Outbreak

Corso Base per Eldingar

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    Inoichi correva e correva senza sosta.
    Non voleva fermarsi, tartassava i muscoli senza pietà e si scontrava con la vegetazione nel suo percorso disperato di sfuggire alla morte. Il Sommo Sacerdote lo inseguiva, non sembrava intenzionato di abbandonare l'idea del sacrificio. Lo Yamanaka più si girava indietro e più si rendeva conto di una scomoda e terribile verità: l'avversario stava accorciando le distanze col suo passo.
    Il giovane respirava rumorosamente e con difficoltà, si sentiva come se i suoi polmoni si stessero svuotando, travolgendone anche il cuore dai mille battiti al secondo. Correva, correva per la sua vita e per le informazioni che essa portava. In fin dei conti, la cassa con i vaccini era rimasta indietro, non era tutto perduto. Ma la speranza si sbiadiva con insistenza alla visione del nemico, alla visione di quei occhi folli e sempre più vicini che assomigliavano tanto alla morte. La concezione del tempo e dello spazio era confusa, gli occhi pieni di lacrime, la gola colma di singhiozzi. Metro dopo metro, la sopportazione abbandonava il fisico, fino a quando, dopo un ultimo passo, i muscoli delle gambe persero la forza, la mente perse coscienza. Era davvero la fine?
    L'oscurità oscurò la vista di Inoichi, con la terribile consapevolezza che il nemico si trovava subito dietro di lui, impugnando un coltello che si sarebbe bagnato ben presto di un sangue che fino ad allora aveva tanto cercato di rimanere nella culla del suo ospite. Gli attimi sembrarono anni.
    Eppure, prima che Inoichi perdesse anche l'udito, le sue orecchie sentirono un suono, un urlo. L'urlo della vita e della salvezza. Quell'urlo portava il timbro di Ayuuki Fuyutsuki, seguito dal tonfo di un colpo.

    «SHANNAROOOOO»



    [...]

    Quando Inoichi aprì gli occhi, si ritrovò alla vista una forte luce. Era il paradiso?
    Se lo fosse stato, avrebbe somigliato moltissimo ad una stanza ospedaliera di Konoha.
    Con quella visione, ben presto lo Yamanaka si sarebbe reso conto che era rimasto in vita. Ayuuki lo aveva salvato. Il suo tempismo era stato... perfetto.
    Egli si alzò di colpo in una posizione da seduto, avvertendo immediatamente un forte dolore alla testa. Ero sotto la flebo, con le ferite disinfettate e con altri abiti addosso. Sul suo comodino c'era un vaso di viole. Le viole, nel Hanakotoba, erano i fiori da mandare ad una persona di cui si ha cura o a cui si pensa spesso. Inoichi lo sapeva, ma non era sicuro che anche chi le aveva mandate conoscesse questo significato. Quelle viole emanavano un delizioso profumo che si era esteso per tutta la stanza. Era rinvigorante inspirare un odore del genere appena sveglio.
    Il silenzio fu interrotto da suoni di passi che si avvicinavano alla stanza.
    Era la Fuyutsuki, compagna di missione nonché salvatrice di una vita.
    «Ayuuki-sama! S-si, sto meglio, grazie!» rispose con incertezza. Ora che riprendeva la concezione della realtà, le sue emozioni riemergevano a galla, rendendo il biondino abbastanza emotivo.
    Con gran sollievo, egli scoprì che la missione in fin dei conti era andata a buon fine; il Sacerdote era stato catturato e le persone vaccinate.
    «Ho consegnato il rapporto all’Amministrazione di Konoha sulla nostra missione umanitaria. Hanno chiesto anche un approfondito Report sul tuo comportamento in missione. Non hai dimostrato particolari qualità nel combattimento. Non sei riuscito ad organizzare un campo medico da solo. Non hai recuperato il carico di Vaccini che ti avevo chiesto.»
    Queste parole furono abbastanza spiazzanti per Inoichi che iniziò a lacrimare in silenzio con gran delusione. In Accademia e non solo era stato sempre quello debole fisicamente, i suoi amici lo proteggevano sempre dai bulli e da quelli che lo infastidivano. La sua insicurezza ed il suo sentimento di inutilità aumentarono. Non era stato in grado, nonostante l'impegno, di dimostrare abilità particolari.
    «Essere un Ninja non significa solo portare a termine il proprio incarico ad ogni costo. Siamo un’arma priva di sentimenti nelle mani del nostro Hokage, abbiamo giurato fedeltà ed obbedienza alla Volontà del Fuoco. Hai dimostrato di possedere qualità ben più rare e preziose di uno Shinobi. Conoscenza di se stessi, dei propri limiti e delle proprie risorse. Spirito di sopravvivenza e capacità di raccogliere informazioni, proteggendole anche a costo della propria vita. Non hai messo scioccamente a repentaglio la tua vita. Ma hai agito mettendo in funzione questo!»
    Queste ultime parole fecero cambiare le lacrime di tristezza in lacrime di felicità. Dopotutto, lo Yamanaka era riuscito di dimostrare qualcosa, il che, in fin dei conti, lo rendeva felice.
    «Grazie.»
    Era riuscito a dire solo questo, tra singhiozzi ed esitazioni. Era grato ad Ayuuki, aveva imparato molto in quella missione. Aveva cambiato idea su alcune cose e la concezione di vita su altre. Ma soprattutto, aveva imparato cosa significava veramente essere un Ninja. Quello era solo un assaggio, un morso di vita che gli sarebbe servito come una spinta per non arrendersi. Non si abbatte per quell'insuccesso, anzi, ora era più motivato ad allenarsi e non mollare.
    Si riprese dai suoi pensieri quando la Genin ricominciò a parlare, dicendogli di riprendersi ed informandolo del fatto che i fiori erano stati mandati dai suoi due amici, Shikako e Chojiro. Anche loro erano partiti per una missione lo stesso giorno di Inoichi e chissà se erano riusciti a portar a termine la loro missione. Quel che era sicuro era che i due fecero ritorno al villaggio prima di lui. E, approposito, per quanto tempo era stato incosciente? Quanto tempo era passato? Il biondo lo voleva scoprire il prima possibile. Fortuna che, probabilmente, lo avrebbe scoperto presto, visto che da fuori la stanza si sentiva la voce familiare di una donna che avanzava con velocità e litigando con un'infermiera.
    «Signora, la prego, si calmi! Il ragazzo si è appena svegliato!»
    «Stai un po zitta Emi e lasciami passare se non vuoi che ti inflizzi una siringa d'aria nella gola. Ayuuki dice che sta bene.»
    La madre di Inoichi aprì con furia la porta della stanza e spinse l'infermiera con forza di lato, facendola cadere per terra. Alla visione del figlio, la bionda sembrò sentirsi male e, dopo aver emiso un grido isterico alla soglia, si diresse verso il figlio, abbracciandolo con forza.
    «F-figlio mio. St-stai bene, sono stata in ansia fino al tuo ritorno!»
    Era anche lei tremolante ed emozionata. Indossava il camice bianco da Medico.
    Il ragazzo abbracciò la madre, sentendosi più sicuro che mai fra quelle braccia. Entrambi piansero. La donna aveva insistito ad essere lei a curare suo figlio una volta arrivato in Ospedale ed ora continuava il suo lavoro, ricontrollando la flebo e cercando di fare qualsiasi cosa per far stare meglio il suo cucciolo. Non riusciva a mantenere un comportamento professionale.
    Finalmente, Inoichi era ritornato a casa, fra le cure dell'amore e l'enorme curiosità di sapere se era stato promosso.
    I due iniziarono a parlare del più e del meno ed Inoichi raccontò alla madre tutto quello che aveva fatto durante la missione.


    Ecco fatto, ultimo post *O*
    Grazie di tutto, mi sono divertito moltissimo! Grazie anche per gli insegnamenti e per avermi tolto dei dubbi in privato!
    E' stata una missione molto emozionante, mi hai dato più voglia di continuare a giocare e te ne sono grato!
    Ci incontreremo di nuovo nel gioco ewe alla prossima!
     
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17 replies since 3/3/2016, 12:48   307 views
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