[Ambientazione] Shulva, la Città Infame

Proposta ambientazione personale

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   Like  
     
    .
    Avatar

    Jotty2Hotty

    Group
    Fan
    Posts
    1,341
    Reputation
    +703

    Status
    Anonymous

    Shulva, la Città Infame
    Ambientazione tra il paese della Palude e quello della Foresta


    I9LkCMY
    (Entrata della grotta)

    Shulva, la città Infame

    La città sotterranea di Shulva era un gioiello dell'ingegneria ai tempi della grande guerra dei ninja, oltre due secoli or sono. Dopo la fine del conflitto e dallo scioglimento della grande alleanza dei ninja che aveva portato alla fine del conflitto, molti individui ne approfittarono per abbandonare i villaggi natii, soprattutto quelli minori, stremati dal conflitto anche se risultati vittoriosi. Molti di questi ninja, assieme a mercanti, ingegneri, costruttori e studiosi, partirono verso il grande continente a est, alla ricerca di un nuovo posto da chiamare casa.
    Questo luogo venne scoperto nel paese della Palude, nella sua parte più settentrionale, quasi sul confine col paese della Foresta. Nascosta tra le montagne, estremamente difficile da raggiungere senza una guida, i pellegrini trovarono una grande insenatura nella terra, una vallata creata da qualcosa, qualcosa che non era certo un fiume, dal momento che questa valle non aveva la classica forma scavata tra i monti, bensì si snodava verso il basso, sotto di essi. Era come una gigantesca grotta, nella quale filtrava ben poca luce, il cui ingresso era serrato da piante di ogni tipo e vegetazione lussureggiante.
    Trovando questo luogo estremamente semplice da difendere, in un luogo stabile e sicuro, e con la possibilità di scoprire chissà quali ricchezze, i pellegrini del continente occidentale si addentrarono nella grotta, senza fare più ritorno, e senza che alcuna notizia, o messaggio, giungesse alle loro vecchie dimore.
    Circa 50 anni dopo, flussi di mercanti, guerrieri, e altrettante personalità di vario genere, iniziarono a confluire fuori dalla grande spelonca nel terreno, aprendo rotte commerciali con i territori circostanti, rivelando al mondo la loro città sotterranea, Shulva.




    La nascita di Shulva



    La città sotterranea di Shulva venne creata dal nulla in cinquant'anni, da coloro che abbandonarono le terre occidentali dopo il grande conflitto.
    I suoi abitanti, una volta abbandonata la culla della loro città, si rifiutarono sempre di parlare della creazione della città, e di come fosse stata generata, scolpita nella pietra, per anni. Ma dopo decenni, storie iniziarono a circolare sul paradiso di pietra verde nascosto sotto le montagne. Nessuna di queste storie aveva prove precise, e sebbene l'accesso a Shulva fosse libero, la conformazione stessa della città, non permetteva agli stranieri di raggiungere tutti i suoi anfratti. La città era strutturata dentro una gargantuesca cavità sotterranea, scolpita nella pietra, in 4 grande colonne scavate a formare strutture abitative, creando di fatto, una città che si estendeva verticalmente in 4 zone principali. Oltre l'ultima zona era presente, visibile a malapena in lontananza, una sorta di ulteriore grotta che portava chissà dove, accessibile da un unico punto, estremamente sorvegliato e poco raggiungibile. La conformazione della pietra che formava la caverna, rendeva in qualche modo impossibile non solo l'arrampicata, ma persino il restarci attaccati. La pietra dentro Shulva era scivolosa, strana, come se rifiutasse il contatto con le forme di vita. Utilizzare le arti ninja quindi, non permetteva di camminare restandovi attaccati, se non nelle zone scavate appositamente per questo scopo.
    Ma come era stata creata la città? La struttura della roccia che costituiva Shulva, era di un tipo esistente solo in quel luogo. Non solo era resistentissima, ma risultava persino incapace di interagire con le sollecitazioni esterne. Acqua, fuoco, fulmini, neppure esplosivi, nulla sembrava nemmeno macchiare la pietra verdognola che costituiva ogni singola struttura, e la cavità stessa, dove sorgeva la città. Dunque, come era stata scavata tutta quella meraviglia, in appena cinque decenni?

    LNhjZHs
    (Settori del secondo e terzo pilastro della città)



    Storie su Shulva

    Sebbene gli Shulviani non fossero affatto un popolo schivo, o dalla dubbia moralità, risultavano estremamente riservati su alcuni particolari argomenti, il primo tra questi, era la loro città. In molti avevano chiesto di sapere, in molti avevano preteso di sapere, in quasi due secoli, un paio di volte, alcuni hanno persino tentato di farsi strada con la forza dentro quella che poi sarebbe stata soprannominata la Città Infame, solo per finire ammassati sul fondo oscuro e senza fine nella cavità dove nasceva la città. Questo perchè gli unici passaggi che univano tra loro le 4 colonne dove era stata "intagliata" la città, erano alcuni ponti di pietra, lunghi ciascuno un centinaio di metri, posti in più copie, a varie altezza, verticalmente lungo le 4 colonne, che univano i vari quartieri. Dal quartiere più alto, situato circa alla stessa altezza dell'entrata della città, erano presenti 8 "livelli" ciascuni rappresentati da un ponte. Ogni ponte distava dal successivo una trentina di metri verticali.
    Sotto l'ultimo ponte, che portava ai quartieri più bassi, solo una profonda oscurità. La città era attaccata lateralmente e nelle zone superiori alla grotta, restando in gran parte sospesa nel vuoto. Questa conformazione, unita alla difficoltà nell'agire sulla terra e sulla pietra di quella grande caverna, spinse molti, nel tempo, a interrogarsi sul metodo che gli Shulviani avessero usato per edificare la loro città inespugnabile. Anni di storie, di voci, di racconti e di bugie, crearono una serie di dicerie, più o meno assurde. Ma tra tutte una, particolarmente assurda, legava la città a doppio filo con un gruppo di individui, esistiti o pure no, che ai tempi della creazione della città, si facevano chiamare "il culto infame".

    Il Culto Infame e le loro arti

    Sebbene le informazioni e persino le prove stesse della sua esistenza, siano da imputare ad avventori ubriachi, e ritrovamenti più o meno contraffatti, esse asseriscono che la creazione di Shulva sia da imputare ad un gruppo di persone, non una setta, quanto più una nutrita percentuale dei pellegrini che vi giunsero in origine. Nessuno sa con precisione chi o cosa istruì questi individui, quello che è chiaro, e risaputo, è che da Shulva, negli anni, sono usciti i più esperti ninja sull'uso di arti relative all'ombra e al veleno. Così esperti, così sapienti, così a loro agio con questo tipo di arti, da far pensare ad un utilizzo di qualcosa diverso dalle arti ninja, per quanto era abili e in sintonia con questi elementi. Secondo molti, Shulva era stata creata sacrificando i primogeniti di tutti i pellegrini che trovarono la grotta, secondo altri, si trattava di una città appartenente a una razza estinta, secondo altri un enorme drago aveva creato la grotta precipitanto dal cielo, secondo altri ancora c'era una creatura fatta di puro chakra nelle profondità della città, ma alla fine, tutte queste credenze non erano altro che la paura e l'ignoranza, che si erano date appuntamento nella mente degli uomini.
    Infatti in quasi due secoli, mai qualcosa di oscuro era uscito dalla città, mai gli Shulviani si erano distinti come personaggi negativi, anzi, tutto l'opposto. I loro medici erano al'avanguardia, i loro guerrieri catturavano più criminali di ogni altro nel paese della Palude e in quello della Foresta. Eppure, un giorno, qualcosa accadde davvero, qualcosa di terribile.

    La Città Infame

    Un giorno, approssimativamente intorno alla fondazione del sistema accademico, circa una trentina di anni fa (la data non si sa con precisione), qualcosa scosse la terra per oltre un'ora. Il terremoto fu così profondo da essere udito in tutto il continente orientale, e percepito persino a Kiri. Quel giorno, tutti gli Shulviani presenti dentro la città al momento della scossa, perirono. Tutti, nessuno escluso.
    Da quel giorno, la città è rimasta semideserta. Gli abitanti in viaggio fecero ritorno alla città, scomparendo dentro di essa, e limitando così tanto i loro contatti commerciali, da non essere quasi mai più visti all'esterno della grotta. Ad oggi, sono pochissimi i villaggi che possono affermare di essere in contatto con Shulva. Solo alcuni vicino alle montagne, e qualche guida nella città principale nel paese della Palude, che vive accompagnando avventurieri alla città, in cerca di tesori.
    Molti territori circostanti, dopo la sparizione degli Shulviani, hanno tentato di impadronirsi della città, fallendo miseramente, e tornando a casa testimoniando di come gli abitanti siano ancora presenti, ma in numero molto esiguo, eppure estremamente risoluti nel difendere la città da qualunque minaccia intenda entrare. O uscire.

    Conformazione topografica

    Dall'entrata della città, un sentiero che si snoda in discesa, coperto di vegetazione, un viaggiatore si trova ai cancelli di Shulva nel giro di 30 minuti di continua progressione verso il basso.
    La parte finale del camminamento è rappresentata dalle grandi mura di pietra di un colore misto tra grigio e verde scuro, che danno accesso alla grande caverna, raggiungibile da un lunghissimo camminamento di oltre 1km, privo di protezioni ai lati, ma largo circa dieci metri, oltre il cui baratro, si apre un oscuro strapiombo del quale non è possibile vedere la fine. Ai lati sono presenti torce sempre accese, come in tutto il resto della città. Non esiste energia elettrica a Shulva, le uniche illuminazioni sono fornite dalle torce a olio, disposte ovunque nella città, e dalla poca luce che filtra dal soffitto della spelonca.
    Al termine del grande corridoio sospeso, si arriva al primo pilastro dei 4 che compongono la città. Dietro di esso è presente il secondo, accanto al quale è situato il terzo. Questi tre pilastri sono collegati tra loro da numerosi ponti di pietra lunghi circa cento metri, posti ogni 30 metri verticali.
    Dal terzo pilastro, posto non simmetricamente accanto al secondo, ma leggermente più in avanti nella caverna, è possibile accedere al quarto e ultimo pilastro.
    A eccezione del primo, che resta attaccato unicamente al soffitto della grotta, gli altri sono tutti inglobati nelle pareti di pietra della cavità.
    Ogni pilastro è diviso in zone, la zona più alta è quella commerciale, quella sottostante è abitativa, quella inferiore è militare, l'ultima è detentiva. Lo schema si ripete per i primi tre pilastri; essi dividono anche le caste della città, infatti ogni abitante possiede sia la sua casa che la sua attività commerciale nello stesso pilastro, manda i figli a studiare o ad allenarsi sempre nello stesso pilastro, e nel caso fosse colpevole di un crimine, sarebbe detenuto sempre nel suo stesso pilastro sebbene il passaggio tra i pilastri non sia precluso agli Shulviani, che hanno sempre libero accesso ad ogni zona.
    L'unico che differisce è il quarto, che non possiede nè una zona militare, nè una detentiva, le sue zone inferiori sono sempre restate precluse agli stranieri, e gli abitanti hanno sempre risposto ai curiosi affermando la presenza del tempio di Shulva nella zona inferiore dell'ultimo pilastro, il cui accesso è vietato agli stranieri.




    Edited by Jotaro Jaku - 9/7/2017, 21:42
     
    .
0 replies since 15/3/2016, 15:18   142 views
  Share  
.