Sangue corrono i campi, e sangue i fiumi.

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  1. ~ Jen
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    Act. I




    Erano pesanti, colorate, viscide. Gocce che lasciavano un grigio cielo per scendere a dar identità ad un paesaggio anonimo. Se ne beavano, di quell’essenza, le poche erbe che davano vita alla scarsa vegetazione del luogo, quasi diafana in quell’immensità di grigio e bianco. Pochi, ma sacri alberi prestavano giusto rifugio alle coraggiose creaturine avventuratasi in quel posto dimenticato dai Kami, delineato dal candido suolo avorio, reso tale dai residui di una recente, ma non dimenticata, nevicata. Neve che s’era sciolta in acqua, alimentando fiumi e laghi: purificatori dei peccati che la pioggia andava portandosi appresso, incatenatele da un severo e tetro destino; frutto del sadismo umano, frutto dell’ira di chissà quale essere superiore spesso scambiato per male incarnato. Una lontana voce riecheggiava melodiosa in mezzo al vuoto: bassa, soave e delicata, che al mondo si accostava come surrealismo.

    Il fisico slanciato, la carnagione diafana, i capelli color pece e gli occhi smeraldo, ornavano d’infinita bellezza quella figura mingherlina, dea sfuggita dal proprio Olimpo e al destino quale era stata assegnata. Lo sguardo vagante e le labbra corrucciate, eran il ritratto perfetto della confusione che in mente sua albergava. I suoi erano lenti passi su un suolo mai calpestato e preventivi respiri di un’aria che mai aveva sfiorato i suoi polmoni.Le mani si cercavano a vicenda, non trovandosi perché impegnate a stringere il pugno nel kimono floreale che la copriva; un bastone di pregevole legno giaceva alle sue spalle, rimpiazzando il sacro posto che la sua Namida, la katana con la quale era cresciuta, aveva sempre occupato. Aveva intenzione di accantonare il suo glorioso passato, ma si era ripromessa di riprendere in mano quell’arnese in fino acciaio che, più di una cara amica, valeva. Spiccava sul braccio destro un vistoso tatuaggio e un particolare orecchino al proprio orecchio sinistro: la identificavano come figlia della gloriosa famiglia Yoshizawa, come futura imperatrice ed attuale divinità di una società che riversava in lei stima e fiducia, tradita, a loro incoscienza, dallo stesso animo della giovane donna. Con la stessa eleganza e dolcezza con le quali aveva catturato quell’invernale paesaggio, sedette in riva al laghetto che vita andava donando. Poté rivedere la sua immagine riflessa, quella di una donna che aveva preso in mano la sua vita, quella di una donna che aveva deciso di rinunciare ad una falsa nomea che, nei suoi confronti, niente aveva di veritiero, né di meritocratico. Sorrise e la cantilena, gradualmente, cessò.

    - E rieccoci qui, caro mio specchio cristallino. Stavolta smorzato e macchiato dal sangue del cielo, stavolta io pregna di sangue umano. - Sfregò con cura quel kunai sporco dell’essenza di un’anima da lei giudicata, appassita dalla nascita ed ora alla ricerca di una libertà che possa purificarla dai peccati di cui s’era impregnata. - Chi lo avrebbe mai detto? Di certo non l’oracolo che m’incoronò dea di Heiwa, di certo non il destino che i Kami mi avevano assegnato. La convinzione di esser scappata al percorso che avevano tracciato è percepibile, ma, come sempre, niente me lo assicura. - Il sole aveva da poco preso a nascondersi dietro le montagne, la luna era frettolosa di succederlo. - Ho lasciato quel paese illudendone gli abitanti, tradendoli. Ho pezzato di bugia l’onore che alla nascita mi è stato donato, ho ulteriormente confermato di non avere quelle fantomatiche origini divine. Ho peccato ancora ed ancora, senza mai voltarmi a leggere tra le righe della mia anima. - Lo sguardo smeraldo si posò rapido sulla mano destra, ancora macchiata del sangue di quel barbaro che sulla sua pelle s’era avventato. - Avrò fatto bene? La mia gente di sicuro negherebbe, ma il mio cuore pulsa in modo positivo, quasi attratto da questo nuovo mondo. I ninja non hanno niente a che vedere con i principi del corpo militare di Heiwa, mancano dell’onore per il quale ognuno di noi verrebbe meno alla vita. Eppure il tutto suona famigliare e il mio sangue ne ribolle al suono. Le mie certezze, non sono mai state tali. -

    Un’ultima occhiata al cielo dalle oramai sfumature cremisi. Le labbra schiuse e le gambe incrociate. Lo specchio rifletteva ancora la sua immagine.



    QUOTE
    Piccolo incipit sul luogo e su Shiori. Siamo alle ultime luci del giorno in un paesaggio innevato. A voi ^^


    Edited by ~ Jen - 10/6/2017, 02:43
     
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    Fiumi di Sangue

    Post Primo – Una brutta situazione..



    Erano settimane che vagavo per le terre del continente ninja senza riuscire a raccogliere informazioni. Dopo l’incontro con il mastino di Ame i miei passi mi avevano trascinato a seguire diverse piste e voci riguardanti gli argomenti più disperati. L’Accademia era in subbuglio per via degli invasori venuti dall’ovest mentre diverse organizzazioni criminali si erano riattivate dal loro letargo trovando l’occasione perfetta per raggiungere i loro illeciti scopi. Di tutta quella situazione non me ne fregava un cazzo se non per coloro che portavano il nome di Hayate. Tra tutte le piste avevo appositamente scelto di seguire quelle che sapevo mi avrebbero forse portato da quelli che come me cercavano l’immortalità, ma tutto si era risolto con un buco nell’acqua. Ero finito a nord, troppo per i miei gusti. Le terre che stavo attraversando erano povere e disseminate di campi incolti e popolate da persone bigotte e ignoranti, abituate a vivere in povertà e di stenti. Avevo fatto anche io quella vita per un bel po’ e sapevo quanto potesse essere terribile tuttavia, non era mia intenzione aiutare quelle persone a salvarsi dalla morte o dalla povertà, semplicemente non erano affari miei.


    Sotto ai miei piedi la neve gracchiava come delle rane ad ogni passo, il silenzio che potevo udire attorno sembrava quasi surreale interrotto solo da brevi ed intense folate di vento gelido -Tsk.. per fortuna ho portato con me la giacca pesante..- da sotto al cappuccio i miei sensi potevano percepire tutto attorno a me, sapevo bene di non essere solo. La verità era che stavo scappando, o meglio, stavo cercando di capire chi o cosa mi avesse attaccato qualche ora prima. Fortunatamente non avevo riportato alcun tipo di ferita, ma un pazzo mi si era avventato contro e aveva cercato di mordermi solo per scappare via dopo essere stato colpito più volte sulla testa, un affamato disperato o forse peggio ancora un cannibale. Avevo fatto visita ad uno dei villaggi di contadini li poco distante e lo avevo trovato completamente deserto anche se chiunque vi abitasse non doveva essersene andato da molto. Come dicevo prima stavo cercando Hayate e le varie voci ed informazioni mi avevano portato in quella regione perché li si diceva vi fosse un affiliato di quella organizzazione, come se la cosa potesse essere vera. Stavo inseguendo un fantasma, ecco quale era la verità ed ora non vedevo l’ora di andarmene da quello schifo. Le luci del tramonto si stavano lentamente spegnendo lasciando spazio all’oscurità, non avevo ancora trovato un posto dove passare la notte e non avevo alcuna intenzione di tornare sui miei passi, potevo solo continuare a camminare o dirigermi verso le rive di uno dei laghi li attorno. Sapevo che li avrei trovato legna per scaldare le ossa e cibo con cui sfamarmi, una notte di campeggio non mi avrebbe di sicuro ucciso.


    Avevo lasciato il sentiero per dirigermi verso le rive del lago poco distante quando intravvidi dietro le fronde degli alberi la sinuosa figura di una giovane donna. Potevo vederla mentre china cercava di pulirsi le mani, dubitavo fortemente che si trattasse di una contadina o di una pescatrice del posto. Dovevo muovermi con attenzione, soprattutto dopo l’esperienza con lo stronzo che aveva tentato di mordermi. Come un animale selvatico ero così uscito dalla vegetazione avvicinandomi il più possibile alle spalle della ragazza per capire meglio di chi si trattasse e perché no, magari derubarla dei suoi averi e spenderli poi in qualche bettola o bordello. I lunghi capelli corvini della donna ricadevano sulle sue spalle coprendo parte della schiena, era senza alcun dubbio una guerriera o forse peggio ancora, un ninja. Non potevo permettermi di lasciarle l’iniziativa soprattutto dal momento che stavo per aggredirla alle spalle. Sapevo che prima o poi si sarebbe accorta di me quindi prima di avvicinarmi avevo preso dal fodero il mio fidato coltello

    Kaiken [Mischia]
    Il Kaiken era un'arma definita tale per le proprie fatture e facilità d'uso. Usata preferibilmente dalle Ninja donna, ovvero dalle Kunoichi, aveva la stessa funzione e dimensioni del Tanto. Poteva essere nascosto tra le vesti, era un'affilata lama da taglio.
    Tipo: Lama-Taglio
    Dimensione: Mediopiccola
    Quantità: 1
    (Potenza: 15 | Durezza: 2 | Crediti: 25)
    pronto per puntarglielo alla gola. Ero pronto ad approfittarmi di quella bella ragazza o meglio forse dire, ad approfittarmi dei suoi averi. A circa sei metri da lei mi sarei mostrato cogliendola probabilmente di sorpresa dato che sembrava concentrata a lavarsi le mani.


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    -Fa piuttosto freddo oggi.. non trovi?!-





    Il piano era semplice quanto scontato. La sorpresa del vedermi e la lama puntata alla sua figura l’avrebbero messa nelle condizioni di voltarsi di scatto per difendersi ed io in quel momento ne avrei semplicemente approfittato scattando con tutta la mia velocità verso di lei per catturarla in un'unica e semplice azione. Senza esitare i miei piedi si erano così mossi facendomi schizzare letteralmente verso la povera ed attraente ragazza fino a portarmi alle sue spalle, un movimento unico e rafforzato dal mio chakra per evitare spiacevoli sorprese [Movimento][Azione 1][Distanza: 6m / Velocità: Verde+5 / Consumo: ½ Basso].


    Giunto alle spalle della ragazza avevo quindi tentato di stringere il mio bracco destro attorno al suo petto cercando di bloccare entrambe le braccia con la mia forza bruta mentre la mano sinistra armata di coltello si faceva sentire fredda e senza anima sul suo caldo e pallido collo. Non avevo lesinato ad usare tutta la mia forza per non rischiare una rappresaglia, la ragazza non sembrava pericolosa, ma non avevo intenzione di rischiare. L'avrei catturata e bloccata forte anche delle mie superiori abilità nell’arte delle prese [Presa][Azione 2 + Tecnica Avanzata][Forza: Verde+3 / Velocità: Verde+3 / Consumo: ½ Basso]

    Arte dell'Immobilizzazione
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può effettuare attacchi a immobilizzo più efficaci. Una volta a round, un attacco a immobilizzo causerà un intralcio di categoria superiore oppure per un round la vittima sarà Scoordinata, ovvero eseguire le tecniche richiederà più tempo. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: ½ Basso a colpo )
    [Da studente in su]
    .

    Se fossi riuscito a bloccarla avrei così spinto la lama del coltello vicino al suo collo per farla desistere dal provare anche solo a ribellarsi. Non avevo intenzione di ucciderla, per il momento almeno. La ragazza profumava di buono, anche troppo forse, ma non ero certo il tipo da lasciarmi condizionare dal bell’aspetto di una donna, non in situazioni come quelle -Sta calma.. e non ti succederà nulla di grave.. intesi?!- avevo avvicinato le mie labbra al suo orecchio sinistro mentre mantenevo la presa -Voglio solo i tuoi averi.. armi.. ryo.. e perché no.. magari anche i tuoi vestiti..- comandavo io in quel momento e il divertimento faceva di sicuro parte del gioco. Quella ragazza non sembrava possedere nulla di prezioso, e dare una sbirciata sarebbe stata forse la sua unica moneta di scambio in quella situazione quindi perché non approfittarne. Ero deciso a derubarla ormai quando il mio sguardò finì sulle mani di lei -Sangue.. perché le tue mani sono sporche di sangue?!..- se la ragazza avesse spiegato di essere stata aggredita come lo ero stato io in precedenza allora le cose si sarebbero fatte ancora più interessanti -Di un po’.. sei forse stata aggredita per la strada?!.. su rispondi e niente scherzi con me.. ci siamo capiti?!..- nessuno di noi aveva ancora idea in che razza di inferno ci stavamo cacciando.




    SE la ragazza fosse in qualche modo riuscita a scampare alla mia presa allora non avrei smesso di puntarle contro il coltello mostrando un sorriso divertito e aspettando la sua reazione. Se era riuscita a scampare alla presa di colui che portava dentro di se il dio della morte stessa allora doveva trattarsi di una guerriera dalle abilità straordinarie.



    CITAZIONE
    Densen
    Vitalità: 10.5
    En. Vitale: 30/30
    Chakra: 29/30
    Recupero Abilità:

    Difesa1: /// Azione 1: Scatto
    Difesa2: /// Azione 2: Presa
    Difesa3: /// Azione 3: ///
    Tecnica Base: ///
    Tecnica Avanzata: Arte dell'Immobilizzazione
    Equipaggiamento consumato: ///

    OT// Si cominciaaaa!!! Come vedi Densen è una carogna. Vedi te se riesci a scampare o meno alla presa ma considera che sei una pippa bianca mentre Densen vola a quasi TRE energie più forte di te inoltre ti sorprende. Non spaventarti per la situazione, presto cambierà in peggio te lo assicuro! :sisi:
     
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    Dracarys

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    Sangue corrono i campi, e sangue i fiumi

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    Pensato
    Parlato


    Quel giorno si era spinta a nord, ben più a nord rispetto il suo solito. Aveva lasciato Ame per un'ennesimo assassinio, un'incarico che aveva già portato a termine e che le aveva fatto guadagnare quella che per il momento era stata la miglior paga in assoluto da quando era entrata nell'associazione.
    La sua vita sembrava finalmente andare per il verso giusto da quando aveva abbandonato il culto per unirsi all'associazione: il ruolo di picca le calzava a pennello ed ottenere soldi per uccidere le sembrava quasi troppo bello per essere vero, inoltre a seguito del suo ultimo incontro con Ru-Wai aveva scoperto le sue reali origini e che cosa nascondeva il suo sangue. Mai al mondo prima di allora avrebbe immaginato di essere originaria di Kiri e di portare nel suo DNA un sangue potente come quello dei Kaguya, poter modificare le ossa a suo piacimento le era stato utile più di una volta nelle missioni da quando l'aveva scoperto, permettendole di creare ottime armi anche nei luoghi in cui si poteva entrare unicamente a seguito di perquisizioni e disarmati. Insomma, sembrava che tutto stesse davvero andando per il verso giusto, per la prima volta in vita sua.

    Stava percorrendo il sentiero innevato diretta verso casa sola da diverse ore ormai, doveva trovare il prima possibile una taverna dove poter dormire visto il tramonto che ormai si avvicinava inesorabile ma non aveva ancora incrociato un villaggio ne alcun viandante e cominciava a preoccuparsi: passare la notte fuori visto quelle temperature non era la soluzione migliore, certo sarebbe sopravvissuta ma preferiva trovare un'alloggio più sicuro.
    Fu mentre si domandava come mai in quella zona non sembrasse esservi stranamente anima viva che vide alcune impronte poco lontane da lei abbandonare il sentiero per inoltrarsi nel bosco: incuriosita e decisa a trovare qualche informazione sulla più vicina taverna dove poter trovare un letto accogliente e del buon sakè caldo seguì le tracce all'interno della vegetazione.
    Poco prima del limitare del bosco e nei pressi del lago vide un paio di persone, una ragazza dalla bellezza surreale ma fin troppo svestita vista la temperatura di quel luogo minacciata da un ragazzo che sembrava avere all'incirca la sua stessa età. Si fermò, accucciandosi nei pressi si un cespuglio innevato osservando la scena ed ascoltando la conversazione, a circa una decina di metri di distanza.
    Si trattava di un tentativo di furto in piena regola, e non aveva di certo intenzione di schierarsi dalla parte della vittima: perché mai farlo, perché rischiare la vita per una persona che non sembrava neppure in grado di badare a se stessa? Pesce piccolo mangia pesce grande, se la donna non fosse riuscita a salvarsi né con la forza né con la furbizia era giusto che perisse, che la natura facesse il suo corso eliminando coloro che erano troppo deboli e privi delle giuste doti per sopravvivere. Con il corpo che si ritrovava non sarebbe stato difficile per lei cercare di usarlo per uscire da quella situazione, no?

    Fra i due litiganti, il terzo gode... pensò fra sé e sé continuando ad osservare la scena nascosta fra le fronde. Se i due si fossero feriti ed indeboliti a vicenda avrebbe potuto approfittarne in seguito, attaccando eventualmente il vincente per recuperare il bottino di entrambi. Perché sprecare energie quando loro stessi potevano fare la metà del lavoro? Decise dunque di rimanere ad osservare l'evolversi della situazione dalla sua posizione sotto copertura, tirando fuori a sua volta il kaiken somministrando con cura una dose di velenoVeleno Debilitante C1 (5 dosi) [Veleno]
    La somministrazione di 1 dose causa un malus di una statistica primaria scelta di 2 tacche per 2 round. La vittima, se somministrate ulteriori 2 dosi entro 2 round dalla prima somministrazione, sarà Spossata (DnT Leggero).
    Tipo: Supporto-Variabile
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 0)
    sulla lama e facendo lo stesso su due shuriken, che ripose poi nel portarmi sopra tutti gli altri in maniera tale da poterli prendere per primi.
    Non conosceva le capacità di nessuno dei due ed uno dei motivi per cui non voleva agire fin da subito era anche osservarli per capire se fossero o meno alla sua portata, rischiare la vita per qualcuno decisamente superiore a lei era a dir poco stupido ed insensato. Se però la situazione si fosse evoluta in maniera per lei vantaggiosa non avrebbe esitato ad agire, cercando al solito di ottenere il meglio per se stessa. Immobile e con i sensi all'erta rimase ad osservare le due potenziali prede dall'interno del bosco, sicura che nessuno dei due l'avesse notata, presi com'erano dall'interagire fra di loro.

    Far muovere Isuke in maniera diversa da questa sarebbe stato forzato, lei si schiera sempre e solo dalla parte di se stessa quindi per il primo post rimango ad osservare i vostri pg :P Se ho ben intuito però succederà qualcosa a prescindere a breve, quindi la farò interagire allora mi sa!


     
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