Il Veterano[Add. per Ryuu e Takeshi]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Il Veterano

    I



    Ormai erano passate diverse settimane da che Ryuu aveva acquisito con notevoli sacrifici il potere del Sanbi. Da allora lo avevo visto poco, complice ciò che nella mia vita era cambiato: la nascita di Natsuhiko, la scoperta delle abilità di Jukyu e non ultimo, i soliti impegni che mi costringevano a dividermi tra casa ed Amministrazione senza sosta. Erano giorni stancanti, ma tutto sommato felici. La nascita di un figlio era un avvenimento felice, e sebbene fossi preoccupato ero anche orgoglioso che Jukyu fosse così predisposta, a tratti geniale. Era forse solo orgoglio paterno, ma chiunque in quel mondo avrebbe potuto dire che era ben giustificato.
    Quando però la situazione parve calmarsi, dopo alcuni giorni la nascita di Natsuhiko, il mio pensiero si volse all'allievo che avevo trascurato. Non aveva preso in maniera giusta il suo essere Jinchuuriki, ed il peso che si trascinava sulle sue giovani spalle era moltiplicato dalle sue preoccupazioni, che ne incurvavano la schiena e facevano affondare i suoi piedi nel miasma soffocante della depressione.


    Era pomeriggio inoltrato ed ero appena rientrato in casa che odorava di neonato. Camminai quietamente fino in salotto dove vidi Nana leggere, con sforzo, tenendo la lingua di fuori, per decifrare ideogrammi che ancora non comprendeva bene. Jukyu non c'era, ma potevo sentire la sua voce provenire dall'esterno. L'estate si avvicinava, le giornate tornavano ad esser lunghe e soleggiate. Non avrei potuto trattenere in casa quel vulcano di bambina nemmeno se l'avessi voluto.
    I miei passi mi condussero fino in camera da letto dove Ayame riposava, caduta in un sonno leggero figlio delle levate notturne per accudire Natsuhiko. Più volte mi ero offerto di lasciarla dormire, ma testardamente mi aveva ricordato più volte che lei si era ritirata dalla vita militare, mentre io no. Così faceva tutto lei, ed io rimanevo sveglio nel letto in dormiveglia finché lei non tornava a riposare. Allora la riabbracciavo e scivolavamo assieme in un tranquillo sonno, sereno.
    Evitai di svegliarla e così con passo leggero mi avvicinai alla culla dove il bambino riposava. Era un curioso esserino paffuto, col viso piuttosto brutto come solo i neonati sapevano essere. I capelli erano ancora radi e di un colore non ben definito, forse castano chiaro o forse neri. Gli occhi, ora chiusi, non avevano ancora un colore vero e proprio: ci sarebbe voluto ancora tempo per capire da chi aveva preso. Dormiva placidamente, ignaro del mondo che gli era attorno. Istintivamente allungai una mano verso di lui, sfiorando una sua con la punta dell'indice. Il neonato mosse le dita, ma non si svegliò. Lo fece sua madre.
    Itai...?, mormorò la donna con la voce impastata dal sonno. Sedetti al suo fianco, passando una mano tra i suoi capelli.
    Che ore sono? chiese.
    Le cinque, sono tornato appena ho finito, tutto bene qui a casa? domandai, distendendomi al suo fianco. Lei posò la testa sul mio petto e aprì gli occhi.
    Tutto bene, Nana è un tesoro, mi sta aiutando tanto sai? quelle parole la fecero ridacchiare.
    Non ne avevo dubbi del resto lei sarebbe diventata una vera e propria Yamato Nadeshiko, ne ero più che certo. Quanto a Jukyu... Non ti chiedo nemmeno dell'altra.
    Passa tutto il giorno fuori rise Ayame La vedo allenarsi, l'ho anche aiutata quando il piccolo dorme.
    ... Tu? chiedi, sopreso.
    Sì io mi rimbeccò Ayame Nostra figlia ha un dono, innegabile, ma che se non impara ad usare potrebbe cacciarla davvero nei guai.
    Mi citi ora? risposi, passando una mano sul suo viso.
    Bé, avevi ragione, una volta tanto disse lei.
    Aspetta che segno la data sul calendario risi appena e la baciai sulla fronte. Anche lei rise e si tirò su, stiracchiandosi.
    Come mai così presto a casa oggi? domandò avvicinandosi alla culla per controllare Natsuhiko. Rimasi sul letto, disteso, guardandola.
    Volevo parlarti risposi. Avevo bisogno del suo consiglio, proprio riguardo Ryuu.
    Dimmi allora disse lei, sedendosi al mio fianco.
    Ricordi Ryuu? domandai.
    Il ragazzino che è diventato Jinchuuriki del Sanbi? mi chiese Ayame. Annuii in risposta, lasciandomi sfuggire poi un sospiro dalle labbra.
    Ammetto di essere preoccupato per lui, ma non riesco a capire se è utile parlargli o meno la mia paura principale era scatenare qualche reazione strana nel Sanbi Ho paura che possa essere travolto dal Sanbi.
    Non credo che parlargli sia sbagliato, se c'è una persona a cui potrebbe dare ascolto sei tu la risposta era giunta senza esitazione Hai paura che il Sanbi possa prendersela con Ryuu? domandò subito dopo.
    sollevai il busto dal materasso. Dalla culla giunsero rumori, poi un pianto si spanse nella stanza. Vedrò di parlargli, devo almeno capire come sta.
    Non farlo chiudere in se stesso quelle parole giunsero improvvise, mentre Ayame prendeva in braccio Natsuhiko, cullandolo dolcemente. Ricordi quanto è orribile quando succede?
    Ricordo.
    Come avrei potuto dimenticare del resto?




    Arrivai alle mura dopo un'oretta, portandomi dietro Jukyuu così che potesse lasciare in pace sua madre. La bambina aveva ormai voleva camminare per conto suo, senza essere più tenuta per mano, così mi precedeva camminando energicamente. I bambini avevano sempre molte energie, lei ne aveva il doppio rispetto al normale.
    In guardiola la mia apparizzione fece sbiancare un bel po' di persone.
    Che sono quelle facce? Non sono venuto a fare un'ispezione tranquilli risi appena. Dov'è Ryuu? domandai ad Hikari, guardia di vecchia data che aveva iniziato a servire alle mura quando ne ero io al comando.
    Fuori, sulle mura mi rispose. È Jukyuu? Per tutti i Kami se è cresciuta disse notando la bambina. Annuii, scompigliando i capelli di mia figlia la quale scosse il capo. Papààààà!
    Andiamo dai dissi alla bambina la quale mi seguì fin sul camminatoio in cima alle mura, dove trovai Ryuu.
    Ohilà allievo lo salutai, finché, dinanzi a lui non gli battei una mano sulla spalla. Possiamo parlare un po'? domandai. Jukyuu si era decisamente disinteressata alla conversazione, iniziando a passeggiare sulle mura, guardando cosa c'era oltre.
    Come stai Ryuu? Come va col Sanbi? girare attorno all'argomento era del tutto inutile.


    Iniziamo con un po' di introduzione. Drake ti inserirai dopo :zxc: per ora introduciamo il depressoryuu :zxc:

     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    4,118
    Reputation
    +350
    Location
    ehm...da qualche parte

    Status
    Offline
    Parlato Ryuu
    Parlato Itai


    Il Veterano

    Rimandare l'invevitabile


    Era ormai passato molto tempo dalla notte in cui la sua vita aveva preso una piega del tutto inaspettata, eppure Ryuu ancora non si era abituato a quella nuova situazione. Per quanto cercasse in tutti i modi di ignorare quella presenza minacciosa dentro di lui, svolgendo i suoi compiti come aveva sempre fatto, non poteva fare a meno di cadere di tanto in tanto in profonde riflessioni preoccupandosi di cosa sarebbe potuto accadere se il demone avesse preso il controllo.
    Erano rari i casi in cui il Sanbi si faceva sentire, ma ogni volta si trattava di frasi sfuggenti e sarcastiche mirate a peggiorare l'umore del genin, un bersaglio fin troppo debole e fragile in quel periodo, e difatti ciò non faceva altro che farlo tornare alla realtà e ricordargli che anche se fingesse che non fosse cambiato niente, il Sanbi era sempre lì. Ryuu cercava in tutti i modi di evitare combattimenti e di trovarsi in situazioni problematiche, cercando così di controllarsi e non essere involontariamente costretto ad usare quel potere che gli avrebbe corrotto la mente ed obbligato ad attaccare chiunque, ma sapeva che essendo un ninja, non avrebbe potuto evitarlo in eterno.
    Prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con quella parte che tentava di nascondere e smettere di far finta che non esistesse.

    Quel giorno gli era toccato il turno pomeridiano al gate, e come sempre, arrivò in orario per mettersi al lavoro. Anche se la maggior parte del tempo era costituita da momenti piuttosto monotoni e noiosi, stare di guardia al suo villaggio era una responsabilità di cui non si sarebbe mai potuto stancare, prendendo molto seriamente il suo compito e svolgendo i suoi doveri con serietà e dedizione. Certo, non poteva negare che a volte risultasse anche a lui un lavoro per niente entusiasmante, tuttavia qualcuno doveva pur farlo.
    Oramai aveva preso confidenza con quel ruolo, e da quando era tornato dal viaggio a Konoha ed aveva incontrato il capo dei guardiani di quel villaggio, si era deciso a fare di più per rendere più efficiente il lavoro suo e degli altri guardiani, così da facilitare i controlli e rendere più sicuro il villaggio.

    Era quasi giunto il tramonto quando decise di farsi un giro in cima alla cinta muraria, così da ispezionare un po' la situazione delle armi, avvertendo i colleghi in guardiola e dirigendosi su per la scalinata. Alcune volte si sentiva un po' a disagio a voler fare tutto quel lavoro, non avendo una grande esperienza come alcuni dei guardiani che erano già in servizio da molto tempo prima di lui, ma cercava sempre di sembrare comunque professionale e dimostrare che si impegnasse.
    La nebbia aveva già cominciato ad infittirsi quel tanto che ormai impediva di vedere già a grandi distanze, ma per fortuna, ciò che attirò la sua attenzione proveniva da molto vicino. Era impegnato a scrutare vagamente l'orizzonte che si faceva man mano meno evidente, appoggiato sulle punte dei piedi e seduto sui talloni per rilassarsi un po', quando si accorse dell'arrivo di due persone alla sua destra, in cui riconobbe subito Itai Nara in quella più alta, voltandosi e lasciandosi andare ad un sorriso per il piacere di vedere il suo sensei, rimanendo anche un po' sorpreso per l'improvvisata.
    Mizukage-sama! In un attimo si alzò e salutò il capo villaggio con un breve inchino, notando solo poi la bambina al suo fianco. E... ehm... figliadelmizukage-sama?! Sapeva che il Mizukage avesse due figlie gemelle, ma non le aveva mai viste, potendo azzardare a presupporre che si trattasse una delle due, essendo in sua compagnia. In ogni caso, la bambina sembrò molto più presa dal panorama che dal ninja, allontanandosi e lasciando i due da soli.

    Il genin era forse un po' troppo formale col suo sensei, ma essendo pur sempre il Mizukage non poteva mancare di portargli sempre il massimo rispetto, sebbene lo rendesse felice che ci fosse quel rapporto di complicità con lui.
    Possiamo parlare un po'?
    Certo, ci mancherebbe. Rispose prontamente ed aspettando una qualche domanda, sempre col volto sereno e leggermente sorridente.
    Dal giorno in cui diventò un jinchuuriki non si erano visti molto, ma pur sapendo che quell'uomo era l'unico a parte i suoi nonni che sapeva del suo segreto, ingenuamente non immaginava di cosa potesse essere venuto a parlagli.
    Come stai Ryuu? Come va col Sanbi?
    Al sentire la seconda domanda, il suo sorriso si spense in un attimo. Era fin troppo evidente che fosse un argomento di cui non gli piacesse parlare, ma per quanto sapesse che che non sarebbe potuto fuggire in eterno da quella realtà di essere un jinchuuriki, gli sarebbe piaciuto rimandare quel momento il più a lungo possibile.
    Lui non aveva mai voluto essere un jinchuuriki e non gli piaceva esserlo, ma se sarebbe dovuto servire da contenitore per tenere a bada il demone, l'avrebbe fatto, ma senza sfruttare quel potere troppo grande ed oscuro per i suoi scopi. Avrebbe preferito passare oltre e non pensarci mai, comportandosi come se nulla fosse, ma purtroppo sapeva che non era possibile.
    Con uno sguardo quasi del tutto inespressivo che nascondeva appena un accenno di malinconia, alzò le spalle per rispondere a quella domanda che per forza doveva avere una risposta.
    Perché, come dovrebbe andare? Fece un sospiro. Io lo ignoro, lui sta zitto. Vado avanti.
    Diede risposte brevi e cercò di essere evasivo, sperando che la conversazione non si prolungasse ancora per molto. Non ce l'aveva col Mizukage per quell'evento, e anche se in un certo qual modo sarebbe potuto anche risultare lontanamente un po' colpa sua, non gliene diede mai, continuando a pensare che ormai quel che era fatto era fatto, e che non era stata colpa di nessuno, se non di Yoku Akita. Ancora lui.
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Il Veterano

    II



    Per un istante la tentazione fu quella di tirargli un sonoro scappellotto in testa, abbastanza forte da fargli battere i denti conto il petto, ma trattenni l'istinto sfogando in un sospiro l'irritazione.
    Hai scordato cosa sono, Ryuu? domandai, con fare retorico. Non mi riferivo tanto al mio essere Mizukage, quanto al mio essere Jinchuuriki. Non ignorare la cosa, non la renderà più facile, scappare da ciò che sei diventato ti farà solo soffrire poggiai la schiena contro le pietre del parapetto, scivolando poi a sedere in terra.
    Hai paura di far del male agli altri? domandai Sarebbe comprensibile, del resto, per questo dovresti usare il tuo potere con saggezza. Ma è un potere. Ricorda che potrebbe arrivare il giorno in cui sarai costretto ad usarlo, e quando quel giorno arriverà, non dovrai pentirti di non aver imparato a sfruttarlo... inoltre, non giudicare male il Sanbi guardai Ryuu in viso, con intensità. I miei grandi occhi verdi analizzarono con attenzione il viso dell'allievo, alla ricerca di reazioni a quelle parole.
    I Demoni sono molto di più della furia e della malignità che manifestano. Non sono nati così, li abbiamo fatti diventare così sorrisi appena Ma ciò significa che esiste ancora, da qualche parte, un'anima con cui dialogare non trovi?
    Mentre dicevo quelle parole Jukyu era tornata da me, sedendosi prepotentemente sulle mie gambe.
    Papà torniamo a casa? domandò la bambina.
    Aspetta Jukyu le risposti, scompigliandole i capelli appena.
    Non sono qui solo per istruirti Ryuu dissi allora, rialzandomi, tenendo in braccio Jukyuu.
    C'è una missione, non è niente di che, non servirei minimamente, ma ne approfittiamo per riprendere il tuo addestramento rimisi Jukyu in terra Non pensare troppo al Demone, alle conseguenze o al passato, cercare di essere sereni è il primo passo per controllare il potere che hai ricevuto.
    Dette quelle parole mi allontanai, lasciandogli la missiva che gli sarebbe dovuta arrivare il giorno successivo. Aveva tre giorni per fare le valigie, dopodiché saremmo partiti alla volta del Paese della Brina, presso Shinashi , un Villaggetto di tremila anime dove viveva il mandate della missione.


    La comunicazione arrivò anche a Takeshi Nishimura, il giovanissimo Genin che aveva coraggiosamente preso parola durante la riunione. Avevo scelto personalmente il ragazzo, non per chissà quale qualità nascosta che lo rendesse particolarmente adatto alla missione, quanto più il forzare Ryuu a collaborare nonostante il Sanbi. A smettere di temerlo. Io, del resto, avevo già deciso che avrei lasciato tutto nelle loro mani: sarei stato lì per consigliare Ryuu e per addestrarlo in qualcosa che ancora non gli avevo insegnato, ma la missione era cosa loro. L'appuntamento era fissato da lì a tre giori e com'era prevedibile, ci saremmo andati volando.


    All'alba di quella mattina aprii gli occhi nel mio letto. Ayame, addormentata profondamente, era distesa prona ed abbracciata al cuscino. Sbadigliai profondamente e silenzioso come un'ombra scivolai da letto, stando ben attento a non far rumore per non svegliare il bambino che dormiva. Dopo mezz'ora avevo indossato i vestiti sopra la cotta di maglia e mi ero seuto sul letto dal lato di Ayame. Allungai le dita fino ad affondarle con delicatezza tra i suoi corti capelli neri, facendole scorrere in basso fino alle spalle.
    Ehi mormorai Sto andando.
    Ayame sbatté le palpebre un paio di volte prima di aprire un occhio, annuì e strofinò il viso contro il mio braccio.
    Mi spiace lasciarti proprio questi giorni dissi, con sincerità.
    Va tranquillo mormorò lei Natsu ora ha più bisogno di mangiare, dormire, mangiare, dormire. e mangiare ancora che di suo padre, ha più bisogno Ryuu di te che tuo figlio ora.
    Sei cambiata, mi avresti tenuto il muso per giorni se l'avessi fatto mormorai prima di chinarmi sul suo viso e baciarle i capelli.
    La storia di Ryuu... mormorò Non è stato giusto. Ha bisogno di te.
    Per parecchi secondi rimasi in silenzio, fermo, col viso ancora vicino al suo, riflettendo sulle sue parole.
    No, non è giusto risposi allora Ma più che di me quel ragazzo deve capire che non è stato maledetto.
    Mi rialzai allora, avvicinandomi alla cura di Natsu. Mi chinai, baciando piano il bambino sulla piccola fronte, procurandogli così un istintivo movimento nel sonno. Ero tranquillo, del resto si trattava poco più di una gita di piacere per me.
    Non avevo ancora idea cosa quella gita avrebbe aperto.




    Alle sette in punto ero all'ingresso del Villaggio, Yogan - nella sua forma draconica - attorcigliata alle mie spalle. Una volta giunti i due Genin avrei fatto cenno loro di salire sul drago la quale, lanciato un ruggito, sarebbe decollata a tutta velocità.
    Allora, chiariamo subito una cosa, io non sono qui per aiutarvi durante questa missione. Onestamente, non hanno pagato per un Jonin, men che meno per un Kage. Tuttavia sono qui perché voglio approfittare del viaggio per insegnarvi qualcosa. Ma la missione è sulle vostre spalle chiarii subito.
    Ci stiamo dirigendo verso il Villaggio di Shinashi, presso il Paese dell'Erba. Un mercante del luogo ha richiesto che scortiate un carico attraverso la Valle di Shirozai, fino al passo di Akaiha, raccogliate il denaro e lo portate da lui. La ditta a cui si affidata è fallita, e vuole maggior sicurezza per questo carico spiegai, brevemente. La missione era estremamente chiara e semplice.
    La Valle di Shirozai si snoda attraverso il confine col Paese della Pioggia, per ui non è un posto considerato molto tranquillo, dovrete fare attenzione alla vita ed eventuali nemici per la strada. L'uomo non ha ancora trovato una nuova ditta che se ne occupi, perché non sono in molte ad accettare di passare attraverso la Valle di Shirozai. A quel punto avrei guardo i due i quali, con ogni probabilità, si stavano aggrappando a qualcosa per rimanere sul dorso di Yogan. La dragonessa rimaneva stabile nel suo volo, ed io ero abituato al moto abbastanza da poter rimanere lì fermo senza far una piega, ma chiunque non avesse avuto una salda esperienza avrebbe potuto riscontrare difficoltà.
    Problemi a tenere le chiappe a posto? Bé, iniziamo a spiegare il motivo della mia presenza qui: voglio che iniziate ad imparare ad utilizzare il Chakra Adesivo e dopo aver detto quelle parole camminai, come se niente fosse, attorno al corpo di Yogan, compiendo un giro completo, il che implicava restare a testa in giù per alcuni secondi.
    Il Chakra può essere usato per camminare contro la forza di gravita, tenendoci ben incollati al suolo, può essere usato per aumentare la potenza distruttiva dei nostri attacchi Niente dimostrazioni eh ruggì la dragonessa Ma dai la presi poi in giro.
    Infine, ha anche usi repulsivi oltre che adesivi. Per ora qui è saggio insegnarvi solo ad utilizzare il chakra adesivo. Per comprendere il principio, dovrete riuscire a fare in modo di tenere un kunai fermo contro la vostra mano, così presi un Kunai dalla sacca e lo incollai col chakra al palmo della mano rivolto verso l'alto. Quando voltai la mano verso il basso il coltello rimase saldamente attaccato alla mia pelle.
    Provateci, dovrete imparare quanto chakra utilizzare, sopratutto la sua quantità minima. In genere, per camminare, ci vuole un equilibrio poiché esagerare potrebbe creare problemi come staccare la corteccia dagli alberi e farvi cadere, o l'intonaco dal muro e farvi cadere. Per questo esercizio dovrete limitarvi a comprendere come manipolare il vostro chakra per donargli capacità adesive e stabilire la minima quantità necessaria e sufficiente a tenere fermo il kunai contro la vostra mano sedetti con disinvoltura vicino la testa di Yogan. Ci fermeremo non prima di cinque ore, quando vedremo la terra del Paese del Fuoco, faremo una pausa per mangiare e tutto il resto. Non arriveremo a Shinashi prima delle dieci di stasera, ma per allora conto che questo esercizio sarà diventato superfluo. Cinque ore ragazzi, non metteteci molto di più.


    Iniziamo :riot:
    Esercizio di base, fermatevi al mezzodì, ovvero cinque ore dopo la partenza, quando Yogan scenderà per la pausa!


    Edited by -Max - 1/6/2016, 12:44
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    4,118
    Reputation
    +350
    Location
    ehm...da qualche parte

    Status
    Offline
    Parlato Ryuu
    Parlato Itai


    Il Veterano

    In cerca di aiuto


    Le prima parole pronunciate da Itai bastarono a zittirlo. Non aveva scordato cosa fosse, ma solitamente non ci pensava, non metteva a paragone le loro due situazioni, anche se simili, in quanto dal suo punto di vista vedeva che per lui andasse tutto bene, senza pensare però se fosse stato difficile o no. Il Mizukage iniziò a rimproverare il suo comportamento, consigliandogli di non cercare di ignorarlo come stava facendo, e Ryuu lasciò andare il suo umore menefreghista, sentendosi di nuovo leggermente abbattuto dopo aver capito che stesse sbagliando il metodo di approccio, ma non vedendo altra via possibile.
    Restò in piedi ad osservare il suo sensei sedersi come se fosse disperato per quella situazione, per poi perdere lo sguardo nel vuoto mentre ascoltava le sue parole.
    Hai paura di far del male agli altri?Il genin rispose in silenzio, annuendo solo con un cenno del capo, per poi ascoltare il suo interlocutore che proseguì col parlargli di quel potere che ora possedeva. Era una buona occasione per avere dei consigli sull'essere un jinchuuriki, proprio da un jinchuuriki esperto, ma quello che sentì non gli andò proprio molto a genio. Secondo Itai, doveva imparare ad usare quel potere, ma non riusciva a capacitarsi che fosse un buon consiglio, avendo sempre creduto che usare il potere di un bijuu equivaleva a perdere il controllo e scatenare la sua furia.

    Non si trovava d'accordo con quel pensiero di dover usare il potere del Sanbi, ma ad un certo rimase particolarmente basito da ciò che sentì.
    Inoltre, non giudicare male il Sanbi
    Il suo sguardo spento si attivò subito, prendendo a fissare negli occhi il suo sensei, con aria perplessa. In che senso non doveva giudicarlo male? Era pur sempre un demone.
    I Demoni sono molto di più della furia e della malignità che manifestano. Non sono nati così, li abbiamo fatti diventare così.
    Ma ciò significa che esiste ancora, da qualche parte, un'anima con cui dialogare non trovi?

    Era confuso, non aveva mai pensato a vederlo da quel punto di vista. In fondo, perchè avrebbe dovuto; aveva sempre sentito brutte storie sui bijuu, mostri dalla potenza immensa che non erano capaci di fare altro che distruggere e seminare il caos. Perchè avrebbe mai dovuto considerarlo un qualcosa di diverso da una pericolosa arma di distruzione di massa quando veniva rinchiuso in un jinchuuriki.

    Purtroppo la conversazione non poté andare avanti, in quanto la figlioletta del mizukage tornò da loro con l'intenzione di tornare a casa, ed il padre cercò di chiudere in fretta l'incontro consegnando a Ryuu la sua convocazione per una missione, ma in quel momento il genin aveva altro per la testa.
    Non pensare troppo al Demone, alle conseguenze o al passato, cercare di essere sereni è il primo passo per controllare il potere che hai ricevuto.
    Ryuu rimase silenzioso con in mano la missiva, mentre Itai concludeva il discorso per poi prendere ad allontanarsi. Parlare del bijuu non gli piaceva, ma non voleva che si concludesse così, in qualche modo cercava aiuto. Dopo che il suo sensei si voltò, aspettò che facesse qualche passo prima di prendere coraggio e cercare di fermarlo.
    Tutto qui? Attese che si fermasse e si voltasse verso di lui, ma se non l'avesse fatto, avrebbe continuato ugualmente a parlare, alzando la voce per farsi sentire.
    Devo solo non pensare alle conseguenze e andrà tutto bene? E se mi sfugge dalle mani che cosa faccio? Finirò per attaccare i miei compagni di squadra o dei civili? La sua voce era quasi supplicante, e supplicava aiuto per non essere costretto a fare del male a qualcuno. Aveva troppa paura di quel potere per azzardarsi ad usarlo.
    Lei non potrà sempre esserci a bloccarmi i polsi. ... Se anche lei ha passato quello che sto passando io, mi dica che devo fare.
    Era la prima volta che parlava ad alta voce della sua situazione, eppure non fece caso se ci fosse qualcuno ad ascoltare, in quel momento non gli importava, voleva solo affrontare la questione, visto che si era presentata l'opportunità.
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Il Veterano

    III



    Per dei lunghi secondi rimasi silenziosamente a fissare Ryuu, osservandolo non senza una certa nota di comprensione nello sguardo. Dopodiché mi abbassai sulle gambe, fino a far arrivare il viso all'altezza di quello di Jukyu.
    Va a farti un altro giro, devo parlare un altro po' qui le dissi, pizzicandole piano la guancia. La bambina annuì e mi superò, poi con molta tranquillità saltò sulle merlature delle mura, iniziando a percorrerle a piccoli balzi.
    JUKYU il mio cuore si fermò per un istante COSA DIAVOLO FAI!
    Non cado mica pa'! disse allegramente la bambina, saltando poi nuovamente sul camminamento, iniziando a correre all'impazzata.
    Quella bambina... sarà la causa della mia morte precoce, fidati dissi con un soffio, sospirando. È un genio, sai? Ha sei anni, è combatte come combattevi tu quando ti ho conosciuto. Non che tu fossi lento, è lei che è incredibilmente precoce, e spericolata guardai il ragazzo per un lungo istante, ben conscio dei momenti difficili che stava attraversando, dei dilemmi che lo preoccupavano. La paura di ferire gli altri con un potere troppo grande da immaginare e gestire, la paura di lasciare andare la propria individualità nelle grinfie di una creatura che non aspettava altro che distruggerti.
    Credi che sarebbe stato logico negarle di comportarsi così? Ignorare il suo talento ed i suoi desideri, senza insegnarle a controllare le sue capacità. Da lì a creare disastri il passo è breve Ryuu. Perché se non sa usare le armi che la natura le ha dotato non conoscerà mai l'estensione dei suoi poteri. Finirà per mettersi alla prova perché è la sua natura, e fallire era chiaro che quelle parole non erano rivolte solo a Jukyu. È spericolata, ma deve imparare il valore delle paura. Ricordi Ryuu, il valore della paura in combattimento? quella era stata la prima cosa che gli avevo insegnato.
    È bene che tu abbia timore di ferire gli altri, ma la paura ti sta paralizzando Ryuu. Ma la tua paura è nata dalla tua ignoranza, perché non conosci il tuo potere, hai paura di non gestirlo feci alcuni passi indietro, ed alzai le braccia. Vuoi sapere cosa ho fatto io? Nulla. Non ho mai attaccato un alleato. Sono stato spietato e sanguinario con i miei nemici, ma finché non ho esagerato sono sempre stato in grado di riconoscere i miei compagni dai miei nemici. Non sto negando la pericolosità, sei ancora una bestia mentre usi il potere del Sanbi e di questo devi tener conto quando decidi di usarlo, ma smettila di temere che possa esplodere. È sotto il tuo controllo Ryuu, se dovesse esplodere è perché tu avrai scelto così. Avanti, usalo. Ti dimostrerò che non mi attaccherai. Usalo e non temere di ferirmi..
    Lo stavo sfidando ad una prova di coraggio: doveva dimostrare a me che era in grado di trattenere il potere del Sanbi. Ed era in grado. Avrebbe perso il controllo, si sarebbe arrabbiato, avrebbe perso la capacità di parlare ed avrebbe voluto sfogare i suoi pugni contro qualcosa.
    Ma quel qualcosa non sarebbe stato il mio corpo. Perché non ero suo nemico, e persino nel più nero degli abissi avrebbe ricordato ciò. Certo, avrebbe potuto abbandonarsi completamente al potere del demone, ed in quel caso sarebbe potuto divenire un grave pericolo per chi gli stava attorno, ma era una decisione conscia che doveva prendere: non avrebbe deciso il Sanbi per lui. Ed il modo migliore per farglielo capire era costringerlo ad utilizzare i suoi poteri davanti ad una di quelle persone che temeva di ferire.
     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    4,118
    Reputation
    +350
    Location
    ehm...da qualche parte

    Status
    Offline
    Parlato Ryuu
    Parlato Itai


    Il Veterano

    "Da adesso le cose si faranno interessanti."


    Il genin rimase ad osservare quel breve botta e risposta tra padre e figlia, rimanendo poi in attesa che il suo sensei rispondesse alle sue domande e gli desse qualche consiglio su come controllare la forza del demone, ma quest'ultimo cominciò a parlare delle doti della sua bambina. In un primo momento Ryuu rimase perplesso, ma non ci volle molto a capire che in realtà si stesse riferendo a lui.
    Gli stava chiaramente dicendo che ormai lui aveva quel potere, che lo volesse o no, quindi avrebbe dovuto imparare ad usarlo per evitare di non averne il controllo quando arriverà l'occasione. Purtroppo non poteva dargli torto, era evidente che far finta che non esistesse, non faceva altro che peggiorare le cose, eppure rimaneva sempre nella paura che si trattasse di un potere troppo grande da gestire.
    Ricordi Ryuu, il valore della paura in combattimento?
    Quella frase lo riportò indietro nel tempo. Era la prima lezione che aveva imparato dal suo maestro, una cosa che non dimenticò mai, ma che senza accorgersene non stava mettendo in pratica. Ancora una volta, Itai aveva ragione e aveva centrato il problema. Si stava solo lasciando andare alla paura, temendo tutte le peggiori conseguenze solo perché non conosceva quel potere, rifiutandosi e non avendo il coraggio di utilizzarlo.
    Vuoi sapere cosa ho fatto io?
    Finalmente era arrivato il momento di un buon consiglio da parte di un jinchuuriki basato sulle sue esperienze, e Ryuu era pronto a non perdersi neanche una parola, ma la risposta non fu come si aspettava. Il mizukage parlava come se lui ne avesse il pieno controllo, dicendo anche di poter essere in grado di decidere se perderlo o meno, ed era una cosa cdi cui non riusciva proprio a capacitarsi. Di che stava parlando? Il ragazzo non riusciva proprio a seguire quel ragionamento, sapendo che non appena avesse deciso di farsi pervadere dal chakra del bijuu, sarebbe stato senza dubbio corrotto dalla sua furia, cominciando ad attaccare senza pietà chiunque nelle vicinanze.
    È sotto il tuo controllo Ryuu, se dovesse esplodere è perché tu avrai scelto così. Avanti, usalo. Ti dimostrerò che non mi attaccherai. Usalo e non temere di ferirmi.

    Quella richiesta gli sembrò irreale, perchè mai avrebbe dovuto usare il potere del Sanbi lì? Possibile che avesse ragione e che non fosse così spaventoso da usare? Non sapeva che fare, aveva sempre pensato che i demoni prendessero il controllo dei propri jinchuuriki, usandoli come mezzi per distruggere, eppure c'era un jinchuuriki proprio davanti a lui che gli stava dicendo l'esatto contrario, cercando di fargli vedere le cose in modo diverso. E se fosse stato tutto vero?
    Era combattuto: da un lato aveva paura, ma dall'altro ormai era spinto dal desiderio di voler provare ed aver fiducia nel proprio maestro. La pressione lo stava schiacciando e prese ad ondeggiare il ginocchio destro a destra e sinistra in un tic nervoso senza neanche accorgersene, voltando lo sguardo un po' ovunque per cercare di concentrarsi sui suoi pensieri.
    Infine prese una decisione, rispondendo a voce bassa, come se avesse quasi timore di dirlo.
    ... Va bene.
    Non ne era ancora convinto del tutto, e dalla sua espressione preoccupata si sarebbe potuto capire bene, ma ormai aveva deciso di voler fare quel tentativo. Si fidava di Itai, e sapeva che non gli avrebbe raccontato delle balle.

    Per precauzione, slacciò la cordicella che teneva legato il fodero della sua wakizashi alla cintura, e dopo averla presa, la lanciò dietro di lui a qualche metro di distanza, facendola strisciare a terra, e la stessa cosa fece dopo aver rimosso la piccola tasca porta-armi, così da essere più tranquillo che non avrebbe potuto far danni.
    Rimase per lunghi istanti fermo per cercare di calmarsi, dato che il cuore aveva preso ad aumentare la velocità dei battiti. Doveva solo aver fiducia in sé stesso e nelle parole del suo sensei, che gli aveva appena assicurato che non sarebbe accaduto niente di così tremendo, in quanto da parte sua non aveva mai rischiato di far male a qualcuno a meno che non lo avesse voluto.
    Senza pensarci ulteriormente, strinse i pugni e soffiò via l'aria dalla bocca, chiudendo gli occhi e preparandosi. Voleva e poteva farlo, doveva solo prendere in prestito una minuscola quantità di chakra dal demone, quindi si concentrò intensamente sul grande cancello che dimorava nel suo mondo interiore, ma senza entrarci "fisicamente". Non aveva voglia di incontrare faccia a faccia il bijuu, non era ancora pronto, specie se si trattava di prendergli parte del suo potere, perciò dopo aver visualizzato l'immagine della prigione del Sanbi nella sua mente, si concentrò per localizzarla dentro di sé, e quando si sentì pronto, sfruttò la connessione che aveva già avuto con il demone per sottrargli una piccolissima parte del suo chakra, come già lo aveva avuto in passato. [Attivazione T.S.]

    Chakra del Demone
    Jinchuriki di Tutti i Villaggi



    Attivazione La tecnica speciale prevede un consumo d'attivazione. L'attivazione richiede un consumo Medio di chakra. Potrà mantenere la tecnica attiva per 3 round ogni livello dispari nella tecnica speciale posseduto.
    [L'attivazione richiede uno Slot Tecnica Base]


    Caratteristica dei Portatori: Chakra Aumentato (+25%)


    Abilità Comuni dei Portatori Possessione Demoniaca: L'utilizzatore, mantenendo la tecnica speciale, sarà maggiormente aggressivo e portato all'offensiva, incapace di controllare i propri istinti: tale condizione si affievolisce con l'aumentare del controllo sul demone. Alla disattivazione, deve aspettare almeno 1 round prima di riattivare la tecnica speciale. La rigenerazione naturale di chakra, vitalità e ferite è raddoppiata. Tutti i jutsu medici e oggetti medici migliorano (x1.5) la capacità di guarigione delle ferite. Questi bonus sono sempre attivi.
    Controllo Demoniaco: L'utilizzatore in Possessione Demoniaca ottiene un miglioramento in due statistiche primarie scelte. Ogni round può assegnare tacche extra di vantaggio alle statistiche primarie o secondarie, bilanciando con un equivalente malus ad una statistica primaria. Il vantaggio e svantaggio massimo è pari a 1 ogni livello dispari di tecnica speciale.
    Furia Demoniaca: L'utilizzatore ottiene +2 tacche per uno slot azione/tecnica ogni ¼ Basso utilizzato da distribuire in Forza o Velocità in attacco, Resistenza o Riflessi in difesa. Non sono considerati impasti di chakra.
    Vincolo Demoniaco: L'utilizzatore ottiene 2 tacche da distribuire al CAP delle statistiche scelte per ogni round in cui rispettati i vincoli. Non colpire un avversario per 2 round o non rispettare un vincolo imposto annullano Vincolo Demoniaco. I vincoli sono: non può utilizzare tecniche ad eccezione delle tecniche derivate; non può utilizzare armi ad eccezione di Potenziamenti già indossati; non può essere furtivo; non collaborare con terzi; non può fare ragionamenti complessi. Ad ogni livello dispari può rinunciare ad 1 vincolo. I vincoli sono decisi all'attivazione della tecnica.


    Livello I (Genin Verde)
    • La Forza o Velocità aumenta di 1 tacca.
    • La Resistenza o Riflessi aumenta di 1 tacca.
    • Furia Demoniaca ha bonus massimo pari a 2 tacche.
    • Vincolo Demoniaco ha bonus massimo pari a 2 tacche.
    • L'utilizzatore guadagna 3 bassi temporanei di chakra.


    In un attimo, sentì nuovamente quel chakra oscuro e carico d'odio diffondersi nel suo corpo e pervadergli la mente. Il suo volto mutò in un espressione di dolore, dopodiché cadde sulle sue ginocchia e poggiando le mani a terra, incapace ormai di controllare i suoi istinti umani. Era appena diventato la bestia di cui il mizukage parlò poco prima, non riuscendo più ad elaborare qualsivoglia pensiero ed avendo in mente solo l'impulso irrefrenabile di scatenare tutta la furia di cui era saturo.
    La sua espressione era rabbiosa, lamentandosi del suo dolore a denti stretti, ed alzando gli occhi, andò in cerca della prima cosa sulla quale avrebbe voluto sfogare tutta quella rabbia, incappando nell'uomo difronte a lui. Senza pensarci nemmeno, partì immediatamente in direzione di quest'ultimo, compiendo uno scatto con tutta la foga che aveva in corpo, ma all'improvviso si fermò di colpo, inchiodando mani e piedi a terra dopo appena un paio di passi. Il suo sguardo era sempre fisso su Itai, ringhiandogli contro la sua voglia di distruggere e provando ad avanzare, ma tutto ciò che riusciva a muovere era il busto in degli accaniti tentativi di spingere in avanti le gambe e le braccia, che però non accennavano a volersi spostare.
    Nei recessi della sua mente, Ryuu si trovava immerso in un abisso di oscurità, ma stava disperatamente cercando di prendere il controllo del suo corpo e dominare quell'istinto furioso che il chakra del Sanbi gli stava dando. In quell'uomo, però, riconobbe il suo sensei, la persona con cui aveva legato di più oltre ai suoi amici di infanzia, e nonostante fosse pervaso da una rabbia incontrollabile, il suo corpo si rifiutò di attaccarlo.
    I suoi muscoli però fremevano e non riusciva più a controllarli per tutta la furia animalesca a cui doveva obbligatoriamente dare sfogo. Il suo corpo voleva ed aveva la necessità di sfogarsi, ma non riusciva ad avanzare oltre, provocandogli sempre più dolore per lo stare resistendo ai suoi impulsi, sentendosi quasi scoppiare, quindi, allo stremo delle sue forze, colpì l'unica cosa a portata di mano.
    Sempre guidato da quella rabbia irrefrenabile, calò violentemente la testa al suolo, battendo la fronte contro il duro cemento delle mura, per poi alzarla e farlo una seconda volta e poi una terza, ferendosi nel tentativo di placare la sua furia.

    Dalla sua fredda ed umida prigione, il demone assistette all'intera scena senza dire una parola, curioso e allo stesso tempo irritato da quella piega che aveva preso la situazione. Non era la prima volta che il jinchuuriki di Chomei gli metteva i bastoni tra le ruote nel tentativo di insegnare ai suoi jinchuuriki come controllare il suo potere, e ciò non poteva che dargli fastidio, dato che dopo quell'esperienza, il ragazzo avrebbe cominciato a prenderci più confidenza.
    Tuttavia, nonostante trovasse divertente tormentare quel povero sedicenne che si faceva del male psicologico già da solo, finché avesse continuato ad ignorare la sua presenza, senza sfruttare il suo chakra, non avrebbe potuto avere molte occasioni di utilizzarlo per i suoi scopi, quindi quel pomeriggio segnò l'inizio di una serie di avvenimenti in cui sapeva che si sarebbe potuto divertire.

    Bene... Da adesso le cose si faranno interessanti.



    Edited by Yusnaan - 2/6/2016, 16:59
     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Il Veterano

    IV



    La bestialità del Jinchuuriki inesperto era orribile a vedersi. Avevo forse scordato cosa significasse provare quella furia sconfinata ed immotivata, che muoveva le mani portando a falciare qualsiasi cosa si muovesse? Più simile ad un cane rabbioso che ad un essere umano Ryuu arrivò a ferirsi pur di non attaccarmi e questo, decisamente, provò il punto che intendevo sottoporgli. Allora mi chinai sulle ginocchia e prima che potesse anche solo pensare di agire una mano aveva stretto la spalla del ragazzo.
    Basta così dissi con voce calma, mentre il mio chakra raggiungeva facilmente il mondo interiore condiviso da lui ed il Sanbi. Tempo pochi attimi e Ryuu si sarebbe trovato trascinato dinanzi il cancello del tre code. Così come avevo fatto poco tempo addietro, ero sceso nelle profondità del Mondo Interiore; eppure la prima volta avevo intenzione di parlare solo con Ryuu. Quel giorno invece era col Sanbi che volevo vedere.
    Oh, Sanbi avrei voluto chiamarlo per nome, ma non potevo in presenza di Ryuu. Volevo che fosse lui a rivelarglielo.
    Ascolta, lungi da me intromettermi nei rapporti tra voi due, però sai, sono anche il Mizukage e devo proteggere il mio villaggio. Per cui chiariamo una cosa, io non ti odio, e smettila di essere così arrabbiato con Chomei ti prego. Ma se per caso insisterai in quesa tua lotta millenaria e nel farlo dovessi ferire questo ragazzo indicai Ryuu, dunque feci un passo verso il Demone, spavaldo. Ti sigillerò in un barattolo e ti spedirò così profondamente negli abissi della terra che desidererai avere un altro Jinchuuriki. E fidati che lo farò.
    Aveva finito di mettere in pericolo Kiri. Così mi voltai verso Ryuu, ignorando qualsiasi risposta il Demone mi avesse dato.
    Non ascoltarlo mai finché sei preda dei suoi poteri, cerca di agire con coscienza dissi, per poi sparire.


    All'esterno avrei atteso che Ryuu si calmasse, giacché quella dimostrazione se prolungata sarebbe stata decisamente inutile. Una volta tornato in se avrei visto la ferita sulla sua fronte. Niente che un po' di riposo non potesse guarire con rapidità.
    Avevo ragione, no? dissi al ragazzo rimettendomi poi in piedi. Nel mentre Jukyu era tornata ed aveva visto la scena a qualche passo di distanza.
    Non mi hai attaccato, hai riconosciuto me come un alleato anche in preda a quella furia. Adesso, immagina in missione, quando avrai dei nemici: loro saranno i tuoi bersagli, te ne renderai conto. Hai ragione, dovresti usare questo potere con attenzione, ma non avere paura di usarlo quando serve.
    Mi voltai, vedendo la bambina che si avvicinò a Ryuu, superandomi. Prese qualcosa dalla tasca, un fazzoletto bianco e lo pigiò sulla fronte di Ryuu.
    Perché hai preso a testate il pavimento? Mi sembra stupido.
    Ryuu è come papà Jukyu dissi, senza curarmi del fatto che forse Ryuu volesse tenerlo segreto. Non avevo mai ritenuto la necessità di tenere quell'informazione segreta. Un peso che non poteva essere condiviso era un peso insostenibile. E Jukyuu non dava importanza alla cosa, per lei i Bijuu avevano lo stesso interesse dell'amore romantico: nessuno, perché troppo piccola per comprenderlo.
    Jin...chu...ki... come si dice.... la bambina mugulò, non riuscendo a pronunciare il termine correttamente.
    Jinchuuriki la aiutai, chinandomi e prendendola in braccio.
    Jinchuuriki ripetè Ma tu non prendi a testate il pavimento.
    Un tempo lo facevo anche io, però ora non mi arrabbio più, no? dissi, lanciando uno sguardo al ragazzo. Doveva comprendere: solo con l'esperienza la rabbia sarebbe divenuta gestibile. E non avrebbe mai fatto esperienza ignorando il suo legame con Isobu.
    Mica tanto... ... Eh? Ti arrabbi sempre quando faccio qualcosa e come giusto che fosse, mise il broncio. Genio o meno, Jukyuu rimaneva una bambina di sei anni. Le baciai una guancia e la rimisi a terra, ridacchiando.
    Disinfetta quella ferita e poi va a casa. Non ti darò altri consigli Ryuu, prima dovrai approfondire il tuo rapporto col Sanbi. Senza, il tuo potere rimarrà bloccato e dette quelle parole sarei andato via. Una missione lo attendeva.
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    4,118
    Reputation
    +350
    Location
    ehm...da qualche parte

    Status
    Offline
    Parlato Ryuu
    Parlato Sanbi
    Parlato Itai


    Il Veterano

    Chakra


    Il potere del Sanbi non era riuscito a corrompere del tutto la mente del genin, che riuscì con molto sforzo a controllare il suo istinto omicida nei confronti del Mizukage e si trattenne dall'attaccarlo, ma prima che potesse rendersene conto, si ritrovò improvvisamente in un luogo assai familiare, ma in cui non avrebbe voluto ritrovarvisi tanto presto.
    Sotto i suoi piedi regnava l'immenso specchio d'acqua luminescente apparentemente senza fondo, mentre dinnanzi a lui si ergeva l'enorme e oscuro cancello di metallo che rinchiudeva il suo demone. Non sapeva come o perchè fosse finito lì, ma al suo fianco c'era anche Itai, che cominciò a conversare con il Sanbi, dando al ragazzo un po' di sollievo alla vista di non essere solo.
    Da dietro le sue sbarre, il bijuu scrutò col suo solito fare minaccioso i due mortali difronte a lui, esseri inferiori e dalla vita breve che con le loro avanzate tecniche potevano permettersi di trattare creature onnipotenti come lui come delle bestie di uno zoo, un vero e proprio affronto per un demone dall'esperienza millenaria, che non aveva mai smesso di provare rancore verso di loro. Isobu non rispose al saluto di Itai, né rimase sorpreso di vederlo, vista la situazione, ma di certo non sarebbe rimasto in silenzio a farsi minacciare.
    Ti sigillerò in un barattolo e ti spedirò così profondamente negli abissi della terra che desidererai avere un altro Jinchuuriki. E fidati che lo farò.

    Non credere di potermi addomesticare come hai fatto col tuo amichetto, Nara!


    Sebbene avesse capito che non si trattava solo di un'intimidazione, il suo orgoglio sovrastava il timore di quel mesto destino che gli era stato sentenziato, non riuscendo a trattenersi dal voler avere sempre l'ultima parola e dimostrare di non aver paura di niente.
    Da parte sua, invece, Ryuu rimase un po' basito nel vedere il suo sensei minacciare apertamente il Sanbi, restando in silenzio e lasciandoli parlare come un bambino a scuola in compagnia della madre che parla con un insegnante. In quei pochi secondi, ebbe il tempo di osservare con un po' più di calma la prigione del bijuu, rispetto alla prima volta, facendo caso a quella curiosa serratura a spirale posta in altro, sulle sbarre centrali, il solo sigillo che con ogni probabilità teneva il demone sotto controllo, impedendogli di liberarsi.
    Il Mizukage non diede peso alla risposta del Sanbi nei suoi confronti, svanendo dopo aver parlato un'ultima volta col suo allievo e lasciandolo da solo in quella dimensione.
    Ryuu lo guardò dissolversi, per poi cadere in soggezione del Demone, dopo essersi accorto che, sparito il suo interlocutore, il suo occhio si era spostato su di lui, osservandolo in silenzio e con lo sguardo rabbioso. Il genin non sapeva cosa dire o fare, trovandosi alquanto a disagio in quella situazione e fissandolo a sua volta, finché non fu il Sanbi a parlare.

    Che hai da guardare, piccolo ladruncolo?


    Com'era vero che il bijuu potesse guardare nella sua mente, tanto più si premurava di toccare sempre i tasti che facevano più male al genin, che a sentire quella frase ebbe un sussulto, non solo per la situazione di disagio, ma anche per il leggero senso di colpa per avergli sottratto del chakra, lasciando immediatamente anche lui quel mondo interiore e pronunciando di sfuggita qualcosa di così breve quanto quasi inudibile. Scusa

    Una volta tornato in sé, non ci volle molto per riprendere il controllo del suo corpo, rilasciando il chakra del demone non appena riuscì a controllarsi quel tanto che gli bastò a riprendere coscienza delle sue azioni. Crollò inesorabilmente in ginocchio, quasi stanco e con la fronte dolorante, mentre il suo kage davanti a lui iniziò a parlargli in tono molto pacato.
    A dispetto di quello che credeva, aveva conservato dei ricordi di quella breve esperienza, sebbene confusi, rendendosi conto con meraviglia che fosse riuscito a controllarsi in qualche modo mentre era sotto l'effetto di quella furia creduta incontrollabile, cosa che gli fece notare subito anche Itai. Era dunque quello, ciò a cui si riferì poco prima, assicurandogli che non sarebbe stato come se l'era sempre immaginato.
    Non mi hai attaccato, hai riconosciuto me come un alleato anche in preda a quella furia. Adesso, immagina in missione, quando avrai dei nemici: loro saranno i tuoi bersagli, te ne renderai conto. Hai ragione, dovresti usare questo potere con attenzione, ma non avere paura di usarlo quando serve.
    Quelle parole lo fecero riflettere non poco, ancora incredulo per quanto accaduto, pensando a quel potere da una prospettiva diversa, seppur non riuscisse ad immaginarselo come un'arma da sfruttare quando più gli facesse comodo, così come usava la sua wakizashi.

    Rimase immobile all'arrivo della bambina e al suo tenero gesto, lasciando che gli asciugasse il sangue dalla ferita senza dir niente, limitandosi a sorridere davanti alla sua innocenza. Non si curò più di tanto quando il Mizukage le spiegò il motivo di quell'improvviso e strano comportamento, sapendo che in fondo lei aveva addirittura un padre come jinchuuriki, e difatti non fece una piega quando seppe che lo fosse anche quel ragazzo, reagendo come ad un dettaglio comune come il colore dei capelli.
    Successivamente, guardò molto profondamente gli occhi del suo sensei quando questi accennò alla sua esperienza nel controllare quegli istinti furiosi che a Ryuu sembravano così naturali per un jinchuuriki, cercando di comprendere il significato di quelle parole, per poi sorridere a quella tenera scena tra padre e figlia e vedendoli in procinto di andarsene.
    Disinfetta quella ferita e poi va a casa. Non ti darò altri consigli Ryuu, prima dovrai approfondire il tuo rapporto col Sanbi. Senza, il tuo potere rimarrà bloccato.
    Ormai cominciava a comprendere cosa volesse intendere, dopo tutto quello che aveva passato in quei pochi minuti, aveva avuto l'occasione di vedersi come jinchuuriki da un altro punto di vista, rispetto a quello che aveva sempre avuto. Annuì con un accenno di sorriso alla frase dell'uomo che gli aveva dato così tanto e che continuava a prendersi, in un certo senso, cura di lui, osservandolo poi allontanarsi, ma non resistendo all'impulso di dimostrargli come meglio poteva la sua gratitudine, poggiando i palmi delle mani a terra e chinando la testa quasi a toccare il suolo, esattamente come aveva fatto poco prima, ma con un senso completamente differente.
    GRAZIE INFINITE, MIZUKAGE-SAMA!
    Passati pochi istanti, si rialzò ancora molto pensieroso da quanto appena successo, andando a raccogliere il suo equipaggiamento e dirigendosi poi nella stessa direzione del suo sensei, scendendo le scale che l'avrebbero riportato alla guardiola, per fare come suggeritogli, ovvero medicarsi la ferita sulla fronte ed avvertire gli altri guardiani che sarebbe andato via in anticipo, dopo averli rassicurati sull'origine di quella lesione, non menzionando ovviamente ciò che accadde sul serio.

    Quella notte non riuscì a prendere sonno, rimanendo seduto sul suo futon, in boxer e maglietta, con la schiena poggiata al muro e non potendo fare a meno di ripensare ai fatti accaduti qualche ora prima. In qualche modo, dopo quella dimostrazione, iniziò ad avere meno paura del potere del Sanbi, immaginandosi come sarebbe potuto essere se avesse provato ad usarlo in combattimento proprio come aveva detto Itai, che probabilmente usava i suoi poteri di jinchuuriki a suo piacimento, domandandosi quindi se per lui sarebbe potuto essere lo stesso.
    In ogni caso, però, il dover sottrarre al Bijuu del chakra per rendersi più forte era un'idea che lo faceva sentire vagamente in colpa, quasi come se lo stesse rubando, dato che il Demone era rinchiuso dentro di lui, incapace di sottrarsi a quel processo. In quei momenti gli sembrò quasi come se la situazione si fosse ribaltata, e non fosse più lui ad essere un contenitore, bensì il Sanbi stesso ad essere un contenitore colmo di chakra da cui poter attingere, anche se la cosa continuava a non piacergli dal punto di vista morale, portandolo infine a ripensare a quel che gli disse il suo sensei e che lì per lì lo lasciò molto perplesso.
    Lui aveva sempre sentito parlare dei Bijuu come di mostri incontrollabili, ma se non fossero stati davvero così malvagi per natura? Non si era mai preoccupato del fatto che il Sanbi potesse avere dei sentimenti, ma se fosse stato realmente un essere incattivito da tutto quello che aveva subito in secoli di vita da parte degli uomini, si rese conto che forse era stato un po' ingiusto a giudicarlo fin da subito come qualcosa da odiare. Certo, lui aveva provato ad ucciderlo senza neanche pensarci due volte... e per due volte, ma già dal primo momento Ryuu lo aveva guardato con odio e disprezzo senza neanche rifletterci, e tutto questo ormai lo faceva sentire ancora più in colpa. La sua prospettiva di bijuu e jinchuuriki stava mutando, ma non era ancora pronto per lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare da capo, anche se ci pensò più di una volta, durante le diverse ore di silenzio passate nella sua stanza a meditare.


    Giunta l'alba dell'atteso quarto giorno, Ryuu si alzò pieno di energie come solo un adolescente elettrizzato per un grande evento sapeva essere, saltando in piedi e controllando per l'ennesima volta che non gli mancasse niente per il viaggio prima di pensare a tutto il resto. Dopo aver atteso impazientemente che arrivasse l'ora di partire, facendo nel frattempo colazione, sistemando la sua camera e salutando per bene i nonni prima del viaggio, si inoltrò per le strade uggiose di Kiri con il suo zaino in spalla ed il prezioso coprifronte sempre a fasciargli il capo, diretto all'ingresso del villaggio.
    Nonostante la nebbia che regnava nell'aria, Ryuu non ci mise molto ad avvistare il maestoso drago che sostava fuori dalle mura, già da una certa distanza, esaltandosi ancora di più dopo aver intuito che avrebbero viaggiato su di lei, evidentemente la dragonessa che aveva già incontrato qualche volta e su cui era anche salito. Fuori di sé dall'emozione, corse immediatamente incontro al gigantesco animale, con un grande sorriso in volto e non facendo neanche caso alla presenza di Itai lì vicino, superandolo senza neanche guardarlo.
    Yogan-san!! Che bello rivederti, sei sempre più bella in forma di drago. Solo allora, si voltò verso il suo sensei, ricordandosi di non averlo salutato. Ah, buongiorno Mizukage-sama. Allora viaggiamo con lei? Chiese, ancora euforico e non riuscendo a controllare la sua emozione.
    Subito dopo si fece vivo anche un altro ragazzo, che a quanto pareva, avrebbe partecipato anche lui alla missione, ma a Ryuu fece senz'altro piacere, osservando che probabilmente doveva essere ancora un po' inesperto e che gli avrebbe fatto sicuramente bene unirsi a loro.
    Ciao. Io mi chiamo Ryuu, piacere. Il genin non ebbe la minima idea che quel giovane fosse proprio il ragazzino che aveva salvato qualche mese prima da una brutta fine, non facendo caso al suo aspetto, nè tantomeno al nome.
    Cioè, no, tu adesso mi devi spiegare come fai a non riconoscerlo. Quante diavolo di persone con pelle e capelli bianchi come la morte conosci? Non è possibile.
    Comunque non ebbero tempo da perdere in presentazioni o flashback, in quanto il Mizukage li invitò subito a salire in groppa a Yogan, e Ryuu non se lo fece di certo ripetere due volte, saltando immediatamente sull'enorme drago e (dopo essersi ripreso dalla botta ai testicoli) mettendosi "comodo" come poteva, sistemandosi circa un metro dietro il Mizukage, che subito dopo diede il segnale per partire.

    Il Mizukiyo dovette tenersi ben stretto alle dure scaglie di Yogan per evitare di non essere sbalzato via dalla brusca partenza, ma con una velocità simile non poté di certo rilassarsi neanche durante il volo, dato che solo la forza del vento bastava a deformargli la faccia, facendogli anche ingoiare un paio di mosche prima di riuscire a prendere il controllo e ripararsi dietro il corpo del Kage.


    Il Mizukage cominciò a dare ai due i dettagli della missione, in sostanza niente di complicato, ma dovendo passare per il Paese della Pioggia, poteva comprendere perchè il mercante avesse richiesto dei ninja. La parte interessante, venne subito dopo, quando Itai si volto verso di loro, riscontrando gli evidenti problemi nel reggersi al corpo oblungo della dragonessa.
    Bé, iniziamo a spiegare il motivo della mia presenza qui: voglio che iniziate ad imparare ad utilizzare il Chakra Adesivo.
    Il volto del genin si illuminò all'istante, avendo già visto qualche ninja usare il chakra in modo da camminare sui muri come se niente fosse ed avendo sempre desiderato di imparare a farlo anche lui, ma non era mai riuscito a comprenderne il meccanismo, quindi quando Itai iniziò a passeggiare su Yogan come se niente fosse, facendo addirittura un giro completo senza scomporsi neanche un po', rimase letteralmente a bocca aperta, e non solo per il vento. Aveva ormai capito che il suo sensei gli avrebbe presto insegnato i trucchi per sfruttare al meglio il chrakra e non vedeva l'ora di iniziare, fremendo all'idea che quel viaggio sarebbe servito a far crescere ulteriormente le sue abilità di ninja e non perdendo neanche una parola del discorso del Mizukage.
    Il Chakra può essere usato per camminare contro la forza di gravita, tenendoci ben incollati al suolo, può essere usato per aumentare la potenza distruttiva dei nostri attacchi.
    Era divertente osservare i battibecchi tra Itai e Yogan, ma in quel momento, l'unica cosa che gli interessava era seguire la lezione del sensei. Coffsecchionecoffcoff
    Infine, ha anche usi repulsivi oltre che adesivi. Per ora qui è saggio insegnarvi solo ad utilizzare il chakra adesivo. Per comprendere il principio, dovrete riuscire a fare in modo di tenere un kunai fermo contro la vostra mano, così.
    La seguente dimostrazione fu allo stesso modo sbalorditiva, guardando quel kunai immobile sotto il palmo della mano come se la gravità non esistesse, mentre il loro maestro passava ad invitarli a provarci a loro volta, informandoli che non sarebbero scesi per una sosta non prima di cinque ore. Sebbene le prospettive del viaggio non erano delle migliori, dovendo passare 5 ore di fila su quelle dure scaglie di drago e a quella velocità, l'idea di avere così tanto tempo a disposizione era senza dubbio un bel vantaggio per esercitarsi più che a sufficienza.

    Finite le spiegazioni non restava altro che cominciare a provare e capire in che modo dare al chakra una proprietà adesiva, quindi Ryuu iniziò a tenersi più stretto con le gambe al drago, così da poter avere più libertà di muovere le mani ed iniziare a far scorrere un po' di chakra in quella destra.
    Oramai era diventando un ninja da diverso tempo, quindi aveva acquisito una certa esperienza nel manipolare il chakra e richiamarlo nelle zone del corpo a suo piacimento, ma quello era un esercizio un po' diverso. Fino a quel momento si era preoccupato di richiamare del chakra in un'unica volta per il tempo necessario a potenziare un movimento o proteggersi da un attacco, ma mantenere un flusso costante era una cosa che non aveva mai provato a fare.
    Per prima cosa, mise la mano dinnanzi a sé, cercando di tenerla d'occhio per concentrarsi maggiormente e vedere se ci fossero progressi, facendo scorrere delle piccole dosi di chakra sul palmo, ma ai primi tentativi era evidente che ne stesse usando troppo, finendo per farlo visibilmente fuoriuscire dalla mano e quindi riducendo man mano la dose. Il passo successivo consistette nel dosarlo in maniera costante per sempre più secondi, cercando di usare sempre la stessa quantità, ma ci vollero ben più di un paio di tentativi per riuscirci.
    Per fortuna, anche se non procedeva ad un passo spedito, la sua già discreta esperienza con il chakra contribuì a fargli apprendere abbastanza rapidamente come riuscire a stabilizzarlo appena sotto la pelle della mano, manipolandolo a dovere per attribuirgli delle minime capacità adesive dopo aver sperimentato più e più volte vari metodi per riuscire nel suo scopo, senza contare che anche se non era un mistero che non fosse una cima, o chissà quanto sveglio, quando si trattava di chakra sapeva il fatto suo. Già dopo neanche mezz'ora di viaggio, infatti, volle provare a fare dei tentativi con un kunai, dopo aver testato toccando con l'altra mano di essere riuscito a creare un effetto adesivo sul proprio palmo, tirandone fuori uno dal porta-armi ed iniziando a farlo aderire alla mano.

    Ci vollero un paio di secondi affinché il pugnale adagiato sul palmo rivolto verso il basso aderisse al chakra, ma dopo aver lasciato la presa sul manico, riuscì a mantenere stabile il flusso per circa una decina di secondi, quando cominciò a perdere la concentrazione, destabilizzando il contatto e lasciando il kunai in balia della forte corrente d'aria, non facendo in tempo a riprenderlo e voltandosi per guardarlo cadere nel vuoto.
    Oh porca... Spero che non cada in testa a qualcuno.
    Imparare a controllare il chakra adesivo era già complicato, ma farlo mentre attraversavano il cielo a quella velocità lo era sicuramente ancora di più, dato che il vento più di una volta lo fece deconcentrare e dovendoci mettere anche più forza per contrastare quella del vento che remava in senso contrario.
    Da allora fece più attenzione, prendendo uno spiedo (più leggero) e facendo dei brevi tentativi, che andò a mano a mano ad allungare col passare del tempo, e nel giro di un paio d'ore di viaggio aveva già imparato come dosare un flusso costante per circa un minuto. La strada, ormai sarebbe stata tutta in discesa, non dovendo far altro che pratica per imparare a non perdere la concentrazione e usare sempre una quantità fissa di chakra.
    Il genin si esercitò continuamente per tutto il tempo, gioendo dei progressi che stava facendo e che si notavano a vista d'occhio, e difatti, dopo altre due ore, aveva ormai appreso come concentrare chakra adesivo in più parti del corpo contemporaneamente, facendo aderire piccole armi per ogni mano o anche su altre parti del corpo come singole dita, braccia e gambe, senza alcun problema.
    Dato che del Paese del Fuoco ancora non c'era traccia ed avendo già sperimentato di essere più che capace di tenere incollate piccole armi, decise di andare avanti e provare qualcosa di nuovo, essendo il viaggio diventato anche abbastanza monotono. Dopo aver provato a concentrare una basica quantità di chakra sulla parte laterale delle gambe, constatando di riuscire a diminuire la forza fisica con cui vi si stava reggendo, decise di concentrarne un po' sulle natiche e le mani, e facendo molta attenzione, sollevò la gamba sinistra per portarla dall'altra parte per sedersi da un solo lato, non essendo per niente abituato a restare in quella posizione e sentendo tutto il dolore per essere rimasto per così tanto tempo a gambe divaricate, senza contare lo sfregamento di chiappe e testicoli su quelle dure scaglie.
    Ohhhh Adesso si. Ahi ahi ahi ahi Si sentì decisamente sollevato in quegli attimi, per poi passare il resto del tempo di viaggio a sperimentare varie pose con cui tenersi attaccato alla dragonessa, ma sempre seduto o sdraiato, facendo passare il chakra in varie parti del corpo e guardando intanto se anche l'altro ragazzino (di cui fino ad allora si era proprio dimenticato) avesse fatto progressi, dandogli eventualmente dei suggerimenti su come fare s eavesse avuto dei problemi, spiegandogli come aveva fatto lui.
    Riuscire a controllare il chakra adesivo era già un grande passo e nonostante ne fece un uso quasi costante, non sentì quasi per niente la stanchezza, avendo una quantità di chakra non indifferente per uno della sua età, rimanendo quindi ad utilizzarlo per divertirsi ad esercitarsi a modo suo, finché infine, in lontananza non si videro le coste del Paese del Fuoco.
     
    .
  9. The_Drake
        Like  
     
    .

    User deleted


    Il Veterano

    I



    La posta scottava, la posta in casa Nishimura scottava sempre di più: secondo invito da parte del Mizukage ad una missione: nessuna informazione sui partecipanti, nessuna sulla destinazione, ma cavolo era pur sempre un inivito da parte del Kage; Fra tre giorni esatti avrei dovuto presentarmi, quindi era meglio iniziare con i preparativi: ero diventato da poco Genin, ma cavolo quante novità nella mia vita. Mamma, mamma!!! Un invito in missione dal Mizukage! Dissi urlando scendendo le scale di corsa, quasi sembravo una mandria inferocita di cinghiali. Takeshi, caro, sono contenta per te! Ma reagirai nello stesso modo ogni volta che il nostro Kage ti chiamerà a rapporto!? Hahaha! Scoppiò a ridere, di contentezza per il mio comportamento. Daiii non prendermi in giro! E' pur sempre qualcosa che ci ha mandato il nostro Mizukage...almeno finchè non sarò forte quanto lui, vogio reagire nello stesso modo! Dissi, salendo sopra il divano del soggiorno, quasi a voler troneggiare mia madre, evidentemente più alta di me. Vai a prepararti allora, cerca di sistemare le tue cose...e per cortesia, te lo dico sempre ma non voglio smettere di farlo, fà attenzione! Sei con il Kage, questo non vuol dire che sarai immune a qualsiasi cosa, potresti finire ferito uguale, quindi all'occhio, impegnatI! Disse, puntandomi con l'indice del dito, quasi a volermi fare una sorta di ramanzina.
    Io ormai ero nel mio mondo, non mi importava di altro: sapevo solo che avrei dovuto impegnarmi e nient'altro.
    I giorni che venirono gli passai a vantarmi con gli amici del quartiere o comunque alle persone che mi abitavano attorno, che mi conoscevano da quando ero nato; Ero ossessionante, ma cavolo avevo una seconda possibilità con il Mizukage, una seconda possibilità di mostrarmi ai suoi occhi come il ninja promettente che stavo capendo di essere, anche se con qualche mio personale dubbio.


    maxresdefault
    Corsi come il fulmine tra le nebbie della mia città, attraverso la strada principale e verso i cancelli di Kiri, superando le persone che a quell'ora uscivano dalle loro case: non mi fregava di nessuno, quella mattinaera vestito di tutto punto per proseguire il mio addestramento ninja e nessuno mi avrebbe fermato; Ero cresciuto, quindi, stavolta, niente merendina di presentazione per i ninja che oltre a me avrei trovato.
    Eh si, perchè erano passati dei mesi da quell'avvenimento ed ero cresciuto nel frattempo, non di molto eh, ma di qualcosa: di sicuro ora, era difficile che una donna munita di matterello potesse tenermi testa, circa.
    Vidi in lontananza tre figure ed una ancor più gigante. Cavolo, ma quello è un dragooooo!!!!!! Non guardai nemmeno i due che erano li, ma mi diressi a toccare quella gigantesca creatura: corsi attorno a quella figura con lo sguardo da ebete per qualche secondo, guardandola per tutta la grandezza e interezza, pazzesco. Ma tu sei vera! Sei reale! Cavolo, non avevo mai visto nulla del genere!!! Questa cosa è straodrinaria, che creature di questo calibro siano ancora in vita! Ero completamente assorto nel mio elogiare il drago, che solo poco dopo mi accorsi che c'era il Mizukage davanti a me, o poco distante. Ops, scusate! Mizukage-dono, scusate la mia irruenza e le brutte maniere, mia madre non mi ha insegnato così...ma non avevo mai visto una cosa del genere, una creatura di questa stazza e di tale leggenda!! Spero di non essere in ritardo per la missione... Dissi, inchinandomi difronte al Kage, così profondamente, che quasi il mio corpo compiva un angolo retto. Salve, Ryu-san! Io sono Takeshi Nishimura, genin del villaggio di Kiri! Al ragazzi feci un breve inchino, mostrandogli un sorriso caloroso: doveva essere il mio compagno di squadra; Non presi neanche in relazione il fatto che forse lui e il Kage già si conoscessero, ero veramente preso dal guardare il drago piuttosto che loro.
    Ma non c'era tempo, saremmo subito saliti in groppa al dragone, per volare insieme ad Itai: ma voi mi prendete per il culo!? Cioè, io, pippa genin, appena uscito dall'Accademia, che era stato una settimana in ospedale per aver salvato un ladruncolo qualunque, mi son beccato il primo posto per il trasporto più bello di tutto il mondo ninja? Al fianco del Mizukage? No, io questo lo avrei raccontato per settimane, mi sarei vantato con tutti, io volevo un quadro da appendere a casa.
    Rimasi imbambolato a cavalcioni della creatura quando questa partì in volo, schizzando verso l'alto e mancava poco che cadesi giù in fondo alla sua coda; Non avevo considerato la forza con cui l'animale potesse volare ed era enormemente sopra le mie aspettative: rimasi attaccato a quattro arti, quasi un koala, usando le scaglie come presa o qualsiasi cosa trovassi per rimanere incollato all'animale per quel tanto che bastava prima che si stabilizzasse in quota.
    Vidi che pure il collega di missione stava facendo fatica, ma il Mizukage era in piedi senza nessun problema, se non uno scossone iniziale: magnifico, ninja così potente da permettergli di scalfire l'aria e la nebbia di Kiri senza sbattere ciglio.
    Il problema stava nel fatto che mentre noi rischiavamo di volare giù dal drgone e quindi andando in contro a morte certa o almeno ad un mini infarto, lui iniziò a spiegarci i dettagli della missione, insomma un breefing tra le nuvole: capii ben poco visto il rumore dell'aria nelle orecchie ed io che cercavo di tenermi stretta la vita e forse non urlare, anche se non ero certo di non averlo fatto, ma le linee guida almeno si: era una scorta, una missione di difesa per impedire che un carico, partendo dal paese di Shinashi, cadesse in mani sbagliate o venisse danneggiato, fintanto che non fosse arrivato a Akaiha; Il problema stava nel passaggio, molto stretto, con i territori sotto la giurisdizione, se così si poteva definire, del villaggio della Pioggia.
    Si sapeva che quella parte di mondo non era governata da nessuno, se non dalla forza che una persona metteva per sottomettere le altre: era il villaggio dei Nukenin; Questo era chiaro, palese a tutti i ninja, visto che fin da piccoli si era cresciuto con la consapevolezza che tradire il proprio villaggio portava alla morte o portava la persona a decidere se scappare o rifugiarsi dove pochi tentano di entrare, perchè ci son troppe persone che non avevano più scrupolo, perchè vivevano per loro stesse e nessun'altro.

    Stia attento Mizukage-dono o cadrà di sotto!!!


    Escalami senza sapere di che cosa fosse capace e cosa fosse il chakra adesivo; Mia madre l'avevo vista correre, lei kunoichi di Kiri, sui muri per brevi tratti, ma l'avevo sempre ricollegato ad una sua abilità caratteristica, come per chi è agile o per chi ha molta forza nelle gambe: mi accorsi quindi che avevo sbagliato tutto il tempo. Saggio!? Mi scusi, ma con tutto il dovuto rispetto, se qui sbagliamo qualcosa finiamo di sotto...e non si preoccupa che i kunai possano cadere di sotto e possano far male a qualcuno? Dissi, comunque capendo che non vi era via d'uscita da quell'addestramento.
    Di certo mi avrebbe fatto bene un pò di allenamento e comunque capire qualcosa, ma non pensavo di farlo ad alta quota.
    Kunai io non ne avevo, non ero molto bravo a lanciarli, non ero molto bravo a usarli in corpo a corpo, per cui tirai fuori le mie frecce, per ora solo una, iniziando a capire come quel gioco funzionasse: iniziai a guardare anche l'altro ragazzo, che era alle prese come me nell'impresa e provai quindi ad imitarlo.
    Presi per prima cosa la freccia, posizionandola sul mio palmo, da prima puntato verso l'alto, cercando di capire quanto chakra far convogliare su di esso, pensando a semplici congetture sul fatto che per camminare a testa verso il basso serviva molta forza, quindi io avrei dovuto metterci tanto chakra; impastai una quantità sul punto centrale del palmo, dove si collegava la freccia, ma niente accadde quando tentati di capovolgere la mano verso il basso, se non la caduta della mia freccia.
    Riuscii ad agguantarla migliorando i miei riflessi, non volevo che qualcuno morisse e non volevo perdere equipaggiamento per strada.
    Prima di riprovare cercai di pensare meglio a quello che stavo facendo andando ad esclusione, procedendo per metodo analitico: avevo provato a concentrare chakra in un punto solo e se lo facessi lungo tutta la linea della freccia? Come se il chakra fosse una calamita e seguisse ciò che toccavo.
    Provai a raccimolare la stessa grossa quantità di chakra, lungo la siluette della freccia che toccava il mio palmo, capendo che era cosa ardua, molto ardua, visto che controllare tanta energia nella stessa zona a formare una sorta di immagine era praticamente impossibile al mio livello di esperienza; Provai comunque a capovolgere notando che per alcuni secondi la freccia rimaneva sospesa, ma poi cedeva in qualche zona e si lasciava andare, per fine irrimediabilmente cadere del tutto.
    Vidi Ryuu che stava facendo più o meno quello che stavo facendo io, quindi mi sentii rincuorato della cosa: volevo copiarlo almeno un poco, ma capii che quella prova dovevo finirla da solo, dovevo capire come uscirne con le mie sole forze o non avrei mai progredito; cercai quindi di pensare in maniera diversa, basandomi su ciò che sapevo in natura: i ragni usavano i peli adesivi, altri animali artigli, altri ancora ventose: ecco le ventose, dovevo essere come una di quelle.
    Come le lucertole, io dovevo essere in grado di fare lo stesso.
    Impastai quindi il chakra su tutta la superficie della mia mano, cercando di formare un guanto solo nella parte che volevo e ci appoggiai la freccia sopra usando l'altro braccio libero; Notai fin da subito che qualcosa era cambiato, visto che la freccia, ribaltando il palmo, rimaneva fissa su di me per abbastanza tempo: ma verso la fine sembrava quasi esplodere verso la direzione in cui il palmo puntava: fortuna che era messa in orrizontale o si sarebe conficcata nella schiena del dragone ed io sarei stato galletto arrosto.
    Pensai quindi alle parole del Kage, di quanto avesse sottolineato la parola "minimo"; Dovevo fare come avevo fatto all'inizio, ma per gradi quindi: diminuire la patina sempre più, fino ad arrivare a formare la scia che all'inizio avevo tentato, ma senza risultato, a fare.
    Passo del tempo, quello era sicuro, non sò nemmeno quanto sinceramente, ma sentivo che il chakra pian piano veniva prosciugato dal mio corpo per quelle azioni, anche se però insieme ad esso io miglioravo la mia capacità di controllo; Se all'inizio la pressione psicofisica era tanta, man mano che convogliavo il chakra dove volevo, mi sentivo meno stanco: praticamente, quasi naturalmente, avevo trovato il metodo per arrivare a quel minimo che Itai parlava.
    Dopo un poco sentii il ragazzo, Ryuu, urlare di gioia per riuscire già a padroneggiare la cosa: mi sentivo un poco in imbarazzo, però in quello stato, dopo molto tempo, cosa che capii solamente guardando dopo tanto tempo il sole, perchè prima troppo concentrato sul mio allenamento, mi sentivo stanchissimo; era come se la mia riserva si fosse prosciugata della metà, se non di più.
    Non mi arresi.
    Continuai per qualche periodo, cambiando pure mano nel tentativo, notando che le cose man mano diventavano sempre più facili, ma questo non cambiava il fatto che io mi stancassi sempre di più; Capii che a breve avrei dovuto fare uan pausa per rifocillare le mie membra, anche perchè sentio lo stomaco brontolare pure. Ryuu-san, nel mentre mi esercito, volevo saperne un pò di te...alla fine siamo noi a dover condurre le danze nel Paese dell'Erba, quindi conviene che iniziamo a capire qualcosa l'uno dell'altro, no? Dissi, rompendo il silenzio e usando quella "scusa" per fare pausa. Giuro, non ricordo di averti visto al villaggio, anche se devo dire che non conosca poi così tante persone...sai, ho da poco raggiunto il grado Genin, rischiando davvero molto, quindi essendo ancora inesperto non cè tanta gente che mi si fila... Dissi un poco sconsolato della cosa, anche se rappresentava la verità. Ma punto a diventare qualcuno molto presto...un ninja forte, qualcuno che possa difendere Kiri dai mali che la affligge, qualcuno che possa far smettere la violenza che colpisce questo mondo! Mi persi su quella sorta di editto, che però uno poteva leggerlo come qualcosa di troppo bambinesco; Indipendentemente da quello che avesse scatenato quella cosa mi sarei poi rivolto ad Itai. Mizukage-dono, ma questa creatura...oltre a saper parlare...dove risiedeva a Kiri? Io penso di non averla mai vista in giro, non penso neanche di averne mai sentito parlare se non nelle fiabe che mi raccontava mamma da piccolo...più piccolo, si intende...è meravigliosa! Si era capito che ero innamorato di quella bestia? Fù in quel momento che mi accorsi che nel mentre, la freccia stava incollata nella mia mano da molto tempo, molto di più di quello che speravo ed avevo raggiunto: dovevo solo non pensarci e la cosa sarebbe venuta da sè.
    Feci un sorriso e molto contento mostrai la mano a tutti e due le persone di fronte a me, dimostrando che la freccia rimaneva incollata: fatto questo, mi sentii un poco mancare; Feci in tempo a raccogliere la freccia, senza che cadesse giù, che la mia testa fini sulle scaglie del drago: ero stanco, molto stanco, ed ero al limite del chakra. Mi spiace, ma penso di aver raggiunto il limite...più di così e svengo! Dissi, guardando i due abbastanza sconsolato.
    Rimasi attaccato, con tutte le mia forze, prima di mettere via la freccia e capire che ormai eravamo quasi arrivati.


    Edited by The_Drake - 10/6/2016, 14:40
     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Il Veterano

    V



    Rimasi in silenzio, guardando i due Genin che si esercitavano. Avevo riso all'obiezione di Takeshi, facendogli notare che eravamo in mare aperto e che con ogni probabilità non avremmo di certo ferito qualcuno. Quando poi Takeshi, un po' strano, mi chiese di Yogan non potei non lasciarmi sfuggire un sorriso compiaciuto. Yogan era stupenda, ed era letale. Era orgogliosa della sua bellezza e della sua forza.
    Bé, normalmente risiede in un'altra isola, io la richiamo. Forse non sai cos'è un richiamo: noi Shinobi possiamo legarci tramite il sangue con delle creature e richiamare in battaglia passai le mani sulle scaglie della dragonessa, quasi con affetto. Per me è Yogan però è diverso, più... profondo.
    Dopotutto ero un Ryukishi. Ed ero il Ryukishi della Hono Masshiro, la Fiamma Immacolata, la dragonessa che nata dal sacrificio di sua madre aveva purificato i Draghi dell'Ovest dalla Furia Insanguinata. Ero il Ryukishi che aveva adempiuto allo scopo dell'ordine, e dunque, con ogni probabilità l'ultimo.
    Lei non è sola, Takeshi. Ci sono altri draghi nel mondo, molti altri draghi. Sono creature maestose, e quando ci leghiamo a loro non possiamo essere più gli stessi di prima spiegai al ragazzino. Era ancora presto per lui per pensare a quelle cose, non era ancora in grado di richiamare altre creature. Takeshi subito dopo si dimostrò esausto. Aveva utilizzato molto chakra per imparare. Così, saltai nuovamente in piedi e mi avvicinai al ragazzo, mentre il mio corpo veniva avvolto da una tenue aura di chakra azzurro. Ryuu non aveva problemi: come tutti i Jinchuuriki aveva una quantità di chakra superiore alla norma, chakra che era per cui quasi tre volte quello posseduto da Takeshi.
    Ah, vedi di tirarti su Takeshi, perché arrivati a terra vi dovrò insegnare qualcos'altro dopo cena dissi, sfiorando la testa del ragazzo con la punta delle dita. L'effimero contatto però mi permise di donare lui una grossa quantità di chakra, sufficiente a riempire totalmente la sua riserva di chakra [Dono del Chakra. +20 Bassi a Takeshi], sottraendoli dalla mia (che nonostante la sostanziosa perdita era sostanzialmente intaccata). Proprio mentre compivo quel gesto Yogan iniziò a sorvolare la costa e dopo pochi minuti iniziò una rapida discesa verso una foresta verde, atterrando in una radura abbastanza ampia da contenerla.


    Una volta al suolo la dragonessa fu avvolta per un secondo da piccole fiammelle e la sua figura si restrinse a quella di una ragazza dai capelli rossi, leggermente più grande di come probabilmente Ryuu la ricordava. I draghi, quando assumevano la loro forma umana, non crescevano paripasso agli umani. Di fatti l'infanzia e l'adolescenza erano brevi e la maturità incredibilmente lunga, giacché diverse centinaia di anni equivalevano ad una cinquantina, al più, dal punto di vista della loro forma umana. Così Yogan era cresciuta, ed il cambiamento non le era del tutto gradito.
    La dragonessa infatti non era più l'acerba ragazzetta che Ryuu aveva conosciuto, ma una giovane donna di circa sedici anni decisamente di bell'aspetto. I capelli erano lunghi e rossi così come i suoi occhi, ed aveva un'espressione imbronciata.
    Odio. Questa. Forma. disse, scandendo ogni singola parola.
    Non fai che ripetermelo puntualizzai alla dragonessa, con un sospiro Ti prego, datti un... contegno. Volevo dire "contegno".
    Cosa se ne fatto le donne di... queste! disse allora mettendo le mani sui seni alquanto procaci per poi stringerle. Per quanto io non potessi essere minimamente sedotto da Yogan, sia per via della mia fedeltà coniugale sia perché per me Yogan era una sorella, e tale sarebbe per sempre rimasta, lo stesso non potevo dire per Ryuu.
    O per Takeshi, se il ragazzino era particolarmente precoce.
    Misi una mano in faccia con fare sconsolato, dando un buffetto sulla tesa di Yogan.
    Smettila di fare così dissi vagamente irritato. Ayame ti ha spiegato a che servono.
    MA NON MI SERVONO, NOI DRAGHI NON NUTRIAMO IN QUESTO MODO I NOSTRI CUCCIOLI, SONO SOLO SCOMODE ringhiò, mentre l'erba attorno a lei iniziava ad annerirsi bruciata Che strani animali che siete voi umani.
    Dopo quel triste spettacolino mi rivolsi ai due genin, ignorandola. Lei si allontanò, borbottando qualcosa sul fatto che non fosse giusto che quella foresta non fosse a misura di drago e che dovesse rimanere in quella forma.
    Sospirai, scuotendo il capo.
    Non una parola voi due dissi allora facendo cenno di seguirmi. Mentre io preparo da mangiare voglio che voi impariate a camminare sugli alberi dissi ai ragazzi, portandoli dinanzi due alti alberi.
    Vedete, prima avete capito come il chakra possa avere un effetto adesivo, ma non avete imparato a dosarlo correttamente. Se esagerate, infatti, la forza di adesione farà staccare la corteccia dall'albero, oppure l'intonaco dal muro, oppure vi terrà saldamente incollati e non potrete muovere un passo, magari distruggendo le scarpe nel tentativo. Per cui, bé... arrivate in cima, dovrete capire voi come fare. Attenti eh, che le cadute fanno male quante ne avevo fatte io per imparare? Ma ogni livido è una lezione. Nel mentre io preparo il fuoco e scaldo qualcosa da mangiare. Su, non perdete tempo, chi finisce per ultimo salta la cena.
    Non dicevo sul serio, avrei dato cibo ad entrambi, ma provocarli un po' non avrebbe fatto altro che motivarli.

     
    .
  11.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    4,118
    Reputation
    +350
    Location
    ehm...da qualche parte

    Status
    Offline
    Parlato Ryuu
    Parlato Sanbi
    Parlato Itai
    Parlato Takeshi


    Il veterano

    Allenamenti e Distrazioni


    Durante gli esercizi, dopo già un bel po' di tempo che erano in viaggio, il giovane kiriano si rivolse a Ryuu per fare un po' di conoscenza, per niente una cattiva idea, dato che avrebbero dovuto collaborare e che così avrebbero potuto anche ingannare un po' il tempo in attesa dell'arrivo. In fondo cinque ore erano tante ed il genin cominciò un po' ad annoiarsi, dopo che ebbe già imparato bene o male ad usare il chakra per far attaccare armi al suo corpo, quindi, con la dovuta calma e prudenza, si voltò verso di lui girandosi nella direzione opposta.
    Ah, si, è una buona idea. Gli rispose, mentre eseguiva le manovre per cambiare postazione.
    Il ragazzino sembrava un tipo sveglio e a Ryuu fece piacere che avesse voglia di socializzare con il proprio compagno di squadra, era sempre una buona mossa quando si era in missione, come aveva imparato anche lui nel corso della sua esperienza.
    Giuro, non ricordo di averti visto al villaggio, anche se devo dire che non conosca poi così tante persone...sai, ho da poco raggiunto il grado Genin, rischiando davvero molto, quindi essendo ancora inesperto non c'è tanta gente che mi si fila...
    A quell'ultima affermazione non seppe trattenere una piccola risatina, capendo perfettamente cosa intendesse, visto che fino a poco tempo prima gli altri ninja non sapevano neanche che esistesse, tuttavia era divertente vedere il punto di vista di altri neogenin, in fondo era una cosa normale non essere molto conosciuti all'inizio della propria carriera.
    Tranquillo, è normale, ci vuole un po' di tempo per farsi conoscere.
    Il ragazzino continuò il suo discorso, e i suoi sogni di diventare un ninja molto potente e di voler far cessare la violenza nel mondo ninja era assolutamente ammirevole, e Ryuu lo ascoltò sorridente, benché anche se poteva sembrare una cosa un po' infantile, chi era lui per giudicare i sogni degli altri.
    E' un bell'obiettivo. Anche io punto a diventare un ninja potentissimo, e prima o poi diventerò Mizukage, così potrò guidare il villaggio e difenderlo. Anche il suo era un progetto ambizioso e forse un po' infantile, ma non si vergognò a dirlo proprio davanti all'attuale kage, d'altronde lui conosceva già quel suo sogno. Il desiderio di poter riscattare l'onore della sua famiglia era ancora vivo dentro di lui ed avrebbe fatto di tutto pur di riuscire nel suo scopo.

    Quando finalmente arrivarono nel Paese del Fuoco, anche se il viaggio era stato fenomenale dal punto di vista di averlo fatto in volo, Ryuu non vide l'ora di mettere piede a terra, potendo prendersi un meritata pausa dalla scomoda postazione sulla dragonessa, che prima che potesse accorgersene, si rimpicciolì alla sua forma umana.
    Il genin l'aveva già vista più di una volta in quella forma, ma in quel momento gli apparve decisamente diversa e con due enormi particolari che decisamente non c'erano le altre volte. La ragazzina poco più piccola di lui si era trasformata in una giovane donna dalle forme sviluppate nei punti giusti e alquanto più attraente di quanto potesse ricordarsi, rimanendo istintivamente a bocca aperta ad osservarla.
    Ma cosa gli danno da mangiare a questi draghi?
    La sua avvenenza era senza dubbio innegabile, ma al contrario dei pensieri di Ryuu, la ragazza non sembrava molto compiaciuta di quello sviluppo, lamentandosi di una delle zone meglio riuscite di quel suo nuovo corpo, stringendosi i seni e mandando in tilt il cervello del Mizukiyo. Urgeva dire qualcosa.
    Cosa se ne fatto le donne di... queste!
    I-io trovo che ti stiano benissimo. Disse, alzando timidamente la mano come a voler prendere parola, per poi rimanere a fissarla con la mascella spalancata mentre discuteva con Itai, che era passato decisamente in secondo piano. Discorsi sulle tette, quello si che era un buon modo di iniziare un allenamento.

    Non appena la discussione fu chiusa, richiuse immediatamente la bocca quando il Mizukage si voltò verso di loro avvertendoli di non dire una parola sull'argomento, per poi seguirlo mentre cominciò a spiegare cosa avrebbero dovuto fare. Ryuu era entusiasta di sapere che avrebbero imparato a camminare sugli alberi come aveva visto già fare da altri ninja, non stando più nella pelle di iniziare e di sentirsi finalmente pronto a mettersi in pari con gli altri.
    Il principio era lo stesso di quello precedente, per far attaccare kunai e spiedi alle mani, ma quella volta avrebbero dovuto concentrarsi molto di più, dovendo sostenere il peso di tutto il corpo e far passare il chakra attraverso le suole delle scarpe.
    Per cui, bé... arrivate in cima, dovrete capire voi come fare. Attenti eh, che le cadute fanno male. Ma ogni livido è una lezione.
    Vero, come dargli torto. Il genin si trovò pienamente d'accordo con lui, e anche se quello voleva dire che qualche brutta caduta era inevitabile, si sentiva pronto per iniziare, perchè ogni caduta, proprio come la caduta dello spiedo, lo avrebbe portato più vicino a capire il procedimento esatto.
    Su, non perdete tempo, chi finisce per ultimo salta la cena.
    CHE?!?

    Non sapeva se stesse scherzando o meno, ma di certo avea lanciato una sfida ai due ragazzini, e lo sguardo del più grande dei due si rivolse all'altro mentre il sensei li lasciava soli. Lo guardò per qualche istante, un po' perplesso da quella cosa e sentendosi anche un po' in colpa se fosse toccato a lui saltare la cena, ma in ogni caso avrebbero dovuto darsi da fare, quindi tanto valeva cominciare.
    Pausa-bagno. Bè, i bisogni umani sono quello che sono e dopo 5 ore passate in viaggio era normale sentire lo stimolo di liberarsi della colazione, quindi con ancora il suo zainetto sulle spalle, si andò a nascondere in mezzo a dei cespugli.
    Dopo qualche minuto tornò nel punto dove aveva lasciato il suo compagno di squadra, gettando il suo zaino a terra e sentendosi davvero pronto a cominciare l'allenamento.
    Vaaa bene. Iniziamo. Si sentiva un po' a disagio a dover concorrere con lui, ma in ogni caso l'obbiettivo primario era imparare ad usare al meglio il chakra adesivo, quindi senza perdere ulteriore tempo si avvicinò all'albero che aveva davanti e vi poggiò un piede sopra.

    Serviva uno sforzo sicuramente maggiore per far stabilizzare il chakra non sul palmo di una manco ma bensì sotto i piedi, facendolo passare attraverso le suole delle scarpe, motivo per cui cominciò a concentrarsi, impostando il chakra come aveva fatto in precedenza e cercando di far aderire la scarpa al tronco dell'albero. A prima vista non sembrava così difficile, ma era sempre meglio provare con calma e poi provare ad andare più veloci.
    Quando sentì che il piede sembrò aderire per bene, lo rimise a terra e provò anche con il sinistro, così da essere sicuro da ottenere la stessa concentrazione in entrambi e quando si sentì pronto, provò a sollevarsi da terra facendo perno sul piede agganciato all'albero e cercando di mettere anche il secondo piede sul tronco, ma dato il peso eccessivo che il chakra dovette sopportare, la presa venne immediatamente meno, facendo scivolare il piede riportandolo subito a terra, andando quasi a sbattere con la testa contro l'albero per la perdita di equilibrio.
    Wooh! Cavolo.
    Nei successivi tentativi provò a fare la stessa cosa, ma usando sempre una concentrazione maggiore di chakra, fin quando, però, non esagerò ritrovandosi attaccato con entrambi i piedi all'albero, senza riuscire a muoversi.
    Oh porca. E dai... diamine. Entrambi i piedi rimasero completamente incollati al tronco, e di certo quella posizione parallela al pavimento era una cosa del tutto nuova che però non lo faceva sentire affatto bene, dandogli la sensazione di star precipitando, quindi con molta attenzione provò a diminuire il flusso di chakra, ma finì inevitabilmente con il far mollare nuovamente la presa alle sue scarpe, finendo a terra di schiena con un tonfo sordo. E quella non sarebbe stata che la prima di una serie di cadute.

    Anche se era più difficile, il concetto era sempre quello di trovare la giusta dose ed usarla in un flusso costante, quindi dopo vari altri tentativi, iniziò a prenderci più la mano, riuscendo a fare anche qualche passo in verticale, ma con l'inevitabile conseguenza di cadere di sotto. E ancora. E ancora.
    Purtroppo, come aveva detto il suo sensei, quello era l'unico modo di imparare, quindi non si scoraggiò e continuò a tentare, prendendo anche ad andare più veloce nella fase di salita. L'obbiettivo era arrivare in cima all'albero, quindi non c'era tempo da perdere, iniziando a fare degli scatti tentando di mantenere costante il flusso di chakra, ma non era di certo una cosa semplice.
    Fortunatamente, aveva preso già una certa dimestichezza con il dosaggio del chakra nelle esercitazioni con gli spiedi, quindi una volta trovato quello giusto per i piedi, riuscì sempre meglio a controllarsi e usarne la giusta quantità senza perdere la concentrazione, ma a volte quest'ultima non poteva che venire meno. Dopo quasi un'ora riusciva a correre in verticale quel tanto che bastava ad arrivare intorno ai tre, quattro metri di altezza, ma ogni tanto non poteva fare a meno di voltarsi e guardare un po' in giro, ed ogni volta che vedeva Yogan, veniva preso da una strana emozione che lo spronava a dare di più, ma perdendo immediatamente la concentrazione e cadendo di sotto, facendo delle gran brutte cadute.
    In una di queste, era riuscito a restare fermo a diversi metri di altezza, controllando il chakra per tenersi e non cadere, ma la provocante ragazza dai capelli rossi gli fece perdere nuovamente l'attenzione che stava dedicando ai suoi piedi, rendendo instabile il flusso di chakra e facendolo scivolare, cosa a cui cercò di rimediare aggrappandosi con le mani al tronco, ma finendo irrimediabilmente per graffiarsi tutti i palmi e continuando a cadere, sbattendo violentemente un braccio su di un ramo ed atterrando al suolo su di un fianco. [Ferita]
    Ecco, così impari.
    Successivamente, quella lezione gli fu di aiuto per indurlo a non distrarsi più, continuando ad allenarsi senza sosta facendo sempre nuovi tentativi, finchè dopo circa un'ora e mezza dall'inizio della sessione non riuscì a controllare quasi completamente quella modalità di controllo del chakra, arrivando a camminare quasi a suo piacere su e giù per il tronco ed arrivando infine tranquillamente sulla cima di quest'ultimo.
    Uuhuuu!

    Ormai la stanchezza, però cominciava a farsi sentire, avendo consumato un bel po' di chakra per tutta la mattinata ed essendosi sforzato anche fisicamente a correre continuamente sull'albero, e per l'altro genin di sicuro non sarebbe andata molto meglio che a lui, dato che aveva già visto che aveva avuto dei problemi con le sue frecce per via della sua limitata fonte di chakra, finendo per guardare ogni tanto come andassero i suoi progressi.
    Se durante l'allenamento lo avesse visto in difficoltà, si sarebbe avvicinato a lui, consigliandogli di riposarsi un po', se si fosse sentito troppo stanco e provando successivamente a consolarlo e a dargli dei consigli.
    Dai, non ci fare caso, è normale che ti ci vuole un po' di esercizio in più, io sono già più allenato. Cerca di immaginarti sempre lo strato di chakra sotto i tuoi piedi, così ti concentri di più e lo rendi costante.
    Il Mizukiyo avrebbe atteso che anche lui imparasse alla perfezione come camminare tranquillamente sull'albero, esercitandosi insieme a lui finché non avesse imparato a controllarlo come si deve. Tranquillo, torniamo insieme dal Mizukage e gli diciamo che ci siamo riusciti insieme, così nessuno salta la cena. Gli disse, quasi ridendo per quella situazione, dato che gli sarebbe dispiaciuto che quel ragazzino avrebbe dovuto rimanere a digiuno per colpa sua, vista la situazione di svantaggio.
    Se Takeshi, però avesse imparato prima di lui a controllare il chakra adesivo (probabilmente per mancanza di distrazioni), Ryuu non si sarebbe fatto problemi a finire tranquillamente il suo allenamento, ed in ogni caso, una volta che entrambi finirono di esercitarsi, si sarebbe incamminato dal Mizukage, un po' acciaccato ma contento e soddisfatto dei progressi che stava facendo e di aver finalmente appreso il metodo per camminare sulle superfici verticali, cosa che gli sarebbe potuta tornare molto utile molto spesso in futuro.
     
    .
  12. The_Drake
        Like  
     
    .

    User deleted


    Il Veterano

    II



    Era ideologie ammirevoli quelle di Ryuu, anche se in primis non avrei mai voluto diventare Mizukage, visto la quantità di scartoffie e sedentarietà doveva implicare il ruolo: lo sapevo anche io che ero un cambino, che più era importante il ruolo, maggiori erano le responsabilità e maggiori erano le opportunità di vedersi inchiodato ad unascrivania a mandare avanti ciò che c'era sotto di te; Io volevo l'azione, la sognavo da quando ancora giocavo nel giardinetto dietro casa, non che ora abbia smesso, fingendomi qualcuno di molto importante che riusciva a sconfiggere i nemici grazie alla sua forza e alla sua potenza in quanto ninja: capivo anche io che da grandi non avrei dovuto più fare quelle cose, ma il ricordo ancora mi ritornava di tanto in tanto facendomi sentire la mancanza.
    Appresi pure informazioni sui draghi: quindi era un evocazione del Kage, cavolo, non sapevo; Ero a conoscenza della tecnica del richiamo, che riuscivo benissimo ad usare anche io, ma non pensavo che oltre alle armi si potessero segregare delle creature: chissà quante altre cose avrei potuto imparare stando vicino ad Itai, ma non ebbi il tempo di portare avanti il mio discorso che ormai il dragone, anzi la dragonessa a quanto pare, iniziò la sua planata verso il basso.
    E fù in quegli attimi, mentre io sentivo ciò che mi accadeva attorno e avevo la testa impiantata sulle scaglie dell'animae, che mi sentii di nuovo ricarico: un tocco del Mizukage e non mi sentii più vuoto, non mi sentii più debole, anzi, era come mi fossi appena svegliato da un lungo sonno, riposato, senza problemi di sorta; Sentivo dentro di me che il mio tantien era attivo, segno che il chakra era tornato dentro la mia persona: ma cosa caovlo era successo? Che fosse stato il Mizukage? Cos'era in grado di fare quel ninja? Avrei dovuto scoprirlo alla fine di quella missione, ero troppo incuriosito.

    Appena scesi a terra vidi Ryuu correre lontano per andare al bagno: a me in que frangente non occorreva proprio, quindi mi fermai a parlare con il Mizukage della dragonessa e su quello che era successo prima. Mizukage-dono, ho due domande da farle, la prego non mi nasconda le risposte perchè son molto curioso e voglio apprendere da lei tutto ciò che posso...prima diceva che tramite il richiamo si possono evocare creature...ma quindi come funziona? Tipo la dragonessa vive dentro ad un rotolo di carta? Io conosco questa tecnica, ma dentro ai rotoli ci tengo ciò che mi serve, armi, oggetti ed altro, ma non pensavo anche creature! Non si sente sola li dentro!? Dissi, curioso di capire come funzionasse quella cosa: appena mi avesse risposto, avrei ripreso incalzando con una nuova domanda. Altra domanda, altra domanda! Prima, avevo consumato molto chakra per quell'esercizio e penso di non aver ancora appreso bene, non come Ryuu-san, la tecnica dell'adesione...e di questo mi vergogno un poco...però per qualche ragione quando mi ha toccato, mi son sentito subito pieno di energia! Tutto il chakra che avevo perso era tornato dentro al mio corpo e mi sento come nuovo...comè possibile!? Speravo in una risposta sincera da parte del Kage, così che potessi apprendere qualcosa di nuovo sul capo del villaggio, quindi di un ninja che era sopra tutti noi e vegliava sull'intera Nebbia; Anche perchè non sempre si aveva la fortuna di stare con un ninja per cui si sentiva solo parlare nelle storie del villaggio.
    Quando Ryuu fosse tornato mi sarei diretto con lui verso la zona di allenamento.
    Prima avevo dimostrato di non essere poi così bravo in quella tecnica, ma se un minimo avevo dimostrato di saperci fare, vuol dire che c'era del potenziale, che qualcosa si sarebbe potuto fare: dai prima tenevo in adesione una freccia, ora dovevo solo mantenere me stesso attaccato ad un albero; Sarei morto.
    Presi una grande rincorsa verso l'albero, cercando di non sfruttare troppo la mia forza o agilità per arrampicarmici sopra, ma anzi, usare la spinta iniziale per spingermi bene sopra di esso, cercando di rompere la forza di gravità iniziale ed iniziare ad usare il chakra adesivo fin da subito; Dosai male, attivai troppo presto l'adesione, quindi tolsi una zolletta di terra dal terreno poco prima di arrivare all'albero, inciampando e sbattendo la testa contro l'albero: fortuna c'era il coprifronte o sarei svenuto. AHIAHAIAHAIAAA!!!! Rotolai di lato tenendomi la testa con forza: che imbranato ero, speravo almeno di non aver fatto una figura barbina subito; Ancora una volta decisi di guardare Ryuu come faceva, cercando di capire da lui la tecnica.
    Era bravo, era molto più bravo di me e sembrava non stanco quanto me per il chakra utilizzato per quella fase o la fase precedente: che ci fosse sul serio un grande divario tra noi due? Alla fine non aveva molte informazioni su di lui, se non che fosse un Genin più allenato; La cosa positiva, rispetto ad altri ninja di Kiri che avevo conosciuto, era che comunque era una persona simpatica e comunque sempre pronta ad aiutare: vedendomi in difficoltà mi diede qualche consiglio su ciò che lui stava provando a fare. Grazie Ryuu-san, grazie per questi consigli...scusa se mi son fermato a guardarti, ma mi trovo in difficoltà ad apprendere questa cosa! Per poco, come avrai visto, non ci rimettevo la testa! Comunque comprendo, è una questione di concentrazione, di prove su prove, per capire che patina di chakra utilizzare e quanta energia mettere per non...beh...togliere zolle di terra dal terreno! Hahaha! Grazie mille! Mi rialzai rapido in piedi, cercando di fare ciò che mi era stato detto: immaginare una suola di chakra, cercare di rimanere concentrati su quella mentre si saliva l'albero.
    Cercai di concentrarmi, di vedermi dall'esterno, come fossi un'altra persona su un'altro piano di visione del mondo; Cercai di impastare la stessa quantità di chakra dell'adesione fatta precedentemente, cercando di convogliare il tutto nella parte bassa del mio corpo, sulla pianta del piede, tenendola pronta ad agire, poi presi a correre verso l'albero: Primi due passi verso l'alto, attivai il circolo spiegato da Ryuu, cercando di camminare come se nulla fosse verso il cielo, cercando di mantenere la mia visione sul solo controllo della patina sotto i miei piedi.
    Riuscii nel mio intento per circa due passi, prima di sentire che una grande forza proveniente da sotto la scarpa mi stava per gettare via: schizzai come un razzo lontano dall'albero, cadendo a terra rovinosamente; Stavolta cercai di attutire la caduta cercando di atterrare con i gomiti, avendo previsto anche la cosa, così da non dover frignare come poco prima: era successa la stessa cosa anche sopra la dragonessa, per qualche ragione il chakra fuoriusciva in grande quantità e mi faceva volare lontano, come se mi rigettasse.
    Riprovai ancora una volta, cercando di fare come prima, visto che almeno due passi gli avevo fatti senza venir esploso lontano; Un passo, due passi, tre passi verso la cima, vedendo la fine, quando qualcosa fece un breve scricchiolio sotto di me: ma cosa stava succedendo? Ancora? Adesso effetto contrario, come Ryuu prima di me, ero rimasto completamente incollato alla corteccia.
    Ero comunque attaccato in verticale, ma sembrava che la presa fosse così ferrea che non riuscissi ad avanzare: provai a concentrarmi a verificare quanto chakra avessi mandato alle gambe, ed era molto, forse troppo, era una calamita; Cercai di diminuirlo progressivamente, concentrandomi sul tantien e sulla circolazione, immaginandomi la patina di chakra: da li cercai a muovere un passo verso l'alto, riuscendoci per poco, anche se sotto al piede sentivo della corteccia che si era attaccata. Ricominciamo, non ne vale la pena... Dissi, rilassandomi e scendendo agile a terra.
    Era inutile continuare se non riuscivo a dosarmi, forse tanto valeva ricominciare da capo e riprendere dall'inizio.
    Decisi di seguire questa via molto più dura, cercando di salire sull'albero per quanto riuscivo ed in caso di qualsiasi fallimento, fermarmi e ricominciare da capo; Avrei usato una quantità molto grande di chakra, ma non mi importava, davanti non avevo cinque ore come prima, ma molto di meno, quindi se non volevo saltare la cena o comunque far aspettare Ryuu, dovevo proseguire.
    Continuai, vedendo che il ragazzo, compagno di missione, finii ben presto la sua prova: ancora una volta più bravo di me. Cavolo Ryuu-san, ti invidio molto! Sei veramente abile nel controllo del chakra...poi sembra sul serio che tu non faccia fatica, io ho ancora qualche problemino! Grazie per attendermi, sei un amico...se posso considerarti tale... Dissi, un poco imbarazzato per la frase, visto che quel giovane lo avevo conosciuto poco prima, ma senza grossi combenevoli o grosse chiaccherate per conoscerlo. Comunque se ti senti i crampi allo stomaco, fidati, vai pure a mangiare...già sulla dragonessa non sono stato proprio bravissimo, ora devo imparare del tutto o veramente Itai-san, non sarà contento del mio operato! Riprovai, continuando e continuando.
    Passo circa un ora in più rispetto alla conclusione dell'allenamento di Ryuu, ma alla fine anche io ebbi i miei progressi: riuscii a capire la giusta quantità di chakra, riuscii a camminare agile sul tronco senza problemi; Ricominciavo più per instabilità nella patina, che alle volte si allentava facendomi scivolare a terra o mi faceva metter male il piede, visto che stavolta non volevo tornare con una tecnica semi funzionante, volevo esser perfetto. Siii!!!! Grandeeeeee!!!! Ci sono riuscitoooo!!!!!! Finalmente....uff....che stanchezza! Dissi mentre arrivai fino alla cime adell'ultimo ramo di quell'albero maledetto, per poi buttarmi giù facendomi cadere nel vuoto. Finalmente ho finito...grazie per avere atteso così tanto, cavolo pensavo di non farcela più...ora possiamo andare a mangiare!!! Dissi al ragazzo che era rimasto lì per tutto il tempo; Insieme saremmo tornati da Itai, sperando che la cena fosse pronta.
     
    .
  13.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Il Veterano

    VI



    Il giovanissimo Shinobi continuò a tempestarmi di domande riguardo la tecnica del richiamo. Sembrava essere avido di conoscenze. La cosa mi faceva piacere: solo i pigri di mente non avevano domande per i loro insegnanti. Certo che alcune erano alquanto strane. Tipo il chiedere se Yogan vivesse in un rotolo di richiamo.
    No no Takeshi, non vive mica in un rotolo. Il sangue che usiamo per stringere il contratto è un legame, e viene usato per richiamare la dragonessa ovunque essa sia. Normalmente abita in un'isola, all'interno di un vulcano con i suoi simili. Spiegai. Poi le sue domande passarono a quello che avevo fatto. La tecnica che avevo usato per ripristinare il suo chakra. Sorrisi al giovane shinobi, spiegandogli tranquillamente che quelli erano semplicemente i miei poteri.
    Ho sviluppato una tecnica che mi consente di trasferire il mio chakra ad altri dissi a Takeshi Io sono anche un Jinchuuriki, ormai tutti lo sanno ed ho naturalmente una grossa quantità di chakra. Così, nel tentativo di comprendere come fare a sfruttarla ho capito che non dovevo sostenere solo me stesso, ma che a volte aiutare i propri alleati ha un effetto... moltiplicativo. Del resto era assolutamente vero che sostenere i propri alleati oltre i loro limiti poteva fare la differenza in uno scontro. Ma era anche vero che presupponeva che io avessi a disposizione una grossa quantità di chakra. Era vero, il chakra che potevo utilizzare era moltissimo al punto da essere quasi sconfinato, ma non potevo esagerare o ci avrei rimesso la vita. Sapevo bene dove quella tecnica si poteva spingere del resto.

    Quando i due tornarono dall'Addestramento trovarono un fuocherello acceso e Yogan nuovamente seduta vicino a me, ancora un po' imbronciata. La dragonessa-ragazza non mangiava (lei si nutriva principalmente nella sua forma reale in quanto le consentiva di mangiare quanto aveva bisogno) me io stavo consumando dell'insapore quanto triste cibo in scatola.
    Non aspettatevi grandi cose da me, non sono un cuoco. Venite e mangiate, scherzavo prima su chi arriva per ultimo. Dissi, lasciando che i due mangiassero e riposassero per un paio d'ore.
    Quando terminammo approfittai dunque del fatto che non eravamo addosso a Yogan per terminare le mie spiegazioni.
    Il tempo stringe ragazzi, per cui vi spiegherò solo a parole. Dovrete allenarvi da voi nell'uso di questi altri tipi di controlli del chakra. Quello distruttivo e quello repulsivo. Vedete, quello distruttivo è un controllo che vi consente di accumulare chakra nel corpo e rilasciarlo quando colpite... vi consente di rendere più distruttivi i vostri colpi, non tanto verso le persone quanto verso tutto il resto. Così mi allontanai di circa tre metri, alzai un piede e lo schiacciai al suolo, rilasciando il chakra distruttivo mentre lo facevo [Abilità] Tocco Distruttivo (Superiore)
    Arte: L'utilizzatore può danneggiare gli oggetti con gli attacchi corpo a corpo; la potenza del colpo non armato contro oggetti e armi è aumentata di 10 ogni consumo ½ Basso. Non aumenta la potenza contro avversari.
    (Consumo: ½ Basso a colpo ogni 10 di potenza)
    [Consumo massimo: 4 Bassi]

    [Da Chunin in su]



    Distruzione ad Area (Superiore)
    Arte: L'utilizzatore può causare danni ad area tramite i colpi corpo a corpo: il colpo si propagherà entro 3 metri sulla superficie colpita a partire dal punto d'impatto. La potenza del danno ad area è metà (x0.5) rispetto a quella del colpo diretto, viene considerato come il danno di una [Bomba] per il calcolo dei danni.
    (Mantenimento: ½ Basso a colpo)
    [Da Jonin in su]


    +80 di Potenza
    .
    L'impatto fu devastate. Il calcio creò un piccolo cratere sul suolo e poi si spanse fino a tre metri di distanza, con minore intensità, crepando il terreno e sollevando una piccola nube di polvere e terreno.
    Il chakra repulsivo è più difficile da mostrare, ma è facile da immaginare. L'esatto opposto del chakra adesivo: potete immaginare dunque che fare. Scagliare armi senza muovervi, saltare più in alto, muovervi più velocemente. Avete imparato la base del chakra adesivo, per cui non vi sarà difficile immaginare come sfruttare questi altri tipi di chakra. Ma per ora andiamo, vorrei essere a destinazione prima di sera.
    Partiamo? domandò Yogan. Annuii.
    A quel cenno la dragonessa iniziò a mutare e crescere, tornando ad essere l'enorme rettile lungo quaranta metri pericoloso e letale. Saltai come al solito vicino la sua testa, attendendo che i due Genin facessero altrettanto e poi, leggera come una piuma ma rapida come una freccia iniziò il suo rapido viaggio verso Shinashi.



    Il Villaggio di Shinashi era una pacifica cittadina immersa nel verde di una valle lussureggiante. Si trattava evidentemente di un villaggio piuttosto ricco: tra le alte mura della città erano erette in file ordinate case di mattoni dall'apparenza costosa. Le strade erano lastricate e pulite e fuori dal villaggio c'erano diversi stabilimenti e campi della più svariata natura.
    Yogan atterrò ad una certa distanza dal Villaggio, ma non si trasformò. Qui ci separiamo Dissi ai due. Avevo detto loro che non sarei andato in missione con i due, dopotutto.
    Ryuu, tu sei al comando, mi raccomando. Dimostrami che non sei più il ragazzino che assalta prigioni fortificate da solo quando poteva chiedere il permesso di entrare. Gli avrei fatto pesare quell'errore per un bel po'. Finché non mi avesse dimostrato il contrario, insomma.
    Il mandante della missione è Maiki Junsui, vende gioielli. Per cui dubito che il carico possa essere pesante per vostra fortuna. Da quel che ho capito la sua bottega si affaccia sulla piazza principale di Shinashi. Buona fortuna ragazzi, ricordate cosa avete appreso e cosa vi ho spiegato. Dunque saltai nuovamente su Yogan e, a meno di non essere interrotto, sarei decollato.


    I due ragazzi non dovevano far altro che entrare a Shinashi. Non fu negato loro l'ingresso e gli furono date indicazioni per la bottega di Junsui. Sempre dritto lungo la via principale fino alla piazza. Lì era riconoscibile dall'insegna dopotutto.
    La bottega dell'orafo e gioielliere Maiki Junsui era un posto non troppo grande, ma carico di molte meraviglie. L'uomo era un grande gioielliere: le sue creazioni erano esposte in spesse vetrine interne, assai difficili da rompere ed erano anelli con gioielli, ricche collane in oro giallo o bianco, orecchini per le signore facoltose e molto, molto altro.
    Maiki era dietro al bancone quando entrarono i due. All'apparenza era un signore sulla cinquantina con due baffi e dall'aspetto distinto.



    Una volta che i due si fossero presentati lui avrebbe tirato un sospiro di sollievo.
    Per fotuna che avete accettato questa missione, shinobi disse sollevato. Se si trattasse solo di un gioiello per qualche ricca signora avrei potuto farmene una ragione, ma questo carico deve arrivare a destinazione in tempo. Si tratta di un prezioso oggetto religioso per i sacerdoti di uno dei tempi di Kami Senketsu che mi hanno affidato per restaurarlo. Onestamente quella gente non ci sta molto con la testa, sarei davvero preoccupato a mettermeli contro. Se lì ci fosse stato un altro Shinobi di Kiri, Akira Hozuki, probabilmente avrebbe compreso il perché avendo incontrato un altro tempio di Kami Senketsu nelle sue avventure che poi l'avevano portato a trovare L'Artista.
    Attendete un attimo. Disse l'uomo, sparendo nel retro per poi tornare con un contenitore di legno avvolto in un panno di satin rosso scuro. Le estremità erano chiuse da del filo dorato. Non era lungo più di trenta centimetri e pesava un po', segno che il contenuto doveva essere sostanzioso.
    Questo è il vostro carico, dovrete consegnarlo al Passo di Akaiha. L'unico modo per raggiungerlo è attraverso la Valle di Shirozai. Lì, proprio dove c'è il Passo, c'è il Tempio di Kami Senketsu. Consegnate questo oggetto a loro, raccogliete il pagamento e tornate indietro da me. La missione era senza dubbio semplice. L'uomo sarebbe rimasto a disposizione di eventuali domande, dunque avrebbe fornito loro un sacco per portare il prezioso carico finemente imballato e li avrebbe messi nella giusta via.
    Ci vuole circa un giorno di viaggio uscendo da Shinashi. Non abbandonate mai la strada principale finché non troverete le indicazioni per la Valle di Shirozai. Partite in mattinata, ormai è il tramonto.


    Le indicazioni dell'uomo si sarebbero certamente rivelate corrette. Proseguendo lungo la strada principale che portava al villaggio i due genin avrebbero dopo qualche ora di viaggio, un bivio. Una strada conduceva verso i monti che si trovavano in direzione del Paese della Pioggia, mentre l'altra li avrebbe condotti verso nord. Da lì sarebbe iniziata l'opera di avvicinamento alla Valle di Shirozai, il cui ingresso sarebbe stato chiaramente visibile: una specie di strettoria tra due pareti rocciose quasi verticali. Man mano che si avvicinavano però qul passo sembrava farsi sempre più largo ed infine avrebbero notato come fosse largo quasi un chilometro. Sul fondo della Valle di Shirozai non c'era un fiumiciattolo, ma solo una strada poco battuta circondata da un duro terreno roccioso sul quale cresceva un'oscura foresta. Il sole lì sembrava non voler penetrare mai.



    Ma sembrava andare tutto bene, finché i due non si trovarono dinanzi ad un inatteso ostacolo.


    Un masso di grosse dimensioni occupava la strada. Era alto tre metri e largo almeno sei. Se si fossero guartati in alto però avrebbero notato che sembrava non essere caduto dalla parete rocciosa, decisamente distante. Stava semplicemente lì. Immobile, arrivato chissà come. Aggirarlo sarebbe stato di certo uno scherzo per i due, i quali però potevano mettere in pratica gli insegnamenti del Mizukage. Il masso di fatti sembrava essere estremamente resistente, un buon allenamento per entrambi se avessero voluto.





    [Nel frattempo, tra i monti...]
    Passeranno di qui? Non potrebbero arrivare volando al Passo? il giovane uomo guardò il suo sensei, il quale scosse il capo in segno di diniego. Il maestro aveva circa venticinque anni, molto giovane anch'egli.
    La missione è classificata come grado D stando ad i nostri informatori. Dei genin non dovrebbero aver modo di arrivare volando.
    E quel drago che abbiamo visto?
    Non lo so, ma non sembra aver sorvolato la zona. Se è un drago penserei al Mizukage, ma deve farsi di robe pessime per prendere lui stesso una missione così stupida.
    Forse è stata solo una coincidenza, Sensei.
    Sicuramente e poi tacque.
     
    .
  14.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    4,118
    Reputation
    +350
    Location
    ehm...da qualche parte

    Status
    Offline
    Parlato Ryuu
    Parlato Itai
    Parlato Maiki Junsui
    Parlato Sanbi


    Il Veterano

    Comincia la missione


    Il tempo passò lentamente per il genin, ma nonostante tutto, rimase ad attendere che anche il suo compagno di squadra terminasse di apprendere alla perfezione il controllo sul chakra adesivo, esultando insieme a lui quando infine riuscì a scalare totalmente il grande albero.
    Si, penso proprio di si, non vedo perchè non dovremmo considerarci amici. Gli aveva risposto alla sua precedente domanda, rifiutando poi gli inviti ad andarsene finchè non ebbe finito.
    Terminata la sessione di addestramento, passò al suo amico un asciugamano che tirò fuori dallo zaino, per asciugarsi il sudore derivato dalla fatica, come aveva fatto anche lui in precedenza, e subito dopo non rimase altro da fare che tornare al campo base, dove trovarono il Mizukage intento a mangiare del cibo in scatola già pronto, non essendo riuscito a cucinare granchè, evidentemente. Per fortuna, la balla di essere riusciti contemporaneamente ad imparare ad usare il chakra adesivo, non fu necessaria, in quanto Itai rivelò, con grande sollievo del genin, di non aver mai avuto intenzione di lasciarli a digiuno.
    La faccenda fece sorridere Ryuu, che si rendeva conto sempre più di che fortuna avesse avuto ad avere un sensei così, e dopo aver essersi seduto accanto al suo amico, cominciò insieme a lui a consumare il suo pasto scaldato e poco saporito.

    Quel rapido pasto non era di sicuro il massimo, ma probabilmente fu meglio che provare a cucinare qualcosa di serio, dato che tra tutti e tre non ne sarebbe potuto uscire niente di decente, anche se in effetti non conoscesse le doti culinarie del piccoletto. Almeno il loro sensei decise di dargli un po' di tempo per riposarsi e recuperare completamente le forze, tempo che Ryuu sfrutto per farsi un breve riposino all'ombra di un albero, non riuscendo però ad addormentarsi. Era ancora emozionato al pensiero di essere in missione col suo Mizukage, tuttavia non fu quello a tenerlo sveglio.
    In quei momenti non riusciva a fare a meno di pensare al Sanbi e a ciò che Itai aveva detto in proposito. E se avesse davvero sbagliato il metodo di approccio, causando lui l'odio di quel demone? Si faceva domande su domande, chiedendosi perchè fosse ritenuto tanto malvagio se non lo era realmente, o se il suo sensei stesse solo cercando di consolarlo. Dubbi su dubbi arrivavano continuamente, non riuscendo a concepire come avrebbe potuto andarci d'accordo o se lui lo desiderasse o meno.
    Alla fine, dopo circa una mezz'ora di riposo, decise di sfruttare l'occasione e entrare nel suo mondo interiore per prendere confidenza con quel luogo, fin tanto che aveva un po' di tempo libero.

    Si alzò senza dire niente e si andò a sedere dietro un albero lì vicino, mettendosi in modo che non potessero vederlo, quasi come se non vokesse far sapere cosa stesse andando a fare, per poi chiudere gli occhi una volta appoggiata la schiena al tronco, cercando di rilassarsi, e concentrandosi per raggiungere quella piccola isoletta spoglia.
    Più che un'isola era un ammasso di grossi scogli, dove sapeva bene che al di sotto di questi, vi era la vera prigione del Sanbi. Si ritrovò leggermente a disagio, non sapendo se dover scendere o no, ma in fondo sapeva di non sentirsela di guardare il demone faccia a faccia, non avendo, inoltre, niente da dirgli. Sapeva che molto probabilmente, il bijuu aveva già avvertito la sua presenza, tuttavia cercò di ignorarlo, facendosi un giro per tutto il perimetro calpestabile dell'isolotto.
    Saltando di roccia in roccia, ogni tanto si fermava ad osservare quello sconfinato oceano che lo circondava, provando ad aguzzare la vista per poter scorgere qualche altra cosa, ma niente. Sembrava non esserci assolutamente niente oltre all'immensa distesa d'acqua.
    Dopo qualche minuto aveva ormai già imparato a conoscere un po' meglio quel posto, sedendosi infine su uno degli scogli più esterni.
    Non c'erano cielo o nuvole, solo una distesa di colore bianco quasi abbagliante a sovrastare quell'oceano, eppure arrivava una fresca brezza salmastra sul volto del genin.
    Non seppe quanto tempo rimase a fissare quello strano mare, meditando in silenzio sulla sua situazione di jinchuuriki, ma si sentiva tranquillo e al sicuro in quel mondo dove nessuno poteva disturbarlo, uscendone infine molto più rilassato.

    Dopo essersi riunito al gruppo, era quasi giunto il momento di riprendere il viaggio, ed il Mizukage volle iniziare i due genin all'apprendimento dei due restanti usi del chakra, come aveva già accennato in precedenza. La spiegazione fu breve, ma anche abbastanza semplice da capire, motivo per cui il Mizukiyo non ci mise molto ad imparare la lezione, ma si sentì comunque in dovere di chedere conferma di quel che aveva capito, alzando la mano destra ed interrompendo il suo sensei.
    Vedete, quello distruttivo è un controllo che vi consente di accumulare chakra nel corpo e rilasciarlo quando colpite...
    A-ehm...scusi, mizukage-sama...è tipo come quando richiamiamo il chakra per potenziare i noztri colpi o i movimenti? Una volta che ebbe ricevuto risposta, si procedette alla dimostrazione pratica, e lì il Mizukiyo andò letteralmente in delirio.
    L'uomo difronte a lui aveva letteralmente spaccato il terreno con un piede, creando una voragine come se niente fosse.
    WOOOOOH!!! Fantastico!
    Lo devo imparare assolutamente, troppo figo.
    Non ci fu nessuna dimostrazione per il chakra repulsivo, ma era abbastanza semplice da capire, essendo l'opposto dell'adesivo, quindi, finita anche quella non restò altro da fare che ripartire.

    Arrivati infine al villaggio, che seppur piccolo, sembrava florido e ben sviluppato, arrivò il tempo di salutare i loro due accompagnatori e proseguire da soli la missione.
    Ryuu, tu sei al comando, mi raccomando. Dimostrami che non sei più il ragazzino che assalta prigioni fortificate da solo quando poteva chiedere il permesso di entrare.
    Non c'erano dubbi che quell'ultima frase, gli trasformò il sorriso onorato di essere stato nominato caposquadra, in una risatina imbarazzata, non riuscendo a nascondere il disagio per quel tragico ricordo, e Itai lo sapeva fin troppo bene.
    Va bene. Disse, annuendo anche con la testa e finendo di ascoltare le ultime informazioni date dal Mizukage.
    Il mandante della missione è Maiki Junsui, vende gioielli. Per cui dubito che il carico possa essere pesante per vostra fortuna. Da quel che ho capito la sua bottega si affaccia sulla piazza principale di Shinashi. Buona fortuna ragazzi, ricordate cosa avete appreso e cosa vi ho spiegato.
    Ancora una volta, quell'uomo diede tanto a Ryuu in così poco tempo, ciò nonostante i suoi insegnamenti furono preziosi, ed il genin sapeva che ne avrebbe fatto sicuramente tesoro, ringraziandolo ancora una volta con un inchino, mentre questi saltava a bordo del gigantesco drago.
    Grazie mille, Mizukage-sama, arrivederci. Ah... Voltandosi verso la testa di Yogan ... e grazie del passaggio, Yogan-san, è stato fantastico. Ci vediamo!
    Se anche il secondo genin non avesse avuto niente da aggiungere, avrebbero potuto vedere il possente animale schizzare via, lasciandoli soli.
    ...Va bè...andiamo.

    Giunti alle mura, non ci furono problemi di alcun tipo, riuscendo a passare facilmente, tanto che gli venne indicata anche la strada per la gioiellerie, dopo che parlarono del motivo della loro visita, dirigendosi poi lungo la strada principale per arrivare in piazza. Era quasi giunta la sera ed il Mizukiyo si chiese se avrebbero fatto in tempo, prima della chiusura del negozio, ma una volta arrivati in piazza, non fu difficile localizzare l'insegna del gioielliere, che per fortuna era ancora aperto.
    Entrò quasi con titubanza, dopo essersi ritrovato davanti l'uscio, aprendo la porta lentamente e muovendo i primi passi con altrettanta calma e salutando l'unica persona dalla'altro lato della apparente modesta bottega.
    Buonasera!
    Alzò la voce per farsi sentire, per poi incamminarsi verso il bancone.
    Non era mai stato in una gioielleria neanche per sbaglio, dato che non avendo una famiglia per niente benestante, non potevano permettersi il lusso di possederee tutta quella miriade di accessorì d'oro, d'argento, pietre preziose, lo lasciò alquanto basito, voltando la testa e lo sguardo a destra e a manca per guardare quel mondo a lui sconosciuto.

    Dietro il bancone si trovava, in attesa che i due presunti clienti cominciassero a parlare, un uomo un po' anziano dall'aria abbastanza raffinata, al quale Ryuu si avvicinò e prese parola per primo, sperando che fosse il proprietario del locale per non dover parlare troppo della loro missione.
    Siamo ninja del villaggio della Nebbia. Siamo stati mandati perchè è stata richiesta all'accademia una scorta per consegnare una cosa al passo di A...Aka...Akaita? Ma...stavi andando un amore, ti sei perso sul finale, diamine. Scriviteli, i nomi, da qualche parte, che figura di merda.
    Le successive parole dell'uomo, confermarono ai due che doveva trattarsi proprio del mandante della missiva, come anche lui intuì immediatamente che erano loro i ninja che aveva richiesto, se non bastarono i loro coprifronte a farli identificare. L'anziano orafo passò a spiegare più dettagliatamente l'incarico assegnato, ovvero dover recapitare ad un tempio, un manufatto prezioso, passando però vicino al Paese della Pioggia nella valle Shirozai, sicuramente un luogo non troppo tranquillo, e poi tornare per ricoconsegnargli il pagamento. A meno di fare incontri con molti ladri e banditi, non sarebbe dovuto essere un compito difficile, anche se il genin rimase incuriosito al sentir parlare così di un tempio di monaci. Di certo voleva saperne un po' in più.
    Prima di riuscire a chiedere altre spiegazioni, però, il vecchio si ritirò per qualche secondo nel retro bottega, uscendone poi con un piccolo pacco avvolto in una preziosa stoffa.
    Questo è il vostro carico, dovrete consegnarlo al Passo di Akaiha. L'unico modo per raggiungerlo è attraverso la Valle di Shirozai. Lì, proprio dove c'è il Passo, c'è il Tempio di Kaqmi Senketsu. Consegnate questo oggetto a loro, raccogliete il pagamento e tornate indietro da me.
    Ed infine, eccolo lì, il prezioso carico che avrebbero dovuto trasportare. Ryuu ascoltò con attenzione le parole del signor Junsui, cercando di memorizzare tutte le informazioni sulla strada che avrebbero dovuto fare per arrivare a destinazione, accettando poi i successivi consigli, ovvero di restare sulla strada principale e di paertire il mattino dopo, ma prima di andare, sentì il bisogno di dissipare i suoi dubbi.
    Certo, mi sa che faremo così. Tanto non proseguiremmo comunque di notte, quindi tanto vale fermarci a dormire qui. Voltandosi verso il suo compagno di squadra. Per te ve bene?
    Anche se era il caposquadra, non voleva comunque prendere decisioni per entrambi, dato che sebbbene fosse ancora piccolo e un po' inesperro, anche l'opinione di Takeshi doveva andare ascoltata e presa in considerazione.

    Una volta presa una decisione, Ryuu passò a fare le sue domande al mandante.
    Scusi, Junsui-sama, ma potrebbe dirci qualcosa in più su questi monaci? Giusto per sapere se dobbiamo aspettarci qualche sorpresa, visto che ha detto che non ci stanno con la testa. Sono pericolosi?
    Dopo aver ricevuto risposta, chiese l'ultima cosa che avrebbe potuto dissipare il suo ultimo dubbio.
    Ah, un'ultima cosa: non voglio sapere cosa c'è nel pacchetto, perchè non voglio ficcare il naso...ma potreste dirci se è fragile o meno? Vorrei capire se rischiamo di romperlo, sballottandolo troppo.
    Dal suo punto di vista era una domanda più che legittima, visto che avrebbero dovuto portarselo dietro per un giorno intero, senza sapere se avrebbero incontrato dei banditi, essendo costretti a combattere, quindi era sicuramente un fattore da non sottovalutare.
    A quel punto poteva ritenersi soddisfatto, ringraziando il gentiluomo delle informazioni che gli aveva concesso, tuttavia, prima di lasciare il negozio e congedarsi dall'orafo, al genin venne improvvisamente un lampo di genio. Non erano frequenti i momenti in cui la sua mente riusciva a partorire una buona idea, ma quando succedeva, non si poteva dire che non fossero grandiose.
    Si. Come quella della prigione. No, quella è stata una bella cazzata, facci l'abitudine.
    Andiamo avanti...osservando quella piccola scatola coperto di raso, sviluppò immediatamente un piano che si sentì subito di mettere in pratica, coinvolgendo quindi anche i presenti.
    Ah, aspettate, ho un'idea. Junsui-sama, non potrebbe per caso confezonarci un pacco identico a questo? Mi spiego: se dei ladri dovessero prenderci di mira, quasi sicuramente punterebbero a questo sacchetto. Quindi, se ci mettiamo un pacco finto, mentre nascondiamo il vero in uno zaino, potremmo stare più tranquilli. Se ci limitassimo solo a nascondere il pacco nello zaino, ovviamente prenderebbero di mira gli zaini, ecco perchè penso che una scatola "esca" potrebbe essere perfetta.
    Che dite?

    Guardò i due presenti in attesa di una risposta, e se Maiki si fosse trovato d'accordo, confezionando per loro un secondo pacco anche solo simile al primo, Ryuu gli avrebbe mostrato felicemente la sua gratitudine, mentre con cautela si sarebbe adoperato ad occultare il vero prezioso manufatto nel suo zaino, avvolto nell'unico asciugamano che aveva e che puzzava anche un po' di sudore. Nel caso in cui l'uomo non si fosse trovato d'accordo con quell'idea, Ryuu avrebbe allora fatto un passo indietro, tornando al piano originale, per poi salutarlo gentilmente e congedarsi infine da lui, uscendo dal negozio.
    Arrivederci, Junsui-sama. Se tutto va bene, saremo di ritorno dopodomani. In ognuno dei due casi, avrebbe salutato in questo modo, facendo poi un breve inchino ed uscendo, a meno che il suo compagno di squadra non avesse avuto niente da aggiungere,

    Usciti dalla piccola bottega, non rimase altro che cercare un posto dove dormire, e dopo essersi fatti indicare dai primi passanti l'albergo o la locanda più vicini, per poi andare a soggiornarvi, prendendo una camera doppia per la notte.
    Se Maiki non avesse saputo dargli spiegazioni riguardo i sacerdoti a cui avrebbero dovuto consegnare l'oggetto prezioso, il Mizukiyo avrebbe chiesto informazioni su di loro alla persona che gli affittò la stanza, ma se neanche questa avesse saputo dire di più, non avrebbe insistito o cercato di saperlo da altri.
    Arrivati infine nella loro camera, Ryuu si fiondò letteralmente sul letto più vicino, affondando la faccia nel cuscino. Stare tutto il giorno seduto sul dorso di un drago, non faceva di certo bene a gambe e natiche, e con tutto l'allenamento fatto, si sentiva proprio distrutto.
    Ci conviene andare a dormire presto e riposarci, domani cammineremo tutto il giorno. Disse, voltando la faccia verso Takeshi. E ci dovremmo anche allenare sugli altri due chakra, quindi sarà meglio fare meno sforzi possibili.
    Subito dopo, tirò fuori dal suo zaino un paio di panini con dei salumi, preparati dalla nonna Ayaka quello stesso mattino, ma non potevano indubbiamente considerarsi integri, piuttosto schiacciati e riscaldati da tutto il giorno passato al sole, ma perlomeno il sapore doveva ancora essere decente, quindi se il suo amico non avesse avuto di che mangiare, gliene avrebbe allungato uno, non essendogli rimasto molto altro.
    Quelli durante la "cena" e prima di dormire, sarebbero stati dei buoni momenti per conversare un po' e fare un po' meglio conoscenza, ed il genin iniziò con delle domande classiche per avviare una conversazione, come "Quanti anni hai?", Ti piace fare il ninja?" o "Cosa sai fare?" (riferito alle doti combattive). Ryuu sarebbe stato aperto a rispondere ad eventuali domande per fare più amicizia con il piccolo genin, e quando poi si sarebbero ritenuti soddisfatti della chiacchierata (sempre che il Nishimura avesse voluto farla), si sarebbe messo a dormire aspettando il nuovo giorno, ma c'era qualcuno che non la pensava così.

    Non ignorarmi. Lo sai cosa succederà.


    Sta' zitto. Non succederà proprio niente.

    Lo sai meglio di me, so che lo pensi, nel profondo. Dillo.


    Stai. Zitto.

    Fallirai la missione. A causa sua. Sarai coperto ancora una volta di disonore.


    Pensala come vuoi.

    Il mattino seguente, Ryuu sarebbe stato già sveglio fin dalle prime ore del mattino, ma se così non fosse stato anche per il suo compagno, gli avrebbe svuotato una bottiglia d'acqua in faccia per svegliarlo, non riuscendo poi, più a smettere di ridere. In ogni caso, se l'orafo non avesse accettato di procurargli il secondo pacco finto, sarebbe andato avanti con il piano iniziale, anche se contro voglia, tenendo bene in vista quel sacchetto dal prezioso contenuto, mantenendolo ben saldo, ed avviandosi sulla strada per la valle Shirozai (dopo aver fatto colazione ed essersi riforniti di provviste).
    Il viaggio si prospettava lungo e noioso, quindi poco dopo essere usciti dal villaggio, Ryuu pensò che fosse una buona occasione per cominciare ad allenarsi con gli altri due tipi di chakra, raccogliendo un sasso da terra e parlandone col suo fidato compagno di squadra, senza però smettere di camminare.
    Che ne dici di cominciare dal repulsivo? Per quello che ha detto il Mizukage, è l'esatto contrario dell'adesivo, quindi non può essere tanto difficile. Mi sa che basterà solo invertire il procedimento, sarà uno scherzo. Anche perchè ormai abbiamo capito come usare il chakra in questi modi.
    Che Takeshi avesse voluto inziare o meno dal repulsivo, Ryuu avrebbe fatto di testa sua, iniziando a concentrare chakra sul palmo della mano, ma stavolta non facendo in modo da farlo aderire al sasso, ma, al contrario, per spingerlo via.

    Ci vollero un po' di minuti per iniziare a vedere i primi risultati, riuscendo a far sobbalzare leggermente la pietra ogni volta che immetteva chakra sulla mano. Da lì, iniziò a prenderci la mano, dopo aver capito il processo, facendola rimabalzare e riprendendola normalmente con la mano, ma ovviamente non ne aveva ancora acquisito il pieno controllo, a volte immettendo troppo chakra e a volte troppo poco.
    Non furono rari i casi, infatti, in cui attivò per sbaglio il chakra adesivo o immetteva talmente tanto chakra, da fargli schizzare la pietra dritto in fronte, provocandogli dei pronunciati bernoccoli. Tuttavia, non si scoraggiò mai, continuando a provare senza sosta. Allenarsi era duro, ma i risultati sarebbero valsi tutto lo sforzo, così era stato educato dalle sue nonne ex-kunoichi.
    Manipolare il chakra per respingere piccoli oggetti non fu molto complicato, ma il difficile venne quando dovette imparare a dosarlo, così come aveva fatto per la precedente versione del chakra. Straordinariamente, però, ci impegò appena un'ora per apprendere come si deve a lanciare sassi e rametti dovunque volesse e senza muoversi, dato il già precedente allenamento ed essendo straripante di chakra, e forse anche per il giovane genin non sarebbe stato così complicato.
    La stessa cosa non si potè dire per l'ultima tipoligia di manipolazione del chakra, essendo completamente diversa dalle altre due.

    Ryuu, dopo essersi preso un po' di pausa, dopo aver imparato a controllare in maniera base il chakra repulsivo, venne il momento che aveva atteso con impazienza, iniziando a concentrarsi per dare al suo chakra, un'impronta distruttiva in grado di spaccare il terreno.
    Bè, quello era l'obbiettivo da raggiungere, per il momento si sarebbe dovuto limitare a spaccare sassi, raccattandone ogni tanto qualcuno da terra e provandoli a stringere il più forte possibile tra le mani, richiamando ovviamente il chakra necessario per provare a distruggerla.
    Sfortunatamente, a differenza degli altri due campi, in quest'ultimo non si rivelò particolarmene precoce, anzi, i suoi progressi procedettero piutosto a rilento, non riuscendo a fare di più che creare delle crepe dopo ben più di un'ora e mezza. Di tanto in tanto doveva smettere di allenarsi per riprendere un po' di fiato e ripristinare piccole parti del suo chakra, continuando comunque camminare per non rischiare di tardare troppo, a meno che il suo amico non avesse voluto fare una pausa, oltre a quella per il pranzo.

    Seguendo le indicazioni del loro mandante, non fu difficile ritrovarsi sulla strada giusta dopo aver superato un bivio, arrivando infine in una strettoia tra due pareti rocciose, imponente quanto leggermene inquietante per chi soffrisse di claustrofobia. La strada, però, si allargò sempre di più, divenendo infine una vera a propria valle partcolarmente vasta. Probabilmente era quella la valle di cui gli avevano parlato, quindi era senza dubbio un buon segno che non avessero sbagliato strada.
    Era abbastanza tetro come luogo, in verità, ed il genin ebbe un po' di titubanza a proseguire, specie quando si ritrovò in quella inquietante e scura foresta, ma non poteva farsi vedere spaventato dal suo amico molto più giovane di lui, proseguendo quindi (quasi) come se niente fosse.
    Ryuu si guardò spesso intorno, cercando di aguzzare la vista in cerca di qualunque cosa che avrebbe potuto nascondersi dietro quegli alberi, ma per fortuna, fino a quel momento, nulla sembrò andare storto.
    D'improvviso, i due shinobi si ritrovarono la strada sbarrata da un'enorme masso, ed il genin più anziano rimase ad osservarlo per un paio di secondi, per poi voltarsi verso il suo compagno di squadra.
    Vogliamo provare una cosa? Gli chiese con sorriso malizioso, girandosi poi verso il masso, fare la gamba destra leggermente più indietro, e quando ebba concentrato una piccola quantità di chakra sotto le suole delle scarpe, spiccò un balzo tanto elevato da atterrare direttamente sulla cima, senza aver dovuto neanche muovere le gambe.
    Uhuuu!! Che figata! Dai, provaci anche tu. Confidando che in quelle ore, anche il suo compagno avesse imparato ad utilizzare bene il chakra repulsivo, lo invitò a saltare su come aveva fatto lui, per poi saltare dall'altra parte del masso con lo stesso metodo, atterrando di nuovo in strada e ridendo e divertendosi come un bambino sulle giostre.
    Troppo figo! Ahahah Devo imparare a camminare solo saltellando così, è troppo divertente.
    Non si chiese neanche per un momento cosa ci facesse una roccia del genere in mezzo alla strada e lontano dalle montagne, avendoci visto solo un ostacolo da superare per testare le sue nuove abilità, e una volta che Takeshi lo avesse raggiunto dalla parte opposta dell'enorme roccia, avrebbero proseguito tranquillamente il cammino.
     
    .
  15.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Il Veterano
    VII



    Chiariamo subito una cosa, non c'era nulla di difficile nel superare quella roccia. Era un ostacolo del fato (?) di risibile impatto che poteva essere sfruttato dai due genin per addestrare le loro ancora troppo incomplete capacità.
    Per cui di fatti superarlo fu stupido, ma si sa, il fato non mette pietre a caso per la strada, specie se apparentemente non c'è alcun modo sensato per il quale quella pietra fosse finita lì.
    Di certo però non potevano interrogare la pietra per domandare da dove fosse arrivata, sarebbe stata una scena alquanto... ridicola ma, se avessero potuto, sarebbe stato meglio che l'avessero fatto perché senza dubbio quel dettaglio avrebbe rivelato a Ryuu e Takeshi che proprio soli non erano...

    Ma tutto sommato la prosecuzione del percorso lungo quella foresta fu tranquillo per almeno un paio d'ore, finché quel bosco non terminò e si ritrovarono dunque davanti l'inizio di una tortuosa salita. Un vecchio cartello di legno li rassicurava sulla correttezza della strada che stavano percorrendo visto che recava scritto "Passo di Akaiha" con una bella freccia che puntava in direzione della salita.

    [Presso il Tempio di Kami Senketsu]

    Avanti vecchio, dove lo avete messo? Un uomo con lungi capelli rossi ed un corpo massiccio stava parlando ad un anziano uomo riverso per terra. Aveva il volto pesto.
    Dietro l'uomo dai capelli rossi c'era un ragazzetto di circa quattordici anni, capelli rossi anch'egli, poco interessato alla scena.
    Non... non te lo dirò mai... coff... coff... Voi non siete degni di lui...
    Balle, lui aspetta solo di essere preso. Dov'è?
    Il vecchio sputò in faccia all'uomo un misto si muco, saliva e sangue. Quella storia non sembrava voler finire particolarmente bene.

    [Nuovamente alla Valle di Shirozai]

    La salita proseguì liscia senza intoppi per circa mezz'ora ancora, abbarbicandosi lungo una parete rocciosa che sembrava tagliare in due la valle. La via era stretta, in alcuni punti era franata e bisognava saltare con attenzione, ma era percorribile senza problemi per due shinobi.
    La salita ebbe termine in cime a quella parete ed a quel punto la strada proseguiva dritta. I monti ai lati della valle erano più bassi, ma davanti loro era evidente che la strada sarebbe continuata a salire verso il Passo di Akahi.

    Piccola nota storica.

    Il Passo di Akahi era il "passo gemello" di quello di Akaga che si trovava invece tra Taki e Kusa. Dal passo di Akaga si poteva proseguire verso Soryo, dove sorgeva l'altro tempio di Kami Senketsu.

    Tornando alla Valle di Shirozai, Ryuu e Takeshi avrebbero visto qualcosa di strano proseguendo verso il Passo. A circa un chilometro di distanza dal loro arrivo, i due si sarebbero trovati di fronte a due individui. Il primo era un giovane di circa quindici anni, il secondo invece era più adulto, sui venticinque ed aveva corti capelli neri, occhi neri ed un corpo muscoloso. Erano entrambi feriti, sebbene medicati in maniera rapida. Non avevano coprifronte ed il loro vestiario non era riconducibile ad un villaggio specifico.
    Ehi, voi, state salendo il passo? A parlare era stato l'uomo più adulto Eravamo diretti anche noi lì, presso il tempio, volevamo porgere i nostri rispetti alla Dea... Il tempio però è stato attaccato, non sappiamo chi sono. Siamo riusciti a fuggire in tempo però...
    Prima di riuscire ad andare via sembrava che stessero cercando qualcosa... Il giovane si grattò il capo Parlavano di "un corpo", non ho capito cosa però. Immagino che siamo riusciti a fuggire perché non avevano interesse a tenerci lì. Poveri monaci...

    Oh, ecco un po' di notizie interessanti.
    Ad esempio la missione poteva essere completata ma a quel punto sorgeva una lieve complicazione. L'obiettivo della loro missione era in pericolo.

    Sorpresa :guru:

    Riprendiamo con un intermezzo utile a Ryuu per spedire Takeshi lontano, visto che Drake è sparito.

     
    .
24 replies since 29/5/2016, 15:02   565 views
  Share  
.