Falce dei Kaguya
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Tanti contro Tanti
Kaito non ebbe molto tempo per studiare i suoi due avversari: l'esplosione e ciò che ne seguì lo portò ad intuire che uno fosse uno Yamanaka, ma dell'altro non sapeva niente, specie considerando che gli si era presentato sotto le false spoglie di Kyuzo.
Capì che era un combattente esperto nel corpo a corpo per come evitò lo scontro diretto sfruttando l'ambiente ed il chakra adesivo e solo quando quello, in un ruggito di furia, svelò il proprio aspetto, l'Aburame lo riconobbe come uno dei ninja che lavoravano alle prigioni di Konoha.
L'Edera, infatti, aveva informazioni su tutti i ninja che si facevano notare nel villaggio e Sho Saitama non era escluso: figlio di una Yamanaka anche lui, era un torturatore, un ninja medico ed uno shinobi che si era fatto notare in diverse missioni, fra cui i fatti di Tsuya.
Peccato che quelle informazioni trapelate non rivelassero che quello era un Jinchuuriki, né del suo legame con dei cavalli, come quello che l'Aburame vide all'improvviso spuntare, mentre l'altro shinobi (che Kaito ipotizzò essere il fratello, giacché sapeva di un secondo Saitama che faceva il ninja, ma non aveva molte informazioni sullo stesso) urlava una qualche parola.
Non ci volle molto perché delle catene apparissero alle gambe dell'Aburame, mentre una nube molto strana si diffuse nell'ambiente e se la seconda lo sorprese, la prima era qualcosa di noto, l'effetto di una genjutsu che già aveva avuto modo d'incontrare, poiché molto comune nel mondo ninja.
Non poteva però preoccuparsi, in quel momento, di rilasciare la minaccia, circondato com'era da nemici, tanto più che, dopo l'urlo ed il fumo, arrivarono gli attacchi del torturatore e della sua evocazione!
Improvvisamente, però, Kaito si ritrovò ad essere spaventosamente lento! Non capiva come, ma i suoi movimenti erano così rallentati che quando il ninja gli si lanciò addosso, lo aveva avvertito anche grazie ai suoi sensi affinati, non riuscì a spostarsi in tempo, poté solo sollevare le braccia, irrobustendole con il chakra, oltre che con le protezioni che aveva sotto le fasciature, riportandovi una ferita comunque consistente.
Il colpo del cavallo, invece, non ebbe eccessivi problemi ad evitarlo, per quanto dovette sfruttare una corposa quantità di chakra per spostarsi di qualche metro, restando, comunque a portata dell'ultimo attacco del Jinchuuriki, che, per quanto cercò di difendersi mettendo le braccia a difesa del busto, fu comunque soggetto ad un'ennesima ferita quanto mai consistente.
Fu solo a quel punto che l'uomo compì i sigilli per il Rilascio, così da dissolvere la catena illusoria, malgrado l'inaspettato senso di fame e la terribile salivazione che sentiva su se stesso.
L'unica conclusione possibile a cui l'Aburame arrivò fu che quel cavallo lo aveva avvelenato con la sua strana nebbia, quindi, subito dopo avrebbe ingerito un antidoto di quelli in suo possesso, muovendosi il più velocemente possibile nel farlo.
Poi Kaito aprì le mani contro i due fratelli, Maledetti!, ringhiò, liberando i suoi insetti (che ancora si trovavano nella sala, d'altronde) in due grossi e compatti insiemi diretti contro entrambi i Saitama.
Da una parte, un primo gruppo avrebbe cercato di dilaniare le carni di Sho in una carica frontale, ma ad ampissimo raggio, dato il loro numero.
Il secondo gruppo di insetti, diretti contro Oda, avrebbe invece cercato di rubargli ulteriore chakra, per renderlo ancora più affaticato, anche loro si muovevano in un ampio gruppo, quasi un lenzuolo sul corpo dello Yamanaka.
A quel punto l'Aburame sarebbe barcollato indietro di qualche passo per tenere ambo i ninja ed il cavallo sotto controllo, ignaro che ancora i suoi riflessi soffrivano della condizione in cui si trovava.
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