Il recinto degli schiaffi

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  1. Waket
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    Haruko non era molto sveglia (in... tutti i sensi), ma non poteva non capire che si era appena creato un grosso malinteso, una sorta di trappola nella quale si era infilata da sola.

    -A-aspetti un moment... EHE! Stesi??-

    Il volto pallidino della ragazza si colorò di rosso sentendo la presa di Raizen sulla schiena. Ora era ben chiaro a cosa servissero musica e luci soffuse, anche se la stanza spoglia e l'outfit del colosso lasciavano a desiderare; certo, non che lei avesse chiesto nulla (più o meno), e lui aveva dalla sua parte la scusa dell'improvvisazione.
    Fortunatamente le "manette" improvvisate non erano poi così resistenti come avrebbero dovuto essere: dopo aver tentato, inutilmente, di liberarsene allontanando i polsi tra loro, capì che era decisamente più efficace cercare di sfilare il tutto come fosse un bracciale, gettando il nastro annodato a terra. Lo disturbò anche durante il suo lento valzer verso il divano, alzando semplicemente la gamba ogni volta che Raizen tentasse di trascinarla a sè. Poggiò le mani al petto di lui, stringendo la testa tra le spalle, vergognandosi della situazione appena creata e balbettando, alternando lo sguardo con il volto del colosso, il suo petto e il soffitto, in un vano tentativo di sfreddare l'animo e non finire succube del momento.

    -Eh eh! Eh! ...Signor Raizen! Quando parlavo di misure, non intendevo... Voglio dir- si bloccò, lasciandosi sfilare la maglia quasi senza ribellarsi, facendone giusto un po' più per via della timidezza che per altro. Forse in fondo non le stava dispiacendo quel malinteso. Insomma, solo un paio di giorni prima aveva proclamato Raizen suo idolo, ed ora era finita tra le sue braccia, con lui desideroso di averla. Non era un lusso per tutti, ecco. Staccò le mani dal suo petto per stingere sè stessa in un timido abbraccio, mentre lui le prendeva, a modo suo, le misure.

    -Ahah, gazzellina.-

    Era a tutti gli effetti una piccola, agile, gazzellina. In un vicolo cieco. Con un leone famelico a bloccarle il passaggio. E non stava facendo letteralmente nulla per tentare (seppur inutilmente) di sfuggirgli.

    Cosa faccio?! Cosa faccio?!
    Calma. E' ora di prendere in mano la situazione. No, no, non letteralmente. Tieni le mani al loro posto, svergognata.


    Fece un lungo sospiro, poggiando timidamente le mani sul torso del colosso, ritirandole dopo solo qualche secondo come se si fosse punta al contatto. Si fece sfuggire una risatina nervosa, finendo col mordicchiarsi il labbro insicura e distogliere lo sguardo dal suo volto.

    Dovrei spiegargli tutto. Il malinteso. Riprendere le mie cose, e andarmene.
    ...Ma perchè perdere un occasione simile! Dovrei godermi il momento!!


    Di nuovo, fece per avvolgere le braccia attorno al collo di lui, soffermandosi invece sulle spalle, scuotendo la testa e ritraendo nuovamente le mani. Arrossì ancor più di prima, coprendosi come poteva con le braccia.

    Sarà. Un disastro. Totale.
    Forse sto pensando troppo. Oppure troppo poco.
    Forse dovrei smetterla di pensare.


    Durante il suo ultimo monologo interiore non fece altro che fissarlo, visibilmente insicura, lamentandosi se, per qualche assurdo motivo, avesse allentato la presa. Tornò a poggiargli delicatamente le mani sul petto, domandando con aria quasi seriosa:

    -Quali altre misure le servivano?-

    Edited by Waket - 21/2/2016, 23:51
     
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