Il Ventaglio Segreto:L'inaugurazione

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  1. **Kat**
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    VII ~ La Fine di un sogno: L'inizio di un'incubo


    L

    a situazione era sfuggita di mano a Miyo-chan già da un bel po’. Probabilmente doveva fermare la sua migliore amica già quando si era allontanata insieme a Kazumi-san per una gara di bevute. La ragazza sapeva benissimo che la Fuyutsuki non tollerava l’Alcool, ma avrebbe fatto di tutto pur di confermare la sua superiorità sulla pacata e fredda pupilla di Atasuke-sama. Aveva commesso una leggerezza ed inconsapevolmente aveva creato un “mostro”.
    Ma prima di accorgersi di tutto ciò, Miyo-chan stava tranquillamente passando la serata con Atasuke-sama, il Maestro del Dojo di Konoha, che a quanto pare possedeva altre qualità oltre a quella della meditazione. Era stato uno dei pochi uomini che era riuscito ad intrattenersi in una interessante discussione con la ragazza dalla chioma corvina. Spesso reputava i ragazzi della sua età troppo immaturi o frivoli per poter anche solo costruire una pacifica discussione. Daichi-kun ne era l’esempio lampante. - Abbiamo opinioni sicuramente diverse. Trovo estremamente noiosa una discussione tra due persone che la pensano troppo similmente. Anzi sicuramente in questo locale ci saranno idee ed opinioni più o meno contrastanti con i nostri pareri. E ciò rende ancora più stimolante e piacevole la dialettica! - Ammorbidì il suo viso con un sorriso, per nulla imbronciata per essere stata contraddetta dall’Uchiha. Ognuno aveva la propria opinione, fortunatamente. - Ma credo che il vostro sia solo un discorso di “consapevolezza”, più intellettuale, che pratico sui sentimenti. Un contadino del Paese del Fuoco ama con uguale intensità di un Eremita errante. Non ci sono differenze.. i sentimenti sono autentici, in ogni sua forma. Non credo ci sia nessun legame con la meditazione.
    Inarcò un sopracciglio alle successive parole dell’Uchiha. Cercò di trattenere una cristallina risata. - Non sono ancora a conquistare il vostro cuore? Avete per caso capacità o potermi mentali per affermare ciò? Si mormora che sia difficile decifrare i reali sentimenti di una donna. - L’affermazione del Maestro del Dojo aveva sicuramente stuzzicato la sua ilarità. Non aveva nessuna intenzione di conquistare il cuore dell’Uchiha, ed ora che lo aveva espresso così apertamente aveva quasi demolito quell’intesa che si era venuta a creare. Era sempre meglio giocare a carte coperte, soprattutto nella difficile arte della seduzione. Ora capiva come mai Atasuke-sama non era ancora riuscito a conquistare il cuore di nessuna donna. O semplicemente non era momentaneamente interessato. Alzò le spalle nascondendo un sorriso, prima di spostare lo sguardo verso i nuovi ospiti del tavolo.
    - Tranquilla. Non hai interrotto nulla.. come vedi non eravamo soli nemmeno prima del tuo arrivo! - In effetti anche prima dell’arrivo di Kairi-san si erano uniti al tavolo sia Sasori-san che Kazuki-kun. Quindi la ragazza dallo sguardo color miele accolse benevolmente l’ennesima Uchiha che si unì alla comitiva. Sorrise cordialmente in sua direzione e lasciò che Atasuka-sama parlasse con i membri del suo clan. - Siete quindi tutti parenti? Cugini? Nipoti? - Non appartenendo ad un Clan di Konoha, Miyo-chan non sapeva bene come funzionavano i legami all’interno di quell’esteso nucleo familiare come quello Uchiha.
    Ascoltò con interesse le parole di Kairi-san, che si era unita per familiarizzare un po’ con i membri del suo stesso Clan. A quanto pare i legami tra gli Uchiha erano più blandi di quanto pensasse. Si sentì leggermente a disagio, forse aveva posto involontariamente una domanda inopportuna. Mascherò l’imbarazzo con un cordiale sorriso. - Quindi stai studiando per diventare una Kunoichi? Dura la vita in Accademia? Chi è il Chuunin che segue la tua classe? - Chiese con un pizzico di curiosità. - Oh.. si. Se te lo stai chiedendo.. sono anche io un Kunoichi. Una Genin che si è diplomata da parecchi mesi. - Spiegò cordialmente.
    Ma la tranquillità che aveva regnato sovrana sulla serata di Miyo-chan, ben presto fu brutalmente interrotta da alcune urla. Una voce familiare, fin troppo familiare. Era la sua migliore amica che stava ballando in intimo al centro della sala insieme alle altre ballerine in Bikini. In verità s’integrava perfettamente alle prestanti e giovani donne che Sasori-san aveva assoldato per allietare i suoi ospiti. Mesi e mesi di allenamento al Dojo del Karyuuken avevano tonificato e rassodato il suo corpo. Era un’avvenente ragazza che ballava semi-nuda nel bel mezzo di una Festa inaugurativa. Ma ciò che preoccupò maggiormente la povera Miyo-chan, era che la Fuyutsuki sembrava completamente estranea al contesto, alla realtà. Era tanto ubriaca? Semplicemente aveva frainteso gli eventi che l’avevano vista protagonista. - T..Ti.. presento la mia migliore.. amica. - Proferì con un filo di voce verso Kiria-san. Quasi come se non volesse farsi sentire da nessuno. Si sentiva in imbarazzo, in profondo imbarazzo. - Si chiama Ayuu-chan. È una brava ragazza, diligente, responsabile e sensibile! - E in quel momento stava dando un’immagine di se tutt’altro che diligente e responsabile. Ma le vere amiche si spalleggiavano fino alla morte. Era quasi un contratto matrimoniale.
    Lo sguardo della ragazza si spostò verso l’Uchiha che organizzò rapidamente il recupero della Fuyutsuki, grazie alla profonda intesa che aveva con i suoi allievi Shinpachi e Sanosuke. Infatti prese l’occasione al volo per poter alzarsi dal tavolo e raggiungere i bagni. - Vogliate perdonare la mia momentanea assenza. - Senza aggiungere altro, ma abbassando leggermente il capo in un inchino si congedò dal gruppo di Uchiha. Rapidamente raggiunse i bagni, in attesa di “qualcosa”. Non possedeva nessuna capacità telepatica, quindi non poteva sapere cosa aveva in mente il Maestro del Dojo.
    Intanto la Fuyutsuki aveva messo da parte ogni barlume di buonsenso. Infondo credeva di essere in un sogno, o incubo. Dipendeva da quale punto di vista si osservava l’imbarazzante situazione. L’Alcool aveva leggermente annebbiato la sua mente. Sentiva caldo, molto caldo. Le guance s’imporporarono ed i vispi occhi cristallini vagavano per la sala irrequieti. Nonostante un leggero calo della capacità di coordinazione riusciva a seguire le mosse delle ballerine. Si era posizionata tra di esse, ma senza nascondersi troppo. Era la protagonista del suo folle sogno. La sua pelle nuda s’imperlava di sudore. E la sua chioma castana, lasciata libera da fermagli ed elastici, si muoveva sinuosa a ritmo di musica. Le sue forme femminili, che probabilmente deliziavano gli ospiti del Ventaglio Segreto, erano messe in risalto dalla lucentezza della sua pelle, delicata e profumata. Le sue iridi riuscirono ad intravedere anche alcuni suoi conoscenti. Infondo in un sogno si sognavano spesso persone che si conosceva più o meno bene. Quindi non dubitò nemmeno il secondo che quello che stava vivendo non era frutto di un segno. Il piacevole venticello che entrava da una finestra aperta e le muoveva la vaporosa chioma, l’assordante ritmo della musica e il piacevole tocco con i muscoli scolpiti dei ragazzi non misero in moto nessun campanello d’allarme. Era un sogno troppo realistico. E stava durando anche troppo. Perché non si svegliava? Solitamente nei momenti più divertenti di un bel sogno ci si svegliava improvvisamente con l’amaro in bocca.
    Una nebbia densa iniziò ad oscurare i suoi sensi. Il sogno stava per diventare un incubo? Qualcuno la prese di peso per portarla via. L’aria di festa venne interrotta da un improvviso rapimento da due loschi individui. - EHI! Ma cosa fate? Chi siete? - Probabilmente solo le ballerine al suo fianco avrebbero potuto udire quelle soffocate richieste d’aiuto. Ma non riuscì ad opporsi, infondo la vista non era l’unico senso che era stato annebbiato.
    Quando riaprì gli occhi la Genin di Konoha si ritrovò di nuovo nei bagni con le spalle adagiate sulla parete. Davanti a sé c’erano ben tre figure che chiedevano spiegazioni davanti a sé. Riuscì a riconoscere la voce di Shinpachi-kun. Si sentì avvampare. Era forse il momento del bacio con il suo principe azzurro? I suoi occhi iniziarono ad illuminarsi, mentre divenne rossa come un peperone. Non si rendeva ancora conto della situazione e di aver ballato in intimo davanti a tutti gli ospiti del Ventaglio Segreto. - Shin-kun? - Ma notò altre due figure al fianco dell’allievo del Dojo. - Ci sei anche tu… Sano-kun? - E la cosa non sembrava turbarla. Forse si sarebbero sfidati in duello per ottenere il suo amore, come aveva sempre sognato. Ma si stranì non appena notò il volto imbronciato di Miyo-chan. - Eh? E che ci fai qui? Miyo-chan? - Sospirò leggermente, quasi delusa per tutto ciò che stava accadendo intorno a sé. Forse un barlume di buonsenso si stava riaccendendo nella sua testolina. - Forse.. ma è stata Kazumi-san a farmi bere così tanto. - Provò subito a giustificarsi. Ovviamente era tutta colpa di quell’antipatica rossa. Era sempre e comunque colpa sua.
    - BAKA! - Tuonò la dolce ragazza dalla chioma corvina che era quasi pronta a picchiarla. Le assestò un rapido pugno sulla testa. La Fuyutsuki realizzò finalmente che non si trovava in un sogno, ma in un incubo ad occhi aperti. Il dolore che aveva provato era terribilmente reale. Sprofondò nella vergogna. - … - Si guardò intorno. Era nel bagno femminile del Ventaglio Segreto in compagnia di Shi-kun, Sano-kun e Miyo-chan. Sembrava più lucida. - Non dirmi che l’ho.. fatto davvero!?! - Balbettò qualcosa allarmata, coprendo le nudità come poteva con le mani. Vergogna ed imbarazzo presero forma nel suo animo. - Ma cosa ti è passato per la testa? - La ragazza inarcò un sopracciglio. Scosse la testa sconcertata. - Rivestiti e torniamo in sala! Ed inventati una scusa plausibile. - Avvertì con un pizzico di serietà la sua migliore amica. - Va.. va bene! - Si fiondò in uno dei bagni dopo aver recuperato il Kimono, lasciato su uno dei lavabo.
    Intanto Miyo-chan sospirò leggermente e si rivolse con estrema riconoscenza ai due allievi. - Grazie per aver salvato Ayuu-chan! Spesso si comporta da incosciente. - Alzò le spalle. Ormai tutti conoscevano il temperamento della Fuyutsuki.


     
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