserci nella stanza principale era come se si condensasse in quella zona.
    Sorrise mentre orinava, contento del suo nuovo alloggio.

    Recuperò le chiavi dalla serratura e le ripose in tasca.

    Si spogliò dei vestiti che piegò a fianco al letto, si diresse in doccia per sigillare il contratto con il sottotetto, poi fu il momento di cenare.
    Si prese la libertà di ordinare una razione di ramen con antipasto. Quando arrivò, scese per evitare la salita al fattorino.
    Finita la cena venne il tempo del tè.

    La giornata era al termine ed era stanco dall'allenamento che aveva sperimentato quella mattina. Aveva trovato casa ed ora si sentiva in pace.
    Il letto lo attirò a se cingendolo con le coperte nella delicatezza del suo abbraccio.
    Cullò il giovane ninja nel suo sonno





    Edited by Chumry - 30/5/2015, 03:33
     
    .
0 replies since 30/5/2015, 02:08   63 views
  Share  
.