Verso l'esame genin e oltre!

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    Anche quella mattina, Shin si alzò all'alba. Da quando aveva conosciuto Shunsui la sua vita era cambiata radicalmente, almeno per quanto riguardava la serietà con la quale affrontava la sua vita da aspirante ninja. Fece rapidamente colazione con un paio di fette di pane tostato e della frutta poi, afferrato il borsone, si diresse al suo appuntamento quotidiano. Arrivò per primo al campo da addestramento dietro l'Accademia, quindi decise di fare un paio di giri di corsa come riscaldamento. Ogni giorno cercava di impiegarci sempre meno tempo per cui, puntualmente, il compagno lo trovò già matido di sudore al suo arrivo. Buon giorno Shunsui Shin dovette rifiatare prima di poter proseguire, mentre con il dorso della mano scostava alcune gocce che dalle sopracciglia colavano sugli occhi. Da oggi le lezioni sono sospese per permettere agli studenti di prepararsi agli esami, quindi se per te va bene possiamo allenarci fino a pranzo. Solitamente infatti interrompevano gli esercizi dopo un paio d'ore, in modo da presentarsi ripuliti e puntuali in aula. Fecero insieme un adeguato riscaldamento prima di iniziare. Esercizi di potenziamento, di resistenza e di precisione prima di tutto. Dopo una piccola pausa fu il turno delle armi. Una delle competenze base richieste agli studenti era la mira, quindi lanciarono più e più volte tutto il loro equipaggiamento di kunai e shuriken contro una serie di usurati bersagli posti a distanze diverse. Era noioso e ripetitivo, ma grazie alla pratica ormai sia lui che il Sunese mandavano a segno quasi tutti i colpi. Visto che entrambi amavano il rischio non di rado si sfidavano ad evitare i colpi del compagno, solitamente ponendo delle condizioni extra, come l'obbligo di schivarli o pararli, oppure ancora di intercettarli con le proprie armi. Quel giorno non fece eccezione e Shin, nonostante avesse dato buona prova di sé, rimediò un taglio sul braccio sinistro per essere stato troppo lento, ma non ci diede peso e dopo una rapida fasciatura si diedero il cambio. Visto che avevano più tempo del solito, oltre al solito scambio di calci, pugni e parate coordinate, Shin pensò che non sarebbe stato male un po' di combattimento libero e lo propose all'amico, sicuro di raccogliere la sua approvazione.
    Lo scontro, senza vinti né vincitori, li lasciò ammaccati e doloranti. Tra sbucciature, piccoli tagli e lividi vari avrebbero fatto disperare qualunque madre. Fortunatamente per loro, non erano lì a guardare la condizione pietosa in cui versavano. Eppure in qualche modo avevano la dottoressa Kyaka a farne le veci. Succedeva spesso purtroppo che i due si faccero prendere la mano ed esagerassero, dovendo quindi farle visita in infermeria per farsi rattoppare. Le prime volte la donna si trasformava in una furia, e Shin si riprometteva di prestare più attenzione per evitare di doversi nuovamente rivolgere a lei, ma poi puntualmente l'adrenalina dell'allenamento prendeva il sopravvento ed erano punto da capo. Con il tempo la dottoressa prese ad accoglierli semplicemente sospirando e scuotendo la testa. Ovviamente la responsabilità cadeva sempre, per preconcetto, su Shunsui e Shin si guardò bene dal farle cambiare idea. Quel giorno poi, avendo tutta la mattina libera, ci avevano proprio dato dentro ed una sosta per farsi mettere a posto era assolutamente necessaria.
    Quando fecero il loro ingresso nella stanza la dottoressa era seduta a gambe incrociate su uno sgabello, intenta a sfogliare una rivista femminile. Si rivolse a loro senza alzare gli occhi dalla pagina, riconoscendo i passi. Oh eccovi qua. Siete in ritardo oggi, stavo iniziando a sperare che non arrivaste più. Sospirando, chiuse la rivista e la scagliò sulla vicina scrivania, squadrandoli da capo a piedi. Proprio un bel lavoro, complimenti. A tutti fu chiara l'ironia nella sua voce. Sì, decisamente Shin era felice di non averla come madre. Con un'aria rassegnata, indicò Shunsui con un dito. Prima tu. Lo studente di Konoha attese quindi il suo turno pazientemente, pensando a cosa avrebbe potuto mangiare più tardi in mensa. Mentre da poco più in là giungevano i lamenti del sunese ad ogni passaggio di disinfettante sulle ferite, decise che aveva voglia di pollo al curry con il riso.

    Dopo pranzo i due si accomodarono in una stanzetta isolata e silenziosa, tirando fuori appunti e libri di testo. Era stato Shin, in una delle sue interminabili esplorazioni, a trovare quel posto, e l'aveva ritenuta perfetta per lo studio disperato che li aspettava. Per quanto la vita ninja fosse principalmente scandita da missioni e allenamenti, loro erano ancora studenti alle prime armi costretti a sgobbare sui libri per imparare un sacco di nozioni teoriche sul chakra, le tecniche, le strategie e molto altro. Più di una volta, alzando gli occhi dal foglio, Shin si era ritrovato a chiedersi se quelle cose gli sarebbero poi effettivamente servite un giorno. Ormai mancava meno di una settimana all'esame genin e, per quanto si considerasse sufficentemente preparato per la teoria e abbastanza in forma per la pratica, Shin rimaneva insicuro. Quindi meglio studiare nuovamente tutto il capitolo sulla storia dei Villaggi, che ormai sapeva a memoria, o continuare a scagliare kunai contro i bersagli come quella mattina, anche se 9 su 10 finivano sempre entro il cerchio più piccolo. Shunsui, te come sei messo? Più di una volta si chiedeva se il compagno gli stava dietro con gli studi visto che, a differenza degli allenamenti, non aveva nessun riscontro diretto. Si lasciò andare sulla sedia, fissando il soffitto. Una settimana eh?


     
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    Ciao Shin!Shunsui alzò la mano destra salutando il suo compagno di allenamento, il quale si era già dato parecchio da fare quella mattina. Il sunese se l'era presa più con calma avendo studiato la sera prima fino a tardi.Ah meno male che non dobbiamo andare più in classe! Finalmente possiamo preparare questo esame in santa pace! La loro routine era semplice e chiara. Esercizi fisici per scaldarsi e per potenziare l'apparato scheletrico e muscolare, esercizi con le armi, combattimento. Ormai i due ragazzi conoscevano abbastanza bene come l'altro si comportava nell'uno contro uno, ciò nonostante non si risparmiavano mai. Anzi, conoscere le mosse dell'avversario prolungava i combattimenti in serie sempre più complesse di finte, attacchi, schivate e così via. Nonostante la differenza di età, il giovane di Konoha picchiava tanto forte quanto Shunsui, il quale anzi si confortava nel vedere che non era da meno al giovane talento della Foglia. Tuttavia, il corpo a corpo decisamente non era il suo forte. Certo, stava apprendendo tutte le tecniche di base, ma per inclinazione naturale il suo corpo tendeva ad essere più agile e scattante invece che forte e robusto. Nel maneggiare le armi, invece, era tutta un'altra cosa. Forse perchè Shunsui aveva sempre avuto un buon feeling con i manufatti realizzati dalle mani umane, maneggiare le armi gli riusciva quasi naturale. Inoltre, durate i suoi studi aveva sempre mostrato un grande interesse per le tecniche di fabbricazione, le varianti costruttive e la storia dei vari armamenti. Sfortunatamente, come studenti, avevano accesso a davvero poca attrezzatura: kunai e shuriken erano praticamente le cose più interessanti.
    Ahh....basta così per oggi che dici?Disse il sunese dopo 4 ore di allenamento. Shin mostrava svariati lividi e sbucciature, più un taglio di poca rilevanza subito in seguito all'allenamento con le armi. Anche Shunsui aveva riportato svariati lividi, almeno un paio sul volto a causa di alcuni colpi ben assestati di Shin, più un paio di dita leggermente lussate del piede destro.Diavolo che male! E ci ho pure messo le fasce su questo piede. Devo chiedere alla dottoressa Kyaka di sistemarle meglio questa volta. Quella all'infermeria era una tappa che raramente saltavano dopo i loro allenamenti. Un po' perchè dovevano essere quasi perennemente rattoppati, un po' perchè Shunsui ci provava quasi gusto a vedere l'espressione disperata della buona dottoressa. Si erano presentati così tante volte davanti a lei che Shunsui aveva iniziato settimanalmente a portarle un piccolo regalo, giusto per calmare le acque, diceva a Shin.
    Dopo pranzo, finito il naturale intontimento per il cibo, Shin e Shunsui si dedicavano allo studio matto e disperatissimo dei testi di preparazione all'esame. Lo studio fatto al tavolino era quello che stava più stretto al sunese, sempre abituato a viaggiare ed a stare all'aria aperta. Tuttavia, l'impegno che vi metteva era il massimo che gli era possibile.Come sto messo dici? Shunsui alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e si passò la mano destra sulla corta barba ispida che gli era cresciuta in viso.Questa roba mi fa schifo! disse chiudendo un libro sulle basi dell'utilizzo del chakra. Si voltò verso il suo zaino e tirò invece due piccoli tomi che non erano propriamente tra i libri consigliati. Uno era un manuale di veleni e l'altro un'introduzione alla creazione di trappole:Questa è roba davvero forte. Veleni e trappole: ci sono cose scritte in questi due libri davvero super interessanti. Li avrò letti un paio di volte ciascuno! Chiaramente per leggere tutte quelle volte quei due volumi aveva tralasciato altre nozioni, tipo roba di storia e geografia. Eppure, quando Shin gli avrebbe fatto notare che non era il caso di saltare quegli argomenti, lui avrebbe semplicemente risposto:Tutta la storia e la geografia che mi serve la conosco tramite i miei viaggi. Non ho bisogno di un libro che mi dica come sono fatti i monti che sono presenti nel Paese del Fulmine, se li ho visti con i miei occhi!! Così dicendo si ributtava poi a leggere un capitolo di una materi a casaccio tra quelle che non stava volutamente ignorando.

    Quella settimana passò in un lampo.
     
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    Una settimana movimentata...
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    Per usare un eufemismo, i sette giorni che lo separavano dall'esame genin Shin se li era immaginati leggermente differenti.
    Il primo inconveniente che fu costretto ad affrontare fu la convocazione, piuttosto inaspettata, da parte del Villaggio della Foglia. Era stata richiesta la presenza di un paio di studenti per una missione di piccolo calibro. Shin avrebbe potuto teoricamente rifiutare, ma non vedeva il motivo di farlo. In fin dei conti si sarebbe dovuto assentare solo un paio di giorni e con il programma di studio ormai era quasi a posto. Inoltre, sebbene rifiutasse di ammetterlo, era emozionato per avere finalmente un compito da svolgere per il suo villaggio. Sì certo, era un incarico al limite della banalità, ma era comunque un inizio. La sera prima della partenza diede appuntamento a Shunsui per comunicargli di persona che si sarebbe assentato per qualche giorno. Aveva scelto un piccolo locale appena al di fuori del quartiere dormitorio dove risiedevano gli studenti che desideravano soggiornare nei pressi dell'Accademia per poter seguire più agevolmente i corsi. Come era lecito aspettarsi era occupato principalmente da aspiranti ninja e l'atmosfera era sempre allegra. Il piano inferiore era riservato ai più giovani e non vi venivano servite bevande alcoliche, mentre per accedere al piano superiore dei ligi inservienti verificavano che i ragazzi avessero l'età per bere. Shin si accomodò in un tavolino da due con vista sulla porta, sbracciandosi per attirare l'attenzione dell'amico una volta che questi ebbe varcata la soglia. Decise di togliersi il pensiero subito dopo aver ordinato qualcosa spiegandogli la situazione. ...e così domani mattina devo presentarmi negli uffici di Konoha per ricevere i dettagli della missione, ecco tutto. Attese che il sunese metabolizzasse la notizia, poi soggiunse rivolto più a sé stesso che al collega Visto che ci sono potrei passare un po' di tempo con i miei. Sono sicuro che Hina ne sarebbe felice. Sorrise al pensiero della sorellina. Non aveva detto ai suoi che sarebbe tornato a Konoha, quindi le avrebbe fatto una sorpresa. A quel punto fissò Shunsui. Per quanto i due si frequentassero ormai da tempo il ragazzo lesinava le informazioni sul suo passato e Shin rispettava il suo riserbo sull'argomento. Decise quindi di cambiare velocemente argomento. Tu vedi di andare avanti a studiare però, io mi metterò al passo non appena tornerò! La serata trascorse tranquillamente e il giovane della Foglia insistette per pagare tutto lui, sentendosi in qualche modo in colpa per abbandonare l'amico ai libri mentre lui andava, in un certo senso, a divertirsi sul campo. Si salutarono convinti di rivedersi presto, ma il destino a volte gioca brutti scherzi.

    I giorni trascorsi a Konoha erano stati ricchi di avvenimenti ed incontri e Shin non vedeva l'ora di incontrare l'amico per condividerli con lui. Appena messo piede nell'appartamento che aveva affittato per seguire i corsi, tuttavia, notò una piccola busta bianca sul pavimento, poco distante dalla porta. Qualcuno doveva averla infilata durante la sua assenza. Seduto sul letto, la aprì con circospezione e lesse la breve comunicazione che vi era contenuta. Ma che cavolo... Il suo docente aveva avuto la bella idea di organizzare un ripasso generale del programma di gruppo, quindi avrebbe dovuto presentarsi nuovamente in classe l'indomani. Esausto per il viaggio e alterato per quell'ennesimo imprevisto sistemò rapidamente i bagagli e andò a riposarsi. Aveva pensato di avvisare Shunsui del suo rientro, ma ormai era tardi, sarebbe passato a trovarlo l'indomani prima di lezione. Mentre prendeva rapidamente sonno un ultimo pensiero gli attraverso la mente. Sempre il solito fortunello eh?

    Shunsui non era a casa quando passò a cercarlo. Probabilmente il sunese si stava allenando anche senza di lui, e Shin si diede dello stupido da solo per non averci pensato. Ormai però era tardi per raggiungerlo, ammesso si trovasse là, quindi si diresse direttamente a lezione. La giornata passò lenta e noiosa. Il professore stava ripetendo degli argomenti che il foglioso aveva già ripassato da solo prima di partire per Konoha. Sovrappensiero, Shin prese a disegnare un profilo femminile sul suo quaderno. Assomigliava ad una giovane Uchiha di sua recente conoscenza in effetti. Per completare l'opera aggiunse il ventaglio, simbolo del clan, sul bordo della pagina. Vorrei anche festeggiare il compleanno con Shunsui, ma gli ho già offerto da bere prima di partire, cosa potremmo fare? Magari possiamo trovare un posticino carino dove mangiare. Quello conosce solo la mensa qua. Se la rise tra sé, attirandosi lo sguardo accigliato del docente il quale, per verificare che fosse attento, gli rivolse una domanda sul tantien, alla quale lo studente rispose facilmente con suo disappunto.

    Ed ancora, la sorte gli giocò un tiro mancino. Dopo lezione aveva cercato di mettersi in pari con il suo piano di studi ed era uscito dalla biblioteca tardissimo. Probabilmente Shunsui lo avrebbe comunque accolto volentieri nonostante la tarda ora, visto che non si vedevano da un po', ma Shin si fece riguardo nei confronti dell'amico e decise che lo avrebbe cercato il giorno successivo. Solo che, quella mattina, il giovane di Konoha si svegliò in una cella. Se non altro, avrebbe avuto storie da raccontare a Shunsui per molto, molto tempo.
     
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    Ma che sfiga! Disse Shunsui dopo aver dato un lungo sorso alla sua spremuta di arancia. Il sapore del frutto era aspro e dolce allo stesso tempo e gli asciugava la bocca. Normalmente non avrebbe preso un analcolico, ma si erano seduti nella sezione per i più giovani dove non servivano alcool. Lo studente stava ascoltando con attenzione le parole dell'amico, il quale gli aveva raccontato di dover partire per il suo paese natale per svolgere una piccola missione voluta dai suoi superiori a Konoha. Certo, una grande responsabilità, ma a pochi giorni dall'esame genin poteva essere un problema.Si infatti almeno vedrai la tua famiglia. E poi le missioni sono una sorta di allenamento dopo tutto, no? disse con un sorriso per tirar su di morale il giovane ninja della Foglia.Beato lui! Almeno si distrae un po'....io invece dovrò stare a marcire sui libri...Si....tanto non ho nient'altro da fare! Mica sono un VIP come te, che ti chiamano per svolgere le missioni! A me al più chiederebbero di pulire i corridoi polverosi dell'Amministrazione di Suna! I due ragazzi continuarono a discutere del più e del meno. Nonostante il divario di età era piacevole passare del tempo con il foglioso. Molti degli altri studenti non socializzavano molto con il Ramingo, il quale non solo era vecchio, ma aveva anche la fama di essere (immeritatamente) un attaccabrighe. Anzi, proprio per questi motivi, molti studenti avevano quasi paura di lui, cosa che Shunsui aveva scoperto solo recentemente e con stupore. A Shin tutto questo non importava, e questa era la cosa che più apprezzava. Trascorsero così un paio di ore, alla fine delle quali Shunsui salutò Shin, augurandogli un in bocca al lupo per la missione.

    Il giorno successivo, Shunsui si ritrovò di nuovo all'accademia per studiare, come era solito fare da qualche tempo a quella parte. Doveva ammettere che, senza il compagno foglioso, che era un buon esempio da seguire in quanto a diligenza verso lo studio, faceva fatica a trovare la concentrazione e la voglia di sfogliare le pagine di tutti i manuali.Che noia...mi sta quasi quasi iniziando a mancare persino il deserto... E mentre le immagini delle rare e bellissime oasi dell'Anauroch gli riempirono la testa, Shunsui si alzò di scatto dalla sedia, la quale cadde all'indietro per l'impeto. Al diavolo! disse mormorando sotto voce. Raccolse le sue cose e uscì.

    Il giorno seguente, verso sera, era rientrato a casa sua a Suna. Una piccola abitazione, poco più di 30 metri quadrati (tanto poteva permettersi).Allora cosa mi serve? Shunsui passò i successivi venti minuti a cercare cose ed a metterli in una piccola valigia: vestiti, cibo ed i libri per studiare. Fatto questo, prese da un angolo della casa una grossa giara, circa da 30 litri, e la riempì di acqua fresca solo per un terzo. Purtroppo, con la crisi dell'acqua a Suna non poteva permettersi di sprecare più risorse. Inoltre quella quantità d'acqua sarebbe stata sufficiente durante la marcia del giorno dopo per raggiungere l'oasi di Samasà, una delle più vicine al villaggio. Lì la conformazione delle rocce permetteva di eseguire degli allenamenti particolari nei quali tutti i ninja di Suna, prima o poi, si cimentavano. A Suna si diceva 'il deserto insegna più nozioni di quelle che si possono imparare in una biblioteca'. Era vero, e Shunsui ne avrebbe approfittato. Finiti i preparativi, il Ramingo andò presto a letto: la sveglia sarebbe stata prima dell'alba.

    Alle cinque di mattina dell'indomani, il sole stava iniziando a spuntare oltre le dune che si vedevano in lontananza ad est di Suna, e Shunsui si era già lasciato il villaggio alle spalle di un paio di chilometri. I suoi bagaglio pensavano complessivamente poco meno di venti chili, e le sue orme erano ben impresse nella sabbia del deserto. La calura stava iniziando ad aumentare rapidamente, come sempre nel paese del Vento.Finire l'acqua non sarà un problema...Normalmente ci volevano tre ore di cammino per raggiungere l'oasi, più un'altra ora di scalata per valicare una bassa collina rocciosa che nascondeva il piccolo paradiso, similmente a Suna. Tuttavia, quello doveva essere un allenamento, quindi lo studente iniziò a correre sotto il sole e con la sabbia ad intralciarlo, attingendo continuamente alla scorta d'acqua. In questa maniera impiegò la metà del tempo ad arrivare alla parete verticale sulla quale doveva arrampicarsi. Lì degli appigli erano stati posizionati per agevolare il compito di coloro che non sapevano usare il chakra per camminarvi. In realtà quasi nessuno optava per la via più semplice: la scalata faceva parte dell'allenamento. Con il contenuto della giara d'acqua ridotto ad un terzo di quello che il Ramingo vi aveva versato, Shunsui affrontò la scalata un po' alleggerito. Nonostante ciò, l'impresa si rivelò dura come sempre. Con le cinghie di tutte le borse che lo tiravano verso il basso, Shunsui si ritrovò ad avanzare mani e piedi contro la dura roccia di quella protezione naturale. Quando arrivò in cima, aveva i muscoli delle braccia che vibravano leggermente in piccoli spasmi involontari, mentre piccoli graffi comparivano ora sulle sue mani e sul ginocchio sinistro, dove era andato a sbattere poco prima a seguito di un movimento poco preciso.

    L'oasi si allargava nel deserto per un centinaio di metri quadrati. La sorgente che la alimentava era scarsa, ed il consiglio aveva deciso di utilizzarla in casi di emergenza. Tuttavia, con un permesso speciale, gli shinobi che andavano lì per allenarsi potevano attingervi con moderazione per ristorarsi. Una rada vegetazione composta da 5 palme e svariati arbusti abbelliva quel luogo. La muraglia naturale di roccia infatti garantiva una buona ombra per svariate ore al giorno, permettendo così solo ad alcune piante di potervi vivere con la quantità d'acqua a disposizione. In una di quelle zone ombrose, un decennio primo, altri studenti avevano costruito con il legno, la pietra e la sabbia, rudimentali ma efficaci attrezzi di allenamento. Con sabbie e sacchi di tela era possibile realizzare delle zavorre da applicare alla cintola per rendere più difficile gli esercizi di scalata sulle pareti interne. Con legno e pietra erano stati realizzati dei tronchi di allenamento: manichini dalla forma umanoide ma con numerosi bracci, che potevano muoversi ruotando intorno ad un perno centrale quando colpiti. Ma in realtà era l'allenarsi a quelle temperature, con poco cibo e poca acqua, il vero segreto per fortificare il corpo e la mente. Il deserto insegna. Tra studio e allenamento, Shunsui trascorse quasi tutti i giorni a disposizione per la preparazione all'esame nell'oasi in una routine estenuante. Quando uscì da lì, il suo corpo si era notevolmente abbronzato per la lunga esposizione al sole, ed il suo viso era secco e bruciato per la mancanza d'acqua. Non solo, il suo corpo si era affinato ulteriormente, mentre tutti i muscoli sembravano tesi e gonfi.Uff questa volta ci ho passato un'eternità lì dentro... chissà forse Shin mi avrà dato per disperso...ora manco da un po'...

    L'indomani, era di nuovo sui terreni dell'accademia. Anche lui era passato a trovare l'amico, e come Shin non lo aveva trovato a casa. Ormai mancavano poche ore all'esame: dove diavolo di era andato a cacciare?
     
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    Sfida tra amici
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    La data dell'esame genin era passata ormai, e di Shin ancora nessuna traccia.
    Poche tra le persona che affollavano gli spazi dell'Accademia si sarebbero accorti della sua scomparsa, e di questi l'unico candidato a preoccuparsi era probabilmente Shunsui. Tra il giovane di Konoha e il ninja della Sabbia si era stretto in quei pochi mesi un rapporto di sincera amicizia, nonostante a prima vista sembrassero così diversi. Il merito non era solo degli allenamenti condivisi, o dello studio di gruppo in vista dell'esame genin: era più questione di feeling, due anime affini che si erano trovate per caso. E che ora, per qualche accidente sconosciuto al sunese, si erano perse di vista. Fino a quando, senza nessun preavviso, il foglioso ricomparve.
    Era sera e Shunsui stava presumibilmente rientrando al suo alloggio dalle attività quotidiane. Ad attenderlo, appoggiato di spalle alla porta e con le mani in tasca, trovò un ragazzo, con il cappuccio della felpa a coprirgli il volto. Ed anche se era facile intuire di chi si trattasse ne potè essere certo solo una volta arrivato a pochi passi da lui. Ti sono mancato? il sorriso di Shin era inconfondibile.

    Due persone più emozionali si sarebbero abbracciate forse, ma Shin si limitò a stringere la spalla dell'amico. Dopo avergli dato il tempo di sistemarsi se ne avesse avuto bisogno lo avrebbe invitato in un vicino locale, dove avrebbero potuto discutere comodamente seduti con un bicchiere tra le mani. Quel giorno il pub era affollato e l'unico posto che trovarono fu un tavolino a ridosso di una parete lungo un corridoio attraversato da un continuo andirivieni di dipendenti e clienti. Ce lo faremo andar bene suppongo. Te la senti di prendere una mezza pinta di birra con me? Di sicuro la proposta avrebbe stupito almeno un poco il sunese, viste le loro abitudini, ma dopo aver ascoltato la storia che il compagno aveva da raccontare si dovette ricredere, e non sarebbe stato strano se avesse sentito il bisogno di ordinare un secondo giro. I due rimasero a fissarsi in silenzio, mentre aspettavano che il cameriere finisse di servirli. Non appena se ne fu andato, prendendo l'iniziativa, Shin alzò un mano come per bloccare sul nascere ogni possibile opposizione. Innanzitutto mi devo scusare con te per essere sparito così senza preavviso. Davvero, mi dispiace. Alzò il bicchiere valutandone il contenuto e ne prese un piccolo sorso. Bevi pure mentre racconto, è buona fresca. Sorrise nervoso prima di proseguire. Già, sarà un racconto lungo. Da dove potrei iniziare? Tamburellando per qualche secondo le dita sul tavolo sembrò pensarci su. Suppongo che dall'inizio sia la scelta migliore. Allora mettiti comodo, e ascolta. Fece un respiro profondo prima di iniziare.

    Gli raccontò della sua visita a Konoha, dei giorni passati a casa, della missione, dei nuovi incontri. Era felice che a casa andasse tutto bene, anche se la sorellina si era lamentata quando era giunto il momento della sua partenza. Il compito che il Villaggio gli aveva assegnato non era nulla di che, ma c'erano stati almeno due o tre momenti in cui aveva dovuto impegnarsi - Shunsui non avrebbe capito se si trattava di modestia o di un suo tentativo di non farlo preoccupare, forse entrambi. Gli occhi di Shin si illuminarono impercettibilmente mentre parlava di Kairi. Si trattava di una ragazza incontrata per puro caso durante una festa, con la quale il giovane aveva avuto una piacevole chiaccherata. Sorrise mentre la descriveva a grandi linee, l'aspetto e le sue ambizioni da kunoichi in erba. Tuttavia il suo volto si fece improvvisamente serio una volta terminato il discorso. Era chiaro che con la mente era già all'argomento successivo, quello più serio. Bevve qualche sorso di birra dal bicchiere ancora pieno. Sono andato a dormire nel mio letto e mi sono svegliato dentro una cella. Non è stato piacevole...

    E questo è tutto. Beh, direi che è abbastanza. la storia dello shinobi era giunta al termine. Shin terminò la sua birra, lasciando a Shunsui il tempo di replicare, per poi rispondere ad eventuali domande. Comunque è finita, l'importante è questo. In qualche modo me la sono cavata... lasciò spaziare lo sguardo nel locale, che iniziava a svuotarsi ...ti va se continuamo questa conversazione fuori? Facciamo due passi. Appoggiate alcune banconote sul bancone, i due uscirono aspirando la fresca aria notturna. Camminando senza fretta, i due continuarono a discuterne ancora per un po', poi Shin cambiò argomento interessandosi di come aveva passato quel periodo l'amico. Probabilmente considerava ciò che gli era successo come superato ormai, una questione chiusa dopo averne parlato con lui.
    Improvvisamente si fermò mentre attraversavano un giardinetto, al momento deserto. Le uniche fonti di luce erano quattro lampioni, ognuno in corrispondenza di una panchina, disposti intorno allo slargo dove i giovani si trovavano. Shin si avvicinò a Shunsui piantandosi davanti a lui con le mani sui fianchi.In ogni caso devo ringraziarti. Allenarmi con te mi ha fatto diventare più forte, e sono certo che senza tutto quel lavoro non sarei stato in grado di uscirne. Non tutto intero per lo meno. Avrebbe sorriso imbarazzato, come se stesse confessando chi sa quale sentimento. Il suo viso era finalmente tornato sereno. Però ora che siamo entrambi shinobi a tutti gli effetti mi piacerebbe capire chi di noi due è il più forte. Quella frase sarebbe giunta come un fulmine a ciel sereno, quindi avrebbe lasciato all'amico alcuni secondi perché assimilasse quelle parole prima di proseguire con tono pacato Sì, ti sto sfidando. Uno contro uno, come durante i nostri allenamenti, ma al massimo del nostro potenziale. Si allontanò di pochi passi, prima di girare la testa verso il sunese per terminare la frase. Ce la metterò tutta, non dubitarne. Ovviamente preferirei che nessuno di noi rimanga ferito in modo invalidante, quindi ho pensato che potremmo chiedere alla dottoressa Kyaka di presenziare. E potremmo coinvolgere anche quel tuo amico chunin, come si chiamava... ah sì, Hohenheim. Potrebbe fare da giudice, non trovi? Avendolo sfidato, aggiunse inoltre, spettava al ninja di Suna scegliere il campo e stabilire l'orario. Ascoltate le risposte, guardando dritto davanti a sé, si incamminò verso casa. Mentre si allontanava, mostrò la mano sinistra con tre dita alzate. Ci vediamo tra tre giorni...


     
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    Accademia


    Quelli erano gli ultimi suoi giorni all'accademia. Una volta passato l'esame Genin, c'erano davvero pochi motivi per rimanere nei pressi della grande scuola per Shinobi. Molti ragazzi rimanevano per spendere qualche giorno in più con le persone con le quali avevano stretto dei legami, in particolar modo tra shinobi di villaggi differenti. Ben presto ognuno sarebbe tornato al proprio villaggio, per completare il proprio addestramento sotto la guida esperta degli shinobi dei rispettivi villaggi. Shunsui non doveva salutarne molte, solo due. Una era la dottoressa Kyaka, la quale lo aveva rattoppato così tante volte da conoscere il suo corpo meglio di ogni altra donna che Shunsui si fosse portato nelle sue stanze. La seconda persona era chiaramente Shin il quale, per un motivo o per un altro, non si era fatto vivo. Sapeva per vie traverse che aveva sostenuto l'esame, e che lo aveva anche passato, ma non si erano ancora incrociati per parlarne. Nonostante il ragazzo di Suna lo volesse attendere, sapeva anche lui che non poteva rimanere all'infinito lì. Ora che era diventato uno shinobi già aveva ricevuto delle richieste di missioni alle quali non poteva mancare. Di fatti, quella era l'ultima sera che poteva passare in accademia prima di tornare.Mmmm.... gli scriverò una lettera... Stava infilando le chiavi nella toppa della porta principale, quando percepì una persona avvicinarsi alle spalle. Voltand si di scatto, più curioso che intimorito, infine vide il foglioso che lo aveva fatto tardare in quel luogo.Oh...ma guarda chi si vede!? Ce l'hai fatta a farti vivo! I due si salutarono calorosamente e Shunsui seguì volentieri Shin dicendo: Bene! Fai strada, mi devi raccontare dove sei sparito per tutto questo tempo!

    Trovarono posto ad un tavolino in un locale vicino. Il posto era molto affollato, ma a Shunsui piaceva così.Wow una mezza pinta ahahah... fece un gesto alla cameriera prima di Shin e disse:Due pinte ghiacciate, per favore! E tu non fare quella faccia: dobbiamo festeggiare come si deve questo coprifronte che ci hanno dato! Shin iniziò a raccontare delle sue vicissitudini. La missione di cui anche Shunsui era a conoscenza sembrava essere andata bene, nonostante qualche difficoltà che avevano messo l'amico alle strette. Nonostante i toni modesti, Shunsui sapeva che Shin non avrebbe detto una cosa del genere se effettivamente non avesse affrontato sfide notevoli. Gli avrebbe voluto chiedere altri dettagli, ma poi l'amico iniziò a parlare di una ragazza di nome Kairi. Mostrando un ampio sorriso, con la faccia più ebete che poteva metter su, Shunsui iniziò a canzonarlo:Ahhhhh....hai capito Shin! Zitto zitto, parte per le missioni e fa furore con le kunoichi. Bravo amico, così si fa! Di che villaggio è lei? Ma poi i toni si fecero più seri quando il neo-genin iniziò a raccontargli della brutta disavventura che lo aveva visto imprigionato. Anche lì, Shunsui non ricevette troppi dettagli, ma le cose che gli vennero raccontate furono sufficienti a fargli capire che non doveva essere stata una bella situazione.Mah che storie... Te lo devo dire, hai avuto una settimana molto più movimentata della mai. Per lo meno sono tornato un po' a casa per gli allenamenti eheh Quindi anche lui gli raccontò dell'oasi di Samasà e dell'allenamento speciale a cui si era sottoposto! Certo non interessante quanto quello che aveva vissuto Shin, ma Shunsui non si dispiaceva troppo di non aver dovuto vivere le stesse cose che erano capitate all'amico.

    Quando i rispettivi racconti terminarono, i due andarono a fare due passi e prendere una boccata d'aria. Quello era probabilmente l'ultima volta che i due avrebbero avuto tutto quel tempo da poter passare insieme, e di questo Shunsui si dispiaceva. Per quanto poteva illudersi che le cose non sarebbero cambiate lasciando l'Accademia, sapeva fin troppo bene che le cose stavano molto diversamente. Anche Shin doveva aver pensato una cosa del genere, e lo espressi un un modo un po' goffo ringraziando l'amico per il tempo passato insieme. Non ce ne era davvero bisogno, perchè era stato un piacere, ma anche quello non era necessario che venisse detto. Il foglioso non si limitò a questo, anzi gli lanciò un guanto di sfida. Un ultimo combattimento, come quelli attraverso i quali si erano allenati per tutto questo tempo, ma dando il massimo e dimostrando che il titolo che avevano preso non era soltanto una fascia da mettere sulla testa.Un ultimo combattimento allora sia. Certo non mi tirerò indietro se mi metti su quella faccia seria. Ma ti avverto... ho imparato un paio di trucchi niente male. Dovrai stare molto in guardia! Io sicuramente lo farò a mia volta ahaha rise di gusto. La sfida lo galvanizzava, soprattutto perchè voleva mostrare al ragazzo della Foglia cosa aveva imparato!Massì diciamolo anche alla dottoressa, non credo che ci dirà di no! Per quanto riguarda Hohenheim, non che sia esattamente un mio amico, ma vedrò di fargli sapere questa cosa. Forse gli farà piacere vedere che non siamo più gli studenti che combinano casini all'interno dell'Accademia. Il ragazzo gli disse che poteva scegliere ora e luogo, mostrando una gran dose di spavalderia. Non che questa potesse competere con quella di Shunsui:Bene! allora ci vediamo fra tre giorni nel boschetto dove abbiamo subito l'attacco di Ryukiji, che ne dici? Mi sembra appropriato! Si salutarono con una sfida e un sorriso sulle labbra. Shunsui non avrebbe potuto immaginare conclusione più adatta a quell'incontro!
     
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5 replies since 8/5/2016, 12:49   149 views
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