La Neve sporca di Sangue

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  1. Sanjuro
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    I due guardiani della ciabatta



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    Improvvisamente, la maschera di Sanjuro sembrò diventare del tutto espressiva. Doveva essere uno scherzo. Munkeke aveva confuso la ciabatta di Sanjuro con chissà quale offerta votiva e l'aveva lasciata alla tomba. Dentro di sè, Sanjuro provò un misto di orgoglio, poichè l'infradito era ora parte di qualcosa di mistico; delusione, poichè Munkeke non aveva riconosciuto il suo saluto, facendo credere allo sciamano di averlo eseguito in maniera errata; fastidio, poichè avrebbe dovuto recarsi alla tomba appositamente per recuperarla.
    La cosa che più rendeva irrequieto lo sciamano di Kiri era la noncuranza con cui Keiji stava affrontando tutta la questione. Lo spadaccino non stava minimamente considerando le cataclismatiche conseguenze che la perdita di quella ciabatta avrebbe causato. Non potè fare a meno di osservarlo, mentre era intento a vagare chissà dove travolto dai fumi degli impiastri sciamanici. I giovani, sempre dediti allo sballo e mai che si prendano carico delle responsabilità importanti. Come al solito avrebbe dovuto risolvere tutto lui. Gassan, ovviamente.
    Un sospiro avrebbe riportato nella norma i livelli di misticismo presenti dentro Sanjuro, che per un momento si erano spostati da "bilanciamento mistico" a "distruzione totale di ogni piano dimensionale". Lo sciamano teneva alla sua ciabatta. Quasi quanto al suo bastone. Il quale teneva a Sanjuro quasi quanto al gabbiano sulla testa dello sciamano stesso.


    Quando decisero di partire, Keiji si comportava ancora in modo pittoresto, persino per gli standard dello sciamano. Scrollando la testa per la leggerezza del giovane, anche ANCORA non capiva la gravità della situazione, Sanjuro salì su una capra che sembrò come essere apparsa dal niente accanto alla casupola di Munkeke, e restando in groppa ad essa, seguì Munkeke e lo spadaccino fino alla tomba; la quale era formata da una conformazione rocciosa poco distante dal villaggio, circondata da un gruppo nutrito di grossissimi sassi. Keiji continuava a comportarsi in modo strano.
    Davanti all'arco di pietra della tomba fecero capolino due figure umane: un ragazzo piuttosto morbido con tatuaggi molto poco sciamanici, e una giovanotta. Stando alle parole di Munkeke, dovevano essere loro i Kamui....ma una scoperta sensazionale era dietro l'angolo.
    Non erano Kamui, erano SPETTRI. Lavoro per Sanjuro.
    I due rivolsero parole di sfida ai presenti, e Keiji rispose per le rime, il tutto mentre si metteva in posizione per combattere; mentre Sanjuro gli passava accanto, camminando con fare sciolto verso il ragazzo morbido. Senza dire nulla.
    Quando fu davanti allo Shinretsu, lo sciamano tirò fuori un pugnello di sale grosso da sotto la gonnella, praticamente a distanza zero, lo "spinse" addosso allo spettro, aspettandosi di scacciarlo come si fa con gli spiriti.


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    - Spettro-san, vorrei la mia ciabatta per favore. -



    Sanjuro non aveva tempo da perdere con quelle trivialità. La spada, i rituali e la fine del mondo potevano aspettare. Doveva recuperare la sua infradito il prima possibile e aveva a che fare con i fantasmi dalla mattina alla mattina, senza contare tutti quelli che vedeva normalmente di sera e durante i pomeriggi di verdì notte, quindi la questione poteva essere rimandata. Chiaramente, se il pugnello di sale grosso non avesse sortito alcuna reazione, ne avrebbe estratto un secondo, ripetendo l'azione precedente. Quindi una terza, stavolta guardando la ragazzina mentre "condiva" il ragazzo.
    Alla fine, demoralizzato per lo scarso risultato, avrebbe cercato di "spingere" lateralmente lo spettro usando Gassan, per poter passare a recuperare la sua ciabatta. Ovviamente non aveva minimamente considerato l'idea di poter essere coperto di mazzate dagli spettri, quindi, se a questo punto fosse stato ancora in grado di muoversi e non una massa informe di lividi, sarebbe tornato da Keiji e Munkeke, esordendo, come se avesse appena scoperto un grande segreto:


    - Pare che non vogliano farci passare senza combattere. -

    A mali estremi, estremi rimedi sciamanici. Scuro in volto, ma sotto la maschera, avrebbe imposto a Keiji la sua presenza, praticamente arrivandogli addosso, e tirando fuori dalla cinta dello spadaccino la POTENTISSIMA spada di legno mistica che aveva creato per lui tempo addietro, e che Keiji, volente o meno, era destinato, o maledetto, a portare sempre con sè. Dopo averla impugnata, proncunciò alcuni versi sciamanici assolutamente incomprensibili tranne che per Gassan, e in parte per Munkeke, e la conficcò nella neve sotto i loro piedi. Quando estrasse la spada, essa era leggermente ricoperta da una patina chiara, come fosse stata ghiacciata. [1/2 Basso - Manipolazione ghiaccio][Azione]
    Quindi la consegnò nuovamente a Keiji. Una spada di legno mezza congelata dalla neve, o qualcosa di più?


    - Keiji-san, eccovi una spada mistica estremamente potente, la maneggi con cura, e cerchi di non perdere anche questa. -


    CITAZIONE
    Ferite: 12/12
    Chakra: 28 Bassi

     
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60 replies since 9/3/2016, 01:11   1792 views
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