Squame dal PassatoQuest di Villaggio

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    Squame dal Passato I



    Quando Raizen mandò a chiamare la Vespa circa un rapporto su una missione passata, questa già sapeva di cosa avrebbero parlato. Quello che non immaginava, era che uno come Raizen fosse davvero interessato a rileggere vecchi fascicoli risalenti ad alcuni anni prima, all'epoca del Kage dei Nara. Fatto sta, che cercando chissà cosa, Raizen si imbattè in un rapporto circa una missione di infiltrazione autorizzata direttamente da Shika in persona, per scoprire dettagli sui fuggitivi che avevano causato l'attacco all'Accademia molti anni prima. Da questo rapporto non era uscito niente di che, una spia era stata inviata dalla foglia ad Ame, sotto mentite spoglie, per alcuni anni; ed era tornata portando notizie della morte di Yashimata, un criminale del tempo, della morte di Jotaro, altro criminale del tempo, ma niente di più. Forse queste due notizie gli sarebbero saltate all'occhio, ma di fatto, dopo anni di infiltrazione nel villaggio della Pioggia, la spia non sembrava aver scoperto altre informazioni, o forse, non era nel suo compito riferirle...Soprattutto perchè quella spia era Oboro.

    Quello che infatti Raizen mai si sarebbe aspettato dalla sua fida alleata, era che in quegli anni, piuttosto inutili ai fini della raccolta di informazioni, solo gli ultimi giorni la fortuna era stata generosa, e aveva concesso un incontro con un tizio molto particolare, che aveva rivelato alcune informazioni alla donna, anche troppo lascivamente. Che fosse per questo che non aveva rivelato nulla? O forse aveva intenzione di rivendere questi dettagli un giorno? Presto l'uomo l'avrebbe saputo.
    Quando Oboro apparve all'ufficio di Raizen, lo trovò intento a fare le cose che faceva di solito, quindi entrò senza disturbarlo e si sedette, sempre ammantata e con la maschera ocra, in attesa che il capovillaggio le concedesse la parola.
    Quando questo fosse accaduto, e le ragioni della sua convocazione fossero venute esplicitate, Oboro avrebbe frugato dentro il suo mantello, prima di tirare fuori una carta ninja molto particolare. Era avvolta in un panno sigillato con un kanji, separata dal resto delle sue carte ninja.

    - Sapevo che prima o poi qualcuno mi avrebbe chiesto qualcosa di quella missione, ma non pensavo saresti stato tu, comunque è tutto qui, il punto della questione. -

    Disse passando la carta tra le dita, dopo averla liberata dalla sua protezione di panno. Quindi la afferrò tra indice e pollice, e la attivò, rilasciando da essa una traccia di chakra. Era il chakra dell'uomo che aveva incontrato ad Ame, che aveva registrato nella carta, sfruttando il trucco della conversazione scritta su di essa. L'aveva tenuta nonostante gli anni, più per curiosità che per altro, dato che non poteva farci un bel nulla. Forse era più un ricordo dell'incontro più strano che aveva mai avuto.

    - Questo è il chakra dell'uomo che ho incontrato due o tre giorni prima di partire da Ame, non ho idea di chi sia, forse tu hai già incontrato questo chakra, che ne dici? L'ho conservato per via delle cose che mi ha rivelato in cambio del mio aiuto...che poi non ha voluto. -

    Se Raizen avesse voluto analizzare il chakra contenuto nella carta, la Vespa gliela avrebbe passata, quindi avrebbe ripreso a parlare della missione, raccontando a Raizen gli eventi avvenuti al tempo. E spiegandogli come si era mossa dopo essere tornata al villaggio.

    - Dunque, la questione andò più o meno così...Mi trovavo ad alloggiare ad una locanda nel villaggio della pioggia. Avevo assunto le sembianze di una dottoressa dell'obitorio, e passavo le giornate a scambiare cadaveri e informazioni con spie di altri villaggi; in alcuni anni sono riuscita a mettere assieme solo pochi dettagli, circa un paio di nukenin del tempo passati a miglior vita. Non ho potuto confermarne il decesso in prima persona, ma molte fonti di provenienza estremamente diversa concordavano su molti dettagli, quindi è stata appurata la loro morte. Stavo quasi per lasciare il villaggio, dato che la mia missione era di avere appunto informazioni su questi traditori legati ai Kurotenpi, quando, pochi giorni prima di ripartire, un qualche caso fortuito ha voluto che un tizio prendesse il posto di un mio cliente, e si facesse vivo ad un appuntamento per il quale non era invitato. Era un tizio strano, robusto, e di bell'aspetto; non so dire se fosse trasformato, ma ci siamo incontrati sempre con le stesse sembianze. Insomma, questo tizio, sembrava interessato all'accesso ai piani alti di Ame, e io mi sono offerta di aiutarlo, come con tutte le spie del posto, ma quando è venuto fuori che non aveva il becco d'un quattrino, il tipo si è offerto di pagarmi in informazioni. -

    Oboro continuò spiegando quasi ridendo la conversazione che aveva avuto con quel tizio, un discorso risalente a molti anni ancora antecedenti, riguardo posti, persone e luoghi tirati più fuori da un romanzo o da dei ricordi, che da un registro di informazioni. Il racconto si fece sempre più fitto.

    - Per fartela breve, questo tipo ha iniziato a raccontare di ninja di Kiri, spade, portatori di demoni, un guardiano oscuro deceduto di nome Kamuro, la tagliateste, Ayato, e tante altre cose che sul momento mi fecero quasi cascare la testa nel piatto. Non avevo idea di chi fosse o se mi stesse prendendo in giro ma lo lasciai fare, dopotutto non voleva il mio aiuto diretto, quindi non rischiavo nulla.
    Alla fine tornai alla foglia e non riportai a Shika niente di tutto questo, la mia missione era un'altra, e se gli avessi detto che mi ero messa al servizio di un tizio che mi aveva indicato dove trovare antiche spade, probabilmente il Nara mi avrebbe fatto sedare. -


    Cosa c'era di vero in tutto ciò?


     
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    Buone Nuove







    Quando Oboro giunse nell’ufficio e prese a parlargli la lasciò fare, ascoltandola.

    Hai visto?
    Mi piace sorprendere le persone.
    Anche se onestamente mi sarei aspettato un po’ meno sorpresa.


    Disse crucciato.

    Purtroppo del chakra non posso sapere nulla, ma il mizukage è un caro amico, saprà certamente riconoscere quel chakra, o, in caso, sapere chi gli sparge ai quattro venti i segreti del suo villaggio.
    Puoi duplicare la carta no?


    Ottenuto il doppione evocò Kubomi.
    In caso contrario prima di farlo avrebbe riflettuto qualche secondo.

    Beh, in ogni caso potrà ricavarne più informazioni lui di me.
    Riporta anche tutte le informazioni che hai comunicato a me, spade incluse, ma scrivila come se la dicessi io


    Ehhhhi, spicchio di sole!

    Disse mentre carezzava il piccolo drago.

    Sempre il solito servizio, letterina per quel tontolone del Mizukage.
    Vola alto e mimetizzato, al minimo attacco o pericolo sciogli l’evocazione e torna al faro.
    Vai!


    Gli disse pacatamente mentre lo salutava.

    Beh, senti le buone notizie, Oboro.

    Interloquì tornando alla kunoichi.

    Non ti farò sedare, anzi, ti direi di accompagnarmi gentilmente alla Samehada, la cerco da un pezzo e fino ad ora sono arrivato a piste morte.
    Vediamo dove porta questa.
    E…


    Mentre parlava si assicurò la cinta, come se fosse l’ultimo tassello di una lunga serie di preparativi, per poi aprire la porta e indicare l’esterno.

    …direi che possiamo pure partire.

    Sorriso smagliante e sguardo illuminato dal desiderio di mettere le mani su un oggetto ambito da più tempo di quanto non volesse ammettere.
     
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  3. **Kat**
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    I ~ I Tesori perduti di Kiri: Un dono per l'Hokage


    I

    l silenzio regnava sovrano nei meandri della Sede sotterranea della Radice. I corridoi erano illuminati da alcune lanterne e solo alcuni atri, sovrastati da archi in pietra, potevano godere della luce naturale della superficie. Mentre nel Villaggio di Konohagakure no Sato la routine procedeva tranquilla come di consueto, alcuni Ninja percorrevano quelle buie e segrete sale sotterranee per garantire la pace e la sicurezza della Foglia. Un Albero si appoggiava inevitabilmente alla robustezza e solidità delle sue radici. E tutti i Ninja della Radice avevano accettato quel pesante fardello per il Paese del Fuoco.
    La fiamma di una candela traballa per alcuni secondi a causa di uno spiraglio di vento, probabilmente proveniente da un atrio vicino, formato da alcuni ponti a strapiombo in quelle caverne sotterranee che facevano da crocevia per i varia ambienti che componevano la Sede della Squadra speciale di Konoha. In una sala allestita adeguatamente con gli attrezzi da Erborista

    Competenza Creazione [Generica]

    Erborista (Veleni ed Antidoti)



    Artigianato
    Speciale: L'utilizzatore è in grado di creare l'equipaggiamento ninja parigrado, se ha con se un'adeguata attrezzatura ed circa 1 ora ogni 10 crediti. L'utilizzatore può creare solo 1 singola tipologia di equipaggiamento scelta all'acquisizione. In base alla tipologia scelta, cambia il nome della competenza: A distanza 'Armiere', Mischia 'Armaiolo', Potenziamento 'Armoraro', Protezione 'Corazziere', Bombe 'Alchimista', Tonici 'Farmacista', Veleni 'Erborista', Meccanismi 'Geniere', Vario 'Artigiano'. Può creare solamente equipaggiamenti dell'archivio liste.
    [Da Genin in su]
    una Kunoichi sembrava assorta nella lettura di alcuni Tomi e ricette, trovate nell’antica biblioteca della Radice.
    La candela riacquistò il suo vigore, passata la folata di vento, illuminando maggiormente la stanza ed il volto della giovane donna. La Fuyutsuki, vestita con la divisa della Radice ma priva di maschera, sembrava assorta in una silenziosa lettura, mentre il suo alambicco iniziava a fumare ed a brontolare per l’acqua che finalmente bolliva. Nella Sala da Erborista si respiravano diversi profumi, incenso, fiori stagionali ed erbe aromatiche. In alcuni vasi erano stati raccolti piante e fiori indispensabili per la realizzazione di Veleni ed infusi. Alcune radici erano state catalogate all’interno di alcune teche su uno scaffale frontale. Un armadietto laterale in legno invece raccoglieva altri ingredienti, probabilmente provenienti dalle dispense degli Aburame. Sul tavolo da lavoro c’era mortaio, pestello, pinze, provette e varie ciotole di diversa misura.
    - … - Assorta nel profondo silenzio che regnava nella stanza la Genin continuava a sfogliare il polveroso tomo. Solo il brontolio dell’acqua all’interno dell’alambicco interrompeva quel silenzio. Con un sospiro la ragazza ripone il tomo sul tavolo da lavoro, mentre il suo dito si sofferma sull’immagine di una pozione. Un sorriso si dipinge sul suo volto. - Amortentia. - La sua mente calcolo rapidamente i tempi di preparazione della pozione. Probabilmente quella piccola provetta che conteneva un liquido rosato era la soluzione a tutti i suoi problemi. - Pozione d’amore. - La serietà di quel momento meditativo viene interrotta da una sinistra luce nei suoi occhi. La sua vita sentimentale era alquanto “difficile”, soprattutto dopo l’imbarazzante fraintendimento con l’Hokage. Pensava di non aver fatto una bella figura ad accusare l’uomo più importante del Villaggio di averla convocata con un futile pretesto solo per godere della sua presenza. Si morse il labbro inferiore non appena notò che i tempi di preparazione erano troppo dilatati, nonostante le sue eccelse capacità in Erboristeria. Inoltre i suoi pensieri si soffermarono sulla Missione a cui doveva prepararsi. Aveva solo quarantotto ore.
    In realtà per gli Antidoti ed i Veleni che aveva intenzione di creare erano più sufficienti. Anzi grazie alle sue abilità con Piante e Radici non avrebbe impiegato molto tempo. Sospirò leggermente, visibilmente delusa per non poter realizzare l’Amortentia in tempo e propinarla all’Hokage quanto prima. Rinunciò all’idea, almeno per ora, ed impiegò tutte le sue conoscenze<elemento>Maestro Erborista I
    Speciale: L’utilizzatore può creare l’equipaggiamento [Veleni] o [Antidoti] parigrado, se ha con se un’adeguata attrezzatura ed circa 1 ora ogni 50 crediti. L’utilizzatore, se dispone di un’Officina permanente, il tempo di preparazione è ridotto a 1 ora per 150 crediti.
    [Richiede competenza creazione (Erborista)]
    [Da Genin in su]

    per poter creare due antidoti ed un veleno[ Antidoti Base x2: 30 crediti + Veleno Debilitante C1: 50 crediti = 80 crediti / Tempo richiesto: 1 ora e 36 minuti], che potrebbero essere utili per la missione. Dopo aver portato al punto di ebollizione l’acqua iniziò a tritare alcune erbe verdi, ricavandone la linfa grazie ad un mortaio ed un pestello. Un piacevole profumo si alzò dal recipiente di ceramica. Aggiunse le erbe all’interno dell’alambicco, introducendo anche alcuni petali gialli ed un misurino di una particolare resina proveniente dalle Paludi più periferiche del Paese del Fuoco. Distillato il composto, la Fuyutsuki travasò il pallido liquido all’interno di una provetta, con un ago applicato su una sua estremità. Effettuò tale procedura per ben due volte per creare due Antidoti
    Antidoto Base [Tonico]
    Devono essere riferite ad un particolare tipo di veleno (C1, C2); altrimenti è inefficace. Una dose di antidoto annulla tutti gli effetti del veleno scelto al termine del round dell' assunzione.
    Tipo: Supporto-Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 15)
    .
    Stavolta indossando alcuni guanti protettivi, per non entrare in contatto diretto con le sostanze nocive che avrebbe dovuto maneggiare, iniziò a tritare con un coltello taglia-erbe una radice molto secca, probabilmente proveniente dal Deserto del Paese del Vento, ed aggiunse alla mistura il succo di un frutto esotico dall’insolita forma. Introdusse un po’ di acqua all’interno della ciotola ed una linfa molto appiccicosa. Travisò tutto all’interno di un pentolino con un fuoco già ben acceso. Con il passare del tempo il liquido presente all’interno del pentolino iniziò ad assumere un colore diverso.
    Creò il suo velenoVELENO DEBILITANTE C1 (5 DOSI)
    La somministrazione di 1 dose causa un malus di una statistica primaria scelta di 2 tacche per 2 round. La
    vittima, se somministrate ulteriori 2 dosi entro 2 round dalla prima somministrazione, sarà Spossata (DnT Leggero).
    Tipo: Supporto - Variabile
    Dimensione: Minuscola
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 50)
    [Da genin in su]
    . Grazie all’esperienza accumulata nell’Erboristeria impiegò solo un’ora e mezza per creare i tre composti.

    [ … ]

    Fu convocata insieme ad Oboro, come pattuito, dopo quarantotto ore. La Fuyutsuki indossava la divisa della Radice ed un’anonima maschera sul volto per celare la sua identità. Ampio Haori nero con cinghie rosse sulle spalle. La manica destra era completamente assente, a differenza della parte sinistra, che si delineava come un classico soprabito. Sottile maglia rossa piuttosto scollata ed Obi a fascia che manteneva saldamente la divisa al corpo della ragazza. Lunghi e stretti pantaloni neri con sandali Ninja. Guanti rossi e neri fino al gomito che celavano le Fasce da combattimento. Porta Kunai ben saldo alla coscia destra, coprifronte alla fronte che cela il Byakugō no In ed infine nastro che raccoglieva i capelli in un fiocco con anelli in ottone.
    Ikuuya rimase in rigoroso silenzio proprio come un ombra. Non si presentò, ma rivolse solo un debole saluto all’uomo dietro la scrivania. Anche perché dopo la situazione imbarazzante che si era creata quarantotto ore prima nel suo ufficio, preferiva riacquistare punti ai suoi occhi e parlare il meno possibile. Forse aveva intuito il modo per risaltare agli occhi dell’Hokage. Finalmente si sarebbe accorto di lei. Sperava d’impressionare Raizen-sama durante la Missione. Strinse leggermente i pugni ed abbozzò un sorriso. Questa era la sua occasione.
    Oboro iniziò ad esporre il resoconto di una missione ad Ame. La donna aveva vissuto per un po’ di tempo sotto copertura nel Paese della Pioggia per raccogliere alcune informazioni sul decesso di diversi Nukenin. La missione di spionaggio risaliva al precedente Hokage, Shika Nara. Gli occhi cristallini della ragazza si soffermarono incuriositi sulla Carta Ninja estratta dalla Donna-insetto che conteneva il Chakra di un misterioso uomo. Ci fu un fitto scambio d’informazioni tra l’Hokage ed il Membro della Squadra Speciale. Ikuuya cercò di seguire il flusso d’informazioni, anche se riuscì ad estrapolare solo pochi concetti. In un luogo impreciso delle cinque nazioni Ninja, per le confessioni di contatto di Oboro, c’erano alcune spade da recuperare appartenute un tempo a Kiri.
    Improvvisamente un Drago di piccole dimensioni comparì all’interno della stanza, pronto per volare verso il Paese dell’Acqua per contattare immediatamente il Mizukage. Le informazioni furono scritte con del Chakra su una carta Ninja ed inviate grazie all’Evocazione. Erano due Jutsu che la Fuyutsuki non conosceva e quindi osservò con particolare interesse. - Uhm.. è la Kuchiyose No Jutsu? - Non riuscì a trattenere la curiosità e rivolse la domanda direttamente all’Hokage. Abbozzò un lieve sorriso, anche se era sistematicamente celato dall’anonima maschera.
    Intanto iniziò a realizzare che la Missione che stava per affrontare poteva rivelarsi davvero pericolosa. Agire in un Villaggio sconosciuto e seguire le indicazioni di un uomo misterioso non tranquillizzò affatto l’animo della Genin. Ma infondo era consapevole dei pericoli e c’erano motivazioni molto più forti del timore per la propria vita. Osservò con insistenza lo sguardo solare di Raizen-sama. Probabilmente quel cimelio di Kiri significava molto per lui. Era determinata ad irrompere in qualsiasi villaggio, setacciarlo da cima e fondo e trovare quella leggendaria spada. Era la sua occasione per entrare nelle grazie del Colosso di Konoha. Le guance iniziarono a tingersi di rosso e gli occhi s’illuminarono. Non aveva bisogno di una pozione d’amore per farlo cadere ai suoi piedi, ma consegnargli la Samehada e dimostrare il suo valore in battaglia. Non era una stupida ragazzina eternamente infatuata della carica più importante del proprio Villaggio.
    - Si..Si! - Accelerò il passo non appena si rese conto di non essere ancora uscita dall’ufficio. Era rimasta leggermente indietro. L’aria sognante ed idilliaca che aveva avvolto la ragazza nei suoi felici “Happy Ending” con Raizen-sama la fecero avanzare quasi un metro dal pavimento. Cercò di trattenere gridolini od urla estasiate per quella opportunità. - Cos’è la Samehada? Forse avere qualche dettaglio in più su questi cimelio potrebbe aiutarmi nella missione. Dove siamo diretti di preciso? - Insomma desiderava acquisire maggiore consapevolezza della situazione. Le qualità e il numero d’informazioni in una Missione potevano fare la differenza tra la vita e la morte.
    In attesa di ulteriori dettagli la mano destra della Genin scivolò verso le tasche della sua divisa, dove c’era un piccolo porta-provette con le sostanze che aveva creato nel suo laboratorio medico. In tutto erano due Veleni e tre Antidoti. Estrasse una provetta munita di ago che conteneva una sostanza giallo paglierino. Era un Antidoto che aveva preparato per una persona speciale. - Raizen.. Probabilmente saremo esposti ad ogni forma di pericolo. Ho studiato le piante e le sostanze velenose che proliferano in zone particolarmente umide.. e sono riuscita a preparare anche questo Antidoto. Non ha un ampio spettro d’azione come speravo.. ma potrebbe tornarti utile. - Decise di arrivare subito al punto. Si preoccupava per l’incolumità del suo Hokage ed era lì per scongiurare eventuali avvelenamenti accidentali. Porse uno dei suoi antidoti al Colosso della Foglia. Sperava che apprezzasse il suo gesto. Il primo passo verso la conquista del cuore di Raizen-sama era stato fatto.




    Edited by **Kat** - 14/6/2016, 23:39
     
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    L'isola della Tomba




    Raizen ascoltò tutto il resoconto con calma. Era cambiato molto, da quando la donna lo aveva conosciuto la prima volta in assoluto. Molto più posato, molto più riflessivo, almeno in situazioni di calma. Nella stanza assieme a loro due, anche Ayuuki, in veste di membro della Radice. Senza dubbio, la ragazza stava svolgendo un ottimo lavoro come ninja; era stato un investimento davvero positivo; la sua risoluzione era tale da dimostrarsi una delle più promettenti nuove leve da molti, molti anni.
    Raizen avrebbe avvertito il Mizukage delle informazioni ricevute, e chiese un doppione della carta ninja fabbricata da Oboro, per mandare prova ad Itai di Kiri di ciò che alla Foglia era stato rivelato. Oboro rispose affermativamente, ed estrasse una seconda carta. Usando il suo chakra, le informazioni della prima carta furono copiate e trasferite sulla seconda, come se fosse stata scattata una foto; quindi porse al Kage il pezzo di cartoncino rettangolare. La ninja aveva idea a tutt'oggi dell'identità dello strano individuo conosciuto ad Ame, ma se Raizen voleva vederci chiaro inviando la prova ad un altro Kage, chi era lei per opporsi.
    Il colosso della foglia rimase composto durante tutta la spiegazione, ma sul finire del discorso, Oboro potè chiaramente percepire che qualcosa era cambiato nel suo Kage; non sapeva a causa di quale delle informazioni che gli aveva appena passato, ma ora sentiva in lui, grazie soprattutto al loro legame, che qualcosa premeva dentro al suo sovrano, qualcosa che lui bramava come un bambino; infatti senza perdere altro tempo, Raizen avrebbe fatto confezionare una missiva per Itai, e sarebbe partito con le presenti alla volta di questo luogo.

    - Un attimo, lasciami capire bene. Vuoi partire per un'isola Kiriana, adesso? Così, basandoti su informazioni di un perfetto nessuno riguardo spade e gente morta? -

    Oboro aveva avuto una lunga serie di nomi dall'informatore, ma per lei significavano poco o nulla; per Raizen invece, erano molto più che sufficienti a partire immediatamente, anche alla cieca se necessario.
    La Vespa nascose una certa incertezza e un brutto presentimento, riguardo a quello che questa idea, estremamente avventata, ed estremamente da Raizen, si delineava davanti a loro.
    Non avevano la minima idea di cosa li stesse aspettando. Poteva esserci una trappola, o peggio. Senza contare che un Kage voleva andare a rovistare in una tomba in un paese alleato.
    Alleato certo, ma sempre in casa d'altri, col rischio magari, di non trovare un bel nulla. Inutile dire che lei temeva l'opposto, ovvero che avessero effettivamente trovato qualcosa. Spesso l'Hokage dimenticava che i suoi alleati non avevano un demone dentro, e non erano in grado di affrontare tutto e indistintamente come lui; come la strage al tempio del cinque code ne era stata dimostrazione. Si sarebbe dovuta preparare al peggio.

    Quando furono fuori dall'ufficio, la ragazza chiese al gruppo cosa fosse la Samehada. Prima di rispondere, Oboro sperò tra sè e sè di non stare andando in un'isola sperduta a rovistare in una tomba proprio per questo motivo.
    Tirò fuori un piccolo libriccino dal mantello e sfogliando un paio di pagine, ripeté ad Ayuuki un piccolo riassunto, dai suoi appunti.

    - Secondo gli archivi, è un'antico manufatto del villaggio della Nebbia. Una sorta di spada risalente alla prima generazione degli spadaccini della nebbia. L'ultimo avvistamento risale all'armeria personale del Kage che ha preceduto Shika qui alla foglia, poi se ne sono perse le tracce. Sinceramente non saprei dirti di più. - Ed era sincera. A caccia di una spada chissà dove a Kiri. Dentro di sè si stava ancora maledicendo per non aver tenuto la bocca chiusa, o non essersi fatta cancellare la memoria.
    Se avessero volato, il viaggio sarebbe stato decisamente più breve, altrimenti avrebbero dovuto proseguire via terra fino alla costa, per poi raggiungere l'isola della Nebbia di Sangue, a parecchi giorni di distanza da Konoha. Raizen avrebbe deciso il percorso. Oboro aveva già con sè tutto quello che le serviva, quindi non avrebbe dovuto tornare al Covo per recuperare le sue scorte di equipaggiamento.

    [Sull'Isola]

    Il viaggio, che fosse stato aereo, o dilazionato via terra, sarebbe trascorso in tranquillità e senza maggiori intoppi, a parte una scarica di vomito che avrebbe colpito Oboro se avessero volato su un qualche stramaledetto drago, data la difficoltà della donna di abituarsi alle altezze.
    Avrebbero potuto scorgere l'isola solo una volta vicini alle sue coste, a causa della fortissima e decisamente densa foschia che attanagliava la zona. Arrivati a poche centinaia di metri dalle sue spiagge innevate, la temperatura sarebbe scesa vertiginosamente; in modo molto poco naturale, e tutti se ne sarebbero resi subito conto.
    L'isola non era estremamente grande, e se c'era qualcosa di simile ad un qualche tempio o a una qualche struttura, il gruppo l'avrebbe notata in fretta, dato che oltretutto, Oboro era stata informata sulla posizione del luogo che stavano cercando. L'unico problema era che sia sorvolando, sia analizzando a piedi la zona in questione, era possibile scorgere solo terra coperta da diverse dita di neve, a perdita d'occhio. Un vero e proprio mare di neve.
    Che fosse stata ingannata? Dopotutto se davvero in quel luogo era presente qualcosa di valore simile, perchè non avevano incontrato guardiani, o difese, o sigilli. Solo neve. E freddo.
    Se fosse stata interpellata da Raizen sulla sicurezza delle informazioni, Oboro avrebbe continuato a ripetere la stessa litania. Il luogo era quello, e l'informatore sembrava serio; ma la possibilità di una truffa non era da ignorare.

    - Beh guarda il lato positivo. Se ci hanno ingannati, e tu hai fatto una pessima figura con Itai, almeno sappiamo che un tizio gira là fuori con un ottimo senso dell'umorismo. -

    Che avessero analizzato l'area usando tecniche di visuale, basate sui sensi o sul chakra, avrebbero trovato solo neve. Neve a perdita di pazienza, e un dannato freddo che si estendeva per km. Su quell'isola non c'era un bel niente.
    Eppure la kunoichi, sin dal momento dello sbarco, aveva percepito come una sensazione, qualcosa di remoto, a cui non aveva fatto caso, probabilmente a causa del freddo, che le stava facendo maledire ogni singola divinità da quel giorno alla fine della sua vita. Avrebbe atteso molto tempo prima di parlarne a Raizen. E quando fosse venuto il momento, lo avrebbe fatto assicurandosi che Ayuuki non la sentisse.

    - Raizen, c'è qualcosa qui. Qualcosa di strano, che mi mette i brividi, e non parlo del freddo. Eppure è come se fosse familiare, non capisco se si tratti di ansia o di una sensazione in particolare, ma non l'avevo mai sentita. Non mi sento tranquilla, qualcosa ci sta come fiatando sul collo. Mi sembra di avere un'enorme ombra sopra la testa, che ricopre tutto quanto e mi appesantisce le gambe. - Cosa intendeva la Kunoichi? Non era in grado di spiegare il significato di quella percezione, eppure ne era certa, qualcosa aleggiava su quella neve, qualcosa di poco accogliente.






     
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    Spiacevoli Sensazioni







    Guardò Oboro lievemente sorpreso.

    Beh?
    E che vuoi fare?
    Stare qui a marcire?
    Le informazioni son queste, di più non ne abbiamo e non ne avremmo, e indovina un po’ chi è il ninja più esperto del villaggio?
    Non mi sembra di poter fare di meglio onestamente.
    Mentre la signorina qui necessita di farsi le ossa, penso non ci sia niente di meglio di un posto quasi sicuramente disabitato, no?


    Disse con un sorriso soddisfatto.
    Usciti dall’amministrazione prese gli antidoti di Ayuuki, riponendoli nella sacca dell’equipaggiamento.

    Come ti ha detto Oboro la Samehada è un arma così vecchia da essere quasi una leggenda.
    O meglio, lo è, la sua potenza da quel poco che ormai si sa era incredibile visto che dopotutto si parlava di una spada.
    Diciamo che ci sono indirettamente affezionato quanto incuriosito.
    Vorrei comprenderla, questione di deformazione professionale immagino.


    Intrecciò i sigilli e Hibachi comparve dinnanzi a loro, decine di metri si spire scarlatte ricoperti di grosse scaglie simili a tegole più che a squame.

    Toh, l’Hokage.

    Salutò con ironia.

    Toh, la portantina.

    Gli rispose Raizen, solo per veder comparire una gigantesca nuvola di fumo che indicava il pareggiamento della grossa creatura.

    Ma guarda te che figlio di puttana.

    Esclamò constatando l’effettiva sparizione del drago.

    Io spendo un pozzo di chakra per portarlo dalla calda culonia in cui sta e lui mi si pareggia senza manco salutare!
    E fa pure l’offeso!
    Cazzo mi chiamò piscialetto!


    Continuava a borbottare mentre componeva nuovamente i sigilli.

    E però!
    Non ti si può dire nulla!


    Disse non appena il drago comparse nuovamente.

    Via, devo andare in quel ghiacciaio di Kiri e potresti darmi una mano.

    Il drago agitò la testa facendo sibilare la grossa lingua.

    E da quando le portant…

    Raizen sbottò.

    E PORCO HAGOROMO!
    MA CHE PALLE!
    DEVO CHIEDERTI SCUSA?!?
    VA BENE!
    SCUSA!


    Hibachi chiese il silenzio muovendo la mano destra lievemente.

    Volevo solo romperti le palle.

    Ammise con poche parole.

    È sempre divertente, eri così convinto che andasse tutto liscio

    Fece un cenno della testa autorizzando il trio a salire.
    Se era vero che i rettili erano animali a sangue freddo era altrettanto vero che Hibachi lo aveva così caldo da essere percepibile attraverso i vestiti, quasi un calorifero.
    Erano in viaggio da qualche ora quando Oboro decise che il suo stomaco non gradiva più il cibo che ci era stato messo dentro, sentendo l’impellente bisogno di espellerlo.

    Ehhhhh! Ma che schifo dai!

    La afferrò per il mantello con un clone dandogli una mano a sporgersi oltre il drago di modo che non gli facesse un allegra sfumatura giallastra.

    Mi rovini il drago così!
    Come ce le porto a giro le kunoichi poi?


    Il drago girò placidamente la testa a guardarlo.

    Di sti tempi, più che kunoichi ci porti problemi qui sopra, altrochè.

    Il Colosso sbuffò.

    E vabbè, rovinami pure le battutine di spirito ora.
    Immagino che il vomito secco cotto dalla lava abbia un odore gradito ai draghi.


    L’arrivo all’isola fu… deludente.

    Poi la gente si chiede perché Konoha è più popolosa.
    Guarda lo schifo di sto posto.
    Una spianata bianca.


    Commentò guardandosi attorno, anche se arrivando il vertiginoso precipitare della temperatura aveva attirato la sua attenzione.

    Te mi dicevi che sei sicura vero?

    La donna insetto riconfermò il tutto, anche se pareva avesse fatto una lieve marcia indietro.

    Ey ey.
    Non iniziamo eh.
    Tu hai passato le informazioni, se hai cannato la schiappa sei te, non io.


    In realtà non sapeva poi troppo bene cosa fare nemmeno lui, non capitava spesso di partire per una missione e trovarsi spiattellato nel viso il semplice nulla più assoluto.
    Il nulla non portava mai nulla di buono.

    E ora perché stai li impalata come uno stoccafisso?

    Chiese dopo che, avendo perlustrato l’area a piedi si era accorto della reticenza di Oboro nel seguirlo passo passo.

    E a me sinceramente inizia a sdubbiarmi tutta questa storia, inizio a pensare che possa esserci qualche sorta di illusione.
    Una volta un uchiha ne aveva usata una parecchio scomoda su un oggetto, praticamente se lo guardavi potevi decidere cosa vedeva il malcapitato.
    Sarebbe comodo nelle giuste dimensioni per nascondere qualcosa nella neve, oppure l’entrata potrebbe essere attraverso una botola, se così non fosse…
    Magari prima accertiamocene, poi si vedrà cosa fare se le cose non vanno come previsto.
    Il posto è grande, ma noi abbiamo qualcosina da sfruttare.
    Hibachi, che ne dici di portarci qui un pezzetto di Kurohai?


    Il grande drago annuì ed in pochi istanti una grossa parteTerreno Sacro
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nessuna
    L'utilizzatore in un area di 9 metri di raggio può modificare l'allineamento climatico del terreno, rendendolo affine al proprio. La tecnica modificherà visibilmente l'ambiente potenziando le tecniche dell'evocatore e del drago entro il raggio di 10, e depotenziano tutte le altre di 5. Dura 5 round. Pagando un Basso extra può essere attivato mediante sigillo, la durata va pagata preventivamente. E' possibile impostare il sigillo perchè si attivi dopo un determinato periodo.
    Tipo: Ninjutsu-Vario
    (Livello: 5 / Consumo: Medio Mantenimento: Basso)
    [Da Genin in su]

    Sovrano del Terreno Sacro
    Talento: L'utilizzatore tramite uno slot tecnica ed un consumo basso, può aumentare le dimensioni di un Terreno Sacro già attivo fino a 30 metri di raggio. Non è possibile applicare le altre abilità 'talento' in combinazione, 1 volta ogni 2 round.
    [Da Jonin in su]
    della radura prese a riscaldarsi, probabilmente sciogliendo la neve e con l’acqua ancora calda riuscire ad espandersi ulteriormente, sciogliendosi da sotto il caldo non si sarebbe infatti disperso prima che la neve sparisse del tutto.

    Intanto, Oboro, che senti?
    Quella sensazione è più vivida da qualche parte?
    Sei sicura di non averla mai sentita?
    Mi hai appena detto che è familiare, familiare in che senso?
    Ma se non altro almeno il “nulla” ha fatto un passino indietro, certo, meglio se ci avesse mostrato dell’altro al posto di una sola sensazione, soprattutto se così sgradevole.
    E non fare la rompicazzo dicendomi che faccio troppe domande, meglio troppe che poche.


    Mentre aspettava quei pochi istanti necessari a farsi rispondere gli tornò alla mente il precipitoso calo di temperatura che aveva percepito all’arrivo.

    Senza contare la temperatura, si è abbassata troppo in fretta e un isoletta così piccina non riesce a generare masse d’aria sufficienti a giustificare cali così vertiginosi rispetto al mare che mitiga, non vorrei che avessimo subito qualcosa durante quel lasso di tempo.

    Guardò Oboro.

    Se siamo già nella merda do le colpe a te!

    Disse con un mezzo sorriso cercando di smorzare la tensione.
     
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    II ~ L'Isola della Nebbia Insanguinata: Deserto di ghiaccio


    D

    opo aver avvisato il Mizukage ed aver ascoltato tutte le informazioni raccolte da Oboro-san, Raizen-sama sembrava già pronto per mettersi in viaggio per una misteriosa e fredda isola. Nonostante le perplessità della stessa Aburame l’Hokage non sembrava voler sentire ragioni. Quei sospetti e quei racconti provenienti dalla bocca di un contatto di Ame sembrano abbastanza validi, o almeno agli occhi dell’uomo più importante di Konohagakure no Sato, per poter avventurarsi nelle umide e fredde lande del Paese dell’Acqua.
    Di certo la Fuyutsuki non aveva nessuna intenzione di contraddire l’Hokage, non per timore visto che era abbastanza ragionevole quando voleva, ma perché non conosceva l’attendibilità di quelle informazioni o le terre che dovevano visitare per trovare il cimelio Kiriano. Sicuramente si fidava del buon giudizio del Colosso della Foglia, anche se aveva imparato a seguire le sagge direttive di Oboro-san. L’Aburame era stata una preziosa alleata, forse un’amica che l’aveva accompagnata per mano durante il suo percorso formativo nella Radice. Grazie ai suoi insegnamenti ora indossava con fierezza la divisa della Squadra Speciale. Avrebbe affiancato Raizen-sama per la prima volta sotto l’identità di Ikuuya.
    Prima di partire per la missione la Fuyutsuki reputò essenziale conoscere qualcosa in più sulla leggendaria Samehada. Nonostante frequentasse assiduamente ormai da diversi mesi il Dojo di Atasuke-sama, dove si coltivava con dedizione la passione per il combattimento corpo a corpo armato e non, la ragazza non aveva mai sviluppato un particolare interesse verso le spade o le Katane. Preferiva combattere a mani nude e non era a conoscenza dei leggendari cimeli di Kiri. Ascoltò quindi con estremo interesse le parole dell’Aburame, che estrasse un libricino con alcuni appunti al suo interno. Poche erano le informazioni sulle capacità della Samehada. - Suppongo che se ritroveremo questo antico manufatto non sarà facile portarlo a Konohagakure no Sato. Il Mizukage sicuramente ne rivendicherebbe la paternità. - Piccola osservazione la sua. Era abbastanza titubante sul fatto che Raizen-sama potesse custodire quella spada nella sua personale armeria. Era un manufatto legato alla storia e alla tradizione del Paese dell’Acqua. Ma forse la sincera amicizia che legava i due Kage poteva assicurare uno “scambio” abbastanza equo. - Bhè… Raizen ti seguiremo fino in capo al mondo! - Rispose anche per l’Aburame, che continuava ad essere alquanto titubante per il viaggio nelle terre di Kiri. Allargò un sorriso. In effetti era anche un’occasione per affinare le proprie capacità. Era giunto il momento di uscire dai sotterranei della Radice.
    Non riuscì a trattenere un divertito sorriso non appena il rude Hokage richiamò una delle sue creature, che non sembrava affatto contento di essere definito come la portantina di turno. Sicuramente in groppa a qual maestoso Drago avrebbero risparmiato un bel po’ di tempo. Cercò di trattenere le risate, anche se alla fine dovette soffocarle portando le mani al viso. La scena era diventata piuttosto esilarante. Ma alla fine furono invitati a salire sul dorso squamato del Drago. La Fuyutsuki ebbe molto cura a non scheggiare nessuna squama con il suo equipaggiamento. Non voleva essere espulsa dal volo in alta quota.
    Preferì rimanere in silenzio a questo punto e seguire i due Ninja di Konoha per raggiungere l’Isola della Nebbia Insanguinata. Già dal nome non si preannunciava nulla di buono, ma si fidava ciecamente del suo Hokage.

    [ … ]

    Il Viaggio fu incredibilmente piacevole, contro ogni sua aspettativa. Anche se il dorso della Creatura era piuttosto squamoso e rigido, il calore che emanava era molto piacevole, tanto da non far soffrire la Fuyutsuki della repentina escursione termica. Discorso diverso invece fu per l’Aburame. - Non ero a conoscenza dei tuoi problemi con i mezzi di trasporto, Oboro-san... altrimenti ti avrei preparato un concentrato di erbe antiemetiche. - Si rivolse leggermente dispiaciuta verso la donna, che non aveva un bel colorito. O meglio lo aveva peggio del solito.
    Per la Kunoichi era la prima volta che metteva piede sul suolo Kiriano. E subito desiderò di ritornare nella mite e rigogliosa Konoha appena atterrata. Il Paese dell’Acqua, a differenza di quello del Fuoco, era molto diverso. L’aria era molto più densa di nuvole e pungente. Le temperature caddero in modo vertiginoso non appena il Drago raggiunse la misteriosa isola. L’umido sottosuolo dell’isola era completamente innevato. Si riusciva a scorgere ben poco ad un palmo dal naso. Una leggera foschia affievoliva i suoi sensi e quindi fu costretta a non abbassare la guardia nemmeno per un secondo. Controllò tutto il suo equipaggiamento ed iniziò a guardarsi intorno. Anche avanzare lungo il suolo innevato era un problema. O almeno lo sarebbe stato per una ragazza senza una adeguata preparazione fisica. Ma da brava utilizzatrice del Taijutsu non le fu troppo difficoltoso spostare con le leve inferiori cumuli e cumuli di acqua ghiacciata.
    *Brrrrr!* Dovette stringersi nelle spalle e provare a conservare un briciolo di calore corporeo. Il suo respiro si condensò all’istante a pochi centimetri dalle rosee labbra, mentre il cappuccio della sua divisa fu sollevato per poter proteggerla dal pungente freddo. Abbottonò maggiormente la casacca che componeva la parte superiore della divisa ed iniziò a soffiare sulle sue mani, avvolte dai guanti in cuoio. Purtroppo le dita erano scoperte e dovette muovere più e più volte per scongiurare il congelamento delle parti più distali del suo corpo. - Non sono abituata a temperature così rigide. - E pensare che la stagione estiva era ormai prossima. Non voleva essere a Kirigakure no Sato durante il semestre invernale. In questi momenti si riteneva davvero fortunata di essere nata in un Paese così florido e benevolo come quello del Fuoco.
    Ma le ricerche della tomba o del tempietto in cui si nascondeva la presunta Samehada furono difficili per tutto il gruppo di Konohani, soprattutto per la Fuyutsuki.
    Nonostante i suoi sensi[Percezione 9] non riuscì minimamente ad individuare la presenza dell’antica struttura che stavano cercando. Sull’orizzonte si vedevano solo cumuli e cumuli di neve. Erano stati ingannati dal misterioso uomo di Ame? Una dubbio che attraversò la mente della ragazza. A giudicare dai movimenti inquieti di Oboro, poteva supporre che anche lei, dietro quella maschera ambrata, si celava un’espressione piuttosto sbigottita e turbata. Decise quindi di continuare le ricerche. La caparbietà era una dei suoi migliori pregi. Non si arrendeva facilmente. - Sicuri che la tomba si trovi qui? Forse abbiamo bisogno di qualche punto di riferimento. Con tutta questa neve è difficile orientarsi.. probabilmente stiamo girando in tondo senza nemmeno accorgercene! - Alzò leggermente il tono della voce per farsi sentire dall’Hokage, che erano rimasti leggermente indietro per permettere ad Oboro di esporre i propri timori. Lei era troppo impegnata a conservare il proprio calore corporeo e non morire d’ipotermia per avvedersi di altre strane sensazioni. - Se non si trova nulla sulla superficie.. o la neve ha ricoperto l’intera struttura o si tratta di una tomba sotterranea. - Semplici supposizioni.
    Raizen-sama intanto si accertava delle condizioni di Oboro-san. Anche se non aveva sentito direttamente le sue parole, la reazione poco discreta del Colosso fecero intuire anche alla Fuyutsuki che qualcosa non andava. Tutte le supposizioni dell’Hokage potevano essere plausibili. E per ora all’orizzonte non vedeva altro che bianco, bianco ed ancora bianco. Forse c’era davvero un Genjutsu attivo che disturbava la percezione degli incauti avventurieri. - O Forse l’isola è completamente costituita da ghiaccio. Ciò spiegherebbe il repentino cambio di temperatura. Ed il Mare qui mitica ben poco, visto che c’è fin troppa umidità, venti gelidi e grossi nuvoloni che impediscono al Sole di riscaldare l’atmosfera. - Le opzioni erano tante, quindi non restava che attendere l’effetto “serra” generato dal Drago. Forse dallo scioglimento o meno della neve su quell’isola potevano capire molte cose.


     
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    I



    Il viaggio fu rapido. Sia perché il trio di Konoha si era avvicinato molto a Kiri, sia perché Yogan volava assai rapida. Per me il fischio del vento freddo nelle orecchie mentre era abitudine e la terra sotto correva rapida. Ed in un paio d'ore giungemmo. In poche parole non più di tre ore dall'arrivo di Kubomi avevo già raggiunto Raizen, che a quanto pareva era in compagnia di due Kunoichi.
    Yogan piegò appena il capo verso il basso ed iniziò una rapida discesa verso il suolo ed individuati i tre virò appena per allargare la discesa, scendendo in un ampio circolo. Ruggì, tanto per far capire che eravamo giunti all'Hokage, per non presentarsi all'improvviso senza un adeguato avviso. Che poi si trovava in terre Kiriane e non dovevo avvisare nessuno era ben'altra storia.
    Yogan si fermò ad una decina di metri dai tre ed io balzai al suolo. La dragoenssa si scosse per dei lunghi istanti, dunque fu avvolta nuovamente dalle fiamme assumendo l'aspetto della giovane sedicenne che era ormai diventata nella sua forma umana. I lunghi capelli rossi ardevano come fiamme ed aveva un atteggiamento energico, quasi nervoso, che lasciava presagire potesse esplodere in qualsiasi istante. Ma era piuttosto calma a vederla, anche se continuava a lanciare occhiati al "piccolo insolente" (Kubomi).


    Camminai senza fretta verso il trio della Foglia, fino a giungere davanti al gigantesco Hokage e le due Kunoichi. Non avevo idea se sapevano chi fossi, ma ben presto la conversazione che avrei avuto con l'Hokage avrebbe chiarito la cosa. Il vento spirava decisamente troppo freddo ed il mantello che portavo garriva al vento con un suono quasi fastidioso. Il mio viso ero serio e duro, gli occhi verdi affilati dalla preoccupazione e dalla rabbia che la scoperta mi aveva provocato.


    Yo dissi, salutando l'Hokage con informalità ma col tono gelido. Raizen avrebbe subito capito che c'era qualcosa che non andava. Fissai le due Kunoichi a turno per dei lunghi istanti, dunque spostai lo sguardo sull'Hokage.
    Devo dirti qualcosa riguardo quella carta ninja che mi hai mandato. Perché quando ho analizzato il chakra su quella carta ho scoperto cose che non vorrei che fossero vere e sebbene tali cose fossero solo ufficialmente "sospetti" persino la migliore delle ipotesi non lasciava a presagire uno scenario confortante.
    Il chakra qui presente ha due caratteristiche particolari: la prima, appartiene certamente ad un Kaguya. La seconda è che è affine al fulmine. Non so se ti dice niente questa particolare combinazione di caratteristiche, ma se per quanto possa non essere nulla di speciale se la uniamo alle informazioni che questo ha fornito c'è un solo identikit possibile feci una pausa, apparentemente teatrale, ma che in realtà era dovuta alla difficoltà a raccogliere abbastanza calma per poter pronunciare quelle parole senza velenoso disprezzo.
    Shiltar Kaguya. Che dovrebbe essere morto, sottolineai quella parola con una certa decisione. Non era mai tornato da Iwa, come me del resto. Questo implicava che era possibile che Diogenes lo avesse asservito ai suoi scopi, o che la Zanna lo avesse asservito ai suoi scopi.
    Non so se hai saputo del caos che è successo a Tsuya alcuni mesi fa, c'erano dei ninja di Konoha stando ai rapporti dei Kiriani lì presenti. Bene, stando a quanto mi è stato riferito c'era un tale che usava ossa e fulmini anche lì e che sembrava andare assai d'accordo con Hoshikuzu come Shiltar Kaguya. Insomma, un po' troppe coincidenze. Ho inviato un mio uomo a Suna a scambiare due chiacchiere con Hoshikuzu a riguardo, ma credevo che tu dovessi saperlo. Ma non sono venuto qui solo per dirti questo. Incrociai le braccia al petto, guardandomi un attimo sospettoso attorno.
    Che ci fai qui, Raizen? Questo è territorio Kiriano e sai che di certo non ti è impedito entrarci, ma sai anche che sai tra le informazioni che mi hai dato parlavi di "spade". Ho speso più energie a forgiare le Nuove Sette che a cercare le vecchie Raizen, ma capirai che se c'è una delle vecchie Sette sul territorio Kiriano non posso lasciartela prendere liberamente. Riesci ad immaginare cosa accadrebbe a Kiri? Era una domanda retorica. Io ero Itai Nara. Le mie origini erano della Foglia ma la mia fedeltà era assolutamente alla Nebbia. Eppure se avessi permesso a Konoha di fare il bello ed il cattivo tempo con antichi manufatti Kiriani nel territorio di Kiri sarei stato tacciato di mantenere le vecchie fedeltà ed aver fatto diventare Kiri una succursale di Konoha. A quel punto le vecchie visioni di Seinji Akuma non sarebbero state così astruse e prive di senso.
    So bene che sei stato tu ad ottenere queste informazioni e non lo dimentico, ma il Paese dell'Acqua non è ancora diventato na terra da esplorare liberamente e da cui prendere ciò che si vuole, persino per gli alleati. Parliamone Raizen, non sono di certo venuto qui a cacciarti del resto dissi con tranquillità all'Hokage. L'ultima cosa che volevo era uno scontro con lui del resto. Ed un accordo lo si poteva di certo trovare, se si era interessati a trovarlo.




     
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    Raizen rimase abbastanza sorpreso dalla presenza di Itai quanto dalle sue rivelazioni, lievemente meno quando prese a parlare di guai riguardanti le sette spade che Oboro aveva ritrovato, o delle quali aveva comunque trovato informazioni certe.

    Per Shiltar: beh, decisamente fastidioso.
    Immagino sia alienante che un kage faccia del male al proprio villaggio in questo modo.
    Mi sentirei scomodo ad essere nei tuoi panni.
    Certo è che non si sia mosso bene, informazioni di quel calibro sono in pochi a poterle avere, spifferarle vuol dire mettersi una spada di damocle sulla testa.


    Passò poi alla domanda riguardo la sua presenza in quel luogo.

    Affari puramente personali, Itai, se hai notato dalle informazioni in questo luogo dovrebbe esserci la Samehada, uno dei sette spadoni che non avete mai cercato, ma che avete fatto riforgiare.

    Disse appellandosi alle stesse parole del Mizukage.

    Lo seguo da un bel pezzo in quanto legato a doppio filo con persone a me care.
    Non è mia intenzione privare Kiri di qualcosa che gli appartiene, ma insomma, non penso che si possa dire che quello spadone ha un villaggio di appartenenza, è stato di un traditore, poi di un Hokage e poi di un altro traditore, l’appartenenza è qualcosa di abbastanza etereo quando si parla di Samehada.


    Gesticolò con la mano destra, compiendo un cerchio a mezz’aria.

    Diciamo che il mio interesse è più scientifico che venale, è la seconda spada senziente che incontro, e vorrei iniziare a capire qualcosa in materia, dopotutto è un mio lavoro e pure una passione.
    Però, c’è un però.
    Io intendo ridarla a Kiri, ma a questo punto un po’ di gratitudine sarebbe quantomeno dovuta Itai.


    Si mise a braccia conserte: linguaggio del corpo, era fisso sulla posizione che avrebbe esposto di li a breve.

    Non mi pare sia il caso di continuare a elargire piaceri di cui Konoha non beneficia ma per cui i suoi shinobi rischiano la vita.
    Se questa spada torna a Kiri, ed è mia intenzione che lo faccia, Kiri pagherà col giusto prezzo il benefattore che l’ha riportata tra le sue mura, mi pare equo, no?
    Dopotutto, basterebbe far finta che quella carta ninja non sia mai esistita per rendere tutto questo esclusivamente una gita di piacere e lasciare la Samehada persa tra le sabbie del tempo, come lo era fino a qualche ora fa, in fin dei conti non ho nascosto nulla a nessuno, anzi!


    Un alzatina di spalle con cui passava la parola ad Itai.
     
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    II



    Se non fossi stato incredibilmente irritato, probabilmente il mio guardo sarebbe stato stupito. Ma le parole di Raizen, una dopo l'altra, delineavano una mancanza di rispetto incredibile, nonché un'arroganza che da sola poteva valere un biglietto di sola andata per dov'era venuto. Domani l'irritazione con difficoltà: una fiammella dorata spuntò sul mio indice destro, colpendomi sul braccio che stringeva, cancellando la rabbia per un breve istante. Non potevo agire in maniera sconsiderata, non per una spada. Eppure con quelle parole Raizen aveva spostato il tiro dal mero valore della spada, colpendo direttamente Kiri, il suo orgoglio e la propria autonomia.
    Primo. Dissi secco, quando terminò di parlare. La Samehada è di Kiri. Non mi impora chi l'abbia rubata in passato: un oggetto rubato rimane pur sempre del suo proprietario. Era la più potente, famosa e desiderata spada delle vecchie Sette. Non potevo non rivendicarne i diritti per il mio villaggio, villaggio che l'aveva creata.
    Secondo. Aggiunsi, con la voce che diveniva sempre più gelida. Le tue parole meriterebbero che tu ora tornassi a Konoha con un biglietto di ringraziamenti e nulla più, Raizen. E ti conosco, non riesci a coglierne l'arroganza e la ancanza di rispetto. Ma lascia che ti illumini. Questa feci un gesto con la mano sinistra, alludendo all'ambiente circostante È casa mia. E dentro casa mia c'è, perduto, un tesoro del quale sono venuto a sapere grazie a te. Se pensi che questo ti dia il diritto di venire a casa mia e prendere un artefatto kiriano solo perché sei inciampato nelle parole di un fottuto traditore, pensando persino di farmi un servizio, ti sbagli. Ti sei reso conto, Raizen, che sei partito per prendere la Samehada ancor prima che Kubomi mi portasse il messaggio? Ti rendi conto che hai stabilito il valore della mia gratitudine, senza darmi la possibilità di scegliere cosa fare? La gratitudine non si esige, Raizen. Anche se conoscendomi, sapevi benissimo che l'avrei dimostrata. E man mano che parlavo l'amarezza si faceva sempre più evidente nella mia voce. Forse era solo statotroppo ottimista, forse mi considerava troppo debole per far valere i diritti di Kiri. Non sapevo cosa gli era passatoin testa in quel momento quando aveva deciso che Kiri poteva diventare tranquillamente una succursale di Konoha.
    Siamo alleati, ma non per questo devo tollerare queste enormi mancanze di rispetto. Sei entrato in casa mia a prendere qualcosa che sta qui dentro e che non ti appartiene e ti permetti di dire che mi stai facendo un favore? Questa, Raizen, è una logica da criminale, non da capovillaggio. Solo i criminali fanno azioni non richieste per poi definirle "piaceri" ai quali dare un prezzo. Solo i criminali si definiscono "benefattori" per delle azioni a loro non richieste. Aspetta, se non ricordo male a Konoha quei mafiosetti facevano passare per il "prezzo della protezione" i soldi che estorcevano ai negozianti. Io, però, non mi piego. Scandii chiaramente quelle ultime tre parole. E voglio persino pensare che ci sia uno straccio di buona fede in ciò, che magari tu debba ancora imparare queste sottigliezze della politica, per cui farò finta che tu non mi abbia detto l'ultima frase. Farò finta, Raizen, che io abbia ricevuto quelle informazioni ed annessa una richiesta per recuperare assieme la Samehada, per il tuo interesse scientifico e che io, come ringraziamento per avermi passato informazioni che ti sono capitate per le mani ed in quanto alleati, non ci veda nulla di male e che anzi, sia felice di accontentare questa tua curiosità che collima col recupero di un'antica arma di Kiri creduta perduta da tempo. Recupereremo la spada, che tornerà subito a Kiri, dove tu potrai studiarla come ti pare e piace. Ma la spada non lascerà le mura del Villaggio. Queste, Raizen, sono condizioni non trattabili. O così, oppure puoi tornare a Konoha e non dubitare che ripagherò comunque la gentilezza che mi hai dimostrato con quella carta ninja. A modo mio. Non permetto a nessuno di stabilire il peso delle sue azioni nei confronti del mio villaggio.
    Sapevo di non esserci andato leggero. Sapevo che definire quel ragionamento "criminale" poteva causare insane perdite di pazienza. Ma avevo deciso di chiamare le cose con il loro nome, perché questo era. Perché se Raizen non fosse stato l'Hokage sarebbe stato facilmente scambiabile per uno di quei mafiosi di Konoha. Chi altri, dopo aver scoperto dove trovare uno dei vecchi tesori della tua famiglia ti entrava in casa senza chiederti se poteva per recuperarlo pretendendo di far passare anche la cosa per un favore?
    Se non ti è chiaro, la Samehada ha smesso di avere importanza. Qui poteva starci sepolto il vaso da notte del primo Mizukage, il risultato sarebbe stato lo stesso. Mi hai mancato di rispetto con queste parole, hai mancato di rispetto a Kiri. Decidi cosa fare in tutta calma, io non ho fretta.






    Edited by -Max - 8/8/2016, 11:38
     
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    III ~ L'arrivo del Mizukage: Diplomacy


    I

    l Cielo dell’Isola della Nebbia Insanguinata ben presto divenne quasi troppo piccolo per due Draghi. Infatti mentre la creatura evocata da Raizen-sama si adoperava per poter sciogliere i ghiacciai e rendere le ricerche più semplici per il gruppo di Konohani, un ruggito interruppe quell’apparente ed inquietante calma che regnava sull’isola. Lo sguardo cristallino della Fuyutsuki si spostò fin da subito verso il cielo, mantenendo la guardia alta. Anzi per una frazione di secondo aveva seriamente temuto che i confidi del Paese dell’Acqua fossero difesi da un possente Drago. Ma fortunatamente sul suo dorso c’era una persona.
    Il Mizukage atterrò con la sua creatura, che dopo alcuni secondi assunse l’aspetto di una sedicenne dalla chioma fiammeggiante e lo sguardo nervoso. La Kunoichi conosceva ancora ben poco i segreti della Kuchiyose no Jutsu e dei contratti con gli Animali-Ninja. Ma ogni qual volta una di queste creature compariva davanti ai suoi occhi non riusciva a trattenere lo stupore e la sorpresa. Finì per fissare quella Dragonessa che si era tramutata in una ragazza, poco più piccola di lei. Strizzò gli occhi e cercò di comprendere la situazione che si era venuta a creare.
    Lo sguardo chiaro e la chioma bionda di Itai-sama non le era completamente sconosciuta. Durante l’inaugurazione del Karyuuken di Atasuke-sama aveva avuto modo di apprezzare la spontaneità delle sue due gemelline ed ora che faceva ricorso a tutte ai suoi ricordi, c’era anche quella ragazza-drago. - M..Mizukage-sama! - Chinò il capo in segno di rispetto, per poter salutare il Kage di Mizugakure no Sato. - Ikuuya, Reparti Speciali di Konoha! - Si presentò con estrema educazione, anche se non poteva mostrare il volto per via della maschera. Lo sguardo serio dell’uomo finì per intimorirla un po’. Forse non era stata una buona idea approdare sul suolo dell’isola della Nebbia Insanguinata senza un permesso ufficiale. O almeno la ragazza credeva che Raizen-sama avesse provveduto a ciò. Guardò i due uomini in silenzio.
    Saluto informale che testimoniava l’amicizia e la stima reciproca dei due Kage. Era la prima volta che presenziava ad un incontro tra le più alte cariche del Paese del Fuoco e dell’Acqua, e non pensava minimamente di farlo in un’isola deserta, dove rischiava di andare in ipotermia. Non era abituata a tutto quel freddo. Respiro che si condensava a pochi centimetri dalle sue labbra ed occhi incollati verso i due uomini.
    Ancora una volta sentì pronunciare quel Clan di Kiri, Kaguya. Non era la prima volta che si discuteva di un esponente di quel clan che a quanto pare stava creando “problemi” all’associazione Accademica. Qualcosa di verosimile aveva ascoltato durante la riunione al Palazzo Yakushi. Sospirò leggermente prima di ascoltare attentamente le parole del Mizukage. Era serio, tremendamente serio.
    Il colloquio tra i due Kage si spostò ben presto sulle motivazioni che avevano portato una delegazione di Konohagakure no Sato a “violare” il suolo ghiacciato del Paese dell’Acqua. E i suoi timori, esposti ad alta voce prima della loro partenza, si concretizzarono nelle parole del Nara. Sicuramente Itai-sama non aveva nessuna intenzione di cedere cimeli così importanti alla Foglia. Sperava vivamente che l’Hokage avesse preso in considerazione questa eventualità. Ma l’uomo dalla chioma dorata sembrava intenzionato a “trattare” e non cacciarli via senza alcuna spiegazione.
    Ascoltò con attenzione le parole di Raizen-sama, che come sempre non eccelleva per diplomazia e cortesia. Sicuramente recuperare una spada leggendaria, che era stata più volte allontanata dalla propria terra natia, mettendo in pericolo la propria vita poteva in qualche modo concedere una “ricompensa” ai Ninja della Foglia, che si erano prodigati per il bene di Kirigakure no Sato. Ma di certo non potevano protendere di essere ricompensati, cosa che l’Hokage aveva appena fatto anche se indirettamente. In quel momento la Fuyutsuki iniziò a temere il peggio. Batté il palmo della mano sulla sua fronte e data la circostanza evitò d’intervenire, facendo presente al Colosso che forse un approccio più tranquillo e meno diretto sarebbe stato un buon inizio per “trattare” per la Samehada.
    L’ira, seppur controllata, di Itai-sama non si fece attendere. Infatti l’uomo che reggeva sulle sue spalle le sorti del Villaggio della Nebbia, ferito nell’orgoglio, non esitò a mettere in chiaro la situazione, senza risparmiarsi parole che potevano far infuriare l’Hokage. Sgranò gli occhi cristallini non appena il Mizukage ebbe il coraggio di dare, anche se indirettamente, del criminale all’Hokage. La situazione stava diventando davvero difficile da gestire, anzi ingestibile. Nonostante il suo tono controllato e gelido, le sue parole furono più taglienti della miglior spada di Kiri. E il discorso dell’uomo dalla chioma dorata si concluse con condizioni non trattabili. Prima che la situazione potesse degenerare con un ulteriore scatto d’ira da entrambe le parti, la Fuyutsuki decise d’intervenire, nella speranza di placare gli animi. - Hokage-sama… Mizukage-sama… anche se non mi è concesso intervenire in una discussione tra due Kage del Paese dell’Acqua e del Fuoco, approfitto della completa informalità dell’incontro per ricordavi l’affetto e la stima reciproca che nutrite l’uno per l’altro. L’Intera Accademia si fonda sulla reciproca fiducia e collaborazione tra i Villaggi membri, coadiuvando le forze militari per preservare la pace e la prosperità delle terre Ninja che sono sotto questa giurisdizione. - Piccolo preambolo per ricordare ad entrambi l’importanza dei loro ruoli, e che un eventuale frattura di rapporti tra Kiri e Konoha per uno “stupido” cimelio poteva comportare delle conseguenze. - E sono certa che la Samehada, una spada molto importante ben radicata nella storia e nelle tradizioni di Kirigakure no Sato, non sarà un ostacolo al vostro rapporto. Le divergenze vanno affrontate con serenità e serietà per evitare spiacevoli conseguenze. C’è stato solo un piccolo fraintendimento tra di voi, coadiuvato dalle carenze diplomatiche di Raizen-sama. - Abbozzò un lieve sorriso in direzione dei due. Sperava di far ragionare entrambi. - Credo che siano state fraintese le intenzioni dell’Hokage-sama, che forse per l’eccessiva preoccupazione per le sorti del cimelio che si nasconde sotto queste lande ghiacciate, ha agito d’istinto fedele dell’amicizia che lo lega con voi, Mizukage-sama. Ha pensato di partire subito dopo avervi inviato queste informazioni e forse commettendo una piccola leggerezza, che sicuramente ha scosso il vostro animo e ferito il vostro orgoglio da Kage del Paese dell’Acqua. Avete tutte le ragioni ed i presupposti per sentirvi deluso ed amareggiato dal suo comportamento, forse non conforme all’etichetta delle buone relazioni politiche tra Villaggi. Ma sono certa che non era sua intenzione mancarvi di rispetto o imporre la sudditanza delle Terre di Kiri a vantaggio di quelle di Konoha. Crede fermamente nell’alleanza tra i vostri villaggi, come ogni abitante e Ninja del Paese del Fuoco. - Annuì con serietà, mentre stavolta si soffermò maggiormente sulla figura del Colosso, nella speranza di avere il consenso di continuare il discorso. - Quando vi ha chiesto una ricompensa, approfittando forse del vostro animo gentile ed incline alla gratitudine, probabilmente la stava chiedendo all’uomo che si cela dietro alla figura di Mizukage, Itai-sama, dimenticandosi del ruolo che entrambi ricoprite. E ciò ha fatto nascere il dubbio e lo sdegno in voi, percependolo come una pretesa. Un piccolo fraintendimento. Nulla di più! - Ovviamente sperava di minimizzare il tutto, visto che conosceva i modi di Raizen-sama e lei, come i Ninja di Konoha, era sempre disposta a “giustificarli” per l’affetto e la fiducia che nutriva per quell’informale e testardo colosso.
    - Da quello che deduco.. siete amici di vecchia data. Vi unisce un legame ben più solido e forte di un’alleanza tra Villaggi, un legame necessario per poter reggere l’intera Accademia. Su più spalle il peso è meno gravoso. Non permettete che un cimelio, per quanto prezioso possa essere, si metta tra di voi…. Sono certa che troverete una soluzione per la Samehada. - Lasciò la parola all’Hokage, lanciandogli un’occhiata. Lo invitava indirettamente ad essere più gentile ed eventualmente scusarsi per l’eccessiva irruenza delle sue parole.
    Solo in quel momento si ricordò che mentre il suo cuore ardeva per preservare i buoni rapporti tra Kiri e Konoha, il suo corpo stava letteralmente congelando. Lanciò un’occhiata verso Oboro, che sembrava assorta nei suoi impercettibili pensieri, visto che il suo volto era perennemente coperto da una maschera. Iniziò a stringersi nelle spalle e sfregare con le mani le sue braccia per generare un po’ di calore con il movimento. Lasciò i due Kage a discutere, sperando in una ritrovata pace dopo lo spiacevole diverbio, e si avvicinò al Drago evocato da Raizen-sama. Era disposta ad attaccarsi alla sua coda pur di non patire quel freddo.


     
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    Il Colosso, si sapeva, non era incline a piegarsi.

    Ow.

    Fu il suo unico commento alle parole di Itai, ben lontano dall’ira ed altrettanto lontano da qualsiasi sentimento ad essa riconducibile, anche se era percepibile un certo risentimento.
    Tacque mentre Ayuuki parlava, pur non condividendone le parole non la interruppe, un gesto di cortesia verso un sottoposto di cui aveva stima.
    Sospirò prima di prendere parola e voltarsi verso quella porzione di nulla cosmico che li circondava.

    Ahhhh, guarda Itai: il nulla più candido e immacolato che si possa immaginare, un lenzuolo bianco e spesso che nasconde qualsiasi cosa al di sotto ed un freddo che spegnerebbe persino le tue fiamme del tuo drago dopato.
    Una mera informazione ci ha condotto qui, probabilmente falsa, probabilmente no.
    Sai che ti dico?
    Prego, sbrogliatela da solo, scoprirlo tocca a te ora, immagino sarà di primaria importanza, dopotutto Kiri tiene tantissimo a ciò che è suo ed immagino non tarderà.


    Fece un fischio per farsi udire da Hibachi che si diresse verso quel piccolo confronto verbale.

    We!

    Salutò Itai con la sua tipica disinvoltura, senza metter squame nella discussione.

    Andiamo via, pare che Kiri abbia tutta l’intenzione di darsi all’archeologia senza mai aver sfogliato un libro che parlasse di fatti più antichi di quelli riportati in ninjella 36.

    Un lieve colpo di risata gli scosse le spalle.

    Amici come prima eh, ma mi sono pure rotto i coglioni di saziarmi di parole, e a sto giro se ti garba tanto dettar condizioni il lavoro te lo fai tu.

    Si massaggiò le tempie ridacchiando.

    Ma dai, davvero mi hai chiesto di trovarti l’arma e poi mi hai concesso di studiarla?
    Porca puttana, va bene l’amicizia, ma non rischierei la vita nemmeno per il mestolo preferito di mia nonna se la conoscessi!


    Scosse la testa in segno di ulteriore diniego

    Forse avrai la fortuna di inciamparci, come io e la Kunoichi che me le ha portate siamo inciampati sulle informazioni che ti sono piovute dal cielo insieme ad un drago.
    E' così che si trovano le cose dopotutto.


    Diede una pacca su Hibachi.

    Scusami re dell’Est, ti ho scomodato per nulla.

    C’è da dire che ogni tanto sei testardo Raizen.

    C’è da dire che mi sono rotto i coglioni di lavorare per il prossimo, se è alla propria pancia che bisogna pensare allora a questa penserò, facevo solo favori non richiesti dopotutto.

    Montò su Hibachi aspettando gli altri.

    Beh, missione annullata, immagino sarete felici no?
    Niente partenze precipitose, nessuna gita non programmata, si torna a casa e si aspetta un po’ di questa tanto decantata gratitudine.


    Che se tentassero di sfamarci i sunesi farebbero prima a masticarsi la sabbia del deserto per saziarsi.

    Aggiunse tra se e se.

    Kubomi, te puoi tornare al nord, salutami Kushami e il resto del clan.

    Disse con un sorriso.
    Era infastidito certo, ma ben lontano dalla rabbia, anche se questo non gli impediva di essere ironico e sarcastico a riguardo, era curioso come le persone si interessassero alle cose di valore soltanto quando c’era la concreta possibilità di ottenerle.
    Come gli avvoltoi, ma lievemente più infami, gli avvoltoi non avevano la pessima abitudine di dare dei fortunati ai predatori che gli lasciavano gli avanzi.
    Certo, con difficoltà avrebbe dimenticato di essere stato paragonato alla mafia.
     
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    La Tomba



    Pochi istanti dopo la conversazione tra Oboro e Raizen, un'ombra arrivò rapida da est, l'ombra di un incontro imprevisto per la squadra della Foglia.
    Fece la sua comparsa il Kage di Kiri, giunto su di un drago che in seguito si trasformò in una fanciulla; cosa che lasciò incuriosita Ayuuki, mentre Raizen si dirigeva ad accogliere il nuovo arrivo, di mento.
    La Vespa saltò le presentazioni, restando in disparte nascosta dietro la sua maschera; non sapeva si trattasse del Mizukage, ma il dubbio le venne fugato dai presenti: prima dalle presentazioni, poi dalla discussione che ne venne fuori. Più che per una questione di onore e orgoglio che per la possibile presenza di un tesoro da recuperare, gli animi iniziarono a scaldarsi sempre di più, con la povera genin che cercava di intromettersi tra i due ninja leggendari, per cercare di farli inutilmente ragionare. Sembravano due bambini incapaci di comportarsi a modo; questo pensava la Vespa, fino a che qualcosa non la distrasse, una sorta di tremito.
    Oboro si guardò attorno, mentre gli altri erano ancora intenti a discutere; sembrava che qualcosa fosse cambiato, ma che solo lei fosse in grado di avvertirlo.

    - Gente. -

    Provò inutilmente e a bassa voce ad attirare l'attenzione, mentre i due capivillaggio si stavano praticamente prendendo a pesci in faccia, tra chi dava dell'ingrato all'altro, e chi rispondeva dando del criminale. L'età media si stava abbassando sempre di più.

    - Hey, gente, voltatevi -

    Ripetè Oboro, a voce leggermente più alta, ma sempre con bassa intensità, dato che aveva sentito un altro tremito energetico poco distante da solo, ma non intendeva comunque disturbare i due, in modo che potessero concludere il loro alterco.
    Quando Raizen girò le spalle e si preparò a risalire sul drago, invitando le due kunoichi a seguirlo, Oboro sbottò, percependo che qualcosa stava per accadere, e stavolta si fece sentire.

    - FINITELA MALEDIZIONE -

    In quel momento, a poco più di venti metri da dove si trovavano, guardando verso Kiri, una porzione del pavimento innevato, di forma quadrata di circa 10 metri di lato, sembrò come iniziare a sciogliersi.
    La neve scendeva di livello, diventata simile ad acqua che spariva chissà dove dentro alla neve posta sotto di essa. In pochi istanti, nella neve era comparsa una vera e propria buca di forma cubica, fonda almeno tre metri; con una scalinata in neve ghiacciata che conduceva dentro di essa.
    Chiunque avesse creato quel sigillo, aveva posto delle possibilità di scioglimento, o più semplicemente aveva scoperto i propri limiti nel creare le difese della stanza. In realtà la presenza del Mizukage sull'isola, era una delle chiavi di volta del sigillo di quella che i ninja avrebbero scoperto essere una tomba.
    Dal momento in cui Itai aveva messo piede sull'isoletta, i sigilli avevano iniziato a disfarsi, lasciando alla fine la tomba totalmente scoperta. Chiunque avesse voluto scendere la scalinata, non avrebbe trovato alcun impedimento. Sul fondo, solo un pavimento di ghiaccio di un blu scuro così denso da sembrare un minerale, così come le pareti, dello stesso materiale, e poco altro; se di poco si poteva parlare.

    [La Tomba]

    A un paio di metri dalla scalinata, vicina alla parete opposta alle scale, era presente un grosso oggetto solito, di pietra estremamente liscia e gelida al tatto. Un sarcofago. Il grosso contenitore di forma rettangolare era chiaramente una grossa bara di pietra che ospitava il corpo di qualcuno. Non aveva alcun dettaglio, fregio o figura, solo una iscrizione posta sul coperchio, incisa chissà in che modo.
    Le parole, poche, sembravano incise a fuoco nella pietra, erano nere, e se osservate da vicino, sembravano come appena state marchiate, tanto che da vicino sembravano emettere microscopici tizzoni, e flebile fumo.

    CITAZIONE

    "Qui giace Kamuro, amico, compagno, fratello.
    Possano le scaglie di squalo, accompagnarti nella landa gelata in eterno"
    "Koukenwa"


    Poggiata sopra al coperchio, per tutta la lunghezza della bara, una lunga spada avvolta in delle bende bianche immacolate, come fossero state cambiate nemmeno un istante prima, inconfondibile, Samehada.


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    [completamente avvolta]




     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Squame dal Passato


    III



    Purtroppo per Ikuuya, non ero incline alla diplomazia quel giorno. Per niente. Ciò che aveva fatto Raizen era grave e non mi importava minimamente di ciò che avrebbe potuto pensare e come avrebbe potuto sentirsi offeso dalle mie parole. Se si sentiva offeso, tanto meglio: il suo atteggiamento, le sue parole ed i suoi modi avevano offeso me profondamente, il mio orgoglio e sopratutto avevano totalmente mancato di rispetto a me ed all'intero Paese dell'Acqua. Poteva urlare quanto voleva, fare tutte le scenette isteriche oppure incassare stoicamente. La mia reazione non sarebbe affatto cambiata. Sapevo di essere nel giusto.
    Ma quella discussione così animata mi aveva fatto perdere la concezione di ciò che c'era attorno a mentre Raizen ancora si preparava ad andare via con mia somma indifferenza, qualcosa accadde come fattoci notare dall'altra Kunoichi.
    Hai finito? Domandai L'unica cosa che dovevi dire era "scusa, non accadrà ancora". Sai, ammettere un errore una volta o due può essere tonificante per l'animo.
    Dunque mi voltai per andare a vedere che stava accadendo. Se Raizen avesse deciso, incuriosito, di rimandare la sua partenza avrebbe potuto seguirmi. Del resto io non avevo mai avuto intenzione di cacciarlo da lì.


    E così la tomba del fu Kamuro Yamazaki andava lentamente svelandosi. Qualcosa doveva aver attivato i sigilli che la tenevano nascosta. Forse la mia presenza? Non ne ero certo, ma era incontrovertibile che il mio arrivo qualcosa fosse cambiato. Nel mentre Yogan era rimasta indietro e si era avvicinata a suo padre, camminando lì con le mani dietro la testa con la strafottenza che le era tipica. Insomma, stavo scoprendo che più Yogan cresceva più sembrava simile ad Hibachi.
    Ohi Pa' bel modo di rivolgersi al re dei Draghi dell'Ovest Ma quello lì - indicò Raizen - Ha iniziato a confondere destra e sinistra? Ahahaha ridacchiò insolente, senza curarsi che Raizen potesse sentirla. Si riferiva al fatto che aveva definito Hibachi uno dei "Draghi dell'Est" che, data la storia, non era esattamente un gran complimento da fare ad un Drago dell'Ovest. Ma forse la rabbia aveva offuscato il gudizio di Raizen. In ogni caso, Yogan si avvicinò all'Hokage, svolazzando ad almeno cinquanta centimetro dal suolo per essere alla sua stessa altezza.
    Questa forma umana è troppo piccola, non era Raizen ad essere troppo alto del resto. Ohi, ma non ti sembra di ragionare come un giornale stracciato ora?
    Smettila Yogan dissi da qualche metro più avanti, mentre mi avvicinavo alla tomba.
    Sì sì ok... Ovviamente mi ignorò Non puoi appioppare favori così grossi agli altri senza chiederglielo. Sai, magari non son disposti a pagare il prezzo eh, così, tanto per dire.La semplicità di Yogan era disarmante. Aveva riassunto molto in poche parole. Raizen aveva cercato di ottenere un sano vantaggio per se stesso, escludendo Kiri dal conto. Obbligandomi, per forza di cose, a pagare un prezzo senza chiedermi se ero d'accordo. Quello era, senzombra di dubbio, un metodo che si addiceva molto ai mafiosi. Raizen non era uno Shinobi nato nella luce. Era cresciuto nell'ombra e si era sempre visto. In quel momento più che mai.


    Avvicinatici alla tomba notai subito che la spada era lì. Avvolta in bende candide, pronta solo per essere raccolta. Una ricerca decisamente facile.
    Ma eccola qui dissi con una risatina senza felicità. Allungai una mano sull'elsa e l'afferrai, sperando che non accadesse nulla. Bene, adesso che ho la Samehada dissi all'Hokage Vuoi venire a Kiri per darci una sana occhiata? Mio ospite, tutto pagato ovviamente, anche per le due kunoichi visto che mi pare che tornare a Konoha da qui sia problematico. Avrebbe potuto studiare la Samehada come voleva, quanto voleva. Glie l'avevo promesso. Avevo promesso che avrei ripagato l'informazione che mi aveva dato. Studiare il più grande manufatto Kiriano di tutti i tempi era un pagamento molto più che sufficiente, considerando la quantità di segreti racchiusi in quella spada.

     
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    Un Tassello






    Quando Oboro riuscì a distrarlo dalla diatriba con Itai Raizen si riebbe.

    Oh.
    Questo cambia le carte in tavola.


    Smontò come se nulla fosse da Hibachi, dando una pacca sulla spalla del Mizukage.

    Resti tirchio.

    E senza ascoltare repliche si avviò verso il passaggio.

    Su, farai tardi, io il primo passo li dentro non te lo concedo se non ti spicci.

    Quando Yogan si concesse delle battute Raizen la guardo in cagnesco.

    Ah-ah-ah e tua madre è morta!
    E poverina poteva pure risparmiarselo visto che il risultato è un adolescente sotto steroidi.


    Hibachi esplose in una sonora risata, incontrollabile, il duro e spietato umorismo di Raizen, che probabilmente si poteva definire anche come “cattivo gusto” senza dare ulteriori specifiche visto la sua capacità di rappresentare alla perfezione tale definizione.

    AHAHAHAHAH!
    Colpita e aff…


    I neuroni di Hibachi avevano fatto la giusta sinapsi.

    …BRUTTO SACCO DI MERDA!
    STAI PARLANDO DELL’UNICA CREATURA CHE MI ABBIA DAVVERO RESO FELICE!


    Raizen si mise a braccia conserte.

    Non è colpa mia, sei un padre assente, dovresti educarla meglio.

    La perla, il non plus ultra, dal più alto dei pulpiti era giunta la predica più ipocrita di sempre.
    Il grande drago rosso di fronte ad una simile affermazione stava probabilmente sperimentando il deserto di pietra, o per le creature normali un ictus.
    Rimase immobile a bocca aperta, anche i segni vitali probabilmente erano in calo, prima o poi si sarebbe vendicato.
    La tomba trasmetteva uno strano senso di pace da cui Raizen venne stranamente calmato, forse la luce, forse l’avere finalmente la Samehada davanti, forse quelle parole gentili, ma quando Itai protese la mano verso la spada gli afferrò il polso.

    Aspetta, solo qualche minuto.

    Assicuratosi che non avrebbe toccato la spada si sedette davanti alla tomba e la osservò per lunghi minuti, in silenzio, aveva davanti uno dei tasselli più importanti della sua vita, per lui non era una spada soltanto, di spade come quella poteva farne quante ne voleva, probabilmente anche con caratteristiche superiori, ma come quella non ne sarebbero esistite altre.
    Era stata di due sue maestri, uno l’Hokage Ayato e l’altro Jotaro, l’unica persona che ad oggi riusciva a temere, e ora stava li, a riposo, come se non fosse mai stata toccata da nessuno, come se il tempo non fosse mai trascorso, come se non l’avesse cercata per tutti quegli anni.

    Prendila pure.

    Disse mentre si alzava dalla sua scomposta posizione di contemplazione.

    Starò a kiri a dargli uno sguardo, mi interessa una delle sue abilità, ma per il resto ho ben poco da comprendere.
    Di quest’arma il bello è la storia, non la potenza o le abilità.
    Tante armi possono essere forti, ma nessuna potrà mai essere brandita da una persona ormai defunta.


    Pareggiò Hibachi, consapevole che chiedergli un altro passaggio sarebbe stato impossibile, ma mentre stava evocando un secondo drago fu lui ad apparire nuovamente.

    Le parole sono soltanto parole, dopotutto.

    Raizen in silenzio stava per montargli in groppa, e stava per accomodarsi quando la sua coscia venne morsa da un calore estremamente intenso: Hibachi si era portato dietro qualche vena di lava, e il marchio dell’ustione sarebbe rimasto addosso al Colosso per qualche giorno.

    Ahhhhh! Che male! Jigoku ladro!
    Gratto di cesso che non sei altro!


    Ma la voce di Hibachi si levò, saccente.

    Il dolore è molto più educativo.

    Disse in un continuo della sua precedente frase, prima di scuotere via la lava e far salire le altre due kunoichi mentre Raizen borbottava qualche bestemmia in lingue del tutto sconosciute.
     
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  15. **Kat**
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    IV ~ La Tomba: Il recupero della Spada Leggendaria


    A

    veva ben altre aspettative sul suo Viaggio nelle terre dell’Acqua. Aveva immaginato una pericolosa avventura nelle rovine di un’antica cripta, la risoluzione di difficile enigmi per superare le difese di alcune rovine, ed il combattimento con eventuali automi di ghiaccio pronti a difendere la Spada di Kiri. Ed invece nulla di tutto ciò. Ma su una cosa non si era sbagliata, nel Paese dell’Acqua le temperature erano così fredde, glaciali.
    Infatti dovette stringersi nelle spalle e sperare nella misericordioso calore corporeo che emanava il Drago di Raizen-sama. Il freddo però passò ben presto in secondo piano quando il Mizukage accusò l’Hokage di essere un criminale, rivendicando i suoi diritti sulla leggendaria Spade e difendendo l’onore dei suo popolo. Parole forse comprensibili dai cittadini delle sue terre e dai Ninja di Kirigakure no Sato, ma di certo né il Colosso e né Ikuuya erano giunti lì come invasori, armati di picche e torce per profanare una gelida tomba di ghiaccio. Sicuramente l’iraconda reazione di Itai-sama l’aveva stupita, forse un po’ intimorita, più che altro per la situazione che si era venuta a creare. Le condizioni dell’uomo dalla chioma bionda non erano trattabili e le sue parole non erano state di amicizia e d’affetto che la Fuyutsuki si aspettava.
    - … - Rimase in silenzio dopo essere intervenuta in difesa del suo Hokage, che probabilmente per i suoi modi burberi e sbrigativi era stato frainteso, come sempre. Il suo respiro si condensò a pochi centimetri dalle labbra ed iniziò a tremare, non per il freddo. Conosceva gli impeti iracondi di Raizen-sama e mancargli di rispetto in modo così diretto richiedeva una buona dose di coraggio e stupidità. Ma dall’altro lato c’era un altro Kage pronto a difendere i diritti e l’onore di Kirigakure no Sato. Uno scontro tra titani. O tra bambini, dipendeva dai punti di vista.
    Con grande sorpresa il Colosso della Foglia non si lasciò dominare dal demone dell’ira. Anzi rimase stranamente calmo. Forse una reazione che doveva mettere maggiormente in allerta la Kunoichi di Konoha. Lo sguardo si soffermò sull’uomo al suo fianco. Era apparentemente calmo. Ma agli occhi della ragazza sembrava più un vulcano pronto ad eruttare, il cui magma era capace di sciogliere anche il più solido ghiacciaio di quell’isola. Le parole dell’uomo furono cariche d’ironia e celato rancore. Era stato ferito nell’orgoglio, credendo nell’altra figura un valido alleato ed amico. La Fuyutsuki rimase in silenzio, alternando lo sguardo tra le due figure. Il linguaggio colorito dell’Hokage quasi le strappò un sorriso, fortunatamente celato dalla Maschera dei reparti speciali. Non le sembrava il caso d’intervenire ulteriormente in quella discussione, che si concluse con il ritiro dei Ninja di Konoha.
    - Arrivederci… Mizukage-sama! - Non appena Raizen-sama proferì quelle parole di Addio, la Kunoichi chinò leggermente il capo per salutare il Kage di Kiri ed abbandonare eventualmente le fredde ed inospitali lande del Paese dell’Acqua insieme al Colosso ed Oboro-san. Ma a quanto pare l’Aburame, che era rimasta in disparte per tutto questo tempo, iniziò ad attirare l’attenzione dei presenti. - Uhm? - Inarcò un sopracciglio non appena notò una zona quadrata di circa dieci metri in cui la neve si stava sciogliendo. Un evento piuttosto singolare, che fece comparire una botola con dei scalini ghiacciati che conducevano verso l’ignoto. Qualcosa era accaduto, non appena il Mizukage aveva messo piede sull’isola. Una sorta di sigillo si era dissolto, che sfuggiva all’intelletto della Kunoichi. Sgranò gli occhi sorpresa. - … - Iniziò a guardare sorpresa tutti i presenti. L’atmosfera tra i due Kage sembrava essersi distesa, anche se le due Evocazioni rincaravano la dose. La Fuyutsuki osservò sconcertata la scena. Sospirò affranta per poi seguire il resto del gruppo.
    I sandali Ninja iniziarono a lasciare le proprie orme sulla terra ghiacciata per raggiungere la botola cubica e quindi scendere le scale, non appena tra il Mizukage e l’Hokage ritornò il sereno. Incuriosita, ma con i sensi in allerta, iniziò a scendere le scale, preceduta solo dai due uomini. Il ghiaccio delle scale lasciò posto ad un minerale blu scuro. Non dovettero impegnarsi molto per trovare il sarcofago, dove era adagiata la salma. Su cui erano incise anche alcune iscrizioni, che Ikuuya lesse mentalmente. Distesa sulla Tomba c’era un’enorme Spada avvolta da bende. Era la Samehada.
    Alla fine Raizen-sama ottenne il permesso di analizzare la leggendaria spada entro le mura di Kirigakure no Sato ed Itai-sama sembrava aver ritrovato la quiete e la serenità. Un Happy Ending? Sicuramente Ikuuya era ben contenta di salire sul dorso del Drago. Era così caldo e comodo. Sicuramente migliore dell’accoglienza ricevuta e del freddo di quelle lande desertiche.


     
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