Bloody Rain

Ryuu Mizukiyo VS Karasu, il Fulmine Nero

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  1. Yusnaan
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    ehm...da qualche parte

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    Parlato Ryuu


    Bloody Rain

    Sconfitta


    Il genin di Kiri ripose le sue ultime speranze in quel disperato contrattacco, impiegando tutte le energie rimaste e spingendosi oltre il suo limite per tentare un assalto finale contro il suo avversario. Dopo il colpo iniziale, che riuscì a prendere in pieno il nemico, facendo vedere al genin un barlume di speranza, gli attacchi dei due cloni andarono completamente a vuoto, lasciando il tempo allo spadaccino di riprendersi con un tonico.
    Ryuu non aveva più la forza di reagire, crollando su un ginocchio, sotto il suo stesso peso. Non si era mai trovato difronte ad un nemico tanto forte, ed in quella situazione, cominciò a capire che ci sarebbe stato ben poco da fare per difendersi, iniziando a provare paura e a prendere coscienza della propria sorte. Le sue forza lo stavano abbandonando, rendendogli difficoltoso anche reggersi sulle proprie ginocchia senza perdere i sensi, per via di tutto il dolore che stava ancora provando e di tutto il sangue che aveva perso, di cui i suoi vestiti erano ormai sporchi.

    La pioggia continuava a picchiare sulla testa del Mizukiyo, scivolando sul suo volto ormai stravolto dal dolore e dalla fatica, ed infradiciando i suoi abiti già zuppi, mentre questi fissava il suo avversario per provare ad intuire la sua prossima mossa, ma ormai anche il suo spirito si stava abbattendo, non vedendo altre vie di fuga. I suoi due cloni si trovavano ancora al suo fianco, ma come aveva già dimostrato il suo inseguitore, non sarebbero bastati a contrastarlo a sufficienza per poterlo battere.
    Il momento era giunto e l'avversario si preparò alla sua offensiva, avanzando rapidamente verso il Ryuu originale. Il genin sentì in groppo in gola nel vederlo avanzare, venendo attratto nuovamente dalla sua katana e provando timore verso quell'arma che già più di una volta lo aveva ferito gravemente, e anche i suoi cloni non poterono fare a meno che guardare quell'enorme lama prepararsi ad un nuovo attacco.


    Il kiriano, ormai, aveva compreso che non avrebbe avuto molte probabilità di uscire indenne da quello scontro. In qualche modo capì che probabilmente la sua vita sarebbe finita lì, per mano di quel criminale che lo voleva morto, ucciso da quel mondo di ninja di cui faceva parte, già immaginando a come avrebbero potuto sentirsi i suoi nonni a tale notizia. Tuttavia, non aveva voglia di lasciarsi andare, e se il suo destino era quello, avrebbe combattuto fino alla fine.
    Con uno sforzo inaudito, tentò di rimettersi in piedi per cercare di evitare il colpo in arrivo, facendo leva sulle gambe e spingendole contro il terreno, ma purtroppo non riuscì ad arrivare a tenderle del tutto, perdendo l'equilibrio per via delle fitte che scaturirono dalle precedenti ferite ad entrambi i quadricipiti.
    Inevitabilmente, il dolore e la mancanza di energie lo sbilanciarono, lasciandolo cadere inesorabilmente all'indietro, ma fortunatamente, nell'istante in cui lo spadaccino decise di sferrare il suo fendente al braccio dell'inerme accademico, il clone alla destra di quest'ultimo si mosse senza pensarci due volte, già allarmatoCome nel post precedente, dato che l'arma da cui si è distratti e di cui si ha il timore è la stessa che sferra l'attacco, mi sembra logico che ci si prepari a difendersi da essa. dal timore verso quell'arma, e posizionandosi [S&M] nella traiettoria di quest'ultima. Quella difesa disperata era mirata unicamente a proteggere l'originale, quindi, sapendo di non poter sopravvivere all'impatto, richiamò quanto più chakra possibile per resistere meglio e rallentare al massimo l'andatura della spada, facendola infine impattare contro il suo addome. Il piano improvvisato, ebbe l'effetto sperato, riuscendo a bloccare per un istante la katana, ma non abbastanza da impedirgli di colpire il genin originale, dopo che l'ebbe trapassato tramutandolo il acqua, riuscendo a ferirlo ancora una volta, mentre cadeva all'indietro per lo sforzo appena fatto.

    Quell'ennesimo scontro tra la carne del kiriano e l'affilata lama della katana nemica fu il colpo di grazia che gettò ancora una volta il genin nelle braccia del dolore, poiché anche se non fosse particolarmente intenso, si andò ad aggiungere alla moltitudine di ferite che già aveva, che gli fece emettere un breve urlo che non riuscì a trattenere, andando poi a schiantarsi al suolo con la schiena. Il suo ultimo clone, nel frattempo, aveva tentato di aggredire l'avversario con un attacco a sorpresa, provando un affondo con la sua wakizashi, mirato al torace, nell'istante in cui l'altro clone usò il suo corpo per proteggere l'originale. Purtroppo per lui, il suo nemico era riuscito a colpire ugualmente l'originale, ferendolo ancora una volta e portando la sua soglia di resistenza al limite, facendogli inevitabilmente perdere il controllo sulla sua tecnica e di conseguenza tramutando la copia in una pozzanghera prima che questa potesse portare a termine il suo attacco.
    Il genin era ormai steso a terra privo di forze e mentre avvertiva la sua coscienza abbandonarlo, riuscì a vedere con gli occhi socchiusi, la katana che ancora una volta si diresse verso di lui, ma non avendo più la capacità neanche di provare ad evitarla, finendo per venire trapassato nuovamente da quella fredda lama che aveva già saggiato più volte il suo sangue.
    Ancora una volta, non poté trattenersi dall'urlare, ma in quel caso lo fece emettendo tutta la voce che aveva in corpo per la lancinante e smisurata sofferenza che il suo avversario volle infliggergli, perforandogli da parte a parte la coscia destra e portandolo ben oltre la soglia del dolore, facendogli infine perdere i sensi, sotto lo scrosciante ed imperterrito suono della pioggia che ancora si abbatteva su di loro.
    Il corpo inerme del ninja era ormai disteso a terra, completamente nelle mani del nukenin, e solo a lui sarebbe spettato deciderne il fato.

    Da parte sua, il Sanbi rimase in silenzio ad osservare la scena nei meandri della sua prigione, curioso di vedere se quell'infantile ragazzino decidesse di mettere da parte i suoi pregiudizi ed i suoi capricci, sfruttando quel potere insito in ogni jinchuuriki che forse gli avrebbe permesso di salvarsi, ma non ci fu modo di far cambiare idea al ragazzo.
    Il genin non avrebbe voluto arrivare ad una simile situazione, ed in più di un momento, specie quando vide l'avversario avanzare con la sua katana, pensò alla possibilità di liberare il chakra del suo demone per ottenere un vantaggio nel combattimento, ma ciò lo portò a pensare che era proprio quello che avrebbe voluto sempre evitare, ovvero usare quel potere come un'arma da sfoderare al momento opportuno. Purtroppo, quando cominciò a riflettere che non utilizzarlo, avrebbe portato più facilmente alla sua sconfitta, liberando così il mostro una volta che fosse morto, era già troppo tardi ed il dolore che provava era talmente alto da offuscarne i pensieri.
    Oramai al bijuu non restò altro da fare che aspettare che venisse assestato il colpo mortale sul corpo immobile del kiriano, deluso enormemente da quel nuovo corpo che aveva deciso di occupare e preparandosi a tornare libero ancora una volta.
    L'attesa, però, fu lunga e non portò a nessun cambiamento della sua condizione, ignaro di cosa stesse avvenendo all'esterno.

    Pochi attimi dopo che Karasu inferse il colpo fatale che fece perdere i sensi al genin, avrebbe potuto accorgersi distintamente di quattro individuiOT/ D'accordo con Leopolis, abbiamo deciso di dare a Karasu una motivazione per non uccidere Ryuu, mettendolo in fuga con l'arrivo di altri ninja. che stavano accorrendo a passo svelto la sua posizione, giungendo dalla direzione in cui aveva inseguito il giovane genin sotto la pioggia. In breve, davanti a lui si palesarono quattro ninja di Kiri che erano stati avvisati che era stato visto un un ninja di Kiri in fuga da un uomo con un mantello nero. Tre di loro si posizionarono immediatamente davanti al corpo del Mizukiyo, sguainando le proprie armi a difesa del ragazzo, mentre l'ultimo si apprestò a verificarne le condizioni ed a cominciare ad alleviare le sue ferite con le arti mediche.
    Stava a Karasu decidere cosa fare, ma nelle sue condizioni, non gli sarebbe convenuto ricominciare uno scontro con altri quattro ninja, e se avesse deciso di fuggire, solo due di loro si sarebbero lanciati all'inseguimento, lasciando agli altri due il compito di portare il malcapitato genin all'ospedale di Kirigakure il più in fretta possibile.

     
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