Due quarti

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    III ~ Momenti di puro imbarazzo e terrore: Ayuu's Secret Diary


    L

    o sguardo allibito e sconcertato della Fuyutsuki continuava ad osservare lo strambo tipo di fronte a sé. Era davvero il famigerato e temuto Febh Yakushi? Lo stesso uomo che aveva fatto tremare di terrore l’uomo-stella con la chitarra all’East-Gate? Il nobile consigliere del Villaggio di Otogakure no Sato? Lo Shinobi che Raizen-sama cercava? La situazione diventava assurda di minuto in minuto, anzi di secondo in secondo. Il Paese delle Risaie sembrava abitato dai più strambi Ninja delle Cinque Terre. O almeno apparentemente non diedero una buona immagine di se stessi agli occhi della Genin della Foglia.
    Lo Yakushi continuò ad ignorare i due Ninja della Konoha, senza badare alle parole dell’Hokage. Anzi diede colpa al vento che spirava all’interno del cortile interno del Palazzo. Ma alla Fuyutsuki non servì una sfera di cristallo od eccelse conoscenze metereologiche per capire da sé che quella era una giornata quasi priva di vento. L’imbarazzo iniziava a crescere tra i presenti. - … - I suoi occhi cristallini non si spostarono di un millimetro dalla figura di Febh-sama, in cerca di una scappatoia da una situazione tanto singolare. La voce di uno straniero rimbombò nei corridoi della Residenza. Il Cancello era rimasto privo di guardia, visto che il membro del Clan Yakushi aveva preferito accompagnarli personalmente dal suo consanguineo. Ma questa fu l’occasione perfetta per l’uomo di darsi alla fuga. Dopo aver farfugliato parole insensate, un fumogeno occultò la sua presenza. - Ma.. - Coprì la bocca ed il naso per evitare di respirare quella piccola nube di fumo. Ed ancora una volta la Fuyutsuki dovette sorprendersi delle stramberie di quell’uomo occhialuto. Davvero Raizen-sama desiderava affidarsi nelle mani di quei tizio per una missione tanto importante?
    La sagoma di Febh-sama era impressa sul muro frontale al cortile ed un uomo identico allo Yakushi appena uscito di scena li raggiunse grazie ad una porta scorrevole come se niente fosse. Con non curanza si avvicinò al duo di Konoha, dando l’impressione di aver appena raggiunto il cortile della Residenza dopo essere stato chiamato dal suo sosia. - Non.. ci credo. - Scosse la testa basita, mentre cercava con lo sguardo le iridi scarlatte dell’Hokage. Erano sempre in tempo a tornare indietro no? Solo per pura formalità ed educazione non propose a Raizen-sama di tornare a Konoha o cercare qualcuno di più affidabile per portare a termine la missione che si erano prefissati. Sospirò leggermente, cercando di mantenere la calma.
    Ma quel briciolo di selfcontrol che era riuscita a preservare andò in frantumi quando lo Yakushi accettò la bevanda avvelenata che aveva preparato per l’Hokage. Non aveva nessuna intenzione di avvelenarlo, ma forzare un po’ i suoi sentimenti e dirigerli verso sé stessa, così da assicurare un lieto fine per entrambi. Purtroppo per ora non aveva stimolato l’interesse del Colosso di Konoha ed era intenzionata ad utilizzare ogni mezzo lecito o meno per coronare il suo sogno d’amore. La determinazione non le mancava e nemmeno quel briciolo di follia che la spingeva ad avvelenare inconsapevolmente il suo Kage. Ma quando le labbra di Febh-sama si avvicinarono al bicchiere il volto della Fuyutsuki iniziò ad assumere mille colorazioni. - Ehm.. - Ma a nulla servirono le sue repliche. Cosa sarebbe successo se una Kunoichi di Konoha avrebbe avvelenato un consigliere di Oto? Potevano finire nei guai. Tirò un sospiro di sollievo quando le sue labbra si allontanarono dal bicchiere. E mascherò la tensione sul suo volto quando provò ancora una volta a bere il Thè Verde. - Uhm.. Siete davvero sicuro di bere quel Thè? È Thè-Verde.. è abbastanza raffinato per i vostri gusti? Anzi è anche un po’ amaro, visto che ho aggiunto qualche erba selvatica dei Boschi di Konoha. - Insomma cercava di screditare quanto possibile il Thè per azzerare l’interesse dello Yakushi da esso. - Forse è anche caldo. Non ho portato ghiaccio con me nel Bento.. quindi non è nemmeno dissetante! - Stava facendo del suo meglio per far passare la voglia a Febh-sama di bere quella bevanda avvelenata. Non voleva finire nei guai, o peggio ottenere l’amore dell’uomo sbagliato. La sua preda era al suo fianco. Quel singolare e strambo uomo occhialuto non rientrava nelle sue mire.
    - Ayuuki Fuyutsuki, Genin di Konoha. Piacere di conoscervi.. Yakushi-sama! - Potè finalmente presentarsi a cuor leggero quando Febh-sama allontanò per la seconda volta il bicchiere dalle sue labbra. Era una situazione snervante. Sudore perlaceo che comparve sulle sue tempie. Era un preda ad una crisi di nervi. Quando l’uomo le porse la mano, la Fuyutsuki provò a stringerla energicamente e strattonare il braccio con ben poca grazia. Sperava che nei movimenti energici di quella stretta di mano il bicchiere potesse cadere in qualche modo, anche per benevolenza dei Kami. - Oh.. non sono qui per nessun addestramento. - Ammise con un sorriso. O almeno non le era stato riferito niente in merito. E le sue parole furono immediatamente confermate dall’Hokage. A quanto pare era più “promettente” delle sue coetanee o di un’altra Kunoichi che aveva accompagnato Raizen-sama nei suoi viaggi. Ciò rincuorò sicuramente l’animo della ragazza, che fu costretta ad abbassare lo sguardo e nascondere l’imbarazzo. Era il primo vero complimento che le rivolgeva il Colosso della Foglia. - Non.. non esageriamo. - Balbettò cercando di contenere l’entusiasmo. - Ho sicuramente molte lacune da colmare. - Insomma c’era sicuramente molto da imparare dagli uomini che si erano raccolti nel cortile esterno del Palazzo. Sembravano tutti dei Ninja veterani. I suoi occhi per alcuni secondi sfarfallarono in direzione dell’Hokage. Aveva ricevuto il suo primo apprezzamento e doveva assolutamente trovare un momento per aggiornare il suo diario segreto.
    Intanto lo sguardo della Fuyutsuki permase sul bicchiere dello Yakushi. Forse avrebbe potuto strapparglielo di mano con uno scatto fulmineo ed inscenare una improvvisa perdita d’equilibrio per una misteriosa folata di vento. Era una scusa assurda, poco credibile. Ma cosa poteva fare altrimenti? - … - Aveva solo voglia di sprofondare nel terreno e farsi seppellire viva in quel cortile quando Febh-sama ebbe la geniale idea di offrire la bevanda avvelenata, intrisa della sua Pozione d’amore, allo sconosciuto. Un certo Zong Wu che aveva combattuto in passato con i due veterani presenti. Strinse i denti e mostrò uno dei suoi migliori sorrisi. Di male in peggio. - Non è necessario… - E stava quasi per farsi avanti per impedire a Febh-sama di cedere quella bevanda allo straniero quando una sfera di metallo sbucò dal nulla investendo lo Yakushi.
    La Fuyutsuki rimase letteralmente pietrificata con le braccia sollevate e il baricentro completamente sbilanciato all’indietro. Aveva sentito su volto lo spostamento d’aria causato dalla traiettoria della sfera di metallo ed era salva per miracolo. Qualche secondo in ritardo e sarebbe stata coinvolta in quel folle impatto. Riuscì a ristabilire l’equilibrio del corpo compiendo alcuni saltelli indietro, evitando di finire con il sedere a terra. Si chinò in avanti per prendere una boccata d’aria. Aveva trattenuto il respiro quando il proiettile metallico le era passato di fronte. - MA SIAMO IMPAZZITI!?! - I suoi occhi erano fuori dalle orbite e la bocca spalancata. Aveva rischiato di essere spedita dai Kami senza nemmeno accorgersene. Tirò un sospiro di sollievo mentre il ritmo cardiaco si stabilizzava. - Questo è un covo di matti. - Mormorò a denti stretti, mentre osservò con sguardo interrogativo Raizen-sama. Si chiedeva ancora come il Colosso di Konoha potesse fidarsi di persone così fuori dalla normalità.
    In quel momento sperò che per l’impatto il Thè Verde e la sua pozione d’amore, che erano ancora tra le mani del Consigliere di Oto, erano andati perduti. Lo sguardo della Fuyutsuki si spostò verso l’anziana Capo-clan dei Yakushi che si era presentata nel giardino per accogliere in modo più decoroso i vari ospiti. La ragazza non aveva mai avuto un particolare feeling con le persone più anziane. Solitamente erano bisbetiche e petulanti, e finiva sempre per litigarci. Sicuramente Ogen-sama non era partita con il piede giusto. O almeno non agli occhi della Genin di Konoha. Alle presentazioni della donna la Fuyutsuki fece un inchino con la testa e mostrò uno dei suoi migliori sorrisi. - Piacere di conoscervi, Ogen-sama! - Pronunciò non appena Raizen-sama fece le dovute preparazioni. Poche parole ma espresse con quanta più grazia e gentilezza possibile. Dietro quel gracile corpicino si nascondeva una vera furia. Le era sembrato di udire alcuni lamenti provenire alle sue spalle. Preferì tenere gli occhi aperti.
    Seguì il gruppo di Shinobi all’interno dello spartano Dojo. Quello che frequentava a Konoha, sotto la guida di Atasuke-sama, era sicuramente più ampio e decorato. Affiancò l’Hokage sul lucido e pulito tatami, mostrando una postura corretta e disciplinata in seiza. Il Maestro del Karyuuken teneva molto alla disciplina dei suoi allievi e la Fuyutsuki era riuscita ad assorbire la buona etichetta di un Dojo correttamente. Non si allineò con l’Hokage e Zong Wu di fronte al Capo-clan dei Yakushi per riservare una forma di rispetto nei confronti delle alte cariche presenti. Le bastava guardarsi intorno per sentirsi una novellina, anche se aveva accumulato molta esperienza con il grado Genin. Frugò nelle tasche posteriori del suo equipaggiamento per estrarre un’agenda portatile ed una piuma di falco con un po’ d’inchiostro. - Raizen-sama.. prendo appunti. - Informò l’uomo. Non era lì in veste di segretaria ma forse riportare su carta e inchiostro le informazioni rivelate da Ogen-sama poteva essere d’aiuto alle indagini. Rimase alle spalle dei due uomini ed iniziò a scrivere alcune parole in quell’agenda. Ma la Capo-clan non aveva ancora iniziato a soddisfare la curiosità del Colosso. Era evidente che aveva estratto quel taccuino per ben altri scopi.

    “Caro Diario,

    Sono arrivata ad Oto da solo pochi minuti e non vedo l’ora di tornare a Konoha. Pensavo che viaggiare per le cinque Terre Ninja fosse un’esperienza unica ed irripetibile.. ed invece mi sono accorta che il Paese delle Risaie è dominato da strambi tipi… in primis Febh Yakushi.
    Ma non voglio riempire le tue pagine con resoconti degli strani avvenimenti (e tizi) che mi sono capitati nelle ultime ventiquattrore. La pozione d’amore è ormai perduta, la missione “Happy Ending” è fallita. Dovrei sentirmi sconfitta e forse rassegnarmi all’evidenza… eppure i Kami oggi sono stati generosi con me!
    Oggi Raizen-sama mi ha fatto il primo complimento, definendomi più promettente di tante altre, forse la più promettente del Villaggio di Konoha. Credo che sia un apprezzamento molto importante, che proviene direttamente dalle sue labbra. Resterò con i piedi per terra, lo prometto… sento che mi avvicino sempre di più ad ottenere tutti i requisiti per diventare la sua fidanzata!
    Sento già aria di nozze.
    Ti tengo aggiornato.

    Ayuu, Futura Mrs. Ikigami.”


    Solo in un secondo momento si rese conto di avere le guance imporporate per l’imbarazzo e gli occhi assorti in un sogno idilliaco con fiori d’arancio e suono delle campane. Cercò di trattenere le risate isteriche per l’emozione. Le palpebre si schiusero assottigliando lo sguardo della Fuyutsuki. Strinse il pugno destro mentre osservava con fervore l’uomo di fronte a sé, senza curarsi di occhi indiscreti. Si rese conto in seguito di aver frantumato nella sua mano la piuma di falco, macchiandosi d’inchiostro. - … - Momenti di sconfortante imbarazzo.


     
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    È colpa tua. Ratty

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    Bevande Misteriose e l'Ospitalità di Ogen Yakushi

    Nah, niente "sama". Solo Febh, a meno che tu non preferisca "sua eccellenza illustrissima". Replicò affabile alla presentazione della giovane, lasciandosi scuotere la mano senza però versare nemmeno una goccia del liquido incriminato, anche se non sembrava affatto interessato a dare corda alle preoccupazioni di Ayuuki. Bah, ho uno stomaco di ferro, io. Non c'è problema. L'arrivo di Zong però scombinò un pò le cose, e nonostante tutto riuscì a far sorbire un sorso al povero mercenario prima di finire travolto dall'insolito destino della sfera metallica da demolizione....anche se era talmente poco che probabilmente Feng Gu avrebbe cominciato ad avvertire gli effetti intestinali solo dopo qualche tempo.

    Ogen li accolse e fece accomodare nel Dojo con estrema serenità, decisamente un volto molto distante dai racconti di Febh che la volevano come una perfida virago violenta (anche se a ben pensarci era stata lei a scaraventare il proiettile oversize sul nipote). Zong Wu, non sottovalutatevi, ed anzi la sorpresa è mia, unita all'imbarazzo per non aver potuto organizzare qualcosa di meglio di questo incontro improvvisato. Il suo tono era estremamente dolce, come quello di una nonna amorevole, mentre portava una mano al petto, sorridendo. Inoltre, da quel che mi ha raccontato mio nipote sei coinvolto nella questione di Kusa... Febh aveva decisamente pochi segreti per il suo clan. ...e considerando quanto denaro ha speso il nostro comune amico collezionista per indagare sulla faccenda, pagando anche il clan, suppongo di doverti un ringraziamento. In sostanza avevano accettato di fare richieste sui ladri per conto del Collezionista di Armi, ma non aveva alcuna intenzione di rivelare nulla su Febh e i suoi compagni. Il mercante di Kusa era stato gabbato due volte, e quella donna dal viso così amichevole aveva la velenosa crudeltà di un serpente. Vi interesserà sapere che alcune voci su strane armi viste a Kumo cominciano a girare nel mondo della criminalità. Una coincidenza curiosa, non trovate? Voci che la Yakushi stessa aveva alimentato alla prima occasione.

    Solo a quel punto si rivolse nuovamente a Raizen e Ayuuki, dopo aver preso con sè il resoconto danni pur senza guardarlo. Non sarebbe stato educato, ma uno sguardo attento avrebbe notato un vaso sanguigno pulsare per qualche secondo sulla tempia della donna...il che significava grossi guai per il suo sventurato nipote. Mia cara... interruppe un secondo l'Hokage, rivolgendosi alla ragazza che stava scrivendo. ...dal modo in cui siedi immagino tu sia allieva in qualche Dojo, ma non ti è stato forse ancora insegnata correttamente l'etichetta. Le sue parole erano gentili e sferzanti al contempo. Distogliere lo sguardo dall'ospite o dagli altri presenti per scrivere di questioni personali, estraniandosi, è una grave forma di maleducazione. Poi verso il Kage. Naturalmente l'inesperienza non merita nulla più che parole di richiamo, ma spero vorrete prendere provvedimenti col maestro della giovane Ayuuki. Sedete in modo diverso, quindi certamente non siete voi il suo Sensei per queste questioni. La sua espressione si addolcì nuovamente. Anche se comprendo che le nozze siano un obbiettivo importante per una giovane donna, ricordarsi l'etichetta in determinati ambienti è fondamentale, soprattutto per una Kunoichi. E "bizzarri" è un termine più elegante di "strambi". Come diavolo era riuscita a leggere quello che scriveva? Anni di esperienza avevano insegnato a Ogen come leggere il movimento delle penne, non dissimile dalla capacità di leggere le labbra, anche se meno preciso. Era davvero una vecchia serpe, perchè sapeva bene che quelle parole avrebbero danneggiato la giovane molto più del suo richiamo sferzante.

    In ultimo arrivò al Kage e alle sue richieste. Richieste insolite...o meglio, non così insolite, ma mi chiedo come mai vi abbiano portato a Palazzo Yakushi. Nessuno nel mio clan conosce le arti dei Tatuaggi, nè tantomeno è legata a draghi neri di qualche genere. Quindi, per quanto la visita sia oltremodo gradita e certo spero si prolunghi il più possibile, mi trovo nuovamente a chiedervi: Come mai siete qui a Palazzo Yakushi? Immagino che consegnare un promemoria non sia motivo sufficiente per muovere un Kage, no?
    Avuta una risposta, anche se insoddisfacente, avrebbe deciso infine di rispondere alle richieste. Beh, esiste un giovanotto di nome Hakusei, esperto di quest'arte, e nemmeno troppo distante dal Palazzo. Anche il piccolo Ledah aveva queste capacità ma ha lasciato il Villaggio da qualche tempo. Poi congiunse le mani. Quanto al drago...non lo ho mai visto, ma conosco qualcuno che lo ha aiutato a insediarsi da queste parti. Quello si. Il drago nero esiste nei corridoi sotto il Villaggio, ma non è facile raggiungerlo. Quello che vorrei sapere però è come mai lo cercate, Hokage-sama.

    Subito dopo quella domanda una delle porte laterali venne fatta scorrere, mentre Febh Yakushi entrava nella stanza portando un vassoio con diverse tazze colme di The, poggiandolo davanti agli ospiti in silenzio quasi cerimoniale, per poi sedersi accanto alla capoclan. Fissava tutti con aria solenne...salvo poi sbadigliare. Beh, mi sono perso qualcosa? Che è quel plico, vecchia?
    Nella stanza si diffuse un istinto omicida quasi palpabile, a malapena camuffato da un sorriso gentile. Perdonatemi un secondo. Dall'ampia manica trasse un piccolo ventaglio di carta, molto lentamente, quasi con grazia...salvo poi sferrare una violentissima botta al nipote che venne spiaccicato sul muro alle loro spalle. Si parlava di questioni importarti. Abbi la buona creanza di mantenere l'etichetta. Se il tono usato con Ayuuki era stato sferzante, questo era proprio demolitivo, anche se appena dipinto di falsa gentilezza.

    Gli ospiti avevano ancora da parlare sia tra loro che con la vecchia, a quanto sembrava.

    E quel the era la pozione di Ayuuki, allungata con una brodaglia d'erbe che Febh aveva trovato in cucina. Vai a capire quale sarebbe stato l'effetto di quel mix sconosciuto....
     
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    Falce dei Kaguya


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    I segreti... questi sconosciuti

    Le cose accaddero tutte in modo piuttosto veloce: l'Hokage della Foglia parve oltremodo interessato alla Tian No Kama, mentre lo Shogenin si presentava e risultava, dal canto suo, stupito anch'egli, forse quanto Raizen stesso.
    Ora che vuole dalla mia falce questo?
    Fratello, non essere scortese! Per quanto anch'io mi sarei aspettato più interesse verso l'arma del suo stesso maestro...
    Il Kaguya, comunque, non riuscì a rispondere a quella domanda, non sul momento, principalmente perché l'arrivo della padrona di casa, con relativo macigno metallico gettato su Febh, catturò molto della sua attenzione, oltre che quella degli altri presenti.
    Fu in quel momento che Zong Wu scoprì effettivamente il nome dell'Hokage e della giovane kunoichi che lo seguiva.

    Hokage che, durante il percorso fino al dojo, chiese nuovamente, stavolta in modo più cortese ed anche simpatico, si doveva ammettere, di quella Falce.
    Piacere di fare la vostra conoscenza, Raizen-sama, certamente poi potremo parlare relativamente alla Falce in questione, ma, purtroppo, finché dentro i confini di Oto temo che non avrò modo di mostrarvela., avrebbe risposto in modo cordiale il Risorto alle parole dell'altro.
    Sembra migliore di certi Kage tutti impettiti... ma non ti fare fregare la Falce!
    Eh, le priorità...

    Zong Wu, accomodatisi nel dojo, ascoltò dapprima le parole di risposta di Ogen alla sua breve presentazione, sorprendendosi di quanto il Collezionista di Armi di Kusa si fosse mosso per cercarli e sorridendo quando la capoclan accennò a voci su armi in giro per Kumo.
    Una coincidenza curiosa e, se posso permettermi, fortuita., ammise con un sorriso, chinando il capo in un gesto di ringraziamento verso Ogen.
    Un genio questa donna, c'è poco da fare!
    Sarà anche un genio, però, la frase sul fatto che la sorpresa è stata la sua e tutto il resto fanno pensare che ci conosca per qualcosa di più delle due disavventure avute con Febh...
    Sì, un pò da preoccuparci su quanto sappia di noi ce ne sarebbe...
    E' stata così gentile con noi, come puoi pensare una cosa del genere?
    E sulla specifica domanda, l'attenzione dello Shogenin tornò verso la capoclan e le parole che diresse al duo di Konoha sulla compagnia di viaggio dell'Hokage, parole che, a dir poco, avrebbero potuto far vergognare la giovane kunoichi, specialmente la battuta sui matrimoni, seppur, per ciò che lo riguardava, Zong Wu non aveva ben chiara l'intera discussione, non avendo potuto vedere cosa Ayuuki stesse scrivendo.

    Ulteriore sorpresa arrivò, comunque, dalle parole dell'Hokage stesso, o meglio, dalle sue richieste, poiché, se il Risorto sapeva (così come Shiltar prima di lui) che Oto era famosa anche per i suoi tatuatori, quando il Colosso della Foglia accennò ad un drago nero, parecchio grande se abitava sotto Oto, la cosa fu quanto mai sospetta dato il suo interesse per l'arma di Tian.
    Due volte abbiamo sentito il nome di questo Tian, mitologico proprietario della Falce e tutte e due era in qualche modo accennato un legame con i Draghi ed ora lui cerca di un drago...
    Strano è strano come fatto...
    Oltremodo... ma che importanza ha in queste circostanze? Guardate come così mingherlina questa vecchietta stende su per il muro quel Febh? AHAHAHAHAHAH

    Ad ogni modo, Zong Wu avrebbe atteso che nessuno dei presenti avesse qualcosa da dire, prima di rivolgersi all'Hokage stesso, già lì nel dojo: Dato che Ogen-sama sa già dell'avventura che ho condiviso con Febh-san, mi permetto di rispondere già adesso alla vostra domanda, Raizen-sama.
    Per una serie di circostanze, in una precedente missione con Hoshikuzu Chikuma, abbiamo scoperto che un collezionista di armi di Kusa possedeva una delle Spade di Kiri e, con l'idea che Suna avrebbe potuto recuperare così parte della propria fama, oltre che avrebbe potuto aiutare la carriera di Hoshi stesso, abbiamo organizzato una squadra per recuperare quella stessa arma. Eravamo Hoshi, io, Febh che in quel periodo si trovava a Suna e che il Chikuma stesso invitò, ed un altro ninja della Sabbia, scelto sempre da Hoshikuzu.
    Fortuna ha voluto che oltre alla spada kiriana, abbiamo recuperato altre quattro armi, così ognuno di noi è stato libero di scegliere cosa fare con quella che aveva preso per se.
    Io mi sono tenuto la Falce Nera: come fabbro e come combattente, non posso negarne l'ottima fattura e le grandi qualità.
    Da quello che i resoconti del collezionista dicevano, la Falce era chiamata Tian No Kama, Falce del Paradiso, ma era anche ipotizzato che fosse l'arma di un mitologico individuo di nome Tian, che aveva diversi titoli, fra cui una cosa del tipo Guardiano dell'Equilibrio, e sembrava avere un legame con dei draghi.
    Immagino, sorpassando miti e leggende, che fosse un ninja legato ai draghi, se, da ciò che mi pare di capire, effettivamente queste creature esistono.
    In più, durante i miei viaggi, ho sentito dire in altri contesti quello stesso nome come uno dei Sei che vinsero la guerra contro le Armi di Iwa, Armi di cui una si è risvegliata a Tsuya, qualche tempo fa, sia io, sia Hoshi, eravamo lì ai tempi.
    , avrebbe risposto e quelle erano pressoché tutte informazioni note ad almeno un paio di persone lì dentro.
    Non sapeva in quanti sapessero dei fatti di Tsuya, ma dubitava che una donna informata come Ogen non ne fosse a conoscenza e pensava che ai massimi livelli dei vari villaggi qualcosa su un gigantesco scheletro divora vita fosse arrivato, almeno come voce.
    Meglio non parlare però né del tuo incontro con uno dei Generali che ora servono Hayate, né delle altre due volte che hai avuto a che fare con quelle Armi.
    Concordo a pieno... e lascerei da parte anche le teorie su dove potrebbe trovarsi un'altra di queste fantomatiche Armi.
    Zong Wu a quel punto avrebbe atteso, scegliendo di seguire quei due consigli, quanto mai corretti.
     
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    In un primo momento Raizen non capì a cosa Ogen si riferisse, ma dopo aver fatto dardeggiare più volte gli occhi dal volto della donna ad Ayuuki riuscì ad intravedere qualche parola sul suo diario, o quaderno, e comprese.

    Beh, siamo stati tutti giovani.
    Io stesso purtroppo non ho ricevuto una grande educazione e spesso cado in errori di questo tipo, vi chiedo perdono Ogen-sama, anche per qualche mia piccola futura mancanza.
    Riguardo al maestro di Ayuuki è possibile che lo abbiate ospite a breve.


    Quando poi le domande della capoclan si fecero più pressanti Raizen sorrise, seppur senza snudare i denti, aveva imparato che era sempre buona creanza nascondere parzialmente le proprie emozioni. Ogen prima di essere una potente ninja era un’illimitata banca di informazioni, costantemente aperta a nuovi introiti, da qualsiasi parte essi arrivassero.

    La risposta è semplice, è stato Febh a darmi l’informazione e da lui son tornato per saperne di più, dal poco che ho compreso nessuno ne sa tanto e la necessità di indagare era comunque presente, per cui anziché cercare altrove ho scelto suo nipote per essere aiutato.
    Questo ed un particolare interesse per il destino dei draghi.


    Concluse con un piccolo cenno delle spalle, aveva risposto con sincerità, omettendo solo particolari tutto sommato di scarso conto e facilmente deducibili, ma non dare la pappa pronta a shinobi come Ogen era sempre un bene.

    Ah, fe…

    Stava per accogliere l’otese con un saluto quando si rese conto che Ogen, difficile che qualcun altro gli potesse ordinare qualcosa, l’aveva degradato a cameriere.
    Quindi tacque senza dire nient’altro, sorprendendosi ben poco quando Febh venne trasformato in un poster, dopotutto qualche minuto prima era stato macinato da una palla da demolizione.

    E poi un piccolo debito mi ha portato qui.

    Distese il braccio e ne estrasse la nuova arma di Febh, una wakizashi rinfoderata in un elegante fodero di betulla candido e lucente di uno smalto posato e lucidato con maniacale attenzione, al suo interno una lama dorata il cui filo pareva emettere luce propria.

    È stata una fatica, Febh, ma Kaiten-to è ora realtà, e non solo un disordinato scarabocchio.

    Disse con poche semplici parole.

    Trattala bene.

    Quel lavoro era opera sua, dopotutto, e donare un arma di quel valore lo svuotava sempre un po’ ma se non altro era stato il banco di prova per quel materiale incredibile da cui aveva scoperto di poter ricavare quantità di armi impressionanti.
    Venne poi il turno di Zong, ed era ormai evidente che fosse legato a doppio filo con gli eventi che ruotavano intorno alle armi, cosa che causò un’altra piccola aritmia al Colosso.

    Zong, non so quante volte tu abbia interagito con le sei armi, e posso comprendere le tue riserve riguardo la Falce.

    Lo guardava con estrema serietà, senza stupore, senza impazienza, soltanto una ferma e fredda serietà gli scolpiva il viso.

    Ma ti chiedo di raccontarmi tutto ciò che sai e che sia legato ad esse, non mi interessa come, quando davanti a chi.
    Sono informazioni essenziali, e ninja esperti sono in grado di cogliere cose che i novellini non osservano.
    Ciò che sai non può essere un segreto, ho assaggiato il potere di quelle armi, e definirlo sconfinato è un eufemismo così grande da dare a questa parola un significato tutto nuovo.
    E c’è qualcuno che sta cercando quel potere per usarlo contro di noi.


    Concluse li, sperando che l’animo del mercenario venisse scosso in qualche modo da quelle parole, riprendendo a parlare solamente dopo aver ottenuto risposta.

    Per quanto riguarda la falce, sebbene le informazioni che mi hai fornito sono scarne, posso affermare che molto probabilmente io e lei abbiamo un legame e di conseguenza lo ha anche con le armi, ma ora questo passa in secondo piano rispetto alla parte di storia sulle armi che tu conosci e che potrebbe aggiungere tasselli alla mia.

    Passò nuovamente la parola in caso Zong volesse proporre qualcosa riguardo l’arma di Tian che, visto il dialogo avuto poco tempo prima con i draghi, poteva diventare una questione assai spinosa.
     
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    IV ~ Draghi sotterranei e pericolose spade: Incidente diplomatico


    A

    l Palazzo Yakushi la Fuyutsuki stava vivendo la sua prima esperienza fuori dalle sicure e tranquilla mura di Konohagakure no Sato e per ora era risultata piuttosto traumatica, tra bevande avvelenate, sfera d’acciaio volanti e strambi tipi. Otogakure no Sato sembrava la capitale delle stranezze. E la Genin faticava a trovare un briciolo di logica in tutto ciò che le stava accadendo. In un incontro tra veterani si sarebbe aspettata un comportamento “leggermente” diverso, con formalità ed una tranquilla cerimonia del Thè per discutere di questioni importanti, ed invece si ritrovava a lottare contro Febh-sama per impedirgli di bere la sua bevanda avvelenata ed evitare di passare i prossimi anni nelle umide e buie prigioni di Oto per aver attentato alla vita di un Consigliere.
    Fu condotta poi all’interno di un Dojo, dall’arredamento sobrio ed essenziale, insieme al misterioso Mercenario e l’Hokage. Era un luogo tranquillo ed appartato, dove si poteva discutere tranquillamente. Dopo aver ricevuto il suo primo complimento da Raizen-sama decise di estraniarsi completamente dalla realtà ed aggiornare il suo diario segreto. Non era a conoscenza delle lungimiranti capacità della Capo-Clan dei Yakushi. Le dolci parole di speranza e d’irrefrenabile emozione che vennero impresse su quell’agenda vennero bruscamente interrotte dal rimprovero della donna. - Ma.. ma.. - Cercò di replicare qualcosa. Provò a giustificarsi che stava prendendo appunti sulle informazioni raccolte dal meeting a Palazzo Yakushi, ma la perfida e petulante Ogen-sama l’aveva già anticipata svelando a tutti che stava scrivendo ben altro, che noiosi resoconti d’incomprensibili discorsi tra veterani. - … - Rimase letteralmente senza parole. Come era riuscita ad intuire il contenuto della sua pagina di Diario? Possedeva poteri soprannaturali? L’onniscienza?
    In quel momento desiderava solo fondersi con il lucido pavimento del tatami e svanire nel nulla per la vergogna. Non desiderava arrecare brutte figure all’Hokage, ma pensava che aggiornare il suo diario segreto mentre tutti gli altri erano impegnati a discutere di situazioni a lei estranee non avrebbe infastidito nessuno. Ed invece Ogen-sama sembrava piuttosto indispettita per quella mancanza d’attenzione. Una ragione in più per detestare le vecchiette. Erano tutte così impiccione ed inopportune. - Gomennasai Ogen-sama! Perdonate la mia mancanza d’educazione… dettata sicuramente dalla giovinezza dei miei anni! - Chinò leggermente la testa mantenendosi in seiza nella speranza di non peggiorare ulteriormente la sua situazione. Ormai la pagina di diario era già rovinata per l’inchiostro, caduto sulle parole dopo aver disintegrato nel suo pugno la piuma di falco per l’eccesso d’emozione. - Sarò sicuramente più attenta. - Promise con un mezzo sorriso. Sicuramente le “precisazioni” della vecchietta della scarsa importanza delle sue Nozze con Raizen-sama le assicurarono un posto d’eccellenza nella sua Back List. E non sarebbe stata invitata al suo matrimonio. Anzi aveva intenzione di escludere la tappa Otogakure no Sato nel suo viaggio di Nozze.
    Ciò che premeva maggiormente alla Fuyutsuki in quel momento era che Raizen-sama non intuisse nulla dei suoi adolescenziali vagheggiamenti. Solo l’idea che il Colosso aveva compreso il contenuto della sua agenda la faceva sprofondare nell’imbarazzo più assoluto. Doveva assolutamente realizzare una pozione di memoria per far dimenticare quel imbarazzante momento all’uomo, prima di costringerlo all’altare. La sua reputazione doveva essere immacolata.
    Nonostante l’agitazione ed i mille pensieri che affollavano la mente della ragazza, cercò di prestare attenzione ai discorsi dell’anziana donna e dei due Veterani. Non aveva dimenticato il motivo di quel viaggio, anche se si era lasciata prendere dalle parole di stima dell’Hokage. Sospirò leggermente ed ascoltò stavolta con estremo interesse le parole del Capo-Clan Yakushi. - Un attimo! Corridoi Sotterranei? - La Fuyutsuki aveva notato fin da subito le dimensioni piuttosto contenute del Villaggio del Suono, e non immaginava minimamente che il Villaggio in realtà si estendeva in profondità. - Come ci è finito un Drago nero sotto ad un Villaggio? Non è pericoloso? - I Draghi, creature centenarie, non erano tutti custodi di antiche conoscenze o di indole pacifica. Secondo alcune leggende che si tramandavano oralmente o su incisioni nella pietra erano creature fameliche e portatrici di sventure. Le scaglie nere inoltre non preannunciavano nulla di buono. - Esistono anche Draghi sotterranei? - Insomma voleva capirci qualcosa in più. Non possedeva eccelse conoscenze sui Draghi, ma nell’immaginario comune erano raffigurate con ali spiegate e fiati ardenti. Sicuramente il sottosuolo non era il loro Habitat naturale. - Chi ha aiutato un Drago nero a farlo insediare negli stretti e bui cunicoli di Otogakure no Sato? E perché? -
    La Fuyutsuki iniziava ad essere piuttosto confusa. Fortuna che arrivò Febh-sama con un vassoio di Thè. Forse le proprietà aromatiche presenti nella bevanda l’avrebbero aiutata a distendere anima e nervi. Abbozzò un lieve sorriso non appena le venne porto il vassoio con una tazzina. Accettò ben volentieri, partecipando attivamente alla cerimonia del Thè e rispettando tutte le buone etichette della situazione. Non voleva essere rimproverata ancora una volta dalla bisbetica vecchietta. Purtroppo non poteva assolutamente sapere che quel bicchiere caldo tra le sue mani conteneva anche la sua pozione d’amore, rielaborata dal perfido Febh. - Arigatou Gozaimasu! - Ma temporeggiò prima di avvicinare le labbra alla tazzina.
    A quanto pare il loro non era stato solo in viaggio per la ricerca d’informazioni su antiche spade e Draghi sotterranei, il Colosso di Konoha aveva appena consegnato una wakizashi forgiata dalle sue mani a Febh. Aveva una linea davvero affilata ed una Tsuka maneggevole e pregiata. Insomma anche lei, che non apprezzava le potenzialità delle armi bianche, capì che era un’arma realizzata da un vero Maestro della Forgiatura. - Wow! - Non riuscì a trattenere lo stupore quando venne mostrata la lama. - Sembra molto affilata. - Sicuramente non voleva scoprirlo sulla propria pelle, quindi si tenne lontana da Febh e le sue stranezze. Intanto Zong ottenne il monopolio della discussione fornendo informazioni su una missione che lo aveva reso protagonista insieme ad Hoshi-kun, un Jonin di Suna che la ragazza conosceva molto bene. Ma ciò che attirò maggiormente la sua attenzione era l’espressione tremendamente seria dell’Hokage. Raizen-sama temeva il potere di quelle spade. Ascoltò con interesse il confronto con il Mercenario ed osservò il volto di entrambi. - Se qualcuno desidera utilizzare queste spade contro l’organizzazione Accademica… credo che la cosa più saggia da fare sia requisire le quattro spade trovate, cercare le altre e distruggerle. - Forse era una soluzione troppo estremista ed ingenua, ma scongiurava la possibilità che qualcuno le utilizzasse per scopi poco raccomandabili. - Per il bene dell’Accademia è giusto fare dei sacrifici. E quale sacrificio migliore se non distruggere un potere troppo grande che potrebbe rivoltarsi contro la Pace e gli Equilibri delle Cinque Terre Ninja? - Era un sacrificio “diverso”, che non comprendeva la vita d’innocenti o limitava la libertà di un Paese, ma semplicemente distruggeva una forma di potere che a quanto pare faceva rabbrividire perfino l’Hokage.
    Dopo questa osservazione la Kunoichi preferì cedere la parola agli altri, sentendosi leggermente troppo giovane per consigliare qualcosa di ragionevole in una situazione così complicata. Avvicinò le labbra alla tazzina ed iniziò a sorseggiare. L’aroma era piuttosto forte e ciò copriva il sapore della sua pozione d’amore. Per questo non si accorse minimamente di essere vittima del suo stesso esperimento erboristico. I suoi occhi si posarono si Febh-sama per complimentarsi del buon sapore della bevanda. - … - Rimase folgorata dall’inespressività del suoi occhi, le sue lenti anti-estetiche e la sua pallida espressione. Il suo cuore inizio a battere all’impazzata. Sentiva caldo, molto caldo. Iniziò a sventolare l’agendina sul volto in cerca di sollievo, mentre le risultava impossibile staccare gli occhi di dosso a quella meravigliosa creatura. Sul suo volto comparve un sorriso, che si allargò sempre di più. Si sentiva una stupida. Ma ogni principio di ragionevolezza venne accantonato in un angolo della sua mente. I timpani erano assordati dal battito cardiaco. - Ehm.. - Cercò di attirare l’attenzione del Yakushi, per mandargli un occhiolino e poi nascondersi dietro alle pagine della sua agenda in modo quasi infantile. *Ihihihihi* Iniziò a sghignazzare imbarazzata, certa di aver attirato l’attenzione del suo uomo. E pensare che fino a pochi secondi fa aveva scritto di lui le peggiori considerazioni sulla sua agenda. - Posso averne ancora un po’.. Febh-kun? - Occhi che sfarfallavano, mentre attendeva con pazienza che lo Yakushi si avvicinasse per riempirle di nuovo la tazzina. E proprio in quel momento vide la sua immagine riflessa nella faccia lucida della tazza. I suoi occhi si sgranarono per la sorpresa. Era rossa, ma non per l’imbarazzo. Su tutto il corpo erano comparse dei pallini a pois rossi di forma irregolare. Anche il suo volto era invaso da queste colorazioni anormali della pelle. - KYAAAAAA! - Iniziò ad urlare come una matta, interrompendo la tranquilla chiacchierata tra veterani. Stavolta non era colpa sua, o quasi. - I Yakushi stanno cercando di ammazzarmi! - Cadde all’indietro iniziando a sbattere piedi e mani sul lucido pavimento in preda al panico. - Hokage-sama non bevete NULLA! Il loro obbiettivo siete VOI! - Stava creando un incidente diplomatico. Tutta colpa di Febh, ovviamente.


     
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    È colpa tua. Ratty

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    Sviluppi Pericolosi

    La maschera cordiale di Ogen non si incrinò minimamente alla risposta dell'Hokage, finendo anzi per annuire quasi con compiacimento per la scelta dei termini che era rimasta quanto più sul vago possibile. Sulla base delle voci che girano, posso dire che state imparando qualcosa sul peso della vostra carica, Hokage Sama. Un complimento? Un commento sarcastico mascherato da gentilezza? Ogen non si sarebbe espressa ulteriormente, lasciando il tutto in un vago non-detto che era in realtà l'unica vera forma di battaglia verbale fra persone di alto rango. Non sprecò un singolo sguardo di pietà verso la giovane Fuuyutsuki, ma accolse le scuse sue e del Kage con un cenno del capo, mentre Febh lentamente si staccava dalla parete, un pò barcollante ma illeso, prima di sedere nuovamente accanto a lei. Non avrai un tantino esagerato? Voglio dire...ok che abbiamo ospiti ma sono il Pivello e un Mercenario da quattro sol... Bastò uno sguardo della vecchia per zittirlo e raggelarlo al contempo.

    Ci pensò fortunatamente Raizen a farlo riprendere, porgendo una spada dal fodero bianco all'Amministratore di Oto, proprio come da loro precedenti accordi in un contesto che aveva, a conti fatti, generato quell'intera situazione. Oooh, era anche ora! Gentile come sempre prese l'arma, scrutandola con estrema attenzione ed estraendola parzialmente, per svelare la lama dorata che risplendeva nonostante l'illuminazione artificiale. Pensavo che sarebbe venuta un pò pacchiana fatta con quell'oro strano, ma fa proprio la sua porca figura! L'impatto del ventaglio di Ogen col pavimento, appena un tocco di avvertimento, lo fece trasalire, obbligandolo a correggersi rapidamente. Eer...intendo che è veramente di ottima fattura...e pesa molto meno di quanto mi aspettassi...devo solo provare se il trucchetto nell'elsa funziona. Decisamente è uscita molto meglio che in quel ridicolo disegno che mi avevi fatto. Febh si era diplomato a pieni voti al corso del "negare la realtà dei fatti", dato che il disegno lo aveva fatto lui. Un oggetto degno di un maestro artigiano, Hokage. Sono lieta dell'amicizia tra te e il mio sciagurato nipote.

    Ehi, mica è un regalo! Gli ho dovuto salvare la pelle e vendere un sacco di veleno per avere questa spada! Nuovo battito sul pavimento...e anche Febh si chinò in segno di ringraziamento, proprio come aveva fatto Ogen. A quel punto la discussione tornò su temi decisamente più scottanti...anche se nel frattempo l'Amministratore di Oto passava il tempo a guardare la sua nuova arma come un bimbo che ha appena ottenuto un giocattolo e dunque ascoltò poco e niente. Tempo al tempo, mia giovane e impaziente Kunoichi. Placò il tornado di domande di Ayuuki con un movimento della mano, voltandosi invece verso Zong, estremamente interessata al suo racconto sulle Armi di Iwa. Ho alcuni interessi nella zona di Tsuya e ho sentito di quella faccenda. Ammise. Ma non conosco altro su queste Armi, se non che non si tratta di spade. Guardò la ragazza di Konoha, come a risponderle. Ma piuttosto di statue animate dalle dimensioni gigantesche, capaci di muoversi e portare distruzione su larga scala...e che sono legate a una guerra avvenuta molti millenni fa, in cui gli stessi Draghi di cui parlavamo vennero coinvolti.

    Lasciò che i ninja parlassero dei loro affari, comunque cogliendo ogni singola parola e sfumatura senza però darlo a vedere. Per molti anni era stata una kunoichi abile tanto nella battaglia fisica quanto in quella degli intrighi di palazzo, e non cessava mai di procurarsi nuove armi per quella forma di lotta in cui il decadimento del fisico non costituiva affatto uno svantaggio ma piuttosto una risorsa: chi non si confiderebbe con un'anziano saggio per avere consiglio, in fondo? Ho letto qualche rapporto pure io, ma secondo me erano esagerati. Scheletri alti centinaia di metri...bah! Io ho dovuto distruggere ciò che restava di un Dio straniero ma nessuno ha fatto tutte queste storie. Si riferiva agli eventi della malattia di Diogenes, ma essendo stata una battaglia mentale non aveva alcun testimone dell'evento...e in effetti la lotta non era mai avvenuta nel mondo reale. Febh. Non interrompere. Ancora una volta l'etichetta sigillò la bocca dello shinobi, mentre tutti ancora parlavano e parlavano.

    Credo sarebbe scortese tacere ulteriormente. Io conosco quell'arma, la Falce Nera del Paradiso. Combattei con una kunoichi che la brandiva, circa settant'anni fa, su di un'isola nella Baia di Aisu. Al tempo stavo svolgendo una missione per conto del Daimyo di Iwa per eradicare un gruppo di nukenin che puntava ad attaccare la loro Capitale. Fu una dura battaglia, ma la mia squadra riuscì a trionfare e riportammo l'arma come trofeo al Daimyo del Paese delle Risaie, che tuttavia la vendette circa trent'anni fa per una somma ingente a un certo collezionista di Kusa che alcuni di noi conoscono. La cosa interessante è che la nukenin era il comandante in seconda di quel gruppo ribelle...attaccammo quando suo fratello, il vero leader, era lontano e di lui non avemmo più alcuna notizia. Li chiamavano i Gemelli Neri...e questo mi fa pensare che forse anche lui possedeva un'arma come quella, ma ormai sono storie di anni e anni fa. Il suo nome potrebbe interessarvi però: Kiyomaro Sekai. Questa la sua conclusione, e immediatamente dopo li avrebbe continuati a guardare con serietà, come a voler cogliere le possibili reazioni a quel nome.

    Non aveva altro da dire al riguardo, e avrebbe detto che non ricordava, anche se Febh si accigliò. Chissà perchè mi sembra un nome che ho già sentito...mah. Non poteva certo ricordarsi così su due piedi un nome citato una volta da un giovane ninja della Zanna incontrato per caso durante uno dei suoi corsi per Chunin...così come SICURAMENTE non ricordava di averlo letto sul rapporto di Diogenes riguardo alla missione nel Paese del Mare. Ma chissà...forse se opportunamente stimolato avrebbe rammentato qualcosa.

    Quanto al drago sotto Oto, non lo troverete mai senza una guida. Solo io conosco chi può portarvi a lui e so che non ha alcuna intenzione di parlare con nessuno. Inoltre l'unico passaggio per le gallerie sotterranee passa per le Prigioni, e sono un luogo in cui non possiamo certo far entrare degli stranieri. Nemmeno un Kage. Beh, in effetti è un tantino off-limits... Concordò lo Yakushi. Ma se li accompagnassi io non dovrebbero esserci poi tanti problemi. In ogni caso la strega che vive nel bosco dei sussurri non accetterà mai di rivelare come raggiungere il Drago, ma posso dirvi con assoluta sicurezza che non ha nulla a che vedere con le Armi di Iwa che tanto vi preoccupano. Ogen sapeva qualcosa, ma come avrebbe detto: quelle informazioni, pur parziali, le erano state rivelate in confidenza e non le appartenevano, quindi non aveva motivo di trasmetterle a nessuno.

    Ulteriori discussioni sarebbero state interrotte dal comportamento di Ayuuki, che per qualche assurdo motivo aveva cominciato ad ammiccare nei confronti di Febh, cosa che lo mise decisamente a disagio, non essendo per nulla abituato a simili approcci. Uh? Ehm...beh, si. Certo... Deglutì, preso alla sprovvista mentre si guardava attorno: aveva scordato di portare la teiera quindi non poteva versare altro the! Er...beh, posso versartelo dalla mia tazza! Annunciò, facendo per sollevarsi dalla posizione seduta con la tazza in mano, pur sotto lo sguardo infuocato della vecchia Ogen che certo non avrebbe mai permesso una simile cafonaggine...se non fosse che poi la giovane ninja della foglia partì in quarta con le sue accuse, lasciando completamente spiazzato l'Amministratore di Oto.

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    Eh?
     
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    Falce dei Kaguya


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    La discussione fra la capoclan degli Yakushi, l'Hokage e la sua giovane seguace relativamente all'etichetta, interessava poco allo Shogenin che, comunque, proprio per educazione, rimase ad ascoltare lo scambio di frasi, fino alla rivelazione di un altro dei motivi per cui il colossale ninja della Foglia si trovava lì: un'arma da portare a Febh.
    Bell'oggettino, certo, meglio color ossa che color oro la lama, ma la custodia soltanto è davvero ben fatta!
    E Zong Wu stesso non poté non ammirare le qualità del lavoro dell'Hokage, che, come già aveva intuito tempo prima dalle parole di Febh stesso, era anch'egli un fabbro e di certo di un ottimo livello.
    Il Jonin di Oto, dal canto suo, era quanto mai intimorito e zittito dai semplici gesti di Ogen, gesti minimi, a dirla tutta.
    Non credo di aver mai visto Febh così spaventato e, in qualche modo, vagamente disciplinato...
    Disciplinato? Mi sembra un pensiero difficile da coordinare con l'immagine del Jonin di Oto... stiamo parlando di un tizio che ha assalito in groppa a degli struzzi un palazzo.
    Però è stato un ottimo diversivo, non si può negare.
    Innegabile, ci ha anche evitato un complicato incontro con Daichi, per fortuna.
    Il Risorto stava seguendo il filo di quel discorso, tanto da non cogliere a pieno l'errore della kunoichi sulla natura delle Armi di Iwa, errore che Ogen stessa corresse, confermando che anche lei aveva sentito parlare dei fatti di Tsuya e poi lasciando possibilità al Kaguya di rispondere all'Hokage.

    Le Armi a principio erano Sette, Hokage-sama, non Sei. E, come avete ben detto, nobile Ogen, sono delle gigantesche statue semimobili dotate di particolarissimi poteri, io stesso ho compreso, forse nemmeno a pieno, solo quelli della creatura apparsa a Tsuya, seppur nella mia vita ne ho incontrate tre di queste creature., esordì, lasciando che l'Hokage capisse quante notizie poteva da lui ottenere.
    Vi parlerò delle tre Armi che ho incontrato in questi anni e di quanto ho scoperto, o quanto meno dedotto, intuito, o ipotizzato da queste esperienze, ma in funzioni di tali notizie vi chiedo, Hokage-sama, di non avanzare nessuna richiesta di possesso sulla Falce Nera, che sembra interessarvi così tanto., avrebbe chiesto cordialmente, sperando in una risposta positiva in tal senso.
    Bravo fratello, diplomazia! E soprattutto, vedi di aiutare un pò l'Accademia!
    Per un presunto Nukenin, nonché ninja morto, la aiuta fin troppo, fra Kiseki, supporto a Hoshi e quella storia di Tsuya...
    Tutto ha un motivo, petulante idiota, e dovresti saperlo bene quanto noi il nostro.

    Prima di tutto non è uno solo a cercare le Armi, sono abbastanza sicuro che siano almeno due, se non tre, i fronti che le cercano.
    Per prima, la Setta di Hayate, il motivo principale per cui sono finito in mezzo a così tante Armi è proprio perché dò la caccia al capo di quel gruppo, per motivi personali, ed i suoi seguaci hanno l'ordine di distruggere quelle cose, o almeno quello era il proposito la prima volta, la seconda, a Tsuya, la Mansuetudine di Hayate doveva solo controllare se c'era effettivamente uno di quei giganti.
    La seconda persona non so chi sia, ma l'uomo che risvegliò il Gashadokuro parlava di un suo "maestro" e al risveglio degli Oni sentii parlare di qualcuno che lo aveva reso possibile... ma non ho idee chiare sull'identità di costui o costei.
    Infine, tre anni fa, lo Tsuchikage cercò di impadronirsi dell'Oni, è possibile che sia ancora in cerca di quelle creature, non ne sono sicurissimo, però, devo ammettere.
    Io, personalmente, sono stato presente al risveglio dell'Oni, l'Arma che controlla tutte le Armi, o almeno così la definirono, verosimilmente la più potente, ma, tre anni fa, ancora non pienamente funzionante, così mi salvai da quel confronto, uno degli uomini di Hayate, la sua Magnificenza, era lì per cercare di fare il doppiogioco con lo Tsuchikage, e credo ce ne fosse anche un secondo, di cui però parlerò dopo.
    Più di recente, inseguendo la Mansuetudine di Hayate, sono finito in mezzo ai fatti di Tsuya, assieme a Hoshi.
    E seguendo una pista sulla Speranza di Hayate, sono incappato nel Kappa.
    , raccontò.
    In realtà la maledetta Kushinada non l'hai trovata, ma mi sembra corretto dire che seguivi una traccia su di lei quando ti sei imbattuto nel Kappa.
    Meglio questo che parlare della Zanna e del Sanga! Non devono intromettersi con il Sanga!
    Sì, uno scatto di rabbia è ciò che serve in questo momento! AHAHAHAHAHAH!

    Incurante di quei commenti, il Risorto continuò il suo racconto: Per quanto assurdo possa sembrare, uno dei Sei guerrieri che avevano vinto la guerra contro le armi, Pangu, il creatore dei Fuuinjutsu, venne in qualche modo in nostro soccorso a Tsuya, mentre nella faccenda del Kappa incontrai un guardiano al servizio di un altro dei Sei e dalle loro parole ho dedotto un pò di cose ed altre le teorizzate.
    Per prima cosa, so, che la guerra si combatté fra quattro Clan di Iwa, i cui discendenti ora non sono più dei ninja per la stragrande maggioranza e Sei Guerrieri.
    Tre di loro, i Generali, erano questo Pangu, un individuo di nome NuwaFuji e poi il Tian di cui parlavamo poc'anzi.
    Ho potuto dedurre dalle parole di Pangu e del guardiano del Kappa, che questi tre uomini si divisero le sei Armi minori, se tali si possono chiamare, da nascondere, mentre tutti assieme si occuparono di nascondere l'Oni nel Deserto Dipinto del Paese della Terra.
    Pangu divise la propria energia vitale e chakra, il primo lo usò per sigillare a Tsuya il Gashadokuro, il secondo lo cedette alla moglie per sigillare l'altra Arma, non so quale... unica notizia che ho su di lei era che si trattava di una Shinretsu, o almeno reputo fosse una Shinretsu dalle parole di Pangu stesso.
    NuwaFuji, invece, intrappolò il Kappa in una sorta di altra dimensione, sembra che fosse un esperto nelle tecniche di trasporto fra dimensioni, anche se non so ben spiegare cosa significhi.
    , si fermò un'altra volta Zong Wu, osservando tutti i presenti, la storia che raccontava era quanto mai assurda, ma stava agli altri decidere se crederci o meno.
    Ho anche capito perché la setta di Hayate cerca le Armi, per quanto assurdo sia. Infatti, ho incontrato la loro Speranza, il cui nome era Kushinada e che, da una prima fonte, scoprì essere in qualche modo immortale, l'ho infatti uccisa una volta, ma la cosa non l'ha fermata. Questa donna, però, dalle parole del Guardiano del Kappa, ho scoperto che era uno dei tre alleati dei Generali, Saggi credo li chiamassero.
    E sono abbastanza convinto che tutti e tre siano al servizio di Hayate: questa Kushinada lo so per contatto diretto, poi uno dei servitori dello Tsuchikage, tre anni fa, che desiderava sfruttarlo per distruggere l'Oni assieme alla Magnanimità, era un uomo che combaciava con la descrizione di un altro di questi Saggi, un Profeta. Un uomo dai lunghi capelli verdi e che, tra l'altro, andava in giro con un drago verde, come quelli sui suoi abiti.
    Se due su tre servono il Tamasizu, possibilmente anche il terzo è uno di loro, ipotizzo. E vogliono distruggere le Armi, ma non so perché si siano mossi solo in questi anni, perché seguano Hayate, o tutto ciò che li circonda, più di tutto, però, non so dove sia il Tamasizu... e quello, ammetto, è ciò che più mi preme scoprire e lo stesso motivo per cui spesso finisco per imbattermi in loro e nelle Armi.
    , ammise con un mezzo sorriso, prima di tacere del tutto.
    Dell'Abete non parliamo?
    No, quello è un argomento che ci dobbiamo giocare in un'altra situazione e comunque gli abbiamo dato la storia della moglie di Pangu è già un buon indizio!

    Fu poi Ogen ad aggiungere qualcosa sulla Falce Nera, informazioni che stupirono il Kaguya, non tanto per la possibilità che esistessero altre armi uguali, ricordava di averlo letto nel documento in mano al Collezionista di Kusa, ma per la traccia su una delle altre da poter trovare, traccia che, parve offrire una speranza (ironia della sorte) al Risorto: Se vuole, Hokage-sama, posso aiutarla a ricercare questa seconda arma nera, semmai troverà informazioni su questo individuo. Così restituirete almeno una delle armi di Tian, spero che tale aiuto, assieme alle informazioni che vi ho offerto, siano un pagamento sufficiente per poter tenere per me la Falce Nera., propose, con tono cordiale ancora una volta.
    Quanta gentilezza... ma in effetti per una collezione variegata, inutile avere tutte le armi di un solo fabbro. Anzi, chiedigli se può indicarti dove trovare una delle spade del suo Maestro!
    Tu sì che sai cos'è l'esagerazione! AHAHAHAHAHAH
    Il nome Kiyomaro Sekai non diceva niente al Kaguya, seppur il cognome aveva qualcosa di già sentito, ma non era certo sul dove e quando.
    Il discorso poi sui draghi, inizialmente, non aveva niente a che fare con le necessità di Zong Wu, tanto più che forse i draghi avrebbero reclamato la sua Falce, fu però un particolare ad interessarlo: dovevano passare per le Prigioni e lui era lì proprio per visitarle (e non solo).
    Forse dovremo fare un altro pezzo di viaggio con questo Colosso della Foglia e la sua discepola...

    Discepola che, mentre il Risorto rifletteva su quella possibilità, si mise ad urlare, dopo aver più volte disturbato Febh.
    Quando lo Shogenin del Deserto si voltò verso la giovane kunoichi la vide al quanto agitata e segnata dal morbillo, mentre accusava gli Yakushi di voler uccidere l'Hokage.
    Ogen è davvero un piccolo diavolo geniale!
    Ma sta zitto, idiota!
    Per fortuna che noi non beviamo thé in modo così eccessivo!
     
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    Impossibile non notare la piccola crepa nella maschera di cordialità di Ogen, smottamento che provocò una risposta strutturale anche nel viso di Raizen, inclinandogli lievemente il labbro.

    Beh si, lavorandoci ho scoperto che come metallo puro è scarsamente utilizzabile, ma legandolo ad altri, come vedi, riesce a dare proprietà incredibili.
    Anche se devo ammettere di essermi sforzato ad eliminare la pacchianosità, il colore non gioca di certo a favore ahahah!


    Rise educatamente, senza far tremare le pareti come suo solito, dopotutto la spontaneità era apprezzata nei salotti, no?

    Comunque, come dicono entrambi Ayuuki, hai frainteso.
    In effetti questi artefatti esulano un po’ dal concetto di arma che si ha comunemente.
    Diciamo che “fortezze semoventi” è più adatto, anche se il termine non rappresenta al meglio la potenza che sono in grado di liberare.


    Tacque poi per ascoltare le parole di Ogen, una donna che si rese conto essere pericolosa se si avesse la sfortuna di averla come avversaria. Le informazioni dopotutto erano potere, e lei aveva una marea di informazioni, e la lunga vita che aveva passato come ninja come quella che le rimaneva davanti, di certo l’avrebbero aiutata non poco.

    Lo sa con certezza, Ogen-sama?
    Potrebbe dirmi da cosa scaturisce tale certezza?
    E la strega come mai è così restia a darci queste informazioni, dopotutto, seppure quella dell’accademia possa essere reputata un alleanza fragile resta pur sempre un alleanza, no?


    Dopo le sue domande però fu Zong a dover dire la sua, informazioni di un importanza vitale che permettevano a Raizen di avere un quadro quasi completo su ciò che erano le armi, stava per completare il tutto nella sua mente quando uno dei tirapiedi di Hayate venne descritto.

    ...

    La tazza di te che aveva in mano scoppio in un mare di frantumi, un eccesso di forza che non aveva avuto modo di controllare e che probabilmente avrebbe inzuppato i presenti se tra di loro non incorresse qualche centimetro di distanza.

    Capelli e draghi verdi

    Una sola persona corrispondeva a quella descrizione e si faceva chiamare Hayate.
    I denti del Colosso stridettero mentre cercava di recuperare la serenità, scusandosi con un sussurro ed un inchino, mentre faceva dei cocci un mucchietto.

    Se-sette?

    Chiese con incertezza, era certo di aver sentito bene, ma l’incredulità necessitava di un ulteriore conferma: si stava muovendo contro un nemico ignorando del tutto la presenza di una delle sue risorse, probabilmente la più potente.

    Vai pure avanti, Zong, credo che riguardo alla falce col dialogo potremmo arrivare ad un punto di incontro.

    E lo disse senza malizia, in quella stanza stavano condividendo tutti qualcosa e anche lui doveva fare la sua parte per andare incontro ai due.
    Zong, per esperienza diretta, sapeva molto di più di Ogen stessa, e probabilmente era questo il motivo che lo rendeva lievemente meno preoccupante della vecchia.

    Ho avuto a che fare con la setta di Hayate, più di una volta, e fortunatamente sempre con esiti positivi.
    Una di queste volte era ai piedi di una delle armi.
    Hayate in questo frangente però potrebbe esserci amico, anche se onestamente non comprendo troppo la loro filosofia, pare ricerchino la vita eterna, e le armi ne hanno un surrogato, non vorrei che da obiettivi da distruggere diventassero per loro mezzi di studio.
    Se la natura o un dio ha stabilito che la vita deve finire, presto o tardi vuol dire che deve farlo.


    Un affermazione che non ammetteva repliche e a cui persino gli Yakushi con la loro vita estremamente duratura non potevano confutare.

    Le tue informazioni sono preziose Zong… ma cosa ti ha portato ad assistere al risveglio dell’Oni?
    Se il caso fosse stato così meschino permettimi di compatirti.


    Chiese con tono curioso, ed aspettando una risposta prima di riprendere a parlare.

    Se ti stai chiedendo il motivo della domanda è presto detto... Come dissi, io stesso possiedo una parte del quadro riguardo le armi, e quella che mi hai fornito va ad incastrarsi in una parte un po’ nebbiosa di tutta questa storia, della loro storia ai giorni d'oggi per essere precisi.
    Questo pezzo, se saprai sfruttare le mie informazioni, ho il sospetto possa tornarti utile e probabilmente ridarti il posto che ti spetta.
    Sto parlando di un pezzo fornitomi da Hoshi, Zong.


    Lo guardò per dei lunghi secondi, senza dire che in realtà non era stato proprio Hoshi a fornirglielo, ma al momento era meglio tenersi vaghi.

    Preferisci sentirlo, o preferisci supporre cosa potrebbe essere?

    Se non avesse ricevuto risposte che potessero ostacolarlo avrebbe iniziato lui a parlare.

    È... e mi viene da sorridere mentre ci penso...

    Disse grattandosi distrattamente la guancia.

    Un caso estremamente fortuito a far incrociare le nostre strade, un piccolo dadino mancava a completare il castello, e forse è proprio qui.
    Il periodo in cui tu dici di aver incontrato l’Oni corrisponde esattamente al periodo in cui Hoshi ha combattuto insieme ad un’altra delle armi, in una zona entro i territori di Iwa che so essere parecchio vicina a quella in cui mi hai detto di aver incontrato l’Oni.
    C’è dell’altro…


    E nuovamente guardò il Kaguya che così tanto si era distinto nella lotta di Tsuya di cui i suoi shinobi gli avevano fatto resoconto al loro ritorno.

    In quel periodo insieme ad Hoshi era presente un Kaguya che non ha mai fatto ritorno, un Kaguya che vantava le tue stesse strabilianti capacità che ti hanno permesso di tendere una preziosa mano d’aiuto agli accademici.
    Un Kaguya che, ai suoi tempi, era un importante personalità di spicco con informazioni possedute esclusivamente da lui e che ben poche persone all’interno di un dato villaggio possono avere, caso vuole, che tempo dopo questi eventi, un anno grosso modo, un kiriano sfrutti queste informazioni come merce di scambio.


    Una pessima abitudine quella di fissare il proprio interlocutore.

    Non ti sembra singolare, che in un così ridotto lasso di tempo compaiano due Kaguya dello stesso livello ed in uno spazio così ridotto due armi così introvabili.

    Ciò a cui il Colosso stava pensando era ormai evidente, soltanto uno sciocco, od un personaggio all’oscuro dei fatti non avrebbe carpito il punto a cui voleva arrivare.

    È importante sottolineare lo spassionato interesse e innegabile aiuto che questo Kaguya abbia dato alla causa accademica e quanto questa sarebbe riconoscente nei suoi confronti ignorando le sue azioni extra accademiche dato lo scarso peso che queste hanno se si venisse a scoprire che la sua storia è stata fraintesa e i suoi personali impegni l’hanno allontanato dalla sua terra natia.
    Senza dimenticare le informazioni delle quali ancora non è a conoscenza o non dovrebbe, visto che è seduto nella villa sbagliata con un comportamento esattamente opposto a quello che sarebbe lecito portare.


    Il Colosso sapeva qualcosa, a Zong interessava sapere?
    Quando poi Ayuuki lanciò l’allarme Raizen guardò uno per uno i presenti e sospirò. Conosceva Febh e non pensava che per avere la meglio su chichessia avrebbe ricorso ad un simile sotterfugio, al limite gli avrebbe fatto crollare il dojo addosso, molto probabilmente al posto del the aveva messo in infusione chissà quale porcheria tossica, molto probabilmente per sbaglio.

    Decidete pure in libertà riguardo le spiegazioni sul the, prima o dopo il signor Zong ha poca importanza.
    Ayuuki, se sei certa di ciò che affermi assicurati di non stare male, anche se penso sarebbe cosa ben complessa in casa di uno Yakushi.


    Cedette la parola con una cortesia singolare vista la situazione ben più tesa di una corda di violino.


    Edited by F e n i x - 28/7/2016, 23:08
     
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    V ~ Thè Avvelenato: L'arte della Diplomazia


    D

    i minuto in minuto le motivazioni per detestare Ogen-sama e l’intera stirpe Yakushi crescevano. La vecchia Capo-Clan era un’abile oratrice e proprio come se fossero davanti ad una scacchiera dal suo viso non traspariva alcuna emozione. Muoveva le proprie pedine con parsimonia ed estrema calma, invitando la delegazione di Konoha a scoprire per primi le proprie carte. Era una donna astuta con un’esperienza maturata nel tempo e che ponderava con estrema attenzione le parole da utilizzare. La Fuyutsuki, nonostante la sua giovane età, aveva trascorso la sua infanzia tra incontri formali e banchetti tra persone di alto rango, quindi aveva imparato a distinguere le persone sempliciotte da quelle estremamente furbe. La vecchia Ogen-sama era una statua, una matrona pronta a difendere il proprio onore ed i segreti del Villaggio, invece bastava spostare lo sguardo al suo fianco per notare il ritratto della forma più imbarazzante d’ingenuità. Ma forse si stava lasciando sviare dai suoi pregiudizi e dall’avversione che aveva sviluppato per Otogakure no Sato in meno di dieci minuti.
    Gli occhi cristallini della Fuyutsuki si soffermarono sulla lama dorata di Febh-sama. L’Hokage come sempre aveva fatto un ottimo lavoro d’artigianato. Le sue doti da Fabbro non erano di dominio pubblico, ma a giudicare dalla fattura di quella lama era una delle spade più belle ed affilate che aveva mai visto. - L’oro è un metallo che può essere tramutato in una lama? Non è meno duttile e malleabile di un’altra lega metallica? - Anzi temeva seriamente che fosse addirittura più fragile. Ma lei non era un’esperta in materia, eppure la Kunoichi non riusciva a tenere a bada la curiosità. Quindi si rivolse direttamente al Colosso di Konoha, sperando di non disturbarlo troppo dal suo confronto verbale con l’astuta Ogen-sama e il misterioso Zong Wu. - Uhm.. Oro strano? - Inarcò un sopracciglio. A lei sembrava normalissimo oro. Fortuna che Raizen-sama intervenne per chiarire parte dei suoi dubbi. A quanto pare la spada di Febh-sama non era costituito da oro puro, ma unito ad altre leghe metalliche per renderlo più resistente. - Capisco. - Intanto le sue domande sulla posizione del Drago non furono esaudite. Ancora una volta la vecchia Capo-Clan dei Yakushi preferiva temporeggiare piuttosto che rivelare fin da subito le sue informazioni. Probabilmente attendeva il momento opportuno. Annuì con pazienza al sottile rimprovero della donna e preferì rimanere in silenzio per non avere altri richiami.
    Non riuscì a trattenere lo stupore non appena Ogen-sama e Raizen-sama rivelarono le loro conoscenze sulle statue leggendarie. A quanto pare questi cimeli perduti celavano dentro di sé un potere ben più grande di quanto immaginasse. - D..Davvero? - Sicuramente non era sua intenzione mettere in dubbio le parole dell’anziana donna, ma davvero quelle statue possedevano un potere simile? Ora capiva come mai Raizen-sama sembrava così preoccupato non appena Zong Wu le aveva nominate. - Un motivo in più per ritrovarle e distruggerle. - Se avevano perfino scatenato una guerra e coinvolto il popolo millenario dei Draghi era sicuramente l’opzione più sicura per tutti.
    Notò che il Mercenario di Suna sembrava così fiero di possedere la mistica Falce e non esitò a “barattare” le informazioni sulle sette statue leggendarie per reclamare il possesso dell’arma che aveva già recuperato. I suoi dubbi vennero ulteriormente alimentati. La cupidigia umana era insaziabile. In quel Dojo si stavano affrontando temi piuttosto importanti e la Fuyutsuki ne era consapevole, nonostante la tipica frivolezza dei suoi anni.
    Sgranò gli occhi non appena il Colosso di Konoha frantumò tra le sue mani la tazzina. Alcune goccioline di Thè bagnarono il suo volto, visto la vicinanza. Ma la sua attenzione fu subito catturata dallo stupore e il turbamento dimostrato dall’uomo. Sembrava molto interessato a queste statue semi-coscienti. - Raizen.. state bene? - Istintivamente cercò anche di capire se i frammenti del recipiente lo avevano in qualche modo ferito. - Fatemi dare un’occhiata! - Cercò immediatamente di afferrare la sua mano e pulirla da frammenti e dal Thè avvelenato. Teneva all’incolumità del suo Hokage. Quindi qualora avrebbe notato anche micro-lesioni sul suo palmo grazie alle sue conoscenze mediche

    Conoscenza Medica (Base) [1]
    Conoscenza: L'utilizzatore può diagnosticare e trattare gli Status Leggeri; richiedono 3 slot azione/tecnica per eliminarli. Può eseguire interventi di pronto soccorso e medicare le ferite: l'entità della ferita medicata si ridurrà di 1/2 leggera ogni giorno. Possiede inoltre conoscenze anatomiche di base, potendo individuare con sicurezza la posizione degli organi interni, dei vasi e delle ossa.
    provò a procedere con una medicazione, dopo aver disinfettato le ferite con garza sterile e disinfettante, provenienti dal contenuto del suo Kit di Pronto Soccorso
    Kit di Primo Soccorso [Vario]
    Si tratta di un set di accessori medici, ad uso unico dei ninja medici. Può essere utilizzato per 10 medicazioni. Richiede le Conoscenze Mediche Base.
    Tipo: Supporto-Supporto
    Dimensione: Piccola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 2 | Crediti: 50)
    . Ovviamente si sarebbe prima assicurata di aver rimosso ogni frammento, facendo uso sia pinze che cotone idrofilo imbibito di una soluzione sterile. Con cura e dedizione avrebbe assicurato la medicazione con un bendaggio lasciando libere le dita ed il pollice, senza ostacolare i movimenti della mano. Con un giro finale di benda avrebbe assicurato con un spilla al polso dell’uomo l’intera medicazione.
    Ascoltò con altrettanto interesse le parole della Capo-Clan Yakushi che decise finalmente di svelare le sue carte ed informare tutti che conosceva molto bene la Falce Nera del Paradiso, un cimelio ora nelle mani del Mercenario. Con volto serio saettò lo sguardo ora a destra ed ora a sinistra per apprezzare le reazioni di tutti. Sembrava essere su un campo di battaglia, ma non c’erano armi o Ninjutsu, ma solo le proprie capacità diplomatiche e d’intuire la verità oltre l’inganno. Anche Zong Wu non si sottrasse alla discussione e rivelò molte informazioni che lasciarono di sasso la Kunoichi della Foglia. Intere organizzazioni, lo Tsuchikage e lo stesso Mercenario sembravano interessate a queste pericolose Armi. La ragazza cercò di non distrarsi per poter appuntare mentalmente ogni singolo dettaglio, anche se non comprese ogni vicenda di quella lotta per il dominio delle leggendarie statue. L’Hokage invece iniziò a ricollegare gli eventi ad un Kaguya di Kiri che ormai si era allontanato dalla sua terra natia e sembrava comunque immischiato nelle faccende Accademiche. Sentì la tensione scorrere in quel Dojo. La Fuyutsuki preferì mantenere la guardia alta.
    Purtroppo fu l’unica vittima del misterioso Thè che le era stato offerto dallo Yakushi. Le erbe che aveva preparato per Raizen-sama e quelle aggiunte da Febh-sama le avevano fatto completamente perdere il lume della ragione, prendendosi una cotta provvisoria per il primo uomo che aveva inavvertitamente guardato e uno sfogo cutaneo alquanto insolito. Grazie alle sue eccelse capacità con i Veleni iniziò a far circolare un velo di Chakra nel suo organismo, in ogni cellula od organo, per poter percepire eventuali alterazioni. Proprio come su una tela bianca Macchie nere comparvero su di essa, testimoniando la presenza di una sostanza velenosa. Chiuse gli occhi per percepirlo con maggior attenzione ed analizzare quella sostanza. Le dosi del veleno che aveva assunto per via digestiva si erano diffuse rapidamente, fino a raddoppiare la sua concentrazione, soprattutto nel suo cervello, distorcendo la percezione dei suoi sentimenti e provocando una scarica di endorfine che stuzzicavano il suo piacere nell’osservare Febh-sama. Una distorsione dei suoi sentimenti che aveva inscenato quell’improvvisa infatuazione. Ma non riusciva a spiegarsi l’eruzione cutanea. Probabilmente c’era qualche altra sostanza che aveva reagito con le cellule dell’epidermide. Fortunatamente le erbe non erano state ben bilanciate e gli effetti erano quasi contrastanti, tanto da stimare la durata di quei insoliti sintomi solo per poco tempo, forse una decina di minuti
    [Slot Gratuito Lento]Doku chikaku I
    Speciale: L'utilizzatore può rivelare alterazioni del proprio organismo ad opera di veleni tramite uno Slot Gratuito Lento. Sarà capace di quantificare il numero di dosi del veleno assunto indipendentemente dalla modalità di trasmissione e stimare meccanismo e tempo d’azione della sostanza. Richiede una situazione di non combattimento o di apparente tranquillità.
    [Richiede Conoscenze Mediche (base) e Conoscenze dei Veleni]
    [Da Genin in su]

    . Si avvicinò all’orecchio dell’Hokage per sussurrargli il risultato della sua analisi. - Confermo. La bevanda è avvelenata! - Il Meccanismo d’azione era simile a quello che aveva progettato nel laboratorio della Radice e la via di somministrazione identica. I sintomi previsti però non coincidevano, o almeno non tutti. Ma c’erano buone probabilità che aveva bevuto la sua stessa pozione. - … - Osservò lo Yakushi incriminato. Raizen-sama non sembrava affatto interessato a quel tentativo di avvelenamento. In realtà l’unica colpevole era lei stessa. Ma non lo avrebbe mai ammesso. Era più facile scaricare ogni responsabilità sul Consigliere di Oto, e preservare la sua immacolata immagine agli occhi dell’Hokage. Era poco corretto? Probabile. Ma in amore e in Guerra non c’erano regole. Frugò nelle sue sacche posteriori per recuperare un antidoto
    Antidoto Base [Tonico]
    Devono essere riferite ad un particolare tipo di veleno (C1, C2); altrimenti è inefficace. Una dose di antidoto annulla tutti gli effetti del veleno scelto al termine del round dell' assunzione.
    Tipo: Supporto-Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 15)
    e lo assunse per poter far svanire i fastidiosi effetto del suo Filtro d’amore, modificato dall’insana mente di Febh-sama. Dopo aver tolto il tappo ermetico dall’ampolla che conteneva la soluzione benefica, adagiò le labbra su bordo ed iniziò a bere per poter assumere la dose di Antidoto.
    Dopo un po’ la cute della Kunoichi riassunse il normale colorito pallido e lo sguardo cristallino non custodiva nessuna infatuazione per lo Yakushi, ma solo celato sdegno. - Raizen potete introdurmi in questo interessante confronto? Forse la giovinezza dei miei anni non mi concede la saggezza e l’arguto intelletto dei presenti. Ma un’opinione fresca e spontanea potrebbe aprire altri percorsi di pensiero. - Secondo la buona etichetta la Fuyutsuki necessitava del permesso del suo superiore per poter intromettersi nella discussione. Non brillava per diplomazia, ma era lì per aiutare il suo Hokage. Attese pazientemente di essere introdotta.
    - Sicuramente questo insignificante equivoco con il Thè non danneggia minimamente la gentilezza e l’ospitalità che il Palazzo Yakushi ci ha offerto, e nemmeno la nobiltà d’animo dei suoi abitanti. Ma sono certa che questo piccolo incidente possa essere insabbiato con un cospicuo aiuto nel trovare questo Drago e fare un tentativo nel parlare con la Strega del Bosco dei Sussurri. - Sembrava più un ricatto, ma si preoccupò di mostrare uno dei suoi migliori sorrisi facendolo apparire solo come un’innocente richiesta, per poter dimenticare l’accaduto. “Qualcuno” aveva provato a somministrare Thè avvelenato all’Hokage, un gesto poco nobile e leale, quindi ribaltare la situazione a favore dei Konohani le sembrava d’obbligo. - Se saremo accompagnati da un Amministratore di Oto, dubito che questa misteriosa donna resterà sorda alle nostre richieste. E sarà una garanzia per noi nel raggiungere, qualora ci accorderete il permesso, sani e salvi i sotterranei di Oto. In nome del rispetto e della sincera amicizia che lega vostro nipote, Febh Yakushi, all’Hokage, Raizen Ikigami! -
    Il Drago nero si trovava sotto il Villaggio ed a quanto pare l’unico accesso sicuro erano le Prigioni, luogo off-limits. Sicuramente il lasciapassare di Febh-sama, garantito dalla sua presenza, poteva superare questo primo ostacolo. - Ogen-sama, perdonatemi, ma non avete soddisfatto tutte le mie curiosità. È stata quindi questa misteriosa Strega del Bosco ad insediare il Drago nero nei sotterranei di Otogakure no Sato? Per quale ragione? - Inarcò un sopracciglio. - Possiamo avere informazioni più dettagliate su questa donna e sul Drago? Senza essere costretta a parlare di segreti o informazioni che non vi è concesso rivelare per il bene di Otogakure no Sato. L’ultima cosa che desideriamo è mettervi in qualche modo in una situazione scomoda. Siete stata così ospitale da accoglierci e noi ricopriremo il nostro ruolo da ospiti nel migliore dei modi. - Annuì con un sorriso. Non brillava per delicatezza, ma iniziava ad essere un po’ stanca di questi giri di parole senza arrivare finalmente un punto. Se Raizen-sama peccava spesso di diplomazia, lei non sapeva nemmeno cosa fosse. Ma date le circostanze, doveva adeguarsi.
    - Zong-sama… avete più volte lasciato intendere il forte desiderio che vi lega alla Falce Nera. E siete disposto a condividere preziose informazioni ed aiutare addirittura l’Hokage per recuperare la sua gemella! Sono certa che la vostra è pura curiosità e spirito altruistico verso l’istituzione Accademica, altrimenti una mente malpensate potrebbe presupporre che vi sentiate indebitamente proprietario della Falce e che cerchiate di giustificare il possesso di quell’arma agli occhi dell’Accademia. - Abbozzò un sorriso, mostrando un volto innocente. - Ma non è questo il vostro caso. - Era innegabile che il Mercenario non aveva fatto altro che richiedere il “consenso” dei presenti per legittimare la sua proprietà sulla Statua negli ultimi minuti. - Siete un erudito interessato a questi cimeli? O un uomo dall’incontenibile curiosità? - Concluse.


     
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    È colpa tua. Ratty

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    La Strega dei Boschi e la Regina dei Draghi

    Non è Oro, ma era un metallo dorato ultradenso. Lo stavano scavando via in una specie di miniera al confine tra Kusa e Iwa. Commentò distrattamente lo Yakushi mentre ancora ammirava la sua nuova arma, trattenendosi dall'alzarsi e provarla (probabilmente abbattendo mezzo palazzo) solo perchè la capoclan ancora lo fissava con gentilezza tanto ferma da sembrare quasi una violenta aura omicida.

    Ogen inarcò appena un sopracciglio quando il Kage le si rivolse chiedendo quali fossero le sue certezze. Dovette impegnarsi un pò per non far trasparire nemmeno un'oncia di sarcasmo nel suo modesto e cordiale sorriso con cui risposte a quelle illazioni che, va detto, non avevano poi grande peso. A volte mi chiedo se le usi quelle orecchie o no? Si intromise Febh, interrompendola prima ancora che lei potesse rispondere. Ha detto che la Strega le ha raccontato qualcosa della faccenda, se le Armi non le ha citate, allora evidentemente non centrano nulla, no? Si beccò un colpo di ventaglio sul capo che per poco non lo fece stramazzare a terra. Come il mio ottuso nipote ha opportunamente detto, per quando in modo decisamente poco elegante, io conosco almeno per sommi capi la faccenda, e la strega non ha citato nulla delle Armi di Iwa. La questione è basata interamente su altri presupposti, che tuttavia mi sono stati rivelati in confidenza e non ho motivo di divulgare.

    genkai-yu-yu-hakusho-eizou-hakusho-3.7



    Il nobile Hokage spero non voglia dare a intendere che tutto gli è dovuto per il semplice ruolo che ricopre.
    Commentò, forse con una vena di rimprovero. Un'alleanza non si esplicita solo in richieste unilaterali, soprattutto per questioni che non riguardano l'alleanza stessa. E soprattutto quando si tratta di faccende personali. Aprì il ventaglio, spingendo una minima brezza sul volto mentre lo Yakushi accanto a lei si rialzava a sedere a fatica, borbottando qualcosa che è bene non ripete, ma a voce abbastanza bassa da evitare ulteriori punizioni. Hokage-sama...per quale motivo ti interessa il destino dei draghi, e di questo in particolare? Magari per la giusta motivazione la strega potrebbe decidere di parlare con te. Vive nel bosco dei Sussurri, ma fuori dalle mura di Oto, ed è una semplice ospite. Non è un ninja e non sottostà a nessun genere di alleanza, anche se è una mia amica. E non tradirei mai un'amica, perchè non esistono fragili alleanze per chi ha tanti anni sulle spalle, giovane Kage. In sostanza aveva capito benissimo che Raizen era là solo ed unicamente per questioni private, e gli stava facendo intendere che appellarsi a Konoha, alla sua carica o a qualche altro orpello sarebbe stato del tutto inutile: voleva vedere le sue carte, o quella partita non si sarebbe mai mossa oltre quel punto. Prendere o lasciare.

    Feng Gu intanto aveva deciso di cogliere quel suggerimento, anche se non era rivolto a lui, iniziando a raccontare quanto sapeva, o perlomeno quanto aveva deciso di rivelare. Il lungo discorso in realtà annoiò un poco lo Yakushi, che aveva smesso di lagnarsi e si massaggiava delicatamente la testa là doveva aveva incassato i pesanti colpi di ventaglio. Non era difficile leggere quello che gli passava per la testa: bastava guardare anche distrattamente il suo volto per capire che non aveva mai avuto a che fare con quelle faccende e che la cosa lo irritava...praticamente gli si poteva leggere in faccia un "possibile che non mi chiami mai nessuno quando c'è da menare le mani?". Non disse nulla, così come Ogen, che continuava a muovere appena il ventaglio e che a differenza del nipote ascoltava il tutto con vivo interesse, mettendo da parte ogni informazione per chissà quali probabili utilizzi futuri, soprattutto la rottura della tazza, che finì per gettarle il contenuto addosso ma senza bagnarla minimamente, merito di un discreto controllo del chakra. Poi sono io quello che rompe le cose! Non essere scortese e sistema, Febh. Sono certa che il costo della pregiata tazza in porcellana antica verrà detratto dalla somma del preventivo che ci ha portato con tanta solerzia. La vecchia volpe sapeva sempre come ottenere un vantaggio, mentre Febh guardava la guarigione improvvisata con una discreto aria canzonatoria, rivolgendosi ad Ayuuki: Il sacco di pulci a Nove Code avrebbe risolto la cosa in poco tempo anche se non ti fossi lanciata in tutta questa manfrina, sai? E poi mettersi a usare le arti mediche a Palazzo Yakushi fa un pò sorridere, cioè... Un debole movimento di ventaglio bloccò il tutto. Al tempo. Sono anche io un ninja medico, e non posso che approvare la dedizione alla causa. Tuttavia. Il tono si indurì appena. Una guarigione così pronta e rapida a un Kage per una ferita di così poco conto potrebbe essere intesa come un segno di debolezza da parte degli interlocutori...se questa non fosse una cordiale visita tra amici, giovane Ayuuki, avresti appena causato un danno decisamente maggiore di quel piccolo taglio al tuo Kage. Sospirò. Ogni movimento di una Kunoichi deve tenere conto dell'insieme...questa è la strada per crescere nella tua arte.

    Difficile capire a quale Arma si stesse riferendo l'Hokage nel suo bluff riguardo Hoshi, dato che il Rosso non ne aveva mai vista una prima del Gashadokuro, ma forse, non sapendo di NuwaFuji e della sua tragica fine, Raizen aveva frainteso i racconti sulla Divinità Spezzata, che per quanto potente non era affatto una delle Armi di Iwa ed anzi si trattava di una potente Evocazione, certamente alta, ma non più di tre metri.

    Quando poi il veleno fece il suo corso e l'intera faccenda degenerò, Ogen non si era spostata di una virgola, mentre Febh era ancora confuso (come al solito) ma non tanto da non sentirePercezione 12+Udito Perfetto ciò che la ragazzina aveva appena sussurrato al suo Kage, e la cosa lo fece irritare oltremodo, soprattutto quando lei pretese di usare l'incidente per influenzare la disponibilità della Capoclan, che sorrise appena, con un cenno quasi impercettibile di approvazione per il comportamento della ragazza, che sembrava aver appreso la lezione. E comunque l'Amministratore non era della stessa idea, vedendosi ferito nell'orgoglio afferrò una della tazze, mettendosi in piedi, e ne trangugiò il contenuto. Eh no, col cavolo, io ho servito il The che avete portato voi! Ci ho solo aggiunto una tisana per allungarlo! Quindi, con l'atteggiamento di un esperto sommelier cominciò a muovere la bocca come se stesse meglio assaporando la bevanda. Dunque...in effetti c'è qualcosa di strano. Allora. Due parti di Aconito, una di Papavero Rosso, tre di pianta del the, un terzo di parte di polvere di semi di Rododendro... In una manciata di istanti, dopo appena un sorso e apparentemente senza aver subito alcun effetto collaterale, Febh snocciolò uno ad uno tutti gli ingredienti dell'infuso di Ayuuki, con precisione matematicaCorpo Perfetto: L'utilizzatore può rivelare in ogni momento grossolane alterazioni del proprio organismo ad opera di agenti esterni. L'utilizzatore può recuperare parti del corpo recise, rigenerandole in un giorno. La rigenerazione di vitalità ed energia vitale è moltiplicata per il livello della tecnica speciale posseduto; questo bonus è sempre attivo. L'utilizzatore può ottenere un bonus da distribuire alle statistiche primarie a discapito di un uguale malus ad una statistica primaria. , e poi si fermò arrossendo appena, quasi avesse appena realizzato di aver commesso un errore.

    png



    Ma non disse nulla al riguardo, procedendo col ragionamento. E' un miscuglio dozzinale, ma qui c'è roba per abbassare un pelo le percezioni, causare eccitazione, aumentare la temperatura...sembra quasi un tentativo di pozione d'am... E si fermò, folgorato dalla rivelazione. Era stato Raizen a offrirgli da bere, e quella era una specie di pozione d'amore. Quindi voleva, per strano che fosse, cercare di sedurlo! E perdipiù Lui aveva dato quel composto a Feng Gu, che lo aveva pure bevuto e che magari per tutto il tempo era stato sotto il suo effetto e aveva parlato nella speranza di conquistare Febh! Oh no...il triangolo Omo no! Non lo avevo considerato! Poi su Raizen. E da TE non me lo aspettavo! Oddio, tutti gli addestramenti...con secondi fini...mi sento sporco. Aveva ancora le mani tra i capelli in un perfetto ritratto di disperazione, quando si udì un debole rumore di ventaglio che veniva chiuso, seguito dalla cordiale voce di Ogen. Febh? Lui si bloccò nuovamente, voltandosi a guardarla. Ehm...si, Ogen-dono? Hai servito agli ospiti del the da viaggio che avevano con sé invece di dar loro qualcosa di fresco dalle nostre cucine?

    Lui deglutì.

    Come sarebbe evoluta la cosa?
     
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    Falce dei Kaguya


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    La situazione stava diventando interessante ed assieme assurda, da molti e molti punti di vista, così tanti che nemmeno Zong Wu riusciva quasi più a tenerne il conto, ma più di tutto era una situazione ricca di informazioni.

    La prima, e forse meno interessante, fu che Febh e l'Hokage avevano trovato il metallo di quell'arma, che non era effettivo oro, durante una qualche missione passata.
    Poi quando Ogen quasi zittì il Colosso della Foglia sottolineando come l'alleanza fra i villaggi ninja non dovesse essere messa in mezzo a quella storia dei Draghi, una nota di ulteriore rispetto verso la capoclan Yakushi si andò ad aggiungere a quelle già presenti dal punto di vista dello Shogenin.
    Ve l'ho detto, è una grande donna questa!
    Degna di ogni rispetto! Io ai miei tempi non ho mai usato il mio ruolo per far pesare alleanze o altro... anzi sono stati spesso gli altri a farmi pesare il mio ruolo, quando pensavo solo ai fatti miei...
    Ai tuoi tempi... fratello, sembri così vecchio quando parli così...

    Fu poi il momento del Risorto di parlare, ma d'improvviso pure lui si fermò, quando la tazza di thé nelle mani di Raizen andrò in frantumi, sorpreso da una reazione così violenta, per fortuna senza restarne in alcun modo "influenzato" data la distanza che c'era comunque fra loro.
    Quella piccola reazione fu curiosa, ma, allo stesso tempo, offrì due nuove informazioni: la prima, di minore interesse, fu che la giovane kunoichi di fianco all'Hokage era un ninja medico, la più interessante, però, arrivò dalle parole di Febh.
    Il Sacco di Pulci a Nove Code? L'Hokage è...
    Un Jinchuuriki come Itai e, da quella frase, direi il nuovo possessore del Demone che aveva Sayaka molti anni fa... ironico, quasi.
    Grande, grosso, Hokage e con un demone dentro... pericoloso il tizio! AHAHAHAHAHAH

    Dopo quel piccolo momento di stupore, probabilmente ben visibile anche nello sguardo dello stesso Zong Wu, lo Shogenin arrivò a concludere il proprio racconto, per ascoltare quindi le parole di Raizen subito dopo.
    Ecco, bravo, non prendere in simpatia i cani del Tamasizu, se no la mia simpatia per te inizia a scemare...
    In effetti il commento dell'Hokage sulla setta di Hayate lasciò un pò perplesso lo Shogenin, oltre che gli permise di scoprire che anche l'Hokage aveva avuto a che fare con una delle Armi, ma a sorprenderlo ancora di più furono le successive parole e la domanda sull'Oni.
    Come le ho già detto, Hokage-sama, ero a caccia di uno dei servitori di Hayate Tamasizu. Così come a Tsuya, sono finito lì solo per inseguire gli sgherri di Hayate. Non sapevo niente delle Armi ai tempi. Deve capire... io sono una persona semplice: la Vendetta è ciò che mi muove., avrebbe risposto con pacata calma il Kaguya ed in effetti era la verità: ai tempi, ad Iwa, il Risorto si muoveva per la sua Vendetta verso la Zanna ed uccidere il servo di Hayate, oltre che una grande soddisfazione personale (perché in effetti lui odiava il Tamasizu) servì anche ad aiutarlo nel suo vero obiettivo... trovarsi in mezzo al risveglio dell'Oni fu quanto mai imprevisto.
    Una frase che nella sua banalità è la cosa più vera che si possa dire su di te.
    Sei tornato dalla morte solo per la Vendetta! Ci credo che è ciò che ti muove! AHAHAHAHAH
    La Vendetta è TUTTO.
    Mi sarei preoccupato se non lo avessi detto! AHAHAHAHAHAH

    Il discorso subito successivo, poi, fu quanto mai strambo, o almeno in modo assurdo iniziò: Ridarmi cosa?, domandò in piena onestà il Kaguya, che non era certo di cosa l'altro stesse parlando, ma, nel momento in cui gli sentì esprimere tutto il suo discorso, la prima reazione del Risorto fu di alzare gli occhi al cielo, come a dire...
    Eccone un altro che ti confonde con me! E' così difficile capire che NON sei Shiltar Kaguya?
    Fratello...
    AHAHAHAH! Ti prego, falli continuare, voglio vedere come spiega a parole la sua schizzofrenia... AHAHAHAHAHAH!!!
    Certo, la nota sulle informazioni diffuse un anno dopo i fatti di Iwa, provocò una nota di perplessità, diversa da quella che per tutto il resto del discorso era stata sul volto di Zong Wu, mentre si chiedeva se fosse stato Hoshi, parlando della Divinità Spezzata (perché non c'erano altre creature che venissero in mente al Risorto possibili da confondere con una delle Armi) , a descriverla come una delle Sette Armi, o fosse stato l'Hokage a confondere le due cose... o c'era una terza opzione, più disturbante.
    Una cosa era certa: la Divinità Spezzata non poteva essere una delle Armi, come il Guardiano del Kappa aveva spiegato, per svegliarne una, serviva sacrificare qualcosa che andava contro le leggi della natura e del chakra, mentre per trovare la suddetta divinità, era bastato un contratto firmato dall'allora Shiltar Kaguya.
    Il Risorto dal canto suo, seppur non avesse mai condiviso con nessuno tale pensiero, credeva che i Sassi non fossero effettivamente ciò a cui la creatura faceva la guardia, ma che fosse l'Oni ciò che doveva sorvegliare, in qualche modo... ma non era quello il momento di rifletterci su, doveva chiarire con l'Hokage.

    Mi permetto di correggerla su alcuni aspetti, Hokage-sama: io non sono chi lei crede; sono sì un Kaguya, ma io sono venuto al mondo nel Paese della Terra e l'ho abbandonato solo tre anni fa circa e, a quei tempi, le mie capacità non erano pari a quelle che possiedo adesso., così avrebbe esordito e quelle parole erano tutte la più assoluta verità, secondo la logica del Risorto: lui, Feng Gu/Zong Wu/Ru-Wai o comunque lo si volesse chiamare, era venuto al mondo nel Paese della Terra, precisamente alla Roccia degli Spiriti, dalle ceneri di Shiltar Kaguya e Feng Huang era tornato alla vita e, di certo, non con la forza e le capacità del defunto Mizukage.
    Lui, dal suo punto di vista, non era Shiltar Kaguya, non lo sarebbe mai stato, lui era la Vendetta del defunto Mizukage... un concetto completamente diverso.
    Non stava mentendo, semplicemente la verità per lui era differente da quello che avrebbe potuto dire chiunque altro.
    E voleva argomentare le sue spiegazioni: Probabilmente lei non conosce a pieno la storia del clan Kaguya, quindi mi permetta una breve digressione.
    Poco dopo la nascita dell'Accademia, intesa come alleanza fra i villaggi, il clan Kaguya entrò in guerra con il clan dei Tamasizu.
    I primi erano un clan di Kiri abbastanza rinomato, il secondo era l'unica forza militare di un piccolo villaggio, il Villaggio della Luna, nel Paese dell'Acqua.
    La causa scatenante: l'allora capoclan dei Tamasizu aveva preso per se la moglie di un parente del capoclan Kaguya e, giustamente, i Kaguya decisero di uccidere tutti i Tamasizu per pagare quella specifica offesa.
    La diatriba finì, per non annoiarvi oltremodo, con due soli Tamasizu sopravvissuti, il capoclan ed un suo figlio, Hayate appunto.
    I Kaguya, dal canto loro, furono accusati di genocidio dall'Accademia e si cercò di eliminarli tutti, di nuovo, finendo per provocare una diaspora di orfani e fuggiaschi.
    E così si arriva a me, un Kaguya venuto al mondo nel Paese della Terra e che trova giusto portare a termine quanto iniziato dalla propria famiglia: uccidere gli ultimi Tamasizu.
    , una storia riassunta all'inverosimile, senza moltissimi dei particolari che l'avrebbero resa ben più chiara, ma ciò che lo Shogenin voleva non era dare tutti i retroscena in quel momento.
    E per quanto la sua Vendetta fosse contro il Sanga, il suo odio per Hayate era puro e sincero, da due vite, seppur non era legato direttamente a fatti di quando Shiltar era ancora un neonato, rimasto orfano per le strade di Kiri.
    La Vendetta non mi dà da mangiare, per questo faccio il Mercenario e come tale ho sentito anch'io dei ninja accademici che furono sconfitti in una qualche missione ad Iwa.
    Dubito però che Hoshi abbia incontrato un'altra delle Armi ai tempi... da ciò che avete detto poc'anzi, Hokage-sama, voi avete visto una delle Armi, quando avete incontrato uno dei servi del Tamasizu, ma avete visto come vengono attivate? Da ciò che mi fu detto dal Guardiano del Kappa, si deve sacrificare qualcosa che va contro le leggi della natura... Hoshi è sicuro di avervi avuto a che fare? Vi ha raccontato questa sua disavventura prima o dopo aver visto il Gashadokuro? Dubito che, incontrata una delle Armi, sia possibile confondere qualcos'altro con le stesse...
    , avrebbe continuato con un mezzo sorriso.
    E relativamente al Gashadokuro, ho aiutato l'Accademia ma voi mi date troppo credito in questo senso, temo.
    Ero lì per la caccia ad un altro dei servi di Hayate, ma la situazione è, ancora una volta, degenerata.
    Ho aiutato Hoshi e gli altri ninja in quella circostanza, così come nel recupero dei Kiseki e nella piccola disavventura di cui accennavamo con Febh, principalmente perché sono ospite a Suna e ho un'amicizia sincera verso Hoshikuzu, quindi è il debito verso di lui che mi muove a fare il bene dell'Accademia. Non chiedo niente più che la possibilità di proseguire nei miei propositi personali a nessuno e pago quelli che ritengo i miei debiti, tenendo per me il necessario o il dovuto, semplicemente.
    , avrebbe spiegato, ancora una volta con un tono quanto mai cordiale e, come in precedenza, sincero.

    Quando poi la discussione deviò sul thé avvelenato, lo Shogenin scoprì che la giovane kunoichi era, in qualche modo, capace di percepire la presenza dei veleni, come il suo udito piuttosto allenato gli permise di sentire.
    Rimase comunque ad ascoltare in silenzio tutta la discussione, mostrando una decisa perplessità quando anche Febh, che sembrava pure lui capace di cogliere le caratteristiche di un veleno, ipotizzò il rischio di un triangolo fra uomini... un'idea che provocò nel Risorto lo stesso disappunto che aveva prodotto nello Yakushi.
    Intanto alla domanda sulla Falce di Ayuuki, lo Shogenin scosse leggermente la testa: Ancora una volta, mi viene dato troppo credito: io non cerco di giustificare il mio possesso della Falce Nera, semplicemente vorrei evitare una situazione scomoda, specie in un luogo dove sono ospite., avrebbe tagliato corto con la solita cordialità.
    Mi chiedo: finirà male prima all'otese con la sua potente capoclan o a te, fra accuse di essere chi sei e recriminazioni su Falci ed affini?
    Lui NON è Shiltar Kaguya!
     
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    Deduzioni errate

    O informazioni insufficienti?







    Quando la Kunoichi chiese di vedergli la mano rifiutò gentilmente.

    Tranquilla, niente di che, ci mancherebbe che mi ferisco con una tazzina da te.

    Disse guardandola per poi continuare la frase spostandosi su Ogen.

    Il quale costo verrà pagato da me, più che dal mio villaggio.
    Lo ridurrei alla fame se dovessi fargli pagare ogni mia disattenzione!
    Ahah!


    Rise nuovamente sotto tono, una battuta quasi di cortesia che non era il massimo dell’umorismo prima di passare la parola ad Ayuuki con un gesto di invito.

    Prego.

    Ascoltò i vari dibattiti senza intervenire, per poi dire la sua solamente quando tutti ebbero concluso, ormai la discussione iniziava a richiedere degli appunti.

    Beh, onestamente, Ogen-sama, concedettemi un po’ più di confidenza, giusto per una spassionata affermazione: che diavolo andiamo a dire in giro che siamo alleati se non ci rispettiamo come tali?
    È davvero da alleati nascondersi delle informazioni l’un l’altro?
    Pft!


    Sollevò gli occhi al cielo e riacquisendo la pacatezza come promesso poc’anzi continuò a parlare.

    Riguardo il motivo, vedo che vi preme saperlo, ma onestamente penso che potrete restarne lievemente delusa: mi sta semplicemente a cuore il destino delle creature a me legate.
    Semplicemente.


    Era una risposta parziale, anche se la percentuale non rivelata era ben poca, ma del tutto onesta.

    Riguardo alla debolezza sta agli interlocutori decidere cosa vedere, o un kage debole o uno shinobi fedele al proprio leader e pronto a reagire ed abile nel farlo.
    Anche se magari sarebbe meglio tranquillizzarsi un po’ Ayuuki, qui dopotutto siamo al sicuro, come ti ho detto sotto questo tetto hanno innate capacità che sarebbero quasi in grado di rianimare i morti.
    Ma potrai vederle all’opera se il destino ci sarà avverso e casomai dovessimo avventurarci nei sotterranei Febh si ferisse.


    Si fermò qualche istante, decidendo se sfruttare o meno quegli avvenimenti per divertirsi un po’

    Anche se spero che il suo corpo perfetto non venga minimamente leso.

    Ammiccò alzando le sopracciglia più di una volta, agli astanti decidere se ridere o meno della cosa.
    Si rivolse poi al Kaguya in libera uscita.

    Oh beh, immagino che ci siano informazioni che non desideri sapere, o che forse non ti interessano, dopotutto se non sei chi pensavo tu fossi.
    Il che è una fortuna, se la Vendetta è ciò che ti muove Oto probabilmente avrebbe dovuto impegnarsi a sedare la furia di quell’imprevedibile cavallo prima di venirne investita.


    Inspirò a fondo cercando di pensare a cosa fare con la falce e decidendo che forse quello non era il luogo più adatto per parlarne.

    Zong… che nome particolare per un Kaguya…

    Pensiero che gli avviò un'altra corrente di pensieri.

    Certo devo ammettere che per essere così fedele alla causa dei Kaguya è parecchio strano che nemmeno usi il cognome del clan per cui combatti.
    Ma vabè, non è affar mio.


    Scosse il capo come a voler allontanare i pensieri.

    Dicevo, parleremo della falce quando saremmo da soli, ho qualche idea da proporti, ma conto sulla tua collaborazione, pare dopotutto che non abbiamo troppi attriti a riguardo.
    Ogen-sama, sapreste dirci se avete qualche altra notizia su quel Kiyomaro?
    Posizione attuale, abilità dell’arma posseduta, non saprei, tutto direi che sarebbe meglio.


    Sorrise cortesemente, una volta ottenuta una risposta, se non fosse stato necessario replicare avrebbe posto degli educati saluti.

    Beh, direi che abbiamo una direzione da seguire ora.
    E visto che son venuto qui unicamente per questo direi che possiamo anche muovere verso la strega, se Ogen-sama fosse così cortese da rivelarmi la sua posizione o un punto in cui incontrarla.


    Attese risposta dalla vecchia donna, cercando di non badare alle falle che la storia del Kaguya ancora presentava.
     
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    VI ~ Thè Avvelenato: La confessione


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    li occhietti della Fuyutsuki si soffermarono ancora una volta sulla spada dorata dello Yakushi. A quanto pare non era oro, ma una misteriosa lega metallica che aveva estratto da qualche miniera. Fortunatamente il Capo-clan impedì a Febh-sama di provare la sua nuova arma. Non aveva un aspetto molto rassicurante. Anzi non conosceva minimamente le capacità dell’occhialuto uomo, ma non le ispirava minimamente fiducia. Come l’intero Clan del resto. Non capiva come mai Raizen-sama era disposto a fidarsi dei suoi “strambi” alleati nel Paese delle Risaie. Se avesse avuto voce in capitolo non avrebbe esitato a tramortire il suo Hokage, caricarselo in spalla e portarlo via verso un romantico tramonto e lidi sconosciuti. Cioè, verso Konohagakure no Sato. Ma forse doveva semplicemente fidarsi del buon giudizio del Colosso. Infondo i due veterani sembravano conoscersi da molto tempo.
    La sua attenzione si spostò con serietà verso Ogen-sama. La vecchia ed astuta Capo-Clan dei Yakushi sembrava non voler concedere preziose informazioni senza richiedere un “tributo”, ovvero la completa sincerità dell’Hokage. Forse era giunto il momento di svelare le carte e la Fuyutsuki si preoccupò solo di restare in silenzio e non intromettersi in una faccenda così delicata. Sicuramente il legame che univa la vecchia Ogen-sama e la Strega del Bosco poteva essere un ostacolo. La Yakushi non avrebbe rivelato nulla che potesse compromettere il suo legame con la misteriosa donna del Bosco dei Sussurri. Ora capiva le motivazioni della sua prudenza. Non si esponeva, o almeno non lo faceva fino a quando non notava trasparenza dall’altra parte.
    La Kunoichi della Foglia provò ad intervenire per medicare l’Hokage, che la rassicurò prontamente. La sua mano era uscita indenne dall’esplosione del bicchiere di vetro. Anche questa volta fu rimproverata, da un sornione Febh-sama ed una implacabile Ogen-sama. Non conosceva le abilità mediche del Clan di Otogakure no Sato, quindi non poteva di certo sapere che i Yakushi disponevano di eccellenti capacità in tale campo. - Ho giurato di prendermi cura di Raizen in ogni caso, in ogni situazione ed ad ogni costo. Chiedo umilmente perdono per la mia eccessiva diligenza nel seguire il mio Nindo. Sono certa che questi consigli mi aiuteranno a crescere! - Stavolta abbozzò un lieve sorriso, sinceramente colpita dalle parole della Capo-Clan. Era una vecchia Volpe ma sicuramente conosceva alla perfezione la buona etichetta nelle situazioni formali, facendo prevalere onore e rispetto, a discapito dei sentimenti. Poteva imparare molto da lei, anche se l’idea non la entusiasmava molto. Aveva giurato a se stessa di essere una Kunoichi a modo suo, ma di certo non poteva rimanere insensibile agli stimoli esterni o agli insegnamenti di persone più esperte. La presunzione non era insita nel suo animo. - Mi fido del tuo buon giudizio, Raizen! - Arrossì non appena l’Hokage prese posizione in sua difesa, definendola una Kunoichi fedele al proprio leader. Una nota in più da aggiungere al suo diario segreto. Inoltre aveva anche sottolineato che gli Yakushi erano suoi alleati e quindi poteva tranquillizzarsi.
    Ascoltò con estremo interesse le parole del mercenario, del Kaguya, che a quanto pare cercava di spiegare le sue origini e gli ideali che muovevano le sue azioni. Quasi rabbrividì alla parola “vendetta”, non era mai un buon ideale da seguire per un Ninja, ma infondo Zong Wu era solo un mercenario immischiato nelle faccende Accademiche. Iniziò a narrare le origini dell’odio tra il Clan Kaguya e quello Tamasizu, una sanguinosa guerra per ripagare un torto subito. Sicuramente c’erano ben altre motivazioni che avevano portato le due Famiglie ad affrontarsi in una sanguinosa lotta, fino al completo annientamento dei nobili del Villaggio della Luna. Ma in quel momento era irrilevante, visto che l’Hokage sembrava quasi convinto che il mercenario mentisse sulle sue origini. Si respirava aria di tensione. - Zong-sama non mettevo in dubbio la vostra buonafede. Ma non posso far altro che dare inevitabilmente credito alle vostre parole, visto che da quello che sento in questo interessante confronto siete un Veterano, la cui fama è sopraggiunta anche agli occhi dell’Accademia. - Proferì in risposta con estrema gentilezza. Non era del tutto convinta della risposta del Mercenario, ma di certo non poteva avanzare nessuna accusa o delegittimazione sul possesso di quella falce tanto ambita e desiderata. Le sue perplessità erano condivise dallo stesso Hokage, che fece un’acuta osservazione sul cognome Kaguya. - Allora desumo che non siate un collezionista o un fabbro desideroso di studiare queste armi d’inestimabile valore. Utilizzerete la Falce per placare finalmente il vostro desiderio di Vendetta? - Sperava di non essere stata troppo indiscreta, ma infondo era stato il Mercenario a parlare della spiacevole storia che gravava sulle sue spalle.
    La questione del Veleno degenerò ulteriormente, soprattutto quando Febh-sama optò per ingerire lui stesso la pozione d’amore che aveva preparato con dedizione per il suo Hokage. Sperava che al ritorno dal Viaggio nel Paese delle Risaie lei e Raizen-sama sarebbero ritornati mano nella mano pronti ad ufficializzare il fidanzamento e convolare a nozze agli inizi della stagione autunnale. C’era così tanto da organizzare prima d’indossare il Kimono bianco e percorrere una navata fatta di fiori d’arancio. Ma tutti i suoi sogni idilliaci vennero frantumati dallo Yakushi, che inspiegabilmente stava rivelando a tutti i suoi ingredienti per il filtro d’amore. Aconito per offuscare la mente, Papavero rosso per innescare la scintilla dell’amore, Thè per mascherare l’aspro gusto dell’infuso, semi di Rododendro per far sbocciare un folle sentimento per il primo uomo o donna che gli occhi della vittima avessero incrociato. - … - Rimase letteralmente allibita non appena Febh-sama stava per smascherare il suo malvagio ma romantico piano per piegare l’amore dell’Hokage ai suoi capricci. Sognava quel momento da una vita, o almeno da quando aveva incrociato la sua chioma selvaggia e lo sguardo scarlatto ad una cerimonia inaugurativa dell’Accademia. In realtà non pensava di confessare i suoi sentimenti durante una riunione ad Otogakure no Sato. Ma cos’altro poteva fare? Presto sarebbe stata sbugiardata davanti a tutti, visto che era stata lei stessa ad offrire all’Hokage quella tazza di Thè. - Bhè.. io.. - Iniziò a balbettare qualcosa rossa per l’imbarazzo. Prima o poi tutti avrebbero scoperto del suo amore segreto per l’Hokage, anche se non lo aveva ancora “definito”. Era davvero amore? Oppure una sorta di assoluta ammirazione per l’uomo più potente del Paese del Fuoco? Stava per dichiararsi. O almeno queste erano le sue intenzioni, fino a quando Febh-sama fraintese completamente la situazione. Perché dichiarare il vero quando c’era uno Yakushi che involontariamente ti copriva? Si sentì profondamente sconcertata, imbarazzata e confusa da quella situazione. Iniziò a tossire nervosamente. Non voleva che l’Hokage fosse accusato di dubbia sessualità per un semplice equivoco.
    - Devo aver inavvertitamente scambiato il contenuto del Thè con un mio Veleno. - Iniziò a guardare i presenti per essere sicura di aver ottenuto l’attenzione di tutti. Forse era il caso di fare chiarezza, di ammettere le proprie colpe e confessare i suoi sentimenti per l’Hokage. Ma erano nel bel mezzo di una riunione importante. - Si.. è andata proprio così. Quello era il mio Thè! Ho scambiato senza volerlo i nostri Bento.. sono stata poco attenta. - Forse questa non era proprio la verità. Ma come poteva uscirne pulita dopo tutto quello che era successo? Soprattutto agli occhi del suo Raizen-sama. - Studio Veleni ed Antidoti.. e mi sottopongo periodicamente ad intensi allenamenti, concedendo piccole dosi di Veleno al mio organismo nella speranza d’immunizzarmi. - Non amava parlare dei suoi allenamenti o di sé, ma era l’unica opzione che le era rimasta per salvare la sua immacolata reputazione agli occhi del Colosso. Infondo che studiasse Veleni nella Sede della Radice era vero. La storia raccontata quindi era piuttosto verosimile. - Stò cercando di rendermi resistente a manipolazioni mentali veicolate da intrugli e Veleni. Quel Filtro d’amore è solo un prototipo… sono ancora lontana dall’ottenere la formula del composto perfetto. - Sospirò. - Spero vivamente di non aver compromesso il solidale spirito che lega i presenti di questa riunione. Prometto di stare più attenta con i miei infusi la prossima volta. - Si sentiva una bugiarda, ma non poteva di certo confessare che aveva tentato di avvelenare il proprio Kage per mettergli un anello al dito e legare i loro destini per l’eternità.
    E dopo aver risolto anche questo piccolo “equivoco” la riunione stava per volgere al termine, visto che più o meno avevano ottenuto le informazioni che desideravano. Annuì alle parole del Colosso di Konoha, forse era il caso di parlare direttamente con la Strega, visto che Ogen-sama era legata a lei da un vincolo d’amicizia e non si sarebbe esposta ulteriormente.


     
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    È colpa tua. Ratty

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    Esiste una differenza sottile ma importante tra nascondere un'informazione e mantenere il riserbo. Se poi è una questione che non riguarda l'alleanza, non vi è motivo di tirare in ballo la faccenda sin dall'inizio. Siete forse tanto fragile da dover far pesare legami e titoli per avere ciò che volete? Mi sembra un modo abbastanza degradante di vedere i propri alleati, Hokage-sama. Spiegò la donna con un sorriso cordiale e tuttavia vincente: era lei in posizione di vantaggio in quella piccola diatriba verbale: l'informazione che possedeva non aveva nulla a che vedere con l'allenza tra villaggi ma era una faccenda personale. Pare quasi che riteniate che, in funzione di un'alleanza, tutto vi sia dovuto anche se si tratta, come avete detto, di questioni squisitamente personali. Aprì il ventaglio, nascondendo un sorriso divertito. Perdonate la scortesia, ma mi fa sorridere una simile strampalata interpretazione. Poi si fece appena più dura nei toni. Non avrete mai una vera alleanza se non imparerete che per ricevere fiducia la si deve prima dare. E al momento voi avete, sin dall'inizio, chiesto di avere ciò che volevate senza una singola spiegazione, chiedendo a una povera anziana di tradire la fiducia di una sua amica per il vostro tornaconto personale. Non lasciate certo una buona impressione. Mi raccontereste voi ogni dettaglio delle vostre discussioni col Mizukage? O della vostra corrispondenza? Aveva bacchettato anche lui, che pure si era con quelle sue parole giocato ogni possibilità di avere il suo aiuto. Non se prima non le avesse dato fiducia, portando informazioni più dettagliate sulla faccenda, si intende. Essere reticenti e pretendere che gli altri rivelassero ogni cosa era quantomeno controproducente quando si aveva a che fare con Ogen Yakushi...o con chicchessia, a dirla tutta.

    Sbottonati. Sbadigliò Febh. O qua si finisce per fare l'alba. Sei sempre là a fare domande su domande senza mai fornire una singola risposta se non qualche riassuntino striminzito o delle mezze risposte che non servono a nessuno ma che impieghi ore a dare. E poi ti chiedi perchè la gente non voglia avere a che fare con te nelle faccende ufficiali! La questione di Sho o la scarsa partecipazione dello Yakushi all'insediamento ne erano la prova. Febh, non essere scortese. Lo riprese la vecchia, ma stavolta senza gesti violenti o minacciosi...sfumature che facevano ben capire come in realtà appoggiasse le parole del nipote. Inoltre Raizen non sembrava ricordare che la vecchia aveva l'intero controllo di ogni informazione che passava nel clan, quindi anche quelle possedute da Yasu Yakushi, che era presente (almeno in parte) alla faccenda dei draghi bianchi...probabilmente l'intera faccenda mirava a completare quelle sue informazioni parziali. I giochetti non avrebbero mai funzionato con lei.

    La diaspora dei Kaguya era qualcosa di cui aveva sentito parlare solo per sommi capi, ma spiegava diverse cose riguardo Zong Wu e, dal canto suo, Febh si poteva dire soddisfatto nell'aver trovato una spiegazione per le sue arti Kaguya nonostante il nome straniero e la lontananza da Kiri. Ogen non aveva idea di dove potesse essere quel Kiyomaro Sekai, e lo ribadì, anche se Febh si accigliò nuovamente. Mi fa ripensare a qualcosa che centra con Gene Mikawa...mah. Prima che ricordasse quel rapporto ci sarebbe voluto ben più che un mero riferimento ogni tanto, ma già averlo associato al Colosso Mikawa era qualcosa.

    La situazione degenerò rapidamente con la faccenda del the avvelenato, anche se la faccia di Ayuuki mentre Febh spifferava la composizione del veleno era impagabile. Aveva però evitato di aggiungere che lui ci aveva buttato un paio di erbe fatte a tisana dentro...prendendole per sbaglio dal SUO armadietto per ingredienti, quello dei veleni! Ma scelse di tenere per sè la faccenda, concentrandosi invece su quanto diceva la ragazza, con un sopracciglio inarcato. Oh, la mitridatizzazione. Che cosa carina, un tempo pensavo anche io che potesse servire a qualcosa! Aggiunse non innocenza...quando il tuo corpo può naturalmente detossificare ogni cosa è evidente che certi trucchetti perdono di valore e magari corri il rischio di essere un pelo sbruffone (o un sacco sbruffone, nel caso di Febh). Comunque dovresti prestare attenzione a dove riponi ingredienti e sostanze! La riprese...il bue che da del cornuto all'asino. Ma ti perdono...e tu, vecchia? Lei strinse appena le labbra e lui si corresse immediatamente. Ehm, cio-cioè, Ogen-dono? Lei annuì. Sei stata fortunata, ma mi ripeto, una Kunoichi deve sempre prestare attenzione. E comunque non può funzionare come filtro d'amore, il papavero va bene ma dura poco, se vuoi stabilità serve qualcosa di più forte per i recettori oppioidi, tipo una riduzione di papavero e alcool, e magari qualcosa che sedi in maniera diversa...c'è una specie di coleottero nel bosco dei sussurri che ha l'icore che fa al caso tuo: è azzurro e ricorda più una grossa falena, ma è diurno. Commentò sovrappensiero, svelando in base alla sua esperienza quelli che erano gli ingredienti necessari a completare il composto! Perdonate mio nipote, a parte dormire il suo unico hobby è mescolare piante e animali per vedere l'effetto che fa. Ehi, quella dei veleni è un'arte, e per impararla ci sono quasi morto in quel monastero assurdo con Iron Sensei! La vecchia ridacchiò appena dietro al ventaglio, rammentando le condizioni in cui era tornato.


    Quanto alla strega, se Ogen non avesse avuto ciò che voleva, si sarebbe limitata a dire. La Strega vive nel bosco dei Sussurri, come ho detto. Non avrebbe aggiunto alcun genere di dettaglio, sorseggiando il the avvelenato come se nulla fosse. Sono spiacente che le mie parole possano lasciarvi lievemente deluso, Hokage-sama, ma questo è tutto quello che so. Semplicemente. Lo rimbeccò con le sue stesse parole, segno che finchè non fosse stata soddisfatta, lui non avrebbe saputo niente di niente.
     
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    Verso la conclusione... e questioni più importanti

    La discussione sulla strega del bosco e quel misterioso drago nero stava quasi diventando divertente per uno spettatore esterno quale era Zong Wu.
    Non ha tutti i tori l'amministratore di Oto: in fondo ok che sei l'Hokage e l'Alleanza fra i villaggi, ma voler che tutti ti rispondano sempre prontamente solo per quello è chiedere un pò tantino...
    L'ho detto io: ai miei tempi non facevo pesare il mio ruolo perché la gente mi desse risposte!
    Fratello, stai di nuovo parlando come un vecchio...
    Ma lui è vecchio...
    Ma potrei ammazzarti di nuovo e senza troppi problemi, ritengo...
    Ad ogni modo, mentre quella discussione andava avanti nella sua mente, il Risorto ascoltava le parole dell'Hokage, intendo ad accennare a come gli importasse delle creature a cui era legato e che quel Colosso avesse a che fare con i draghi s'era capito fin dalla discussione delle armi nere, come risposta sembrava evasiva, persino più di quelle di Zong Wu stesso.

    Quando poi il discorso tornò su di lui, il Kaguya non fece il minimo cenno in risposta alle "informazioni" di Raizen, per quanto restò leggermente confuso dalla frase sul cavallo imprevedibile.
    Fratello, non vorrei sbagliarmi, ma credo sia semplicemente una metafora...
    I Kage di Konoha sono i più strambi... Ayato con quelle sue fissazioni sull'amicizia e la tolleranza fra villaggi; Shika con i piani che nascondevano piani che nascondevano piani... ora questo gigante che parla per immagini e metafore... e si vuole fare i nostri affari...
    C'è da dire che noi siamo finiti in mezzo ad affari non nostri, la colpa non è propriamente sua.
    Sarebbe nostra? Per favore, dai!
    Alla battuta sul nome, lo Shogenin alzò le spalle: Forse chi mi ha dato il nome era ubriaco quando lo ha scelto, non ricordo... né so quale sarebbe un nome non strano per un Kaguya venuto al mondo nel Paese della Terra? , avrebbe commentato con tono cordialmente scherzoso.
    Probabilmente ERI ubriaco quando hai scelto questo nome, abbandonando Ame... più di un anno fa...
    Come già detto: perdi troppo tempo a scegliere i nomi! AHAHAHAHAHAHAH
    Alla successiva battuta, volle ancora rispondere: Con il lavoro che faccio, Hokage-sama, e con i miei obiettivi, il fatto che la gente che incontro non sappia subito il nome del mio clan è un gran vantaggio, specialmente se c'è da combattere. Dall'accenno di poc'anzi di Febh-san su Nove Code, immagino che voi possiate comprendere il valore della sorpresa., concluse con tono pacato.
    Alla proposta di parlare in separata sede per le sorti della Falce, il Kaguya accettò con un accenno affermativo del capo, ed ascoltano distrattamente la parte sul misterioso possessore di un'altra di quelle armi nere, rivolgendosi poi alla kunoichi, quando quella le chiese se sperava di saziare la propria sete di vendetta: Conto che mi possa essere d'aiuto, non sono certo che mi permetterà di sedarla, ma forse mi aiuterà in tal senso, chissà..., rispose.

    Infine anche tutta la storia sui veleni si risolse in una vista da parte della kunoichi che seguiva Raizen, un'esperta di Veleni a quanto sembrava, che aveva sbagliato equipaggiamento da portare con se, un piccolo errore, dopotutto, considerando che non era un veleno così mortale quello che aveva con se.
    Quando poi l'Hokage disse che aveva una direzione da prendere, lo Shogenin si voltò verso il Jonin Yakushi: Febh-san, quando hai modo, vorrei parlarti in privato per una questione di cui parlare con l'Amministratore di Oto, avrebbe detto semplicemente: in fondo il motivo per cui era lì era ancora da esporre a Febh e sperava che sarebbe riuscito ad arrivare ad un accordo con l'otese in tal senso.
    Un accordo con Febh per quella questione, un accordo con l'Hokage per la Falce...
    In effetti, sei un ninja, o un avvocato? AHAHAHAHAH
    Potendo, petulante segno della sua schizzofrenia, ti ammazzerei di nuovo...
    Io sono un segno della schizzofrenia di chi dice di non essere Shiltar Kaguya?
    LUI NON E' SHILTAR KAGUYA!!!
    E con questo anche per oggi la mia arringa è conclusa! AHAHAHAHAHAH
     
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44 replies since 20/5/2016, 11:33   774 views
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