Due quarti

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  1. **Kat**
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    VI ~ Thè Avvelenato: La confessione


    G

    li occhietti della Fuyutsuki si soffermarono ancora una volta sulla spada dorata dello Yakushi. A quanto pare non era oro, ma una misteriosa lega metallica che aveva estratto da qualche miniera. Fortunatamente il Capo-clan impedì a Febh-sama di provare la sua nuova arma. Non aveva un aspetto molto rassicurante. Anzi non conosceva minimamente le capacità dell’occhialuto uomo, ma non le ispirava minimamente fiducia. Come l’intero Clan del resto. Non capiva come mai Raizen-sama era disposto a fidarsi dei suoi “strambi” alleati nel Paese delle Risaie. Se avesse avuto voce in capitolo non avrebbe esitato a tramortire il suo Hokage, caricarselo in spalla e portarlo via verso un romantico tramonto e lidi sconosciuti. Cioè, verso Konohagakure no Sato. Ma forse doveva semplicemente fidarsi del buon giudizio del Colosso. Infondo i due veterani sembravano conoscersi da molto tempo.
    La sua attenzione si spostò con serietà verso Ogen-sama. La vecchia ed astuta Capo-Clan dei Yakushi sembrava non voler concedere preziose informazioni senza richiedere un “tributo”, ovvero la completa sincerità dell’Hokage. Forse era giunto il momento di svelare le carte e la Fuyutsuki si preoccupò solo di restare in silenzio e non intromettersi in una faccenda così delicata. Sicuramente il legame che univa la vecchia Ogen-sama e la Strega del Bosco poteva essere un ostacolo. La Yakushi non avrebbe rivelato nulla che potesse compromettere il suo legame con la misteriosa donna del Bosco dei Sussurri. Ora capiva le motivazioni della sua prudenza. Non si esponeva, o almeno non lo faceva fino a quando non notava trasparenza dall’altra parte.
    La Kunoichi della Foglia provò ad intervenire per medicare l’Hokage, che la rassicurò prontamente. La sua mano era uscita indenne dall’esplosione del bicchiere di vetro. Anche questa volta fu rimproverata, da un sornione Febh-sama ed una implacabile Ogen-sama. Non conosceva le abilità mediche del Clan di Otogakure no Sato, quindi non poteva di certo sapere che i Yakushi disponevano di eccellenti capacità in tale campo. - Ho giurato di prendermi cura di Raizen in ogni caso, in ogni situazione ed ad ogni costo. Chiedo umilmente perdono per la mia eccessiva diligenza nel seguire il mio Nindo. Sono certa che questi consigli mi aiuteranno a crescere! - Stavolta abbozzò un lieve sorriso, sinceramente colpita dalle parole della Capo-Clan. Era una vecchia Volpe ma sicuramente conosceva alla perfezione la buona etichetta nelle situazioni formali, facendo prevalere onore e rispetto, a discapito dei sentimenti. Poteva imparare molto da lei, anche se l’idea non la entusiasmava molto. Aveva giurato a se stessa di essere una Kunoichi a modo suo, ma di certo non poteva rimanere insensibile agli stimoli esterni o agli insegnamenti di persone più esperte. La presunzione non era insita nel suo animo. - Mi fido del tuo buon giudizio, Raizen! - Arrossì non appena l’Hokage prese posizione in sua difesa, definendola una Kunoichi fedele al proprio leader. Una nota in più da aggiungere al suo diario segreto. Inoltre aveva anche sottolineato che gli Yakushi erano suoi alleati e quindi poteva tranquillizzarsi.
    Ascoltò con estremo interesse le parole del mercenario, del Kaguya, che a quanto pare cercava di spiegare le sue origini e gli ideali che muovevano le sue azioni. Quasi rabbrividì alla parola “vendetta”, non era mai un buon ideale da seguire per un Ninja, ma infondo Zong Wu era solo un mercenario immischiato nelle faccende Accademiche. Iniziò a narrare le origini dell’odio tra il Clan Kaguya e quello Tamasizu, una sanguinosa guerra per ripagare un torto subito. Sicuramente c’erano ben altre motivazioni che avevano portato le due Famiglie ad affrontarsi in una sanguinosa lotta, fino al completo annientamento dei nobili del Villaggio della Luna. Ma in quel momento era irrilevante, visto che l’Hokage sembrava quasi convinto che il mercenario mentisse sulle sue origini. Si respirava aria di tensione. - Zong-sama non mettevo in dubbio la vostra buonafede. Ma non posso far altro che dare inevitabilmente credito alle vostre parole, visto che da quello che sento in questo interessante confronto siete un Veterano, la cui fama è sopraggiunta anche agli occhi dell’Accademia. - Proferì in risposta con estrema gentilezza. Non era del tutto convinta della risposta del Mercenario, ma di certo non poteva avanzare nessuna accusa o delegittimazione sul possesso di quella falce tanto ambita e desiderata. Le sue perplessità erano condivise dallo stesso Hokage, che fece un’acuta osservazione sul cognome Kaguya. - Allora desumo che non siate un collezionista o un fabbro desideroso di studiare queste armi d’inestimabile valore. Utilizzerete la Falce per placare finalmente il vostro desiderio di Vendetta? - Sperava di non essere stata troppo indiscreta, ma infondo era stato il Mercenario a parlare della spiacevole storia che gravava sulle sue spalle.
    La questione del Veleno degenerò ulteriormente, soprattutto quando Febh-sama optò per ingerire lui stesso la pozione d’amore che aveva preparato con dedizione per il suo Hokage. Sperava che al ritorno dal Viaggio nel Paese delle Risaie lei e Raizen-sama sarebbero ritornati mano nella mano pronti ad ufficializzare il fidanzamento e convolare a nozze agli inizi della stagione autunnale. C’era così tanto da organizzare prima d’indossare il Kimono bianco e percorrere una navata fatta di fiori d’arancio. Ma tutti i suoi sogni idilliaci vennero frantumati dallo Yakushi, che inspiegabilmente stava rivelando a tutti i suoi ingredienti per il filtro d’amore. Aconito per offuscare la mente, Papavero rosso per innescare la scintilla dell’amore, Thè per mascherare l’aspro gusto dell’infuso, semi di Rododendro per far sbocciare un folle sentimento per il primo uomo o donna che gli occhi della vittima avessero incrociato. - … - Rimase letteralmente allibita non appena Febh-sama stava per smascherare il suo malvagio ma romantico piano per piegare l’amore dell’Hokage ai suoi capricci. Sognava quel momento da una vita, o almeno da quando aveva incrociato la sua chioma selvaggia e lo sguardo scarlatto ad una cerimonia inaugurativa dell’Accademia. In realtà non pensava di confessare i suoi sentimenti durante una riunione ad Otogakure no Sato. Ma cos’altro poteva fare? Presto sarebbe stata sbugiardata davanti a tutti, visto che era stata lei stessa ad offrire all’Hokage quella tazza di Thè. - Bhè.. io.. - Iniziò a balbettare qualcosa rossa per l’imbarazzo. Prima o poi tutti avrebbero scoperto del suo amore segreto per l’Hokage, anche se non lo aveva ancora “definito”. Era davvero amore? Oppure una sorta di assoluta ammirazione per l’uomo più potente del Paese del Fuoco? Stava per dichiararsi. O almeno queste erano le sue intenzioni, fino a quando Febh-sama fraintese completamente la situazione. Perché dichiarare il vero quando c’era uno Yakushi che involontariamente ti copriva? Si sentì profondamente sconcertata, imbarazzata e confusa da quella situazione. Iniziò a tossire nervosamente. Non voleva che l’Hokage fosse accusato di dubbia sessualità per un semplice equivoco.
    - Devo aver inavvertitamente scambiato il contenuto del Thè con un mio Veleno. - Iniziò a guardare i presenti per essere sicura di aver ottenuto l’attenzione di tutti. Forse era il caso di fare chiarezza, di ammettere le proprie colpe e confessare i suoi sentimenti per l’Hokage. Ma erano nel bel mezzo di una riunione importante. - Si.. è andata proprio così. Quello era il mio Thè! Ho scambiato senza volerlo i nostri Bento.. sono stata poco attenta. - Forse questa non era proprio la verità. Ma come poteva uscirne pulita dopo tutto quello che era successo? Soprattutto agli occhi del suo Raizen-sama. - Studio Veleni ed Antidoti.. e mi sottopongo periodicamente ad intensi allenamenti, concedendo piccole dosi di Veleno al mio organismo nella speranza d’immunizzarmi. - Non amava parlare dei suoi allenamenti o di sé, ma era l’unica opzione che le era rimasta per salvare la sua immacolata reputazione agli occhi del Colosso. Infondo che studiasse Veleni nella Sede della Radice era vero. La storia raccontata quindi era piuttosto verosimile. - Stò cercando di rendermi resistente a manipolazioni mentali veicolate da intrugli e Veleni. Quel Filtro d’amore è solo un prototipo… sono ancora lontana dall’ottenere la formula del composto perfetto. - Sospirò. - Spero vivamente di non aver compromesso il solidale spirito che lega i presenti di questa riunione. Prometto di stare più attenta con i miei infusi la prossima volta. - Si sentiva una bugiarda, ma non poteva di certo confessare che aveva tentato di avvelenare il proprio Kage per mettergli un anello al dito e legare i loro destini per l’eternità.
    E dopo aver risolto anche questo piccolo “equivoco” la riunione stava per volgere al termine, visto che più o meno avevano ottenuto le informazioni che desideravano. Annuì alle parole del Colosso di Konoha, forse era il caso di parlare direttamente con la Strega, visto che Ogen-sama era legata a lei da un vincolo d’amicizia e non si sarebbe esposta ulteriormente.


     
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