Per un pugno di ryo

[Paese del Miele] [Free GdR + Addestramento]

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  1. Jotaro Jaku
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    Il capellone il monco e l'assetato




    Con passo sicuro, il monco aveva arrestato la sua avanzata per creare l'equilibrio giusto al tiro. Si diceva dispiaciuto per aver fatto saltare la testa al barbone ladro, ma in realtà non aveva nient'altro in mente. Non gli capitava spesso di poter girare per il mondo a far saltare teste come fossero angurie, quindi non si lasciava scappare l'occasione quando questa danzava con grazia davanti a lui. La signora T. Aveva solo corretto un eventuale errore di calcolo al momento di prendere la mira. Il giovane coperto di schifezze invece, sembrava proprio essere interessato al Monco. Egli sentì lo strano monaco rivolgersi al ragazzo con gli strani capelli col nome di Raiken. Il Tremito non ricordava di alcun bersaglio con questo nome, ma voleva comunque controllare, quindi mentre il ragazzo si faceva strada tra i rottami per raggiungerlo, Jhin tirò fuori dalle sue sacche un libretto stropicciato pieno di facce disegnate a matita, molte delle quali con dei freghi sopra. Continuò a scorrere i nomi e i volti delle taglie, senza trovare nulla riguardo il ragazzo con i capelli imbarazzati. Quindi ripose il libretto. Non senza causare divertenti scricchiolii della gamba meno buona.

    Rischiare di colpirti? [sbuffa] Come pensi che CAPELLONE potessi colpirti? Non ho mai mancato un bersaglio io, non avrei preso nè te nè quel LEGNETTO monaco che ti accompagna CATRAME

    E diceva il vero il poveretto, aveva una mira incredibile, forse l'unica cosa buona che gli dei gli avevano donato, in cambio di una vita piena di sfortune allucinanti e pezzi mancanti. Ma il ragazzo, furioso forse più dallo sporco che aveva ancora addosso da qualche parte, che per il pericolo vero e proprio, si avvicinò ancora, quasi urlando contro il Monco; che tutto era meno che disabile; e questo ragazzino era proprio maleducato, lui era cresciuto da dei pirati e mancava per metà, ma almeno conosceva le buone maniere.

    [Tic del braccio sinistro, movimento di scatto all'indietro] - PIGNATTA - [dita che cigolano][Saltella su un piede]- SCREANZATO

    Quindi si portò la mano fasulla all'altezza della cinta, e si chinò in avanti, verso il giovane, privandosi del cappello con l'altra mano, che fu portato all'altezza del petto, rivelando una folta capigliatura corvina, spettinata, ma comunque ben pulita, a infilarsi sotto la maschera. In tutto il movimento, qualche tic a caso gli aveva spostato il bacino di lato, facendo sembrare che avesse una nutria che si divincolava nelle vesti. Si presentò.

    - Dal momento che sembri nuovo del posto, permetti a questo umile servitore del CINGHIALE buoncostume di invitarti a INFARTARE MALE scoprire le meraviglie del paese del FRITTO MISTO MARE Miele. Io sono Jhin, cacciatore di taglie e all'occasione meccanico, al tuo servizio. Ma puoi chiamarmi Tremito, come del resto PRURITO INFAME fanno tutti da queste parti, senza che io riesca a capire perchè.

    Già, era serio. Non sapeva di avere quella sindrome, per lui era tutto normale. Non era lui a spostarsi, ma nemmeno il mondo. Tutto andava divinamente. Era consapole di cigolare a causa dei "pezzi" aggiunti, ma niente di più. Il Monco si trovava in quel posto durante alcuni tempi morti, non aveva taglie entro una distanza sensata da raccogliere, ma non aveva nemmeno voglia di bighellonare, quindi girava a caso senza una meta troppo precisa, tra le discariche e le zone razziate, per vedere se poteva trovare qualcosa. Giorni prima aveva scoperto dell'esistenza di un monastero dove i monaci raccoglievano materiale di scarto, e la sua mente inventrice si era interessata.

    Allo stesso tempo, aveva sentito le parole dell'altro ragazzo, che si divincolava sulla spiaggia. Non sembrava un tizio del posto, senza contare che nemmeno quello che aveva addosso sembrava roba sua, quindi il monco, sempre cigolando, tirò fuori da dietro la schiena, da un'altra sacca, una borraccia piena d'acqua, e la lanciò al ragazzo, fischiando prima, per attirare la sua attenzione. Dopotutto non c'era alcun motivo per non essere gentili. Lui aveva vissuto tutta l'infanzia e parecchia adolescenza in mare, e sapeva cosa voleva dire avere sete. Soprattutto perchè essenso moltoplegico, i pirati gli davano l'acqua per ultimo, o solo metà della razione che gli sarebbe spettata, perchè secondo il ragionamento pirata: mezzo monco= mezza sete. Beh quel giovanotto non sarebbe morto di sete davanti a lui, non quel giorno. Magari sarebbe stato impalato da dei banditi il giorno dopo, magari sarebbe esploso in un attentato suicida a Suna, magari sarebbe stato sgozzato da una sposa infuriata il giorno delle nozze dopo il rifiuto del marito, magari avrebbe preso il mare, per essere rapito, drogato, e abbandonato a Genosha, magari avrebbe perso i sensi per ritrovarsi in cima ad un monte, o magari si sarebbe risvegliato nudo e tatuato in mezzo ad un deserto, o tra le braccia di un marinaio ubriaco che lo scambiava per una calza donzella, o magari sarebbe stato massacrato dentro la fredda cella di una prigione, o sarebbe stato ucciso, si sarebbe rincarnato e sarebbe scomparso nel nulla. Ma di certo, non sarebbe morto di sete davanti al Monco. Non quel giorno. Magari il giorno dopo. O magari la settimana dopo, o magari sarebbe morto quel giorno, ma di fame, dopotutto il Monco non era mica un self service.

    - [FISCHIA] -[Si fissa un piede borbottando] GNU. SATORENJI. GNUUUU.

    A Jhin non dispiaceva la compagnia. Era sempre stato solo, ma dai pirati aveva imparato ad essere molto comico. Non sapeva bene come o perchè, ma ogni volta che un pirata gli passava vicino, o semplicemente parlava con lui, iniziava a ridere di nascosto, e poi, quando non resisteva più, scoppiava in una risata infinita. E succedeva praticamente ogni volta che qualcuno lo fissava. Doveva avere una qualche dote innata che faceva divertire le persone, questo gli permetteva sempre di farsi ottimi amici, fino a che questi non rubavano le sue cose, o gli dicevano che era ritardato, oppure si mettevano davanti ai suoi proiettili, o magari tutte queste cose, anche se non in questo esatto ordine. Quindi si rivolse al ragazzo vicino a lui, e poi anche a quello sulla spiaggia, rivolgendo la stessa domanda.

    - Hey ragazzo MA CHE SCHIFO Sai dove si trova il monastero dei monaci che fanno le cose da monaci? -

    - Hey ragazzo assetato CACCOLA DI CAMMELLO SAI DOVE SI TROVA QUEL MONASTERO, QUELLO DOVE I MONACI FANNO COSE DA BABBUINI MONACI? -






    Edited by Jotaro Jaku - 11/3/2016, 16:53
     
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20 replies since 8/3/2016, 00:04   374 views
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