Due quarti

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    Impossibile non notare la piccola crepa nella maschera di cordialità di Ogen, smottamento che provocò una risposta strutturale anche nel viso di Raizen, inclinandogli lievemente il labbro.

    Beh si, lavorandoci ho scoperto che come metallo puro è scarsamente utilizzabile, ma legandolo ad altri, come vedi, riesce a dare proprietà incredibili.
    Anche se devo ammettere di essermi sforzato ad eliminare la pacchianosità, il colore non gioca di certo a favore ahahah!


    Rise educatamente, senza far tremare le pareti come suo solito, dopotutto la spontaneità era apprezzata nei salotti, no?

    Comunque, come dicono entrambi Ayuuki, hai frainteso.
    In effetti questi artefatti esulano un po’ dal concetto di arma che si ha comunemente.
    Diciamo che “fortezze semoventi” è più adatto, anche se il termine non rappresenta al meglio la potenza che sono in grado di liberare.


    Tacque poi per ascoltare le parole di Ogen, una donna che si rese conto essere pericolosa se si avesse la sfortuna di averla come avversaria. Le informazioni dopotutto erano potere, e lei aveva una marea di informazioni, e la lunga vita che aveva passato come ninja come quella che le rimaneva davanti, di certo l’avrebbero aiutata non poco.

    Lo sa con certezza, Ogen-sama?
    Potrebbe dirmi da cosa scaturisce tale certezza?
    E la strega come mai è così restia a darci queste informazioni, dopotutto, seppure quella dell’accademia possa essere reputata un alleanza fragile resta pur sempre un alleanza, no?


    Dopo le sue domande però fu Zong a dover dire la sua, informazioni di un importanza vitale che permettevano a Raizen di avere un quadro quasi completo su ciò che erano le armi, stava per completare il tutto nella sua mente quando uno dei tirapiedi di Hayate venne descritto.

    ...

    La tazza di te che aveva in mano scoppio in un mare di frantumi, un eccesso di forza che non aveva avuto modo di controllare e che probabilmente avrebbe inzuppato i presenti se tra di loro non incorresse qualche centimetro di distanza.

    Capelli e draghi verdi

    Una sola persona corrispondeva a quella descrizione e si faceva chiamare Hayate.
    I denti del Colosso stridettero mentre cercava di recuperare la serenità, scusandosi con un sussurro ed un inchino, mentre faceva dei cocci un mucchietto.

    Se-sette?

    Chiese con incertezza, era certo di aver sentito bene, ma l’incredulità necessitava di un ulteriore conferma: si stava muovendo contro un nemico ignorando del tutto la presenza di una delle sue risorse, probabilmente la più potente.

    Vai pure avanti, Zong, credo che riguardo alla falce col dialogo potremmo arrivare ad un punto di incontro.

    E lo disse senza malizia, in quella stanza stavano condividendo tutti qualcosa e anche lui doveva fare la sua parte per andare incontro ai due.
    Zong, per esperienza diretta, sapeva molto di più di Ogen stessa, e probabilmente era questo il motivo che lo rendeva lievemente meno preoccupante della vecchia.

    Ho avuto a che fare con la setta di Hayate, più di una volta, e fortunatamente sempre con esiti positivi.
    Una di queste volte era ai piedi di una delle armi.
    Hayate in questo frangente però potrebbe esserci amico, anche se onestamente non comprendo troppo la loro filosofia, pare ricerchino la vita eterna, e le armi ne hanno un surrogato, non vorrei che da obiettivi da distruggere diventassero per loro mezzi di studio.
    Se la natura o un dio ha stabilito che la vita deve finire, presto o tardi vuol dire che deve farlo.


    Un affermazione che non ammetteva repliche e a cui persino gli Yakushi con la loro vita estremamente duratura non potevano confutare.

    Le tue informazioni sono preziose Zong… ma cosa ti ha portato ad assistere al risveglio dell’Oni?
    Se il caso fosse stato così meschino permettimi di compatirti.


    Chiese con tono curioso, ed aspettando una risposta prima di riprendere a parlare.

    Se ti stai chiedendo il motivo della domanda è presto detto... Come dissi, io stesso possiedo una parte del quadro riguardo le armi, e quella che mi hai fornito va ad incastrarsi in una parte un po’ nebbiosa di tutta questa storia, della loro storia ai giorni d'oggi per essere precisi.
    Questo pezzo, se saprai sfruttare le mie informazioni, ho il sospetto possa tornarti utile e probabilmente ridarti il posto che ti spetta.
    Sto parlando di un pezzo fornitomi da Hoshi, Zong.


    Lo guardò per dei lunghi secondi, senza dire che in realtà non era stato proprio Hoshi a fornirglielo, ma al momento era meglio tenersi vaghi.

    Preferisci sentirlo, o preferisci supporre cosa potrebbe essere?

    Se non avesse ricevuto risposte che potessero ostacolarlo avrebbe iniziato lui a parlare.

    È... e mi viene da sorridere mentre ci penso...

    Disse grattandosi distrattamente la guancia.

    Un caso estremamente fortuito a far incrociare le nostre strade, un piccolo dadino mancava a completare il castello, e forse è proprio qui.
    Il periodo in cui tu dici di aver incontrato l’Oni corrisponde esattamente al periodo in cui Hoshi ha combattuto insieme ad un’altra delle armi, in una zona entro i territori di Iwa che so essere parecchio vicina a quella in cui mi hai detto di aver incontrato l’Oni.
    C’è dell’altro…


    E nuovamente guardò il Kaguya che così tanto si era distinto nella lotta di Tsuya di cui i suoi shinobi gli avevano fatto resoconto al loro ritorno.

    In quel periodo insieme ad Hoshi era presente un Kaguya che non ha mai fatto ritorno, un Kaguya che vantava le tue stesse strabilianti capacità che ti hanno permesso di tendere una preziosa mano d’aiuto agli accademici.
    Un Kaguya che, ai suoi tempi, era un importante personalità di spicco con informazioni possedute esclusivamente da lui e che ben poche persone all’interno di un dato villaggio possono avere, caso vuole, che tempo dopo questi eventi, un anno grosso modo, un kiriano sfrutti queste informazioni come merce di scambio.


    Una pessima abitudine quella di fissare il proprio interlocutore.

    Non ti sembra singolare, che in un così ridotto lasso di tempo compaiano due Kaguya dello stesso livello ed in uno spazio così ridotto due armi così introvabili.

    Ciò a cui il Colosso stava pensando era ormai evidente, soltanto uno sciocco, od un personaggio all’oscuro dei fatti non avrebbe carpito il punto a cui voleva arrivare.

    È importante sottolineare lo spassionato interesse e innegabile aiuto che questo Kaguya abbia dato alla causa accademica e quanto questa sarebbe riconoscente nei suoi confronti ignorando le sue azioni extra accademiche dato lo scarso peso che queste hanno se si venisse a scoprire che la sua storia è stata fraintesa e i suoi personali impegni l’hanno allontanato dalla sua terra natia.
    Senza dimenticare le informazioni delle quali ancora non è a conoscenza o non dovrebbe, visto che è seduto nella villa sbagliata con un comportamento esattamente opposto a quello che sarebbe lecito portare.


    Il Colosso sapeva qualcosa, a Zong interessava sapere?
    Quando poi Ayuuki lanciò l’allarme Raizen guardò uno per uno i presenti e sospirò. Conosceva Febh e non pensava che per avere la meglio su chichessia avrebbe ricorso ad un simile sotterfugio, al limite gli avrebbe fatto crollare il dojo addosso, molto probabilmente al posto del the aveva messo in infusione chissà quale porcheria tossica, molto probabilmente per sbaglio.

    Decidete pure in libertà riguardo le spiegazioni sul the, prima o dopo il signor Zong ha poca importanza.
    Ayuuki, se sei certa di ciò che affermi assicurati di non stare male, anche se penso sarebbe cosa ben complessa in casa di uno Yakushi.


    Cedette la parola con una cortesia singolare vista la situazione ben più tesa di una corda di violino.


    Edited by F e n i x - 28/7/2016, 23:08
     
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