[Gioco] Gli infami venti di Shulva

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  1. -Meika
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    Gli Infami Venti di Shulva

    II



    Guardai Ryuu non senza apprensione, allungando una mano fino a posarla sulla sua spalla. Cercai di sorridere comprensiva, ma tutto ciò che uscì sulle mie labbra fu un misto di preoccupazione ed irritazione. Non ho mai creduto che riguardasse noi Ryuu, ma qualsiasi cosa sia è evidente che ti faccia soffrire e stare in pensiero. È importante, si vede, sospirai appena Se credi che ti possa aiutare parlarne io sono qui, dopotutto che puoi aver cobinato di così orrendo? sorrisi, questa volta con maggiore sincerità. Non potevo minimamente immaginare che lui fosse un Jinchuuriki, ma se lo avessi saputo la mia più onesta reazione sarebbe stata un "e dunque?". Non avevo pregiudizi verso chi portava dentro di se quelle bestie millenarie, forse perché mio padre non mi aveva insegnato a temerli. Il nostro Mizukage lo era e non sembrava passarsela poi così male. Ed ero abbastanza certa che anche Akira avrebbe dato il giusto peso alla cosa. Tuttavia vi era un fattore che Ryuu non stava considerando, ed era quello strategico: nascondere i suoi poter significava togliergli dai fattori strategici per lo sviluppo di eventuali piani d'azione e questo, a mio parere, sarebbe stato preoccupante. Ma non potevo saper nulla ancora, ed ero solo sinceramente preoccupata per il suo stato d'animo tetro come non mai.




    Sul carretto che ci portava verso Shulva il ragazzo ci raccontò di che genere di posto fosse Shulva e delle disgrazie che avevano e stavano ancora oggi attanagliando la città. Mentre il racconto proseguiva non potei non simpatizzare con Riwa: la sofferenza che aveva conosciuto nonostante la sua giovane età doveva essere enorme, paragonabile se non maggiore a quella che normalmente un uomo provava nel corso della sua intera vita. Ma le dimensioni dell'accaduto rendevano difficile anche pensare di poter fare qualcosa di più: eravamo in quattro, due chunin e due genin di cui un cieco ed un depresso. Ryuu, in uno slancio di emozionalità, propose un'evacuazione alla quale risposi immediatamente.
    Non possiamo evacuare la gente, Ryuu-kun, noi quattro non possiamo fare un granché di più per aiutarli se non ciò che ci è stato chiesto: documentare la situazione, riportarla in Accademia e sperare che molti più ninja, molto pià forti di noi quattro possano aiutare questa gente. Cosa accadrebbe se li facessimo evacuare? Dovrebbero affrontare predoni, credi che noi quattro possiamo da soli difendere duecento persone?, era più crudele illudere Riwa che avremmo potuto far qualcosa Discuterne ora però non ha senso, non sappiamo molto di più di ciò che Riwa ci ha detto e ciò che ci ha detto è davvero sconfortante, era l'amara verità. Dura, ma pur sempre la verità.


    Durante il viaggio le cose cambiarono poco: Akira era sempre poggiato con la testa sulle mie gambe ed io accarezzavo i suoi capelli di tanto in tanto, scherzando. E la cosa dovette infastidire alquanto il Monaco, perché calò con una domanda che sembrava essere un'accusa. Ora, era difficile per noi immaginare che Haruki avesse chiesto con sincerità quell'informazione e non retoricamente solo per farli sentire a disagio. Ovviamente il risultato fu che arrossii dalla punta dei piedi alla punta delle orecchie, scattando all'improviso in piedi provocando così la caduta di Akira al suolo.
    C... cosa dici Haruki? S.. sposati? E perché poi dovremmo informarti di qualcosa? E quali sono i fatti tuoi poi eh? Di certo non questi, vedi di guar... dare da un'altra parte > Badare ai tuoi affari., la rapidità con la quale riuscii ad evitare una figuraccia enorme era encomiabile. Se c'era però una cosa che mi irritava era che quel monaco potesse pensare di giudicare me o ad Akira in base alla sua religione. L'imbarazzo era abbastanza scemato a quel punto, ed ero ormai irritata. Mi risedetti incrociando le braccia e guardando fuori dal carretto visto che se avessi volto lo sguardo verso Haruki avrei potuto creare un'illusione di una donna che si strusciava su di lui solo per metterlo in imbarazzo. Quanto era forte la tentazione.




    La scelta del percorso sembrava quasi presa da un libro: la decisione senza una una scelta giusta. Qualsiasi cosa avessimo scelto di fare avremmo avuto l'amaro in bocca e preoccupazioni. Qualsiasi cosa avremmo deciso sarebbe stata sbagliata. Ogni scelta aveva delle conseguenze ed esse andavano valutate nell'ottica del quadro generale.
    Non credo che dovremmo andare nelle paludi, dissi dopo qualche istante di riflessione. Sono una buona via di fuga, ma usarle come ingresso quando siamo costretti ad essere furtivi è stupdo. Riwa-kun, so che hai urgenza di tornare a casa, ma se non agiamo per il meglio il tuo viaggio sarà stato inutile. La situazione è rimasta così per molto tempo, forse due settimane non faranno la differenza dopotutto... anzi, undici giorni. Ryuu, se andiamo dalle paludi ci porteremo dietro un odore che ci attirerà addosso chissà quali nemici. Inoltre spararci addosso tecniche dannose è pericoloso, ed inutile, visto che l'acqua che avremmo a disposizione è la stessa acqua putrida che avremo. A meno che non ci sia un corso d'acqua pulita fuori dalla zona di pericolo, Riwa-kun, esiste?, domandai. In ogni caso, se per caso noi facciamo questo viaggio di tre giorni ed arriviamo e ci rendiamo conto che non possiamo avvicinarci a Shulva saremo costretti a tornare indietro, perdere altri tre giorni nelle paludi e fare il giro lungo mettendoci in tutto venti giorni per arrivare. No, non siamo qui per buttarci contro un'orda di nemici appostati fuori dalla città. Propongo la strada lunga, potremo arrivare di nascosto ed entrare a Shulva più facilmente, guardai Haruki ed Akira e mi resi conto che quella discussione era idiota. Scegliamo un caposquadra che prenda le decisioni vi prego, se dobbiamo scegliere democraticamente qualsiasi cosa rischiamo di impazzire, dato che io ed Akira siamo i Chunin della missione spetta a noi ed io dico Akira. Sa guidare meglio di me, era vero. Akira aveva un carisma che io non possedevo e non speravo nemmeno di possedere: agivo sempre di nascosto, supportavo e curavo, ragionavo molto ed agivo senza prendere troppi rischi. Condurre non era ciò che era meglio per me. E direi che prima di andare dovremmo anche capire in cosa siamo bravi, per quanto conosca bene Akira e Ryuu tu Haruki sei un mistero. In ogni caso, io sono un medico di media esperienza e sono abile nelle illusioni, posso anche farvi cambiare i connotati se dovesse servire, dissi ai compagni, sperando che facessero lo stesso. Dovevamo conoscere cos'eravamo in grado di fare, tutti, sinceramente per quanto possibile, altrimenti avremmo rischiato di commettere errori di valutazione che sarebbero potuti essere imperdonabili.

     
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