Il recinto degli schiaffi

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  1. Waket
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    Haruko si avvicinò a Raizen, mettendosi davanti a lui per osservare ciò che aveva catturato la sua attenzione, un ragazzetto dai capelli corvini. Non ebbe tempo di chiedere nulla, perchè da quella posizione riuscì anche a vedere la loro "destinazione": una sorta di recinto, circondato da uomini urlanti che scambiavano scommesse tra loro, dal quale erano appena usciti due ragazzi; uno dei due le passò di fianco, cosicchè lei potè notare i numerosi lividi che ricoprivano il suo corpo. La ragazza sussultò per un momento, capendo a cosa fosse dovuto tutto quel tambusto, alzando il muso preoccupato verso il Kage, e sussurrando dubbiosa:

    S-signor Raizen, non credo dovremmo trovarci qui...
    Ricordi quando parlavo di esperienza?
    ...Scusi?
    Tu. Dentro.
    Che!?

    E così, senza troppi complimenti, Haruko venne spinta con forza nel recinto, da Raizen stesso. Lei si irrigidì, e tutti si ammutolirono.
    Un silenzio di tomba. Piuttosto imbarazzante, oltretutto. Solo una voce osò gridare qualcosa, o almeno ci provò, perchè non fece in tempo a finire una sola parola che il grido si trasformò in un mugolio di sottofondo, e poi di nuovo il silenzio.
    La giovane si guardò attorno in panico, facendo un po' di passetti indietro in modo da raggiungere il colosso, per sentire che aveva da dirle.

    Ah ah. Consigli. Grazie.

    Panico. Sapeva bene di non essere molto brava nel combattimento, ed ora era costretta a sfidare non si sa bene chi, in un combattimento "legale", osservata da decine di persone, pronte a scommettere su i due combattenti. ...Probabilmente sull'altro.

    "Combatto io"

    Un ragazzo ruppe il silenzio. Anzi, il ragazzo di prima lo fece, quello che aveva attirato l'attenzione di Raizen. Gettando alle sue spalle la bacchetta, ricoprendo così, involontariamente, di brillantini sia lei che il colosso, si avvicino di qualche passo al ragazzo, fino a trovarsi a circa due metri da lui. La sua spontaneità nel socializzare le diede un po' di coraggio, permettendole di interagire con il nuovo arrivato.

    Ciao! Io... uhm. D-di solito non mi presento agli altri in questo modo, ma se non combatto credo che questi signori, e il signor Caos qui dietro, si arrabbieranno molto. Perciò... Ecco... Non prendertela, per favore!

    Chiariti i convenevoli, era tempo di accontentare il pubblico. Avrebbe aspettato un po', ma era chiaro che il ragazzino stesse permettendo ad Haruko di fare la prima mossa, e lei non era sicura se vederla come una gentilezza o un problema.
    Facendosi coraggio (e spinta dalle occhiatacce del suo maestro, se così poteva iniziare a considerarlo), scattò in avanti per azzerare la distanza, cercando di colpirlo con un pugno sullo stomaco, proseguendo con un secondo calcio, potenziato, spazzando con la sinistra all'altezza degli stinchi; se lo avesse evitato saltando, avrebbe sfruttato il momento in cui si trovava in aria per colpirlo con entrambe le mani alle orecchie, tentando di assordarlo temporaneamente. Al contrario, se non avesse saltato, avrebbe tentato di colpirlo alla gola col taglio della mano.

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