La natura Morta

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  1. lNearl
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    But First, let me take a coffè!

    VI



    La Fuyutsuki avrebbe capito immediatamente che non c'era alcuna possibilità che le venisse data l'occasione anche solo di avvicinarsi al marito. Onoko non rispose a parola, dato che ormai i ragazzi avrebbero dovuto capire che non era propensa a fare, ma con uno sguardo di disgusto e determinazione che non lasciava dubbi. Ciò fatto, avrebbe continuato a spingere il gruppo verso l'alto, incurante di ogni loro parola riguardo la possibilità di rimanere nella zona "medica". Dal canto suo, La capo gruppo era fin troppo lontana da Juishi per poter notare qualcosa di particolare. Dal canto suo però avrebbe riconosciuto attorno ad esso solamente strumenti diagnostici. Era controllato ogni genere di aspetto dell'uomo, a partire dai più semplici come la pressione od il battito cardiaco, fino ad elaborati strumenti diagnostici che mantenevano perennemente sotto controllo i valori del sangue del poveretto. Mentre faceva la scala tornando al piano di sopra avrebbe poi notato ritornare alla normalità il battito cardiaco, che poteva percepire attraverso gli strumenti d'allarme sonori dello strumento che poco prima aveva emesso tutti i suoni. Per quello che poteva vedere, l'uomo non aveva segni particolari sul corpo di malattia. Aveva un corpo particolarmente rugoso e poco tonico, probabilmente dovuto alla vita passata sul lettino, ma non avrebbe saputo spingersi oltre in una eventulae diagnosi.

    Una volta al piano di sopra si sarebbe rivelata inutile l'esubero di prudenza dell'albino. Onoko si sedette senza problemi sulla sedia, non c'erano trappole per il momento, e lei sembrava particolarmente al sicuro sulle sedie. Anche il team, una volta posizionato sulle sedie, non avrebbe avuto alcun genere di rischio.


    Siate pazienti, giovanotti. Dirò quello che voglio, siete pur sempre in casa mia, e soprattutto non viene benvoluti.

    Adesso che si trovava di nuovo lontano dal marito il tono della donna era diventato autoritario, tipico di una vecchietta padrona di casa un po' antipatica.


    è successo tutto circa quattro anni fa. Juishi era uno shinobi capace, aveva fatto tante missioni ed era una persona molto esperta. Abbiamo sempre vissuto in questa casetta da soli, io pensavo alla terra, e lui invece si occupava di ciò che l'accademia gli richiedeva. Abbiamo sempre messo da parte i nostri risparmi, ed è proprio per quello che quando è stato necessario, quando tutto ha avuto inizio, sono stata in grado di ricreare questa struttura.

    Il tono di voce della donna continuava ad essere autoritario, ricordando un docente che spiega per l'ennesima volta un concetto ai suoi allievi. Ciononostante, a tratti sembrava contenere delle tracce di malinconia.


    Juishi è malato. Io lo so, i medici non mi credono, ma io lo so è lo curerò. Tu, insolente ragazzina, non ti avvicinerai mai al suo letto, ti sia chiaro adesso, e non considerare questo un consiglio.

    La donna sembrava voler girare intorno alla storia, non parlando di quello che interessava realmente al gruppo, e nel suo tergiversare lanciò una minaccia mica tanto velata verso la Fuyutsuki. Il messaggio era chiaro.


    Siamo spariti dal mondo, rinchiusi nella nostra casetta. I medici sono venuti, non certo quelli di Konoha, responsabili di questo abbandono, responsabili della loro cecità per quello che è accaduto. Ho pagato i migliori mercenari, per costruire questa struttura, per curare Juishi, e per sistemare l'ambiente qua attorno.

    Fece una pausa, squadrando per bene i presenti.



    Quello che ti è stato fatto è un mero prelievo, imbecille. Considerando tutto il tempo che è passato ancora ti fai domande sulla puntura ? A quest'ora se fosse stato un veleno saresti morto, siete talmente ciechi e inesperti voi nuove leve che non avete pensato di correre a farvi vedere. Sei stato graziato, in un certo senso la tua vita mi appartiene perchè avrei potuto togliertela. Ricordatelo, stupido insolente.

    La vecchia non era gentile, ma era la loro unica fonte di conoscenza, e dovevano obbligatoriamente stare zitti e subire. La cosa positiva, era che almeno stavano pian piano avendo delle risposte.


    A circa un chilometro a Nord di questa casetta c'ear una collina. C'era, dico bene, perchè adesso non c'è più. Nessuno, di voi ninja tutti capaci, tutti pomposi e furbi, se n'è manco accorto. é sparita un'intera collina, e nessuno ha mai detto niente. Sono passati quattro maledetti anni, e solo adesso questo schifoso paese dal cosiddetto sangue caldo viene a porsi delle domande.

    Il disgusto, il rancore ed il ribrezzo nei confronti di Konoha, o forse dell'intero paese della foglia per quello che era accaduto, per quello che lei considerava un totale abbandono era altrettanto chiaro. La donna non misurava le parole, ma ciò aveva il vantaggio di farsi capire.


    Era notte, Juishi era fuori che prendeva il fresco, dopo una lunga giornata di lavoro. Io ero in casa, stavo lavando i piatti della cena, ed ho sentito un rumore tremendo. Assieme al rumore è arrivato uno scossone della terra, qualcosa di mai sentito prima. Tutti i soprammobili sono volati, i piatti che avevo in mano caduti. Me ne sono fregata, e sono corsa fuori. Juishi non era più sulla sedia, era in piedi e stava correndo verso la collina. Verso il posto dove un tempo c'era la collina.

    La donna si fermò, continuava a squadrare i ragazzi con gli occhi carichi d'ira. Sembrava odiare loro, per quello che i loro superiori avevano, secondo la mente della donna, fatto.


    Mi sono messa a gridare, un'albero stava cadendo verso terra, e una sensazione tremenda proveniva da quella dannata collina. Lui mi ha sentita, probabilmente si è impensierio ed è tornato indietro. In quell'istante mi ha detto di aver visto un fulmine, disse che un fulmine si era abbattuto in quella zona, portando via con se l'intera collina. Io guardavo, ma non l'avevo visto. Siamo rimasti a guardare da lontano per un paio d'ore. Era uno spettacolo raccapricciante, potevamo vedere le folte chiome degli alberi cadere pian piano, e poco dopo anche i rami finirono a terra. Della collina non rimane più nulla, e tutto brullo, è tutto bruciato.
    Dopo un paio d'ore Juishi non ne ha voluto sapere, nonostante l'età lui aveva un forte spirito patriottico, LUI! è corso verso la collina per andare a vedere. Io sono rimasta in attesa del suo ritorno tutta la notte, e non vedendolo tornare al mattino sono andata in la. Me lo sono trovato disteso per terra, svenuto e con la bocca piena di bava. Era circa a metà strada, e da come era riverso per terra sembrava fosse sulla via del ritorno.
    L'ho raccolto da terra, l'ho portato a casa ed ho immediatamente chiamato il medico. Non era una persona di Konoha, da sempre noi ci affidavamo ad un'uomo della zona, che passa di mese in mese a vedere come stanno le persone e che si guadagna da vivere.
    Disse che Juishi stava bene, che era solo impazzito.
    Io credo a mio marito, io credo che ci sia una maledizione nella collina, ma non voglio andare via.


    La donna smise di parlare per almeno due minuti buoni, soppesand per bene le parole.


    Ho pagato dei mercenari e dei costruttori. Ho ricreato nel seminterrato un centro medico, ho fatto distruggere tutto l'ambiente della zona, facendo sembrare che la maledizione arrivasse fino alla nostra casa, e così nessuno ci ha mai cercato o importunato.
    La collina, come potete vedere, non esiste più, adesso non ricresce niente laggiù. Ma l'effetto maligno non arriva fino a casa nostra. Sono stato io ad ordinare di distruggere tutto, ho fatto sostituire la terra sana che c'era attorno alla casa con della terra brulla, o fatto togliere ogni forma di vita. Volevo che le persone pensassero che fosse tutto abbandonato, e che nessuno venisse mai.



    Si spiegava così la presenza del filo d'erba. L'unico sopravvissuto di un lavoro fatto artificialmente , sfrutto dell'errore della mano umana che doveva simulare la devastazione.
    I ragazzi avevano avuto diverse informazioni, Onoko non sembrava intenta a continuare quel discorso, ma per il momento, quello che avevano scoperto era solo una testimonianza indiretta.
    C'era ancora, in effetti, un testimone chiave, la collina stessa.




    Sta a voi gestire il PG di Eldingar per questo, ed il prossimo post.
    Considerando di chiudere la giocata a 9 post, l'ultimo post sarà in mano mia.

    In attuazione di una politica dura contro gli abbandoni, l'ultimo post della giocata potrebbe riservare sorprese.

    Eldingar può tornare in qualsiasi momento, riprendendo l'uso del suo personaggio coerentemente agli eventi successi.
     
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