Il Ventaglio Segreto:L'inaugurazione

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    Nuove Conoscenze



    Pensato
    Parlato


    Il proprietario si presentò in maniera veloce e garbata, allontanandosi però poco dopo, evidentemente troppo preso dalla situazione per poter concedere più tempo alla giovane studente.
    Bhè, è normale, chissà quante energie deve aver speso per ricostruire questo locale, vorrà fare bella figura un po' con tutti. E' già stato un bel gesto il suo essersi presentato in maniera così cordiale, molti non l'avrebbero fatto lo vide raggiungere dopo Atasuke Uchiha, che nel frattempo era stato circondato da un piccolo ma rumoroso gruppetto di ragazze più o meno grandi, alcune molto carine anche se...si, decisamente troppo prese dai gossip per i suoi gusti, perlomeno per gli sprazzi di conversazione che era riuscita a sentire da quella distanza. Faticava a trovarsi a suo agio in situazioni simili, soprattutto quando vi erano coinvolte troppe ragazze
    Non so mai bene cosa dire in quelle situazioni...d'altronde mi interessano poco gli argomenti da salotto, anche se la maggior parte delle miei coetanee ne sono particolarmente coinvolte di solito...è una passione che non capirò mai granché penso fra sé e sé mentre continuava ad osservare, con aria più curiosa che altro, il piccolo gruppetto non troppo lontano da lei.

    La cameriera non ci mise molto a tornare, portandole il suo cocktail e facendole un cenno verso il buffet per quanto riguardava il cibo: Kairi si sentì decisamente una stupida nel non essersi accorta prima del ben di dio che era dietro di lei, arrossendo leggermente per l'imbarazzo. Come succedeva a volte si perdeva così tanto nei dettagli che le interessavano da non accorgersi di cose ben più palesi che la circondavano, come in quel caso il banchetto
    E' un difetto che dovrò correggere il prima possibile...in missione non potrò certo permettermi simili palesi distrazioni.... e mentre pensava con lo sguardo tanto concentrato sul banchetto, per l'ennesima volta non si rese conto di ciò che avveniva giusto di fianco a lei; non si era minimamente accorta del ragazzo che si era seduto nello sgabello alla sua destra. Nel sentire la parola "Uchiha" si voltò velocemente verso di lui, osservandolo qualche istante in silenzio: era un ragazzo semplice ed abbastanza carino, che aveva all'incirca la sua età
    Nulla in contrario su noi Uchiha, giusto? disse continuando ad osservarlo anche in questo caso con aria più incuriosita che altro. Non sapeva bene per quale motivo avesse fatto quell'esclamazione ad alta voce, ma non aveva detto nulla di male sul suo clan. Non ancora, perlomeno. Gli sembrava tra l'altro di averlo già visto in giro, anche se non ricordava assolutamente dove e probabilmente si era trattato di semplici incontri casuali. Che fosse anche lui uno studente dell'accademia? Possibile

    In attesa di una risposta bevve un sorso leggero dal suo cocktail Non male, non troppo dolce e preso anche un piattino cominciò a servirsi dal buffet, prendendo qualche assaggino da ogni pietanza: quel locale non le dispiaceva, era gestito da un Uchiha, era frequentato da ogni tipo di persona ed era convinta che avrebbe anche potuto fare qualche conoscenza interessante al suo interno. Se anche il cibo fosse stato buono quanto il coctkail, avrebbe potuto affermare senza troppe remore di aver trovato il suo nuovo locale preferito.
    O meglio, il suo UNICO locale preferito: non avendo praticamente mai tempo libero essendo troppo presa dagli allenamenti e dagli studi, Il Ventaglio Segreto era in realtà uno dei primi locali in cui aveva deciso di entrare con l'unico scopo di distrarsi e svagarsi un poco.



     
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  2. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Un Vecchio Nuovo Locale a Konoha! 三

    ~Drinking Masters!~


    Sasori cercava di fare il possibile per cercare di essere equamente presente ed amichevole con tutti, anche se era palese la sua difficoltà nel gestire i vari clienti che continuavano ad arrivare da tutte le parti, chi con particolari richieste, chi più sobrio nei suoi modi.
    Agli occhi dell'Uchiha, solo due elementi parvero particolarmente fuori luogo. Il primo di questi era ovviamente l'ubriacone biondo, mentre il secondo era in tutto e per tutto un clown, anche se sembrava più semplicemente un pazzo esaltato fuori come un balcone.
    Tuttavia, per quanto i modi di quest'ultimo non fossero propriamente nelle corde dell'Uchiha, egli lasciò correre, in fondo non poteva essere amico di tutti e non tutti erano affini al suo modo di essere, tuttavia, potevano molto semplicemente convivere in pace evitando di pestarsi vicendevolmente i piedi.

    “Atasuke, lo conosci anche tu ? Io è la prima volta che lo vedo e mi sembra abbastanza simpatico.”

    «Conoscerlo? Questo beone si è presentato all'inaugurazione del mio Dojo, mancando di rispetto ai miei ospiti, ai miei allievi ed alla scuola... Posso assicurarti che più che simpatico è un molesto ubriacone, ma credo che in questo ambiente sarà certo più adatto che nel mio Dojo...»


    Rimarcò non poco il concetto, lasciando palesemente trasparire la sfiducia e il disgusto che provava per quell'ubriacone.

    “Atasuke, devo andare ad accogliere un nuovo cliente. Ragazze con il vostro permesso....Sarò da voi non appena possibile.”

    «Tranquillo Sasori, pensa al lavoro questa sera... avremo molto tempo per rilassarci quando l'attività sarà lanciata»


    Consluse sorridente, salutando l'amico e lasciandolo tornare alle sue faccende che di certo in quella serata non gli avrebbero lasciato praticamente tempo di respirare.
    Vedendo Sasori in quel momento, si sentì sollevato nel pensare alla cura ed alla precisione con cui aveva progettato l'evento di apertura della Karyuuken con i suoi allievi, ringraziando gli dei per la cura dei dettagli, che gli permise di seguire tutto e tutti senza rischiare di impazzire come sembrava invece fare Sasori.

    [...]


    Ad ogni modo, i convenevoli si sprecavano in quell'occasione e ne Atasuke ne le due gentili ragazze, sembrarono in alcun modo intenzionati a limitarli.

    “Mi ha trascinata Miyo-chan. È preoccupata per me.. ormai passo più tempo al Dojo che con le mie amiche.”

    «Capisco... beh... in effetti dobbiamo ammettere che ultimamente ti stai dando parecchio da fare, Ayuuki, ed i risultati si vedono più che bene... tuttavia, non dare tutta la colpa al Dojo, molti dei tuoi impegni sono anche fuori dalle mura della Karyuuken... O hai forse descritto la mia scuola come una sorta di Bunker da cui non ti lasciamo uscire?»


    Concluse scherzoso, ridendo compostamente, prima di lasciare proseguire oltre il discorso.
    Fece finta di ignorare gli ormai consueti gridolini e scatti di follia che accompagnavano ogni santa volta in cui Atasuke nominava Shin o Sano davanti a lei, concentrandosi piuttosto sulla compostezza dell'amica che decisamente dimostrava molto più autocontrollo in quel momento.

    “Oh.. si. Conosco molto bene Sanosuke-kun, ma soprattutto Shinpachi-kun!”

    «Spero li conosciate per le loro abilità e non per la loro... come dire... natura estremamente socievole con il gentil-sesso...»


    Rispose il maestro con un sorriso, assumendo un'aria velatamente meditativa nel “pensare” ad un termine adatto per definire la vita mondana estremamente attiva dei suoi due allievi.

    “*Coff-Coff* Non credo che ad Atasuke-sama interessino i discorsi di noi ragazze. Dovresti saperlo Miyo-chan! È un uomo serio e dedito alla meditazione, dovresti proporre argomenti.. più appropriati.”

    «Tipo? Il senso della vita o della morte? Non confondere le mie lezioni con la vita, Ayuuki-chan... Anche il più profondo dei maestri parla di cose comuni, altrimenti finirebbe per isolarsi dimenticando il mondo a cui appartiene... Concentrandosi solo sulle stelle per raggiungere la perfezione porta a dimenticare i fiori che sono ai nostri piedi...»

    “Atasuke-sama...”

    «O-oh... scusate, mi stavo lasciando trasportare... ultimamente ho insegnato talmente tanto da dimenticare che non sono al Dojo... hehehe»


    Si portò una mano alla nuca, lasciandosi andare ad una sincera risata.

    […]


    Quando venne il tempo della proposta, Miyo sembrò cogliere al volo l'offerta, probabilmente anche contro le intenzioni di Ayuuki, che si era lasciata trascinare in quella sorta di “sfida alcolica”, anche se era ben dura capire quale delle due avesse realmente lanciato l'esca in quello scambio. Unica cosa certa era che alla fine, probabilmente sarebbe stato lui a pagarne le conseguenze, in un modo o nell'altro.

    “Ci uniamo volentieri a voi. Anche se era partita come una serata tra donne! Ma sono certa che Kazumi-chan vorrà condividere del tempo con noi, tra un cocktail e l’altro.”

    “Mi farebbe molto piacere Miyo-san... Fa sempre piacere conoscere le amiche di Ayuuki-chan”

    “E siamo contente di trascorrere questa serata anche con voi, Atasuke-sama. Eviteremo discorsi sul gossip e tematiche che potrebbero non essere gradite.”

    «Non preoccupatevi per me... in fondo a questo punto sono io l'intruso del gruppo, quindi non preoccupatevi, accetterò di buon grado ogni discorso vogliate intavolare... Al peggio, mi avvarrò della facoltà di non rispondere se non lo riterrò opportuno»


    Il sorriso sincero e gentile dell'Uchiha faceva al paio con il sorriso composto di Kazumi, la quale stava sicuramente tramando qualcosa, anche se solo Atasuke, e forse Ayuuki, potevano in qualche modo leggere in quella sua espressione gentile quella forma di trappola in cui le due si stavano infilando, anche se, come al solito, quando si trattava di Kazumi non si potevano avere certezze.

    “Oh.. Kazumi-san.. non pensavo che fossi così dedita all’ebbrezza dell’Alcool. Ma infondo è una serata di festa! Possiamo concedersi questo.. ed altro. O c’è qualche altro motivo?”

    “Dedita all'ebbrezza? Ayuuki-chan... Vuoi forse farmi credere che non sai apprezzare un buon alcolico? O forse hai paura di qualcosa di nuovo?”


    Incalzò la rossa con un sorrisetto ulteriormente sadico, ribattendo alla provocazione di Ayuuki senza concederle nemmeno un secondo di esitazione.

    “Accetto volentieri il Cocktail! Anzi altri quatto B-52.”

    °Qui finirà male... io lo so già...°

    “Ormai è primavera. Ed anche Kazumi-san sembra beneficiare del risveglio dei sensi.. vero?”

    “Certamente... ma credimi... saranno i tuoi sensi a risvegliarsi dopo queste botte di vita...”

    «Ragazze... vi prego, contenetevi, suvvia»


    Cercò di calmare le acque, senza alcun successo. La sfida era ormai cominciata e sembrava che tutti e quattro fossero finiti in mezzo, in un modo o nell'altro e non vi era nulla che Atasuke potesse fare, se non imporsi sulla scena. Cosa che aveva deciso di non fare.
    Notando il livello della sfida, Atasuke propose quindi al quartetto di guadagnare uno dei tavolini nelle vicinanze in modo che la sfida potesse proseguire al meglio e con il minor danno collaterale possibile.
    Mentre le due proseguivano con la loro sfida, alzando sempre più la posta, continuando ad ordinare nuovi alcolici, Miyo sembrò volersi concentrare sul maestro, che con garbo rimase ad ascoltarla, ma senza perdere mai di vista le due allieve.

    “Finalmente ho l’onore di conoscervi Atasuke-sama. Ayuu-chan spende solo belle parole nei vostri confronti. Siete davvero il buon maestro come si vocifera in giro?”

    «Non saprei... ho sentito anche io queste voci sul mio conto... Tuttavia non so dire se sono o sono mai stato un buon maestro... So solo che finora nessuno mi risulta essersi lamentato dei miei insegnamenti e non posso lamentarmi dei miei allievi, tutti mi riempiono di soddisfazioni ed orgoglio, dunque credo di potermi definire soddisfatto...»

    “Ho visitato saltuariamente il Dojo. Ma non ho mai oltrepassato i Torii all’ingresso. È davvero un bel posto per allenarsi?”

    «Tutto dipende dal punto di vista... Spesso per i nuovi è difficile ambientarsi, principalmente per l'enorme lavoro ed impegno che richiede negli allenamenti e nella manutenzione della struttura... Tuttavia l'ho progettato personalmente secondo il mio gusto, quindi posso dire che personalmente lo trovo splendido... Ma se vorrai potrai vederlo con i tuoi occhi... Non è vietato oltrepassare il Torii... è solo vietato mancare di rispetto alla sacralità del dojo e dei suoi praticanti, a partire dall'ultimo arrivato fino al primo degli Shihan»

    “Sono una Genin proprio come Ayuu-chan! Abbiamo frequentato l’Accademia insieme… con Okada-Sensei.”

    «Capisco... dunque anche tu hai avuto il piacere di seguire le lezioni teoriche di Okada... beh... senza voler mettere in dubbio la sua competenza... ma io uso un metodo completamente differente, anche perché preferisco che i miei allievi sappiano applicare sul campo ciò che hanno appreso, a costo di insegnare loro qualcosa in meno, piuttosto che insegnare loro tutto quanto ma al prezzo di non saperlo usare sul campo...»


    Rispose in tutta tranquillità, sorseggiando con calma gli alcolici ordinati da Kazumi e Ayuuki, le quali non solo non sembravano intenzionate a fermarsi troppo presto, ma continuavano ad ordinare altri giri per tutto il gruppo.

    «Ad ogni modo... sono curioso... come vi siete conosciute voi due? Avete fatto conoscenza in accademia? O eravate già amiche da tempo? Mi sembra di capire che siete amiche da parecchio, oltre che molto legate»


    E mentre il resto della sfida avanzava, Atasuke ascoltava assorto nei suoi pensieri le parole dell'amica di Ayuuki, sperando che le due non finissero per fare qualche danno al nuovo vecchio locale di Sasori.


    OT - Buona fortuna con l'alcool :guru: - /OT
     
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    Sì, l'aveva decisamente sentito. Nulla in contrario su noi Uchiha, giusto?
    Shin sorrise imbarazzato. No, naturalmente non aveva nulla contro quel clan. Al massimo gli era capitato di considerare alcuni dei suoi membri spocchiosi, in quanto si ritenevano superiori agli altri solo per aver vinto alla lotteria del destino, ma nutriva le stesse riserve verso molti Hyuga. Tuttavia aveva sempre evitato di generalizzare, in ogni situazione, quindi non incolpava certo l'intero clan per la maleducazione di pochi suoi membri. Sapendosi innocente, riprese il controllo della situazione e rispose alla ragazza.
    Ma no figurati! Solo che potrebbe benissimo sembrare un club a vostro uso esclusivo. Nel pronunciare quelle parole indicò con la mano che reggeva il bicchiere la stanza. Fece una pausa, sia per accertarsi che la ragazza non se la fosse presa per la sua imprudente esclamazione di poco prima, sia per finire di divorare l'onigiri che stringeva nell'altra mano. Nel frattempo pensò che forse la ragazza poteva saziare, almeno in parte, la sua curiosità facendo parte del clan. Scusa se chiedo, ma sapresti dirmi di più sul proprietario del locale visto che siete entrambi Uchiha? E anche su quell'uomo là in fondo. Ritenendo poco educato indicare si limitò a fare un cenno del capo nella direzione di uno shinobi dal portamento elegante attorniato da ragazze. Sembra essere molto popolare. Shin si domandò se anche la giovane al suo fianco fosse attratta dal fascino magnetico che l'uomo sembrava emanare. Ah le donne, che mistero. Ringraziò che Hina avesse solo sei anni, per un altro po' si sarebbe evitato le preoccupazioni da fratello maggiore in quel campo. Tra i due scese il silenzio, in parte colmato dalla musica degli strumentisti assoldati dal proprietario del locale. Shin, contrariamente a molte altre persone, non ne era affatto infastidito ed anzi lo sapeva apprezzare. Riteneva le persone che chiaccheravano per superare l'imbarazzo piuttosto insicure di sé. Approfittando della battuta d'arresto della conversazione sorseggiò il suo the con tranquillità.
    Dopo un po', visto che ormai avevano spezzato il ghiaccio, lo studente ritenne opportuno presentarsi. Il mio nome in ogni caso è Shin, piacere di conoscerti. Il sorriso sul suo volto era genuino e si estendeva agli occhi. Non aveva molti amici ed ogni nuova conoscenza gli permetteva potenzialmente di farsene altri. In particolare non aveva spesso occasione di chiaccherare con una ragazza, quindi dovette pensare un attimo su cosa era più opportuno dire in quel momento. Sono solo uno studente, ma tra pochi giorni dovrò fare ritorno in Accademia per sostenere l'esame genin. Tu?Magari erano domande banali, ma doveva pur cominciare da qualche parte per conoscerla no?
    Nel frattempo la festa proseguiva senza intoppi. Anzi, Shin notò che il volume delle voci stava crescendo per via del gran numero di avventori accorsi le cui conversazioni si sovrapponevano. Anche l'alcol, naturalmente, doveva star aiutando la socializzazione. Lo studente fissò il suo the pensieroso. Sarei meno impacciato a parlare con lei se prendessi qualcosa di più forte? Il suo sguardo era tornato inconsciamente sulla ragazza. Appoggiò il bicchiere ormai vuoto sul bancone dietro di lui. No, ce la poteva fare con le sue sole forze.
     
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    Alla sua frase il ragazzo rispose con un sorriso imbarazzato: probabilmente non si era accorto di aver parlato a voce così alta, né tantomeno di averlo fatto di fianco ad un membro del clan stesso, nonostante la ragazza avesse ben in vista sulla schiena il ventaglio rosso e bianco. Dunque la sua non era stata una provocazione di alcun tipo, così Kairi si rilassò completamente mentre continuava ad osservarlo sorseggiando il suo drink. Scosse la testa alla seguente affermazioni del ragazzo

    No, non lo conosco, anche se facciamo parte dello stesso clan. O meglio, lo conosco di vista, il nostro quartiere non è grandissimo e praticamente ci conosciamo tuttiO quasi perlomeno, il proprietario non sapeva nemmeno che faccia avessi pensò leggermente sconsolata, ma cosa poteva aspettarsi di diverso? Considerato tutto il tempo che aveva passato a studiare ed allenarsi dubitava che nessuno la conoscesse nel villaggio se non gli studenti della sua classe in accademia e suo padre Si è presentato poco prima però, si chiama Sasori, ma di più non so dirti

    Seguì con lo sguardo la persona che aveva indicato il ragazzo, finendo con il trovarsi ad osservare nuovamente Atasuke ed il curioso gruppetto di ragazze attorno a lui Lui? E' Atasuke Uchiha, lo conosco di fama, è uno dei più promettenti membri del nostro clan, e credo che abbia anche un dojo nel villaggio. E' piuttosto conosciuto, perlomeno all'interno degli Uchiha. Ma credo che anche il suo aspetto contribuisca alla sua popolarità, perlomeno per quanto riguarda la parte femminile del villaggio continuò con un leggero sorriso sul volto: per quanto fosse poco avvezza a quel tipo di situazioni, era innegabile quanto quell'uomo fosse affascinante, e non la stupiva il fatto che fosse circondato da così tante ragazze.

    Si formò poi il classico silenzio, in qualche modo imbarazzante, che accomuna spesso i primi incontri fra le persone: per lei poi, così poco abituata alle situazioni sociali che per qualsiasi altra persona erano semplicemente banali, era difficile trovare a volte argomenti di conversazione senza che la cosa risultasse forzata. Fortunatamente fu il ragazzo stesso ad interrompere la quiete: alla sua presentazione rispose con un cordiale sorriso, inchinandosi leggermente pur rimanendo seduta sullo sgabello Kairi, piacere mio. Anche io sono una studentessa, ecco perché il tuo viso mi sembrava familiare. Dobbiamo esserci incrociati in accademia qualche volta. E come te, anche io mi sto preparando per il superamento dell'esame genin, spero in realtà di poterlo diventare il prima possibile studio e allenamento perenni, per quanto fossero utili, ormai la annoiavano: voleva andare in missione, voleva aver modo di provare al villaggio ed al clan quanto valeva e farsi pian piano conoscere prima da Konoha, poi pian piano in tutta la Nazione del Fuoco. Un sogno ambizioso certo, ma quando si sogna è sempre bene farlo in grande, no?

    Una volta diventato genin, quale saranno i tuoi obiettivi? domandò, cercando in qualche modo di non ricadere nello stesso silenzio di pochi minuti prima. Era una domanda atipica probabilmente, la maggior parte delle altre persone avrebbe trovato altri argomenti più frivoli, ma a lei quelle cose interessavano relativamente: certo, non avrebbe esitato nel rispondere con cortesia nel caso in cui venisse tirata in mezzo ad un discorso di quel tipo, ma l'avrebbe fatto più per educazione che per vero interesse. Mentre continuava a mangiare il suo sguardo passava tra il ragazzo e la tavolata di ragazze vicino ad Atasuke: il piccolo gruppetto aveva cominciato a darci dentro di gusto con l'alcool, e non escludeva che la situazione potesse degenerare da un momento all'altro in realtà. Troppo alcool e troppa gente sono spesso sinonimo di guai.

     
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    ehm...da qualche parte

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    Parlato Kiyomi
    Parlato Hanako

    Giornata Nera

    Qualcosa di forte


    Una splendida giornata era iniziata a Konoha: gli uccelli cinguettavano, i bambini giocavano, i vecchi rompevano le palle, e Kiyomi... bé, Kiyomi urlava.

    ODIO QUESTO STUPIDO VILLAGGIO!!!


    Un vaso volò fuori dalla finestra, andando in frantumi schiantandosi contro il muro dell'edificio difronte.
    Signorina, la prego si calmi!
    La povera Hanako cercava insistentemente di far calmare la sua padrona come meglio poteva, ma dalle sue passate esperienze, sapeva bene che tutto ciò che avrebbe provato a fare, sarebbe servito a ben poco. In cambio dei suoi tentativi, infatti, non riusciva ad avere altra risposta di un ruggito spaventoso che sarebbe potuto appartenere alla più famigerata delle bestie.


    Purtroppo per lei (e per chiunque fosse vicino a quella donna) era giunto nuovamente il periodo del mese che precede l'incubo finale, scatenando la sua furia in (gran) parte immotivata e in parte dovuta alla consapevolezza di quello che l'avrebbe attesa nei giorni a seguire.
    ODIO QUESTO VILLAGGIO! E' TROPPO SOLARE E PIENO DI VITA, PERCHE' DEVO SOFFRIRE SOLO IO!!! E via anche i cuscini della poltrona, dalla finestra. MALEDETTI, VI ODIO TUTTI! E via anche la poltrona.
    SI CALMI! E' decisamente poco femminile da parte sua, questa dimostrazione di forza! Seguirono lunghi e silenziosi secondi, nei quali le due donne, perfettamente immobili, si fissarono negli occhi, chi più infuriata chi meno.

    ...


    Quanto poco femminile?
    Per niente.
    Altri lunghi secondi passarono, quando infine Kiyomi distese con forza i muscoli del suo volto e fece per sedersi.
    Va bene, va bene, sono calma, io sono una signora. Purtroppo, le sue natiche finirono rovinosamente a terra, data l'assenza di qualcosa che in quel momento si trovava in mezzo alla strada. Ehm, si, la poltrona.
    CHE CAZZO RIDI!!!
    Non ho riso, glielo giuro!
    MA HAI PENSATO DI RIDERE-va bene, sono calma, sono una signora, posso controllarmi.
    Ecco, brava, continui così, cerchi di rilassarsi.
    In quel momento, l'irritabile ragazza chiuse gli occhi, lì dov'era, e cominciò a fare dei respiri profondi nel tentativo di rilassarsi, ripetendo ogni tanto delle parole che forse l'avrebbero aiutata a sentirsi meglio.
    Sono calmissima, non ho bisogno di alterarmi, la mia vita va alla grande nonostante sia bloccata in questo schifo di villaggio che possano morire tutti di peste ma non importa, perché io sono calma e serena se non fosse per quello stronzo di un hokage che non fa che prendermi in giro, ma comunque io sono superiore e non ci devo pensare. Riaprì gli occhi, ma nonostante sembrasse lievemente più rilassata, sul suo volto si poteva leggere perfettamente che fosse ancora sul punto di esplodere. Devo uccidere qualcuno.
    No! No, lei non deve.
    Perchè no? Sai cosa, vado ad uccidere lo Yakushi, lui è antipatico a tutti.
    Sarebbe già un crimine uccidere un civile, figuriamoci l'amministratore di un villaggio. Allora, si calmi e mi stia a sentire. Si inginocchio davanti a lei e le mise le mani sopra le sue per tentare di calmare i bollenti spiriti. Perchè...Perché mi stai toccando?! La domestica ritrasse immediatamente le mani, dopo che Kiyomi la fulminò con lo sguardo. Uh, scusi! Dicevo, perché non esce un po' per prendere un po' d'aria fresca? Le farà sicuramente bene. Anzi, perchè non va un po' a svagarsi a quell'inaugurazione?
    Quanto ti odio, quando cerchi di farmi sentire meglio.
    Ecco, mi odi pure, ma fuori di qu-cioé, al bar, così si rilassa e cerca di non pensare a niente. Qualcosa di alcolico la farà sentire certamente meglio.
    Anf... Spero per la tua incolumità che tu abbia ragione.

    Ormai era fatta, e la donna, dopo essersi data una rinfrescata ed essersi cambiata d'abito, uscì in strada (con grande soddisfazione e sollievo della sua domestica, che poté finalmente distendersi e rilassarsi anche lei), evitando la poltrona distrutta e dirigendosi verso il locale di cui aveva sentito parlare negli ultimi giorni. Ma qualcosa non era cambiato. Il suo umore era rimasto immutato, e lo si poteva dedurre anche dall'abito completamente nero che indossava, camminando per strada accompagnata da un'aura oscura che presagiva niente di buono.




    Una volta arrivata all'ingresso del locale, non si perse certo in cordialità, salutando l'uomo sull'uscio con un cenno col capo ed un rapido "Salve", senza muovere minimamente la sua espressione fredda e distaccata. Non appena fu all'interno, non poté di certo non notare già il caos che vi regnasse, tra stonati al karaoke e un sovraffollamento indecente, restando per un attimo interdetta e desiderando di scappare da quella bettola, ma dato che l'alternativa sarebbe stata tornare a casa a sfogare la sua frustrazione, si limitò a sospirare chiudendo gli occhi per un attimo ed incamminandosi lentamente verso il bancone, non badando minimamente a chiunque si trovasse all'interno della stanza.
    Nonostante fosse di pessimo umore, e la rabbia il più delle volte le faceva perdere ogni segno di signorilità, il suo portamento non lasciava niente da ridire, avvicinandosi al primo sgabello libero (e lontano da altri tizi seduti, se ve ne fossero stati) e sedendovici con una grazie ed una raffinatezza quasi irreale, a testa alta e schiena dritta, poggiando le mani sulle ginocchia e chiedendo alla barista di servirle qualcosa, non appena si fosse accorta della sua presenza.
    Mi dia qualcosa di alcolico per favore. Qualcosa di forte, se è possibile. Seguendo il consiglio di Hanako, si convinse che un bicchiere di alcool sarebbe potuto servire ad alleviare le sue sofferenze, quindi se la barista avesse voluto consigliarle qualcosa, avrebbe accettato anche quest'ultimo consiglio, non sapendone niente di alcolici e cocktail.
     
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    La giovane rispose con gentilezza alle sue domande, ma purtroppo non aveva grande dimestichezza con le faccende del suo clan e tutto ciò che fu in grado di riferire furono i nomi dei due Uchiha più illustri presenti. Non di meno Shin la ringraziò con un sorriso. Mentre parlava di Atasuke notò la totale assenza di malizia negli occhi della ragazza. Di certo era molto più a modo di quelle che circondavano lo shinobi, qualità che lo studente, per la sua indole quieta, apprezzava.
    Sfruttò i momenti di silenzio per osservare, in modo discreto, la giovane. Nonostante cercasse di comportarsi con naturalezza, Shin intuì che non dovesse sentirsi propriamente a suo agio da una piccola serie di indizi. I suoi possedevano un emporio attraversato da un costante via vai di clienti, fornitori e curiosi, e da piccolo aveva passato intere giornate ad osservare la gente, a studiarne i movimenti cercando di dar loro un significato. Era un passatempo inusuale per un bambino forse, ma a lui piaceva. Crescendo, aveva avuto modo di leggere alcuni manuali di cinesica completando la sua esperienza con la teoria. La ragazza che sedeva al suo fianco evitava di incrociare gli occhi con gli altri clienti, gambe e braccia tendevano ad incrociarsi in una posizione difensiva di chiusura, la schiena era rigida, all'erta. Non che fosse sul punto di fuggire da un momento all'altro, piuttosto Shin ebbe la sensazione che non fosse abituata a quella situazione. Forse è la folla... Oppure è solo timida Decise che era meglio lasciarle i suoi tempi senza forzarla troppo. In fin dei conti il loro era stato un incontro fortuito e, per quanto Shin -il quale solitamente si fidava del proprio istinto- la trovasse simpatica a pelle, non la conosceva ancora abbastanza da pretendere nulla di più.
    Poco dopo scoprì che si chiamava Kairi. Non conosco nessuno con questo nome...me lo ricorderò più facilmente! Quindi, come pensava, era anche lei un'aspirate ninja. Shin sapeva che nei clan maggiori, tra cui gli Uchiha, era solito avviare almeno uno dei figli a quella carriera. Tuttavia la ragazza sembrava contenta della sua scelta, almeno per quanto poteva giudicare dal modo in cui ne parlava. Prima che la conversazione morisse di nuovo Kairi, sorprendendolo, lo interrogò sul suo futuro. A differenza mia non deve amare i silenzi... Eppure è una domanda tutt'altro che banale! Shin si prese alcuni secondi per soppesare la risposta. Alla fine sospirò impercettibilmente. E' una storia lunga. O meglio, è una storia che inizia un sacco di tempo fa. Temendo di annoiarla, cercò sul suo volto un segno che lo incoraggiasse a continuare. Se così fosse stato, avrebbe ripreso il suo racconto. Il mio clan, i Kinryu, non è originario del Paese del Fuoco. A essere sincero non mi hanno mai raccontato da dove venissero, è un argomento taboo a casa. Tutto ciò che so è che fu costretto a fuggire dalle sue terre nel corso dell'ultima grande guerra e hanno trovato rifugio sotto l'egida dell'Accademia appena fondata. La mia famiglia in particolare ha scelto di insediarsi a Konoha e, alla pari di molti altri immigrati, ha permesso alla città di riprendersi velocemente. Io sono nato qui, e mio padre era ancora un bambino quando è arrivato, ma l'idea che abbiano dovuto abbandonare tutto per salvarsi mi ha sempre colpito. Io... sopraffatto dall'emozione, aveva alzato il tono di voce e accelerato la cadenza senza rendersene conto, quindi fermandosi un secondo riprese il controllo per completare più pacatamente. Scusami. Stavo dicendo, io voglio semplicemente diventare più forte, per impedire che possa accadere di nuovo. Voglio essere in grado di difendere ciò a cui tengo. a quel punto avrebbe fissato la ragazza con un'espressione seria, decisamente diversa da quella propensa al sorriso che aveva mostrato fino ad ora. Per quanto riguarda te invece? Per che motivo hai scelto questa strada tutt'altro che facile? Guardandola negli occhi percepiva, o almeno così ritenne, di poter parlare di cose più serie delle semplici chiacchere da bar con la giovane Uchiha. Per lui era così raro avere qualcuno con cui confrontarsi che non si sarebbe certo fatto sfuggire quell'occasione.
     
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    La grande pubblicità fatta dal nuovo locale appena aperto aveva attirato un buon numero di persone, Haruko stessa ne era interessata e sapeva che anche le sue amiche sarebbero sicuramente passate a farci un salto. Troppo euforica per aspettarle, si diresse allegra verso il locale, quando intravide una figura lontana, circondata da un’aura d’odio con uno sguardo talmente affilato che a sentirlo addosso per troppo a lungo si rischiava di sentirsi tagliuzzare dall’interno. Eppure la giovane genin, piccolo raggio di sole di Konoha, la fissò come se fosse la più preziosa delle perle. Incantata, seguì la donna quasi per istinto, entrando nel locale senza staccarle gli occhi di dosso; se fosse stata interrotta dal gestore del locale, si sarebbe fermata per qualche secondo in modo da fargli gli adeguati complimenti per l’apertura, dato che tutto pareva ben allestito e che la clientela si stesse divertendo, il tutto senza staccare gli occhi di dosso dal suo obiettivo.
    Strisciandole accanto con cautela, chiunque poteva notare come la sua positività quasi tangibile cozzasse contro la freddezza dell’elegante donna, ma Haruko aveva occhi che brillavano solo per lei. Sedendovisi accanto senza troppo problemi, ordinò anch’essa da bere, poggiando i gomiti sul bancone in modo da sorreggersi la testa e fissando la donna con aria sognante.

    Ciao. Ti hanno mai detto che sei bellissima?

    Pochi giri di parole. La ragazza conosceva tante persone, ed era difficile dimenticarsi del suo carattere strambo e solare, ma era sicura di non aver mai visto quella donna in giro. Sentendosi un po’ in imbarazzo, con la sua semplicissima tuta da ginnastica, indicò l’abito della donna con lo sguardo, complimentandosi una seconda volta:

    Hai un vestito spettacolare! Si intona perfettamente con i tuoi occhi! Però forse… OH! Ci sono! Perchè non mettere una rosa tra i capelli?

    Nessuno sarebbe probabilmente stato in grado di capire come mai Haruko fosse tanto attratta dalla rappresentazione fisica e spirituale del demonio. “Gli opposti si attraggono”, si suppone.

    Non ti ho mai vista da queste parti, altrimenti me lo sarei sicuramente ricordata. Da dove vieni?
     
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    III ~ Gara di Cocktail: Chiacchiere tra donne


    L

    o sguardo cristallino della Fuyutsuki si soffermò su ogni dettaglio della sala principale del Ventaglio Segreto. Era davvero un bel locale, rustico ed accogliente. Sicuramente l’arredamento in legno donava un pizzico di classe agli interni della struttura. Ottima scelta da parte di Sasori-san, che sembrava impegnato nell’accogliere i nuovi clienti. Donava personalmente con estremo garbo il benvenuto a tutti gli ospiti della Festa inaugurativa. Ormai andava avanti ed indietro per il locale come una trottola. Quindi fu difficile per la Genin scambiare qualche parola con il proprietario del Ventaglio Segreto.
    Fortuna che c’era Atasuke-sama e Kazumi-san. Forse l’Uchiha non era ancora ben inserito in un contesto così mondano e di puro divertimento, ma era certa che lo spirito di adattamento del Maestro del Dojo non avesse limiti. O almeno lo sperava. La ragazza desiderava solo festeggiare all’insegna del divertimento.
    - La rigidità delle regole ed i ritmi serrati degli allenamenti potrebbero facilmente scambiare il Karyuuken in un Bunker militare! - Stavolta dovette coprire con la mano destra le labbra per nascondere una risata. Cercava di trattenersi. Ovviamente stava scherzando. Al Dojo dell’Uchiha, nonostante la rigidità delle regole, la Fuyutsuki possedeva un buon margine di libertà. Anzi poteva gestirsi in piena autonomia le sue sessioni di meditazioni e scegliere di allenarsi anche in cortile, senza dover partecipare alle sessioni di allenamento comuni. Solo poche erano le lezioni davvero necessarie ed importanti, dove Atasuke-sama concedeva interessanti esercitazioni pratico-teoriche sull’Arte del Kenjutsu. Per il resto gli allievi possedevano piena libertà ed autonomia nel loro percorso formativo. - Sappiamo benissimo che stai creando un esercito segreto di Ata-boy! - Espressione coniata da Hoshi-kun, lo Jonin di Suna che aveva avuto il piacere di conoscere all’Inaugurazione del Dojo. Ancora una volta la ragazza dovette trattenere una cristallina risata. Infondo era una serata all’insegna del divertimento. Basta etichette, basta ruoli e basta ostilità.
    Mentre la Fuyutsuki si riprendeva dai suoi soliti gridolini estasiati quando si rendeva conto che in giro c’erano Shinpachi e Sanosuke, gli allievi più avvenenti e Don Giovanni dell’intero Karyuuken, Miyo-chan ne approfittò per conoscere meglio il Maestro della sua migliore amica. Con gentilezza ed estremo garbo si presentò all’uomo ed assunse un atteggiamento molto più composto. - Oh si.. Atasuke-sama.. li conosciamo molto bene, per tutte le loro abilità! - Quindi comprese quelle amatorie e non solo con la spada o la lancia. Insomma Miyo-chan aveva colto in fallo la sua amica mentre spiava i due avvenenti ragazzi prima della sua entrata al Karyuuken come allieva. In realtà si era fermata anche lei ad osservarli un po’, spinta dall’insistenza dell’amica, e non se ne era affatto pentita. Ma questo era un segreto, che desiderava portarsi nella tomba. Non le erano mai piaciuti i ragazzi con poco sale in zucca e per ora non era stata molto fortunata.
    Quando la ragazza si riprese dal suo momento “catatonico” ed aver realizzato che in qualche angolo del locale ci fossero Shi-kun e Sano-kun, si preoccupò di rimproverare la sua migliore amiche, che rischiava di annoiare il suo maestro con argomenti non affatto adatti ad un uomo del suo rango. L’Uchiha aveva sempre dimostrato serietà e rispetto per qualsiasi argomento che andava ad affrontare. Ed il Gossip non era di certo una tematica che si addiceva ad un uomo che passava quasi metà giornata a meditare nella ricerca della pace interiore. - Uff! - Miyo-chan non sembrava affatto contenta dall’intervento della Fuyutsuki. Non le andava di fare una figuraccia davanti all’Uchiha. Ma alla fine Atasuke-sama non si smentì. - Ecco! - Scosse la testa non appena l’uomo si perse in discorsi che poco s’intonavano con lo spirito della festa.
    Sia il Maestro del Karyuuken che Kazumi-san si unirono ben volentieri alla loro comitiva. E ciò strappò un sincero sorriso sulla labbra della discreta e dolce Miyo-chan. Era davvero contenta di poter conoscere personalmente il Maestro dell’amica ed anche la sua acerrima nemica. L’unica del gruppo che non era affatto gioiosa era proprio la Fuyutsuki. Perché doveva condividere questa giornata di festa con quella rossa acida e fredda? Non aveva mai ben tollerato il suo temperamento troppo riservato e tagliente. Erano caratterialmente agli antipodi e la ragazza non capiva come il Maestro potesse godere della presenza della rossa. Non era di compagnia, non era solare, non possedeva nessuna particolare qualità. Eppure negli eventi formali o informali c’era sempre lei ad affiancarlo. Gelosia? Assolutamente no. Desiderava solo surclassare Kazumi-san e diventare l’allieva più forte ed apprezzata dell’intero Dojo.
    Quindi le consuete provocazioni non tardarono ad arrivare. La pupilla dell’Uchiha entrò subito nello spirito della festa, ordinando dei cocktail piuttosto pesanti. Forse non erano affatto adatti per giovani donne come loro due, ma la Fuyutsuki non aveva nessuna intenzione di cedere a quell’implicita sfida. Leggeva qualcosa di strano nelle iridi della Rossa. E voleva andare a fondo della faccenda. Si percepiva profumo di Gossip. - Ammetto di non bere molto. Ma non sono due bicchierini di alcool che mi spaventano.. anzi! - E senza esitare buttò giù il primo bicchiere, svuotandolo tutto d’un fiato. Dovette trattenere le lacrime, era più forte di quanto pensasse, ma poteva resistere. Aveva resistito a cose ben peggiori. Il suo spirito era temprato per sostenere imprese ben più ardue. - Uhm.. forse credo sia giunto il momento di lasciarti un po’ andare. Sei così rigida.. fredda. È primavera, dovresti darti una mossa, data la tua età! - Non le sembrava giusto indicare le prime rughe che notava sulla sua fronte per lo scorrere incessante del tempo. Anzi solo in quel momento si rese conto di non conoscere quasi nulla della rossa, nemmeno la sua età. Il suo era solo un fastidio viscerale che era nato allo Shi-e-En.
    Il gruppo andò a sedersi in uno dei tavoli presenti nella sala, non troppo distante dal bancone, dove venivano preparati invitanti e particolari Cocktail. L’attenzione della Fuyutsuki rimase sulla rossa, in cerca di risposte. Perché non si era ancora dichiarata per Atasuke-sama? Pendeva dalle sue labbra. Arrossiva come una sciocca quando le rivolgeva complimenti. Ed ogni suo gesto di cortesia lo rivolgeva sempre e comunque nei suoi confronti. Forse era giunto il momento di togliere quella maschera di finta indifferenza. - Miyo-chan.. mi rubo il tuo Cocktail! - Ne aveva già bevuti due e con quello aveva fatto la tripletta. Forse doveva concedersi una pausa. Per quanto avrebbe retto ancora? - Sono in vantaggio! - Manifestò il suo unico pensiero, sconfiggere Kazumi-san e costringerla a confessare i suoi sentimenti repressi. - Non esagerare.. Ayuu-chan! - L’avvertì con premura la ragazza dallo sguardo castano. Non voleva che l’amica esagerasse con l’alcool. - Tranquilla.. Miyo-chan! Anzi.. ora io e Kazumi-san ci allontaniamo per prenderti un altro Cocktail! - Se la rossa avesse rubato il Cocktail di Atasuke-sama per equiparare i conti e ritornare in pareggio, probabilmente dovevano alzarsi per rimediare anche a quello.
    In ogni caso la Fuyutsuki cercò di trascinare con sé la composta allieva del Dojo. Da quell’incontro poteva accadere di tutto. Sia diventare ottime amiche che accapigliarsi per il locale con il rischio di distruggerlo. Non appena furono sole, dirette verso il bancone per ordinare altri alcolici, la ragazza si fece avanti senza nessun filtro. - Quando hai intenzione di dichiararti? - Inarcò un sopracciglio, indicando con lo sguardo il tavolo occupato da Miyo-chan ed Atasuke-sama. - Dovresti smetterla di assumere quell’atteggiamento così stupido. Presto o tardi arriverà qualcun’altra e ti soffierà via il tuo amato Atasuke-sama! - L’Alcool permetteva di parlare più liberamente, senza filtri. Doveva capire se ci fosse del tenero tra i due. E questa era la serata giusta per scoprire le carte.
    Intanto Miyo-chan, rimasta sola con l’Uchiha, ne approfittò per parlare cordialmente con lui. Era davvero contenta di poter conoscerlo di persona e non attraverso i racconti dell’amica. Non sembrava affatto preoccupata per aver lasciato sola la Fuyutsuki e Kazumi-san. La ragazza dalla chioma corvina osservava affascinata l’uomo davanti a sé. - Sembra un vero paradiso per la meditazione! Ayuu-chan me ne ha parlato.. e spero un giorno di visitarlo. - Azzardò con un sorriso. Non desiderava più osservare da lontano in modo clandestino il Dojo. Il suo volto s’illuminò non appena si parlò dello storico nemico di Atasuke-sama. - Mi sembra ieri di aver ottenuto il coprifronte da Okada-Sensei! Una personalità forte ed onnipresente in Accademia, anche se i suoi metodi sono assolutamente discutibili. - Sicuramente la ragazza aveva un bel ricordo del Chuunin, forse era anche un po’ nostalgica. - Ero l’orgoglio della sua classe. Non è un caso se la sua migliore allieva ha legato con la discola più indisciplinata del corso! - Stavolta la ragazza scoppiò in una cristallina risata. Pur comprendendo i limiti del metodo d’insegnamento di Okada-Sensei era riuscita a spiccare per doti e capacità intellettive su tutti i suoi compagni. - Siamo amiche da parecchio tempo, ormai. L’ho conosciuta in Accademia ed un gruppo di ragazzi la prendeva in giro per le sue guanciotte rosse e paffute. Ayuu-faccia-ciccia! - Rivelò con semplicità quei segreti della loro infanzia. - Siamo diventate fin da subito amiche. Eravamo così diverse ma ci completavamo a vicenda. Ayuu-chan così istintiva, caparbia e sensibile. Invece io.. così razionale, riflessiva e forte! - Proferì quei ricordi con estrema dolcezza ed un pizzico di nostalgia. Ora tutto stava cambiando, anche se il loro legame continuava a rimanere indissolubile.


     
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  9. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Un Vecchio Nuovo Locale a Konoha! 四

    ~Doppio Fronte!~


    Atasuke accettò di buon grado lo scherzo di Ayuuki, rispondendo a sua volta con un gentile sorriso, mentre Kyomi rispondeva con una sottile risata, più di circostanza che di reale apprezzamento, mentre invece rise con maggiore gusto alla battuta, palesemente copiata da quel folle di Hoshi mesi prima, mentre lo sguardo di Atasuke si faceva invece meno gioioso e più “rigido”.

    “Sappiamo benissimo che stai creando un esercito segreto di Ata-boy!”

    «E quindi lo hai scoperto... è un vero peccato, Ayuuki-chan... un vero peccato...»


    Gli occhi dell'Uchiha si affilarono in maniera spropositata mentre il tono di voce sembrò diventare quasi tetro e gutturale nei suoi suoni cupi e decisamente poco amichevoli.

    «Sembra che a questo punto dovrò ucciderti...»


    Concluse, quasi stesse commentando quello che era un dato di fatto. Un destino scritto e segnato che non poteva più essere in alcun modo modificato, facendo scattare la sua inseparabile arma fuori dal fodero, preparandosi ad estrarre per infierire un colpo mortale.
    Fu una frazione di secondo, forse meno. Giusto il tempo per le due amiche di percepire ciò che stava per accadere e prepararsi a subire ciò che non poteva essere evitato e poi come un lampo il colpo era stato inferto, una lama le aveva reciso il collo mentre la mano dell'Uchiha, levata in aria ancora reggeva la lama che...
    No. Non vi era nessuna lama in quella mano. Semplicemente tutto ciò che seguì altro non fu che una farsa, uno scherzo di pessimo gusto probabilmente, ma nulla di più. Nulla accadde e nulla venne realmente eseguito, a parte forse quel movimento, estremamente accelerato della mano che sembrava aver afferrato l'impugnatura della katana, pronta a sferzare l'aria ed il collo della ragazza, ma che in effetti era rimasta perfettamente immobile, bloccata dal pollice della mano sinistra, che nel frattempo aveva provveduto a riporla al suo posto, premendo leggermente sulla tsuba.

    «Perdonami Ayuuki-chan... ma proprio non potevo resistere... pffttt hahaha»


    Ciò che accadde poi, furono grasse risate dal maestro della Karyuuken che portò quella stessa mano davanti al volto, quasi come a reggersi la fronte e la solita scenetta di Ayuuki alla sola notiziza della presenza di Sanosuke e Shinpachi. Ciò che però poteva saltare all'occhio di chi avesse osservato la scena era che nonostante tutto, la risata di Atasuke era contenuta e rispettosa, assolutamente non sguaiata, segno di un rispetto ed un autocontrollo che non tutti potevano vantare.

    […]


    Quando tutto sembrò essersi sistemato, ecco le due che ricominciavano a litigare, questa volta su di un nuovo piano di sfida. Un piano che Ayuuki conosceva ben poco vista la sua giovane età, ma che ahimè Kazumi percorreva da molto più tempo che si potesse immaginare. Le leggende infatti narravano che sotto quel suo viso angelico si nascondesse una delle più grandi bevitrici del villaggio, anche se l'unica differenza tra lei e il rinomato ubriacone era che lei conosceva il suo limite, molto lontano, ma lo conosceva e sapeva fermarsi prima di arrivare ad essere completamente ubriaca come Maki Baian.

    “Ammetto di non bere molto. Ma non sono due bicchierini di alcool che mi spaventano.. anzi!”

    “Oh... il piccolo uccellino ha spiccato il volo...”


    Commentò sardonica Kazumi notando il volto distorto della Fuyutsuki che di certo non si aspettava un tale livello alcolico già al primo colpo, restando forse interdetta per un'istante.

    “Uhm.. forse credo sia giunto il momento di lasciarti un po’ andare. Sei così rigida.. fredda. È primavera, dovresti darti una mossa, data la tua età!”

    “Rigida? Fredda? Dovresti vederti mentre bevi... sembri poco più che una bambina... un frutto decisamente troppo acerbo perché qualcuno possa desiderarlo...”


    Rimpallò lei mantenendo il suo sorriso di sfida con voce suadente, decisamente intrigante per il 90% degli uomini presenti in quella sala che avessero avuto modo anche solo lontanamente di sentire la sua voce.
    Quando il gruppo si sedette, Myo si vide il suo cocktail svanire nel nulla tra le mani di Ayuuki che senza perdere tempo rubò la bevanda dell'amica per dedicarsi in tutto e per tutto alla sfida, sentendosi probabilmente in vantaggio per averne bevuto subito uno in più della sua rivale.

    “Sono in vantaggio!”

    “Oh... Allora credo sia il caso di alzare il tiro, non trovi Ayuuki-chan? Atasuke-sama, non è che vorreste...”

    «Tieni Kazumi... ma vedi di non esagerare... Ricorda che ora sei anche un'allieva della Karyuuken... ed anche tu Ayuuki»

    “Certamente, maestro”


    E con un sorriso ed un gentile inchino con il capo, Kazumi prese con delicatezza il bicchiere dell'uchiha, che aveva attentamente evitato la bevanda, per tracannarlo in un sol colpo, poggiando poi con altrettanta grazia il bicchierino sul tavolo e lanciando l'ennesima occhiata di sfida alla giovane Ayuuki che di li a poco probabilmente si sarebbe resa conto dell'effetto dell'alcool che aveva ingerito e che stava per agire sul suo corpo.

    “E siamo di nuovo pari... alziamo la posta?”

    “Tranquilla.. Miyo-chan! Anzi.. ora io e Kazumi-san ci allontaniamo per prenderti un altro Cocktail!”


    Ayuuki sembrò accettare la sfida di Kyomi e le due andarono direttamente al bancone, dove poterono sedersi direttamente su due sgabelli vicini, dando il via, o meglio, il proseguio, a quella sfida alcolica che non si vedeva ormai da tempo.

    “Barista! Dell'assenzio, prego... e due bicchieri...”


    Ordinò Kazumi, prima di prestare la debita attenzione ad Ayuuki, che partì in quarta senza porsi alcun filtro o limite, evidentemente già sotto effetto dell'alcool.

    “Quando hai intenzione di dichiararti? Dovresti smetterla di assumere quell’atteggiamento così stupido. Presto o tardi arriverà qualcun’altra e ti soffierà via il tuo amato Atasuke-sama!”


    Kazumi la osservò decisamente stupita, chiedendosi di che cosa la ragazza stesse parlando, preparandosi a rispondere, anche se prima venne interrotta dalla barista che porse loro i due bicchierini, iniziando a versare il contenuto dal colore smeraldo nei due bicchieri.
    Quando ella ritrasse la mano con la bottiglia, cercando di allontanarsi per ritornare agli altri clienti, Kazumi senza nemmeno osservarla fece scattare rapido il suo braccio, afferrando con delicata e serrata presa il polso della dipendente del locale, impedendole saldamente la fuga.

    “Lascia qui la bottiglia, per favore... avremo molto di cui discutere io e la mia amica”


    Chiese, son volto sorridente e gentile, prima di lasciare la presa e riavvicinare quindi la bottiglia a loro, lasciandola tra i due bicchierini che sarebbero stati riempiti quasi a ciclo continuo.

    “Io non ho idea di che cosa tu stia parlando Ayuuki... Non ho nulla da dichiarare ad Atasuke-sama... Nulla che già non sappia s'intende... O forse ritieni che io abbia qualche segreto? Mh?”


    E senza troppe domande tirò giù una golata di assenzio, svuotando con rapidità il bicchierino, aspettandosi che Ayuuki facesse altrettanto, prima di riempire nuovamente il bicchiere di entrambe. Ed erano ormai a quota quattro.
    Rifornito il successivo giro, Kazumi riprese quindi la palla, lanciando questa volta il suo di attacco.

    “Ma dimmi invece... quando la smetterai di spiare mio fratello? Quando pensi di andare da lui e chiederglielo semplicemente? Quando la smetterai di fare la ragazzina ed andrai da lui come una vera donna? Vuoi forse che si faccia incastrare prima da qualche altra ragazza!?”


    E senza aspettare una risposta, tirò giù in quinto bicchiere... chi era in vantaggio ora?


    Nel frattempo, al tavolino Atasuke e Miyo stavano parlando in maniera decisamente più calma e pacata delle rispettive accompagnatrici, oltre che molto più sobria.

    “Sembra un vero paradiso per la meditazione! Ayuu-chan me ne ha parlato.. e spero un giorno di visitarlo.”

    «Beh, lo è... o almeno secondo la mia visione... Ad ogni modo le porte della Karyuuken son sempre aperte per tutti o quasi... Puoi venire quando vuoi per una visita, senza nessun problema»


    Rispose con gentilezza e con un sorriso sincero, ricordandosi in quel momento che in effetti la ragazza non aveva più nulla da bere, vedendosi portare via la bevanda non ordinata da Ayuuki.

    «Ma... Noto che non hai nulla da bere... vuoi ordinare qualcosa? In effetti io avevo già qualcosa e non mi sono posto il problema, ma Ayuuki sembra averti preso l'unica ordinazione che avevi...»


    Se poi ella avesse acconsentito, Atasuke avrebbe chiamato a se la cameriera o qualcuno di disponibile per portare loro qualcosa anche solo per un secondo. Sapeva che non avrebbero fatto servizio al tavolo in quell'occasione, ma in qualche modo si sarebbe ingegnato, anche alzandosi personalmente per prendere da bere all'amica della sua allieva.

    [...]

    “Mi sembra ieri di aver ottenuto il coprifronte da Okada-Sensei! [...] Ayuu-chan così istintiva, caparbia e sensibile. Invece io.. così razionale, riflessiva e forte!”

    «Noto che tu hai un'opinione decisamente più favorevole di Okada... Ma effettivamente, conoscendolo, posso dire che è solito essere particolarmente gentile ed appagante per gli allievi che stanno dietro a tutta la sua teoria, mentre ricordo che diventava assolutamente detestabile con chiunque non approvasse i suoi metodi o le sue lezioni... ma immagino che sia migliorato nel corso del tempo... O almeno voglio crederlo... In effetti sarà ormai un anno o poco meno che non vado ad insegnare in accademia... ricordo ancora il mio primo corso... ero da poco diventato un genin e già mi avevano assegnato tre sudentelli... come corre il tempo... Tu hai mai pensato di darti all'insegnamento? Una riflessiva come te dovrebbe essere un'ottima insegnante»


    Commentò, sorseggiando un altro poco dal suo bicchiere, puntando con il suo sguardo penetrante gli occhi castani della ragazza mentre il suo affinato udito continuava a tenere sotto controllo Ayuuki e Kazumi che poco alla volta si stavano lasciando cadere, a grandi passi, nella morsa dell'alcool.


    OT - Buona fortuna con l'alcool 2 :guru: - /OT
     
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    Nuovo giorno a Konoha

    Il Clown


    L'uomo all'ingresso si rivelò particolarmente gentile nel ricevere il nuovo arrivato, indicandogli ciò che il locale aveva da offrire e dandogli il benvenuto. Il genin non capì che si trattasse del padrone, credendo che si trattasse di un impiegato qualunque e dopo averlo ringraziato si avvicinò al bancone, facendosi timidamente strada tra la folla che ormai aveva invaso il bar e rifacendosi gli occhi con tutto il bendidio che era esposto.
    C'erano una moltitudine di cose dall'aspetto invitante che fecero gola al kiriano, ma essendosi già abbuffato di dolci il giorno precedente, prima di scontrarsi con la konohaniana, optò per qualcosa di salato, iniziando da dei saporiti takoyaki su uno spiedo.

    L'aria del luogo era decisamente allegra e la gente aveva preso a divertirsi, e soprattutto a bere, quindi per non sentirsi escluso, decise di ordinare anche lui qualcosa da bere, ma non essendo esperto di cocktail e alcoolici, si accontentò di un boccale di birra.
    Mentre aspettava che questo gli venisse servito, un tizio vestito da clown interruppe improvvisamente la band nel pieno della loro esibizione, prendendo possesso di una chitarra e cominciando a strimpellare e cantare quelle che sembravano le prime cose che gli fossero venute in mente, dopo essere saltato sulle spalle di una specie di armadio. Nonostante fosse evidente che facesse piuttosto schifo a cantare, il suo entusiasmo contagiò ben presto parte dei clienti presenti, e così anche il kiriano, che ripeté assieme al coro le assurde sillabe del ritornello di quell'improvvisata canzone.
    Come gran finale, il clown fece un brindisi al padrone del locale, invitando tutti i presenti ad alzare i calici, e Ryuu rispose prontamente alzando il suo boccale pieno e bevendone un bel sorso alla salute del locandiere.

    L'allegria del locale, però, sembrò venire leggermente meno quando all'ingresso si presentò una figura in nero alquanto inquietante. Era una donna assai bella quanto apparentemente spaventosa, e l'aria che la circondava sembrava quasi gelarsi al suo passaggio, motivo per cui, quando Ryuu la vide avvicinarsi al bancone e prendere posto su di uno sgabello, decise di spostarsi e cercarsi un altro angolo dove mangiare qualcosa e godersi la festa.
    Non ci mise molto, quindi, a prendere un piatto e metterci altre di quelle squisite polpettine di pollo, gamberetti ed altre leccornie, per poi allontanarsi da quel punto con il piatto pieno in una mano ed il boccale nell'altra. Facendosi ancora una volta largo tra la folla, si diresse verso i tavolini, e dopo averne trovato uno libero, si sedette tranquillamente, cominciando a divorare i gamberetti uno dopo l'altro e sorseggiare la birra.
    Ma non ti hanno fatto mangiare a casa della zia? Come cavolo fai a mangiare così tanto, poi ti lamenti che non ti escono gli addominali.
     
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  11. **Kat**
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    IV ~ Attacchi su due fronti: Cocktail e Veleno


    S

    i respirava ari di festa nel gruppetto capitanato da Atasuke-sama e le sue allieve. In realtà il Maestro del Karyuuken non impiegò più di un secondo ad immedesimarsi nell’aria festiva che si respirava all’interno del locale. Sembrò mettere da parte il suo ruolo da Maestro del Dojo, austero e serio con i suoi allievi per condurli verso i Dogmi della base della sua scuola di Kenjutsu.
    La Fuyutsuki sembrava davvero piacevolmente colpita dal cambio di atteggiamento di Atasuke-sama. In realtà l’Uchiha non si era affatto sottratto ai divertimenti e ai piaceri dello Shi-e-En nel Paese delle Sorgenti Termali mesi addietro. Ed anche questa volta riuscì ad adattarsi perfettamente allo spirito generale. Era un uomo dai mille volti, e dagli altrettanti spiriti. Rise alla battuta della sua Allieva, che rubò la famosa citazione di Hoshi-kun, un rinomato Jonin della Sabbia.
    Il termine Ata-boy scatenò l’ilarità generale, anche della composta e tranquilla Miyo-chan, che quasi dovette coprire con ambedue le mani le sue labbra per mascherare quelle incontenibili risate. Anche se la ragazza dagli occhi castani non aveva conosciuto direttamente lo Shinobi di Suna, aveva sentito l’amica narrare quell’aneddoto molto spesso durante le loro cene serali al chiosco o nei rari momenti di noia durante il giorno.
    La Fuyutsuki non si concesse particolare contegno, almeno fino a quando l’Uchiha non la minacciò di morte. Il Maestro del Karyuuken era un uomo imprevedibile, dalle mille sorprese. Aveva a cuore l’incolumità di ogni suo allievo, quindi razionalmente le sembrava davvero difficile prendere sul serio quell’ostile atteggiamento. Li univa un solido legame d’affetto, quasi come un amorevole fratello maggiore ed una irrequieta sorellina minore. Ma la serietà del suo sguardo e l’improvviso movimento della mano sulla Tsuka della Katana le fecero temere il peggio per una frazione di secondo. - Eh..?!? - Non ebbe nemmeno il tempo di razionalizzare. Come sempre il Maestro era preciso, silenzioso ed elegante nei movimenti. Simulò una finta. E quando la Fuyutsuki riaprì gli occhi si accorse di avere ancora la testa ben salda al collo. - Non era divertente.. Atasuke-sama! - Mormorò a denti stretti, mentre distoglieva lo sguardo dalla figura dell’uomo con un lieve imbarazzo sul volto. - Su su.. siamo qui per divertirci. Basta con il broncio! - Provvidenzialmente Miyo-chan intervenne per rasserenare l’animo dell’amica, che si stava riprendendo ancora dallo spavento. Alla fine sul suo volto comparve un sincero sorriso.

    [ … ]

    Inconsapevolmente la Genin si era lasciata incastrare in una sfida che aveva già perso in partenza. La sua giovane età e la mancanza di esperienza con l’Alcool non la vedevano favorita in quella personale lotta di bevute con Kazumi-san. Ma ogni occasione era buona per dimostrare all’Uchiha ed a se stessa che era migliore della sua pupilla su ogni fronte, anche nell’arte del bere. Probabilmente poteva reggere un massimo di tre-quattro bicchieri e si stava già pericolosamente avvicinando alla fine della contesa.
    Sicuramente le provocazioni della rossa non l’aiutavano a ritrovare quel briciolo di buon senso che aveva nella sua testolina. Anche per questo si era lasciata accompagnare da Miyo-chan. Quando la sua razionalità veniva offuscata, per esempio da accessi di rabbia o emotività, interveniva lei con il suo metodico atteggiamento tranquillo e pacato. Raramente la ragazza dalla chioma corvina perdeva la pazienza. Gli occhi color miele di Miyo-chan non persero di vista la sua amica, stava decisamente esagerando con l’alcool. Ma non era ancora giunto il momento di fermarla.
    Intanto la Fuyutsuki continuava a controbattere alle acide battute della nemica dalla chioma scarlatta tra un cocktail e l’altro. Non aveva nessuna intenzione di dichiarare la resa. - Acerba? - Inarcò un sopracciglio per poi lanciare uno sguardo verso il suo discreto ma elegante Kimono, che nascondeva il corpo di una giovane donna tra le pieghe del variopinto tessuto. - Uhm.. Credo che tu sia rimasta indietro nel tempo con la tua testolina scarlatta. Lo Shi-e-En è passato da parecchi mesi ormai. Non c’è più nulla di acerbo in me! - E con fierezza poteva finalmente mostrare le sue curve oltre il taglio del Kimono. Era una donna, una giovane donna. Non aveva più bisogno di riempire i suoi vestiti con cuscini per improvvisare delle curve femminili o truccare il volto per sembrare più grande.
    Come previsto Kazumi-san sottrasse Atasuke-sama del suo Cocktail per equiparare la contesa. Ora avevano bevuto la stessa quantità di Alcool, ed i primi effetti sul volto della Fuyutsuki iniziavano ad essere evidenti. Si sentiva stranamente accaldata e la sua gola non smetteva di bruciare. Kazumi-san ci andava giù pesante con le sue bevande dallo strano ed impronunciabile nome. Un rossore comparve sulle sue guance e non era per l’imbarazzo. Con andatura ferma ed ancora stabile le sue giovani donne si allontanarono dal tavolo dell’Uchiha per parlare senza alcun disturbo. - Certamente, maestro! - Proferì all’unisono con la rossa.
    Arrivate al bancone furono subito servite, anzi la rossa impedì all’oste di portare via la bottiglia. La Fuyutsuki, anche se iniziava a sentirsi nauseata dall’Alcool che aveva appena assunto, non batté ciglio e lasciò che la ragazza riempisse il suo quarto bicchiere. Per ora riusciva ad essere ancora abbastanza lucida, anche perché il suo fiuto da Gossip si era appena attivato. Sentiva aria d’amore tra Atasuke-sama e Kazumi-san. La ragazza sembrò stupita, visibilmente stupita. Anche se in un primo momento negò tutto, o almeno si preoccupò di non recepire l’esplicitò messaggio della Genin. - Nulla che già non sappia? - Ripetè tempestivamente le sue parole, senza lasciarla finire. In realtà nemmeno ascoltò il proseguimento del suo discorso. Desiderava coglierla alla sprovvista e strapparle una confessione. - Quindi significa che ti sei già dichiarata da tempo? Che vi frequentate assiduamente tra le mura del Karyuuken all’insaputa di tutti? - Assottigliò lo sguardo. Pretendeva delle risposte. Si avvicinò maggiormente con lo sgabello. Da lontano Miyo-chan ed Atasuke-sama potevano fraintendere quell’avvicinamento, come due amiche di vecchia data pronte a confessare le loro pene d’amore. - Atasuke-sama ti porta con sé ad ogni ricevimento formale o informale come sua accompagnatrice.. nonostante ci sia un’allieva molto più carina di te al Dojo.. - Ovviamente stava parlando di se stessa. -…Perché portare quella più vecchia e meno carina.. allora? Ci deve essere per forza un coinvolgimento emotivo tra voi due! - L’attenzione della Fuyutsuki non sembrava affatto offuscata dall’Alcool. Inarcò un sopracciglio in direzione della ragazza. - A me puoi dirlo..non lo saprà nessuno!- Era persino pronta a giurare sui Kami. Ovviamente per “nessuno” intendeva lei, Miyo-chan, le sue amiche e tutti gli allievi del Karyuuken. Era uno “scoop” impossibile da non condividere.
    Purtroppo Kazumi-san decise di passare all’offensiva, e gli argomenti non le mancavano affatto. Il suo volto sprofondò nel rossore per l’imbarazzo. Si sentì per alcuni secondi vulnerabile. Non si aspettava di certo un colpo così diretto da una ragazza schiva e riservata. Inarcò un sopracciglio. Aveva deciso di sfoderare anche lei i suoi artigli. E la Fuyutsuki non poteva fare altro che combattere il veleno con il veleno. - Ehi! Ehi! Stiamo parlando di te.. e delle tue pene d’amore. Non delle mie. - Preferiva stendere un velo pietoso su quell’argomento. Non era stata particolarmente fortunata in amore, almeno per ora. Shin-kun e Sano-kun continuavano ad ignorarla, o almeno non si accorgevano che la loro compagna di allenamenti non era più un’acerba ed impulsiva ragazzina. - E poi perché dovrei dichiararmi? Shin-kun e Sano-kun dovrebbero accorgersi di me.. prima che qualcun’altro rapisca il mio cuore. - Ed ogni filtro sembrava saltato dopo il quarto bicchiere. Nel frattempo la rossa stava già rifornendo il suo bicchiere vuoto. - Anzi dovrebbero anche affrettarsi! E duellare tra di loro per ottenere le mie attenzioni e… KYAAAAA! - Avvampò. Si stava agitando e non riuscì a controllare le sue mani finendo per infrangere il bicchiere a terra. -Oh! - Avrebbe dovuto risarcire il proprietario del Ventaglio Segreto per quel bicchiere rotto?
    Miyo-chan invece stava parlando affabilmente con il Maestro della sua migliore amica. Aveva “visitato” il Dojo di Konoha solo saltuariamente e non si era mai spinta oltre i Torii all’ingresso. Era riuscita ad intravedere solo i sentieri immersi nella placida natura ed alcuni allievi che si allenavano all’aperto. Per il resto il Karyuuken restava un grande mistero per lei. Quindi quando Atasuke-sama la invitò personalmente a visitare il Dojo, la ragazza ne fu davvero molto contenta. - Allora ne approfitterò ben volentieri del vostro invito! - Annuì con molta convinzione. Sicuramente una delle sue migliori qualità era la curiosità e la sete di apprendimento, una visita al Dojo dell’Uchiha non poteva far altro che accrescere le sue nozioni ed arricchire la sua esperienza. - Oh si.. ben volentieri! Anzi direi di farci portare anche qualcosa dal buffet! Inizio ad avere un po’ di fame e non si beve mai a stomaco vuoto. - Come sempre Miyo-chan si dimostrava sempre più coscienziosa della sua migliore amica, che si era lanciata in una folle sfida di alcool con l’allieva prediletta del Karyuuken.
    L’Uchiha riuscì a richiamare l’attenzione di cameriere che vagava per i tavoli servendo i vari invitati. Riuscì a recuperare un vassoio con vari assaggi del buffet. C’era di tutto in quel piatto, da specialità del locale ai piatti più tradizionali del Paese del Fuoco. La ragazza allungò la mano per afferrare uno stuzzichino. Ovviamente accettò ben volentieri l’ordinazione dell’uomo, che si preoccupò di recuperare un Cocktail anche per lei. - Siete molto gentile. Scommetto che le donne del villaggio faranno la fila per godere delle vostre attenzioni. - Era innegabile il fascino che traspariva dall’Uchiha. E per Miyo-chan era il momento di passare all’attacco. Anche lei era molto curiosa di conoscere meglio il Maestro del Karyuuken e scoprire la situazione della sua sfera sentimentale. - Allora? Non siate timido o troppo modesto. - L’avvertì prima di sorseggiare il suo Cocktail. Anche Miyo-chan, per quanto seria e composta potesse essere, amava il gossip.
    Il fulcro della discussione si spostò verso Okada-sensei, il Chuunin criticato ed amato da tutto il Villaggio di Konoha. La ragazza dalla chioma corvina aveva decisamente un’opinione “diversa” del teorico. Apprezzava il suo metodo d’insegnamento, anche se impostato sul terrore e continue verifiche a sorpresa, ma non cadeva nel suo stesso errore. Considerava la teoria e la pratica allo stesso livello d’importanza. Abbozzò un sincero sorriso verso Atasuke-sama. - Non ci ho ancora pensato in verità. Per ora cerco di affinare le mie capacità e guadagnarmi il giubbotto da Chuunin. Poi sarà l’esperienza e le mie passioni a guidarmi verso la giusta strada. - Aveva le idee abbastanza chiare. - E voi? Che progetti avete per il futuro? - Ribaltò la domanda.


     
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    Due Obiettivi Simili



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    La strana domanda della Uchiha non turbò il ragazzo, che anzi sembrò ben propenso a risponderle, molto più di quanto la ragazza non si aspettasse. Che non fosse poi così completamente impacciata nelle relazioni sociali, poi?
    Ascoltò con attenzione la sua storia senza mai interromperlo e cercando di non perdere ogni dettaglio. Non essendo mai stata una particolare chiaccherona era al contrario un'ottima ascoltatrice, e le piaceva sentire le storie delle altre persone: aveva sempre modo di capire meglio chi si trovava di fronte in quel modo e questo la aiutava ad empatizzare con gli sconosciuti -oppure semplicemente a capire quanto in realtà la persona che aveva davanti non le piaceva nemmeno un po'-. Fortunatamente Shin ricadeva nel primo caso, la sua storia era interessante.

    Kinryu? In effetti non ne avevo mai sentito parlare prima a Konoha. Si sono trasferiti qui solo i tuoi genitori oppure anche altri membri del clan? nascose la sua curiosità riguardo alla provenienza di quel clan di cui non aveva mai sentito parlare, ma non le sembrava educato né delicato andare ad indagare su quell'argomento quando lo stesso ragazzo aveva ben specificato quanto fosse taboo parlarne anche nella sua stessa casa. Si fermò ad osservarlo qualche istante cercando di individuare dai suoi tratti somatici qualche caratteristica che le facesse intuire da che paese provenissero i suoi eredi, senza però riuscire ad trovare nulla di particolare. Se lei portava addosso i chiari tratti somatici degli Uchiha -capelli lisci e neri ed occhi a mandorla dello stesso colore-, il ragazzo non sembrava avere nessun tratto che le ricordasse qualcosa o qualcuno in particolare.
    Durante il racconto la voce di Shin aumentò man mano di tono ed accelerò, segno di quanto lo studente fosse preso dalla sua stessa storia. Ma nello stesso modo in cui si era agitato si riprese velocemente, tornando ad essere tranquillo e composto come pochi minuti prima
    Se sono scappati in questo modo da tutto e tutti, forse erano perseguitati? Che Shin sia il possessore di un'abilità innata che nemmeno sa di avere? pensò fra sé e sé: sapeva quanto possedere determinate abilità fosse a volte più una condanna che una benedizione, anche diversi del suo stesso clan avevano subito le conseguenze di esserne portatori. Ma non espresse questa sua teoria a Shin: considerato quanto si era agitato semplicemente raccontando la storia era possibile che una simile affermazione aumentasse ancora di più i dubbi che aveva sull'origine della sua famiglia.

    I suoi pensieri furono interrotti dalla seguente domanda del ragazzo. Sorrise leggermente prima di rispondere
    Abbiamo obiettivi simili, io e te. Sembrerà scontato, ma anche io desidero migliorarmi sempre di più, per poter essere in grado di difendere il mio villaggio e soprattutto il mio Clan. Quello che porto dietro alla schiena... disse, indicando con la mano il ventaglio rosso e bianco ...è molto più che un semplice ricamo per me. Intendo portare onore al mio clan, così come hanno fatto i miei genitori prima di me, e prima di loro i miei nonni concluse, osservando negli occhi il ragazzo qualche istante prima di bere un'altro sorso del suo drink. Più di una volta si era sentita dire quanto il suo obiettivo fosse stupido, quanto invece che pensare al clan "avrebbe dovuto pensare alla sua individualità e smettere di dare tanto peso all'onore degli Uchiha", ma poco le importava. Sperava in cui suo che Shin non la pensasse allo stesso modo, quel ragazzo le stava simpatico, ma se si fosse dimostrato scettico sul suo obiettivo, le cose sarebbero potute cambiare molto velocemente per lei.




    Edited by Kairi Uchiha - 25/5/2016, 11:12
     
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    Kairi si dimostrò molto interessata alla sua storia, al punto da porgli alcune domande. Sorridendo, le spiegò che diversi membri del clan si erano trasferiti nel Paese del Fuoco intraprendendo una serie di attività assai diverse, per la maggior parte nel campo del commercio e dei trasporti. Il nonno e il padre ad esempio, continuò a spiegare il giovane, avevao aperto un emporio nel Villaggio dopo il loro arrivo. So che alcuni rami si sono stanziati in altri Paesi, ma con loro intratteniamo contatti sporadici. Che io sappia a Konoha stanno solo mio nonno, mio padre e mio zio. Lui è diventato chunin giovanissimo ed adesso sta facendo carriera, ma a causa di ciò non lo vedo più spesso come un tempo. In parte è stato seguendo le sue orme che sono entrato in Accademia! Il fratello del padre era stata una figura importante per l'infanzia di Shin e non c'era da sorprendersi che lo avesse segnato profondamente. Molte delle notizie sulla storia della sua stirpe provenivano proprio da lui. Quelle confidenze segrete tra zio e nipote avevano avuto l'effetto di avvicinarli ancora di più. Per questo Shin non vedeva l'ora di incontrare il parente ogni volta questi riusciva ad ottenere un periodo di ferie tra una missione e l'altra.
    Ascoltando le parole della giovane Uchiha provò per lei una viva ammirazione. Amore per la famiglia, per il clan, per il Villaggio erano tutti valori che Shin condivideva con lei e per i quali si allenava duramente. Con uno sguardo di approvazione, dopo averla lasciata concludere rispose con voce decisa. Io credo che le tue aspirazioni siano nobili e sono sicuro sarai all'altezza dei tuoi predecessori e, d'istinto, le pose delicatamente una mano sulla spalla Metticela tutta... Anzi, mettiamocela tutta! Faremo vedere al mondo cosa siamo in grado di fare. Gli occhi di Shin brillavano pronunciando quelle parole. Non importa cosa avrebbe dovuto attraversare per realizzare i suoi obiettivi, avrebbe dato tutto se stesso. Come se si rendesse conto solo allora del contatto fisico con la kunoichi, ritrasse la mano chiese perdono per essere stato così sfrontato chinando ripetutamente la testa in segno di scusa. Ma cosa mi salta in mente! Devo stare più attento, non posso distrarmi così! Spero non l'abbia presa troppo male Per qualche strano motivo ci teneva a fare bella figura con lei. Probabilmente trovava in lei un'anima affine, come non gli era mai successo prima di allora. Per evitare che quel suo gesto maldestro la facesse sentire a disagio fu lesto a trovare un argomento con il quale proseguire la conversazione e distrarla. Quindi stai ancora frequentando le lezioni in Accademia in questo periodo o ti alleni a casa in attesa degli esami? Se avesse risposto positivamente alla prima domanda Shin avrebbe proseguito In questo caso potremmo trovarci qualche sera. Non conosco molte persone là e non so mai come passare il tempo. Oltre che allenandomi e studiando, è chiaro. A quel punto sorrise imbarazzato, portando una mano dietro la testa. Per quanto la frase fosse stata pronunciata con intenzioni assolutamente innocenti, si rese conto -troppo tardi purtroppo- che poteva anche essere fraintesa. Se Kairi gli avesse detto di allenarsi a casa in quel periodo, Shin avrebbe inoltre aggiunto, allegro Sarei curioso di vedere come te la cavi! la ragazza aveva infatti un'aria tutt'altro che bellicosa seduta al Ventaglio Segreto, ma il giovane sospettava che dovesse nascondere una grande forza d'animo. Altrimenti avrebbe dovuto rinunciare presto ai suoi sogni. Se l'aspirante kunoichi avesse espresso interesse per la sua proposta, dopo averci pensato un po' su a Shin sarebbe venuta un'idea. Domani mattina hai qualcosa da fare? Potremmo vedere se c'è un campo da allenamento libero, di quelli gestiti dal villaggio. Prometto che ci andrò giù leggero. In effetti allo studente non piaceva per nulla l'idea di fare del male ad una ragazza, tanto meno ad una possibile amica. Ma se aveva scelto quella strada, come lui, doveva essere pronta ad accettarne i rischi e non le avrebbe certo fatto un favore risparmiandosi, anzi. Se volevano diventare più forti, non avevano altra scelta se non quella di superare i propri limiti. Nel suo caso, riflettè Shin, avrebbe dovuto semplicemente considerarla un avversario come un altro, senza riguardi per il suo sesso. Però sarebbe un peccato se rovinassi un viso così carino...
     
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    Parlato Kazuki
    Pensato Kazuki
    Parlato altri

    Riapertura del locale

    Un Uchiha?





    La giornata sembrava monotona anche se era cominciata da poco dato che erano solo le dieci del mattino, ma con il sole alto nel cielo e l'attività solita mattutina delle signore konohaniane che andavano al mercato, già si poteva comprendere come sarebbe proseguita. Queste però erano le giornate migliori per i ninja della foglia per allenarsi e sfruttare la calma dell'ambiente circostante e della natura; infatti si potevano già udire delle urla di fatica provenienti dal campo di addestramento, probabilmente dei chunin nella loro routine settimanale (i corsi al momento non c'erano).
    Per Kazuki era un'occasione per stare rilassato senza fare un cavolo nella propria casetta, nonostante gli altri si stessero allenando; si era svegliato abbastanza presto, causa sole negli occhi non avendo chiuso la tenda la sera prima, e adesso si preparava per la colazione. Si recò in cucina dove già la mamma era intenta a pulire le mensole, e si preparò un bicchiere di latte tiepido.

    Guarda che era già pronto eh?

    Indicando con un dito verso i fornelli, la mamma gli fece notare che gli aveva appositamente preparato del latte caldo in precedenza e adesso si era fatto appunto tiepido.

    Porca miseria eccolo la, te ne ho fatto preparare uno per nulla scusami.

    Mentre finiva la colazione notò che sul tavolo era accartocciato un pezzo di carta, lo prese e dopo aver posato il bicchiere, lo aprì.

    Ma questa è una locandina....un'inaugurazione di un locale.....perchè l'avevi accartocciata? Sembra interessante invece....penso che andrò a dare un'occhiata che ne dici?

    No niente l'avevo semplicemente non le avevo dato importanza e stavo per buttarla; comunque devi sapere che è una riapertura....nel senso che prima già c'era una locanda lì, poi chiuse. Adesso da come ho sentito a riaprire quel locale è un Uchiha.

    Sentita la spiegazione, ma soprattutto chi era ad aprire il locale, Kazuki annuì e prese la sua decisione, corse in stanza a prepararsi prendendo il necessario; indossò un paio di pantaloni sportivi e una camicia abbastanza elegante ma sbottonata al petto, abbinò delle scarpe semi sportive sotto e si avviò.

    [...]



    Una volta arrivato all'ingresso del locale si preparò ad entrarvi salutando l'uomo che era sulla porta.

    Buongiorno buon uomo e buon lavoro!

    Accompagnando il saluto con la mano, girò il suo sguardo verso l'interno ed entrò. Percorse un tratto dell'interno del locale per poi giungere ad un bancone.

    Salve, potrei avere una birra? Grazie in anticipo signore...

    Intanto si voltò per notare la confusione che c'era già all'interno della sala, probabilmente era stato uno degli ultimi ad arrivare poichè già c'erano molti gruppetti formati; si rimise composto sotto il bancone e attese.




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    Parlato Asami
    Pensato Asami
    Parlato Altri


    Un brusio di voci fu la prima cosa che notò la giovane donna. Le parole si accavallavano tra di loro, confondendo per un primo momento la kunoichi. Ammirava il locale in tutta la sua semplicità, ma non per questo risultava sgradevole. Anzi tutto era abbinato nei minimi dettagli. Il bancone era situato poco distante dall’entrata. Era ornato da numerose pietanze messe a disposizione dal locandiere, sicuramente in occasione dell’inaugurazione. I tavolini, posti di fronte al bancone, erano rivestiti di una stoffa rossa con sopra un ventaglio dal colore nero. L’interno del locale era completamente in legno, dalla struttura ai singoli sgabelli in prossimità del bancone, dandogli uno stile rustico ma allo stesso tempo elegante. Reso così, forse, dal locandiere per attirare ogni tipo di clientela, dal semplice cittadino al nobile del villaggio. O del Paese come lo era Asami, poichè nonostante la sua decisione di intraprendere la carriera ninja il suo cognome, Hoshiyama, le dava lo status nobiliare ottenuto fin dalla sua nascita. Ma fortunatamente sia durante la presentazione con il giovane proprietario all’ingresso sia in altre occasioni nessuno aveva mai fatto caso a quel cognome. Molto probabilmente il commercio effettuato dal padre di Asami, in collaborazione con suo fratello (cioè Bumi) non aveva toccato la città più importante del paese del Fuoco, Konoha. Come mai non riuscì a portare la sua fama all’interno della città? Per la numerosa concorrenza? Perchè puntava altri paesi o altro tipo di acquirente? Oppure non aveva intenzione di commerciare con coloro che avevano a che fare con gli shinobi, creando così accordi solo con gli altri commercianti o nobili?
    In realtà la kunoichi della foglia non aveva la minima idea dell’origine di tutta quella ricchezza. Certo la sua famiglia aveva origini nobili. Ma chi gli aveva dato quello status sociale? Cosa avevano venduto i suoi antenati per creare così tanta richezza? L’antica famiglia aveva ampliato il suo commercio oppure commerciavano sempre lo stesso tipo di prodotto o materiale? E in più cosa commerciavano? Poteva scoprire qualcosa in più chiedendo a suo zio. Infatti, rispetto alla figura paterna, era stato molto più comprensivo riguardo alla scelta presa dalla ragazza dai capelli rossi. Ma ormai erano passati circa 6 mesi da quando aveva messo piede per la prima volta nella città di Konoha. Ma durante la sua permanenza pensò solamente alla carriera appena intrapresa dando per scontato le sue origini. Sta di fatto che la famiglia Hoshiyama era una tra le più ricche e nobili del paese del Fuoco, ma anche una tra le più misteriose vista la dubbia origine…

    [...]

    Si avvicinò al bancone e cercò qualcosa da mangiare. C’era l’imbarazzo della scelta, dalla carne al pesce. Squisiti piatti erano messi in bella mostra pronti per essere mangiati. Così la diciottenne decise di prendere un paio di spiedini. Erano squisiti e in più non serviva il piatto per mangiarli. Così ne approfittò per continuare il giro del locale, gustando il cibo appena preso al bancone.

    §Vediamo cosa può offrire il locale...§

    Oltre ai pochi tavoli posti di fronte al bancone, c’era anche una scala che portava ad un piano inferiore. Così decise di esplorare anche l’altra sala, facendo molta attenzione a non cadere. Nonostante il legno era consumato dal tempo era abbastanza solido da non cedere sotto il peso di un essere umano. Dopo l’ultimo gradino, Asami scrutò con i suoi occhi dal colore verde smeraldo la nuova sala, molto diversa rispetto alla precedente. La prima cosa che notò la Genin fu la presenza di un palcoscenico e un numero considerevole di privè. All’interno della sala c’erano numerose persone, probabilmente già mezze ubriache visto la presenza di numerose bottiglie di sakè mezze piene o vuote, dipendeva dai punti di vista. Tra le numerose persone ci fu una in particolare che attirò la sua attenzione. Ma non per la sua bellezza bensì per il suo strambo aspetto. I suoi abiti dai colori accesi e dai vari motivi a strisce o a pois e il volto truccato in modo eccessivo colpirono l’attenzione della ragazza. Chi era e perchè era vestito in modo così strano? Lavorava all’interno della locanda come animatore? Probabile anche perchè successivamente iniziò a suonare una strana canzone. Anche gli altri clienti lo seguirono a ruota anche se molto probabilmente solo lo strano individuo conosceva quelle parole. La voce purtroppo era molto intonata. Ed Asami se ne accorse subito poiché, durante la sua infanzia, gli furono impartite lezioni di alcune discipline artistiche tra cui la danza e il canto. Anche se aveva del talento non s’impegnò mai abbastanza per affinare queste sue abilità. Ma nonostante ciò il clown riuscì ad intrattenere ed a trasmettere tanta felicità al pubblico con tanta facilità che la ragazza non potè che sorridere di fronte a quei festeggiamenti. Ma la maggior parte dei presenti erano ubriachi ed Asami non aveva un motivo valido per rimanere in quella stanza. Così decise di lasciare la stanza e di ritornare di nuovo al bancone. Quando si trovò a metà strada tra le due stanze l’uomo, che finora aveva suonato e cantato, cercò di richiamare l’attenzione di tutti soprattutto del locandiere.

    -Locandiere ! Dovunque tu sia noi ti ringraziamo per questo giorno ! Questi calici sono per te ! Alla tua salute ! E voi razza di ubriaconi maleodoranti vedete di spendere qualcosa oggi. Non fate come quelli di Suna, tirate fuori la grana !-


    A quanto pare il presentimento di Asami era totalmente sbagliato. Il personaggio che fino a poco prima regalò a a tutti un pò di divertimento non era altro che uno dei numerosi clienti che quel giorno si recarono all’inaugurazione. Era un semplice cittadino di Konoha!
    Al pensiero la ragazza non riuscì a trattenere lo sguardo divertito. Con lo stesso sguardo si avvicinò al bancone e, occupando uno degli sgabelli, iniziò a ad assaggiare gli altri piatti messi a disposizione. C’era ancora del cibo, così la ragazza ne approfittò per prendere ciò che desiderava di più, come gli spiedini di carne e alcune verdure. Dietro al bancone c’era una ragazza indaffarata nel suo lavoro, cioè quello di preparare cocktail e servire diversi tipi di alcolici. Cercò di richiamare l’attenzione della barista alzando e agitando il braccio destro. Dopodiché iniziò a parlare, alzando leggermente la voce per farsi sentire dalla ragazza.

    -Vorrei del vino… Mmm… Vino rosso, grazie!-

    Perchè il vino? Perchè era l’unico alcolico che fin’ora aveva bevuto. Infatti la famiglia Hoshiyama, durante le varie riunioni di famiglia o in altre occasioni, offriva il vino più buono e pregiato in circolazione. Di sicuro quello offerto dalla locanda era un vino di bassa qualità. Ma la ragazza non volle rischiare con strani cocktail o altri alcolici. In più il vino rosso era perfetto per accompagnare il piatto di carne che in quel momento stava addentando. Nel frattempo si guardava in giro, chissà magari rivedeva di nuovo il clown e farsi altre quattro risate. Ma ciò che notò fu solo una ragazza, anche lei vicino al bancone, vestita con un lungo e particolare vestito nero. In tutti quei mesi non aveva mai visto individui così bizzarri.

    §Prima quel pagliaccio… e adesso lei con quel vestito strano...§

    -Ahahahah! Konoha è proprio una strana città…-
     
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