La natura Morta

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  1. lNearl
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    La collina scomparsa

    VII




    L'insistenza dei tre shinobi era poca cosa in confronto alla determinazione ed al rancore che la povera Onoko aveva raccolto e depositato all'interno del proprio cuore per quattro anni. Quattro lunghi anni durante i quali nessuno l'aveva visitata, nessuno si era nemmeno domandato che fine avesse fatto. Quattro anni, in cui l'Hokage, la squadra ambu, e chi di dovere, non si erano nemmeno accorti della scomparsa di una collina all'interno del territorio del paese del vento.


    Forse non ci siamo capiti ragazzina. Del sangue del tuo amico oramai non me ne faccio niente. L'ho preso per delle analisi, sapere che genere di persone circondano la mia casa mi permette di preparare delle corrette difese. D'altra parte, per ora il suo sangue non mi ha dato informazioni utili, non me ne faccio nulla, e smettila di preoccuparti. Poi, questa pagliacciata del tuo coprifronte. Per quanto possa disprezzare il vostro mondo e le vostre istituzioni, non sono mica cretina.

    Gli anziani generalmente sono un po' stronzi, ma stuzzicarli non è mai cosa furba. La Fuyutsuki un po' se l'era cercata in effetti. Onoko non andava sottovalutata, era una vecchietta sveglia, che era stata in grado di architettare tutta questa scenografia per attirare meno l'attenzione. Una donna risoluta e determinata, l'idea di fingersi una brava bambina, slegare il coprifronte per far vedere che si rimaneva esseri umani comunque sembrava una presa in giro bella e buona, che irritò ancor più la vecchia. Ad ogni modo, avevano ragione nel dire che la poverina non conosceva le arti illusorie, motivo per il quale sarebbe finita senza saperlo all'interno del genjutsu ipnotico. La donna rispose, anche se non disse nulla di più rispetto a quanto già affermato.



    Niente di particolare. Mio marito soffre e mangia poco, ma non sono mai riuscita a capire quale sia il suo vero dolore. Tutti i macchinari indicano che sta bene, che è solamente vecchio e che in linea di massima non ci sono alterazioni normali. é matto, delira, ma i valori fisici dicono che sta bene.
    Mangia poco e quindi non è in forma, io lo riempo di flebo come consigliato da vari dottori che lo hanno visitato, ma lui non si ricorda nemmeno dove siamo andati in viaggio di nozze. Speravo sarebbemigliorato, ma sfortunamente non è così.
    Io gli credo ? Si, gli credo perchè lo amo. Perchè sono contenta di poterlo assistere e di potergli fare la veglia, ma non credo davvero sia successo qualcosa di strano. Lui ripete di aver visto un fulmine, ce l'ha con questo fulmine, ed in effetti la collina è realmente scomparsa. é effettivamente strano che non sia mai più ricresciuta la vegetazione, ma io non me ne intendo di queste cose.


    La donna confermava quanto già detto, e sotto l'effetto dell'ipnosi anche i suoi filtri inibitori erano leggermente calati. L'idea che lasciavano le sue parole, era di un normale vecchio che era diventato matto. Probabilmente Juishi non aveva alcuna malattia, non era stato infettato da niente. Probabilmente lo spavento per il fulmine e questo strano effetto sulla collina lo avevano fatto sbiellare, ed adesso la povera Onoko si ritrovava un marito pazzo, ma tutto sommato normale. I valori erano tutti corretti, l'uomo era semplicemente un po' sottopeso e probabilmente denutrito perchè non voleva mangiare.
    Onoko si fermò un'attimo pensierosa quando gli chiesero del signore delle tenebre, accigliandosi un'attimo.


    Lui ogni tanto domanda di questo signore delle tenebre, più che altro lo usa come presagio. Quando è spaventato, quando c'è troppo vento o cose del genere lui lo chiama. Io gli ho chiesto più e più volte di lui, soprattutto nei momenti in cui è più lucido, ma lui ha sempre negato di aver visto qualcuno quella notte. Mi ha detto che non c'era nessuno. Un giorno, che era particolarmente arzillo mi ha detto di esserselo inventato.

    La donna emise un lungo sospiro. Era evidente che per lei questa informazione aveva un peso diverso rispetto a quello che poteva avere per i ragazzi inviati dall'Hokage, però lei stessa sembrava lasciar intendere di non credere a questa cosa. Era probabile che in mezzo alla pazzia dell'uomo fosse venuta fuori questa storia assurda. Probabilmente i suoi centri neurali avevano bisogno di un nemico comune, qualcuno cui imputare la pazzia, e gli avevano dato un nome altisonante. Ma lui non aveva visto nessuno quella notte, sono un potente fulmine.



    Ora, penso di aver speso abbastanza parole e tempo lontano dal mio amore. Siete pregati di andarvene, e non tornare più. Il tempo per aiutare c'è stato, e nessuno ne ha approfittato. Adesso è tardi, semplicemente tardi. Capisco il tuo spirito romantico, sei giovane, sei quasi una brava persona, ma devi capire che non si può rimediare a tutto. è tardi.
    Ed è ora che ve ne andiate.


    Dopo essersi ripresa dall'ipnosi il tono della donna era tornato ostile e determinato. I tre ragazzi avevano finito il tempo a disposizione e sarebbero stati presto sbattuti fuori di casa.



    [ . . . ]




    Visitare la collina in prima persona era probabilmente la miglior idea che il gruppo avesse avuto da quando erano usciti di casa per quella missione. Era forse la prima cosa da fare, ancor prima di andare da Onoko per poter affrontare il discorso con lei già consapevoli di aver visto davvero i risultati del fulmine. Ma come Onoko aveva ben spiegato alla capo team, ormai era tardi, e non si poteva recuperare o rimediare. Arrivare alla collina avrebbe richiesto qualche decina di minuti di camminata. Mentre si allontanavano dall'abitazione avrebbero notato i segni di confine con la tenuta della vecchietta. Lei si era premurata di circondare la casa con terra sterile e di fingere il posto abbandonato, ma avvicinandosi là dove il fulmine si era abbattuto i tre ragazzi avrebbero potuto davvero vedere i risultati della forza della natura. La terra era totalmente morta, non c'era humus, non c'erano fili d'erba solitari e sussisteva un silenzio paradossale.
    Non c'erano animali sopravvissuti, o forse i pochi che ce l'avevano fatta se l'erano data a gambe levate. Non c'era assolutamente niente.
    Niente, a parte un buco profondo e largo circa due metri totalmente nero. Mentre la terra attorno era solamente morta ed arida, al centro di quella che un tempo era stata una collina continuava ad esserci una zona di terra carbonizzata. Non erano bastati quattro anni perchè la zona si ripopolasse, perchè la parte carbonizzata venisse assorbita e sostituita. Tutto sembrava come allora. Il punto dove il fulmine si era abbattuto era evidente, così come era i tre avrebbero potuto trovare la totale desolazione di cui avevano sentito parlare.
    Gli alberi erano morti, la maggior parte erano ormai poco più di rametti in verticale, prosciugati della loro linfa vitale, delle foglie e dei rami. La maggior parte cadeva afflosciata su se stessa, mentre non si vedeva nemmeno in lontananza una foglia, un fungo o quant'altro.
    Indubbiamente era molto strano, per quanto un fulmine potesse essere potente, c'era stato qualcosa che aveva estirpato con forza la vita da quella parte di natura. Qualcosa che i ragazzi non conoscevano, e che adesso non era più li. La tecnica dell'albino, andando a vuoto confermò l'assenza di qualsiasi forma di vita a parte loro stessi.

    Era tardi, continuava ad essere tardi.
     
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