La grande Retata

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    Parlato Kazuki
    Pensato Kazuki
    Parlato altri

    La grande retata

    Missione al chiaro di luna





    Pian piano che le lancette dell'orologio andavano avanti, l'ufficio dell'Hokage si riempiva sempre più, arrivavano ninja uno dietro l'altro poichè nessuno voleva far tardi all'invito recapitatogli. Dopo di lui giunse in ufficio il suo nuovo mentore, Atasuke Uchiha, che rivolse subito i suoi saluti al capo villaggio per poi andare a prendere posto anch'egli. Kazuki appena lo vide non potè che sentirsi più tranquillo ora che c'era una persona di sua conoscenza, per'altro suo maestro; sul suo viso apparve un sorriso e già affioravano pensieri sul come quella missione poteva farli lavorare insieme. Mentre ritornava a fissare l'Hokage ecco che la porta si riaprì e vi entrò subito una ragazza sui diciassette-diciotto anni, anche lei andò a sedersi a fianco ai compagni che erano entrati prima di lei.
    Fu un susseguirsi di arrivi e di saluti e il giovane Uchiha finalmente vedeva tanti volti nuovi, tutti ritrovati li in quell'ufficio per partecipare univocamente ad una missione importante; guardò ad uno ad uno tutti i futuri membri della missione arrivare uno dopo l'altro cercando di capire il loro potenziale, dal loro aspetto, dal loro saluto....Alcuni sembravano già molto esperti; altri un pò meno, o come lui alla prima missione ufficiale.


    Appena tutti ebbero preso posto l'Hokage cominciò il suo discorso, descrivendo i dettagli della missione e illustrò loro la cartina del villaggio con i vari obiettivi da raggiungere in quelle poche ore.
    In sala c'era silenzio assoluto e tutti erano concentrati ad ascoltare il loro capo villaggio, intenti ad ottenere quante più informazioni possibili per la riuscita di quella missione particolare.
    Furono poi formate le squadre e ognuna aveva il proprio capitano.

    Beneeeeeeee............Non potevo desiderare altro, sono capitato proprio nella squadra di Atasuke ottimo; finalmente potrò mettere alla luce le mie capacità. Dell'altra non sò niente però...
    La cosa importante qui sarà il lavoro di squadra, non posso fallire questa importante missione; il vantaggio è di stare insieme ad altri che hanno già avuto queste esperienze, e qui farò le mie. Era ora!!!


    L'animo del ragazzo era pieno di entusiasmo, non vedeva l'ora di cominciare (o di finire) quella nottata; la sua squadra era pronta e certamente non da sottovalutare dato anche l'esperienza del proprio capo team.
    L'Hokage allora proseguì mostrando ogni team dove sarebbe andato ad operare durante la notte, annotando il tutto; subito dopo prese una fialetta che aveva lì vicina e levandola in aria come per brindare, se la tirò giù in un sorso.
    Quindi il giovane studente prese di conseguenza anche lui una boccetta e senza pensarci sù due volte ne bevve il contenuto. Solo dopo averla bevuta si accorse di quanto il gusto fosse sgradevole.
    Dopo che l'Hokage li lasciò liberi di andare, Kazuki insieme con la sua nuova compagna di squadra, si affrettò a seguire il suo capoteam verso l'uscita della stanza. All'esterno c'erano altri sei ninja che aspettavano notizie da Atasuke, il quale una volta raggiunti ne mandò tre a casa, senza trattenerli un altro istante come se il loro aiuto non fosse stato necessario.
    Ai restanti tre diede le boccettine da bere, inserendoli nella missione come supporto a lui e ai due ninja assegnatogli dall'Hokage.
    Poi l'Uchiha si rivolse alla ragazza, chiedendole di quali abilità particolari fosse dotata; era ovvio che voleva conoscere meglio il proprio team prima di avventurarsi in una missione, la prima missione, con loro.

    [...]



    Però, dato che dovremmo collaborare tutti, mi spetto che facciate la stessa cosa anche voi, dicendomi che sapete fare e cosa devo aspettarmi.

    L'attenzione a quel punto si rivolse a Kazuki, che appena si sentì osservato disse con sincerità agli altri ninja, compreso il suo capoteam che sapeva già qualcosa su di lui essendo anche suo maestro, delle sue capacità.

    In effetti come potete notare non è che abbia molta esperienza, da poco stò apprendendo la vera arte del ninja, ma ciò non toglie che abbia molta determinazione. Da parte mia ci sarà il massimo impegno e la consapevolezza di essere a conoscenza che questa notte, uno dei fattori fondamentali per svolgere la missione e quelle future, sia il lavoro di squadra.
    Dal lato delle abilità......diciamo che me la cavo ad eseguire ninjutsu di base.


    Il giovane Uchiha era molto deciso e non vedeva l'ora che quella missione fosse partita.
     
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    Team Alpha




    Raizen rispose alle domande che gli vennero poste, se di risposte si potesse parlare, non ci furono infatti chiarimenti sulla missione, alla fine non eravamo a conoscenza dei luoghi in cui ci saremmo andati ad infiltrare. Ci furono quindi assegnati i team, sorrisi compiaciuto quando fui sicuro di essere con mio fratello, ma un filo di preoccupazione mi pervase quando sentii anche il nome di Shizuka.
    Di lei sapevo poco, era a capo dell'ospedale della foglia, un medico proprio come me, un ninja esperto, proprio per questo ero preoccupato: mentre l'unico altro ninja veramente esperto negli altri team fosse Atasuke, il guardiano delle mura, il nostro era composto interamente da chunin, ovviamente avremmo avuto un lavoro particolarmente duro da effettuare.
    Il posto che ci fu assegnato era un edificio isolato che ci avrebbe permesso maggiore margine d'azione, ma voleva anche dire essere lontani da ogni forma di aiuto in caso di difficoltà e, purtroppo, avevo la netta sensazione che di difficoltà ce ne sarebbero state.
    Silenzioso mi avvicinai al tavolo prendendo una delle boccette di liquido che alzai stendendo il braccio in direzione di Raize.

    -Occhio che non ti vada di traverso, sai , alla tua età.-

    Sorrisi e trangugiai il liquido contenuto in essa.
    Il decimo poteva non averci detto il perché anche lui stesse bevendo quella sostanza, ma io non ero uno sciocco e lo conoscevo bene, quindi sviluppai una mia teoria. Raizen non era così folle come sembrava voler far credere in giro, aveva un piano, probabilmente se avessimo trovato il boss dell'edera si sarebbe catapultato sul luogo grazie alle sue abilità di teletrasporto.
    Quelle erano solo supposizioni, certo, però mi aiutavano a distendere i nervi.
    Finito di bere notai come i vari gruppi si stessero radunando, quindi di fare lo stesso con il mio, feci cenno con il capo a mio fratello di seguirmi e mi diressi verso Shizuka salutandola con un gesto amichevole della mano.

    -Pare che siamo assieme eh? Come ha detto Raizen siamo tutti e tre ninja esperti, non penso ci sia la necessità di scegliere un campo, non trovi? Poi vorrei più informazioni su di te, se mi permetti di chiedertele ovviamente, per ora ti conosco solo per il tuo ruolo all'ospedale e per qualche voce che parla di te come una kunoichi estremamente abile a cavare informazioni, ma preferirei sentirmi dire delle tue abilità direttamente da te. Se a tua volta hai qualche domanda da fare riguardo a me o mio fratello saremo ben lieti di risponderti, alla fine abbiamo tra le mani una missione difficile ed ho motivo di credere che ci recheremo nel più arduo dei posti vista la composizione del nostro team, quindi ritengo che condividerci più informazioni possibile vada a nostro vantaggio.-

    Attesi quindi una risposta dalla ragazza.
     
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  3. Maki Baian
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    Formazione Ayuuki, Maki, Akikazu Asami


    L'hokage ordinò a tutti di alzarsi per raggiungere la scrivania con tutte le carte e le mappe della missione.
    Quando Baian gli fu davanti si vide sfilare la fiaschetta di gin che teneva all'interno del kimono.
    L'hokage la distrusse spappolandola nel pugno, facendo precipitare tutto il prezioso liquido a terra, un vero gesto di crudeltà agli occhi del biondo.

    "Solo un altro goccio e uso i tuoi denti per farti uno shaker di lacrime e sangue.
    Tue ovviamente.
    Un solo problema, un solo passo falso e dopo l'aperitivo passerai la vita a mangiare la tua stessa merda, e contando che non ci sarà bisogno di mettertela sul piatto stai sicuro che non ti piacerà la posizione da cui dovrai mangiare"


    A quelle minacce Baian sorrise imbarazzato e leggermente intimorito sventolando entrambe le mani davanti al petto come in segno di resa.
    Ahaha, va bene, va bene, non serve scaldarsi tanto... ho capito: niente alcool in missione... sarò più sobrio di Atasuke l'ultimo dell'anno!
    Stupido Hokage... quella fiaschetta era griffata e l'avevo riempita con il mio gin preferito... il monkey47... non uno da quattro soldi!
    Pensò stringendo i pugni per la rabbia e guardandolo in cagnesco ora che sembrava essere uscito dai suoi radar.
    Tirò fuori un taccuino dalla tasca. Uno di quelli rivestiti in pelle, con tanto di penna.
    Lo sfogliò rapidamente, era pieno di nomi con i relativi ryo di cui era debitore e solo pochissimi di questi erano stati depennati e quindi pagati.
    Arrivato alla prima pagina bianca, ben oltre la metà del taccuino, segnò:
    nota per il futuro: uccidere l'hokage e lo sottolineò più volte, quasi con violenza, con un'espressione sadica dipinta sul volto.
    Poi riportò il note in tasca, tornando a sorridere sereno.
    Venite qui, vi illustro per bene le zone.
    Innanzitutto le squadre.
    Ayuuki, Maki, Akikazu e Asami.
    Il vostro riferimento sarà Ayuuki, è più esperta, saprà guidarvi al meglio, mettere in dubbio la sua parola sarà come mettere in dubbio la mia.
    Kyomi, Atasuke e Kazuki
    Atasuke è il vostro riferimento, stesso discorso di prima. Atasuke, poco eroismo, mi raccomando.
    Shizuka, Sho e Oda.
    Voi siete grandi giocatevela, vince il più furbo.
    Oda no. Oda è un cazzone che butta i makibisci sotto i piedi degli alleati.
    E ora le basi.

    Quando l'hokage indicò Ayuuki come capo squadra Baian le si avvicinò mettendosi sull'attenti e facendo il saluto militare, portando la mano destra alla fronte.
    Comandante Ayuuki, non la deluderò
    Sentenziò con un tono ed un atteggiamento formale che evidentemente non gli appartenevano.
    Poi sorrise, assumendo una posa più rilassata.
    Baian prestò estremamente attenzione individuando, man mano che l' hokage formava i gruppi, chi fosse in team con lui e quali fossero gli altri gruppi ninja.
    Mercato, è la zona del gruppo di Ayuuki, vi servirà mantenere copertura, a prescindere dall’ora in cui agirete dovrete mantenervi particolarmente silenziosi e discreti. I mercati sono affollati a tutte le ore, impiegati o clienti che siano.
    C’è poi questa base lievemente più isolata, ci si può muovere lievemente più liberi proprio grazie a questo motivo, i due fratelli e Shizuka andranno li proprio per questa ragione, e si, sono concessi tutti i mezzi, pur rispettando un azione che non scateni chissà quale allarme.
    Albergo. La mafia paga i gestori, non sappiamo cosa avvenga di preciso li dentro e quale parte di esso ne contenga i segreti, per cui Atasuke fai marciare i tuoi occhietti magici.

    Baian si avvicinò alla mappa, studiandola con attenzione, almeno in apparenza.

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    mmmh Borbottò riflettendo mentre si massaggiava il mento con la mano.
    Il piano non è male Hokage... In realtà non aveva nemmeno ascoltato che cosa dovesse fare il suo team, figuriamoci se avesse una visione generale di tutto il piano d'attacco, comprensiva di quella degli altri gruppi.
    ...ottima l'idea di mettermi in team con la bellissima Ayuuki e la splendida Asami, ma Akikazu no, lui non è adatto al mercato, te lo dico dall'alto della mia esperienza... sarebbe più opportuno che tu mettessi in team con me Kyomi o Shizuka
    A quel punto si voltò verso le due kunoichi strizzando loro l'occhiolino.
    Era palese che Baian volesse tutte le kunoichi possibili per lui, nel suo team, per ragioni che poco centravano con la missione vera e propria.
    Tuttavia il suo tono di voce e la sua espressione erano serissime, non stava affatto scherzando e ci credeva davvero in quello che diceva.

    [...]

    Al brindasi dell'Hokage si fece trovare pronto con la boccetta in mano che rovesciò in gola senza farsi troppe domande.
    Mi auguro che a missione conclusa si possa brindare con qualcosa di meglio che sta schifezza!
    Commentò indispettito per il saporaccio di quell'intruglio.
    A quel punto Baian ricordò che era stato piuttosto scortese a non augurare buona fortuna al suo grande amicone: Atasuke.
    Con passo lesto si avvicinò al suo gruppo (di Atasuke) arrivando alle spalle di Kyomi, abbracciandola affettuosamente attorno al collo.

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    Atasuke... buona fortuna... e trattami bene la ragazza... a fine missione potresti organizzare un'altra festa, con sakè della migliore qualità per tutti... sono invitato vero ?
    Poi sussurò all'orecchio di Kyomi:
    Devi farmi un favore...mi raccomando bada a lui... Atasuke è un vero disastro, ma è un buon fabbro, non vorrei che mi schiattasse prima di avermi forgiato un'arma degna di questo nome, inoltre le sue feste non sono male.
    Detto ciò si allontanò tornado verso il suo gruppo, dal comandante Ayuuki.
    Avrebbe avuto modo di conoscere meglio Ayuuki e Asami, la cosa lo elettrizzava, ah già c'era anche Akikazu, qui era un po' meno elettrizzato, ma magari si sarebbe rivelato un'ottimo compagno di bevute, alla fine dei conti Baian era un ottimista, pensava sempre in positivo.




    Edited by Maki Baian - 8/4/2016, 16:31
     
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    Quando Atasuke chiese parola Raizen indicò il centro del gruppetto come per autorizzarlo a farsi avanti.

    Prego, vista la partecipazione alla prima missione qualcosa la saprai immagino.

    Lasciò quindi parlare l’Uchiha, annuendo di quando in quando.

    Tutto corretto, o quasi.
    L’organizzazione è ferrea, ma tale termine necessita di una precisazione, non sono ferrei come gruppo, non sono uniti, quantomeno con i sottoposti di rango più basso che hanno scarse informazioni e sono trattati come pedine sacrificabili, per cui se mai farete ostaggi di basso rango non contate troppo sul loro valore, qualsiasi cosa abbiano in mano potrebbe non essere sufficiente a darvi i risultati sperati.
    Per cui con ferrea si intende che tengono a denti stretti ai loro obiettivi più che ai loro uomini.
    Riguardo i nascondigli siamo a conoscenza delle zone, ma non del punto preciso, per cui dovrete informarvi sul posto al meglio.
    I civili dovrebbero essere al minimo, a quest’ora di notte il mercato è decisamente più vuoto, ma qualche civile potrebbe esserci, ed occhio anche ad eventuali appartenenti dell’edera in borghese, se vi fate sgamare prima di iniziare direi che non va bene.


    Quando Maki ebbe da ridire sulle squadre Raizen lo guardò nuovamente, masticandosi le guance in un evidente segno di autocontrollo.

    Io e te non dobbiamo esserci ancora intesi.

    Disse mentre affilava lo sguardo.

    Penso che qui dentro tutti sappiano che non amo sottolineare l’ovvio.

    Avvicinò la mano al volto del ragazzo afferrandoglielo tra indice e medio e poi iniziando a torcere.

    Ti voglio concentrato, stupida distilleria ambulante, non farti riprendere un’altra volta, ti sto già portando troppa pazienza.

    La mano continuava a ruotare mentre il naso veniva stretto in una morsa così salda da rendere impossibile divincolarsi senza privarsi dell’utile appendice, fino a che un distinto “crock” non diede segno della rottura del setto.

    Immagino che questo ti abbia fatto comprendere quanto la situazione sia delicata, non prenderla sottogamba, davvero.
    Sho, o Shizuka, siate gentili, rattoppategli il naso.


    Sbuffò una singola volta chiudendo nuovamente la questione “Maki Baian”.
    Guardò in cagnesco Sho e Atasuke dopo aver svuotato la sua boccetta.

    Toh, i due simpaticoni del gruppo si sono prenotati per una carrellata di missioni di rango E.

    E non scherzava, mentre parlava si sarebbe allungato sulla scrivania a prendere una delle pratiche e ne avrebbe letto una a voce alta.

    Ripulitura delle porcilaie salsuinello, uno dei più grandi produttori di insaccati.
    Si. Direi che va bene.
    Spero impariate ad usare qualche jutsu d’acqua da qui ad allora, perché la missione è tutta vostra.
    Maki, ti unirai a loro, giusto perché il tuo fiato sa ancora di distilleria.


    Non c’era vero risentimento nella voce, anzi, si era tenuta scherzosa, nonostante l’assegnazione della missione fosse reale era palese che fosse stata fatta con l’intenzione di alleggerire ulteriormente l’ambiente e di rispondere a tono alle scherzose provocazioni.
    Certo, era un lieve abuso di potere, ma gli scherzi erano una cosa seria.



    CITAZIONE
    I mancanti possono continuare a postare se desiderano, ho risposto per mia personale comodità :zxc:
     
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  5. **Kat**
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    III ~ La Retata: Preziose informazioni


    L'

    improvvisa nomina a Capo-Team per la missione che stavano per affrontare, aveva leggermente destabilizzato la Fuyutsuki. Era sorpresa e stupita per quella scelta dell’Hokage. Aveva giurato fedeltà al Colosso di Konoha, ed aveva scoperto di adorarlo come un oniisan, come un fratello maggiore. Ma non si aspettava di avere così tanta fiducia in una missione così importante. A Konohagakure no Sato c’erano ancora delle serpi che tramavano contro la stabilità del Villaggio. Ed andavano scovate ed eliminate.
    S’irrigidì leggermente sulla sedia, almeno fino a quando non ascoltò i gratificanti complimenti del Maestro del Dojo. In effetti stava facendo molti progressi al Karyuuken, sotto la guida dell’Uchiha. Stava imparando a dosare le forze, canalizzare le sue emozioni verso un obbiettivo, fortificando la sue energie interiori con lunghe meditazioni. Forse al Dojo non brillava come la miglior allieva di Atasuke-sama, ma era ben contenta e consapevole dei suoi progressi.
    - Arigatou Atasuke-sama! - Non mostrò molte formalità in quel momento, visto che si trovavano nel bel mezzo di un Briefing pre-missione. Ma aveva intenzione di ringraziare adeguatamente il suo maestro, appena conclusa la grande retata. O almeno sperava di tornare sana e salva dal covo dell’Edera. Le parole dell’Uchiha riempirono il suo animo di orgoglio e si sentì finalmente appagata. I suoi continui sacrifici ed allenamenti venivano ripagati con altrettanta fiducia. E di questo doveva ringraziare sia Raizen-sama che Atasuke-sama.
    Lanciò qualche occhiata ai membri del suo Team. Doveva anche trovare un nome adeguato per quella provvisoria e variegata squadra. Sicuramente avrebbe giovato allo spirito di coesione e cooperazione. Ma per ora le sue preoccupazioni erano rivolte verso il Mercato ed il presunto covo dell’Edera. Dove si trovava con precisione? E di cosa si occupava l’Edera? Cos’era l’Edera? Domande a cui necessitava una risposta.
    Desiderava essere un Capo-Team prudente ed attento alle esigenze dei componenti della sua squadra. Inoltre non voleva condurre i due giovanissimi Ninja ad una morte certa. Non aveva ancora ben inquadrato l’alcolizzato, ma sperava di guidare al meglio Asami-chan e Akikazu-kun. Intanto Atasuke-sama si offrì di ricapitolare tutte le informazioni raccolte sull’organizzazione mafiosa negli anni, anche grazie a precedenti missioni.
    Lo sguardo si spostò verso l’Uchiha. Ascoltò con interesse ogni singola parola e registrò tutto nella sua mente. Preferiva non perdere nessun dettaglio. In missione ogni informazione poteva decretare la vita o la morte di uno Shinobi. Un Ninja ben preparato ed informato aveva più possibilità di uno sprovveduto e superficiale. Sospirò leggermente. L’edera era un’organizzazione criminale già affrontata in passato da Konoha, che aveva messo radici anche nel villaggio. Le misure di sicurezza erano estreme e particolarmente elaborate. Ora capiva il motivo di quella fialetta e del suo contenuto. Traffici illeciti, droghe, alcool e contrabbando di armi. Annuì seriamente, per poi spostare l’attenzione sull’Hokage.
    Raizen-sama confermò ogni parola del Maestro del Dojo, o quasi. L’organizzazione criminale era molto unita per raggiungere il proprio obbiettivo e concedeva ben poche informazioni ai propri sottoposti. Quindi fare prigionieri era alquanto inutile. - Ricevuto! -
    Uno dei membri del suo Team si avvicinò alla Fuyutsuki per mostrare un rispettoso saluto militare. Lo sguardo della Genin si soffermò sulla singolare figura di Maki-kun. In quella posizione, che non gli si addiceva affatto, sembrava più buffo della sua improvvisa irruzione nell’Ufficio dell’Hokage. Abbozzò un lieve sorriso in sua direzione. - Niente formalità. Pretendo solo un minimo di sobrietà e buonsenso! - Questa era la vera preoccupazione della ragazza. Sperava di trovare in lui un valido alleato e non un peso da trascinare per l’intera missione o addirittura un folle pronto a far saltare la copertura.
    Le successive parole del ragazzo la lasciarono sconcertata. A quanto pare l’alcool non era l’unico piacere che si concedeva. Iniziò a fare complimenti a tutti i membri del suo Team e pretendere di portare al mercato anche le altre Kunoichi presenti. - … - Alzò gli occhi al cielo e pregò i Kami per concederle la forza interiore di non pestarlo, almeno non prima della missione. L’intervento dell’Hokage fu provvidenziale. Infatti afferrò il naso del ragazzo dalla chioma dorata fino a spezzarglielo. Il “Crack” che aveva sentito era il chiaro segno di una frattura. La Genin portò una mano alla fronte. Un ferito nella sua squadra ancora prima d’iniziare.
    Attese con pazienza che Shizuka-san o Sho-san aggiustassero il naso di Maki-kun e fece un cenno al suo Team per guidarli verso l’esterno. Era il momento di entrare in azione.


     
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    La Grande Retata

    Una "presa" di posizione


    Parlato Kiyomi
    Parlato Maki

    La riunione si stava per concludere, mentre Raizen terminava di dare le sue disposizioni, quando il biondo azzardo a proporre un cambio di squadra per avere Kiyomi o Shizuka con lui. Di certo l'occhiolino non servì a far sciogliere un cuore gelido come quello della genin, ma ormai si era già fatta un'idea di quell'imbecille ubriacone che tuttavia, a parte l'hokage, trovava che fosse il meno insopportabile di tutta quella marmaglia di ninja. Probabilmente il punto era che non ne aveva mai incontrato uno che si comportasse in quel modo, ma in quei momenti era ovvio che non se ne rendesse neanche conto.
    Quando Raizen gli ruppe il naso, quasi le dispiacque, ma in fondo se l'era cercata e di sicuro non avrebbe potuto farci niente, limitandosi a girare lo sguardo senza pensare minimamente a quali intenzioni avesse nel momento in cui chiese all'hokage di poter essere in squadra con una delle 2 avvenenti ragazze lì presenti. Non le diede fastidio che oltre a lei scambiò un occhiata complice anche a Shizuka, d'altronde era pur sempre annebbiato dall'alcol, e i suoi ormoni alla presenza di due simili donne dovevano essere alquanto incontrollabili.

    Una cosa, però, che la colse decisamente di sorpresa fu quando la riunione fu ormai sciolta e la kunoichi era in procinto di lasciare l'edificio con la sua squadra, in quanto il giovane ubriacone strisciò silenziosamente alle sue spalle per poi abbracciarla avvinghiando le sue braccia attorno al collo.

    ...


    Dimmi che non lo sta facendo...
    La ragazza rimase completamente shockata, irrigidendosi all'istante e con gli occhi spalancati. Non poteva credere a quello che stesse succedendo, ma non perchè le piacesse. Quel povero pazzo aveva osato abbracciarla come se niente fosse, proprio lei che evitava ogni contatto fisico e addirittura lasciando parlare la sua domestica al posto suo quando non c'era bisogno di interloquire di persona. L'abbraccio era decisamente fuori dalla sua portata.
    Lei rimase pietrificata per tutto il tempo in cui il deficiente parlò con Atasuke, per poi passare a sussurrarle nell'orecchio... altro sbaglio imperdonabile (alitarle nell'orecchio).
    Devi farmi un favore...mi raccomando bada a lui... Atasuke è un vero disastro, ma è un buon fabbro, non vorrei che mi schiattasse prima di avermi forgiato un'arma degna di questo nome, inoltre le sue feste non sono male.
    Quell'ubriacone non si era reso conto di essersi spinto troppo oltre, e trattandola con quella insensata confidenza aveva decisamente superato il limite. E l'avrebbe pagata.
    Non appena questi si staccò dal corpo della giovane, terminando la sua frase, lei si girò verso di lui prima che potesse andarsene per rispondere alla sua richiesta con un forzato sorriso.
    Certo, ho capito.
    Fu a quel punto che però Maki avrebbe sentito un dolore lancinante provenire dalle parti basse, in quanto la kunoichi gli afferrò immediatamente i suoi adorati gioielli di famiglia stringendoli in una morsa micidiale che gli avrebbe fatto perdere ogni voglia di scherzare. [For 200]
    Ma tu non provare mai più a toccarmi con le tue sudici mani o giuro che l'unico altro modo che ti resterà di scopare sarà facendo la parte della donna. Disse con un tono e uno sguardo più che seri, non allentando la presa neanche per un istante, lasciandolo soffrire mentre la sua voce avrebbe cominciato ad acuirsi e le sue gambe a cedere, ma se avesse provato a lasciarsi andare o cercare di sfuggire alla presa, avrebbe solo peggiorato le cose, trovando una solida resistenza che non si sarebbe smossa.
    Sono stata chiara? A quell'ultima parola strinse ancora più forte [For 250] per far capire bene il suo messaggio e solo quando avesse visto che il poveretto avesse afferrato il concetto, lo avrebbe lasciato andare, voltandosi poi molto tranquillamente verso i suoi compagni di squadra, come se nulla fosse accaduto.
    Allora? Andiamo?
    E una volta pronti, si sarebbe avviata in loro compagnia verso il loro obbiettivo.
     
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  7. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    La resa dei Conti 三

    ~La pulce d'alcool~


    Tutto sembrava filare liscio, o almeno finchè l'inutile Baian non decise di mettere in discussione le formazioni studiate dall'Hokage, con il malcelato intento di ritrovarsi in team con sole donne.
    Certo le perversioni di quell'essere non sembravano avere fine e la sua completa mancanza di autocontrollo non faceva altro che indisporre gli altri presenti, primo tra tutto l'Hokage che senza troppi complimenti pinzò il naso dell'ubriacone, stringendolo talmente forte da spezzarlo.

    °E pensare che credevo fosse un gioco per bambini prendere il naso degli altri...°


    Si ritrovò a pensare Atasuke, osservando la scena, ancora una volta disgustato dall'inopportuna mancanza di tatto dell'esponente della famiglia Baian.

    […]

    “[...] Spero impariate ad usare qualche jutsu d’acqua da qui ad allora, perché la missione è tutta vostra.
    Maki, ti unirai a loro, giusto perché il tuo fiato sa ancora di distilleria.”


    °Seriamente? Credo dovrò andare a trovare Asmodai uno di questi giorni... sicuramente deve avere qualche suiton segreto di Kiri da farmi copiare...°


    Meno contento fu poi nel notare che Raizen non sembrava aver apprezzato troppo la battuta, gettonando per lui e Sho una missione di rango E senza alcun motivo apparente o quantomeno senza alcun motivo reale, anche se nel sapere che anche Baian sarebbe stato assegnato alla suddetta, un sorriso divertito comparve sul suo volto, valutando che tra due chunin ed uno studente ubriaco, chissà mai chi avrebbe fatto tutto il lavoro...

    «Se così vorrete... Lieto comunque che ci affiderete anche Maki per la missione... credo avrà modo di apprendere molto da noi due»

    °Specialmente l'arte di dare la cera e togliere la cera°


    Rispose gentile con un sorriso che lanciò in segno di intesa anche verso Sho, prima di chiudere definitivamente la questione ed incamminarsi verso l'esterno della stanza e proseguire con l'elaborazione della strategia, dando però un piccolo consiglio alla sua allieva, stando bene attento a non farsi sentire da nessuno ad eccezuone di Ayuuki.

    «Ayuuki, ricorda ciò che hai imparato, ma soprattutto stai attenta a Baian. Tienilo d'occhio ed al primo errore puniscilo. Ricorda che la vostra sopravvivenza dipende anche dagli errori di quell'essere e se anche smettesse di bere da subito la sua condizione non migliorerà prima di qualche ora... ma credo tu sappia bene i tempi di recupero dall'alcool, in fondo mi pare tu abbia iniziato a studiare medicina, no?»


    E con un ultimo sorriso, si allontanò, indirizzandosi verso l'uscita dalla stanza.

    […]


    Quando ancora il gruppo stava cercando di uscire dalla stanza, Atasuke non ebbe nemmeno il tempo di varcare la soglia, ed ecco l'ubriacone che tornava alla carica, evidentemente ancora troppo brillo da rendersi conto che Atasuke non apprezzava il suo modo di approcciarsi a lui o ai suoi sottoposti, specialmente se mancava di tatto verso una donna.

    “Atasuke... buona fortuna... e trattami bene la ragazza... a fine missione potresti organizzare un'altra festa, con sakè della migliore qualità per tutti... sono invitato vero?”

    «Ti ringrazio, anche se non avremo bisogno di fortuna, ma di abilità. Mentre puoi scordarti la questione della bevuta»


    Disse senza voltarsi, per poi gelare quando vide ciò che alle sue spalle si stava consumando.
    Un secondo, forse meno. Nella mente dell'uchiha però passarono minuti, ore, giorni e forse settimane in quell'unica brevissima frazione di tempo. Egli sapeva di una tecnica che sfruttava quella particolare dilatazione del tempo per colpire l'avversario direttamente nella mente. Era una delle tante tecniche segrete degli Uchiha legata ai loro particolar occhi, tuttavia Atasuke aveva di gran lunga preferito dedicarsi ad altre tecniche. Le illusioni non si addicevano propriamente al suo stile, anche se in quel preciso momento, sentì dentro di se la mancanza di quel particolare jutsu.

    “Devi farmi un favore...mi raccomando bada a lui... Atasuke è un vero disastro, ma è un buon fabbro, non vorrei che mi schiattasse prima di avermi forgiato un'arma degna di questo nome, inoltre le sue feste non sono male.”


    Sfortunatamente per l'ubriacone, l'orecchio dell'Uchiha era fine, troppo fine per non sentire quella frase. Inoltre egli era veloce, troppo veloce per i riflessi del biondino, al punto tale che in meno di un battito di ciglia gli fu addosso, mentre con gentilezza una mano aveva afferrato la sua, torcendola con gentilezza, costringendolo con il dolore a mollare la presa da Kyomi. [Abilità]
    Solo dopo fece a caso che anche Kyomi si era presa la libertà di torcere qualcosa all'essere, ma non se ne preoccupò, continuando comunque con la sua lezione. In fondo quella era la migliore delle occasioni per dare un'ulteriore lezione all'imbecille.
    La presa dell'Uchiha era calma e delicata, decisamente in contrasto con il dolore che probabilmente provava il Baian dato che egli manteneva la leva al limite di rottura, portando il livello di dolore al massimo.
    [Potenza] [Abilità]

    «Vedo che la tua memoria fa cilecca... Per prima cosa, tu non avrai mai una delle mie armi...»


    Disse, stringendo la leva e dando un ulteriore giro di vite alla torsione.

    «In secondo luogo tieni le tue luride mani alla larga dai miei sottoposti, in particolare dai miei allievi. Quindi, come ti ha gentilmente chiesto, lascia stare Kyomi e non ti azzardare ad alzare anche solo un dito su Ayuuki, o non potrai nutrirti che di omogeneizzati per il resto della vita»


    E con un ultimo colpo, lasciò la leva dal polso, scaricando tutta la potenza sul mignolo di Maki, slogandolo e girandoglielo letteralmente al contrario. La scelta del mignolo non fu poi casuale, infatti questo, essendo il dito più debole, amplificava al massimo il dolore ed alla fine dei conti sarebbe stato un intralcio minimo rispetto all'assenza di una delle altre quattro dita della mano.

    «Per l'ennesima volta: Con me hai chiuso. Ed ora fila a farti rimettere a posto il dito da un medico, poi sparisci dalla mia vista e ricorda le mie parole. Se alzerai anche un solo dito su Ayuuki o su un altro membro del villaggio o se proverai ancora a mancare di rispetto a me o ad un mio sottoposto, non sarò più così clemente. Sei già al secondo avviso»


    L'astio delle parole era misteriosamente controbilanciato dalla gentilezza del tono e dalla perfetta espressione. Chiunque avesse assistito si sarebbe di certo chiesto come facesse Atasuke a mostrarsi tanto calmo, gentile e controllato in una situazione simile, decisamente in netto contrasto con quella che di fatto era a tutti gli effetti una minaccia, oltre che una violenza non da poco sul corpo di Maki.
    Quando questi si fu allontanato, senza spezzare la sua postura, Atasuke si voltò nuovamente al gruppo, riprendendo da dove era stato interrotto.

    […]

    “Sono contenta che tu non mi abbia dimenticata, ma vedi di non pensarmi troppo, la notte.”

    °O dei, perché mai a me questa donna? Avrei di gran lunga preferito infilarmi nel covo al posto di uno qualsiasi dell'altro team...°

    “Però, dato che dovremmo collaborare tutti, mi spetto che facciate la stessa cosa anche voi, dicendomi che sapete fare e cosa devo aspettarmi.”

    °Seriamente?°


    Atasuke rimase in silenzio, lasciando debita parola al suo neo-allievo, continuando ad osservare la donna, chiedendosi il perché di quella teoria. Certo condividere le proprie abilità era di certo alla base di una buona cooperazione, ma chiedere al caposquadra, tra l'altro superiore in grado, che cosa ci si potesse aspettare da lui era quantomeno inaudito.
    Quando anche Kazuki ebbe finito di parlare, dopo un sorpiro Atasuke si mise a rispondere alla richiesta della donna, più per cortesia che altro.

    «Polso ferreo. Questo è ciò che puoi aspettarti da me. Puoi aspettarti che vedrò di tenervi in vita e che non vi lascerò indietro se non mi darete motivo di farlo e puoi aspettarti che non accetto fallimenti. Per il resto, aspettati ciò che ti aspetteresti da un Uchiha, capo dei guardiani della foglia e Doshu della Karyuuken»


    In pratica le aveva detto tutto, senza dirle assolutamente nulla. Ma in fondo cosa aveva lui da dire a loro? Una lista di tecniche? Una schedina personalizzata con tutti idettagli della sua vita? No. Tutto ciò che dovevano sapere su di lui era che potevano fidarsi e che non li avrebbe lasciati indietro per alcuna ragione.

    «Se non ci sono altre domande direi che possiamo partire. Come accennato dovremo agire sotto copertura, i dettagli li deciderò quando saremo sul luogo una volta analizzata la situazione. Ad ogni modo, mi aspetto che iniziate già a pensare ad una copertura. Non so quanto siate abituati ad agire in incognito, ma in questo caso sappiate che ogni errore può essere fatale, sono stato chiaro?»


    Ed ottenuto l'OK dai suoi, scattò rapido, facendo in modo che tutti lo seguissero a quella velocità estrema, probabilmente ben oltre le loro normali velocità di marcia. [Abilità]


    OT - Credo che di questo passo Maki non arriverà vivo alla missione :ghu: - /OT
     
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    Pensato Asami
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    Asami Hoshiyama, neo-genin del paese del Fuoco, era stata convocata nell’ufficio dell’Hokage per una missione un importante missione. Non fu l’unica a presentarsi davanti alla scrivania del capo villaggio. Infatti al suo arrivo la stanza ospitava già un bel pò di persone. Ma dopo il suo arrivo ne arrivarono altre. Ma una in particolare attirò l’attenzione della giovane ragazza. Capelli lisci, molto lunghi di color castano e occhi color verde smeraldo, proprio come i suoi. Pantaloni di pelle neri e un bustino scuro. Ai piedi indossava degli stivali col tacco che coprivano parte della gamba, arrivando fin sotto al ginocchio. Ma ciò che attirò la sua attenzione furono i modi che assunse quando entrò all’interno della stanza. Con modi molto informali salutò tutti, ma in particolare un giovane shinobi dai capelli neri e ovviamente l’Hokage. Evidentemente, pensò la ragazza dai capelli rossi, la kunoichi appena entrata, già in precedenza, fosse stata convocata decine, anzi centinaia di volte e che avesse già collaborato con il ninja dai modi cordiali. Dopo la spiegazione della missione, alcuni presenti domandarono all’Hokage ulteriori informazioni sulla missione. Le diverse domande furono presentate dal ragazzo dai capelli neri e dallo sguardo serio, la ragazza dai lunghi capelli lisci e una giovanissima ragazza.

    §Wow… E’ giovanissima...§

    Dopo aver ascoltato le varie domande, l’uomo dai particolari occhi rossi rispose in modo efficiente agli interessati. Durante il discorso scoprì anche il nome delle due kunoichi, Shizuka e Ayuuki. Dopodichè fece segno ai presenti di alzarsi quando improvvisamente un’altra figura entrò nell’ufficio dell’Hokage.

    -SIGNOR HOKAGE NON SONO STATO IO E SE SONO STATO IO NON ERO NELLA FACOLTA' DI INTENDE E DI VOLERE!!-

    La ragazza dai capelli rossi assunse un espressione sorpresa. Velocemente spostò il suo sguardo verso il ragazzo appena entrato che, gridando a squarciagola, interruppe l’Hokage e attirando l’attenzione su di se.

    -AAHAHAHAH EVIDENTEMENTE SCHERZAVO!-

    Alto, occhi di color verde e capelli lisci e lunghi. Il vestiario era composto da un kimono dai motivi floreali. La ragazza coprì metà del suo viso con la mano destra nascondendolo e assumendo un espressione divertita.

    §Oh… Mio Dio... §

    Così si presentava l’uomo che aveva creato subbuglio all’interno della stanza. Non contento chiese al capo-villaggio la paga di quella missione, tenendo in mano una bottiglia di qualche bevanda alcolica. A quanto pare era a corto di soldi e l’unico modo per soddisfare il suo vizio era quello d’intraprendere la carriera ninja, accettando le varie missioni.

    §...§

    A pensarci bene, Asami non aveva bisogno di soldi. Personalmente nè ha mai avuto il bisogno. La sua famiglia era così ricca che non erano il problema, vista la quantità esagerata di denaro. Non doveva nemmeno aprire la bocca, che ogni suo desiderio veniva realizzato. Fino a quando non decise di trasferirsi a Konoha e intraprendere la carriera ninja. Ma anche in questo caso era abbastanza fortunata. Pur non avendo portato tutti i gioielli e i vestiti costosi, che in tutti questi anni avevano coperto la sua candida pelle, la ragazza abitava comunque in una lussuosa villa. Ovviamente non era delle stesse dimensioni della sua dimora d’origine, che contava più di 15 stanze. Ma come inizio non era male a parte per il cibo. Le pietanze cucinate dalla servitù erano molto più buone rispetto a quelle cucinate dal parente, anche se non se la cavava poi tanto male. Ha intrapreso la carriera ninja solo per aiutare le molte persone del paese del Fuoco grazie all’arte medica, stessa arte usata da un suo vecchio amico di cui aveva perso le tracce. Ma allora tutti i ninja che si trovavano in quella stanza, avevano deciso di inseguire quella strada solo per un fattore economico, come lo strano shinobi? Oppure dovevano raggiungere degli obbiettivi, proprio come Asami? O peggio ancora erano stati obbligati dalla loro famiglia solo per onorarla e renderla orgogliosa? Già, perchè se Asami restava con la sua famiglia, il suo destino era quello di sposarsi con il figlio di un ricco imprenditore, solo per volontà del padre con lo scopo di aumentare il suo potere economico.

    [...]

    -Venite qui, vi illustro per bene le zone.-
    [...]

    Alla richiesta dell’Hokage, la diciottenne si alzò dalla sedia e si avvicinò alla scrivania. Restò concentrata sulla mappa, sul quale erano raffigurati 3 cerchi rossi. Evidentemente erano gli obbiettivi. .

    -Innanzitutto le squadre. Ayuuki, Maki, Akikazu e Asami. Il vostro riferimento sarà Ayuuki, è più esperta, saprà guidarvi al meglio, mettere in dubbio la sua parola sarà come mettere in dubbio la mia.-
    [...]

    Il primo gruppo citato dall’uomo dagli occhi rossi era formato da Asami, Maki, cioè l’ubriacone, Akikazu e Ayuuki, la kunoichi che precedentemente aveva chiesto ulteriori informazioni sulla missione. La ragazza dagli occhi verdi osservò i componenti del suo gruppo, quando improvvisamente aveva perso di vista l’ubriaco. Si guardò intorno e lo trovò con gli occhi vicino ad Ayuuki. Si avvicinò anche lei raggiungendo l’altra Genin e alzò la mano destra per salutarla.

    -Ehilà! Ciao Ayuuki!-

    Decise di usare un espressione molto informale, data la giovane età della ragazza, anche se si trattava del capo-team. In più non sopportava i modi cordiali, anche se prima l’aveva utilizzata per presentarsi al capo villaggio. Ma quella era la prima e l’ultima volta. Anche perchè l’uomo non si distingueva per i suoi modi garbati. Il capo-villaggio continuò con la spiegazione della missione , indicando ad ogni singolo gruppo il proprio obbiettivo. Ed Asami e il suo gruppo dovevano perlustrare il Mercato.

    -Bene!-

    -Il piano non è male Hokage… ottima l'idea di mettermi in team con la bellissima Ayuuki e la splendida Asami, ma Akikazu no, lui non è adatto al mercato, te lo dico dall'alto della mia esperienza... sarebbe più opportuno che tu mettessi in team con me Kyomi o Shizuka.-

    A quanto pare il ragazzo aveva un’altra passione oltre all’alcool: le donne. La reazione dell’Hokage non fu una delle migliori. Infatti, si avvicinò al giovane e gli ruppe il naso. La frase di Maki poteva risultare anche inopportuna, ma, secondo Asami, anche la reazione dell’Hokage fu troppo esagerata. Ma ormai il danno era fatto, poichè essendo ferito doveva farsi curare prima della missione. Fortunatamente in quella stanza c’erano ben due persone in grado di curarlo. Magari un giorno poteva chiedere aiuto ad uno dei due per migliorare le sue capacità curative. Successivamente prese la boccetta con la mano destra. La osservò con aria perplessa, girandola e rigirandola, osservando la strana sostanza.

    -Alla vostra, signori.-

    Proprio come un lampo, mandò giù tutto in una volta il contenuto dell’ampolla. Ma appena riuscì a percepire il sapore del liquido, sul volto della ragazza si disegnò un espressione di disgusto e iniziò a borbottare tra sè a sè.

    -Bleah! Oddio… che saporaccio… zio Bumi dovrebbe assaggiare questa roba...… prima di criticare la mia cucina…-

    -Non deludetemi.-

    Aspettò il segnale del capo-team per poi seguirla. La missione stava per iniziare.

    -S’inizia!-

    Edited by Zakira - 14/4/2016, 08:11
     
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    TEAM

    The way a team plays as a whole determines its success. You may have the greatest bunch of individual stars in the world, but if they don't play together, the club won't be worth a dime.




    Lo amava e voleva sposarlo: Maki Baian era chiaramente l’uomo della sua vita.

    Immobile nel punto che aveva fatto proprio –in piedi di fianco alla scrivania dell’Hokage– a Shizuka Kobayashi per poco non cadde di bocca il lecca lecca quando l’ubriacone entrò nell’ufficio amministrativo e si esibì nella sua migliore parte: se stesso.
    Ghignò, raggiante, e fu subito certa che se quello fosse stato un altro momento e un altro posto con ogni probabilità i due sarebbero finiti sbronzi a scommettere in una bisca di Otafuku, con un ciabattaio e una ninfomane… purtroppo però quella era una situazione ufficiale e visto e considerato che lei era l’unica allieva dell’Hokage, nonché suo braccio destro -e perché no, anche una certa discreta fica di classe; pensò ringaluzzandosi tutta– la Kobayashi lasciò perdere. In effetti c’era altro che le premeva chiedere.
    «Ovvio che non è veleno, Raizen.» Commentò la donna, abbastanza perplessa dalla puntualizzazione della Volpe: quale sano di mente avrebbe mai smussato le sue armi? «Voglio sapere se è localizzabile.» Chiese, sorridendo. «Si lega al sangue del portatore?» Domandò ancora, gentilmente: per quanto deficiente poteva essere colui che aveva prelevato il liquido, non poteva non sapere un dettaglio del genere.
    Non era necessario spiegare il perché delle sue richieste, ma aveva dei dubbi e voleva solo delle sicurezze per se stessa e i suoi compagni. Che questi morissero, in effetti, le interessava poco, ma intendeva portare a termine la missione, e per questo le servivano altre informazioni.

    In nome della sua spiccata forma di altruismo, degna della Primario dell’Ospedale di Konoha, Shizuka fu l’ultima a bere dalla sua boccetta, e non prima di essersi avvicinata ad Atasuke, avergli messo una mano sulla spalla, e sorridendo avergli detto un serissimo: «Ti sta sanguinando il naso, forse il tuo era avvelenato e stai per morire.» …accompagnato però da un attento esame. Qualora il Guardiano glielo avesse permesso, infatti, la donna non avrebbe esitato a visitarlo dalla testa ai piedi -per capire poi chissà cosa, avrebbero detto molti- e come se non bastasse, dopo aver estratto di punto in bianco un kunai dalla grossa sacca ninja che teneva legata sulla schiena, avrebbe tentato di bucare la punta del dito di Mastro Rotella. Niente di che, in verità: la ferita –se così si poteva chiamare– avrebbe infatti spillato appena una goccia di sangue prima di rimarginarsi. Ma a quella Shizuka Kobayashi avrebbe guardato con attenzione, la stessa che aveva riserbato al battito cardiaco, il flusso venoso e arterioso, la dilatazione delle pupille e la sensibilità del derma.
    …Come al solito l’Erede dell’Airone giocava su una scacchiera ben difficile da interpretare, sempre che ci fosse qualcosa da interpretare e lei non stesse, per l'ennesima volta, prendendo in giro tutti quei marmocchi.
    «La prossima volta ovviamente ti taglierò la gola, Uchiha.» Avrebbe infatti minacciato a quel punto, del tutto senza senso, guardando torva il Guardiano. «Odiami, maledicimi... usa il tuo odio per sopravvivere in questo mondo. E dopo torna da me.» Che nel linguaggio Uchiha significava: “Ti voglio tanto bene, farò l’impossibile per proteggerti, ci vediamo all’uscita della missione, sta attento ti prego”.

    […]


    Era sempre bello conoscere nuovi compagni di team… qualora si apprezzassero i compagni e i team. E Shizuka Kobayashi non amava nessuno dei due.
    Ovviamente, nel caso in cui i chiamati in causa fossero ninja tanto valevoli da esserle messi pari, e anche inaspettatamente bellocci… perché no?
    Questo fu il ragionamento -altamente professionale- che condusse la mente della Chunin della Foglia a sorridere elegantemente quando i due fratelli Saitama le giunsero dinnanzi.
    «Le voci che conosci, Sho Saitama, devono essere molto fantasiose se parlano di me.» Rispose con garbo la Principessa del Fuoco, portandosi una mano al petto e inchinandosi un poco. «Purtroppo non sono una ninja celebre, né tantomeno esperta come dici.» Si schermì, ma non mentiva. Di lei, a Konoha, in effetti nessuno sapeva assolutamente niente. «Per questa ragione è un piacere, per me, collaborare con Shinobi del vostro calibro… e benché non sappia di che campo stai parlando, posso essere d’accordo di collaborare senza un capo dichiarato, affidandoci alle abilità di ciascuno a seconda della necessità.» E così dicendo rialzò la testa quel tanto che servì per lanciare un’occhiata sardonica al torturatore, cui sorrise divertita. Ma non vi era dispetto o malizia nella sua espressione, quanto piuttosto una sincerità genuina. Non era lì per deridere, non le interessava umiliare come, del resto, non le interessava comandare: voleva semplicemente fare il suo dovere. E per farlo, avrebbe collaborato. Da amica, s'intende.
    «In ogni caso, tornando all'argomento principe: sono certa che ciascuno di noi abbia molto da imparare sull’altro, ma fintanto che c’è la fiducia, andrà tutto bene.» Avrebbe ripreso a parlare la ragazza, riportandosi in eretta postura e sorridendo ai due fratelli. «Io mi fido già ciecamente di voi.» Continuò, alzando lentamente le mani nel tentativo di porle su una spalla di ciascuno dei due, con delicatezza. «Quindi voi, vi prego… in qualunque modo si mettano le cose, abbiate fiducia in me... e io vi mostrerò tutto quello che posso fare per me, voi, e per la nostra missione.» Affermò, e avrebbe atteso.

    Non fu mai chiaro cosa Shizuka Kobayashi aspettò, qualcosa nello sguardo dei due nuovi compagni, forse, o forse di sentir sbloccare il cancello che avrebbe dato lei accesso alla loro psiche.
    Quale che fosse la ragione, qualora i due fratelli avessero acconsentito, anche incosciamente, alle parole della ragazza... qualcosa sarebbe improvvisamente scattato nella loro mente

    Un fiume di immagini. Informazioni. Colori. Odori. Suoni.
    Ricordi.

    Sarebbe stata solo una manciata di secondi, niente più che qualche battito di ciglia, ma Sho e Oda Saitama sarebbero stati gettati nell’oceano della psiche della Kobayashi, e di fronte all’occhio della loro interiorità avrebbero sfilato in rapida successione flash nitidi che in un solo bagliore avrebbero trasmesso loro infinite informazioni: uno sharingan attivato; la capacità di divorare informazioni, mentire, recitare e sedurre; una potenza che auspicava ad essere senza pari; un’abilità medica che si impegnava per essere la più affermata; la forza creatrice, senza forma e senza limite, di sigilli ed illusioni… ma anche l’odio divorante di una dinastia ormai dimenticata; la fame di sapere e il desiderio di potere, di diventare forte, sempre più forte; l’assenza di scrupoli pur di proteggere la Foglia; la morte, la solitudine e l’oscurità di chi aveva scelto l’ombra della Luna per proteggere il bagliore del suo Sole. Il suo unico Sole.
    In un solo istante, Sho e Oda, avrebbero capito che quella ragazza era l’equilibrio perfetto. La neutralità senza pecca. Ella si trovava su di un filo e questo divideva ciò che era considerato buono da ciò che era considerato cattivo… ma lei, fedele solo alla sua causa e alla protezione di ciò che amava, non avrebbe esitato ad annegare nell’una o nell’altra parte a seconda del caso. Non era importante se a sprofondare fosse stata lei, fintanto che fosse riuscita nel suo obiettivo.
    «Dunque, a questo punto…»
    Era questo e molto altro Shizuka Kobayashi, e i due fratelli Saitama lo avrebbero potuto capire in un istante, travolti dalle abilità della loro nuova compagna, prima che la voce di questa parlasse alla loro mente.
    «…prendo le informazioni su di voi, va bene?»
    Di fronte ai loro occhi, nella realtà visibile a tutti, la Principessa del Fuoco si sarebbe limitata a sorridere.
    «E’ un vero piacere poter lavorare con voi.» Avrebbe detto, udita da tutti.
    Mentalmente, invece, qualora il permesso inconscio fosse stato lei concesso, il ratto di informazioni sarebbe iniziato, ingordo e veloce. E non ci sarebbe stato niente di piacevole, in quello.

    I tre Chunin avevano appena scoperto il modo più veloce, completo e privo di segreti per "fare amicizia".
     
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  10. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    La resa dei Conti 四

    ~Check Medico~


    Quando Atasuke bevve dalla sua boccetta, Shizuka si fece stranamente curiosa, forse anche troppo.
    Ella infatti si avvicinò rapida, commentando una presunta colata di sangue dal suo naso, anche se di fatto nulla stava scendendo dal naso dell'Uchiha, che di certo si sarebbe accorto di una eventuale calda colata di sangue rigargli le labbra.

    «Mi spiace deluderti, Shizuka, ma il mio naso sta benissimo... ma se proprio ci tieni alla mia salute, accomodati»


    Le rispose con un sorriso, allargando le braccia e lasciando che ella facesse tutto quello che doveva fare.
    Atasuke non era un medico, si limitava a conoscere i rudimenti del primo soccorso e conosceva l'anatomia umana abbastanza dettagliatamente da sapere sempre perfettamente dove colpire, ma li terminava la sua esperienza. Tuttavia, trovò alquanto strana la profondità di quei testi, quasi come se d'un tratto fosse diventato un paziente terminale o una cavia da laboratorio su cui venivano effettuati approfonditi test.
    Non per ultimo ella volle osservare un po del suo sangue, prova ulteriore del fatto che non avesse perdite dal naso, ma che fosse solo una scusa per potersi avvicinare ed analizzarlo.
    Rapida estrasse un kunai e con delicatezza punse la punta dell'indice dell'Uchiha, osservando poi la piccola goccia rossa di sangue, prima di ritenersi soddisfatta.

    “La prossima volta ovviamente ti taglierò la gola, Uchiha.”

    «Ti aspetterò»


    Ribattè luo con determinazione, ricambiando lo sguardo torvo di lei con uno altrettanto duro e deciso.

    “Odiami, maledicimi... usa il tuo odio per sopravvivere in questo mondo. E dopo torna da me.”


    Lo sguardo di Atasuke, a quelle parole, sembrò farsi addirittura più duro ed inflessibile, mentre lentamente la mano destra si levava, avvicinandosi lenta ed inesorabile al volto di Shizuka.
    La mano si strinse in un pugno ferreo, mentre solo indice e medio restavano a puntare minacciosamente la faccia della Kobayashi, avvicinandosi inesorabilmente ai suoi occhi, quasi a volerli cavare.
    Non esitò un istante, non diede segno alcuno di cedimento e con brutalità portò a termine il suo colpo, picchiettando delicatamente Shizuka sulla fronte con le due dita, mutando di colpo lo sguardo ed il volto, iniziando a sorriderle gioiosamente.

    «La prossima volta... Shizuka»


    E con lo stesso sorriso si allontanò da lei, avviandosi verso l'uscita, con tutto ciò che ne comportò, fermandosi ad appena un paio di passi dall'erede dell'Airone.

    «Ci rivedremo al rientro dalla missione, cerca di non fare tardi»


    Il tono era gentile ed il messaggio era chiaro, o almeno avrebbe dovuto esserlo per Shizuka...


    OT - Scusate, non potevo lasciare cadere questa citazione nel nulla XDDD - /OT
     
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    Un inchino gentile ed un sorriso tenero, un'accoglienza elegante che mi colpì molto, probabilmente perché oramai ero abituato ad avere a che fare con Raizen.
    Sorrisi a mia volta eseguendo un uguale inchino prima che la ragazza cominciasse a parlare, forse si scherniva troppo, il fatto che fosse una ninja medica affermata era conosciuto nel villaggio di Konoha, ma certo non era un punto su cui discutere, quindi non proferii parola su tale fattore.
    Parlava di fiducia, di come lei già la riponesse in noi e di come fosse intenzionata a dimostrarcelo, così, quasi inconsciamente, decisi di stare al suo gioco e venni travolto dall'ondata di ricordi che la ragazza Uchiha mi trasferì direttamente nella mente.
    Fui estremamente sorpreso da quell'abilità, anche se non assunsi nessuna espressione se non quella di un ulteriore sorriso, ero abituato alla gente che mi entrava nella testa, sembrava diventata un'abitudine.
    Di quella cascata di ricordi ed emozioni che mi vennero trasmesse ci furono varie cose che mi colpirono, per esempio come la ragazza davanti ai miei occhi bramasse tanto il potere, le sue abilità mentali e , soprattutto, la sua ossessione per la protezione della foglia, la sua dedizione al villaggio. Un sentimento simile al mio, talmente simile che quasi fui portato a credere che lo avesse creato solo per far sì che io avessi fiducia in lei, ma quel pensiero svanì rapido, alla fine non aveva bisogno di ricorrere a tali trucchetti in una situazione come quella.
    In pochi istanti la ragazza era passata da sconosciuta ad amica, un'esperienza più unica che rara, sembrava quindi il caso di ricambiare la gentilezza. Ma lo era davvero?
    Quello che viveva nella mia mente non era certo facile da mostrare, da condividere, o anche solo da accettare, ma alla fine stavamo per infiltrarci in una missione estremamente pericolosa ed avere segreti non sarebbe certo stato un fattore positivo.
    Porsi quindi una mano verso Shizuka e dissi, assumendo un sorriso quasi malinconico:

    -Prendi pure i miei ricordi, ma devo avvertirti, non sono sempre così positivi.-

    Una volta che l'Uchiha mi avesse preso la mano i miei ricordi avrebbero cominciato a fluire nella sua mente.
    Una famiglia, io ed Oda, insieme dall'infanzia, legati da un bene senza paragoni, l'interesse per il corpo umano e le lezioni di medicina, la continua voglia di proteggere mio fratello che si trasforma durante l'adolescenza in quella che molti chiamano Volontà del fuoco: l'ossessione di proteggere il villaggio della foglia a qualunque costo.
    I ricordi caldi e positivi stavano però per terminare, una forte sensazione di freddo sarebbe stata trasmessa dalla mia mente mentre cominciavano a comparire i pegni che avevo dovuto pagare per proteggere ciò a cui tenevo.
    Il legame con il demone, il massacro, le torture subite, gli esperimenti effettuati sul mio corpo, l'ira , l'odio e la paura del cinque code, la profonda rabbia che covavo nascosta dentro di me, il senso di dover divenire più forte, sempre di più, per impedire che quelle cose accadessero ancora, per impedire che a qualcuno potesse toccare la mia stessa sorte. Alla fine sarebbe comparso lui, Haguro, alto e statuario in un vestito elegante, i capelli bianchi sembravano risplendere di luce propria mentre lo sguardo pareva al contempo vuoto eppure penetrante. Questa figura non fece niente se non sorridere, per un solo istante, prima di sparire.
    Così anche i miei ricordi erano stati passati alla ragazza, ma chissà se avrebbero avuto lo stesso effetto che i suoi avevano avuto su di me.
     
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    Come da copione, io e Sho ci trovavamo insieme per l'ennesima volta, seppure con una piccola variante.
    Shizuka, kunochi della foglia, era stata messa in gruppo con noi e improvvisamente il nostro duo, era diventato un trio. La cosa non mi infastidiva, avevo conosciuto diversi tipi interessanti e da tutti ero riuscito a imparare qualcosa di più su di me e sull'essere un ninja, quella era solo una nuova sfida, un esercizio per diventare un ninja migliore e poter continuare a combattere al fianco di Sho, per non lasciare che i suoi stessi dubbi lo schiacciassero.

    La kunoichi si mantenne sul vago quindi poggiò le mani sulle nostre spalle, cercando quasi una complicità ed un'intesa, inutile dire che il gesto mi infastidì lievemente, ci conoscevamo appena, quelle erano parole forti.
    Io mi fido già ciecamente di voi.
    La fiducia è strana, ci vogliono anni per costruirla e può essere distrutta in pochi secondi, mi sfuggiva il senso di quel discorso, soprattutto dopo una presentazione così vaga, ci doveva essere qualcosa sotto, stetti al gioco e allora capii...

    Travolto da un fiume di eventi passati, ebbi un lieve capogiro, come chi si alza troppo velocemente dalla poltrona.
    In pratica avevamo avuto totale accesso a quella che era stata l'esperienza di Shizuka, non mi soffermai tanto sulla veridicità delle informazioni, quanto sul come era stato possibile. Ricordava un po' il legame che in alcune missioni avevo avuto con Sho.
    Avevo visto un occhio rosso che si apriva, le abilità di Shizuka e il suo enorme attaccamento alla foglia, un sentimento talmente forte che aveva cancellato tutto il resto, un'altra vittima della volontà della foglia, perchè non puoi portarti tutto quel fuoco dentro senza scottarti nemmeno una volta.

    Nonostante le mie riserve decisi di ricambiare, conoscenza e fiducia non sempre vanno di pari passo, ma la missione richiedeva che io mi fidassi di quella ninja, non che sapessi delle sue buone intenzioni
    Si può fare.
    Ammisi mentalmente, anche se sapevo che non sarebbe stato piacevole, soprattutto per me.
    Vide due bambini che giocavano insieme, una famiglia normale. La passione per i film dell'orrore, le mie abilità da sensitivo che più di una volta mi avevano confuso facendomi vedere qualcosa che semplicemente non c'era, la mia passione per l'occulto e per tutte le leggende.
    Poi sarebbe volata velocissima nel tempo, a quando avevo scoperto cosa era diventato mio fratello e quando avevo capito di non poter più vivere nella sua ombra.
    Avrebbe visto il mio recente addestramento, in cui ero stato in grado di utilizzare le abilità del clan, diventando finalmente uno yamanaka.
    E avrebbe capito che tutto questo, non era per me, non era per Konoha, ma solo per Sho.

    Una volta finito, mi sentii completamente svuotato, quella donna ora sapeva tutto, era stata con me mentre facevo le missioni, mentre combattevo, perfino dentro la mente di Sho, mentre gestivo il suo corpo.
    Ora possiamo cominciare?
    Pronunciai quelle parole con tono titubante, cercando di non far notare che ero comunque rimasto infastidito dalla procedura, per quanto fosse stata una figata pazzesca, quasi un'interrogazione mentale al contrario.
     
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