La Neve sporca di Sangue

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    È colpa tua. Ratty

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    La Profanazione, Il Rapimento ed uno Spirito Illuminato
    I



    Keiji Kagome

    Non era stato difficile trovare il piccolo santuario Kenkichi che gli antenati avevano lasciato sull'isola principale del Paese del Mare, dove a detta di Sanjuro erano conservate numerose spade del clan. Non c'erano guardie, ed anzi la piccola struttura in pietra si ergeva isolata su una piana innevata, con la notte che cominciava a cadere in mezzo alla danza dei fiocchi di neve. I simboli del clan erano più che evidenti sotto lo strato di ghiaccio e la porta di ingresso, una lastra di roccia ricoperta di metallo, non aveva alcuna maniglia nè appiglio per l'apertura.
    Tuttavia con una semplice spinta quella sarebbe scivolata lateralmente, fluida, quasi avesse dei cardini che ricevevano una manutenzione regolare, ed anche l'aria che proveniva dall'interno non aveva affatto l'odore di un ambiente chiuso da secoli, ma al più da qualche giorno. Lo stretto corridoio di scalini ripidi avebbe presto portato il ninja in una stanza rettangolare, più lunga che larga, che forse un tempo ospitava numerose rastrelliere ed altrettante spade su tutte le pareti, ben riposte dopo la morte del loro possessore, così da lasciare che le loro anime riposassero infine. Questo era ciò che uno avrebbe potuto aspettarsi, ma Keiji trovò ben altro ad attenderlo.

    Le cassepanche in pietra con i ripiani ben ordinati erano state spaccate e graffiate. Le rastrelliere al muro erano divelte e decine e decine di spade giacevano al suolo, alcune spezzate, altre in terribili condizioni, quasi fossero state cosparse di acido. Le poche che parevano appena decenti si sarebbero dimostrate completamente vuote...senz'anima, prive di ogni fascino o dote...probabilmente anche solo tentare di utilizzarle avrebbe portato alla loro rottura. In quello scenario di profanazione una scritta troneggiava sulla parete, apparentemente tracciata con sangue ghiacciato, ancora rosso brillante.

    Ho preso queste anime.
    Le ho riportate alla Spada del Primo

    Non c'è Profanazione.
    Le meritevoli diverranno uno.




    Sanjuro

    Lo spazio per entrare nel santuario Kenkichi era quantomeno stretto e ci sarebbe passata a stento una persona alla volta. Probabilmente per lo sciamano sarebbe stato più facile restare all'esterno, anche perchè non c'era affatto spazio di manovra là dentro e chiunque fosse sceso per primo inevitabilmente sarebbe dovuto salire per ultimo. In ogni caso fuori da quel Santuario si sarebbe ben presto palesata una figura che tutto pareva tranne che del luogo.

    Lunghi capelli rossi, un perfetto trucco da attore kabuki ed abiti sgargianti, forse un pò troppo leggeri per quel clima. Aveva con sè una lunga Naginata ed un corpo apparentemente privo di sensi sottobraccio, mezzo coperto di neve. Con modi esagerati e fin troppo teatrali, nel vedere qualcuno da quelle parti avrebbe sgranato gli occhi e sollevato la sua arma sopra la testa, cominciando a parlare con voce terribilmente alta. YOOOOSH! QUALE INASPETTATA PROVA SULLA VIA DEI KAMUI! Battè un piede a terra, distogliendo lo sguardo e puntando l'arma in avanti, come a scacciare un qualche spirito maligno. SAPEVO DI AVER SCORDATO LA PORTA APERTA, MA ECCO CHE IL PERCORSO DELLA MIA ILLUMINAZIONE VIENE OFFUSCATO. YOOOOSH!



    I KAMUI GUIDANO I MIEI PASSI INCERTI SULLA NEVE PER RECUPERARE LE ANIME. LA TOMBA NON E' AL SICURO E LE ANIME GUIDERANNO I KAMUI: YOOOOSH! Avanzò saltellando sul piede destro, lasciando ampie tracce nella neve. IL MIO SPIRITO E' UNO COI KAMUI. VOLEVO SOLO CHIUDERE LA PORTA, MA SE SIETE QUI ALLORA RICORDATE DI CHIUDERLA PRIMA DI ANDAR VIA. YOOOOOOOOOOOSH! YOOOOOOO...coff coff! Cofff! Un fiocco di neve gli era entrato in bocca mentre emetteva quello strano intercalare e per poco non soffocò. Alcuni istanti dopo si riebbe, raccogliendo il poveraccio che doveva aver rapito, caduto a causa della tosse...un poveraccio dall'aria molto familiare, con curiosi capelli di colore azzurro. Uhm...ehm, scusate, scusate. Parlava al plurale, che avesse davanti una persona o due, nemmeno stesse recitando per un pubblico.Ehm, dicevo... YOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSH!
    E con un saltello arretrò di un metro buono, posandosi la naginata in testa, tenuta in equilibrio sui capelli e battè la mano ora libera sulla spalla del suo prigioniero. SERVE ANCHE UN KENKICHI CHE POSSA ESSERE TESTATO DAI KAMUI MA NON NE HO TROVATO. YOOOOOSH! QUESTO AVEVA UNA SPADA, PENSO VADA BENE LO STESSO. Avrebbe quindi battuto la mano sulla coscia, prima di riafferrare la naginata. PERCHE'? VI PARLO? PERCHE' LO DICO? LA FORZA MISTICA DI CHI PARLA COI KAMUI NASCE DALLA VERITA'. TACERE SAREBBE INDEGNO DI UNO SCIAMANO DI AZUMAIDO! YOOOOOOOOOOSH! Solo a quel punto avrebbe roteato la sua arma, sollevando tanta di quella neve da coprire la sua sparizione [Tecnica del Teletrasporto]

    Un'apparizione che sembrava decisamente priva di ogni senso...ma a giudicare dall'odore di alcool nell'aria, quell'uomo doveva aver bevuto molto più di quanto una persona sana di mente potesse fare in un mese intero.


    Akira Hozuki

    I ricordi erano molto, molto sfocati. Una sagoma dai lunghi capelli rossi era appostata davanti alla sua casa con una Naginata. Aveva urlato qualcosa di strano su spade e sopravvissuti dei Kenkichi prima di chiedere se Akira possedesse una spada o meno...per poi decidere che andava bene comunque e gettare un non ben precisato impacco di erbe dall'aria masticata e marcescente proprio davanti all'Hozuki. Pochi secondi dopo tutto fu silenzio, come se il nuovo capo delle squadre speciali fosse stato esposto al più potente dei narcotici...con tanto di sogni assolutamente deliranti riguardo un narvalo parlante e un'isola che aprì la bocca per mangiarli assieme...e ne erano assai felici.

    Il tutto con buffi arcobaleni che uscivano dai vari orifizi di tutti, Akira compreso, e parecchie altre stranezze che è bene non raccontare in questa sede.

    Al suo risveglio Akira era seminudo sopra una lastra di ghiaccio esposta al vento gelido dell'inverno, con la neve che cadeva incessante ed un discreto grado di ipotermia che nel giro di poco lo avrebbe ammazzato. Certamente i ricordi di Genosha sarebbero tornati più vivi che mai, tanto che l'ambiente circostante era molto simile, soprattutto per il freddo, il vento e quello strano odore di selvatico che, come lo Hozuki avrebbe presto rammentato, significava solo una cosa: lupi.

    A nemmeno cinque metri di distanza stava un esemplare di lupo tanto grande da rivaleggiare con un orso, le cui zanne rilucevano nella luce del primo mattino. Occhi azzurri lo stavano fissando, non come quelli di un animale selvatico che ti guarda come fossi una preda, ma piuttosto uno sguardo cosciente che cercava di scrutarti nell'animo. L'animale non ringhiava nè emetteva rumori...pareva curioso e non fece altro che stare fermo a guardare. Poi aprì la bocca, parlando con la voce di una ragazzina. Credo che mio fratello abbia un pò esagerato con l'alcool, sai? Non sei un Kenkichi, vero? Con la faccenda dei Kamui si è fatto prendere un pò troppo la mano, mi spiace. C'è qualche guaio con quei due stranieri ma non pensavo arrivasse a rapire un ninja per chiedere aiuto. Gli ho detto che bastava parlare col Mizukage, ma lui è uno sciamano ed ha scelto la via degli spiriti...mi spiace davvero.

    Qualcosa si mosse nella folta pelliccia dell'animale, mentre la testa di una ragazza sui sedici o diciassette anni faceva capolino da dietro la sua testa, scendendo accanto all'animale che si fece accarezzare la testa nemmeno fosse il più placido tra i cuccioli. Non sa nemmeno cosa sia un Kenkichi, deve averti scambiato con gli Shinretsu e pensato che lasciarti in mezzo al ghiaccio potesse aiutare il tuo chakra. Lanciò una calda e soffice pelliccia al ragazzo. Io sono Ipokash. Ti chiedo scusa per quello stupido di Munkeke. Chinò il capo, ma sembrava più divertita che realmente contrita. Comunque me ne sono accortain tempo quindi andrà tutto bene...solo che la prossima nave per Kiri parte fra due giorni, dovrai stare un pò qui. E se lui avesse chiesto dove diavolo fosse il "qui" lei avrebbe indicato la neve e gli alberi innevati. Siamo a casa mia, no? Azumaido, l'isola vicino Kiri, dal lato opposto di Genosha. Alcuni la chiamano Genosha del sud...e non perchè faccia caldo. Comunque vieni, avrai bisogno di un pò di brodo caldo, no?

    s001



    Edited by Febh - 9/3/2016, 16:22
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Anime Spezzate
    Capitolo Primo


    Atto I
    Il vuoto dentro. †

    Era finalmente arrivato il giorno. Dopo il duello verbale con Itai, dopo l'inutile addestramento con Sanjuro, dopo la mia venuta al gate di Oto, dopo gli sforzi nelle Forme, niente mi avrebbe separato dall'ottenere il potere che speravo mi aiutasse a recuperare Saruhyondo. Niente tranne il mare. Il Santuario Kenkichi che Sanjuro mi aveva suggerito si trovava sull'isola principale del Paese del Mare, a qualche ora di viaggio in barca da Kiri. Oltre al solito equipaggiamento, le bende, il cappotto dell'Armata Fantasma, il fodero vuoto di Saruhyondo ed i tonici, mi ero portato lo stecchettoSpada di Legno di Sanjuro[Mischia]
    La spada di legno di Sanjuro è stata intagliata, male, dallo sciamano di Kiri, ricavata da un ramoscello di legno di palude. E' sbilanciata, smussata, e ha ancora qualche pezzo di corteccia attaccato. Ha le stesse caratteristiche di lunghezza di una wakizashi. Non ha alcuna capacità particolare.
    Tipo: Contundente (?)
    Dimensione: Media
    Quantità: 1
    (Potenza: 3 | Durezza: 1 | Crediti: //)
    dagli incredibili poteri che lo Sciamano di Kiri mi aveva affidato con l'inganno. Pregai il Mizukage perché quel giorno ci facesse partire separati e le mie preghiere, grazie a Khorne, furono accolte. Sì, sarebbe venuto con me anche Sanjuro in quella missione: la presenza di un uomo con le sue capacità - capacità? - e conoscenze - conoscenze? - sul misticismo e la sacralità antiche era necessaria, dopotutto. L'uomo era, tuttavia, decisamente meno potente del sottoscritto, avevo avuto riprova di ciò durante quella farsa che mise su vicino alla catapecchia in cui abitava, in mezzo alla palude. Non essendo morto quella volta sotto le mie bastonate ed i miei pugni, ero certo potesse tranquillamente aspirare all'immortalità: cosa che di certo non speravo, né per me, né per Kiri. Ma che dico Kiri, per i quattro villaggi e l'accademia tutta. Ma non è l'idiozia di Sanjuro il motivo per il quale mi trovo qui a raccontare questa mia storia: come tutte le cose importanti, non si sarebbe potuta risolvere velocemente. Come tutte le cose potenti, avrei scoperto, non ero l'unico a desiderarla.

    [...]

    Non fu troppo complesso trovare quel piccolo tempio disperso in mezzo al nulla, in quella piana piena di neve, illuminato adesso dalla flebile luce della luna. I cremisi simbolo del clan risplendevano come un ardente fuoco nell'oscurità di una piccola stanza, ben distinguibili anche in lontananza. Tuttavia, non c'era anima viva intorno alla spartana struttura che mi si stagliava davanti; il complesso era così scabro ed essenziale che, in prima analisi, mi fu difficile persino identificarne le parti più palesi come la porta, ad esempio. Quando riuscii ad avvicinarmi a quest'ultima, notai la totale assenza di maniglie o feritoie utilizzabili per spalancarla. « Perfetta geometricità, perfetta armonie di forme. Tipico stile da Lame Insanguinate. » pensai, mentre sotto le bende accennavo un sorriso. Appoggiai, infine, i palmi delle mani sui due blocchi di ferro - in realtà di ferro erano solo ricoperti - e spinsi, provando un ultimo tentativo, finanche banale. Infatti la porta si aprì, scivolando lateralmente in modo regolare, fin troppo. La conoscenza di quel tempio era stata persa nel tempo, neanche il Mizukage ne era informato, eppure i meccanismi secolari funzionavano così bene? Uhm, impossibile o quasi. Non uno scricchiolino, non un intoppo, non un rallentamento. La fresca aria che poi mi scompigliò i brevi capelli corvini mi dava poche altre alternative. Qualcuno era stato in quel tempio prima di me e recentemente, molto recentemente. All'apertura della porta una ripidissima scalinata molto stretta mi si parò dinnanzi: la smania e la curiosità di sapere cosa mi avrebbe atteso al piano superiore mi investì totalmente, impossessandosi di ogni centimetro della mia epidermide. Quasi tremavo all'idea che tutto si sarebbe potuto risolvere per il meglio, quasi tremavo all'idea di poter udire e brandire la Voce del Terrore. Corsi su per quelle scale senza badare a chiunque fosse dietro di me, facendo gli scalini a due a due.
    Mi trovai davanti ad uno spettacolo, però, che neanche nel più negativo dei miei orrori avrei potuto immaginare: alla cima della barriera architettonica si apriva una stanza rettangolare, più lunga che larga, completamente messa a soqquadro. Le rastrelliere sulle quali dovevano alloggiare tutte le kenkichi dei morti sepolti in quel luogo erano spaccate e per la maggior parte vuote. Quelle che ancora avevano delle lame sopra di esse le conservavano in pessime condizioni, come se sciolte nell'acido, come se usurate da anni ed anni di utilizzo ininterrotto. I sacri sarcofagi dove i Kenkichi riposavano eternamente erano stati profanati, alcuni divelti, alcuni semplicemente sfondati, altri graffiati con vigore come un orso incide le proprie unghie sugli alberi della foresta. Le braccia mi caddero lungo il corpo, quest'ultimo si sentì leggero, la testa iniziava a surriscaldarsi. Niente era andato come previsto. Un poderosissimo urlo uscì dalla mia gola, un commisto di rabbia, dolore ed immensa tristezza. « AAAAAAAAAAAARGH! » Chiunque nel raggio di chilometri mi avrebbe potuto udire. Corsi a prendere le spade che sembravano messe in condizioni migliori ma nessuna presenza si manifestò al primo contatto, né al secondo, né al terzo. Erano tutte vuote, qualcuno aveva rubato anche quelle anime. Non c'era più niente da fare lì dentro. Presi una spada ed iniziare a sfuriare colpi al vento prima, ai muri ed all'arredamento poi. Ero totalmente immerso nel fiume copioso di rabbia che mi scorreva dentro e non riuscivo ad allontanarmene. Infine, notai l'enorme scritta cremisi sul muro che pareva quasi come cristallizzata: « Ho preso queste anime. Le ho riportate alla Spada del Primo. Non c'è Profanazione. Le meritevoli diverranno uno. » sussurrai, leggendo quando scritto. Mi avvicinai, poi, cercando di esaminare meglio la scritta: quando mi resi conto che fosse vero sangue provai, avvicinando una delle mie provetteAbilità del Filtraggio Cremisi
    Abile: L'utilizzatore può creare un filatterio semplicemente ponendo il contenitore a contatto con del sangue, anche secco o coagulato e risucchiandolo all'interno. Può separare il sangue da sostanze estranee, inoltre la capacità dei filatteri aumenta fino ad una ferita Grave di Vitalità, senza aumentare le dimensioni del contenitore.
    [Da Genin in su]
    Che ci fossi riuscito o meno, mi sarei poi avvicinato all'uscita del tempio - niente di insolito

    , ad immagazzinare quel liquido corporale. L'ira che sentivo addosso e che mi faceva tremare le membra mi portò l'irrefrenabile voglia di distruggere tutto quel che restava di quel tempio. Per la prima volta inoltre, sentii prudere i denti per dolore e non per fame. Non volendo avere poi l'obbligo di cercare nutrimento, dovetti cedere a questa rabbia e scaricare la tensione. Raccolsi una prima spada che immediatamente mi si sgretolò in mano. Fui decisamente poco felice dell'accaduto. Allora mi scagliai contro le rastrelliere che pendevano dal muro e finii di sdradicarle, gettandole con forza dall'altra parte della stanza.
    Chiunque fosse fuori dal tempo avrebbe potuto senza dubbio udire le mie grida sommesse. Poi silenzio.
    Ricomposto e visibilmente più calmo sarei uscito dal tempo qualche minuto dopo, aspettandomi di trovare il vecchio sciamano della Nebbia lì fuori, visto che non era salito col sottoscritto - meglio così, visto che quasi sicuramente avrei lanciato anche lui o forse lui per primo nell'impeto d'ira avuto precedentemente -. « Non c'è niente per noi qui, il tempio è stato profanato e deturpato. Dobbiamo trovare chi ha combinato tutto questo casino. » dissi secco. « E gliela farò pagare ... Dio se gliela farò pagare!» Avrei poi aggiunto a voce più alta, serrando i denti e stringendo il pugno davanti al mio petto

    Una nuova prova mi avrebbe atteso: per me e per il Clan.




    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.



    Edited by Ade Geist - 10/3/2016, 23:18
     
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    La Neve Sporca di Sangue

    I


    Perché capitavano tutte a me.
    Eh? Guardai perplesso lo strano tizio dai lunghi capelli rossi davanti a me. No, no. Guarda, non mi serve niente, veramente. Ho già ordinato il nuovo set di coltelli da cucina di NinjaChef la scorsa settimana, dico veramente. Basta così! Cercai di scansare il tizio, facendogli cenno di allontanarsi con le mani. Amico, mi dispiace, capisco che è pesante anche per te fare il venditore ambulante... Mi dispiace veramente... Guarda, vai a casa del Mizukage, lui di sicuro qualcosa te la compra! Lui è un po' taccagno, ma se parli con la moglie vedrai che qualcosa ne esce... Feci cenno di avvicinarsi con la mano, come se dovessi sussurrargli un segreto. Pss... Ti svelo un segreto! Li porta lei i pantaloni in casa! Ma, mi raccomando, acqua in bocca! Adesso vado che è stata una giornata molto lunga! Stentavo a credere che i venditori ambulanti potessero lavorare fino a quell'ora tarda, ma soprattutto che potessero essere così invasivi. Speravo comunque di averlo aiutato, o magari di essermelo solo tolto da davanti.
    Eppure, continuava. Continuava a chiedermi qualcosa riguardo a dei coltelli da cucina, o almeno così avevo capito, oppure se conoscevo dei certi sopravvissuti Kenkichi - immaginai dovessero essere dei produttore di coltelli - e ancora se possedessi o meno una spada.
    Per non chiudergli la porta di casa in faccia con fare troppo maleducato, decisi alla fine di rispondergli. Certo che possiedo una spada. Che fai, non lo vedi? Gli indicai al mio fianco, non senza un po' di sfacciataggine, Sameha, ben sistemata nel suo fodero. Anzi, in verità, ne ho 2. Indicai anche l'altra katana, sistemata sullo stesso fianco ma sotto la spada dello Squalo. Mi dispiace, non conosco questi Kenkichi, ma non metto in dubbio che sia un'ottima marca di coltelli! Adesso, se non ti dispiace, vado a dormire veramen... Eh? L'uomo incominciò a rovistarsi nelle vesti. No, no, no! Niente contratti, non compro niente ho detto! Cercai di fermarlo da lontano con le mani, come se potessi manovrarlo come un burattino. Questo tirò da fuori una tasca un piccolo sacchetto, contenente un non so cosa. Probabilmente erano delle spezie da cucina, anche queste da vendere insieme ai coltelli. Guarda, mi dispiace, non ho spiccioli! Veramente! Ma l'omone tirò il pacchetto di erbe praticamente sui miei piedi. Stava cercando di vendermi qualcosa a tutti i costi, e adesso i suoi modi oppressivi e insistenti incominciavano a infastidirmi. Senti amico, ora basta. Ho detto che non compro niente e non comprerò... Sgranai gli occhi. ORCALOCA. La testa prese a girare, la bocca incominciò a sbiascicare da sola senza che alcuna parola uscisse effettivamente da essa, le orecchie iniziarono a fischiare mentre gli occhi giravano su loro stessi. Sentii i sensi rapidamente abbandonarmi, la percezione con il mondo svanire mano a mano che tentavo di restare in piedi.
    Barcollai verso l'uomo, con l'indice della mano destra alzata. Arrivai, non so bene come, a circa un paio di metri da lui, guardandolo con fare assente come quando ero studente e studiavo le traiettorie balistiche degli shuriken. Mh. L'indice si mosse, come se andasse a colpire un minuscolo tamburo immaginario, prima che la spina della testa venisse staccata definitivamente.

    Quel che avvenne dopo il mio svenimento è, a me, tutt'ora ignoto.
    I ricordi erano brevi e frammentati, offuscati e annebbiati da quelle spezie evidentemente troppo forti. I pochi flash che, più o meno distintamente, riuscivo a ricordare incominciavano con un bellissimo pony.
    Esattamente, un pony rosa dalla folta criniera argentata, su una piccola collina in un cielo stellato. Più precisamente piovevano stelle. [Immagine di riferimento] Mi avvicinavo lentamente a lui. Akira, vieni con me! La sua voce era acuta e limpida. Annuii. Arrrrrivoooooooo.
    Saltai in groppa. Ma tuuuuu, chi seeeeei? Come chi sono?! Sono io! Pinky Pie! Ma adesso basta parlare! E' tempo di volareeeee! Ed ero io in groppa al piccolo pony che correvamo lungo una grande prateria verde, quindi eravamo noi che volavamo alti, alti nel cielo, tra le nuvole e gli arcobaleni. Siiiiiiii. Ed era tutto bellissimo.
    Continuammo a muoversi felici tra le nuvole finché non mi ritrovai su una piccola isola durante un bellissimo tramonto. C'era un piccolo vulcano fumante ma con un gran sorriso scolpito nella roccia nera, ed inoltre ero circondato da tantissimi bellissimi pony colorati. [Immagine di riferimento] Era l'ora dell'aperitivo, ed eravamo tutti felici e spensierati.
    Pinky Pie e Sweetie Belle avevano un gonnellino di paglia verde e stavano danzando una dolce hula davanti a tutti.
    C'era Filthy Rich con la sua camicia a fiori color del sole a tramonto che si gustava un mojito. La piccola Cheerilee che guardava estasiata le sue più grandi amiche. Ms. Peachbottom preparava i drink per tutti a base di vodka e zucchero filato rosa. Poi ancora Caramel, Scootaloo, Rarity, Rainbow Dash, Fluttershy, Hoity Toity, Lightning Dust e anche Princess Cadance... Erano tutti lì! Anche il sempre attivo Derpy che, sebbene l'ora, continuava ancora a fare surf con i suoi immancabili occhiali da sole, mentre Fancypants faceva deltaplano sopra di lui. [Immagine di riferimento]
    Insieme e felici a ridere, scherzare e ballare! Era tutto bellissimo e non avrei voluto svegliarmi mai, ma fu il signore dell'isola, il grande Mr. Vulcano, tanto simpatico quanto brontolone, ad avvertirmi che era ora di andare. Oh oh oh! Akira, è ora di andare! Non volevo svegliarmi. Ma io voglio restare quiiii con voiiiii! Cercai di rispondere, ma Mr. Vulcano non ne voleva sapere.
    Dovevo andarmene. E proprio mentre Mr. Vulcano incominciò ad eruttare un enorme arcobaleno, io mi sentii come più leggero - ancora più leggero - ed incominciai a lievitare. Amiciiii... Devo andare ora... Non piangere piccola Cheerilee... Rimarrete sempre nel miooo cuoreee! Cercai di rassicurare i miei simpaticissimi e coloratissimi amici che, più mi allontanavo, più sembravano dispiacersi. Dispiacere che si tramutò in un generalizzato getto incontrastato e violento di arcobaleni da tutti gli orifizi dei miei piccoli e nuovi amici. E, proprio mentre ormai stavo per toccare le nuvole bianche circondato da vomito color arcobaleno, la sentii.
    Puzza di pelo bagnato.

    PINKY PIE! Urlai di soprassalto, destandomi dal sonno profondo, ritrovandomi improvvisamente al freddo e gelo. Dov'ero finito? Pinky Pie? Cheerilee? Nessuna risposta, solo bianco intorno a me. Mr. Vulcano? Ancora niente. Eppure, qualcosa c'era.
    Freddo e neve sicuramente, ma non solo. Era un grosso lupo dal pelo bianco. Sbuffai, intristito, per quell'orribile e insensata sensazione di deja vù. Rivoglio i miei amici... Ero terribilmente serio.
    Un attimo prima ero a casa mia con un tizio che stava cercando di vendermi coltelli, un attimo dopo ad un festino in spiaggia con dei cavallini magici e colorati, quello dopo ancora in un deserto freddo con una bestia famelica che mi squadrava da non si sa quanto tempo, mezzo nudo e affamato.
    Soprattutto mi accorsi che ero enormemente affamato, eppure avevo mangiato un tonno da un chilo quella sera. Ero sicuro.
    Non avevo tempo per pensare a questo però, avevo un cucciolo di qualche tonnellata di lupo davanti. Calma, Fido, calma... Cercai di rimettermi in piedi, ancora mezzo stordito, quando sentii il lupo parlare. Oh cavolo... Sto ancora dormendo allora. Ne ero quasi felice perché ciò significava che potevo destarmi da un momento all'altro nel mio bel lettone al calduccio. Anche tu con questi Kenkichi? No, lo ripeto, no, sono un Hozuki. Akira Hozuki, e tu come ti chiami, mio nuovo amico? Chiesi all'enorme lupo, prima di accorgermi di star parlando con la persona sbagliata. Era una piccola ragazza la fonte della voce, nascosta tra la folta pelliccia bianca. Ah. Mi sentii - stranamente - un po' idiota. Scusami, faccio dei sogni strani da qualche tempo... Evitai di precisare che tipo di sogni, e sperai che questa non mi chiedesse nulla a riguardo di Mr. Vulcano o il resto dell'allegra combriccola. Ipokosa... Era uno dei nomi più strambi che avessi mai sentito. Non ti preoccupare per tuo fratello, fare l'ambulante è difficile, lo capisco... Solo, che... Dove siamo? Domanda pertinente, il tutto mentre indossavo la pelliccia che mi aveva lanciato, coprendo il mio corpo nudo dalla neve incessante e dal vento freddo.
    La risposta, ovviamente, era quasi scontata. Ero, involontariamente e inconsapevolmente, vicino a Genosha. Azumaido, la Genosha del Sud. Ah, perfetto. No, non era perfetto, faceva schifo tutta quella situazione, ma cercai di non darlo troppo a vedere mentre seguivo la ragazza con il grosso lupo. Mi vuoi spiegare cosa sta succedendo? Cosa significa che mi ha scambiato per un Kenkichi, uno Shinretsu, o quel che è? Si, comunque, grazie, sto morendo di fame e di freddo... Ma soprattutto di fame... Fame chimica, probabilmente.
    Mi affiancai alla ragazza, cercando di accarezzare sulla testa il suo compagno. Andate tutti in giro con lupi grossi come orsi qui ad Azumaido o tu sei un caso particolare?
    Chiesi, con un po' di paura di finire con una mano divorata, per quanto non avessi un vero problema di poterla perderla, essendo fatto completamente d'acqua.

     
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    Estranei porta a porta



    Era una mattina di mercoledì pomeriggio a casa di Sanjuro. Nella palude tutto proseguiva in allegria e giocondità: gli animali continuavano a cadere nelle acque limacciose e a marcire, la puzza di muffa e funghi era diffusa ovunque, e lo sciamano preferito di Kiri, trascorreva la sua giornata facendo cose da sciamano, scrostando incrostazioni dalla sua finestra, al fine di poterla far sporcare uniformemente. Sanjuro era stato avvisato da Itai di quanto fosse necessario il suo intervento presso il monastero dei Kenkichi.
    La zona sud dell'isola di Kiri sembrava ospitare un antico santuario Kenkichi, o qualcosa del genere. Il tutto era nato dallo stesso Sanjuro, che diceva di esserci stato anni prima, quando ancora non era stato colpito molto violentemente alla testa dal misticismo, quindi i suoi ricordi potevano essere confusi in qualche modo, ma il santone era certo di ricordare templi e spade su quell'isola, oltre a una piacevole brezza. Motivo per il quale si era assicurato che il Kage non facesse portare agli altri ninja abiti pesanti, non sarebbe stato necessario, secondo lui.
    Durante le sue misteriose elucubrazioni, improvvisamente fu avvicinato da uno stranio tizio, che si era spinto fin dentro la palude, fino alla sua casupola fatiscente. Era un individuo con vestiti estremamente alla moda, uno stile impeccabile, e un'aura di misticismo elevatissima. Era sicuramente uno sciamano, Sanjuro poteva percepirne il potere mistico. Tuttavia l'uomo non si presentò, chiese solo molto insistentemente di un uomo, un guerriero con la spada.
    Sanjuro non era uno sciamano maleducato, e non voleva che tra gli sciamani nascesse questa corrente di pensiero, quindi pensò di aiutare il suo collega mistico. Provò a pensare a tutti i guerrieri che conosceva; ovviamente il primo che gli venne in mente fu Itai, che però era morto, quindi non poteva valere come scelta. Quindi gli venne in mente Akira, il suo amico guardiano speciale. E il caso voleva che pochi giorni prima avesse ricevuto in dono proprio una grande spada. La scelta era perfetta.

    - Amico sciamano, posso certamente consigliarti il fido Akira, Hozuki, è un grande amico ed impareggiabile guerriero. E ha con sè una spada molto bella. Potrai trovarlo al....

    Ma lo strano tipo si allontanò, ancora prima che Sanjuro potesse finire la sua frase. Il fatto più grave era che lo sciamano se n'era andato senza eseguire il saluto rituale tra sciamani. Probabilmente la sua impellente missione lo aveva distratto, ma la cosa era seria, due sciamani non potevano incontrarsi e salutarsi senza eseguire il saluto rituale noto a tutti gli sciamani, altrimenti il bilanciamento mistico del mondo ne avrebbe risentito terribilmente! Doveva fare qualcosa. Afferrò Gassan e corse dietro all'uomo, ma era troppo tardi. Lo sciamano era scomparso.

    TRAGEDIA



    Cosa poteva fare? L'uomo forse si stava recando da Akira, doveva precederlo ed eseguire il saluto sciamanico rituale prima che fosse troppo tardi. Quindi corse a perdifiato, per quanto la sua rapidità glielo consentisse [200]. Pochi minuti dopo fu davanti alla casa dell'Hozuki, ma trovò solo la porta aperta. Quindi, una volta entrato, provò a chiamare l'amico guardiano, magari lo sciamano non era ancora arrivato, ma non ricevette risposta. Già che era sul posto, ne approfittò per svuotare il suo mistico intestino leggendo una rivista di taglio e cucito che trovò nel bagno di Akira. Strani gusti quel ragazzo. Quindi, dopo essersi preso la libertà di prepararsi un panino con della maionese e aver constatato la comodità del divano dell'Hozuki per un rapido ma rigenerante riallineamento mistico [sonnellino di 5 minuti], era il momento di tornare in azione, e trovare a tutti i costi lo sciamano. Uscì dalla casa, e chiese in giro.
    La poca gente che trovò per strada, lo informò che uno strano tizio aveva preso in spalla Akira ed era sparito borbottando cose incomprensibili sul santuario a sud di Kiri. Akira era stato rapito? L'uomo lo aveva portato via con sè? Non poteva essere....

    ....DOPPIA TRAGEDIA, SI ERA IMBARCATO



    Senza pensare minimamente al fatto che un tizio sconosciuto aveva appena rapito il suo amico, ma concentrato sul salvare il mondo, Sanjuro corse, per quanto uno sciamano nudo, in gonnella, con una maschera del peso di una decina di pargoli di suricato potesse correre. Corse come mai nella sua vita, solo per arrivare al molo, e vedere una barca sparire in lontananza, diretta verso sud, dato che era molto più rapido circumnavigare l'isola di kiri che attraversarla a piedi. Come poteva attraversare il mare in tempo? Non poteva ancora utilizzare le sue terrificanti arti magiche, i sigilli di prigionia gli impedivano di eseguire i rituali che in questo momento sarebbero stati più utili. Non poteva ricorrere al TERRIBILE RITUALE DI INVOCAZIONE DEL DIO DEGLI ABISSI. Tantomento alla sua ninjutsu prediletta, la CAMMINATA SPETTRALE DEVASTATRICE DI MONDI, quindi dovette ripiegare sul noleggio di una canoa.
    Usando Gassan come remo, evitò di noleggiarne uno, risparmiano un buon 7% sul prezzo totale.
    Dimenticandosi totalmente della missione di accompagnamento di Keiji, Sanjuro si diresse nello stesso identico posto, per salvare il mondo dalla devastazione di un saluto sciamanico non eseguito.

    [...]

    Giunto sul posto, non trovò traccia della barca che aveva visto, nè tantomeno dello sciamano distratto. Quindi utilizzando le sue doti sciamaniche, si concentrò come poche altre volte nella sua vita, ottenendo dagli astri una strada da seguire, che ovviamente, era la direzione esattamente opposta a quella intrapresa dalla coppia Sciamano-Distratto/Akira. Dopo un'oretta di camminata, Sanjuro si trovò in prossimità di un maestoso edificio. Era di conformazione strana, ed era decisamente familiare; doveva trattarsi del tempio di cui aveva parlato ad Itai. Magari lo sciamano si trovava all'interno per ripararsi dal freddo, quindi Sanjuro si avvicinò alla porta, quando sentì una voce altrettanto familiare alle sue spalle. Lo sciamano! E aveva in spalla Akira!
    Chiaramente non poteva interromperlo, era maleducazione, e non poteva salutarlo prima che avesse finito di parlare, quindi seguì la conversazione. Avrebbe risolto il problema alla fine del discorso.

    - Non si preoccupi, penserò io alla porta sciamano di Azumaido -

    Disse Sanjuro, saltando lateralmente prima su una gamba e poi sull'altra. Era così che uno sciamano straniero doveva rivolgersi a uno sciamano di Azumaido davanti ad un edificio sacro. Era da molto che non parlava quello specifico linguaggio, quindi sperava di aver fatto capire le sue intenzioni all'uomo. Ma proprio sul più bello, proprio quando stava per salutarlo, l'uomo iniziò a teleportarsi via!
    Sanjuro non poteva permetterlo, si tolse la ciabatta destra e la fece roteare tra le dita, quindi la lanciò addosso allo sciamano per colpirlo in testa. [Ado]. Se la ciabatta non lo avesse colpito, ponendo il rituale di saluto come eseguito, sarebbero stati due quelli rimasti incompiuti. E allora sarebbe stata...

    .....TRIPLA TRAGEDIA



    OT
    Saluti rituali incompiuti: 1
    Saluti rituali forse andati a segno: 1



    Edited by Jotaro Jaku - 14/3/2016, 14:54
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Akira Hozuki

    Ipokash! I-PO-KASH. Non sbagliare il mio nome, è prezioso! E' quello che ci distingue dagli animali normali. Qui ad Azumaido solo i Kamui e gli umani hanno nomi. Puntualizzò la ragazza mentre lui si copriva alla meglio con la pelliccia, anche se i piedi erano ancora esposti alla gelida neve di Azumaido e presto avrebbero subito danni irreparabili. Hai davvero il tempo di chiacchierare? Il lupo ringhiò al tentativo di Akira di toccarlo, ritraendosi, e ci volle la mano della ragazza per calmarlo nuovamente. Non ama essere toccato. Vieni con me ed andiamo al caldo, forza. Fece cenno di seguirla, ed assieme al lupo avrebbe fatto strada portando Akira lontano dalla lastra di ghiaccio, nella radura. Non è lontano, se ti muovi dovremmo farcela..ma perchè? Hai tanta fame? Sembri mio fratello dopo che prende le sue sostanze spirituali!

    Nel giro di pochi minuti avrebbero raggiunto una piccola capannina di rami intrecciati al cui interno era stesa una stuoia intorno ad una buca centrale, che verosimilmente serviva per il fuoco. La capanna circolare non aveva un raggio superiore ai tre metri ed era alta un metro e mezzo al massimo, ma offriva un comodo riparo dalle intemperie (stava cominciando ad alzarsi il vento) e bastò entrare perchè Akira si sentisse immediatamente più caldo. Dammi un minuto ed accendo il fuoco. Con estrema abilità mise assieme pochi legnetti e con una pietra focaia sviluppò un fuocherello. Pochi minuti dopo nella capanna ardeva una fiamma allegra che diede subito sollievo al ninja infreddolito, anche se ancora affamato.

    Sei stato fortunato che ci fosse uno dei miei capanni da caccia qui vicino o saresti morto. Mi dispiace veramente tanto...mio fratello è proprio un idiota. Ora vedo di procurarti qualcosa da mangiare. Arco alla mano uscì dal piccolo edificio di rami, guardandosi intorno con attenzione. Uhm...speravo in qualcosa di più sostanzioso, ma andranno bene anche loro. Il tempo di un respiro ed incoccò una freccia, mirando attentamente e poi scagliandola verso terra, apparentemente fuori bersaglio rispetto al punto in cui aveva guardato fino a poco prima...ma ecco che la freccia deviò la sua direzione, trascinandosi dietro una piccola tormenta di neve, sollevata dal suolo in una sorta di nuvola che seguiva il proiettile.

    Dopo pochi secondi la freccia tornò nella mano della sua proprietaria, con attaccati tre piccoli filamenti cristallini che si estendevano fino alla testa di altrettanti scoiattili, abbattuti e con la testa intrappolata dal ghiaccio. Con questi faremo dell'ottimo Citatap! Disse entrando all'interno e cominciando a lavorare col coltello per sventrare e spellare le tre prede. I movimenti di Ipokash erano rapidi e precisi, perfino eleganti anche quando gettò le viscere al lupo che aspettava fuori dalla capannina (viste le dimensioni non sarebbe mai potuto entrare). Se interrogata riguardo a quella tecnica di caccia si sarebbe mostrata stupita. Beh, è un ninjutsu ovviamente. Come cacciate voialtri dell'Isola Principale, scusa? Tutti noi autoctoni di Azumaido siamo formalmente dei ninja di Kiri, anche se nella pratica nessuno viene mai a chiamarci o seccarci. Tutto frutto degli accordi di tantissimo tempo fa col secondo Mizukage, sai? A casa ho anche una sua foto vecchia ed ingiallita, con i baffetti ridicoli e tutto il resto, mia nonna lo adora, sai?

    Mi chiedevi del mio lupo, vero? Siamo praticamente cresciuti assieme. E' uno dei figli di Horkew Kamui, anche se è un normale lupo, per quanto molto grosso. Me lo ha affidato quando ero molto piccola e lo incontrai nella foresta. Horkew Kamui è il Grande Lupo Bianco delle Nevi, per inciso. A quel punto forse Akira avrebbe voluto indagare cosa diavolo significasse "Kamui", ottenendo come risposta uno sguardo compassionevole. Voi dell'Isola Principale non sapete proprio niente, eh? Sospirò. I Kamui sono ciò che ha un'anima e pensa, ma non è un uomo. Ciò che incarna e controlla la natura e gli spiriti. In un certo senso, volendola vedere dall'ottica di chi non è di Azumaido, un Kamui è una creatura sovrannaturale di qualunque genere. Comunque ho quasi fatto. Aveva finito di spellare gli scoiattoli, che sembravano ora degli sgorbietti con il ventre squarciato e svuotato, e poi incise il cranio di ciascuno di loro col suo coltello, esponendone il cervello. Ecco qua!

    Questo è per te che sei straniero. Si mangia crudo!
    Strappò il cervello dalla calotta scoperchiata con estrema facilità, porgendolo all'Hozuki. E' una prelibatezza per la mia gente, una delle parti più buone in assoluto! E poi tutti i giovani maschi dovrebbero mangiarne tanti. Si dice che sia molto utile per darvi una mano là sotto! Ed indicò il basso ventre del ragazzo coperto solo da pelliccia e mutande. In realtà per te è troppo tardi, ma se mangi molti cervelli i tuoi figli avranno un bel vantaggio in termini di dimensioni, quindi mangiane più che puoi!

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    Se lui avesse mostrato riluttanza a provare la prelibatezza la ragazza si sarebbe oltremodo risentita, fissandolo con ostilità. Mi sto privando della parte più buona e nutriente per darla a te, dopo aver cacciato e preparato la preda per te. E solo per il mio buon cuore. Non vorrai mica dirmi che ho sprecato le mie energie, vero? Mangia!
    Va detto che quel cervelletto era davvero saporito e gradevole al palato, una volta vinto il disgusto iniziale...tutto stava a come rapportarsi con quella ragazzina dai modi tanto esotici. Allora, è buono? Avrebbe chiesto una volta osservato il ragazzo mandar giù il cervello, prima di offrirgli gli altri.

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    A quel punto avrebbe preso una tavoletta di legno dalla sua bisaccia, poggiandoci ciò che restava degli scoiattoli e cominciando a sminuzzarla in piccolissimi tocchetti con il suo coltellaccio. In breve tempo avrebbe avuto uno spezzatino di carne, ossa e cartilagini. Normalmente si aggiungono le spezie, si fa una specie di polpetta e lo si mangia, ma tu hai freddo e devi riprenderti quindi lo preparerò con della zuppa di radici, a mò di spezzatino. Ci vorrà qualche minuto, va comunque tenuta molto al sangue. Non badare alle ossa, sono molto fragili e quasi tutte sminuzzate, non te ne accorgerai nemmeno, e poi il citatap è buonissimo! In effetti un odore delizioso si diffuse dalla pentola in cui la ragazza aveva iniziato a cucinare...e mentre badava al pasto (con la bava alla bocca lei stessa) iniziò a parlare in risposta alle domande dell'Hozuki di poco prima.

    Immagino ti sia dovuta una spiegazione. Vedi, io sono una cacciatrice per il mio popolo. Avevo solo nove anni quando ho lasciato il nome da bambina per prendere i due nomi da adulta, superando la prova di Genosha...ossia vivere là da soli e senza equipaggiamento per un mese intero. Mio fratello invece non è un cacciatore ma uno Sciamano del mio popolo. Ha sempre avuto un rapporto particolare coi Kamui, molto più stretto del mio, che pure ho un certo talento nel campo...e quando sono arrivati due stranieri la settimana scorsa a disturbare i Kamui con aspetto umano della vecchia Tomba lui si è allarmato. Mescolò la zuppa, che andava addensandosi. Nel rituale che ha fatto per comunicare coi Kamui ha saputo che i discendenti di chi fece la Tomba dovevano accorrere per difenderla ed allora è partito alla ricerca di qualcuno di loro: i Kenkichi. L'unico problema è che a differenza mia non è mai stato molto attento alle storie dell'Isola Principale o di Genosha...sa solo di Azumaido. Sospirò. Quindi ha fatto confusione..non ha trovato nessuno perché non sapeva chi cercare e ha rapito te senza spiegazioni...tipico di Munkeke. Sbuffò. Mi dispiace davvero tanto...fortuna che ti ho salvato in tempo.

    Servì il pasto (effettivamente delizioso) in delle ciotole che teneva nella capannina esattamente come le stoviglie, quindi riprese a parlare. Meglio se non dormi per ora, devi riprendere un pò di calore. Nel mentre manderò il lupo a prendere degli abiti comodi e poi partiremo per la città portuale di Oburu. Là potrai riposare e poi imbarcarti fra due giorni per tornartene a Kiri. Se poi Akira avesse chiesto maggiori informazioni sulla Tomba, Ipokash avrebbe fatto spallucce. Non so bene come mai sia stata messa là o cosa ci sia dentro, ma so che ci sono due Kamui molto potenti di guardia...Kamui che un tempo erano umani. La settimana scorsa due stranieri sono arrivati dal mare e sono finiti nel mio villaggio, che è vicino alla tomba ed è anche uno dei più grandi del mio popolo...pensa che siamo quarantanove se contiamo il mio fratellino che ha meno di un mese. Gli stranieri pensavano che avessimo noi la chiave della tomba e ci hanno attaccato, ma senza uccidere nessuno...poi però hanno capito che davvero non centravamo nulla e si sono fermati. Ci hanno guarito, hanno riparato i danni, ci hanno pagato per il disturbo e si sono scusati tantissimo. Abbiamo spiegato loro che la tomba è accessibile solo un giorno al mese, ossia domani, quindi nel mentre sono andati in cerca di un Kamui Pipistrello che uno dei due forestieri diceva di conoscere e di non riuscire più a contattare da qualche tempo.

    Nel mentre mio fratello ha voluto controllare coi Kamui Umani della Tomba...e la cosa è degenerata come ti dicevo prima. Ovviamente avrebbe mandato il lupo a procurarsi dei vestiti dandogli un biglietto: era solo un normale animale addestrato e non poteva certo trasmettere informazioni. Nel giro di due ore Akira avrebbe avuto la pancia piena, un completo da autoctono di Azumaido e diversi strati di pelliccia con cui proteggersi dal freddo...anche se sulla schiena portavano tutti uno strano motivo che sembrava una maschera di legno con disegni storti. Sai, in realtà quegli abiti li ho confezionati io...speravo di regalarli al mio futuro marito ma tu ora ne hai più bisogno. Quindi ringraziami. Avrebbe detto Ipokash a braccia conserte. Dovrò rifarli da capo, ma per il mio uomo questo e altro! Concluse poi con gli occhi che scintillavano come quelli di qualunque quattordicenne innamorata. Cadrà ai miei piedi quando riuscirò a reincontrarlo, ne sono sicura!
    Se non ci fossero stati problemi, sarebbero poi partiti per Oburu non appena pronti.


    Sanjuro e Keiji Kagome

    Risucchiato il sangue sulla parete, del quale ancora non aveva alcuna informazione, Keiji diede sfogo alla sua furia distruggendo quel che restava delle spade e delle tombe...guadagnando poi l'uscita sotto la neve solo per trovarsi davanti a Sanjuro, che a quanto sembrava lo aveva seguito o ritrovato in qualche modo.

    Il vecchio sciamano mascherato era appena riuscito a piantare una ciabatta sulla fronte del bislacco rapitore di Kiriani, che tuttavia riuscì comunque a teletrasportarsi lontano con un sonoro YOOOOOOSH!
    Il saluto rituale era incompleto...e perdipiù nello sparire lo sciamano di Azumaido si era portato via la ciabatta di quello di Genosha!

    [...]

    La piccola imbarcazione che li stava accompagnando era una robusta canoa da pesca, lunga forse tredici metri e con un voluminoso bilanciere galleggiante sul lato. Aveva una vela che tuttavia non veniva usata se non per le emergenze e perlopiù si muoveva a forza di remi, mossi dal massiccio pescatore che, originario di Azumaido, stava tornando a casa dopo aver venduto il suo carico al Porto di Kiri. Pur avendo le braccia grosse come tronchi d'albero, il pescatore superava a stento il metro e sessanta, aveva un ventre prominente ed un capo quasi completamente privo di capelli, presentandosi quindi con un'aria decisamente poco raccomandabile...ma era il primo passaggio disponibile per l'isola, a meno di aspettare tre giorni. Non fu di molte parole durante le quattro ore di navigazione, limitandosi ad offrire ai suoi passeggeri del pesce crudo sotto sale ed un'insalata di alghe scondita. Non chiese dove stessero andando nè gli interessava, voleva solo tornare a casa dalla sua famiglia (a quanto pareva aveva due mogli e qualcosa come dodici figli) e godersi la cena davanti al fuoco nella città portuale di Oburu.

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    Attraccarono senza grosse emozioni, anche perchè il loro traghettatore non avrebbe dato loro corda per nessun genere di attività, soprattutto le sciorinate mistiche di Sanjuro, che guardava con discreta indifferenza...probabilmente aveva visto cose più strane nella sua vita, il che non era decisamente un pregio. Mentre finiva di ormeggiare la barca e coprirla con dei teli, dopo aver fatto sbarcare i passeggeri, una vecchia signora con il volto tatuato si avvicinò al gruppetto. Il tatuaggio simulava delle labbra gigantesche, probabilmente un simbolo di fertilità, ma che sul viso rugoso della vecchina non più alta di un metro e venti stonava particolarmente per chi non era abituato a quel genere di costumi. Ah, mamma. Sei venuta a prendermi tu? Come stanno i ragazzi? La salutò il pescatore, con un tono brusco e aggressivo...in realtà era solo la sua normale forma di esprimersi, ma suonava sempre a quel modo, suo malgrado. Ma la vecchia non lo considerò nemmeno di striscio, avvicinandosi invece ai due Kiriani e fissandoli con gli occhi piccoli ed incavati.

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    Prima si dedicò a Keiji. Tu sei un ninja dei Kenkichi. Hai lo stesso odore della Tomba. Avrebbe detto con una voce appena sussurrata, tanto bassa che forse i due si sarebbero dovuti inchinare per sentirla. Poi si voltò verso Sanjuro. Tu hai l'odore di Munkeke. Devi averlo incontrato. Anche lei non sembrava affatto scossa dalla maschera. Un tempo mio marito indossava maschere simili. Era lo Sciamano del nostro villaggio, grande amico dei Kamui a guardia della Tomba Kenkichi. Forse Munkeke ha portato qui la persona sbagliata, ma vi ha condotto qui, quindi ha superato la prova da Sciamano. Potrà succedere a suo Nonno. Il pescatore era sceso dalla barca, ascoltando il tutto con aria preoccupata. Qualche guaio al villaggio, mamma? Lei finalmente si rivolse al figlio. Due stranieri hanno aggredito il villaggio per errore, ma quello è risolto. Lui si accigliò ma lasciò correre mentre lei concludeva. Doveva essere una famiglia che non dava troppo peso alle spiegazioni approfondite. Uno di loro cerca il Noun Kamui e l'altro cerca il tesoro della Tomba.

    Munkeke ha di nuovo condiviso lo spirito coi Kamui? Bah...non voglio averci a che fare! Io ora vivo a Oburu e non voglio più sapere niente di quel villaggio sperduto! Il pescatore era molto pratico e lasciò perdere tutta la faccenda, levandosi di torno. Ognuno fa le sue scelte. Commentò la vecchia, prima di tornare ai due stranieri. La Tomba ha due guardiani molto potenti. Una volta al mese li si può sfidare per avere accesso all'interno. Lo straniero che vuole entrare nella Tomba li sfiderà domani e loro hanno usato Munkeke per procurarsi potere e chiamare i Kenkichi a difesa del loro luogo ancestrale. Allungò una mano per toccare il braccio di Keiji, se questi glielo avesse permesso. Ha trovato te. Nel nostro villaggio troverete supporto e riparo, ma siamo neutrali per le faccende che riguardano la Tomba, a parte gli sciamani. Dovrete attraversare le terre selvagge verso nord-est, non ci sono sentieri e sono troppo vecchia per farvi da guida. Poi a Sanjuro. Quanto a te...trattala bene, uomo con la Maschera. Non aveva altro da dire, e si sarebbe voltata per andare dietro al figlio, lasciandoli forse


    CITAZIONE
    Per arrivare alla Tomba dovete attraversare una terra gelida, desolata ed ostile per almeno sei ore (se andate a piena velocità senza mai fare pause). Misurate bene le vostre forze e risorse, perchè in base alla qualità del viaggio potreste avere dei malus all'arrivo.
    Dovete anche scoprire esattamente dove andare...in città probabilmente troverete notizie su dove si trova il villaggio di origine della vecchia, che è a circa un'ora di marcia dalla Tomba. Lei non ha mappe e non sa indicarvelo, ci saprebbe arrivare ma è troppo anziana, e non sa scrivere.
     
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    Capitolo Primo



    Atto II
    Lunghi viaggi in compagnia


    Quando uscii dalla tomba, visibilmente più calmo di quanto si sarebbe potuto intuire se qualcuno avesse sentito i rumori provenienti dall’interno della tomba, mi trovai davanti Sanjuro, che pareva decisamente irritato e preoccupato. Non volli però approfondire la questione, quello sciamano si sarebbe potuto indispettire per un insolito volo d’aironi sopra la nostra testa, o anche solo per una foglia che cadendo avrebbe compiuto tre oscilli invece dei cinque previsti dalla sua distorta mente o dall’equilibrio naturale. « Torniamo a Kiri, avvertiamo il Mizukage e mettiamoci sulle tracce di questi malfattori. » dissi, con la solita serietà, facendo cenno di seguirmi. Avevo raccolto del sangue, magari qualcuno a Kiri sarebbe stato in grado di aiutarmi a scoprire a chi appartenesse.

    […]

    Ci imbarcammo che era da poco passata mezzanotte. Il nostro arrivo in serata ci permise, una volta constatate le azioni terribilmente nefande del luogo sacro riscoperto, di ritornare abbastanza velocemente sui nostri passi – anzi, sui miei, dato che avevo viaggiato da solo. La nave sulla quale ci muovevamo, una piccola canoa da pesca, era alimentata principalmente dalle possenti braccia del capitano della nave, un uomo che a prima vista poteva tranquillamente essere scambiato per il capobanda di un gruppo di malviventi, tant’era simile il suo glabro aspetto a quei luoghi comuni che si è soliti raccontare sui malavitosi, anche se una grande vela si ergeva sopra la nostra testa. Mi proposi di dare mano per la navigazione, odiavo starmene con le mani in mano ma soprattutto, mi adoperavo affinché non dovessi ascoltare i vaneggiamenti dello Sciamano di Genosha e per un breve tratto di strada fui destinato anche io al mettere e levare i remi dalla barca. Mi fu offerta un’insalata di alghe e del pesce sotto sale. Se la prima si rivelò particolarmente insipida, il secondo mise a dura prova i ricettori del gusto sulla mia lingua. La barca su cui però eravamo montati non ci avrebbe riportati direttamente a Kiri, avrebbe fatto scalo a Oburu, cittadina portuale in cui viveva il nostro poco affabile – non fu di molte parole durante il viaggio, tra le altre cose – capitano e le sue due (?) famiglie, quindi ci saremmo dovuti imbarcare su di un’altra nave oppure aspettare che l’uomo dalle possenti braccia che ci aveva accompagnato si riposasse. Ovviamente, data la situazione, era richiesta la massima rapidità, ed avevo già deciso che ci saremmo imbarcati il più velocemente possibile su di un’altra nave. Quando però attraccammo – si intravedevano i primi docili raggi del sole, era primissima mattina –, appena scesi sulla banchina, una piccola vecchietta con uno strano tatuaggio sulle labbra simile a delle labbra più grandi si avvicinò a noi. L’uomo alla guida della nave si rivolse a lei appellandola “mamma” e quindi la situazione si chiarì subito. La donna però sembrava interessata più a me ed a Sanjuro che a suo figlio: si avvicinò a me e mi sussurrò qualcosa in modo così flebile che dovetti abbassarmi per comprenderla. « Tu sei un ninja dei Kenkichi. Hai lo stesso odore della Tomba. » Disse, squadrandomi dalla testa ai piedi. La donna aveva quindi delle informazioni sul luogo che avevamo visitato qualche ora prima io e lo sciamano! Non mi meravigliai più di tanto del fatto che potesse sapere fossi un Kenkichi; alla fine tutta la zona dove ci trovavamo era limitrofa ad un importante luogo sacro, le tradizioni degli abitanti del luogo dovevano esser state negli anni pesantemente condizionate dalla presenza del clan in quella zona. Poi si rivolse proprio allo sciamano. « Tu hai l'odore di Munkeke. Devi averlo incontrato. » Munkeke? E chi diavolo era? Non sapevo darmi una risposta, e lo sciamano mi doveva delle informazioni, a quanto pareva. Prima però, cercai di realizzare quando avesse potuto aver incontrato qualcuno e la risposta era o durante il viaggio o durante la mia ispezione all’interno del tempio. Poi continuò: « Un tempo mio marito indossava maschere simili. Era lo Sciamano del nostro villaggio, grande amico dei Kamui a guardia della Tomba Kenkichi. Forse Munkeke ha portato qui la persona sbagliata, ma vi ha condotto qui, quindi ha superato la prova da Sciamano. Potrà succedere a suo Nonno. » Voltai gli occhi al cielo, capendo di trovarmi in mezzo ad altri “sciamani”, col terrore nel cuore che fossero tutti dei proto-Sanjuro. Il marinaio che poi ci aveva accompagnato pose, con tono indispettito e ruvido, una domanda vitale. « Qualche guaio al villaggio, mamma? » Al che la donna rispose che due uomini aveva noattaccato il suo villaggio, uno dei quali era interessato ad un Kamui – non avevo idea di cosa fossero, forse Sanjuro mi avrebbe potuto aiutare in questo senso – e l’altro alla Tomba Kenkichi. A sentir tali parole, sollevai le sopracciglia interessato, e mi limitai ad ascoltare tutto quello che la donna aveva da dire. Forse la fortuna ci aveva condotto nel luogo giusto prima ancora di tornare a Kiri a fare il punto della situazione con Itai. Dopo un piccolo dissidio familiare, la donna centrò il fulcro della situazione, mettendoci al corrente proprio delle informazioni che stavo cercando: « La Tomba ha due guardiani molto potenti. Una volta al mese li si può sfidare per avere accesso all'interno. Lo straniero che vuole entrare nella Tomba li sfiderà domani e loro hanno usato Munkeke per procurarsi potere e chiamare i Kenkichi a difesa del loro luogo ancestrale. » Disse, per poi allungare la mano e poggiarmela sull’avambraccio. « Ha trovato te. Nel nostro villaggio troverete supporto e riparo, ma siamo neutrali per le faccende che riguardano la Tomba, a parte gli sciamani. Dovrete attraversare le terre selvagge verso nord-est, non ci sono sentieri e sono troppo vecchia per farvi da guida. » Ero dunque stato scelto come difensore di un atavico avamposto delle Lame Insanguinate. Mi riempii di orgoglio e gioia, proprio come un bambino quando gli viene offerto un grosso dolce pieno di cioccolata. Era il coronamento di tutte le mie ricerche – appena iniziate – intraprese al fine di preservare la storia del Clan. Disse inoltre qualcosa a Sanjuro ma ero troppo preso dai miei pensieri che non ci feci caso. Tornai a prestare attenzione quando la vecchia si voltò e, esattamente come aveva iniziato a prestarci confidenza, andò all’improvviso dal figlio, togliendoci ogni possibilità di domandare o chiedere informazioni. Mi voltai verso lo sciamano, pronto a sapere a cosa si stesse riferendo prima l’anziana donna: « Quando hai incontrato Munkeke? E che diavolo sono i Kamui? » Sperando che l’uomo mi desse una risposta esaustiva, passai poi a spiegare il da farsi. « Dobbiamo scoprire come arrivare al villaggio della vecchia. Da come i due parlavano sembra che tutta la zona qui intorno sia a conoscenza del tempio e di questo villaggio, probabilmente negli anni le tradizioni antiche e la superstizione per i luoghi sacri hanno modificato i costumi locali o li hanno addirittura creati a loro immagine, dipendentemente dall’anzianità di questo insediamento portuario … andiamo in città a cercare notizie, quindi? » Chiesi allo sciamano. « La donna ha detto che lo straniero sfiderà domani I guardiani del tempio, quindi abbiamo una intera giornata per arrivarci, sperando che non sia lontano più di ventiquattrore di cammino. Dovremmo anche riposarci, siamo stati svegli tutta la notte. Magari troviamo anche una corriera per quel villaggio … » dissi, eccessivamente speranzoso nei toni. Se lo sciamano avesse deciso di seguirmi, mi sarei intrufolato tra i vicoli cittadini, salutando e ringraziando il burbero capitano. Altrimenti mi sarei mosso da solo dicendo allo sciamano di raggiungere il luogo descritto dalla vecchia entro le 18.00 del giorno stesso.

    […]

    >Passai circa due ore a raccogliere informazioni: mi mossi dapprima verso un negozio di alimentari nel centro città, cercando di rimanere il più vago possibile, domandando del villaggio in cui abitavano gli sciamani in grado di parlare coi Kamui, come aveva fatto intendere la vecchia durante quel breve, ambiguo, colloquio avuto qualche minuto prima. Non seppero indicarmi la strada, dissero però che erano sicuri che il villaggio era separato dalla più moderna civilizzazione di Oburu da terre impervie e coperte di neve. Niente di insolito, insomma. Non seppero neanche indicarmi più o meno quanto distasse a piedi. Scesi ancor più nel cuore del centro portuario per affacciarmi ad una pescheria il cui proprietario era un giovane ragazzo longilineo con un paio di spessi occhiali neri sul naso ed un colorito particolarmente chiaro di pelle circondato da foltissima barba rossiccia. Mi disse che era solito commerciare con i pescatori di quel villaggio e che non sarebbe stato poi così difficile raggiungerlo se si era soliti camminare nella neve, resistere al gelo e capaci di combattere con le fiere che potevano abitare i boschi di quelle zone. Il fatto che fosse giorno, però, aiutava non poco. Inoltre mi disse che non vi era altro modo se non quello ambulatorio per arrivarci, dato che, proprio per via dell’asperità della zona, nessuna carovana osava passare per quelle terre. Per i tempi di percorrenza, invece, disse che tutto dipendeva dalle mie capacità ma che la furia non ripagava mai negli ambienti ostili. Inoltre, se avessi seguito le sue indicazioni, a circa metà percorso mi sarei ritrovato davanti ad un secolare abete gigantesco. Aveva effettivamente ragione. Fu in grado di indicarmi con precisione la strada, aiutato anche da una sorta di cartina utilizzata per incontrarsi con i già citati pescatori, dopo di che si dimostrò particolarmente gentile benedicendomi con una frase di rito del posto e donandomi due pesci da portare dietro come cibo (NdR: nel caso venisse anche Sanjuro sarebbero due a testa). Mostrarsi cordiali e integri era spesso il miglior biglietto da visita di cui disponevo o forse, semplicemente, si era già sparsa la voce all’interno del villaggio su chi fossi. Presi la cartina e la infilai sottobraccio, nella tasca interna del cappotto Maeda, per poi avviarmi verso le mura del porto, in direzione della mia nuova meta.

    […]

    >Erano circa le 8.30 di mattina, il sole ormai era alto sopra le nostre teste e riscaldava amabilmente tutta la zona. Niente che mi potesse salvare dal gelido bosco in cui mi sarei andato ad infilare qualche minuto più tardi, comunque. La camminata fino a quel punto fu relativamente tranquilla, il terreno asfaltato che portava al porto era utile alle carovane mercantili principalmente e poi anche per coloro che, come il sottoscritto, si muovevano a piedi. Avevo tutto il tempo del mondo quindi procedevo sì a corsa ma lentamente, quasi come se mi stessi allenando sulla resistenza. Dopo una quarantina di minuti l’aria divenne meno salmastra e tutt’intorno iniziavo ad intravedere macchie nevose più o meno gradi e più o meno candide. La vegetazione diventava sempre più rapidamente o secca oppure sempreverde, lasciando la molteplicità di panorami che la zona portuaria mi aveva regalato per passare a qualcosa di più simile a ciò che ci si poteva aspettare in montagna. Corsi per circa due ore nel bosco senza alcun tipo di problema fino a quando il terreno non divenne più scivoloso ed ispido: inciampai in una radice, recuperai l’equilibrio con un piede che poi scivolò su di un sasso ghiacciato e caddi a terra di faccia, a pochi centimetri da un acuminata roccia. Mi andò effettivamente di lusso. Mi tirai subito su in piedi e capii che era necessario rallentare il passo se volevo evitare di uccidermi su delle rocce.
    Corsi ancora per un altro paio d’ore, più lentamente ma a passi più certi, ed arrivai all’abete descritto dall’uomo. Nonostante il sole si vedesse a stento per via del cielo coperto e delle alte fronde dei rami degli alberi di cui ero circondato, il mio stomaco mi suggeriva che fosse passata decisamente l’ora del pranzo e che mi dovessi fermare per una piccola pausa ristoratrice. Mi sedetti nella neve, poggiandomi con la schiena all’albero secolare e mi misi a mangiare il primo dei due pesci sotto sale che il pescivendolo mi aveva donato. Meno saporito di quelli del marinaio ma decisamente più commestibile, il primo pesciolino si fece strada nel mio stomaco molto velocemente; quando poi stetti per iniziare a mangiare il secondo, un fruscio ed un rumore di foglie colsero la mia attenzione. Mi voltai alla mia sinistra e vidi, dietro ad un cespuglio, un bellissimo lupo bianco con sfumature grigie fare capolino: mi stava squadrando dalla testa ai piedi, osservando, studiando ma le fauci rimanevano serrate e non pareva avesse intenzioni ostili. Uscì dal cespuglio e mi camminò davanti, sempre tenendomi gli occhi puntati addosso. Io rimasi fermo, portando semplicemente la mano destra dentro la tasca interna della giacca dove avevo i miei fidi spiedi. Il lupo passò però oltre, infilandosi a corsa in altre frasche alla mia destra. Fu proprio in quel momento dove abbassai la guardia tirando un sospiro di sollievo che un lupo nero uscì dove poco prima era entrato quello bianco con la bocca spalancata e le fauci grondanti di bava. Istintivamente scattai in piedi e con un felino movimento del braccio lanciai, poco lontano da me, il secondo pesce che mi era stato donato per poi scappare velocemente verso quella che doveva essere la fine del bosco – da quel che riportava la mappa. Un lupo non sarebbe stato di certo un temibile avversario ma non avevo tempo per mettermi a combattere e, allo stesso modo, non dovevo sprecare preziosissime energie. Mi ero imposto di arrivare entro le 18.00 impiegando circa nove ore di viaggio. Le prime cinque se ne erano andate solo per arrivare alla metà della strada ed uscire dal bosco, ne restavano quattro. L’orizzonte che mi attese era lo stesso di prima, più o meno, ma senza vegetazione e quella poca che resisteva era spoglia e secca. Una sorta di steppa innevata, con niente a portata d’occhio per chilometri e chilometri. L’aria poi in quel punto era ancora più gelida; ringraziavo il cappotto per tenermi caldo. Ciò che, tuttavia, fu davvero, davvero interessante fu l’assenza di pericoli mortali della zona, o almeno, l’assenza di pericoli viventi mortali. Tutto il panorama era composto da affilate rocce friabili che spuntavano dalla neve, laghetti ghiacciati saltuari ed altra, gelida, neve. Rallentai ancora un po’ il passo, sperando di non inciampare nuovamente da nessuna parte. E per fortuna ciò non avvenne. Le restanti quattro ore di viaggio si tramutarono poi in cinque, dati i due rallentamenti necessari e l’eccessiva accortezza che volli dimostrare anche in quell’occasione. Stanco ed affamato mi fermai soltanto quando, in lontananza, scorsi distintamente i primi tetti innevati del villaggio della vecchia. « Ci siamo. » dissi, col fiato rotto dal fiatone. « Credo che non dovremo presentarci e che ci stiano aspettando. Non facciamoli attendere oltre. »




    StatisticheStatus
    Forza: 600
    Velocità: 500
    Riflessi: 500
    Resistenza: 475

    Agilità: 500
    Precisione: 500
    Concentrazione: 500
    Intuito: 500

    Vitalità


    Chakra
    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti


    [Slot Difesa I]
    [Slot Difesa II]
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    [Slot Tecnica Base]
    [Slot Tecnica Avanzata]


    [Slot Gratuito]



    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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    L'anziana signora e la capra sfortunata



    Quando dal tempio, Sanjuro vide uscire Keiji, lo sciamano si stava dirigendo verso il ninja per abbracciarlo, ma questi lo evitò dirigendosi verso la piccola imbarcazione che li avrebbe accompagnati; il Kenkichi era davvero di cattivo umore, come Sanjuro non lo aveva mai visto. Questi pensieri però se ne andarono in fretta dalla mente dello sciamano, poichè una terribile tragedia si era abbattuta sul mondo pochi istanti prima. L'altro sciamano, sparendo, si era portato dietro una delle ciabatte di Sanjuro. Non solo questo aveva causato la non realizzazione di un altro rituale sciamanico di saluto, ma oltretutto quella era l'unica ciabatta destra di Sanjuro, che ora sarebbe stato obbligato a camminare con un piede scalzo; lui adorava quelle ciabatte, regalategli da Itai quando era tornato a Kiri, ormai mesi prima. Sanjuro non disse nulla, si limitò a seguire il suo compagno ninja; dopotutto era lui il capo da quelle parti, Sanjuro lo stava solo accompagnando per assicurarsi che i disegni mistici restassero tutti d'un pezzo, mentre Keiji faceva quello che doveva fare.
    Ovviamente prima di andarsene, Sanjuro chiuse la porta, come gli aveva chiesto l'altro strano sciamano ladro di ciabatte.
    La traversata sulla barcaccia fu molto rilassante, non tanto perchè Keiji non disse una parola, e nemmeno perchè il barcaiolo parlò ancora meno dello spadaccino, rispondendo con un muggito appena accennato ad ogni affermazione dello sciamano, ma perchè quest'ultimo passò tutto il tempo, dall'inizio alla fine, a contarsi le dita delle mani e quelle dei piedi, ripartendo da campo qualora avesse terminato il conto.
    Se poi, per caso, qualcuno gli avesse chiesto il perchè delle sue azioni, Sanjuro avrebbe risposto, senza però fermarsi dal conteggio:

    - Devo capire perchè me ne servono così tante. -

    La traversata sarebbe durata diverse ore, tre, quattro, o cinque; Sanjuro non ne aveva la minima idea; quello che però sapeva, era che mangiare del pesce crudo sotto sale con delle alghe, senza aggiungere qualche pezzo di corteccia marcia di ramoscello, quindi allungò il braccio verso l'acqua svariate volte, per afferrare un piccolo pezzo di legno galleggiante e poterlo sbriciolare nella piccola ciotola fornita dal barcaiolo, che li stava accompagnando a Oburu. Quando furono al porto, Sanjuro scese dalla barca, reggendosi ovviamente su Gassan, e aspettò. Che fosse per attendere la sistemazione della barca da parte del barcaiolo, o che sapesse dell'arrivo di un'anziana signora, non ci è dato saperlo, ma quando lei fu davanti ai presenti, Sanjuro saltò su entrambi i piedi, prima su uno e poi sull'altro, alcune volte, per poi fermarsi a baricentro abbassato, tipo rospo, e battere le mani assieme. Una specie di saluto mistico per aver riconosciuto una persona dalla grande energia, o roba simile.
    Dal discorso della donna, complice la voce molto bassa, e il fatto che Sanjuro era in debito di qualche venerdì, lo sciamano comprese tre cose: la prima, che il ladro della sua ciabatta si chiamava Munkeke, e discendeva da una famiglia di sciamani. La seconda, che avrebbe dovuto recarsi a nord-est per recuperarla, e la terza, che l'anziana signora non li avrebbe potuti accompagnare, se non sul dorso di una capra dal manto totalmente nero. Quindi lo sciamano della palude le rispose.

    - Non si preoccupi, come fosse la mia stessa gonnella. - Riferito a quello a cui si riferiva la donna, che Sanjuro ignorava, ma era comunque una persona gentile.

    Quando la donna si fosse dileguata, Keiji avrebbe rivolto domande allo sciamano, ottenendo rapide risposte. - Non ne ho idea, l'ho incontrato? - e - I Kamui certo, mai sentiti. -
    Quindi lo sciamano si tolse l'unica ciabatta rimasta e inizio a scuoterla per far uscire dei granelli, mentre Keiji continuava con la sua elucubrazione; mentre Sanjuro pensava al fatto che non aveva mai incontrato Munkeke, dal momento che era stato l'altro sciamano ad incontrare lui, e che i Kamui, davvero non li aveva mai sentiti. Finì l'operazione di sgranellamento quando Keiji terminò di parlare. Infilò nuovamente la ciabatta, lo guardò e disse:

    - Si, giusto. Uhmmmm, una capra. - E si incamminò verso il villaggio. Convinto di aver già organizzato tutto alla perfezione con il collega.

    [Preparazione del Viaggio]

    Sanjuro doveva organizzare tutto come si confaceva ad uno sciamano in missione diplomatica. Innanzitutto, dal momento che la signora per essere portata aveva bisogno di una capra dal manto nero (?), Sanjuro si recò dai vari allevatori di capre, cercandone una dal manto di quel colore. Dopo circa un'ora di ricerche, lo sciamano riuscì a rimediare una normalissima capra marroncina, che scambiò con il proprietario per un fascio di erbe contro le emorroidi della tundra, e un barilotto di pece, per il quale dovette vincere una scommessa, secondo la quale, Gassan doveva reggere il suo compagno Sanjuro per 5 minuti sopra di sè. Nessuno seppe come, ma il bastone riuscì nell'impresa. Nel giro di qualche minuto, e molti lamenti da parte dell'animale; Sanjuro aveva finalmente una capra dal manto nero.
    Quindi, con una capra nera tenuta con una corda, Sanjuro si recò in giro per le strade, bussando alle finestre delle persone, per chiedere se qualcuno voleva vendergli del cibo essiccato, una coperta, e un paio di torce.
    Ci vollero un paio d'ore, ma alla fine, con uno zainetto in spalla con i suddetti oggetti, alcune carote e un bastone, il praticamente nudo Sanjuro, sarebbe tornato al porto, alla ricerca della vecchia signora o di suo figlio; che potesse indicargli dove trovare la signora. Altrimenti avrebbe chiesto in giro dello sciamano il cui nonno era sciamano di cui lui cercava la moglie. In un modo o nell'altro l'avrebbe trovata; una vecchietta così anziana non poteva sparire nel nulla, non era uno sciamano.
    Quando l'avesse trovata, Sanjuro si sarebbe fatto avanti con rispetto, rivolgendosi alla donna, sempre con il solito rospo-applauso-saluto che aveva espresso alcune ore prima, e avrebbe esordito.

    - Nobile signora, ho la capra dal manto nero per la cavalcata, coperte, cibo, torce e Gassan - presupponendo che la donna lo conoscesse, - Possiamo partire cavalcando verso il luogo mistico che mi avete indicato poc'anzi. Mi occuperò di voi, e sarete nuovamente a fare le vostre cose da anziana signora, nel giro di poco. Oltretutto so contarmi le dita con maestria, nemmeno la noia avrà la meglio su di noi. - Un invito più unico che raro, oltre che estremamente invitante e irripetibile.

    Se la signora avesse accettato, Sanjuro sarebbe salito sulla capra, con la signora subito dietro di lui, che poteva reggersi alla gonnella mistica, usando il bastone con attaccato un filo e la carota, per condurre la capra sporca di pece, verso l'infinito e oltre. Aveva anche due torce, in caso si fosse fatto buio, e una coperta per la signora, dal momento che lui non aveva mai percepito il freddo. Ripensandoci, Sanjuro stesso non seppe mai bene perchè; aveva passato 15 anni a Genosha nudo, ma bene o male non aveva mai sofferto troppo il freddo; ma nemmeno ci aveva mai fatto troppo caso, e una volta scemo, nemmeno ci avrebbe più pensato.
    In ogni caso, assunto il titolo di sciamano-cavaliere della capra di pece, Sanjuro si sarebbe diretto verso Nord-Est, alla ricerca della sua ciabatta, e di tutte le altre cose per le quali si trovava in quel posto, che al momento proprio non ricordava.


     
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    La Neve Sporca di Sangue

    II


    Suscettibile la ragazza.
    Si, si! Scusami! Non volevo offenderti! Cercai di calmare e unitamente scusarmi con la giovane ragazza di fronte a me, unendo alle mie parole i movimenti di entrambi le mie mani, che colpirono un muro virtuale con i palmi rivolti verso di lei.
    Nel frattempo mi aveva appena ricordato che ero su un'isola vicino a Genosha, e solo io come poche persone al mondo potevo sapere cosa significava trovarsi di notte a Genosha. In effetti... Incominciai a massaggiarmi i piedi nudi, delicatamente, per svegliarli dal freddo torpore in cui erano ormai caduti. Mamma mia che mal di testa... L'effetto allucinogeno stava scomparendo, e con questo anche il finto calore del mio corpo, ora circondato dalla notte e dal ghiaccio.
    Mi alzai abbastanza velocemente dal mio giaciglio improvvisato, ma giusto il tempo di risaltarci addosso, impaurito, come una scolaretta, quando il grosso lupo mi ringhiò contro.
    Non sembravo affatto il più temibile dei ninja di Kiri, così spaventato e raffreddato da un lupacchiotto, mentre saltavo sopra la roccia... E nudo, mi stavo scordando... Ma la temibile visione dei pony in gonnella di paglia era ancora impressa nella mia debole mente. Si, si... Al caldo, ma... Vai avanti te, è meglio. Esclamai, lasciando qualche metro di sicurezza tra me e i miei due (?) nuovi amici.

    Per fortuna, soprattutto per il già indebolito corpo, la casa della bambina autoctona era poco lontana dal posto in cui mi ero risvegliato.
    Certo, la parola "casa" era veramente un parolone, visto che sembrava una versione a portar via della capanna di Sanjuro a Kiri, ma almeno offriva un riparo dal vento gelido e dal ghiaccio.
    Sembrava un grande bagno chimico in legno e arbusto, con un bel buco al centro di quei tre metri scarsi di raggio, però aggiungere qualche parola offensiva nei confronti del luogo che ti stava salvando la vita non sarebbe stato affatto gentile. Tranquilla... Non posso dire che ci sono abituato, ma... Ci sono già passato... Brr... Un brivido percorse tutta la mia schiena al solo rimembrare delle tempeste in mare e delle gelide notti passate con Meika a Genosha durante il recupero del metallo per le nuove Sette.
    Il tempo di sedermi e la piccola Ipokash aveva già abilmente acceso un bel fuocherello nel buco al centro della stanza, illuminando la capanna. Ti ringrazio Ipokash... Quindi chi è tuo fratello? Perché fa l'ambulante per Kiri? Perché mi ha voluto portare qui? Domande che volevano una risposta. Domande che non aveva senso, così come i fatti che erano successo d'altronde. Comunque si, qualcosa da mangiare sarebbe proprio d'aiuto... Un rauco rumore dello stomaco si riversò nella capannina da caccia. Come puoi sentire te stessa... Eheh! Cercai di sorridere per nascondere quel poco di imbarazzo che poteva essere rimasto ad un ninja, comandante delle squadre speciali di Kiri, che era stato salvato da una bambina... Nudo. Ma vuoi uscire veramente così? Dai, non fa nulla allora... Ma, senza che neanche me ne accorsi, la freccia dell'arco di Ipokash era stata già scoccata.
    La preda era stata colpita, e la freccia stessa, aiutata come d'incanto dalla tormenta, tornò verso la sua padrona, con ben 3 piccoli scoiattoli intrappolati nella morsa del cristallo collegato al proiettile. Wow! Ma sei fortissima! Incominciai a battere le mani, sbalordito dalla bravura della bambina. Non so cosa sia un Citatap, ma va benissimo comunque. Esclamai, mentre la piccola cacciatrice incominciò a scuoiare i poveri animaletti, che però sarebbero serviti alla causa.

    Anche gli abitanti di Azumaido erano ninja quindi, affini all'acqua, al vento e al ghiaccio, come il paesaggio in cui vivevano. Probabilmente gli abitanti di quella terra avevano imparato a servirsi dei jutsu per cacciare e sopravvivere in quel luogo così freddo e impervio.
    Presto anche le mie domande riguardo al grosso lupo di compagnia ebbero risposte. Non chiarissime, ma pur sempre risposte. Era figlio di un certo grosso lupo bianco delle nevi, e, per non si sa quale motivo, ognuno di questi aveva un nome che finiva con la parola "kamui". Dopo aver chiesto delucidazioni a riguardo, e dopo che Ipokash ebbe superato il momento di fastidio generale che una domanda così sciocca, almeno per lei, poteva provocare, incominciò un discorso filosofico su quello che "kamui" stava a significare.
    Ascoltai il lungo discorso con faccia attenta, annuendo di tanto in tanto, almeno fino alla fine del discorso. In quel preciso momento, infatti, alzai l'indice della mano destra, come chi sta per fare un intervento intelligente. Non ho capito. Contestualmente la testa avrebbe assecondato ciò che la voce aveva preannunciato. In sostanza sono... Gli antichi abitanti dell'isola? La parola "animale" poteva, magari, essere considerata offensiva per quella popolazione, e poi ero certo che una qualche differenza doveva poi esserci, visto che altrimenti non si era fatta troppi problemi a preparare un carpaccio di scoiattolo.
    Già, lo scoiattolo.
    Il cervello dello scoiattolo aiutava a crescere in... Dimensione. Ma per me era troppo tardi. Ehy! Guarda che è solo perché... Perché fa molto freddo, ecco! Non ne avrei avuto comunque bisogno io! Cercai di difendermi, prendendo in mano le piccole cervella del fu animaletto. Ehm... Sicura? Non lo vuoi per te? Cercai di passare la palla, ma dallo sguardo della bambina capii subito che non era una buona idea. Va bene, va bene. Lo mangio io... Allora... Grazie, e buon appetito... Esclamai, mentre con gli occhi chiusi portai le interiore in bocca, mandando giù il più velocemente possibile. E'... E'... Ci pensai un attimo. Non è per niente male! La consistenza era schifosa, siamo chiari, ma il sapore era simile... Sembra pollo. Tutto sapeva sempre di pollo quando non si sapeva che sapore dare o definire.
    Nel frattempo, mentre la zuppa di resti di scoiattolo incominciava a cuocersi per bene, creando un piacevolissimo odore di caldo cucinato nella piccola capannina, la piccola cacciatrice incominciò a raccontarmi la storia del perché ero finito nudo nel ghiaccio. O almeno le origini di quella storia.
    A quanto pareva era tutto frutto di un errore, errore che mi aveva visto - stranamente - vittima ultima, sempre per un errore.
    L'errore di uno sciamano, per essere precisi. Giusto perché a Kiri ormai di sciamani non ne avevamo abbastanza.
    Munkeke, il fratello maggiore di Ipokash, era in cerca di un Kenkichi per difendere la tomba da due misteriosi depredatori. Dannata gentaglia! Esclamai, battendo il pugno sul palmo aperto. Quindi è colpa loro se sono qui! E mentre maledicevo i due misteriosi assalitori, il grande lupo, che era scomparso già da tempo, torno con pesanti vestiti per me. Oh... però, che carino. Grazie mille! Chiunque ti sposerà sarà veramente fortunato! Sono sicuro che troverai un bellissimo marito. Dissi, mentre mi vestivo, indossando i pesanti abiti di pelle, pronto a sfidar nuovamente la tempesta. Ipokash! Voglio sdebitarmi! Chiusi il mantello. Portami alla tomba! Non sono un kenkichi, ma sono uno spadaccino! Sarò ben lieto di aiutare voi e i Kamui! Non lascerò che nessuno disturbi più la vostra comunità! Mi battei con il pugno destro il petto. Procurami un paio di spade e li faccio a fettine io per voi! Sorrisi alla cacciatrice. E poi sono proprio curioso di conoscere questi kamui. Sembrano tipi interessanti!
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Viaggi Perigliosi e Incontri Inaspettati
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    Keiji & Sanjuro

    Sei un uomo buffo e di molte risorse. Forse avanti negli anni per lei, ma non ho voce in capitolo, in fondo. Commentò la vecchia (trovata non senza qualche difficoltà) dopo essere stata presentata davanti al mezzod i trasporto avvolto di pece. Suppongo tu lo abbia fatto per isolare la capra dal freddo. Sei davvero di molte risorse, si. Dopo qualche minuto decise infine di acconsentire al viaggio. E' da molto tempo che non torno al villaggio senza una vera e propria spedizione. Sarà diventente. Si. Fortunatamente lei conosceva le piste meno battute dagli animali selvatici e molti passaggi sicuri, quindi la traversata richiese appena otto ore, considerando anche una piccola pausa intorno a mezzogiorno per mangiare e far riposare la grossa capra di montagna.

    Per tutto il viaggio la donna avrebbe ascoltato pazientemente i delirii dello sciamano ma senza partecipare più di tanto alle discussioni, limitandosi a indirizzare la capra là dove serviva. Mi pare quasi una gita col mio defunto marito, sai? Questa la chiacchierata durante la pausa mentre mordicchiava la sua carota. Anche lui quando prendeva le tisane mistiche si comportava come te...anche se certo l'effetto dura parecchio. Ricordo che una volta lo trovammo nudo che faceva la verticale sul tetto di una capanna e cercava di urinare in un bicchiere che aveva messo a terra...il Rituale della Cascata, lo chiamava. Sorrise con tristezza. Bei tempi quelli, prima che Horkew Kamui lo richiamasse a sè, si.

    Circa due ore dopo anche Keiji arrivò a destinazione, trovando Sanjuro, la vecchia e la capra ormai quasi del tutto ripulita dalla pece che stavano tranquillamente riposando in una delle prime capanne del villaggio. L'usanza voleva che dopo un lungo viaggio si fosse riposati prima di essere introdotti alla comunità, anche se tutti i ragazzini e anche qualcuno degli adulti fissava i due stranieri con estremo interesse, fino ad essere quasi disturbanti, tanta era la loro curiosità, soprattutto perchè non potevano parlare con loro finchè non si fossero detti riposati!

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    Rifocillatisi con delle strane ma saporite polpette speziate delle quali era meglio non chiedere l'origine (era Citatap, ma nella versione cruda, per inciso) i due furono infine ammessi a condividere la loro presenza con la piccola comunità di poco più di venti persone, tutte appartenenti allo stesso nucleo familiare. I bambini saltavano intorno ai due stranieri cercando di coglierne ogni dettaglio e gli adulti erano interessati alle novità da Oburu, e a come mai fossero là. Alla menzione di Munkeke però si sarebbero rabbuiati. Cosa è accaduto a Munkeke? Li avrebbe interrotti la vecchia, accigliata. Il maggiore tra i suoi figli, Petennouk, era ormai un uomo sui sessanta con lunghi capelli neri raccolti in due treccie al lati del viso, ed era anche il padre di Munkeke. E' andato alla Tomba per confrontarsi con uno dei due uomini, quello che vuole entrare nella tomba, usando non so quale potere mistico che dice di aver preso nell'Isola Principale. Abbiamo sentito delle grida, poi è apparso Repun Kamui e ha creato un'ondata in tutta la zona della Tomba. Se Munkeke ha chiamato Repun Kamui, la grande balena celeste, allora ha davvero preso il posto di Alto Sciamano che era di suo Nonno, ma non avrebbe dovuto combattere con l'uomo che aspira a entrare nella Tomba, non è suo compito.

    Siamo andati sul posto, ma non c'era traccia nè di lui nè dell'altro. L'acqua si era già tramutata in neve. Repun Kamui usa la sua onda per disperdere e dividere. Probabilmente ha solo separato i due contendenti quando ha visto che Munkeke non poteva vincere. Tornerà. Petennouk sembrò sollevato, ma la situazione restava problematica. Non vorrei che ora ci attaccassero come rappresaglia... Non lo faranno, siamo stati chiari nello spiegare loro che il villaggio è neutrale, a parte gli Sciamani. Uhm... Probabilmente a quel punto Keiji avrebbe voluto sapere qualcosa di più sui due uomini che volevano profanare la tomba. Sono due. Maestro e Allievo, così si sono definiti. L'allievo è giovane, nemmeno ventenne, biondo, abbastanza alto e ha un fodero di katana vuoto al fianco. Il maestro è forse sui trenta, con capelli neri e sottili, legati alla nuce e la pelle molto chiara. Avevano entrambi delle lunghe sopravesti bianche in pelliccia, ma quando abbiamo combattuto ci hanno schiacciato con una facilità estrema: il Maestro ha solo sollevato una mano e c'è stata una luce rossa sotto il suo abito...poi tutte le nostre armi si sono dissolte in sabbia. L'altro invece ha usato solo pugni e calci per sottometterci, ma a parte qualche livido non ci hanno fatto davvero del male. In ogni caso non dobbiamo immischiarci, siamo neutrali.

    Gli avrebbero certamente indicato la posizione della Tomba, a meno di venti minuti di marcia, ma anche andandoci tutto quello che avrebbe trovato era una vasta piana innevata a ridosso di una ripida parete rocciosa. Una roccia sporgente sembrava quasi l'elsa di una spada conficcata nel muro, e a detta dei cittadini indicava la posizione dell'ingresso, ma senza uno Sciamano del luogo era impossibile comunicare coi due Guardiani per sapere qualcosa di più.

    Dovevano trovare Munkeke.

    Se si fossero addentrati nella foresta circostante il villaggio alla ricerca dell'uomo, avrebbero però avuto ben presto una sorpresa sgradevole: tracce di sangue congelato [Analisi]Se posseduto Seguire le Tracce è possibile seguirle
    Se posseduto Occhio di Falco o Investigatore è possibile comprendere che sono vecchie di almeno un giorno
    Se posseduto Segugio è possibile capire che è sangue umano
    . Poteva voler forse dire che Munkeke era ferito? O stavano seguendo il suo misterioso avversario col fodero privo di spada? Dopo quasi un'ora di attento inseguimento delle tracce, ostacolato solo da uno spiacevole stormo di pipistrelli che si sarebbe levato da una piccola grotta al loro passaggio aggredendoli Velocità Blu - Potenza 15, può causare Sanguinamento (DnT Medio)per qualche minuto per poivolare via alla ricerca di un nuovo riparo, il duo avrebbe presto trovato l'ultima delle tracce, su un ramo semicoperto dalla neve, segno che comunque era una traccia vecchia di qualche ora.

    La ricerca sembrava disperata, ma ma affinando l'uditoSe posseduto Udito Perfetto

    In caso contrario la ricerca richiede circa mezz'ora
    avrebbero percepito un lamento soffocato provenire da qualche parte sotto di loro: prestando cautela nel camminare e nello spostare la neve, si sarebbero trovati davanti ad un crepaccio che era stato in qualche modo seminascosto dalla neve. Il suono proveniva da là sotto, e sacrificando una torcia o una luce da gettare all'interno avrebbero scorto per un breve istante una persona che, semisvenuta, era appesa per miracolo ad uno spuntone ghiacciato forse quindici o venti metri più in basso. Difficile dire quanto fosse realmente profonda quella ferita nella crosta terrestre congelata, ma sicuramente il ferito aveva lunghi capelli rossi e uno strano abbigliamento che lo identificava inequivocabilmente come Munkeke. Lo avevano trovato, ma come fare a salvarlo? Il crepaccio aveva pareti in ghiaccio e lui era sicuramente mezzo assiderato, oltre che ferito, e non avrebbe collaborato in nessun modo.

    Scendere di sotto era possibile ma rischiosoRichiede Furtività 9 o Movimenti Inodore, uniti al Controllo del Chakra Adesivo Intermedio, per scendere nel crepaccio senza pericoli, impiegando 3 round.

    Se queste condizioni non sono soddisfatte, ogni metro richiede uno slot azione e causa un danno pari a 1/2 Leggera a mani e piedi se non utilizzato il chakra adesivo. Salire con Munkeke dimezza la distanza percorsa in questo modo, a causa del peso aggiuntivo.
    Il calore del corpo e i movimenti, tuttavia, quale che sia il metodo, fanno crollare e collassare le pareti in 3 round esatti, facendo precipitare il ferito e possibilmente anche il suo salvatore verso morte certa..
    ...certo, se avessero potuto manipolare in qualche modo il ghiaccio le cose sarebbero state più semplici, anche se troppe modifiche potevano far crollare tutto. Dovevano inventarsi qualcosa, e dovevano farlo in fretta!Se entro 5 round dalla scoperta non raggiungete Munkeke (badate quindi alle azioni compiute prima di provare, se volete, la scalata), i suoi movimenti da moribondo faranno spezzare il suo unico appiglio, facendolo cadere

    26915-seracco




    Akira

    I Kamui sono ciò che l'uomo non può spiegare con le sue sole forze. Si dice che il secondo Mizukage potesse contare sull'aiuto di un Kamui con le sembianze di una enorme ostrica, ad esempio. Oppure alcune volte lo spirito di un uomo può lasciare la sua carne dopo la morte e proseguire come qualcosa di non più umano, un Kamui, appunto. Ce ne sono di forma animale o umana, e anche di forme non comprensibili all'uomo. Come dicevo, tutto ciò che è sovrannaturale è, per certi versi, un Kamui. Ipokash sembrava un pò turbata da quell'argomento, come se non riuscisse a spiegare con precisione la mitologia del suo popolo, ma questa era la migliore approssimazione di cui era capace.

    La lunga occhiata dubbiosa che gli rivolse quando lui parlò degli effetti del freddo fu più che eloquente, mentre il discorso, dopo il pasto caldo, si spostava verso questioni più importanti. Oh, ma non serve, è stato un equivoco. La Tomba non è un problema nostro, solo degli sciamani, e in ogni caso non ci attaccheranno di nuovo, anzi si sono scusati e ci hanno ricompensato per tutti i danni, curando anche i feriti. Fece spallucce. Se poi vuoi andare come ninja dell'isola principale per capirci qualcosa di più si può fare, ma non serve affatto che tu attacchi queste persone per noi, non sono nostri nemici.

    Comunque, parliamo di cose più serie. Il suo sorriso da ragazzina si fece un pelo più infido e crudele. Quando non c'è freddo almeno riesci a usarlo quel coso? Sei fidanzato? Di che segno sei? Oh, non immagini quanto vorrei sapere di che segno è il mio principe delle nevi! Mia nonna mi ha insegnato a leggere nelle interiora delle volpi delle nevi, e indovino quattro volte su cinque! Ma senza segno zodiacale non si può fare. Anche se era una cacciatrice abituata a scuoiare gli animali e mangiarli crudi, restava una quattordicenne affamata di pettegolezzi e misticherie, alla fin fine. Usi due spade per compensare? Accennò nuovamente al basso ventre di lui. E anche la tua fidanzata usa le spade?

    Quella tortura verbale sarebbe continuata per un'ora buona, ma nel mentre il corpo di Akira si sarebbe scaldato quanto bastava per sopravvivere, specie ora che era vestito e che lei gli aveva dato un mantello di pelliccia abbastanza pesante. Fuori aveva smesso di nevicare, ma secondo Ipokash (ed era meglio fidarsi) da là a due ore avrebbe ripreso, quindi era il momento di mettersi in marcia. In ogni caso per andare verso Oburu o verso il mio villaggio si deve andare nella stessa direzione, almeno per adesso, seguendo il fiume. Si lasciarono il rozzo ma confortevole capanno da caccia alle spalle, avventurandosi nella foresta gelida. Se devi far pipì accendo prima un fuoco o potresti non riuscire a direzionare il getto. Fu la sua ultima, crudele frecciatina, ma intanto erano per strada.

    Camminare nella neve alta era problematicoMovimento Gratuito dimezzato
    Ingombro (Leggero)
    , ma Ipokash si raccomandò di non camminare troppo vicino al fiume (dove la neve era sensibilmente più bassa e non ostacolava il passo) perchè c'era il rischio di scivolareLa Velocità di spostamento deve essere ridotta di 4 tacche.
    Se si va a velocità standard si provoca Ado per ogni movimento su quel terreno per i piccoli scivolamenti
    Se si va a velocità aumentata, si cade a terra ogni 5 metri, meno un metro per ogni tacca di vantaggio.
    su qualche lastra di ghiaccio nascosta da uno strato di neve sottile.

    Viaggiavano già da quattro ore, ovviamente seguiti dal massiccio lupo di Ipokash, quando sul loro sentiero si frappose una persona che indossava un lungo mantello di pelliccia bianco, col cappuccio che copriva il volto. Il lupo prese a ringhiare. Era probabilmente su uno degli alberi e scese quando loro furono abbastanza vicini da percepirlo, con un solo salto. EHI! La ragazza aveva già messo mano all'arco, quando lo sconosciuto tese una mano in segno di pace, scostando il cappuccio per rivelare il capo57af5f6c206e4. Perdonatemi, non volevo spaventarvi. Ah...ma sei lo straniero! Poi verso Akira. Lui è uno dei due che ti dicevo, dell'equivoco al villaggio. Quello si inchinò. Mi scuso ancora per il terribile incidente, spero vada tutto bene. Mi chiamo Kazuhiro Kuei, e stavo cercando il mio amico Hakkekkyu...che credo voi chiamiate Noun Kamui, se non erro. Il Grande Pipistrello della Neve, si. E' una delle creature a cui sono legato, ma di recente ha smesso di rispondere al mio richiamo, quindi sono venuto a cercarlo nella sua casa, che è poco distante. Lei annuì vistosamente, con gli occhi che si riempivano un pò di ammirazione. Sei coraggioso a vagare da solo per Azumaido, anche se mio padre mi ha detto che sei molto forte. Quello sorrise, cordiale. Grazie. Il problema è che per far uscire Hakkekkyu allo scoperto mi serve una grossa preda o qualcosa del genere...il sangue lo attira. Così dicono le leggende. Concordò lei.

    Ho cercato un orso polare o roba simile ma non è servito...però vedo che c'è un grosso lupo con voi, e potrebbe proprio fare al caso mio. Naturalmente vi pagherei per il disturbo. A quella proposta Ipokash si inalberò, quasi le avessero dato la scossa. Il mio amico non è in vendita! E' il figlio di Horkew Kamui...è uno di famiglia! Il Kuei si accigliò. Capisco...ma è solo un animale in fondo. E il mio tempo sta per scadere, ho dovuto lasciare una grossa faccenda in sospeso giù nel Paese dei Fiumi ed entro domani devo ricongiungermi al mio allievo per vedere come se la cava con questa sfida ai Guardiani. Quindi...mi permetterei di insistere. Verresti comunque ricompensata, quindi non c'è motivo di irritarsi solo per un lupo. Sulla difensiva, la ragazza si mise a difesa del lupo, che continuava a ringhiare. Non pensarci nemmeno! Sarai anche forte ma io sono una Cacciatrice di Azumaido e lui e molto più potente di quanto non credi! Parlava ovviamente del suo animale, non di Akira.

    A quel punto la maschera di cortesia del Kuei si dissolse. Ragazzina, non mi va di sprecare altro tempo. Prenderò il lupo e te ne farò avere uno nuovo. Per raggiungere il risultato io non mi faccio troppi scrupoli! Col cavolo! Il lupo prese ad abbaiare mentre lei incoccava una freccia con rapidità estrema...ma in quello stesso istante qualcosa di rosso brillò sotto la bianca pelliccia dello straniero, forse un ciondolo che aveva al collo, e l'arco si sgretolò immediatamente, trasformato in sabbia, con somma sorpresa della ragazza. Cos...? L'animale partì alla carica per quella che aveva compreso essere una minaccia, estremamente rapido e potenteVelocità Viola, Forza Blu ma quando saltò per cercare di azzannare il nemico al collo venne colpito in pieno volto in contropiede, finendo per essere scaraventato a piena forza contro un albero vicino. Che tedio...è da Iwa che non incontro più nemici capaci di farmi entusiasmare. NOO!

    Ipokash non si era persa d'animo: si abbassò raccogliendo una manciata di neve e qualche foglia da un arbusto, congiungendoli tra le mani con tanta forza da ferirsi appena il palmo. Non avrei dovuto fidarmi di te! Sei solo un avido predatore....Akira, accetto la tua offerta di prima! E ora arrivano le armi. Maestro Pen Gin Kamui! Intervieni! Spalancò le mani in quella che doveva essere una specie di variante del Richiamo, mentre il mix di foglie, ramoscelli, neve e sangue brillava per un secondo prima di rilasciare il fumo tipico delle evocazioni...il tempo di una frazione di secondo e una meravigliosa Nodachi era conficcata nell'erba davanti a Ipokash...con sopra un minuscolo pinguino con un Kasa in testa.

    samurai_penguin_by_arugaisou



    Una creatura da richiamo? Mi pare un pò piccola per quella spada...serve solo a trasportarla per te, ragazzina? Ti pentirai presto di quello che hai fatto a me e al mio lupo! E' ancora vivo, se intendi questo, devo solo farlo sanguinare davanti alla grotta per far uscire il mio pipistrello. Io sono Pen Gin. Maestro di Spada. Parlò infine il piccoletto, con una voce grave e profonda, più adatta a un leone o una fiera che non al suo piccolo corpicino. E a giudicare dalla tua postura... Stava parlando ad Akira. ...immagino che tu abbia bisogno di due spade, vero? Con un guizzo estremamente rapido si gettò a terra, tenendo l'elsa della sua spada solo con la piccola pinna...e nonostante tutto l'arma lo seguì come priva di peso, elegante e precisa, mentre sferzava la neve al suolo (su cui poggiava senza affondare), dimostrando di saperla manipolare a dispetto della piccola statura. L'abilità da spadaccino dell'animale cancellò il sarcasmo di Kazuhiro Kuei dal suo volto, mentre il movimento della spada sollevava la neve, quasi obbligandola a danzare e condensarsi in due katane e un arco, che atterrarono proprio davanti alla ragazza ed al Kiriano. Normalmente la mia tecnica serve per creare kunai che lancio coi movimenti di spada...kunai che durano per qualche tempo, ma con una piccola variazione ogni cosa è possibile. Badate di usare il chakra adesivo o il ghiaccio vi brucerà le mani e ridurrà la presa...voi non siete Creature del Freddo.

    Situazione intrigante...va bene. Combatteremo per il lupo qui presente. No, combatteremo per punire la tua malvagità! Confondi la morale con il sentimentalismo ragazza. Bisogna avere una visione d'insieme, sai? Mosse qualcosa sotto il mantello, probabilmente stava componendo dei sigilli perchè improvvisamente dal suolo eruppe una massiccia catena di pietra legata a una sorta di guscio di tartaruga
    Catena di Genbu
    Villaggio: Zanna
    Posizioni Magiche: Bue, Cinghiale, Drago, Cane, Bue (5)
    L'utilizzatore ricopre la schiena con uno scudo di roccia simile al guscio di una Tartaruga con Difesa 20 e Durezza 4. Lo scudo è collegato al terreno in un punto entro nove metri con una catena spessa 10 cm dotate delle stesse caratteristiche. La catena può allungarsi fino a 30 metri. Tramite slot azione/tecnica è possibile spostare il punto di contatto col terreno oppure accorciare la catena con Velocità/Riflessi pari alla concentrazione dell'Utilizzatore aumentata di tre tacche. Tramite slot gratuito si può irridire parte della la catena, permettendo di usarla come punto di appoggio.
    Tipo: Ninjutsu - Doton
    (Livello: / Consumo: Medio - Mantenimento: Basso per turno)
    [Da genin in su]


    Azione Rapida
    , che gli si poggiò proprio sulla schiena. Quindi con un salto si portò più indietro, atterrando sulla catena stessa, tesa dal punto in cui emergeva (là dove il Kuei stava prima di saltare) e divenuta enormemente più rigida. Se l'origine della catena era a dieci metri da loro, lui si trovava a quindici, ad almeno tre metri d'altezza. E ora vediamo come ve la cavate! Aprì di scatto il suo mantello, ma nè Ipokash nè Akira (nè Pen Gin, a conti fatti) poterono vedere il suo corpo, visto che nell'istante il cui la pelliccia si spostava ne emerse un vero e proprio stormo di pipistrelli apparso dal nulla, che cercò di travolgere tutti loro [Attacco]6 Unità
    Potenza 45
    Velocità Viola+3 tacche
    nella sua traiettoria curva...senza contare che avrebbe poi virato e cercato di colpirli una seconda volta prima di disperdersi, con le piccole creature che lo componevano che si sarebbero appoggiate ai rami degli alberi tutto intorno.

    CITAZIONE
    Sorpresa sorpresa, chi sarà l'omino? :guru:
    Ipokash è energia Blu con +3 a Riflessi e Percezione e -3 a Forza e Resistenza
    Vedi se puoi difenderla.
    Pen Gin è Blu con +3 a Velocità, -3 a Resistenza e Maestria con la spada che da +3 a Agilità una volta a round.


    Edited by Febh - 14/8/2016, 10:35
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Capitolo Primo


    Atto III - Parte I
    Ricerche †
    Lo sciamano scelse di non venire con me ma io non so dire bene quando se ne andò. Gli porsi le mie domande, ricevetti le solite, vaghe, risposte ma, immediatamente dopo, dell'uomo non c'era più traccia. No, dai, non è possibile ... dissi tra me e me, prima di iniziare a cercarlo - per cinque minuti scarsi - nei pressi di dove mi trovavo.
    Infine, persa ogni speranza, mi incamminai al villaggio.

    [...]


    Quando arrivai non volli credere ai miei occhi; stanco ed affaticato, in un primo momento pensai fossero allucinazioni o che qualcuno si stesse prendendo gioco di me con un qualche genjutsu: la vecchia del porto e Sanjuro erano già al villaggio, accompagnati da una pecora non proprio immacolata, vicini ad una delle prime case dello stesso. Ma come diavolo hai fatto? chiesi avvicinandomi allo sciamano, senza aspettarmi realmente una risposta dall'uomo coperto di tatuaggi. Non l'avrei ricevuta o avrei ricevuto un vaneggiamento senza senso. Mentre camminavo in direzione di Sanjuro, tutt'intorno a me si fece gremito di persone che iniziò a fissarmi con fare curioso. Mi sentii leggermente a disagio. La vecchia mi invitò ad accomodarmi ed a riposarmi, spiegandomi come l'usanza volesse che mi rifocillassi prima di essere introdotto al villaggio - per questo tutti ci osservavano, perché volevano sapere chi fossimo ma non potevano parlarci perché affaticati.
    Non ero un uomo particolarmente schizzinoso, quindi senza interrogarmi troppo, complice anche la fame, finii il piatto che mi fu offerto quando entrai nella capanna insieme ai miei due compagni di viaggio. Non appena ebbi finito, fui preso per mano ed accompagnato nel centro della piazza, dove fui introdotto alla comunità. Erano una ventina di persone e, mi fu spiegato, appartenevano tutte allo stesso nucleo familiare. Un fatto incredibile per i nostri tempi, vero? Ci chiesero come mai fossimo lì, al che, dovetti spiegare quanto successo il giorno precedente. Quello che però sconvolse gli ospitanti fu quanto aggiunse Sanjuro poco dopo, riguardo lo sciamano che aveva incontrato. Cos'è accaduto a Munkeke? al che mi girai, guardando lo strambo ninja di Kiri. Menomale avevi detto di non conoscerlo ... Alzai il pugno destro come a volergli tirare un nocchinonocchino s. m. [der. di nocca1], tosc. – Colpo dato con le nocche della mano chiusa: dare un n. sul capo a qualcuno. in testa, ma poi, facendo sopraggiungere la mano sinistra, sorrisi nervosamente e riposi la mano verso il basso. Un uomo particolarmente strano ed anziano intervenne, spiegando quanto successo più a fondo rispetto a quello che noi potessimo sapere. Seguì un lungo scambio di battute con la vecchia che Sanjuro aveva scortato fino al villaggio, dove venne fuori che qualcuno voleva entrare nella tomba e che Munkeke si era opposto. Forse le persone che avrei dovuto sfidare? Si sa qualcos'altro su quest'uomo? Sì, si sapeva molto: Sono due. Maestro e Allievo, così si sono definiti. L'allievo è giovane, nemmeno ventenne, biondo, abbastanza alto e ha un fodero di katana vuoto al fianco. Il maestro è forse sui trenta, con capelli neri e sottili, legati alla nuce e la pelle molto chiara. Avevano entrambi delle lunghe sopravesti bianche in pelliccia, ma quando abbiamo combattuto ci hanno schiacciato con una facilità estrema: il Maestro ha solo sollevato una mano e c'è stata una luce rossa sotto il suo abito...poi tutte le nostre armi si sono dissolte in sabbia. L'altro invece ha usato solo pugni e calci per sottometterci, ma a parte qualche livido non ci hanno fatto davvero del male. In ogni caso non dobbiamo immischiarci, siamo neutrali. Sorrisi: non avevo problemi contro i poteri del maestro, non avendo armi a disposizione. Tuttavia, i colpi dell'Allievo parevano oltremodo potenti se in due soli erano riusciti a soggiogare venti persone. span class="parlato" style="color:#990000; font-weight: bold"> Sapete indicarmi come raggiungere la tomba? Potrei confrontarmici subito. dissi, ripensando all'odio provato all'interno della prima Tomba visitata. Mi fu indicato con perizia come raggiungere quella che sembrava l'elsa di una spada conficcata nella roccia ma, allo stesso modo, mi fu fatto presente che senza uno sciamano le porte del tempio non si sarebbero aperte. E Sanjuro non sarebbe bastato - bastava mai quell'essere?
    Dovevo trovare Munkeke.
    Il primo posto che ci fu suggerito di perlustrare era la foresta nei dintorni del villaggio. Dopotutto, se lo sciamano fosse andato da qualche parte sarebbe dovuto, quasi necessariamente, passare di lì.
    Ci precipitammo nella foresta con la benedizione degli abitanti e gli auspici del ritrovamento del loro figlio: la ricerca fu però piuttosto breve. Dopo pochi minuti all'interno del bosco, una enorme macchia di sangue mi si presentò davanti. Sanjuro, ho trovato qualcosa. per la seconda volta in quel giorno, allungai la mano e creai un filatterioAbilità del Filtraggio Cremisi
    Abile: L'utilizzatore può creare un filatterio semplicemente ponendo il contenitore a contatto con del sangue, anche secco o coagulato e risucchiandolo all'interno. Può separare il sangue da sostanze estranee, inoltre la capacità dei filatteri aumenta fino ad una ferita Grave di Vitalità, senza aumentare le dimensioni del contenitore.
    [Da Genin in su]
    , immagazzinando il sangue congelato che avevo trovato. Girai poi la fialetta appena creata nelle tre dita del pollici, dell'indice e del medio della mano destra, lasciando anche fluire una minima quantità di chaka così da ottenere importanti informazioni su ciò che stavo analizzandoArte della Lettura Cremisi
    Arte: L'utilizzatore può analizzare il sangue contenuto nel filatterio ottenendone informazioni di base: Gruppo sanguigno, presenza di anomalie, tipo e quantità di tossine, tempo di contatto con l'aria (solo al momento della creazione del Filatterio). Può riconoscere un sangue specifico, se già conosciuto. Richiede un round completo per concentrarsi.
    (Consumo: ¼ Basso)

    [Da Chunin in su]
    . È sangue vecchio di almeno un giorno. dissi, ed è umano. Osservai ancora un po' il filatterio: non avevo motivo di scriverci niente, quindi, semplicemente, lo riposi all'interno della giacca; magari sarebbe potuto servirmi. Per di qua. aggiunsi poi, quando riuscii a intravedere anche la seconda macchia grazie alle mie affinate abilitàSeguire le Tracce (Base) [2]
    Conoscenza: L'utilizzatore può trovare le tracce lasciate da altre persone presenti entro 3 metri per il valore di Percezione posseduta.
    . Non avevo idea delle tracce che stavo seguendo, se davvero fossero di Munkeke o di un qualsiasi cacciatore magari ferito da un lupo in quelle foreste ma ogni pista era da battere. Meglio una falsa traccia che nessuna traccia, no? Mentre tenevo il capo basso, seguendo le cremisi chiazze di liquido ematico sul verde e sul bianco di quella neve e di quell'erba, uno stormo di pipistrelli fuoriuscì da una grotta a velocità sostenuta verso di noi: non conoscevo le abilità di Sanjuro ma non era niente di insostenibile per me. Con un rapido balzo afferrai da dietro lo sciamano e lo gettai a terra di faccia nella neve, coprendolo col mio corpo, mentre i pipistrelli passavano sopra di noi per qualche istante. Ebbi dei buoni riflessiRiflessi: 600 in quella circostanza. Bhè, il mio peso, poi, avrebbe potuto schiacciare e soffocare Sanjuro sotto la neve, ma questi erano dettagli trascurabili.
    Ad un certo punto però, percepii come un lamento in lontananza. Non riuscivo a capire da dove venisse la ero convinto di udirlo. Tu senti niente? Ah, chissà quante voci sentirai ... Dissi, con tono alto la prima parte e bisbigliando la seconda. La lunga ricerca fino a quel momento, per quanto lunga, appunto, aveva sempre dato i suoi frutti, adesso non mi sarei perso d'animo e non sarei stato da meno. Vagai a destra ed a sinistra per lungo tempo, perso tra l'eco che i piccoli ammassi di neve creavano qua e là per i più svariati motivi. infine, dopo una mezzora di ulteriore ricerca, intravidi in lontananza una voragine che si era aperta subito dopo una piccola lingua interamente ricoperta di neve, quasi mimetizzata nell'ambiente circostante: una vera e propria trappola mortale. Avvicinandomi, mi sporsi un po', riuscendo a scorgere un uomo dal vestito eccentrico appeso ad un ramo, ormai molto più morto che vivo, che emetteva lamenti soffocati e che non riusciva a muoversi. Scendere fino a quella posizione sembrava molto rischioso ma, forse, non impossibile. Stupiscimi, Sciamano. Conosci qualche jutsu per controllare tutta questa neve e questo ghiaccio? dissi a Sanjuro, un po' deridendolo. Non ero un grande conoscitore di Suiton e Hyoton, ma avrei potuto sfruttare i miei passi leggeri per calarmi con facilità in quella gola. Certo, se avessi imparato a controllare il flusso di chakra nei piedi, adesso tutto sarebbe molto più semplice.

    Stavo realmente confidando nella capacità dello Sciamano Pazzo di Kiri?




    StatisticheStatus
    Forza: 700
    Velocità: 600
    Riflessi: 625
    Resistenza: 550

    Agilità: 600
    Precisione: 600
    Concentrazione: 600
    Intuito: 600

    Vitalità


    Chakra
    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti


    [Slot Difesa I]
    [Slot Difesa II]
    [Slot Difesa III]


    [Slot Azione I]
    [Slot Azione II]
    [Slot Azione III]


    [Slot Tecnica]


    [Slot Tecnica]




    [Slot Gratuito]



    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.


     
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    La Neve Sporca di Sangue

    III


    La spiegazione della piccola abitante delle nevi mi lasciò quasi più disorientato di prima.
    A quanto sembrava, questi Kamui erano per loro tutto ciò che non potevano spiegare, o per i quali, almeno, gli era difficile avere una spiegazione dalla natura. Erano una popolazione antica, gli originari abitanti di Genosha, poco avvezzi alle arti ninja, e probabilmente questo aspetto si era diffuso anche per tutto ciò che riguardava le loro tradizioni e credenze popolari. Uhm... Incominciai, dubbioso. Non so di aver capito, sinceramente, ma penso che voi vi riferiate ai Kamui come a quelli che noi ninja chiamiamo come evocazioni... Il Secondo Mizukage era un Hozuki, come me, e la sua evocazione è molto famosa! La vongola illusionista! Cercai di spiegare alla ragazzina chiacchierona. Allora meglio così, me li ero immaginati peggiori di quanto sono. Voglio solo tornarmene a casa mia, adesso. A picchiare tuo fratello in testa ci penserò in un altro momento. Riuscii a dire, prima di dover ricominciare discorsi poco piacevoli sulle mie nudità.
    Il mio volto, pallido per il freddo, riassunse di nuovo una tonalità quasi normale alle domande maligne di Ipokash. HEY. Il tono era strozzato dall’imbarazzo. Non voglio più rispondere a queste tue fastidiose e irritanti insinuazioni! Tagliai corto, cercando di nascondere il mio imbarazzo. Insieme ai gioielli di famiglia. Nessuna risposta a nessuna domanda. Ci siamo capiti?! E ora finiamo di mangiare e poi mettiamoci in cammino. Sentenziai, sperando che la ragazzina potesse decidere di chiudere lì l’infausto discorso.

    Una volta messici in cammino, dopo esserci rifocillati e riscaldati per qualche ora, il freddo, attenuato anche dalla momentanea mancanza della tempesta di neve, sembrava essere meno arduo da affrontare rispetto a quando mi ero svegliato nudo su un altare in pietra in mezzo alla neve. E, checché non mi piacesse ricordarlo, durante la missione di recupero delle Nuove Sette, dopo essere naufragato a metà strada tra Kiri e Genosha, ero riuscito a sopravvivere tre giorni in quell’isola infernale, senza cibo e preparazione necessaria; insomma, ormai quelle isole gelate – Azumaido compresa - mi erano entrate dentro, e sebbene soffrissi per l’acuto freddo, per il mio corpo era decisamente migliore quella temperatura che la secchezza e l’aridità del sole di Suna.
    Dopo quattro ore circa di camminata nella neve, una strana figura si infrappose tra noi e il nostro cammino. Il feroce lupo di Ipokash anticipò il suo arrivo con un ringhio. L’uomo, completamente coperto dalla testa ai piedi da un mantello bianco, saltò giù dall’albero appena lo ebbi percepito vicino a noi. Anche io, come la cacciatrice delle nevi, mi posizionai immediatamente in posizione difensiva, ma fu lo stesso sconosciuto a rassicurarci. Il suo nome era Kazuhiro Kuei, ed era uno dei responsabili dell’attacco al villaggio della ragazzina, rivelatosi poi solo un errore. Leggermente disteso dopo le prime parole dell’uomo, che sembrava cercasse solo la sua creatura di richiamo, passai a presentarmi. Il mio nome è Akira Hozuki, sono un ninja di Kiri. Riuscii a malapena a dire, prima che la situazione prese a degenerare.
    Lui voleva attirare fuori dalla sua tana il suo pipistrello, e per farlo voleva il lupo di Ipokash, che ovviamente non la prese bene. Ha detto che non è in vendita. Cercai di chiudere il discorso, mentre già il lupo partiva all’attacco, che terminò nella maniera più disastrosa possibile. Quell’uomo era forte, e io non avevo le mie armi con me.
    Per fortuna la giovane cacciatrice non era un tipetto che si perdeva facilmente d’animo. La mia offerta era stata accettata, ora dovevo solo rispettarla. Stai sempre dietro di me, è forte. L'espressione sicura dell'uomo e i racconti che lo aveva preceduto lasciavano ben pochi margini di interpretazione.
    z6ooNnk
    Fu allora che la giovane mi soprese, per l'ennesima volta. Con una spettacolare variante della tecnica del richiamo, evocò qualcosa di terribile.
    Era fantasticamente e incredibilmente, solo, figo.
    Un minuscolo pinguino con una voce da colosso, sopra una nodaichi.
    PER TUTTI I KAMI. Le lacrime agli occhi, con la bocca spalancata in un'espressione di ammirazione mista ad entusiasmo. LO VOGLIO PURE IO. Il pericolo poteva aspettare dinanzi a quella meraviglia della natura. Posso abbracciarti? Posso? Pen Gin, il Maestro di Spada, sarebbe stato coccolato.
    Ma prima c'era un cattivo da picchiare e, per fortuna, tornai presente a me stesso.
    Ok, ok. Dopo. Continuai a parlare da solo, mentre già il fantastico pinguino, con un movimento talmente fluido da sembrare surreale, disegnò un arco con il fendente, facendo danzare la neve che divenne ghiaccio, che divenne ancora arma. Due katane, per la precisione. Le raccolsi, a mezz'aria, prima che queste cadessero nuovamente sul terreno, mentre già una piccola patina di chakra Chakra Adesivo (Intermedio)
    Arte: L'utilizzatore cammina con facilità anche a testa in giù, in terreni scivolosi o sopra l'acqua.
    (Mantenimento: ¼ Basso)
    [Da Chunin in su]
    andava a ricoprire le mie mani, per permettermi di impugnarle. Sei fantastico Pen Gin. Ti ammorberò di coccole quando avremmo finito. Ma... Puntai una delle due lame di ghiaccio contro l'uomo senza scrupoli. Prima vediamo di insegnare le buone maniere a queste tizio. Scrocchiai il collo, muovendo la testa prima verso destra e poi verso sinistra.
    Non sarebbe stato così semplice, ma si sarebbe presto accorto che aveva appena incontrato un ninja alla sua altezza.

    Composti velocemente dei sigilli, l'uomo evocò una specie di grosso disco roccioso che si andò a posizionare sulla sua schiena, quasi come fosse una tartaruga. A questo guscio di pietra era attaccata una grossa catena che si incastonò nel terreno, a circa dieci metri da me, mentre lui, dopo un piccolo balzo all'indietro, si trovava sulla stessa catena, ora rigida, a tre metri da terra. A quanto pareva amava mantenere le distanze, quasi quanto a me piaceva toglierle tra me e il mio avversario. Mpff. Sbuffai, quando il nemico iniziò l'offensiva, in modo quantomeno pittoresco. Infatti, aperto il suo mantello, un grosso stormo di pipistrelli subito ne uscì, mirandoci.
    Dietro di me! Urlai ai miei due piccoli alleati mentre, sempre con le spade in pugno, tre piccoli vortici di acqua incominciarono a vorticare velocemente dinanzi a me. [Slot Tecnica Avanzato]Tecnica della Moltiplicazione Acquatica - Mizu Bushin no Jutsu
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Topo, Gallo, Lepre (3)
    L'utilizzatore può creare cloni di sé sfruttando almeno 3 unità d'acqua ogni copia. Le copie possono essere create ad una distanza di 1,5 metri dall'utilizzatore o da un clone e possono allontanarsi dal ninja che le ha create di circa 30 metri, superata questa distanza si dissolvono riversando acqua nell'arena. Si possono muovere contemporaneamente o 1 clone o l'utilizzatore. Le loro statistiche sono pari energia l'utilizzatore. Hanno 100 crediti equipaggiamento dell'utilizzatore; non è possibile duplicare Bombe e Tonici. La vitalità è pari a ½ leggera ogni grado ninja. Il chakra posseduto è diviso equamente tra tutte le copie create e l'utilizzatore; una volta disattivata la tecnica o distrutti tutti i cloni, il chakra residuo tornerà all'utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Livello: 5 / Consumo: Basso )
    [Cloni Massimi: 1 ogni grado ninja]

    [Da studente in su]

    Senza Mani
    Abile: L'utilizzatore può usare la Tecnica della Moltiplicazione Acquatica senza comporre i sigilli: la tecnica richiede un caricamento per un ugual numero di sigilli. Durante il caricamento si creerà un piccolo mulinello d'acqua nel luogo in cui verranno creati i cloni.
    [Da Chunin in su]

    Movimenti Senzienti
    Arte: L'utilizzatore può creare cloni d'acqua migliori. L'utilizzatore può creare fino a 3 cloni in grado di muoversi contemporaneamente con lui.
    (Consumo: Basso)
    [Da Genin in su]

    Talentuoso [2]
    Speciale: L'utilizzatore può utilizzare 2 abilità 'Talento' applicandole alla stessa tecnica, 1 volta ogni 3 round.

    Cloni Resistenti
    Talento: I cloni possiedono 1 Leggera bonus alla Vitalità al momento della loro creazione: ogni clone richiede 2 unità d'acqua in più per la creazione. Può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Non è possibile sfruttare le altre abilità 'Talento' in combinazione.
    [Da Chunin in su]

    Tecnica Svincolata [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire una tecnica avanzata senza i componenti elementali richiesti; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Se richiede oltre 10 slot dimensionali di un elemento, può essere utilizzata 1 volta al giorno. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.
    Da questi si generarono altrettanti cloni d'acqua, che si posizionarono come se fossero un unico, enorme, scudo umano, stringendosi con le braccia e accovacciandosi, mentre io, appena dietro di loro, mi posizionai a ridosso di essi, con la mia spalla che spingeva verso la schiena del clone centrale, per dargli manforte. Ancora dietro di me, sia Pen Gin che Ipokash sarebbero state al sicuro dallo stormo, che investì i miei cloni, ma senza distruggerli.
    z6ooNnk
    I pipistrelli, però, non si persero d'animo e, dopo una virata, tornarono sui loro passi per un ulteriore attacco. Tornano! Gridai, prima di spingere con il corpo verso destra il mio clone più esterno, facendo girare la formazione difensiva di 180° per reggere il nuovo attacco. [Slot Difesa I, II e III] I pipistrelli di nuovo colpirono, e questa volta i cloni non ressero all'urto, dissolvendosi nuovamente in acqua dopo essere stati superati dallo stormo, che ne risultò comunque indebolito. Gli animali continuarono la loro corsa, investendo il mio corpo, con le spade a "X" dinanzi a me, in posizione difensiva. Il mio corpo

    Corpo Liquido
    Hijutsu di Kiri, Clan Hozuki



    A Utilizzo La tecnica speciale prevede un consumo a utilizzo. Non ci saranno consumi di attivazione o mantenimento.


    Caratteristica dei Portatori: Forza Aumentata (+3 tacche)


    Abilità Comuni dei Portatori Anatomia Liquida: L'utilizzatore può manipolare l'acqua del proprio organismo. I danni verranno percepiti come un qualsiasi altra persona: l'utilizzatore può convertire uno status Leggero un danno ½ Leggero alla Vitalità, uno status Medio in danno Leggero, uno status Grave in MedioLeggera; sono esclusi avvelenamento e Condizioni fisiche Gravi. Non può subire Rotture o Amputazioni. I danni subiti dall'organismo si suddividono equamente in ogni zona dell'organismo, testa esclusa. Se Liquefatto, Reidratato, colpito oppure se utilizzato Passo Liquido, l'utilizzatore ottiene un bonus in Percezione. L'utilizzatore deve bere dell'acqua una volta ogni ora, altrimenti è Intorpidito. Ogni round di permanenza in acqua, rigenera gratuitamente i danni subiti di 1 ferita; non rigenera la Vitalità ma solo il danno subito.
    Liquefare: L'utilizzatore può Liquefare il proprio corpo per uno slot azione/tecnica, riducendo i danni subiti, non cura danni accumulati precedentemente. Può ridurre i danni subiti da un'offensiva di ½ Leggera ogni consumo ¼ Basso impiegato. L'utilizzatore può Liquefarsi ulteriormente, aumentando il limite massimo di riduzione dei danni di 1,5 volte; la zona colpita sarà deformata ed avrà un malus di 1 tacca in Forza ogni ½ Leggera sopra il limite, l'utilizzatore dovrà Reidratare la zona colpita per eliminare il malus. L'utilizzatore può anche liquefarsi del tutto, divenendo del tutto liquido: non subirà danni e non potrà attaccare, è considerata difesa totale: il round terminerà una volta Reidratato, richiede un consumo MedioBasso ed uno slot difesa/tecnica.
    Reidratare: L'utilizzatore può Reidratare. Se reidrata una zona normale, per ogni consumo ¼ Basso essa ottiene un bonus di 2 tacche in Forza se usata in attacco, in Resistenza se usata in difesa. Se Reidratate le zone deformate esse torneranno normali, richiede slot azione/tecnica ed un consumo ¼ Basso ogni tacca di malus. Se Reidratato l'intero corpo dopo una liquefazione totale, l'utilizzatore tornerà solido, richiede uno slot azione/tecnica senza consumo di chakra. Le zone deformate o il corpo liquefatto saranno reidratati gratuitamente al termine del round successivo la liquefazione.
    Passo Liquido: L'utilizzatore può trasportare sé stesso all'interno di un qualsiasi punto di una pozza d'acqua non controllata da una fonte di chakra. Utilizzare Corpo Liquido in difesa fa terminare il round dell'utilizzatore. È possibile riemergere solo oltre 1,5 metri da fonti di chakra. La potenza massima del primo attacco è 10 per livello dispari della tecnica speciale. Emergere e Immergersi richiede 1 slot tecnica/azione e un consumo Basso di chakra.


    Livello I (Genin Verde)
    • La Percezione ha un bonus di 1,5.
    • Il bonus massimo di Reidratare è pari a 2 tacche.
    • Liquefare riduce fino a Leggera.
    • Vitalità Liquida rigenera ½ Leggera.
    • La distanza massima percorribile con Passo Liquido è 3 metri.

    Livello II (Genin Rossa - Chunin Verde)
    • La Percezione ha un bonus di 1,5.
    • Il bonus massimo di Reidratare è pari a 3 tacche.
    • Liquefare riduce fino a 1½ Leggera.
    • Vitalità Liquida rigenera Leggera.
    • La distanza massima percorribile con Passo Liquido è 6 metri.

    attutì la potenza rimanente delle bestie, che mi superarono per poi disperdersi sugli alberi circostanti, senza lasciare troppa traccia del loro passaggio. [Ferita Lieve Busto]
    Ti credevo più simpatico, lo sai? Espressione di scherno apparì sul mio volto. Adesso però ti faccio scendere dal trespolo, gufaccio della malora... Esclamai, mentre studiavo velocemente la situazione. Forse credeva che non lo potessi raggiungere a quella distanza, di essere al sicuro a tre metri dal suolo. Io vado, voi copritemi. Comunicai con i miei alleati, a bassa voce, mentre scattai in avanti, diretto verso il punto del terreno in cui la catena si incontrava con il terreno. [Slot Movimento Gratuito + Slot Azione I] [Azione Rapida]
    Con le katane di ghiaccio saldamente in pugno, il mio chakra elementale incominciò a manifestarsi su di esse, sotto forma di acqua che saettava attorno alle lame, così da renderle pronte all'assalto. [Slot Tecnica]Manipolazione della Natura
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna
    L'utilizzatore può incrementare l'efficacia delle proprie armi, protezioni o colpi senz'arma. Può scegliere 1 potenziamento tra i seguenti.
    - Potenza +20
    - Potenza +10, potenza contro armi x2
    - Potenza contro armi x3
    Non cambia la potenza delle armi per il calcolo dei danni alle persone.

    Tipo: Ninjutsu - Katon/Raiton/Suiton/Fuuton/Doton
    (Livello: 3 / Consumo: Basso ogni colpo )
    [Richiede Impronta di Chakra]

    Come potevo sperare di poter raggiungere l'uomo-pipistrello senza difficoltà? Non potevo, ed infatti, come da promessa, sarebbe stato lui a scendere dalla sua catena. Una volta superato il punto in cui la catena si incontrava con la neve, quasi al termine del mio movimento, ovvero dopo circa 12-13 metri, entrambe le mie braccia avrebbero cercato di colpire con le lame di ghiaccio il costrutto di chakra, teso verso l'alto e a mezza altezza, con un violentissimo doppio fendente. Il mio obiettivo non era però quello di distruggere la catena, bensì di far arrivare il mio colpo direttamente a Kahuziro tramite essa, ma fino al suo guscio di pietra. L'Aogawado, che stavo ancora cercando di affinare tramite le antiche pergamene del mio nonno materno, avrebbe forse fatto passare il terribile tedio a quell'individuo. [Slot Azione II]Chela del Granchio - Gazami Dori
    Maestria: L'utilizzatore, 1 volta a round, ottiene un bonus in Forza pari a 1 tacca per attacchi effettuati con l'intento di colpire oggetti, strutture o armi.
    [Da Genin in su]

    Crocevia dei Sentieri - Rokudō no Tsuji
    Arte: L'utilizzatore può trasmettere la potenza del colpo per attacchi effettuati tramite spade tramite gli oggetti a contatto: se colpito un oggetto o una superficie che è a contatto diretto con altro elemento, il danno si trasmette unicamente a quest'ultimo. Potenza, statistiche ed effetti del colpo rimangono invariati; la distanza massima della propagazione del colpo è pari a 6 metri. Non può essere utilizzato sull'equipaggiamento.
    (Consumo: ½ Basso a colpo)
    [Da Genin in su]

    Taglio del Grande Buddha - Daibutsu Giri
    Arte: L'utilizzatore può causare danni ad area tramite i colpi quando attacca con le spade: il colpo si propagherà entro 1,5 metri sulla superficie colpita a partire dal punto d'impatto. La potenza del danno ad area è metà (x0.5) rispetto a quella del colpo diretto, viene considerato come il danno di una [Bomba] per il calcolo dei danni.
    (Consumo: ½ Basso a colpo)
    [Da Chunin in su]
    [Note]Forza 675 + Reidratare 1/4 Basso + Chela del Granchio = 750
    Velocità 600 + Impasto Basso = 675
    Potenza 40 + 20 Manipolazione della Natura = 60 (+ 30 Taglio del Grande Buddha)
    La potenza del colpo si sarebbe propagata per i metri - fino ad un massimo di sei - che separavano il punto in cui avevo colpito la catena fino al disco roccioso. Se tutto fosse andato come avevo previsto, l'uomo dal mantello bianco avrebbe assistito, e soprattutto sentito, sostanzialmente, una vera e propria esplosione di energia, che speravo distruggesse la sua protezione, sciogliendo la tecnica e, magari, causandogli anche qualche danno, dato il raggio d'azione dei miei fendenti.
    Se Kahuziro fosse caduto dalla catena sulla neve, atterrando tanto in piedi quanto in ginocchio, o anche cadendo, mi sarei avventato su di lui, sfruttando gli ultimi metri che mi rimanevano di movimento per avventarmici addosso e chiudere definitivamente le distanze.
    Nel caso in cui il mio avversario fosse atterrato in posizione eretta, o comunque non fosse stato completamente sdraiato a terra, avrei cercato di colpirlo con due ulteriori doppi fendenti. Il primo colpo sarebbe arrivato dall'alto: entrambe le mie braccia si sarebbero alzate per poi discendere, in maniera diagonale, verso il busto del nemico, quasi a cercare di disegnare una "X" sul suo petto. [Slot Azione III]Doppio Taglio Possente - Nigori Zake
    Maestria: L'utilizzatore ottiene un bonus di 1 tacca in Velocità per un Attacco Doppio con più spade, una volta ogni round.
    [Da Genin in su]

    Colpo Singolo della Spada Nera - Kokutō Issen
    Arte: L'utilizzatore può provocare gravi ferite attaccando con la spada: causa Ferite Profonde alla ferita. La base della lama dell'arma assumerà un colore nero lucido, che sfuma man mano che si allontana dalla base stessa.
    (Consumo: Basso a colpo)
    [Da Genin in su]

    Luna Calante della Spada Nera - Kokutō Kōgetsu
    Arte: L'utilizzatore può rendere la spada capace di perforare qualsiasi difesa con valore di durezza pari o inferiore la capacità di penetrazione. La capacità di penetrazione è pari a 3. La base della lama dell'arma assumerà un colore nero lucido, che sfuma man mano che si allontana dalla base stessa.
    (Consumo: MedioBasso a colpo)
    [Da Chunin in su]

    Taglio del Grande Buddha - Daibutsu Giri
    Arte: L'utilizzatore può causare danni ad area tramite i colpi quando attacca con le spade: il colpo si propagherà entro 1,5 metri sulla superficie colpita a partire dal punto d'impatto. La potenza del danno ad area è metà (x0.5) rispetto a quella del colpo diretto, viene considerato come il danno di una [Bomba] per il calcolo dei danni.
    (Consumo: ½ Basso a colpo)
    [Da Chunin in su]

    Stile di Combattimento Perfetto (Velocità) [0]
    Speciale: L'utilizzatore può selezionare 2 competenze combattive: le relative conoscenze avranno +3 tacche ad una statistica prescelta dall’'utilizzatore. Non cumulabile con altri potenziamenti alle competenze.
    (Aogawadō, Tasūryū - Aogawadō, Kokutō)
    Il secondo colpo, invece, avrebbe sfruttato l'energia cinetica del primo: avrei accompagnato il mio movimento discendente, piegandomi leggermente sulla gamba sinistra e spingendomi con la punta del piede destro, mentre sistemavo le lame parallele tra di loro. Avrei, quindi, cercato di amputargli entrambi gli arti inferiori, all'altezza del ginocchio, girando su me stesso, con la sua gamba destra che sarebbe stata la prima a ricevere il colpo, che poi sarebbe proseguito; se fosse stato in ginocchio, invece, il secondo doppio fendente avrebbe avuto la stessa dinamica ma avrebbe mirato a colpire il braccio destro e il busto dell'avversario. [Slot Azione IV]Doppio Taglio Possente - Nigori Zake
    Maestria: L'utilizzatore ottiene un bonus di 1 tacca in Velocità per un Attacco Doppio con più spade, una volta ogni round.
    [Da Genin in su]

    Colpo Singolo della Spada Nera - Kokutō Issen
    Arte: L'utilizzatore può provocare gravi ferite attaccando con la spada: causa Ferite Profonde alla ferita. La base della lama dell'arma assumerà un colore nero lucido, che sfuma man mano che si allontana dalla base stessa.
    (Consumo: Basso a colpo)
    [Da Genin in su]

    Luna Calante della Spada Nera - Kokutō Kōgetsu
    Arte: L'utilizzatore può rendere la spada capace di perforare qualsiasi difesa con valore di durezza pari o inferiore la capacità di penetrazione. La capacità di penetrazione è pari a 3. La base della lama dell'arma assumerà un colore nero lucido, che sfuma man mano che si allontana dalla base stessa.
    (Consumo: MedioBasso a colpo)
    [Da Chunin in su]

    Taglio del Grande Buddha - Daibutsu Giri
    Arte: L'utilizzatore può causare danni ad area tramite i colpi quando attacca con le spade: il colpo si propagherà entro 1,5 metri sulla superficie colpita a partire dal punto d'impatto. La potenza del danno ad area è metà (x0.5) rispetto a quella del colpo diretto, viene considerato come il danno di una [Bomba] per il calcolo dei danni.
    (Consumo: ½ Basso a colpo)
    [Da Chunin in su]

    Doppio Taglio Possente - Nigori Zake
    Maestria: L'utilizzatore ottiene un bonus di 1 tacca in Velocità per un Attacco Doppio con più spade, una volta ogni round.
    [Da Genin in su]

    Grande Attacco di Spada - Dai Gekken
    Abile: L'utilizzatore non può essere soggetto a Subisci e Mena quando effettua Attacco Doppio con più spade. L'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione del S&M. Può essere utilizzato 1 volta ogni 2 round.
    [Da Genin in su]

    Assalto Perfetto [2]
    Maestria: L'utilizzatore guadagna 1 slot azione extra, 1 volta ogni 3 round, da utilizzare per una conoscenze di uno Stile di Combattimento Perfetto.

    Stile di Combattimento Perfetto (Velocità) [0]
    Speciale: L'utilizzatore può selezionare 2 competenze combattive: le relative conoscenze avranno +3 tacche ad una statistica prescelta dall’'utilizzatore. Non cumulabile con altri potenziamenti alle competenze.
    (Aogawadō, Tasūryū - Aogawadō, Kokutō)

    Se l'uomo-pipistrello fosse, invece, caduto, il mio primo doppio fendente avrebbe mirato a recidergli, di netto, il primo arto - o entrambi, se fosse stato possibile per distanze e dinamiche - disponibile; se fosse stato gamba o braccio poco importava. Il secondo doppio fendente, infine, invece, avrei cercato di piantarlo al terreno, conficcandogli entrambe le mie lame nel suo busto, cercando di trapassarlo da parte a parte e bloccarlo a terreno. [Note]Stesse potenzialità/caratteristiche per entrambi gli slot per tutte le casistiche.

    Slot Azione III
    Forza 675 + Reidratare 1/2 Basso = 750
    Velocità 600 + Impasto Basso + Stile di Combattimento Perfetto = 750
    Potenza 40 + 20 Manipolazione della Natura = 60 (+ 30 Taglio del Grande Buddha)
    Taglio del Grande Buddha (x2) + Luna Calante della Spada Nera (spada destra) + Colpo Singolo della Spada Nera (spada sinistra)

    Slot Azione IV
    Forza 675 + Reidratare 1/2 Basso = 750
    Velocità 600 + Impasto 1/4 Basso + Stile di Combattimento Perfetto + Doppio Taglio Possente = 750
    Potenza 40 + 20 Manipolazione della Natura = 60 (+ 30 Taglio del Grande Buddha)
    Taglio del Grande Buddha (x2) + Luna Calante della Spada Nera (spada destra) + Colpo Singolo della Spada Nera (spada sinistra) + Grande Attacco di Spada


    Allora, che ne dici? Sono abbastanza divertente per te, eh? Sbruffone.
    Ma non sapendo chi avessi dinanzi, era normale.



     
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    Sangue ghiaccio e tartufi



    Quando finalmente il prode Keiji si decise ad arrivare, Sanjuro lo fissò, in attesa. Chiaramente lo spadaccino aveva scelto la via più lunga e impervia per testare le proprie capacità ed allenarsi, invece del percorso più comodo. Di questo Sanjuro fu molto fiero; nonostante fossero quasi coetanei, l'altro Kiriano era decisamente più in forma e molto meno pigro di lui. Nonostante questo, Keiji chiese comunque allo sciamano come egli lo avesse battuto sul tempo, portando con sè la capra e la vecchia signora.

    - Pece e carote Keiji san, non devi mai sottovalutare l'aiuto che una carota più darti, anche nei momenti più bui. -

    E senza aggiungere un beneamato niente, proseguì assieme alla vecchia per potersi riposare, assieme anche a Keiji. Infatti, fino a che non avessero donato un po' di relax ai loro corpi più o meno stanchi, i popolani del luogo non li avrebbero infastiditi, nonostante lo stormo di curiosi che si stavano ammassando praticamente attorno al luogo dove i ninja stavano riposando; evidentemente non era consuetudine per tutti quegli abitanti, la presenza di stranieri, finanche accompagnati dall'anziana. La capra fu ovviamente donata al villaggio, come segno di ringraziamento per il benvenuto e per l'ospitalità.

    [...]

    Secondo le leggende che si sarebbero tramandate a Kiri e dintorni, quella capra sarebbe stata donata dal capo-villaggio come augurio di buon matrimonio a una coppia di giovani che si sarebbe sposata di lì a poco nel remoto villaggio innevato. La sposa, un giorno si perse nelle distese innevate, e per due giorni non fece ritorno a casa; il giovane marito, preoccupato, andò a cercare la sposa, ma senza alcun risultato, fino a che, dopo ben 3 giorni, vide una figura spuntare dai boschi; la capra, che un tempo era stata donata alla coppia, e da loro allevata, stava facendo ritorno a casa dal suo normale pascolo, portando con sè la sposa, seduta sul suo manto, esausta. Ringraziando la capra per aver trovato e salvato la moglie, il giovane ringraziò il capovillaggio per il dono ancora una volta, il quale, ricordandosi dello sciamano arrivato in visita anni prima e che aveva donato la capra, ringraziò a sua volta.
    E poi, proprio mentre Sanjuro stava iniziando a scrutare ancora più avanti nel futuro, grazie ad un contatto mistico con la dimensione delle capre, Keiji lo colpì con una spallata per andare a sedersi vicino a lui, rovinando un evento che forse non si sarebbe mai più verificato; impedendo allo sciamano di scoprire come avrebbe forse potuto salvare il mondo da un terribile nemico portatore di distruzione, e lasciando Sanjuro con un pugno di peli di capra.
    Tornato in sè, Sanjuro prese parte all'incontro con un uomo, abbastanza attempato, che si rivelò in seguito essere il padre di Munkeke, lo sciamano verso cui Sanjuro era in debito di un saluto. E in credito di una ciabatta.


    - Conoscerlo? Keiji san voi mi avete chiesto se lo avevo incontrato. Non se lo conoscevo. La risposta alla vostra precedente domanda resta la stessa; è stato infatti lui ad incontrare me. - Rispose Sanjuro alla domanda di Keiji, ritenendola senza alcun senso, e addentando una carota rimediata chissà dove, come niente fosse. La discussione proseguì per alcuni minuti, riguardo una coppia di visitatori che aveva messo sotto sopra il villaggio, ma data la complessità e la lunghezza del discorso, Sanjuro si perse nell'etere dei suoi pensieri, portando a casa solo l'aver capito che Munkeke era finito chissà dove nella neve lì vicino. E sicuramente aveva la ciabatta dello sciamano di Kiri. Non c'era altro da sapere. Con rinnovata energia, Gassan afferrò saldamente Sanjuro, e i due si avviarono nella giusta direzione, ma solo per un colpo di fortuna, mentre Keiji stava ancora terminando di parlare.
    Dopo un paio di minuti, lo spadaccino avrebbe raggiunto Sanjuro, e i due avrebbero seguito una pista vera e propria. O almeno questo lo avrebbe pensato Keiji, in realtà secondo Sanjuro, era Gassan a conoscere la via, lo sciamano lo stava solo accompagnando, e Keiji era così gentile da camminare davanti a loro per proteggerli dal vento freddo.
    Procedendo nella foresta, entro poco tempo avrebbero, anzi, Keiji, dato che Sanjuro stava ammirando il paradiso di ghiaccio attorno a lui, e cercava di staccare i peletti dello scroto che si stavano via via congelando, avrebbe trovato alcune tracce di sangue, e le avrebbe esaminate.


    CITAZIONE

    << È sangue vecchio di almeno un giorno. >> << ed è umano. >>


    - Uhm, a stare nel caldo di Kiri hanno iniziato a ricrescere i peli là sotto. E ora mi si stanno congelando, come quando mi sono trasferito a Genosha. - Per tutta risposta, Sanjuro gli descrisse cosa stava succedendo attorno al sacchetto delle meraviglie. Intanto, lo spadaccino lo stava lasciando indietro, intenzionato a seguire le tracce di sangue, così, lo sgangherato sciamano affrettò il passo per seguirlo, sempre con una mano sotto la gonnella. Improvvisamente, qualcosa fece capolino da una insenatura davanti a Keiji, il quale si lanciò letteralmente addosso a Sanjuro, facendolo cadere a terra e stamparsi a faccia in giù nella neve, come se non fosse completamente, o quasi, nudo. La scena fu così rapida, che lo sciamano nemmeno si rese conto di cosa aveva generato questa reazione nel suo compagno Kiriano, tanto che fece più attenzione a sbraitare e dimenarsi perchè aveva il peso di Keiji addosso, che per cercare di evitare i pipistrelli, o per il freddo della neve, che pareva come ignorare. Quando lo spadaccino finalmente mollò la presa su di lui, Sanjuro riprese posizione, scuotendosi di dosso il nevischio come fosse sabbia, e inveendo contro il ninja.

    - Keiji san, attento a dove metti le tue diseguaglianze cosmiche, hai rischiato di farmi cadere di mano l'equilibrio del mio misticismo! - Il tutto sempre mentre soppesava il proprio scroto. Ovviamente, Sanjuro non percepì minimamente il lamento lontano; non solo perchè le sue capacità percettive erano nettamente inferiori a quelle di Keiji, ma anche perchè lo sciamano, durante la delicata operazione di disgelo peli, grazie anche alla caduta, aveva perso gran parte della propria concentrazione. Qualità necessaria ad uno sciamano.
    Quando i due (no, sempre Keiji) scoprirono l'origine del lamento, si accorsero (stavolta anche Sanjuro) che esso preveniva da una figura appesa dentro il crepaccio più avanti. La figura in questione era un ferito e semisvenuto Munkeke, rimasto attaccato ad un ramo, alcuni metri sotto di loro. Immediatamente, Sanjuro saltò su un piede solo, compiendo simboli con le mani e gesti con la lingua, sotto la maschera, assumendo infine una posizione simile a quella di una vecchietta che raccoglie una patata sotto ad un mobile. Negli occhi di Sanjuro, brillò una luce scaltra.



    CITAZIONE

    Saluti rituali incompiuti: 0
    Saluti rituali forse andati a segno: 2


    Risolto nell'immediato il problema principale, ovvero salutare l'altro sciamano, Sanjuro si sedette a terra, pensieroso, mentre Keiji esaminava la situazione, per cercare di capire come arrivare da Munkeke il prima possibile, per tirarlo via da quella trappola di ghiaccio. Lo spadaccino cominciò a sporgersi, a fare misurazioni nella sua testa, a pianificare, mentre lo sciamano era sempre seduto a terra. Finalmente Keiji scelse di fare l'unica cosa saggia in quella situazione spinosa: chiedere a Sanjuro.

    CITAZIONE

    << Stupiscimi, Sciamano. Conosci qualche jutsu per controllare tutta questa neve e questo ghiaccio? >>


    Lo sciamano, sempre seduto a terra, fissò lo spadaccino da dietro la maschera, chiedendosi se il freddo stesse pretendendo un prezzo troppo alto dalla mente di Keiji, il quale stava chiaramente perdendo la lucidità necessaria ad affrontare quella situazione, e preparò una rapida e risolutiva risposta alla domanda del compagno di avventure.

    - Certo che no, ma per chi mi hai preso? - Tecniche per controllare il ghiaccio e la neve, e magari un oggetto misterioso della dimensione di un pompelmo che permetteva di teletrasportarsi dall'altra parte del mondo, o perchè no una lampada che riportava in vita i morti. Evidentemente il suo attempato amico spadaccino aveva perso il senso della ragione. Certo, c'era chi poteva conoscere un'arte simile, l'eremita fabbro di Genosha, ma andarlo a chiamare in quel momento sarebbe stato quantomeno proibitivo; ma Sanjuro? Chiaramente Keiji aveva battuto la testa.
    Questo ovviamente non impedì allo sciamano di risolvere ugualmente la situazione, attingendo al suo sapere alchemico e naturale sconfinato; infatti si rivolse a Keiji nuovamente.


    - Inizia a scendere e recupera il saggio Munkeke, io prendo i tartufi. - Proprio così; non disse altro.

    5872e53c042ae




     
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    Atto III - Parte II
    Ricerche †
    Cosa? ebbi giusto il tempo di dire, dopo aver posto la mia domanda a Sanjuro, prima che egli sparisse. Si era messo in cerca di tartufi. Santo cielo, cosa mi è venuto in mente? pensai tra me e me, mentre mi colpivo la fronte col palmo della mano. Lo sciamano aveva anche risposto stizzito alle mie domande, come se avessi chiestogli qualcosa di impensabile. Certo che no, ma per chi mi hai preso? replicò infatti senza pudore, dimenticandosi di essere un ex-jonin di Kirigakure no Sato, il Villaggio che vantava al suo interno incredibili conoscitori di Suiton, Hyoton e jutsu generanti Nebbia. Scossi la testa, ancora appoggiata al palmo della mia mano.
    Avevo il sospetto che Sanjuro si potesse rivelare una zavorra più che un sostegno, un inutile peso davvero difficile da gestire che avrebbe compromesso più volte l'esito positivo della mia battaglia personale per la storia del Clan; un vecchio pazzo non sarebbe però stata una mancanza grave che Kiri avrebbe sofferto molto, in caso le cose si fossero messe male. Sulla mia strada mi ero già lasciato un ubriacone ed un palestrato senza cervello, avrei aggiunto qualche piuma ed un gonnellino alla mia lugubre bacheca di trofei.
    Tastai il mio cappotto cercando nelle sue tasche interne qualcosa di utile in quell'occasione. Trovai solo il mio solito filo di Nylon, utile in molte circostanze ma non in quella: troppo poco resistente e, tra l'altro, troppo corto. Neanche se l'avessi unito alle bende sarei riuscito a creare qualcosa di realmente efficace. Che fare allora? Ero solo, Munkeke si trovava a più di dieci metri sotto di noi e la discesa pareva possibile, sì, ma estremamente complessa. Lo Sciamano di Azumaido però era troppo importante e vitale, non poteva né doveva morire. Oh Kami, ricordatemi di colpirlo davvero Sanjuro all'uscita di questa gelida spelonca, magari riesco a rimettergli in sesto le rotelle scomposte del suo piccolo cervello. Dissi a denti stretti, sussurrando, mentre mi chinavo sulle ginocchia per scendere nella gola. In realtà, era più una promessa a me stesso che una invocazione delle divinità. Avanzai col piede destro e poi col piede sinistro, abbracciando la superficie che fino a poco tempo prima era il mio pavimento, per portare in un secondo momento anche le mani sulla parete che ero intenzionato a discendere. Il freddo era estremamente pungente e subito capii che la presa sulla neve mista a ghiaccio non poteva essere forte né sicura. Le mie mani bruciavano come se le avessi immerse in un fiume di lava. Lo sciamano però - che in cuor mio speravo davvero fosse leggermente più affidabile di quello di Kiri - non poteva morire ed io dovevo salvarlo. Non dava segni di vita, quindi non potevo sperare in una sua collaborazione, neanche minima. Scesi ancora di qualche centimetro, con molta calma. Ogni istante che passavo aggrappato a quel candido pezzo d'inferno soffrivo sempre più. La grotta era sinistramente silenziosa, non riuscivo, nonostante i miei sensi fossero discretamente fini, a percepire neanche cosa stesse facendo Sanjuro. Poteva letteralmente star organizzando qualsiasi cosa o forse essere a giocare con il suo organo genitale capovolto a testa in giù nella neve. Dopotutto aveva passato la maggior parte del tempo in cui ero sulle tracce di Munkeke a staccarsi i peli da sotto il sottile abito che era solito indossare - senza, ovviamente, intimo. Mentre i miei pensieri d'odio e di rancore annebbiavano le mie facoltà decisionali, mi accorsi che la neve sotto le mie mani ed i miei piedi stesse lentamente cedendo, lasciandomi in una pessima situazione. [Note]Distanza Percorsa: Due metri - 2/3 Round.
    Ferite: 1 Leggera a mani e piedi.
    SANJURO! Gridai con tutto il fiato che avevo in corpo, mentre osservavo Munkeke così lontano e la vetta della salita così vicina. HO BISOGNO DEL TUO AIUTO O QUI MORIRÒ ANCHE IO! Se lo sciamano non fosse arrivato in un arco di tempo misurabile nell'ordine di secondi - pochi secondi - sarei risalito sulla china di quella parete con tutte le intenzioni di farla pagare a quell'uomo completamente svitato.





    StatisticheStatus
    Forza: 700
    Velocità: 600
    Riflessi: 625
    Resistenza: 550

    Agilità: 600
    Precisione: 600
    Concentrazione: 600
    Intuito: 600

    Vitalità


    Chakra
    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti


    [Slot Difesa I]
    [Slot Difesa II]
    [Slot Difesa III]


    [Slot Azione I]
    [Slot Azione II]
    [Slot Azione III]


    [Slot Tecnica]


    [Slot Tecnica]




    [Slot Gratuito]



    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.


     
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  14. Sanjuro
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    Il gelido sangue nascosto



    Che Sanjuro non prendesse seriamente le situazioni che gli si paravano davanti, era del tutto falso.
    Aveva semplicemente un suo modo del tutto personale per rapportacisi, come ad esempio lì, in quel momento; sarebbe falso dire che non gli importasse della vita di Munkeke o di Keiji, semplicemente per lui non era poi un grosso dramma che lo sciamano fosse appeso su un crepaccio ghiacciato nel quale sarebbe caduto sfracellandosi, confidava nelle capacità del suo compagno in maniera assoluta, senza contare che per qualche ragione, non riusciva a sentirsi in pericolo quando era circondato dal ghiaccio; era sempre stato così, fin da bambino, nonostante lui non avesse la minima idea di cosa gli fosse successo prima di una ventina d'anni a questa parte.
    Dopo 5 o 6 anni a vagare nelle paludi e poi sbattuto a Genosha per quasi un ventennio, sfido chiunque a restare con tutti i venerdì a posto.
    Tornando a noi, da quando avevo incontrato Sanjuro, molti anni prima, non lo avevo mai visto aver paura o essere insicuro in una situazione come quella, e con tutto quel ghiaccio attorno, lui si sentiva a casa, per questo si alzò, non appena la testa di Keiji sparì nella spelonca, e fece un paio di passi attorno alla situazione in cui si trovava, sicuro di poter trovare dei tartufi dei ghiacci.
    Infatti, nel giro pochi secondi, frugando sotto la neve quasi ghiacciata dal gelo come se stesse scavando nella sabbia, il quasi nudo Sanjuro tirò fuori dal manto bianco un paio di piccole masse scure, ancora sporche di terra, che ripulì passandole nella neve, quindi tornò a sedere, non dove era prima, ma sul limitare dello strapiombo, e conficcò il suo amico e fido Gassan nel terreno di fianco a lui, iniziando a sgranocchiare i tartufi appena rimediati.

    C'era qualcosa nei tartufi del gelo, che nemmeno lui sapeva spiegarsi; semplicemente il loro sapore gli ricordava l'infanzia; il padre era stato un mercante di legname e spesso, girando con lui nei boschi, capitava di incappare in quello stesso tipo di tartufi, che Sanjuro addentava gelosamente assieme al padre e ad un probabile fratello. Ovviamente lui non ricordava nulla di tutto questo, semplicemente mangiarli lo faceva rilassare, rilassare molto. Al punto da arrivare quasi ad addormentarsi, proprio mentre Keiji gli stava urlando contro che entro breve sarebbe scivolato, e che aveva SERIAMENTE bisogno di aiuto. Il ninja Kenkichi non avrebbe udito alcuna risposta. Poi ancora nessuna. E ancora nessuna.
    Che Sanjuro si fosse addormentato mangiando tartufi? Proprio in quel momento?
    Keiji avrebbe persino potuto udire qualcosa, in un istante, forse a causa della paura che stava iniziando a fare capolino nella testa del poveretto appeso alla parete di ghiaccio, così sfortunato da finire in missione proprio con lui. Che avesse udito russare, per un attimo?

    - Che ragazzo ansioso, nemmeno il tempo di mangiare un paio di tartufi. - Afferrò Gassan, e lo fece cadere a colombella nello strapiombo.

    Qualcosa fece capolino eccome dalla cima della spelonca, ma non fu Sanjuro.
    Proprio mentre i piedi di Keiji stavano per lasciarlo cadere, il ninja avrebbe potuto percepire un oggetto superarlo alle sue spalle, in discesa. Si trattava di Gassan, il bastone dello sciamano, che in qualche modo era arrivato dalla cima della spelonca, caduto per errore o lanciato volontariamente da Sanjuro? Sarebbe stato un mistero.
    Non solo, ma quando il bastone lo avesse superato, arrivando sotto di lui, a circa 3 metri da Munkeke, un tentacolo di ghiaccio sarebbe uscito dalla parete bianca, avvolgendosi come una liana attorno all'ultima parte del bastone, spingendolo più in basso e lasciandolo sospeso. L'impugnatura di Gassan, rivolto a testa in giù, era a circa un metro e mezzo dallo sciamano svenuto, sotto Keiji, il quale avrebbe sia potuto scendere ulteriormente e aggrapparsi al bastone mentre il tentacolo lo afferrava, sia lasciarsi scivolare e afferrare la strana conformazione appena comparsa.
    La cosa appena avvenuta, qualunque cosa fosse, avrebbe permesso a Keiji di arrivare con una mano allo sciamano svenuto, arreggendosi a Gassan con l'altra, o di afferrarlo con entrambe, se fosse rimasto a testa in giù, aggrappandosi a Gassan con i piedi. Ovviamente questo dipendeva dal suo gusto nella ginnastica, più che da Gassan, il quale lo avrebbe sorretto comunque. Ma il tentacolo di ghiaccio? Cosa lo aveva generato? Sembrava stranamente solido, ma lo avrebbe sorretto assieme anche a Munkeke? Al Kiriano non restava che affidarsi alla fede, dato che ormai era probabilmente al punto di cadere.

    Nel frattempo, sul piano di neve sopra di loro, Sanjuro era seduto a gambe incrociate, immobile, e con la temperatura attorno a lui più bassa del normale. I suoi occhi sotto la maschera erano diventati completamente bianchi, e da sotto alla copertura di legno che gli adornava la faccia, non usciva più vapore come in precedenza, come se il suo fiato fosse più freddo della normale aria presente lì attorno. Per lui ovviamente era tutto normale, forse nemmeno si era accorto di niente, ma se una mente un po' più acuta avesse potuto riferire a Keiji cosa passava nella parte inconscia del cervello di Sanjuro, forse il Kenkichi si sarebbe sporcato i pantaloni. Lo sciamano aveva inconsciamente avviato un piano senza aver misurato bene le distanze, e poi aveva lasciato al caso il resto, sperando in meglio. Mentre il Sanjuro esterno, aveva riassunto il tutto con "lanciare Gassan". Qualunque cosa stesse avvenendo in quel momento non era normale, e Keiji avrebbe dovuto approfittarne prima che fosse troppo tardi. Il gabbiano sopra alla testa dello sciamano tremava di freddo. Più del solito. E non solo perchè era mezzo morto.
    [1Basso e Mezzo]

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    È colpa tua. Ratty

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    Keiji e Sanjuro

    Forse per intercessione di qualche Kamui, o forse perchè realmente Gassan era dotato di poteri mistici...o forse era Sanjuro? Difficile comprenderlo, ma di certo la manipolazione di quell'abisso ghiacciato fu oltremodo provvidenziale. Salvo inconvenienti Keiji sarebbe riuscito ad afferrare lo sciamano di Azumaido e risalire la china senza troppi danni, anche se chiaramente quella discesa nel crepaccio sarebbe rimasta nella sua testa a lungo, visto il serio e tangibile rischio di morte che aveva affrontato e che, forse, gli avrebbe fatto riconsiderare l'apprendimento delle arti ninja di base.

    In ogni caso si erano procurati Munkeke, ancora privo di sensi e pesantemente ferito. In assenza di arti mediche l'unica possibilità era riportarlo al villaggio dove lo avrebbero rimesso in sesto. In ogni caso sarebbe stato pronto a parlare solo dopo qualche tempo...

    [...]

    YOOOSH! Questa la sua prima parola dopo aver ripreso i sensi, quale che fosse il metodo scelto per rimetterlo in forze. Sconfitto, una vergogna, la sconfitta...YOOOSH! Mosse la testa con movimenti meccanici, esagerati, quasi fosse un attore di Kabuki (e in effetti era conciato proprio a quel modo). Perdipiù vengo salvato da uomini di altre terre...YOOOOOOOOSSSCOFF Coff coff... Aveva esagerato con quella sua strana esclamazione finendo per tossire e sputare un pò di sangue. Anche se fossero stati nel villaggio, lo sciamano, che tutti ora chiamavano Alto Sciamano, era stato ferreo nel voler vedere da solo i suoi salvatori. La vergogna mi travolge...avevo promesso ai Kamui guardiani della Tomba che li avrei aiutati...e invece ho fallito miseramente. Miseramente...YOOOSH! Allungando una mano avrebbe preso una piccola tazza contenente dell'acqua, ci versò un pò di polvere presa da una delle sue tazze e poi la bevve, facendo dei rumorosi gargarismi, quindi sputò nuovamente il contenuto nel recipiente, offrendola ai suoi salvatori. Birra mistica? Aiuta a purificare le sofferenze d'animo. Solo...meglio non ingoiarla prima di due o tre giri di purificazione in bocca. Poi si accigliò, come se avesse dimenticato qualcosa...ed infatti poi schioccò le dita e si produsse in un rumoroso: YOOOOSH!

    Parlo coi Kamui da molti anni. Posso lasciare che muovano il mio corpo e così ho fatto per combattere gli invasori in modo da batterli prima del giorno in cui si può ottenere l'accesso...YOOOSH...ma ho perso. Scosse la testa in un teatrale atto di tristezza inconsolabile. I Guardiani dovranno combattere da soli, e se verranno sconfitti quell'uomo arriverà alla spada. Solo i Kenkichi dovrebbero averla, i due guardiani mi hanno detto così. Io ne ho preso uno a Kiri, ma in effetti era solo uno spadaccino, non un Kenkichi...a quanto sembrava ai Guardiani non andava bene e lo ho lasciato da qualche parte...non ricordo bene dove. YOOOSH. Aggrottò la fronte ma non pareva troppo preoccupato della sorte del poveretto che aveva lasciato in giro per Azumaido, completamente nudo.

    Tu sei un Kenkichi? Chiese poi verso Keiji. Se lo sei allora dobbiamo muoverci...quel ragazzo biondo ha detto che vuole trovare la spada ancestrale per SPEZZARLA. YOOOSH! Aggiunse come a sottolineare quella rivelazione. Pare sia parte del suo addestramento o non so cosa...quando lo ho saputo ho deciso di immischiarmi anche se non sono fatti miei: senza spada i miei amici Kamui se ne andrebbero, e io non ho altri amici! YOOOSH! Però poi mi ha battuto con due schiaffi e un pugno, e allora ho chiamato Repun Kamui...mi ha fatto guadagnare tempo, ma adesso il giorno della Sfida è alle porte. Il ragazzo biondo sarà già là e i Guardiani saranno pronti alla Sfida.

    Certo, c'erano forse molte altre domande che i due avrebbero voluto fargli, ad esempio su come mai avesse profanato la tomba sull'isola di Kiri, e magari qualche rituale mistico da condividere, ma sarebbero riusciti a condensare il tutto nel poco tempo che rimaneva? E avrebbero guidato adeguatamente il discorso in mezzo alle stramberie di Munkeke, che pure, forse a causa dell'assideramento, sembrava leggermente più lucido di quanto non fosse apparso nei loro precedenti incontri?


    Akira

    Dove hai recuperato questo debosciato, piccola Ipokash? Chiese il Maestro Pen Gin dopo le coccolose angherie di Akira. Percepisco la sua forza, ma sospetto che la sua testa non funzioni come dovrebbe. La situazione avrebbe ben presto bloccato ogni possibilità di continuare le chiacchiere, mentre i pipistrelli riuscivano, dopo due soli attacchi, a danneggiare tutti e tre i difensori, per quanto in minima misura. Cloni per fermarmi? Mi ricordi quello sciocco dai capelli rossi. Sbuffò. Quella storia continua a perseguitarmi, dovrei proprio levarmi Iwa dalla testa. La carica dell'Hozuki subito dopo non lo sorprese affatto. Ipokash lanciò una freccia contro il misterioso nemico che tuttavia si limitò a inclinare il capo lasciando che questa volasse oltre la sua persona mentre Pen Gin seguiva da vicino il ninja di Kiri. Attacchi la base per colpire me. Sensato. Ma inutile.

    Eppure dovette ricredersi quando dal punto di impatto si trasmise una violenta vibrazione che, divorando la distanza, arrivò fino al guscio della Catena di Genbu, facendolo letteralmente esplodere addosso al suo creatore che venne sbalzato via in avanto, colto alla sprovvista! [Ferita]Ferita Media alla schiena

    Ricordo che la potenza data da Manipolazione della Natura non si applica ai danni alle persone, quindi anche se veicolata, moltiplicata o trasmessa da altre capacità, comunque quella potenza non viene considerata.
    Il jutsu venne spezzato mentre allo shinobi sfuggiva un grido di dolore soffocato mentre atterrava a breve distanza, tra Akira e il duo di Azumaido. Ooof....mi hai...ferito... Si voltò per affrontare lo spadaccino con un'espressione che sembrava quasi estatica. Finalmente un pò di divertimento...di nuovo! Sorrideva mentre l'Hozuki gli calava addosso con le sue spade. Tese le mani e dalle maniche schizzarono in fuori due spessi lembi di tessuto nero simile a cuoio che impattarono contro i polsi dello spadaccino, deviando le sue braccia e bloccando così il colpo sul nascere. [Tecnica/Difesa 1]Statistiche: Resistenza Nera+4 tacche, Forza Viola +3 tacche


    Ali della Notte
    Villaggio: Zanna - Clan Kuei (Fratelli della Notte I)
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può manipolare le bende nere che porta intorno al braccio come se fossero vive e taglienti. Può allungarle fino a 3 metri per livello di TS e piegarle o irrigidirle a piacere. La Potenza è pari a 10 per livello di TS. La velocità di manipolazione è pari alla Resistenza, anche ai fini delle Prese.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: / Consumo: Basso per slot)
    [Da genin in su]
    . Un ninja con cui ho collaborato per molti anni usa due spade...so come trattare con quelli come te, e devo dire che il suo stile è decisamente più elegante! Dopo aver visto l'effetto esplosivo del primo attacco aveva chiaramente deciso di non toccare direttamente le lame e dunque, avendone la possibilità, aveva parato il colpo indirettamente ostacolando le braccia. Una freccia di Ipokash gli si conficcò nella schiena, stranamente senza danni seri [Ferita]Ferita Lieve proprio mentre Akira si abbassava per il secondo colpo, facendogli assumere un'espressione irritata. Moscerini... Lo Hozuki non aveva potuto sfruttare appieno la cinetica del primo attacco e quel breve ritardo bastò al Kuei per saltare sul posto evitando facilmente il colpo agli arti inferiori [Difesa 2]Statistiche: Riflessi Nera+3 tacche

    Impasto Basso
    .

    In quel momento si sarebbe fatto avanti Pen Gin, correndo rapidamente sulla neve, che non gli causava alcun ingombro, trascinandosi dietro l'arma con un lungo solco nel manto bianco, appena a cinque o sei metri attaccò l'aria con la medesima eleganza e maestria dimostrata pochi istanti prima, scagliando un gran numero di kunai di ghiaccio creati dalla neve stessa! Si...in effetti potrebbe essere davvero divertente, si... Uno dei manti di cuoio nero si spostò per deviare tutte le armi in un colpo solo [Difesa 3] e subito dopo l'altro scattò contro Akira per cercare di decapitarlo sul momento, prima ancora che si alzasse dalla sua posizione...e stavolta era avvolto da una strana energia violacea crepitante che non prometteva nulla di buono [Tecnica 2 - Azione 1]Statistiche: Resistenza Nera+4 tacche (Ali della Notte) - Potenza 50


    Veste Viola dell'Esitazione
    Villaggio: Zanna
    Posizioni Magiche: Bue (5)
    L'utilizzatore avvolge una sua arma con un costrutto di chakra viola. Nei tre turni successivi, qualunque ferita inferta con quell'arma riduce il CAP avversario di una tacca per un round per ogni contatto. La riduzione è cumulativa.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: / Consumo: Basso per Unità dell'arma )
    [Da Chunin in su]


    Azione Rapida


    L'attacco successivo venne invece dalla gamba del Kuei, tutt'altro che avvezzo al corpo a corpo, che per l'appunto emise uno stormo di pipistrelli con cui mirava a travolgere il torace e il volto di Akira, magari durante la sua difesa dal primo attacco [Azione 2]Statistiche: Potenza 55, Velocità Nera + 5 tacche

    Corpo dello Stormo L'utilizzatore può tramutare parte del proprio corpo in pipistrelli formando piccoli stormi e muoverli entro il raggio d'azione. Il movimento richiede slot tecnica/azione; muovere più costrutti con traiettoria simile o speculare richiede uno slot tecnica/azione; si può effettuare un singolo attacco in uno slot tecnica/azione utilizzato, altrimenti richiede uno slot tecnica/azione senza movimento. Lo Stormo è parienergia l'Utilizzatore, ne condivide le percezioni e la potenza è pari a 10 ogni Unità. Una Unità mossa richiede un consumo 1/4 Basso ogni slot azione e riduce di 1/2 Leggera la Vitalità dell'Utilizzatore finchè non viene riassorbito. Riassorbire uno stormo entro 3 metri è azione gratuita istantanea.
    e, subito dopo, la stessa Ala della Notte avrebbe cercato di tranciargli di netto il braccio più vicino [Azione 3]Statistiche: Resistenza Nera+4 tacche (Ali della Notte) - Potenza 50+Veste Viola dell'Esitazione. Ma non era che l'inizio, dato che, quasi senza preavviso, lo stormo di pipistrelli che si era disperso tra gli alberi avrebbe attaccato Ipokash cogliendola completamente alla sprovvista e lasciandola sanguinante in più punti, anche se viva [Azione 4]. KYAAAAHH! Gridò, e proprio in quel momento, magari approfittando della distrazione data da quell'urlo, Kazuhiro Kuei portò il suo attacco finale con l'altra Ala della Notte, rimasta a terra dopo aver deviato i Kunai di Pen Gin e ora, subdolamente, avanzata a bassissima quota per tranciare di netto le caviglie di Akira proveniendo dalla sua sinistra, nera e priva dell'energia violacea della Veste dell'Esitazione, ma non per questo meno letale [Azione 5]Statistiche: Resistenza Nera+4 tacche (Ali della Notte) - Potenza 50!

    Come se nulla fosse sarebbe rimasto là a guardare Akira, mentre lo stormo con cui lo aveva appena attaccato svolazzava alle spalle dello spadaccino, a forse cinque o sei metri di distanza. Fammi divertire ancora...fammi combattere fino all'ultimo come ha fatto LUI! Dimostrati degno della Divina Danza Notturna!
     
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60 replies since 9/3/2016, 01:11   1786 views
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