Il recinto degli schiaffi

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  1. Waket
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    Solo due giorni per prepararsi a quello che Haruko era sicura sarebbe stato un evento memorabile (come, del resto, ogni evento a cui partecipava, l'euforia non mancava mai), doveva preparare tutto il necessario e fare le ricerche richieste, non c'era tempo da perdere.
    Peccato che lei di tempo ne stava perdendo parecchio. Era rimasta tutto il pomeriggio dalla sua amica a raccontarle della mattinata. O meglio, ad accennarle cose ed approfondirle rispondendo alle sue domande. Sempre assicurandosi che "non ne doveva parlare con nessuno, era un segreto". Così Raizen aveva detto.
    In maniera decisamente poco carina.

    -Posso dirti però che mi porterà ad un evento!! Sarà sicuramente qualcosa di grandioso, scommetto che ci saranno un sacco di persone importanti! Certo, pensavo che i Vip come lui avessero degli ingressi speciali per evitare la folla, invece lui ha parlato di calci e spintoni. Ed ha anche detto che vuole delle maschere.- Sussultò. -Ho capito, vuole andare in incognito! Per far sì che nessuno lo disturbi mentre di gode la festa, si immischierà nella folla con una maschera! Geniale! Però ha detto che sono la sua unica fan... Forse intendeva l'unica qui a Konoha. Oppure faceva solo il modesto. Hmmm...- Altro sussulto, stavolta più preoccupato. -Oh no!! I costumi!! Devo sbrigarmi, ho solo domani per fare le ricerche che mi servono!-

    Fuggì senza dare troppe altre spiegazioni a Naomi. Beh non che ci fosse bisogno, le aveva letteralmente raccontato tutto. E per farsi perdonare le lasciò una pila di autografi, in fondo lei ne aveva parecchi.
    Si diresse verso un modestissimo negozietto, nascosto tra le vie che portavano verso casa sua, fiondandosi dentro come un lampo e frugando tra i vari costumi.

    Oh no, non gli ho chiesto la taglia! E adesso?? Beh, è gigantesco, dovrò prendere tutti i costumi più enormi che trovo... sperando di azzeccare quella giusta. Uuuh...

    I costumi più grandi erano tutti fatti più o meno allo stesso modo: grossi pupazzoni che ricoprivano il corpo completamente, rappresentanti ogni sorta di animale. Haruko rimase a fissarli per un po', poi con una manata ne prese una ventina, e li porse all'anziano proprietario, un po' confuso.

    -...Vuole un sacchetto?-
    -Signore, non c'è tempo!! Ho bisogno che mi faccia lo scontrino così potrò portare il conto al Kage! Massima urgenza!!-

    Perchè sì, dato che era stato Raizen stesso a mandarla a cercare quei costumi, e sicuramente avrebbe preteso di pagarli lui stesso. L'anziano proprietario, sconvolto, fissò la ragazzina correre via con metà dei suoi costumi del negozio, e nonostante tutto non chiamò le guardie. Troppo sconvolto per reagire? Forse. Ma principalmente Haruko era conosciuta nella sua zona per aver sempre mantenuto la parola, per quanto assurda potesse sembrare. Certo, magari doveva imparare a cambiare quest'abitudine al di fuori del suo quartiere, ma per ora era al sicuro.
    Arrivata a casa, buttò tutti i costumi a terra, misurandoli e pensando quale di quelli sarebbe riuscito ad indossare. Doveva trovare un modo per capire le sue misure senza saperle veramente.

    -XXL forse? ...Mmmh. Probabilmente gli starebbe attillata quanto una tutina di un supereroe. Sempre se ci entra. Dannazione, è la misura più grande di questi costumi!! Eppure se il costume da leone avesse le zampe grandi come il coccodrill...-

    Il suo volto si illuminò, sapeva di avere la soluzione in pugno.

    _________________________________________________________________



    Le ore passarono senza quasi che lei se ne accorgesse. Nessuna luce però proveniva dalla finestra. Si strofinò gli occhi, fissando l'orologio che ticchettava rumorosamente sulla parete, fuori, il silenzio.
    Erano le cinque del mattino.
    Era rimasta sveglia tutto il tempo per sistemare la sua creazione. Ed ancora non era finita, poichè necessitava di un informazione che lei non aveva. Ma per il bene della missione (o meglio dire della festa, ma questo non ne sminuisce l'importanza), le avrebbe ottenute.
    Coprì la sua creazione con un telo, uscendo di casa con una certa fretta, due occhioni stanchi ma determinati. In mano stringeva qualcosa, all'apparenza di vitale importanza per il suo scopo dato come lo custodiva. I suoi passetti svelti erano l'unico rumore udibile, e si avvicinavano sempre più al palazzo dell'Amministrazione. Arrivata davanti alla porta, bussò e suonò.
    E bussò, e suonò.
    E di nuovo.
    E ancora.
    Con una certa insistenza, c'è da dire.
    Era lì per Raizen, ma non si aspettava certo che sarebbe stato lui stesso ad aprirle. La cosa non la scompose, la serietà sul suo volto pareva irreale, soprattutto per una col suo carattere. Complice l'importanza della sua missione e la stanchezza, cosa che le impediva di pronunciare più parole di quelle strettamente necessarie senza farfugliare cose incomprensibili.

    -Signor Raizen. ...No. Raizen e basta.-

    Entrò senza troppi complimenti, chiudendosi la porta alle spalle. Lo fissò per qualche secondo.

    -Si spogli per favore.-

    Nella mano stringeva un metro da sarta. Era chiarissimo il motivo della sua visita, nonostante l'inusuale orario. O almeno era chiaro nella sua testa.
     
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