Il Calderone

Corso base per Naoki e Irosa

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    Il calderone



    Che ci avesse preso gusto, o che avesse nuovamente capito tutt'altro rispetto a quello che gli era stato chiesto, il saggio Sanjuro avrebbe lasciato Kiri con tutto il suo armamentario ninja, per recarsi al palazzo dell'accademia ad addestrare un paio di nuove speranze. Come sempre, il suo equipaggiamento comprendeva la gonnella logora, una maschera da allenamento simile al volto di una capra, le inseparabili infradito, e Gassan, il suo bastone mistico. Stavolta però, Sanjuro aveva con sè qualcosa in più: il gabbiano Gendo, sempre mezzo morto dopo il viaggio a Oto; ovviamente appoggiato sulla testa tipo copricapo, ovviamente sempre in procinto di lasciarci le penne.
    I due allievi invece, Naoki di Konoha, e Irosa di Suna, avrebbero ricevuto comunicazione dal palazzo centrale dell'Accademia, riguardo il loro inserimento nelle armate dei rispettivi villaggi, e si sarebbero dovuti recare alle arene di addestramento entro 4 giorni a partire dal ricevimento della comunicazione, che sarebbe arrivata ai due contemporaneamente, per la loro infarinatura iniziale sulla teoria, ma soprattutto sulla pratica ninja.
    Per loro fortuna, o sfortuna, quando fossero arrivati all'arena 7, avrebbero trovato uno strano tizio seduto a terra in mezzo all'arena, più nudo che coperto, con un bastone, una maschera sciamanica e un gabbiano praticamente morto sulla testa. E un calderone.
    Davanti a Sanjuro infatti, era presente una grossa ciotola di ghisa, appoggiata su dei sassi posti in maniera circolare, in mezzo ai quali era stato acceso un fuoco. All'interno del calderone, solo uno strano brodino arancione, per adesso. Quando fossero giunti presso il loro addestratore, decisamente riconoscibile, Sanjuro li avrebbe invitati a sedersi, alzando il bastone Gassan al cielo due o tre volte, con le movenze di una scimmia ubriaca.

    - Benvenuti benvenuti, vi stavo aspettando da qualche giorno seduto qui a preparare la zuppa per oggi, ahauhahahahahuha. Questi sono Gendo e Gassan, i miei compagni. - Ovviamente senza spiegare a chi si riferisse. Poteva benissimo avere due amici immaginari.

    Se i due fossero arrivati separatamente, avrebbe ripetuto la stessa presentazione due volte, invitando il primo arrivato a sedersi a terra davanti a lui oltre il calderone, passandogli un bicchiere di argilla per bere l'intruglio presente nel ciotolone metallico, nell'attesa.
    Come Sanjuro avrebbe spiegato, quel "brodo mistico" avrebbe aiutato i ragazzi ad ampliare la mente per migliorare il loro rendimento e comprendere più in fretta le sue spiegazioni. Quello che Sanjuro dimenticava sempre di spiegare invece, era che tutti i suoi intrugli avevano sempre una base allucinogena.

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    Quando entrambi fossero stati presenti, e pronti, Sanjuro avrebbe passato loro i recipienti per farli bere, quindi avrebbe spiegato loro il significato della presenza in quel luogo. - Bene arrivati, io sono Sanjuro, e oggi vi insegnerò le meravigliose vie del misticismo e dello sciamanesimo della palude. - Che era il suo modo per dire che li avrebbe resi dei ninja. Forse. - Cosa vi ha spinto ad essere qui oggi? A parte l'idea di assaggiare la mia meravigliosa zuppa? Sono curioso di sapere perchè avete scelto questa strada; dopo vi racconterò la mia ovviamente. Quindi andremo tutti a fare una passeggiata nel bosco, per cercare quello che manca a finire la zuppa. -


    Ot
    CITAZIONE
    Ben arrivati al corso base. Questa piccola giocata introduttiva ha due scopi, il primo è darvi un'idea generale sulla situazione dell'ambientazione di gioco, il secondo è di darvi le basi del regolamento per insegnarvi ad applicare le regole di gioco. Approfittatene per introdurre il vostro personaggio senza aver paura di sbagliare o di annoiare gli altri; se avete domande sono a disposizione, potete chiederle qui a fine post, e vi risponderò nel successivo; se invece avete bisogno prima del prossimo turno, contattatemi in privato senza problemi.

     
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    Mi svegliai di soprassalto. Non per colpa della leggera pioggia che ticchettava sul tetto dell'appartamento, o per meglio dire del monolocale in prestito, fornito gentilmente da qualche impiegato della amministrazione di Oto; del resto agli esordi della mia carriera di fuggiasco non di rado mi capitava di vivere all'addiaccio. Mi svegliai perché sentii alcuni rumori provenire dall'ingresso. Non ci misi molto ad alzarmi, a farmi spazio tra i pochi oggetti in mio possesso e avvicinarmi alla porta. Con un veloce sguardo notai ai piedi dell'entrata una busta e mentre chino cercavo di raccoglierla aprii la porta, tuttavia non individuai nessuna anima se non qualche passante in lontananza. Lessi la lettera, la quale mi invitava a presentarmi all'Accademia, pensai - Si inizia bene...-

    A dire la verità mi trovavo in confusione; era capitato tutto molto in fretta: dal presentarmi ad Oto al termine del mio viaggio/fuga, all'essere ricevuto senza troppi problemi dal villaggio (fu sufficiente come garanzia il tanto, per quanto arrugginito, di famiglia di mio padre)... insomma rispetto alla monotonia della foresta o dei squallidi lavori precedenti di certo mi trovavo a diversi gradi di differenza. - Se solo ci avessi pensato prima a questa alternativa- era il pensiero rincorrente in quei giorni... anche se, ne ero convinto, mi sarei pentito presto di quelle parole.

    Partii, con l'intero equipaggiamento fornito anche esso gentilmente dal Villaggio,senza troppe remore verso l'Accademia; sostando di tanto in tanto in qualche locale lungo la via per riprendere le forze. In poco tempo raggiunsi la struttura. Un edificio sicuramente imponente, ma non era tanto l'architettura l'aspetto più importante ma quanto il peso del nome che esso portava. Lì si trovava la sede di un potere che risuonava pure nei luoghi più sperduti di questo continente.

    Chiedendo un po' in giro riuscii ad arrivare in fretta al luogo designato e mi ritrovai davanti una scena alquanto bizzarra. Per quel che valeva il mio istinto fu quello di andarmene ma fidandomi della missiva mi avvicinai al centro dell'arena dove una unica persona, vestita in maniera alquanto strana, sostava davanti ad un calderone. Si presentò subito e capii che si trattava del mio addestratore. In linea generale non ero assolutamente abituato a queste situazioni, prima d'ora l'unico maestro era il me stesso, errore dopo errore, e nei lavori precedenti non avevo mai avuto a che fare con insegnati o ambienti del genere. La mia risposta fu di conseguenza impacciata: “Buongiorno... Sensei” - era la parola giusta?- mi chiesi tra me e me , per poi proseguire “Il mio nome è Kato Yotsuki e spero di essermi presentato nella maniera corretta come scritto nella missiva. “ Al seguito di una risposta e al termine fui invitato a sedermi sulla terra di quell'arena in attesa degli altri eventuali compagni.

    Una volta tutti presenti e dopo aver fatto un cenno di saluto ai miei futuri compagni di avventura il sensei prese a introdurre, in maniera alquanto bizzarra, la situazione chiedendoci di bere l'intruglio del calderone. Nuovamente, contro-istinto, mi fidai e trangugiai quella sorta di bevanda, oltremodo amara. Ci pose poi una domanda molto personale, aspettai qualche secondo per pensarci e risposi:” Ho scelto questa strada.... Per necessità credo, della serie... Si fa quello che si è” attesi un attimo “Mio padre era un ninja di Oto in esilio, tuttavia fin da piccolo sono stato istruito nel fare lo shinobi e semplicemente alla giusta occasione, quando altre strade si stavano per chiudere, ho deciso di ripresentarmi ad Oto, la mia casa originale.” Già, fui piuttosto onesto nella risposta. Del resto non ero così ingenuo da pensare che la persona davanti a me credesse a storie fantasiose e mettermi in cattiva luce fin da subito di sicuro non rappresentava la scelta migliore.
     
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  3. Joe Irvinia
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    Un inizio



    Iniziava a diventare stancante. Questo continuo avanti e indietro, dal deserto dell'Anauroch in compagnia dei miei genitori, a quella che "ufficialmente" era la nostra abitazione, al fine di scoprire se la convocazione dell'Accademia fosse arrivata o meno. Girava infatti voce che le armate dei villaggi fossero in procinto di reclutare nuovi adepti, per allenarli e renderli ninja. Non che io ne fossi entusiasta, sia chiaro: non ero minimamente interessato ad apprendere l'arte della guerra, mi sentivo fisicamente troppo gracile per poter competere contro eventuali avversari; ciò che mi interessava, però, era l'idea di poter controllare il chakra e, attraverso questo, poter provare a dar vita alle mie creazioni, elevandole al pari, o al di sopra, dell'essere umano. A dire il vero non ero neanche consapevole che ciò fosse realmente possibile - data la mia infanzia passata senza grossi contatti col resto della società -, ma varie voci di corridoio che davano credito a quest'idea mi convinsero a studiare le abilità degli shinobi.
    E dunque - come dicevo - mi ritrovai a dover controllare con cadenza puntuale se fosse arrivata o meno una qualche lettera, finché non giunse il giorno propizio: nell'apposita cassetta, posta alla sinistra dell'ingresso della dimora Sairento, trovai una comunicazione dal palazzo centrale dell'Accademia, in cui mi esortavano a recarmi all'arena di addestramento numero sette, entro 4 giorni dalla ricezione del messaggio.
    Nonostante un fondo d'ansia - o pigrizia ? - dovuto alle conseguenti relazioni interpersonali che avrei dovuto instaurare al fine di partecipare a tale addestramento, senza eccessiva esitazione mi preparai e partii. Ai miei genitori lasciai a mia volta un messaggio, in cui gli confermavo la convocazione: non c'era bisogno di altro, d'altronde sapevano di questa decisione e, conoscendomi, non si sarebbero stupiti del mio mancato saluto.

    Non ci misi molto a raggiungere le zone accademiche, caratterizzate dalla solita, prevedibile, squallida mastodonticità degli edifici, che forse voleva goffamente essere un vano tentativo d'espressione artistica di potenza e maestosità. Evitai di soffermarmi ulteriormente sugli aspetti strutturali ed architettonici della zona, che nella loro banalità avevano occupato già troppo spazio nella mia mente, al fine di concentrarmi nella ricerca dell'arena giusta; vi erano numerose persone a cui chiedere informazioni, ma evitai.
    Conclusasi l'autonoma ricerca, mi addentrai nell'arena: al centro di essa erano sedute per terra due persone, ai cui piedi era posizionato, su di un fuoco appiccato per l'occasione, una sorta di calderone contenente un qualche intruglio in fase di preparazione.
    Avvicinandomi nel classico silenzio che accompagnava le mie gesta, analizzai meglio le due figure: uno era un ragazzo di carnagione chiara e dai capelli scuri, doveva avere all'incirca la mia età; l'altro era una specie di barbone mezzo nudo, con un qualcosa che sembrava essere un uccello in testa, oltre che un bastone e una maschera poggiati al suo fianco. Del Sensei nessuna traccia.
    Una volta raggiunta la strana coppia, il "mendicante" diede del "Benvenuti" a me e non sapevo a chi altro, presentando "Gendo e Gassan" in qualità di suoi compagni, senza indicare nessuno. Logicamente la cosa mi confuse non poco: il ragazzo al suo fianco era o meno uno dei due? Lui chi era? E a chi altri aveva dato il benvenuto?
    Seccato dal chiedere eventuali spiegazioni, feci ad entrambi un cenno con la testa e, certo che il posto fosse quello giusto, mi misi ad aspettare. In silenzio.

    I miei dubbi si sciolsero dopo poco: improvvisamente il barbone, porgendo un bicchiere d'argilla a me e al ragazzo al suo fianco, prese a parlare: disse di chiamarsi Sanjuro e che ci avrebbe insegnato "Le meravigliose vie del misticismo e dello sciamanesimo della palude". Feci uno sguardo decisamente perplesso e scocciato: cosa diamine intendeva con misticismo e sciamanesimo? Una qualche strana forma di allenamento? Possibile che fosse veramente lui il maestro che ci avrebbe dovuto addestrare?
    Prim'ancora che potessi comunicare per iscritto il mio dissenso, tal Sanjuro seguitò a parlare e, con un tono al limite tra il paradossale e l'ironico, chiese a me e all'altro, il quale doveva evidentemente essere parimenti un allievo, cosa ci aveva spinto a partecipare a questo corso.
    Rispose prima il ragazzo, ma non badai molto alle sue parole - se non al fatto che fosse di Oto -, in quanto contemporaneamente organizzai il mio "discorso". Non potendo comunicare attraverso le parole infatti, scrissi sinteticamente su di un foglio del mio taccuino:

    Irosa Sairento di Suna


    Motivo della partecipazione:
    controllare oggetti attraverso il chakra



    Strappai il foglio, lo mostrai allo pseudo-Sensei e al resto dei presenti, e posai il tutto, in attesa di ulteriori direttive.
     
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    "...
    Oggetto: Ammissione all'Accademia Ninja
    Gentile Sign.na Naoki, con la presente si comunica la sua ammissione all'Accademia Ninja. Le preghiamo quindi di raggiungere entro quattro giorni dalla ricezione della presente comunicazione, le arene di addestramento.
    Distinti Saluti..."
    Era arrivato da poco il messaggio da parte del Kage di Konoha a darle la lieta notizia. Non aspettava altro, il suo sogno stava per prendere vita. Tutto quello che Naoki aveva desiderato fino ad allora si stava realizzando con quel semplice messaggio. Naoki si sentiva euforica, il cuore le batteva forte e veloce dentro al petto, lo sentiva fino alla gola, e proprio da quella sensazione, a tratti fastidiosa, fece nascere una gran voce per chiamare i propri genitori.
    "Mamma, papà! Finalmente è arrivato! Il messaggio che aspettavo è arrivato!" Corse subito nella propria camera iniziando a preparare il necessario per la partenza. I suoi genitori arrivarono nella stanza poco dopo con il sorriso in volto. Sapevano già a cosa si riferiva il messaggio ancor prima che Naoki glie lo facesse vedere. Lo stringeva fra le mani, contenta e fiera di quel semplice rotolo. "Fra qunto hai intenzione di partire?" Alla domanda del padre Naoki rispose con una punta di sarcasmo: "Stai scherzando? Ma che domande fai? Parto immediatamente è ovvio! Ho solo quattro giorni per arrivare..." Passarono pochi minuti e Naoki era già sulla soglia di casa a salutare i propri genitori, ed intraprendere quel viaggio. Camminò abbastanza a lungo da perdersi nelle proprie fantasie, non sapeva cosa aspettarsi: ci aveva pensato molto a riguardo, ma adesso che si trovava in partenza, era leggermente spaventata dalla sua stessa ignoranza. Non vedeva comunque l'ora di mettersi alla prova; sapeva che sarebbe stato duro il persorso che l'attendeva, ma nulla l'avrebbe abbattuta, niente e nessuno l'avrebbe fermata. I suo obbiettivo era uno solo: diventare Ninja.
    Arrivata al campo selezionato per il suo addestramento, trovò un'ambigua figura seduta davanti al fuoco e due ragazzi seduti di fronte. Si avvicinò lentamente ed incredula, studiando soprattutto il personaggio seduto al centro: portava una maschera che ritraeva una capra, un bastone e un uccello in testa. Una volta vicino al fuoco si girò verso i due ragazzi, presunti compagni di allenamento.
    -Almeno loro sembrano normali...- Mi accomodai accanto al ragazzo pallido e capelli scuri mentre il personaggio ambiguo iniziò ad agitare il bastone dandomi il benvenuto, salutò altri due personaggi e allungando una ciotola, mi propose di bere la zuppa che aveva preparato mentre aspettava noi...ma cosa più importante dopo l'accoglienza aveva posto una domanda cardine per iniziare. Fu solo allora che un pensiero attraversò la mia mente -Lui è il sensei?- Con la ciotola ancora in mano, mi voltai verso gli altri due come per cercare sicurezza su quella zuppa, ma senza aspettare risposta mi feci coraggio e mandai giù quel liquido amaro. Mi diedi qualche secondo prima di rispondere a Sanjuro: "Salve sensei, sono Naoki, e sono venuta qui con l'intento di diventare una persona che riesca a proteggere ciò a cui tiene."

     
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    Primi passi verso il misticismo



    Con calma, ma nemmeno troppa, tutti e tre i due ninja attesi si fecero vivi. L'addetto aveva riferito a Sanjuro che avrebbe avuto tre allievi, ma il fattucchiere quel giorno era convinto che il 3 sarebbe stato il suo numero sfortunato, e aveva volutamente lasciato indietro un nome.
    Quando tutti e tre si fossero fatti avanti, Sanjuro li avrebbe invitati a sedere con lui attorno al calderone, e da dietro la schiena avrebbe tirato fuori una terza tazza anche per l'ultima arrivata. Riempiti i recipienti con la brodaglia presente nel calderone, invitò tutti i presenti a bere assieme a lui per festeggiare il momento, in modo che non lo dimenticassero.
    In seguito tutti e tre risposero alla domanda di rito dello sciamano, spiegando il perchè del loro avvicinamento alla vita dello shinobi.
    Irosa fu l'unico a rispondere tramite un foglio. Sanjuro lo guardò per un momento. Quindi annuì dopo aver letto l'appunto passato dal ragazzo.
    Forse solo il suo bastone sapeva cosa gli stesse passando per la testa.
    Pochi istanti dopo si alzò lentamente in piedi, con le ginocchia che cigolavano come fosse un povero vecchio, per poi infilare un braccio, fino quasi all'ascella, dentro al calderone, rovistando sul fondo. La scena era comica; il tizio con la lingua mezza fuori, anche se coperta dalla maschera, che scavava sul fondo della pentola per cercare "qualcosa" mentre il gabbiano mezzo morto sulla sua testa, respirando i fumi della brodaglia, era ancora più sofferente di quanto non lo fosse già di suo. Alla fine, Sanjuro emise una sorta di "ah ha" e tirò fuori dal brodo un mucchio di kunai, almeno una ventina, legati assieme da un filo d'acciaio.

    - Servivano a dare sapore, e servivano a noi, efficienza ragazzi. -

    Si. Aveva appena tirato fuori dei kunai dalla zuppa che avevano appena assaggiato tutti. La quale aveva un sapore misto di rana arrosto e olive, con un retrogusto di sasso coperto di muschio. Si sedette di nuovo. Con in mano i kunai che gocciolavano brodo, scuotendoli il meglio possibile per rimuovere l'unto dell'intruglio. Nel silenzio della scena, Sanjuro piantò il bastone, Gassan, nel terreno, per poter stare seduto a gambe incrociate senza doverlo sorreggere, quindi passò 6 kunai a ciascuno nei presenti, tenendone un paio per sè.
    Senza avvertire nessuno, scagliò un'arma da lancio lateralmente a sè, la quale vibrò rasente al terreno per alcuni metri, prima di conficcarsi in un bersaglio presente lì vicino al limitare del bosco. Colpendolo esattamente al centro.

    - Qualunque sia il vostro motivo, la vostra attitudine, o il vostro obiettivo, non ci arriverete senza iniziare lanciando dei kunai. Vediamo come ve la cavate, a turno tirate al bersaglio che ho colpito io, lancio singolo, lancio in serie e quindi lancio doppio. Tre in tutto per ciascuno di voi, e dovrebbe restarvi un kunai. Chi riesce a colpire il mio, vince un altro giro di zuppa! -

    Sanjuro ignorava che questo invito forse avrebbe portato i suoi studenti a fare di tutto per mancare il centro del bersaglio, ma nella sua visione delle cose, la sua zuppa "per la concentrazione mistica" era una versa prelibatezza, e presto avrebbe dovuto farla assaggiare ad Itai, il Mizukage. Povero lui.




    Ot

    CITAZIONE
    Eccoci alla prima fase. Secondo la mia esperienza, il modo migliore per insegnare le regole base non è spararvele copiandole dal manuale, nè rispiegarvele a modo mio, ma farvi esercitare. Cercate nel manuale gli [Slot Azione] ovvero l'unità di misura di cosa è possibile fare in un turno, scoprite come si utilizzano per le armi da lancio, ed esercitatevi nei 3 tipi di lancio che Sanjuro vi ha richiesto. Senza paura di sbagliare; in modo da potervi correggere e farvi fissare in testa come funziona questo argomento.
    Per i ninja più acuti che se lo dovessero chiedere, considerate il lancio in serie e il lancio multiplo, aventi come bersaglio lo stesso punto, ai fini del conteggio degli slot.
    Niente chakra! Solo lancio!
    Per info e domande sono disponibile. Buon post

     
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    Un corso molto speciale



    Legenda testo:
    -Parlato-
    "Pensato"


    Mi guardai attorno, e faticai a deglutire la poca saliva in gola. Mi trovavo in mezzo ad un gruppo davvero eterogeneo di persone, per dirla con un eufemismo. Un ragazzo che risposte al sensei tramite un pezzo di carta, il quale oltretutto a malapena accennò con un cenno al mio saluto; tuttavia la sua sola presenza e la sua sicurezza tradivano una forza ben superiore alla mia, sebbene non avessi alcun modo per quantificarla e questo mi preoccupava. Non solo, il sensei stesso era una vera incognita. Come mio padre mi insegnò, ancora quando mi allenavo nel dojo, un ninja poteva essere molte cose e allo stesso tempo nasconderne molte altre. Quella sorta di comportamento, di un modo di fare assolutamente fuori dalle righe non poteva essere semplicemente un caso; in tutta quella assurdità c’era qualcosa di pensato, studiato o d’altra parte assolutamente improvvisato ma per assurdo altrettanto valido. La terza persona invece, forse, era l’unica che in qualche maniera si “salvava”, ovvero l’unica che corrispondeva all’ideale classico di ninja. Era una ragazza di Konoha, e in effetti ero sicuro che il luogo di provenienza influiva certamente sul modo di comportarsi.

    Tralasciando tutti questi pensieri, ben poco utili, mi riconcentrai sul presente ed esattamente su quello che mi si parava di fronte. Il sensei prese a navigare con il braccio all’interno del calderone come se fosse alla ricerca di qualcosa di specifico e se da un lato la cosa poteva risultare sicuramente divertente, dal modo in cui si comportava e dalla precarietà delle sue azioni, dall’altro lato nemmeno un accenno di sorriso mi spuntò in faccia perché molto semplicemente stava cercando qualcosa all’interno di quel calderone, dal quale poco prima avevamo bevuto un terribile intruglio ed ero di certo sicuro che qualunque sorpresa fosse non sarebbe di certo stata gradita. Infatti quando vidi che il sensei dal fondo di quel pentolame fece riemergere una numerosa sfilza di kunai rivivi subito il terribile gusto di quella bevanda e a fatica bloccai un forte conato di vomito “Che cosa diavolo ho bevuto?!” fu l’unico mio pensiero in quel momento.

    Nemmeno il tempo di dimenticarsi di quella scena che il sensei prese a parlare, l’ho ascoltai attentamente per due ragioni, primo per capire bene quello che voleva e secondo per capire anche il tipo di persona che mi si parava davanti e in effetti recependo le sue parole per un attimo mi parve di ascoltare un vero ninja. Tuttavia non ero contento e decisi di rischiare a capire più in profondità, in certo senso; volevo comportarmi un po’ come facevo da piccolo al dojo, un po’ impertinente ma nel senso buono del termine e quindi, mantenendo un tono di voce neutro e il più possibile diplomatico, iniziai a parlare: -Sensei, non voglio sembrare indiscreto ma ho una domanda da farle. Potrà sembrarle strano ma nonostante sia un ninja di Oto le persone qui presenti sono il mio primo vero contatto con altri shinobi, ad eccezione di mio padre, e lei è stato il primo a pormi la questione del credo ninja… Aveva accennato che forse ci avrebbe detto il suo e a essere sincero sarei curioso di sentirlo… ovviamente se è possibile.- deglutii nuovamente, l’unica cosa che mi augurai fu quella di non aver troppo esagerato.
    In ogni caso concluso il siparietto mi concentrai sui compiti che il sensei stesso ci aveva affidato e raccogliendo i kunai, completamente unti e bistrattati, guardai i miei compagni proferendo allo stesso tempo:- Se per voi non è un problema inizio io- aspettai qualche secondo e in caso di una risposta affermativa avrei iniziato subito con quella sorta di allenamento. Non ritenevo che avrei riscontrato grandi difficoltà, fin da piccolo infatti fui addestrato nel lancio, tuttavia non ero di sicuro certo di raggiungere gli stessi risultati del sensei e la cosa, in quel preciso momento non mi angustiava: ”Di certo non ho intenzione di riassaggiare quella zuppa terrificante”.

    A quel punto dunque mi posi di fronte al bersaglio e presi in mano il primo kunai, il quale corrispondeva al lancio singolo. Sapevo che tra le varie alternative successive le maggiori probabilità di colpire il bersaglio dipendevano da quel tiro singolo perché semplicemente più preciso rispetto al lancio di più kunai contemporaneamente. Decisi dunque di sfidare la sorte e scagliai il kunai, con un movimento fluido del braccio sinistro, esattamente verso il punto il cui il sensei aveva centrato il bersaglio [slot azione n°1]. Subito dopo il primo tiro sarebbe seguito un secondo, raccolsi altri due kunai e con la stessa mano li scagliai verso il centro del bersaglio tuttavia, mantenendo la stessa traiettoria per entrambi perpendicolare al terreno, con il primo kunai avrei puntato sopra al centro del bersaglio di qualche centimetro mentre con il secondo solo leggermente sopra sempre al centro del bersaglio [slot azione n°2]. Infine avrei eseguito l’ultima combinazione, impugnando un kunai per ciascuna mano avrei scagliato entrambe le armi, allo stesso momento e con la stessa traiettoria perpendicolare al terreno, verso il centro del bersaglio [slot azione n°3].

    Raramente mi auguravo una situazione simile ma in quel momento l’unica cosa che speravo era quella di non centrare nessun bersaglio, alla faccia dell’eventuale figuraccia.

    Ferite: Nessuna
    Chakra: 10/10 bassi
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    Slot Difesa 2: n/u
    Slot Difesa 3: n/u
    Slot Azione 1: Lancio Kunai, Quantità: 1, Forza: 100
    Slot Azione 2: Lancio Kunai, Quantità: 2, Forza: 100
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    Il sensei si mise a cercare qualcosa sul fondo del calderone, pensava gli volesse proporre di bere altre tazze di quell'inteuglio, ma con sua grande sorpresa, ne estrasse fuori dei kunai. A Naoki salirono alla gola dei conati di vomito. Chissà cos'altro gli aveva propinato a loro insaputa... Questo non è tutto rifinito. Sarà in grado di... <i>Non riuscì a finire il proprio pensiero che il sensei porse sei kunai ciascuno e con un movimento repentino ne scagliò uno alla propria destra. Il rumore fu netto, il kunai si era conficcato su qualcosa. Naomi seguì con lo sguardo il tragitto dell'oggetto ed, anche se con fatica, riuscì a scorgere un bersaglio: il kunai vi era conficcato perfettamente al centro. Si voltó verso gli altri due ragazzi, che formavano il team assieme a lei, entrambi estremamente seri e silenziosi, fino a che uno di loro si rivolse al sensei ponendo una domanda di tutto rispetto. Era molto interessata alla risposta che avrebbe dato il sensei, ma prima di riceverne una il ragazzo agì seguendo le istruzioni date. Naoki lasciò fare il ragazzo, ed appena egli finì, si alzò da terra impugnó con maggior sicurezza un singolo kunai, senza staccare mai gli occhi dal bersaglio, con un movimento fluido, dall'alto verso il basso, del braccio destro, lanciò il primo kunai. Senza perdere la fluidità del primo movimento, afferró sempre con la mano destra due kunai, il secondo di seguito al lancio del primo. E così, lì afferrò,li lanciò ripetendo il medesimo movimento prima una volta e poi una seconda. Alla fine ne strinse due contemporaneamente uno a destra ed uno a sinistra. Con il braccio destro ripeté nuovamente il movimento per il lancio, mentre con il sinistro fece un movimento speculare al destro: il braccio si mosse dal basso verso l'alto, perfettamente in sincronia con il destro. Le mani una volta arrivate alla medesima altezza lasciarono i due kunai, che presero la direzione del bersaglio.
    Naoki si rimise a sedere, aspettando a questo punto la risposta del sensei.

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    Il potere dei ninja



    Durante la consegna dei kunai, il giovane Kato chiese a Sanjuro il suo credo ninja. Dopotutto il sensei lo aveva chiesto ai ragazzi, e secondo lui aveva senso conoscere quello di chi li stava addestrando, per rendersi conto di chi aveva davanti. Quello che il ragazzo ancora non sapeva, era che Sanjuro non fingeva, era davvero un po' tocco, e a volte anche sordo; l'unione delle due cose lo rendeva, singolare. Ma il mistico non attese neanche un secondo, dopo aver fissato per un minuto buono il giovane studente senza dire una parola. Magari non aveva capito la domanda e non voleva chiederla nuovamente, o forse stava mettendo in fila una risposta degna di un potente sciamano, o forse era perso nei suoi pensieri, ma alla fine rispose.

    - Il mio credo ninja? Si, si credo di essere un ninja; ma dipende dai giorni, di solito sono uno sciamano, vivo e lavoro stabilmente a Kiri. Posso fornire servizio di lettura della mano, lettura dei visceri, lettura del futuro, lettura dei piedi e delle caccole, produzione e vendita di articoli di erboristeria e disinfestazione spiriti. Non so che giorno sia oggi, ma oggi credo di essere un ninja; già. - E si grattò la testa. Non era una risposta sarcastica, e Kato lo avrebbe notato facilmente. Sanjuro era serio. Non avrebbe aggiunto altro, per lui la questione era risolta. Quindi si sedette nuovamente a terra, dopo che tutti e tre avessero ricevuto le loro armi; notando come uno dei tre, quello che parlava attraverso i fogli, non si stava preparando a lanciare; forse la zuppa aveva preteso troppo dai suoi intestini. Avrebbe ripreso in seguito, se avesse voluto.

    Il primo a lanciare fu lo stesso Kato, il ragazzo di prima, che gli aveva chiesto informazioni sul credo ninja. Il giovane lanciò assumendo posture corrette e usando la giusta dose di forza; forse si era già addestrato privatamente nel lancio delle armi, o forse era solo talentuoso. Tutti i suoi lanci andarono a segno, e l'ultima arma sfiorò addirittura quella lanciata da Sanjuro, con un inconfondibile suono metallico. Cosa che illuminò gli occhi dello sciamano; infatti, quando Kato si fosse voltato verso di lui per ottenere un giudizio, lo avrebbe trovato rivolto verso di lui, con la tazza in mano, con metà porzione di zuppa.

    - Ottimo lavoro ragazzo ottimo lavoro, potevi dirlo se ne volevi ancora, non fare complimenti. - Nel frattempo, il gabbiano mezzo morto sulla testa di Sanjuro, emetteva strani versi.

    La seconda a tentare il lancio fu Naoki, che come il suo compagno, eccelse nella prova, dimostrando a sua volta grande precisione. Per sua fortuna non colpì l'arma del sensei, salvandosi dalla zuppa, ma eseguì lo stesso perfettamente l'esercizio, portando Sanjuro a saltellare felice sul posto. Aveva ottimi allievi stavolta.
    Soddisfatto, annuiva incessantemente ai due, mentre tornava seduto con le gambe incrociate per pensare al successivo esercizio da porre in essere ai ragazzi.

    - Dunque, la prossima cosa che vi insegnerò a fare, sarà l'utilizzo e l'impasto del chakra, mettetevi entrambi seduti, e rilassatevi. Se volete altra zuppa prendetela senza nemmeno chiedere. Concentratevi, assumete la vostra posizione da meditazione e cercate di creare quanto più chakra possibile. Come sapete, viene impastato unendo energia fisica e mentale, per questo dopo un po' ci si sente così stanchi, perchè si consuma forza; da qui la presenza della mia zuppa. Quando vi sentirete a secco non dovrete fare altro che buttarne giù una generosa tazza e tornerete come nuovi. Appena vi sentite pronti, estraete dal fondo del calderone altre armi da lancio, e provate a colpirmi con quelle, stavolta potenziando i vostri lanci con il chakra, altrimenti non ci riuscirete mai. Potete anche coordinarvi se necessario, vediamo se siete in grado di mettermi nel sacco. -

    Il gabbiano sulla testa di Sanjuro emise un altro verso isterico.


    Ot

    CITAZIONE
    Seconda fase, l'uso del chakra. Avete una riserva, tale riserva è divisa in unità di misura più piccole per essere utilizzata.
    Impastate il chakra durante il lancio e provate a colpire lo sciamano. Ricordate che ogni Bassissimo, potenzia di +25 la statistica Forza, con cui lancerete il kunai o lo shuriken.
    Ogni impasto vale per un solo lancio, dal momento che viene potenziata l'azione. Se ne lanciate due contemporaneamente, con due braccia diverse, dovete impastare in entrambe.
    Da studente, potete impastare Bassissimo e Mezzo Basso ( +1 tacca o +2 Tacche) portando la statistica Forza a 125 o 150.
    Potete impastare di più, ma andrete incontro ai malus di sorta che trovate nel regolamento, sezione Impasti.
    Usate tutti gli slot del turno.
    Mettetevi d'accordo se avete dubbi, e ricordatevi che sono a disposizione.
    Buon post

     
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    Successo o Fallimento?



    Ascoltai attentamente le parole del sensei, fissando il suo volto estremamente serio mentre esponeva quello che doveva essere il suo credo ninja… Al termine del discorso mi rassegnai e capii che la persona che mi trovavo di fronte era sì uno shinobi, sicuramente esperto visto la posizione che teneva, ma allo stesso tempo un tipo tremendamente eccentrico. E le due cose raramente andavano a braccetto… In sostanza era meglio evitare di farlo arrabbiare prima di scoprire qualche lato nascosto.


    ~.~



    Quando vidi il mio kunai rasentare l’arma, precedentemente lanciata dal sensei, e risuonare con essa una lunga goccia di sudore scese lungo la mia fronte. Sapevo già il destino che mi attendeva: un altro sorso di quella brodaglia. Guardai la ciotola che avevo lasciato vicino ai bordi del focolare, speranzoso di non doverla mai più rialzare ma purtroppo il destino beffardo mi tradì.

    Mi avvicinai, quasi sconsolato, e mandai giù chiudendo gli occhi e serrando i pugni quel terribile intruglio. Seriamente questa volta, con molta fatica, trattenni il vomito. Fin da quando mi nascondevo nella foresta mi ero abituato a mangiare e bere di tutto, davvero di tutto… ma quella cosa andava pure oltre ai miei standard minimi. Mi voltai, guardando di nuovo il sensei; uno dei due ninja era scomparso, probabilmente spezzato da quel brodo malefico. L’altro invece riuscì a salvarsi, evitando di colpire il kunai del sensei e quindi evitando la zuppa.

    Giusto il tempo per recuperare le forze e la concentrazione, dagli effetti di quella brodaglia, che il sensei riprese a parlare. Seguii il discorso e sostanzialmente recepii una sorta di ripasso di quello che mio padre mi spiegò in numerose occasioni. Il chakra come unione di forza fisica e mentale. Un concetto tanto basilare quanto fondamentale, il nostro fisico e la nostra mente erano allo stesso protagonisti della nostra forza, del potere così temuto dei ninja. Sorrisi… in una parola, chakra, così tanto da dire.

    Il sensei ci propose nuovamente un esercizio, questa molto più serio del precedente. Infatti ci chiese di esercitaci nel tiro libero contro l’insegnante stesso! Sarebbe sicuramente stata l’occasione giusta per scaricare il disgusto provocato da quella sostanza presente all’interno del calderone. Avvicinandomi a questo ultimo affondai la mano fino a toccare il fondo e raccolsi un’altra serie di kunai, sei per la precisione. Con un rapido gesto mossi le armi per cercare di togliere almeno lo strato di unto superficiale e misi da parte, nelle sacche, due di quelle mentre quattro kunai gli avrei impugnati, divisi due a due per mano. Guardando il collega con accenno indicai che avrei iniziato io per primo e mi sarei posto così a sei metri di distanza. Aspettai qualche secondo e proferii: -Sensei quando mi dà il via inizio con i tiri!- Mi sarebbe bastato un suo cenno e avrei tentato, probabilmente, l’impossibile: colpire il mio sensei.

    Portai davanti la mano destra la quale impugnava i primi due kunai pescati e con un rapido gesto scagliai le armi contro il sensei. Avrei puntato ad altezza ginocchio, cercando di mantenere una traiettoria parallela al terreno e cercando di colpire con il primo kunai il ginocchio destro e con il secondo il sinistro; il tutto aiutato dall’uso del chakra [ Slot Azione n°1 ]. La prima cosa da fare infatti era quella di aprire la difesa avversaria. Solo dopo si poteva pensare ad un attacco più serio. Con la differenza di qualche istante avrei scagliato invece i due kunai impugnati con la mano sinistra, questa volta avrei puntato ad altezza torace e verso l’eventuale direzione di schivata di Sanjuro o in alternativa lungo la direzione del salto, nel caso il sensei avrebbe cercato di evitare le armi rimanendo fermo sul punto; il chakra questa volta mi avrebbe aiutato a rendere il tiro il più veloce possibile [ Slot Azione n°2 ]. A quel punto, mentre la seconda salva di kunai si muoveva verso il sensei, velocemente avrei recuperato dalla sacca gli ultimi due kunai e con la destra avrei concluso la mia offensiva lanciando le armi nuovamente contro il sensei, ad altezza addome inferiore, il chakra avrebbe fatto il resto [ Slot Azione n°3 ]. La mia strategia era basilare ma efficace. Il primo lancio serviva a rompere la guardia o far muovere il sensei, il secondo a costringerlo a reagire con tutta probabilità con gli arti superiori e il terzo lancio, subito consecutivo al secondo, puntava ad una apertura bassa mentre il sensei tentava la difesa dall'attacco superiore.

    In cuor mio tuttavia speravo nuovamente di fallire, purtroppo questa volta non potevo immaginarmi cosa sarebbe successo se fossi riuscito a colpirlo.

    CITAZIONE
    Vitalità Residua: 80/80
    Chakra Residuo: 8,5 Bassi su 10.
     
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    Senseicidio



    Quando Kato di nuovo si fece avanti per primo per esercitarsi, Sanjuro annuì soddisfatto. Quel ragazzo avrebbe fatto strada, pensava lo sciamano.
    Il giovane, afferrati saldamente i kunai, vibrò un primo assalto al suo addestratore, diretto alle sue ginocchia, per iniziare a saggiare il movimento dello sciamano, o quantomeno per iniziare a farlo spostare dal punto in cui si trovava. Quando le armi iniziarono a schizzare attraverso l'aria, il gabbiano mezzo morto sulla testa di Sanjuro iniziò a strillare terrorizzato, ma essendo perennemente quasi più di là che di qua, l'animale non si mosse; rantolò appena. Sanjuro afferrò Gassan in bastone, e saltò indietro. I kunai lo avrebbero colpito lo stesso, in zona stinchi, cosa che lo sciamano nullificò con un movimento circolare del bastone, con la testa di questo rivolta verso il basso; deviando entrambi i kunai.
    Quando il sensi focalizzò nuovamente l'attenzione su Kato, altri due kunai erano stati lanciati, più rapidi dei precedenti, e sarebbero arrivati presso Sanjuro non appena lui avesse toccato nuovamente terra. Lo sciamano ne deviò uno estraendo dalla gonnella uno dei suoi shuriken, lanciandolo verso l'arma di Kato, facendo cozzare a mezz'aria i due proiettili, con un suono metallico, rendendo il colpo inoffensivo; mentre una terza salva, si stava dirigendo proprio in quel momento all'indirizzo del sensei.

    [Toc - Suono sordo di qualcosa che si conficca]

    Intento a schivare l'ultimo attacco, diretto più o meno all'altezza dell'addome, Sanjuro si sollevò da terra, spingendosi sul bastone che venne conficcato nel terreno, restando per un paio di secondi sollevato da terra per circa un metro e mezzo, lasciando che le due armi passassero sotto di lui finendo dietro, nell'erba; quindi tornò a terra, in posizione eretta, e iniziò a incamminarsi verso il ragazzo.
    Mentre Sanjuro camminava, e si complimentava con il giovane studente per i lanci ben organizzati, lo sciamano ripensava come a metà del secondo lancio, non ricordasse esattamente che fine aveva fatto uno dei due kunai.
    Quindi, quando fu a circa 3 metri da Kato, lo studente avrebbe potuto chiaramente vedere non solo un kunai piantato nella maschera, all'altezza della fronte, ma un liquido rosso che stava colando da sotto il mento del sensei, sotto alla maschera. Quindi Sanjuro cadde a terra, come un sacco di patate, di schiena.
    Lo aveva ucciso.

    Nemmeno il tempo di raggiungerlo, se avesse voluto, che Sanjuro si sarebbe tirato in piedi, sbadigliando.
    - Yaawwwwwn, mi stavo appisolando, chiedo scusa. -
    E dopo aver infilato una mano sotto alla maschera, senza mai però toglierla, ne estrasse un pomodoro mezzo schiacciato, e se lo ficcò in bocca, iniziando a parlare come un uomo con la bocca piena.
    - Scusa, gnam gnam, non ricordavo dove avevo messo, gnam gnam, questo pomodoro. -

    Tornato in piedi, lo sciamano si voltò verso il bastone e rimase a fissarlo per almeno cinque secondi. Poi emettendo un suono sorpreso, tastò la maschera, ed estrasse il kunai conficcato, ringraziando l'amico bastone per avergli indicato dove fosse finito, rimettendolo nel calderone, lasciando che si immergesse nella zuppa. Si rivolse quindi nuovamente al ragazzo, come se niente fosse successo.

    - Torniamo a noi, ottimo lavoro con quei lanci. Ora vediamo come te la cavi con la lotta, la base di un ninja! Io cercherò di colpirti, e tu dovrai difenderti. Se ti colpisco, smetterai di essere un ninja e lavorerai al mercato del pesce di Oto, se non ti colpisco, diventerai Kokage seduta stante. Se riesci, prova a non usare il chakra, solo il tuo fisico. - Se fosse stata una battuta, nessuno avrebbe riso. Tranne forse Gassan, ma loro erano amici.

    Sanjuro abbassò improvvisamente il baricentro, schizzando verso Kato a grande velocità dopo aver afferrato Gassan con la mano sinistra, e, coprendo i 3 metri circa che li separavano [Slot Mov. Gratuito], fiondò in avanti il pugno destro, per eseguire un diretto indirizzato alla bocca dello stomaco del ragazzo. La velocità del sensei sarebbe stata proibitiva se fosse stata totalmente liberata, quindi lo sciamano cercò di trattenersi il più possibile, per rendere l'addestramento il meno impari possibile. [Slot Azione I][Vel 125][For 125]
    Quindi, se il giovane si fosse parato, o se avesse evitato in qualche direzione, il sensei avrebbe inseguito, spostando il peso sulla parte sinistra del colpo, per effettuare un diretto con la testa del bastone, per spezzare una eventuale guardia, o inseguirlo durante una tentata fuga. Il colpo non sarebbe stato certamente letale, ma avrebbe dato qualche bruciore, se fosse arrivato a destinazione. [Slot Azione II][Vel 125][For 125][Potenza 8]
    Per chiudere il primo assalto, Sanjuro avrebbe spinto su entrambi i piedi, per chiudere eventuali distanze, e improvvisare una poderosa testata, con tanto di maschera di legno spesso, dritta sul naso di Kato, colpo che ovviamente sarebbe stato più lento, ma più pericoloso. Inutile dire che il gabbiano se la sarebbe fatta sotto. [Slot Azione III][Vel 100][For 150][Potenza 10]
    Lo scopo di quel primo piccolo combattimento, era di saggiare il modo del ragazzo di muoversi, fargli capire come poteva difendersi e insegnargli a sfruttare i movimenti dell'avversario per andare in vantaggio. Ovviamente l'ultimo colpo non era stato previsto: Sanjuro aveva solo trattenuto uno starnuto epico; ma Kato non avrebbe dovuto saperlo.


    OT
    CITAZIONE
    Ottimo lavoro coi lanci. Ora proviamo le difese.
    Come gli slot azione, anche le difese seguono lo stesso principio. Per ogni turno hai a disposizione 3 slot difesa. Ad ogni attacco dovrebbe corrispondere uno slot difesa; generalmente con 1 solo slot difesa non si possono nullificare attacchi multipli, a meno di casi particolari, o difese totali. Per adesso ci abitueremo al combattimento base; dovrai solo difendere in questo turno.
    Se libero di parare/schivare quello che vuoi, e se te la senti, anche tentare un S&M stando in quel caso, attento agli slot ;]

    Riguardo le statistiche, non lasciarti ingannare dai numeri, nel regolamento trovi una % logica delle difese riuscire in base alle tacche, ma tu usa sempre il tuo cervello. Per disparità così limitate, nessuno ti dormirà sul pianerottolo.
    Se hai bisogno fai un fischio. Se lo fai con l'ascella, Sanjuro preferisce.

     
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    Prime difficoltà.



    Quando vidi scendere dai bordi della maschera del sensei, in lontananza, un rivolo di sangue in seguito al lancio del mio Kunai, il quale andò a centrare proprio il centro della stessa, sgranai gli occhi e il mio cuore smise di battere per un secondo. Potevo davvero aver ferito in maniera così grave il sensei? Non credevo ai miei occhi eppure avevo appena colpito in pieno la maschera e probabilmente causato un danno terribile. Non aspettai un solo istante e scattai verso il sensei, con l’intenzione di toglierli la maschera e tamponare la ferita, per quanto possibile. Tuttavia in una frazione di secondo Sanjuro si rialzò e dalla sua maschera estrasse un pomodoro, mezzo spiaccicato in seguito all’urto con il kunai. Tirai un sospiro di silenzio… quel sensei per un attimo mi aveva spaventato a morte come mai nessuno prima.

    Ascoltai Sanjuro il quale si complimentò per la mia serie di attacchi a distanza, la cosa sicuramente mi fece piacere ma ormai visto come le cose si stavano evolvendo tutti quei complimenti non potevano di certo portare a qualche situazione positiva. Infatti il sensei riprese subito a parlare introducendo il discorso relativo al taijustu, l’altra grande arte ninja, base stessa del combattimento fra shinobi. In pratica mi sarei dovuto difendere dai suoi attacchi. Niente di più scontato. Trovarmi davanti ad un ninja più esperto, per di più imprevedibile come Sanjuro, si sarebbe rivelata un’impresa tutto altro che banale. L’unica mia speranza era in una sorta di limitazione da parte del maestro stesso nei suoi attacchi, altrimenti non avrei avuto alcuna possibilità.

    Così, una volta dichiarato l’inizio di quello pseudo-scontro, mi portai nella mia classica posizione difensiva: braccia alte, avambracci piagati a difesa del petto, Tekken ben stretti tra i pugni e gambe ben aperte e divaricate. Una posizione di guardia molto simile alla boxe. Puntai gli occhi contro Sanjuro e mandai giù la saliva, la situazione da lì a poco si sarebbe surriscaldata.

    In un attimo lo sciamano scattò verso la mia posizione, strinsi i pugni e mi preparai alla sua prima offensiva. Subito individuai il suo tentativo di attacco, un pugno rivolto ad altezza addome superiore. Apparentemente non avrei avuto troppe difficoltà a diminuire la pericolosità. Infatti cogliendo l’attimo giusto eseguii una parata, spostando il braccio sinistro in avanti e verso l’esterno in maniera tale da deviare in parte il colpo e sorbire la potenza dello stesso non più sull’addome ma sugli avambracci rinforzati dalle bende, il tutto aiutato da una lieve concentrazione di Chakra per migliorare la tempistica [Slot Difesa n°1]. L’azione ebbe successo e il pugno andò prima a sbattere con l’arto superiore per poi allungarsi in una traiettoria innocua [Danno]. Tuttavia Sanjuro non terminò la sua offensiva con quell’attacco così blando. Sempre con gli occhi fissi verso il mio momentaneo avversario realizzai che stava per eseguire un attacco diretto, con la punta del suo bastone, verso il centro del mio corpo. Questa volta si trattava di un colpo decisamente più insidioso. Consapevole che non avrei avuto alcuna speranza in una eventuale schivata, vista la lunghezza del bastone e la mia capacità di reazione, eseguii l’unica mia opzione: eseguire una parata e sperare in un danno contenuto. Frapposi così l’avambraccio destro, a mò di scudo, tra la testa del bastone e il centro del suo bersaglio e concentrando una lieve quantità di chakra andai a diminuire quello che sarebbe stato il danno [Slot Difesa n°2][Danno]. La potenza del colpo fu notevole, ma grazie alle bende e al chakra il danno subito fu decisamente sopportabile. Sanjuro non sazio della sua offensiva proseguì con la stessa producendo un attacco alquanto insolito, infatti appoggiandosi e ristabilendo l’equilibrio su entrambe le gambe eseguì una sorta di testata rivolta al mio volto. Fortunatamente per me la distanza tra il mio volto e il suo e la natura stessa dell’attacco, di per sé lenta, mi diedero il tempo sufficiente ad agire. Concentrando un po' di Chakra sui muscoli dorsali della schiena aspettai il momento opportuno per eseguire una rapida torsione del busto, accompagnata dal movimento sincrono delle spalle [Slot Difesa n°3]. In pratica avevo schivato quella pericolosa testata, sebbene di poche decine di centimetri visto che percepii chiaramente il fruscio dell’aria lambire il mio volto.

    In seguito a quell’attacco Sanjuro terminò la sua offensiva ma non per questo abbassai la guardia, anzi riportandomi in posizione avrei mantenuto gli avambracci alti; pronto ad una fase successiva dell’allenamento.


    CITAZIONE
    Vitalità Residua: 74/80; (Lieve + Lieve di Danno )
    Chakra Residuo: 7,75 Bassi su 10.
    Consumi: 0,25 Slot Dif I, 0,25 Slot Dif II, 0,25 Slot Difesa III.

    Note: Per quanto riguarda il primo slot azione matematicamente il danno dovrebbe essere mezza leggera ma l'ho ulteriomente diminuito perché considero la deviazione come un elemento di riduzione del danno stesso.
     
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    Allenamento pericolante



    Dopo l'ultimo assalto alla volta di Kato, e a causa della schivata di quest'ultimo, Sanjuro non riuscì a tenere bene l'equilibrio, e proseguì nella direzione dell'affondo con la testa, cadendo rovinosamente in avanti, di faccia, per terra. Restando alcuni secondi dolorante con il volto al suolo.
    Dopo qualche istante, un decisamente ingobbito Sanjuro, tornò in piedi, cercando di raddrizzare la schiena tenendo una mano dietro di essa e inarcando all'indietro, causando un rumoroso susseguirsi di suoni di ossa che si spostavano e gas che veniva rilasciato tra le vertebre, quindi iniziò a mugugnare parole sconnesse mentre annuiva con la testa in direzione del ragazzo.

    - Ottimo ottimo giovanotto, non c'è che dire sei abile e di rapide reazioni per non essere un gabbiano. Dammi un istante, mi sciolgo un attimo le ginocchia. -

    Quindi il sensei iniziò a rilassare e contrarre i muscoli, dove ancora erano presenti, e a raddrizzare la schiena e le anche, come un vecchietto che esce dal letto dopo molti giorni. I suoni delle ossa che si muovevano e dei tendini che schiantavano faceva ridere già di per sè, unito al fatto che Sanjuro era un tizio magrissimo con una maschera di legno e un gabbiano sulla testa, rendeva il tutto più sciamanico. Iniziò quindi a comporre sigilli, per poi distendere entrambe le mani con tutte le dita in avanti, unite tra loro, come per dare uno schiaffo; la pelle divenne molto chiara, al punto da sembrare un rigido blocco di ghiaccio, e lungo le dita sembrò come essere comparso il lievissimo filo di una lama.

    - Pronto ragazzo, di nuovo, ma stavolta fai il possibile per difenderti e mettermi ko, altrimenti potresti persino morire 7 volte. -


    CITAZIONE
    Lama di Ghiaccio
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Capra, Topo, Cinghiale, Lepre, Cane (5)
    L'utilizzatore può rivestire oggetti o una zona del corpo di uno strato di ghiaccio, che causa danni da taglio. Incrementa la potenza offensiva di 5 può causare Sanguinamento (DnT Leggero) una volta a round. Non è cumulabile ad altri Potenziamenti. La lama può durare fino a 2 round..
    Tipo: Ninjutsu - Hyouton
    (Livello: 5 / Consumo: Mediobasso )
    [Unità Massimi: 1 ogni grado ninja]

    [Da studente in su]

    Stavolta quando Sanjuro lasciò la posizione di partenza e il piede arretrato si sollevò, la figura del sensei partì come un razzo in direzione del giovane, con un braccio, il destro, proteso in avanti come per trafiggerlo con la mano ghiacciata come fosse una lancia, e l'altro, il sinistro, tenuto piegato dietro la schiena. [Vel 300][For 275][Pot 15][Azione I]
    Il colpo era diretto all'altezza della spalla sinistra del ragazzo, sperando in una difesa come quella che il giovane aveva appena eseguito, ovvero schivasse verso la sua destra.
    Che lo avesse fatto o meno, Sanjuro avrebbe continuato tirando fuori il braccio sinistro da dietro la schiena, per eseguire un nuovo affondo, spostando il centro dell'azione su quella parte del corpo, arrivando più in avanti che con il braccio destro, così lo avrebbe potuto colpire anche se avesse schivato indietro di una distanza ragionevole. In entrambi i casi avrebbe mirato all'altezza delle ginocchia, con questo colpo. Essendo lui storto. [Vel 300][For 275][Pot 15][Azione II]
    Stavolta invece, dopo i due assalti, avrebbe eseguito un terzo colpo, maldestro come la testata precedente, ma molto più insidioso: avrebbe eseguito, dopo essersi avvicinato al ragazzo quanto bastava, un leggero saltello, per portare avanti entrambi i piedi per un doppiocalcio orizzontale, per prenderlo della pancia, e poi finire con la schiena per terra, con la sgangherata mossa sciamanica che lui chiamava "il saluto della papera". [Vel 300][For 275][Pot 10][Azione III]
    Il giovane sarebbe sopravvissuto? O sarebbe stato ferito, obbligando se stesso ad una settimana di cure e intrugli presso la capanna di Sanjuro nella palude?


    CITAZIONE
    Difendi, e se vuoi attacca

     
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    Dolore.




    Il Sensei Sanjuro si dimostrò soddisfatto della mia azione difensiva complimentandosi nel suo classico modo, decisamente eccentrico ma che poco a poco stavo accettando. Tirai un sospiro di sollievo e abbassai entrambe le braccia, dalla loro posizione difensiva. Fu un grosso errore, mi convinsi che forse dopo tutti quelli esercizi saremmo giunti a termine del addestramento. Ma mai avrei potuto immaginarmi quello che mi sarebbe aspettato da lì a poco.

    Potei chiaramente notare nel Genin di Kiri un cambiamento di impostazione e andando oltre al pseudo-comico spettacolo di allenamento del Sensei mi resi conto, anzi potevo percepirlo a pelle, che la situazione si stava terribilmente ingigantendo. Forse in una misura che non sarei riuscito a gestire. In quel momento mi stavo pentendo di aver dimostrato molte delle mie abilità.

    Ascoltai con attenzione le parole del maestro e al termine della sua frase una goccia di sudore, molto ma molto fredda, scese lungo la mia fronte. Alzai di nuovo le braccia in posizione difensiva. Alla stessa maniera di prima, con gli avambracci posti frontalmente al petto. Serrai gli occhi quando vidi Sanjuro comporre una serie di sigilli magici, potevo aspettarmi di tutto. Mi preparai quindi a scattare per evitare qualche ninjustu. Invero osservai una reazione ben diversa. Non si trattò di un attacco frontale bensì il Sensei se così si poteva dire potenziò i suoi arti ricoprendoli con del Chakra ghiacciato. Non ci sarebbe voluto un genio per capire che quelle mani apparivano decisamente pericolose.

    Il ninja scattò ad una velocità assurda, posizionando il braccio destro a mo’ di lancia verso di me. Sgranai gli occhi: una cosa era certa… quell’attacco era al di fuori di ogni mia possibilità di reazione concreta. L’unica cosa che potei fare fu quella di realizzare la traiettoria sommaria del braccio di Sanjuro e spostarmi in anticipo, o per meglio dire all’ultimo secondo considerando il modo in cui avanzava il Kiriano. Concentrai la massima quantità di chakra che potevo nei muscoli dorsali della schiena e spostai il busto verso destra [Slot Difesa I]. Per mia immensa fortuna Sanjuro si limitò a fendere l’aria senza modificare la traiettoria del suo colpo. Tuttavia mi dovetti ricredere subito quando vidi spuntare un altro pugno ghiacciato dalla braccio sinistro, che fino in quel momento aveva nascosto dietro la schiena. Il Sensei si trovava in una posizione decisamente insolita, ad una distanza tremendamente ravvicinata, e mi resi subito conto che se avesse mantenuto la stessa velocità di attacco in quel caso non avrei avuto nessuna occasione di schivata. Infatti così avvenne. Sanjuro, piegato con la schiena verso terra, puntò il suo arto sinistro all’altezza del mio ginocchio. L’unica cosa che fui in grado di eseguire, e di percepire con i miei occhi puntati verso il basso, fu quella di concentrare abbastanza chakra da alzare la gamba destra e fare in modo che quel pugno andasse ad impattare contro la tibia. Quantomeno nel peggiore dei casi si sarebbe fratturata [Slot Difesa II] [Danno]. La potenza del colpo fu assolutamente tremenda, come mai avevo subito prima d’ora e a fatica compresi quello che mi era successo. La mano penetrò in profondità e andò a sbattere contro l’osso. Nel momento stesso in cui Sanjuro riportò indietro il braccio, lasciandosi dietro una scia di sangue mi scappò un grido, in parte soffocato. Quel maledetto Sensei aveva dannatamente esagerato.

    Giusto il tempo per appoggiare a terra la gamba, poco più che utilizzabile, che mi resi conto che l’offensiva non era ancora terminata. Lo sciamano a piedi pari eseguì una sorta di salto, o almeno se così si poteva definire. Il suo scopo era chiaro: voleva colpirmi con un doppio calcio al centro dell’addome. A causa dello stato della mia gamba realizzai che non potevo in alcun modo evitare quel colpo. Potevo solo subire e in quel momento compresi che si sarebbe realizzata l’unica mia occasione buona per colpirlo, una sorta di contrattacco. In pratica me la sarei giocata tutta nel giro di qualche istante.

    Allargai gli avambracci aprendo così la mia guardia all’offensiva di Sanjuro. Il doppio calcio arrivò molto in fretta. I piedi dello sciamano andarono a sbattere contro il mio addome. Le mie budella si attorcigliarono e il dolore pervase tutto il mio corpo. Mi piegai in due abbassando il busto verso la figura del Sensei e fu in quel preciso momento che avrei iniziato la mia offensiva, se così si poteva chiamare, cercando di sfruttare quel poco di lucidità che mi rimaneva. Sputando fuori tutta l’aria dai polmoni avrei semplicemente allungato il braccio destro tentando una presa alla sua parte di corpo più vicina, molto probabilmente la sua gamba sinistra, in modo tale da aggrapparmi allo sciamano e provare di resistere allo contraccolpo dei calci [Slot Difesa II] [Danno]

    Se la presa fosse andata a buon termine, con la differenza di qualche secondo, avrei allungato il braccio sinistro, a mò di jab, cercando di colpire alla bella e meglio il centro del petto di Sanjuro con la mia tecnica più potente e fidata: Note del Dolore [Slot Tecnica Avanzato] . Non puntavo a fare male, di certo quel ninja sarebbe stato tranquillamente in grado di sorbirsi il colpo ma quantomeno mi sarei tolto la soddisfazione di vederlo scaraventato via.

    A prescindere dal risultato dell’azione con tutta probabilità sarei caduto rovinosamente per terra e analizzando la situazione non mi sarebbero rimaste molte alternative da applicare, vista la condizione della gamba e il dolore atroce all’addome. Quindi con estrema fatica avrei compiuto un ultimo gesto prima di arrendermi. Portando il braccio alla sacca e alzando la schiena avrei caricato e scagliato tre kunai contro la figura di Sanjuro, chiaramente nel caso fosse stata scaraventata in lontananza dalla forza del chakra compresso. Avrei puntato a colpire il busto del ninja, per il semplice motivo che in quelle condizioni non sarei stato in grado di compiere manovre più complesse [Slot Azione II].

    A quel punto, che avessi scaraventato o meno le armi da lancio, avrei sfruttato le ultime forze per raccogliere dalla sacca il tonico coagulante e lo avrei assunto velocemente sperando che quell’intruglio riuscisse a richiudere, entro limiti accettabili, la ferita all’arto [Slot Azione III].

    Al termine mi sarei arreso, non mi rimanevano alternative. Quel maledetto Sciamano mi aveva steso al tappeto, brutalmente. Senza la possibilità di una controffensiva. Sputai per terra. Mi stavo odiando per la mia incapacità.

    Per fortuna che si trattava solo di un allenamento.

    CITAZIONE
    Vitalità Residua: 11/80; (Media + Media + DnT Leggera)
    Chakra Residuo: 5,25 Bassi su 10.
    Consumi: 0,50 Slot Dif I, 0,50 Slot Dif II, 0,50 S&M, 1 TA.

    Note del Dolore: Do! Re!
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore, colpendo l'avversario, può allontanare la vittima fino a 9 metri di distanza tramite il chakra compresso. La Forza del colpo sarà incrementata di 3 tacche. Può essere utilizzata a mani nude o con [Potenziamenti]. È possibile combinarla con le tecniche "Note del Dolore: Mi! Fa! Sol!" e "Note del Dolore: La! Si! Do!" sfruttando un singolo slot tecnica avanzato per attivare le tecniche insieme, sullo stesso colpo.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 | Consumo: Basso)
    [Da studente in su]
     
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    Lo sciamano, in uno dei momenti di lucidità più estrema, aveva attaccato il giovane come avrebbe fatto un tempo con un nemico, quando non era ancora completamente sciroccato, infatti il giovane cercò di evitare i colpi di Sanjuro, ma subendo una ferita non indifferente alla gamba, tanto che essa divenne quasi inutilizzabile, mentre la mano del fattucchiere usciva dalla carne del ragazzo e si preparava a colpirlo con il doppiocalcio. Durante l'azione, il gabbiano Gendo sulla testa di Sanjuro, urlò come solo un gabbiano mezzo morto poteva fare, e quando il ragazzo, sfruttando la posizione scoperta del sensei, lo colpì con la tecnica di Oto, il quarantenne a cui mancavano parecchi venerdì, venne sbalzato parecchi metri indietro e finì nuovamente con la faccia a terra. Non contento, il ragazzo non si perse d'animo e attaccò nuovamente il maestro approfittando della sua caduta per lanciare dei kunai all'indirizzo del suo corpo.
    Sanjuro si girò di scatto e dandosi la spinta con le infradito di legno e plastica gialla, scattò verso le armi, evitandole piegando di lato il busto, dopo una rotazione di 90°.
    I kunai sfrecciarono accanto allo sciamano perdendosi a terra alcuni metri più avanti, mentre il sensei preparava un nuovo assalto verso il ragazzo. Chiaramente la lotta aveva preso il sopravvento nell'animo di un uomo che non era più se stesso, e forse perdendo il senso di dove si trovasse, Sanjuro rischiava di esagerare.

    Fortunatamente per Kato, il bastone Gassan, quello sveglio dei due, aveva previsto tutto, e si era lasciato dimenticare a terra esattamente dove aveva previsto che sarebbe passato Sanjuro, infatti mentre lo sciamano si stava lanciando nuovamente verso il ragazzo di Oto, il piede sinistro dello sciamano impattò contro il bastone lasciato da lui stesso a terra, facendogli perdere l'equilibrio, e facendolo cascare nuovamente di faccia, anzi, di maschera, nel fango.
    Sanjuro restò alcuni secondi disteso, poi si alzò raccogliendo il bastone, e tornò in piedi, con la schiena gobba in avanti. Quindi si avvicinò lentamente al ragazzo, usando il fido Gassan come sostegno per stare in piedi.

    - Ottimo ragazzo ottimo, sarai un ottimo venditore di vasi di ceramica, e un ninja se avrai tempo libero. Ho visto che ti sei ferito, puoi seguirmi fino a Kiri se vuoi, non è lontano, dovremmo arrivare nel giro di una buona settimana a passo svelto. Una volta là potrò curarti con i miei impacchi di moccio di kappa fermentato, e con una rapida dieta di radici di palude, dopo circa due mesi la tua gamba sarà nuovamente in sesto. Alternativamente, se confidi nelle ridicole arti della medicina, qui dietro l'accademia ha un pronto soccorso, ma sono sicuro che farai la scelta giusta! -

    E dondolando, si sarebbe avviato verso Kiri, senza nemmeno accorgersi che probabilmente il ragazzo non lo avrebbe affatto seguito.


    OT
    Ottimo lavoro

     
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    The End.



    La potenza del chakra compresso di Note del Dolore scagliò lontano Sanjuro, lo sciamano. Incapace di difendersi dall’effetto della tecnica. Cademmo entrambi a terra, sbattendo reciprocamente la schiena. Nel mio caso tuttavia il dolore che si aggiunse fu solo una piccola goccia in mezzo all’ocenano se paragonato alla ferita sanguinante alla gamba e il dolore tremendo all’addome. I miei successivi attacchi con i Kunai, come potevo tranquillamente supporre, andarono a vuoto e il Sensei, se così potevo chiamarlo, si alzò puntando nuovamente contro di me. Sgranai gli occhi: -Ma cosa diavolo?!- fu l’unica mia reazione.

    Ero a terra, ormai privo di forze, e a leggere i movimenti del ninja sembrava che avesse tutta l’intenzione di finirmi. Non credevo a quello che stava succedendo. Tuttavia, a riprova dell’imprevedibilità di Sanjuro, accadde qualcosa di inaspettato. Lo Shinobi inciampò sul suo stesso bastone battendo fragorosamente la testa per terra. Quando si rialzò, grazie al sostegno del pezzo di legno, notai in lui qualcosa di ancora diverso. Forse quel colpo, per mia estrema fortuna, aveva modificato il comportamento dello sciamano, salvandomi probabilmente da una situazione drammatica.

    Il Sensei si avvicino e guardandomi, dall’alto al basso, mentre ero disteso a terra, dolorante e sanguinante nonostante l’uso del tonico. A fatica compresi le sue parole visto che a poco a poco la mia lucidità stava venendo a meno.

    Prima di chiudere gli occhi mi resi conto che quel ninja si stava allontanando, dandomi così le spalle. Forse, era veramente finita.



    Mi sentivo a mio agio. Aprii gli occhi e mi guardai attorno. Mi trovavo in un ambiente luminoso, spazioso e dipinto per lo più di bianco. Scrollai la testa e realizzai la situazione: mi trovavo nell’infermeria dell’Accademia. Un agocanula collegava il braccio ad una flebo posizionata al mio fianco e una grande quantità di bende coprivano la mia gamba ferita.

    In quel momento compresi che qualcuno mi aveva portato in infermeria e intuii che difficilmente si sarebbe trattato del mio Sensei. Sospirai. In che diavolo di situazione ero finito? Un’infermiera ad un certo punto, accorgendosi del mio risveglio, si avvicinò informandomi delle mie condizioni. Fortunatamente non c’era niente di rotto, tuttavia non avrei potuto camminare per diversi giorni a meno di non rischiare di aprire la ferita. Diavolo, mi promisi che un giorno l’avrei fatta pagare a quel Sciamano.

    Guardando verso l’esterno del locale, i miei occhi si spostarono verso i giardini dell’Accademia. Per un attimo mi sembrò di vedere un gabbiano volare rasoterra.

    Seguii un sussulto da parte mia. Forse avrei dovuto bere un po' di più di quel brodo, dal Calderone.
     
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