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[Free per Oda, Keiji e Sho]

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    Beata Coscienza
    Capitolo Secondo



    Atto VIII
    Intravederne la risoluzione †

    Martoriai i loro corpi fino al momento in cui la pazzia e la smania non scomparve dai miei occhi. Respiravo affannosamente mentre le mie nocche pestavano quello che ormai rimaneva dei loro visi: cervella sparse ovunque, quattro occhi e tanto, tanto sangue. Non potevo permettere che qualcuno potesse testimoniare una mia bassezza di quel tipo. L'orecchio mi doleva ma era l'ultimo dei miei pensieri. Intinto in quel cremisi liquido, la prima cosa che mi venne subito in mente fu quella di dirigermi nel luogo della triste storia raccontata da quei due vagabondi. Prima, però, era necessario che mi lavassi. La strada che dovevo percorrere per raggiungere il luogo descritto prevedeva l'attraversamento di un fiume quindi la mia necessità era di rapida e possibile risoluzione. Svolto il solito rituale con le bende, mi diressi vicino al piccolo molo che si intravedeva dietro le fronde del bosco, al fine di trovare un volenteroso che, dietro pagamento o sotto minacce se fosse stato necessario, mi avesse portato il più celermente possibile dall'altra parte del canale.

    [...]


    Non dovetti neanche discendere dalla nave per scovare la casa della storia. Un cumulo di legna arsa giaceva sulla sponda, rovinando il felice paesaggio che si dipingeva alle sue spalle. Ringraziai il vecchietto che mi aveva offerto ospitalità con la sua piccola imbarcazione e mi diressi a piedi nella direzione della casa. Lungo il cammino notai, provenienti dalla mia sinistra, delle impronte particolari. Sembrava quasi che qualcuno stessa camminando con un bastone appoggiato all'ombelico e segnasse la metà tra un piede e l'altro: un solco centrale separava i due piedi. Nonostante la perplessità di tutto ciò, raggiunsi la narrata casetta nel giro di pochi minuti. Vidi immediatamente un cadavere riverso con un pugnale nel petto ma ciò che mi premeva maggiormente era un particolare scorto con la coda dell'occhio: un orecchio, a pochi metri dalla casa, a terra. Corsi verso quest'ultimo per provare ad analizzarlo. Purtroppo era in avanzato stato di decomposizione ma il sangue coagulato era presente all'altezza del taglio netto. Non ero ancora abilissimo in quell'arte ma mi esercitavo sempre sul mio sangue e, per questo, fui quasi certo che quell'orecchio fosse il mio. Oh merda ... sussurrai. Quindi era davvero tutto vero. Osservai l'ambiente circostante, il cadavere, il pugnale, cercando di non inquinare la scena ma anche di estrapolare più informazioni possibili da ciò che avevo davanti. Niente però mi giunse di nuovo. Vidi solo una coppia di impronte che non avevo mai visto fino a quel momento. Sembravano provenire dalla direzione opposta rispetto a dove ero sopraggiunto. Le osservai: dalla forma e dalla profondità che esse avevano lasciato sul terreno argilloso, non mi sembrava potessero corrispondere a nessuno: né ai due uomini che avevo ucciso, né al sottoscritto, né alle peculiari impronte rigate. Era una pista e dovevo seguirla, ovunque mi avesse portato.
    Fu lunga e faticosa ma la sorpresa valse tutto il viaggio. Dopo quasi un'ora di cammino, una figura molto riconoscibile si stagliava a pochi metri da me. Sorrisi di gioia all'idea di poter aver trovato un viso familiare: mio figlio. Sho! gridai, mentre mi avvicinavo. Ed avvicinandomi riuscii a distinguere un'altra sagoma nota accompagnata da un'uomo piuttosto robusto che, però, mi era ignoto. Oda, ci sei anche tu? Dissi. Ebbi vari flash sugli ultimi istanti che riuscivo a ricordare e mi sorse quindi una domanda piuttosto spontaneamente. Voi eravate con me al chiosco del ramen, dopo la festa di fine anno ... cosa è successo dopo che abbiamo pranzato?




    Legenda

    Narrato
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    #E99C1A
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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    La fine?





    Come un maratoneta che conclude la gara in prima posizione, venni accolto al porto da applausi e grida di trionfo.
    La fatica e la paura che avevo avuto in quell'avventura a ritroso mi avevano sfiancato e l'accoglienza che ebbi mi fece sentire in qualche modo ripagato degli sforzi fatti, fino a che non realizzai.

    "Aspetta, ma perché reagiscono così?"

    Certo, per una volta che non mi vedevo davanti ad un drago millenario o ad un esercito di pigmei pronto a marciare per il dominio del mondo, mi sentivo abbastanza tranquillo, se mi applaudivano dovevo aver fatto qualcosa di buono, o almeno così speravo.
    Accettai di buon grado la birra che mi venne offerta, un momento di relax più che apprezzato, in quel modo, davanti ad una bevuta, venni a sapere il motivo per cui ero così apprezzato da quelle parti: a quanto pare ero arrivato da Kiri a nuoto utilizzando due squali come remi.

    -Eheheh, sì... certo... son cose normali per me.....-

    Sussurrai ai marinai mentre una piccola goccia di sudore scendeva lungo la mia tempia destra.

    "Ommioddio potevo un sacco morire, ma di che cosa ero strafatto?....Aspetta, il chiosco di ramen! Non ricordo più niente da quel momento, questo vuol dire che anche Keiji e Oda.... o santo il signore...."

    Poi, mentro ero perso in quei pensieri, ebbi una visione: Keiji.


    -ODDIO KEIJI SEI VIVO!-

    Esclamai scattando in piedi e correndo quindi verso mio padre per abbracciarlo.
    Anche lui sembrava sorpreso di vedermi tanto quanto lo ero io di vedere lui.

    -O cazzo ma ti manca un orecchio! Ti ricordi cosa ti è successo??? Perché io quasi niente, ti dico solo che vengo dal regno dei draghi ed ho sterminato una popolazione di pigmei.... sì, ptrebbe sembrare in ventato, ma ti garantisco che non è così. Sai qualcosa di Oda?-

    Anche lui però sembrava ignaro della posizione di mio fratello.

    -Diamine, sono sicuro che riusciremo a trovarlo a Kiri, dal punto in cui sono partito per arrivare qui. Sono convinto che una volta lì saremo in grado di capire cosa ci è successo, e poi potremmo portare i nostri reclami informali a quel maledetto venditore di Ramen.-

    Così, in compagnia di mio padre, presi una barca per arrivare alle spode meridionali di Kiri, dove speravo di trovare mio fratello assieme anche a tante risposte.
     
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    LIKE A DRAGON - FINALE



    Quando i tre si riunirono sulle sponde meridionali dell'isola che ospitava la grande città della Nebbia, qualcosa dentro di loro sembrò sgombrare i ricordi, e tutti si sarebbero ricordati di una festa che aveva avuto luogo in un chiosco non molto distante dalla piazza centrale del villaggio della Nebbia. Quando fossero giunti a Kiri, la gente avrebbe preso a fissarli. Senza dire una parola, semplicemente li avrebbero guardati, e giudicati. Tutti e tre avrebbero compreso che per qualche motivo, a parte Keiji che era praticamente a casa, erano noti alla gente del villaggio, e non proprio per qualcosa di bello. Girando per le strade, avrebbero prima o poi incrociato la loro strada con una persona. Un monaco, o almeno sembrava tale per via della tunica sgualcita, intento a bere da un cartone contenente una bottiglia di vino. L'uomo era seduto a terra, accanto ad un muretto, e sembrava in pessime condizioni, sia fisiche che mentali. Quando l'uomo li avesse notati, avrebbe lasciato cadere a terra la bottiglia, e i suoi occhi si sarebbero riempiti di lacrime, ma non si sarebbe mosso dalla sua seduta.

    - Siete...voi....siete tornati...? -

    In quel momento, da dietro l'uomo, sarebbe comparso qualcosa. Uscendo da un cespuglio vicino, una scimmia piuttosto grandicella, tipo un bambino di 8-9 anni, si sarebbe diretta presso il monaco, sedendosi accanto a lui.
    Oda avrebbe subito notato che la scimmia possedeva un anello al dito opposto al proprio.
    Keiji sarebbe stato assalito da un terrore atavico.
    Sho si sarebbe sentito estremamente sporco.
    E tutti e tre avrebbero immediatamente ricordato quello che era successo settimane prima.

    [Molto tempo prima, durante la festa di fine anno]

    Il trio di ninja si trovava ad un chiosco di ramen, dove senza saperlo, stavano trangugiando una potentissima droga allucinogena in quantità estremamente superiori alla dose massima. In quel momento, un monaco si sarebbe avvicinato in compagnia della sua migliore amica, una scimmia che lo accompagnava durante ogni viaggio. L'uomo aveva chiesto un ramen, ma sentendo che non ne erano rimasti alcuni, si stava preparando ad andarsene; ma i ninja, dividendo le proprie ciotole, rimediarono una porzione per il religioso e per la scimmia. Tutti e 5 mangiarono di gusto il ramen che era stato preparato con la droga di Sanjuro.
    Nei successivi 5 minuti, Oda si innamorò della scimmia, il monaco si offrì di sposarli, Keiji si offrì di trovare la location perfetta, e Sho pianificò in segreto di rubare la prima notte d'amore al fratello con la sua promessa sposa.
    Tutti e cinque si recarono quindi a Kiri, sotto consiglio di Keiji, che allestì il matrimonio in pochissimo tempo. La coppia Oda-Scimmia venne quindi sposata dal monaco ( che successivamente sarebbe stato scomunicato per aver sposato un uomo e una scimmia, cadendo in disgrazia) e tutti i Kiriani vennero invitati all'evento. Durante i festeggiamenti, Oda scoprì il fratello Sho mentre questo consumava un rapporto completo con la sposa sotto un tavolino, ed ebbe inizio una delle risse di paese più violente nella storia dei matrimoni inter-specie.
    Mentre la rissa procedeva, Kuso, che si trovava lì come testimone della sposa, sentì un irrefrenabile bisogno di unirsi con Keiji, e si lasciò su di lui, ma senza che il suo piano avesse successo. Terrorizzato nel vedere l'"equipaggiamento" del ninja misterioso, Keiji si dette alla fuga, correndo come non aveva mai corso prima, inseguito da Kuso, diretto verso il mare.
    Al matrimonio invece, Sho riuscì a dileguarsi dal fratello, che grazie al potere degli spiriti (?) stava massacrando il fratello, demone compreso. Il ninja della foglia si fermò un momento davanti alle mura di Kiri, per liberare le viscere, quindi si allontanò verso il mare, nuotando fino al continente.
    Oda invece, pieno di rabbia, e deciso a farla pagare al fratello, lo seguì fino al mare, ma scambiò un pescatore per Sho, e dopo averlo saccagnato di mazzate, salì con lui sulla sua barca, per essere intercettato dai terribili pirati della nave di terra.

    Il resto, è storia.
     
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    Come dei Draghi
    Epilogo



    Atto IX
    Nient'altro che la verità †

    La mia domanda rimase sospesa nell'aria alcuni minuti ma le quasi mi parve non essere in grado di ascoltare una risposta visto che, inspiegabilmente, proprio in quell'istante, la mia testa veniva inondata delle più limpide immagini degli ultimi istanti di lucidità di due settimane prima. Ancora non riuscivo a rendermene conto ... due settimane! E tutto era accaduto perché avevo mangiato del Ramen in un chiosco. Un ramen molto buono, per quello che iniziavo a ricordare.
    Durante il viaggio in barca me ne stetti in disparte ad osservare le increspature del mare, cercando, ancora una volta, di scindere le immagini, adesso decisamente più nitide, di quello che era accaduto. Continuava a mancarmi un pezzo, il pezzo più importante, il motivo che mi aveva portato a fuggire a gambe levate, a ricercare Jeral, ad unirmi a dei ladri ed a ritrovarmi, infine, a Genosha con un coltello arrugginito e quasi nessun vestito.
    La risposta però, non tardò ad arrivare. Purtroppo.
    Appena mettemmo piede sulla terra ferma, per me a casa, a Kiri, tutti parvero voltarsi verso di noi ed interrompere, per qualche istante, le loro azioni. Un gelido sentimento m'attraversò l'animo. Passasse il fatto che fossi un uomo conosciuto a casa mia - pur non essendo un amante delle passeggiate senza bende come stavo facendo in quel momento - e che quindi qualcuno si fosse voltato per capire chi fossero i miei accompagnatori, passasse il fatto che fossimo tutti e tre in delle condizioni pietose - chi senza un orecchio, chi visibilmente malconcio -, in ogni caso la reazione degli astanti fu sproporzionata alla nostra presenza. Mentre continuavamo a camminare, ad un certo punto, una sorta di mendicante - che più da vicino, poi, si rivelò essere un monaco o comunque qualcosa di molto simile ad un sacerdote - con in mano una bottiglia di vino nascosta da del cartone, il quale tuttavia non riusciva a contenere il tanfo d'alcool che l'uomo emanava, ci rivolse parola, sconvolto: Siete...voi....siete tornati...? Inclinai la testa, non capendo quello che l'uomo pareva dirci. Ma poi, quando la sua fedele compagna sbucò da dietro il muretto cui era poggiato, ricordai tutto. Ricordai ogni minimo dettaglio. Quell'uomo si unì a mangiare con noi ed Oda si innamorò della sua scimmia. Peccato che Sho decise di rubare la prima notte di nozze al fratello ... sì, accoppiandosi con quell'animale. Ebbi un urto di vomito molto potente mentre ricordavo quanto vi ho appena detto, tant'è che dovetti appoggiarmi al muro, convinto di rigettare. Ciò che mi separò da mio figlio e dal mio figliastro fu il testimone della sposa, un uomo con una tutina ridicola completamente rossa ed una parlantina eccezionale. Come il suo membro. Visibilmente in imbarazzo, mi voltai verso i due fratelli. Credo che questa sia una questione che dovete risolvere voi due ... in privato. Non riuscivo a contenere le risa. Aggiornatemi, poi,
    su chi è il fortunato.
    Ed infatti scoppiai in una fragorosa risata. Io vado a medicarmi questo orecchio ... ci vediamo a casa,
    se volete un tè.
    Mi voltai, salutandoli con la mano mentre mi allontanavo, lasciandoli alle loro importantissime questioni.
    E se passate, mi raccomando ... niente scimmie!




    Legenda

    Narrato
    Citato
    Parlato
    Pensato
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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    Eh va beh





    Ce l'avevo fatta. Ero riuscito a ritrovare mio fratello.

    -Oda! Maledetto bastardo vieni qua!-

    Non potei trattenermi da abbracciare mio fratello in un impeto di gioia. Finalmente ci eravamo ritrovati tutti, non solo, ma eravamo anche tornati nel punto in cui tutto aveva avuto inizio!
    Una strana sensazione mi pervadeva però, come se quel posto mi ricordasse qualcosa, era la prima volta dall'inizio di questa strana avventura.
    La gente di quel luogo ci guardava in modo estremamente strano, non mi ci volle, purtroppo, molto a scoprire il perché.
    Incontrammo infatti un povero monaco in decadenza e la sua scimmia, cioè , non proprio sua, più di Oda diciamo.
    Non appena vidi la creatura pelosa fui infatti pervaso da una scossa elettrica lungo la schiena prima di riacquistare le mie memorie perdute in un susseuirsi di flash.
    Il ramen.
    L'incontro.
    Il matrimonio.
    Il.... insomma quello.
    La fuga. La fuga? Che droghe dovevo aver preso per dover scappare da mio fratello?

    "Hei Kokuo, com'è che fai così schifo?"

    Non guardare me, eri così strafatto che la mia energia te a sei consumata tutta solo per mantenerti dritto, e non solo le gambe.



    Il mio corpo era come pietrificato davanti a quella verità, per un secondo i presenti mi avrebbero potuto vedere leggermente tremare, poi, d'un tratto,
    la calma assoluta.

    -Meh.-

    Ruppi il silenzio con quel suono ed una scrollata di spalle.

    -Comunque meglio delle donne di Suna. E poi comunque doesn't matter had sex.-

    Così dicendo mi rivolsi a mio fratello.

    -Se vuoi la tua sposa prendila che io voglio andare a casa, ho bisogno quanto meno di una doccia.-

    Mi sarei quindi incamminato verso il villaggio della foglia con la serenità sul volto, ma con il dolore nel cuore.
     
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    Il Giorno Del Ritorno


    Poteva mai essere vero? Dopotutto quel viaggio, dopotutto ciò che avevo fatto, lì sulla sponda di Kiri vidi di nuovo Sho.
    PER TUTTI I KAMI!
    Risposi all’abbraccio di mio fratello stringendolo con altrettanta foga, in quel momento perfetto sentii una strana sensazione e ricordai qualcosa.

    Una festa, la festa di capodanno e una zuppa dal sapore particolare, che ad ogni cucchiaiata sembrava essere sempre più, cioè meno… come dire… Mi fermavo lì, dopo pochi cucchiai...

    Ma non era importante, avevo ritrovato mio fratello, certo c’era anche Keiji, ma la gioia di quell’incontro superava qualsiasi cosa, non feci caso a come mi muovessi sicuro per quelle strade che non avevo mai visitato, di come sapessi inconsciamente quale fosse la strada giusta da seguire, di come tutti ci fissassero insistentemente.
    Fu grazie ai miei compagni di viaggio, che sembravano infastiditi da tanta attenzione, che capii che qualcosa non quadrava.Forse mi avevano riconosciuto come il re dei banditi, un titolo che non avevo mai richiesto.
    Cercai di ignorare il monaco, ma quando la vidi spuntare dal cespuglio, quando vidi l’anello.
    AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
    Rimasi a bocca spalancata, quasi paralizzato da tutti i ricordi terribili che si susseguivano come uno dei racconti dell’orrore che adoravo leggere. Quando mi ripresi da quello stato catatonico mi sfilai l’anello con calma, osservandolo con sguardo leggermente sognante ed istantaneamente la mia espressione cambiò, estrema rabbia, macché dico, FURORE, mentre lanciavo l’anello nel mezzo agli occhi di quel pazzo monaco.
    CI HAI DROGATI PER DIVERTIRTI EH? VATTENE PRIMA CHE TI STRAPPI LA FACCIA CON LE MANI E PORTATI QUELL’ANIMALE SCHIFOSO DIETRO! CHE I KAMI DIVORINO LA TUA ANIMA!
    Mio fratello invece, sembrava aver preso la cosa per il verso giusto. Certamente una mente logica e attenta come la sua capiva perfettamente che il giudizio di tutti noi era stato deviato da qualche sostanza dagli effetti psicotropi devastanti. Quindi non c’era alcun motivo per sentirsi in colpa, nessuno.Eppure... no, non potevo pensare a quelle cose terribili. Dimenticare per sempre quanto era successo era la cosa migliore da fare.

    Sho, prima di tornare a casa, devo trovare un posto dove togliermi questi tatuaggi, mamma creperebbe a vedermi così… ah, dovremmo anche inventarci una scusa da raccontare al nostro ritorno alle mura, considerando che siamo fuori da… beh, parecchio.
     
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