Kiiroshi, la foresta dell'ignoto

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    Kiiroshi, la foresta dell'ignoto

    Leopardo parlante!


    Il giovane kiriano era intento a provare ad accarezzare il grosso felino che aveva davanti, provando a farci amicizia, ma probabilmente non aveva tenuto conto che non si trattasse del grasso gatto che aveva avuto da piccolo. Rispetto alle aspettative in cui avrebbe potuto reagire l'animale, quella che manifestò fu la più insolita, che fece letteralmente fare un sobbalzo all'indietro al clone accovacciato, facendolo cadere a terra per lo spavento e la sorpresa.
    WO! Ma che ca...!
    Il micione aveva parlato. Era un dannatissimo leopardo parlante che aveva anche appena fatto buon uso della lingua del genin, e la cosa lasciò di stucco quest'ultimo per un paio di secondi, in cui si rese conto che quello non era un animale normale, bensì una creatura come ne aveva viste tante in molte occasioni, dotata di un'intelligenza pari a quella umana ed evocabile tramite un contratto.
    Quasi certamente, pensò, doveva essere stato evocato da un ninja nei dintorni, non arrivando a sospettare di trovarsi nel loro territorio.
    Anche il Ryuu originale e l'altro clone, avevano fatto un piccolo passo indietro dopo aver sentito parlare quel gattone, quindi fu poi l'originale a prendere parole, tentando di scusarsi per il loro comportamento.
    No no, ehi, scusa, non credevamo che potessi parlare. E' solo che non ce l'aspettavamo, non mi capita molto spesso. Nel frattempo, il clone seduto a terra si sarebbe rialzato ed avrebbe fatto un altro passo indietro per non darsi un'aria molto minacciosa, dopo aver rinfoderato la spada.
    Scusami, sono un ninja di Kiri e mi hanno mandato qui per indagare su degli strani casi di aggressioni. Per quanto ne sappiamo, questa foresta è abitata da demoni.
    Tu perché ti trovi qui? Stai indagando anche tu?

    Il ragazzo sarebbe rimasto ad attendere una risposta, ma se fosse stata la verità sui fatti, ovvero che in realtà erano lui ed il suo branco, la causa delle aggressioni, tutti e 3 i Ryuu sarebbero stati abbastanza sconvolti nell'aver appreso di aver trovato ciò che cercavano. Non sarebbero mai arrivati a pensare che si trattasse di semplici animali, o quasi, e soprattutto non si sarebbero aspettati di starci già parlando, considerato che quello davanti a loro sembrava piuttosto calmo e non troppo aggressivo. Il genin, avrebbe allora cercato di saperne di più, qual'ora il leopardo non gli avesse ancora dato le dovute spiegazioni di sua spontanea volontà, cercando di interloquire pacificamente con lui.
    Va bene, scusami ancora, non avrei mai potuto immaginare. Chinando leggermente il capo e presentandosi. Io mi chiamo Ryuu Mizukiyo e, come ti ho già detto, sono qui per indagare sui fatti che avvengono in questa foresta. Non è che potresti dirmi qualcosa che potrebbe tornarmi utile? Perché terrorizzate la gente dei villaggi qui intorno?
    L'animale, però, non sembrò voler rispondere immediatamente a quelle domande, invitandolo a seguirlo, occasione che Ryuu volle cogliere al volo, dato che aveva constatato che quasi certamente non si trovava dinnanzi ad una creatura indemoniata.
    Certo, volentieri, ma prima devo avvertire i miei compagni. Possono venire anche loro?
    Stavolta, però, il genin ricevette una risposta negativa, ma nonostante tutto dovette accettarla, seppur con un pizzico di diffidenza, non volendo entrare nei particolari e capire quale fosse la ragione di quella decisione.
    Ehm...Kodai... Disse, rivolgendosi al suo compagno con cui era ancora attiva la comunicazione mentale, o almeno sperava che o fosse. Non so se hai sentito quello che ho già detto, ma ho trovato uno di questi... cosiddetti "demoni" e mi sta portando a parlare con il suo branco Vedo che posso fare, ci sentiamo dopo.
    E lasciato il messaggio, tornò con la mente alla situazione che aveva davanti. Probabilmente, l'animale era riuscito a cogliere che Ryuu non avesse cattive intenzioni, ma non voleva ugualmente rischiare di portare al suo branco delle persone che non conosceva e di cui non si fidava, quindi lo shinobi ed il suo clone rimisero a posto le spade poggiate a terra poco prima, e tutti e 3 si incamminarono nella direzione indicata dal grosso felino bianco, restando dietro di lui.
    Ryuu sembrava volersi fidare e dare fiducia delle sue intenzioni, quindi durante il cammino sciolse la tecnica che teneva in vita i suoi due cloni e facendoli liquefare, restando da solo con la sola compagnia del leopardo, in attesa di raggiungere questo fatidico luogo. Forse era riuscito a fare un passo avanti nella ricerca e stava giungendo ad un punto cruciale della missione, essendo emozionato di star svolgendo la faccenda senza il supporto di altri; in fondo stava diventando davvero niente male nello svolgere le missioni, e ne andava fiero.
     
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    Il leopardo sembrò leggermente stupito (o almeno il tono della voce e l'espressione del volto felino richiamavano quell'emozione) quando il Kiriano affermò che nella foresta abitavano dei demoni.

    Non ci sono demoni qui a Kiiroshi, solo noi. E non credo proprio che tu possa chiamare "demoni" noi leopardi, dato che non facciamo altro che difendere il nostro territorio. Semmai siete voi "umani" che vi comportate da "demoni" attaccando noi e invadendo la nostra casa.

    In effetti la linea di demarcazione che differenziava quelli che potevano essere dei semplici animali a degli esseri senzienti era molto labile per un ninja, ovvero per una persona che ben conosceva l'esistenza degli animali senzienti (volgarmente detti "creature da evocazione"), ed in effetti se al posto di quei leopardi ci fossero stati degli uomini la storia sarebbe stata ben diversa. All'interno della foresta non vi erano, da quel che ne sapesse lui, risorse talmente importanti da giustificare un "attacco" ad una "popolazione indigena" anche se il mondo era pieno di uomini che non avevano alcuno scrupolo a riguardo e che uccidevano e massacravano per il puro gusto di farlo.

    Senza contare che probabilmente erano stati proprio i leopardi a riportare i due bambini al villaggio senza un graffio. Che vi fossero delle "fazioni" anche all'interno di quel gruppo?

    In ogni caso la situazione sembrava abbastanza chiara: il leopardo lo stava portando a parlamentare con un suo superiore anche se ancora il motivo non gli sarebbe rimasto chiaro.

    Il mio nome comunque è Kurobaku. Quando saremo al cospetto della capobranco ricorda di dimostrare rispetto e di non rivolgerti mai a lei direttamente e di essere interpellato prima di rispondere. Non tutti condividono le mie posizioni nei confronti di voi "umani" per cui cerca di non rovinare già tutto.

    Ryuu non poteva saperlo ma Kurobaku stava facendo un vero e proprio salto nel buio. Sapeva di non poter affrontare il ninja in uno scontro diretto, specialmente tre di loro, e pertanto stava cercando di sopravvivere nel modo migliore secondo lui. Sperava solo che questo umano, che non sembrava ancora giunto al pieno della loro maturità (anche se una volta raggiunta una certa altezza gli sembravano tutti uguali) si dimostrasse più aperto mentalmente rispetto agli altri membri della sua razza.

    Il kiriano si sarebbe presto perso e se avesse provato a chiedere spiegazioni al leopardo questo gli avrebbe semplicemente risposto che non poteva permettere a chiunque di conoscere la posizione del loro nido. Stava mettendo bene in chiaro che il ninja era solo un ospite e che, se non si fosse comportato bene, sarebbe stato ucciso dai leopardi o, peggio, lasciato a vagare per la foresta a morire di fame.

    Dopo circa un'ora, durante la quale lui e il leopardo si sarebbero potuti conoscere meglio (se non addirittura fare amicizia) sarebbero finalmente giunti al cospetto di un nutrito gruppo di leopardi. Durante il viaggio, ogni tanto, Kurobaku avrebbe lanciato dei versi alla foresta quasi per avvisare qualcuno del suo passaggio o per dare delle informazioni. Erano sicuramente all'interno della parte più profonda del territorio di quelle bestie. Arrivano quindi ad una grossa costruzione in pietra che sembrava una vera e propria arena in rovina. Subito lo sguardo di Ryuu sarebbe stato attirato dal leopardo che si trovava dall'altra parte dell'arena rispetto a lui, seppur sugli spalti, l'unico che non sembrava né intimorito né scandalizzato dalla sua presenza. Si trattava della capobranco, anche se il ninja ancora non poteva sospettarlo.

    Pesanti miagolii e rumorii, oltre a qualche soffio (e a qualche ruggito abbozzato) accolsero il Kiriano all'interno dell'arena (Kurobaku sarebbe rimasto all'esterno dopo averlo invitato ad entrare).

    Un leopardo piuttosto anziano si sarebbe alzato e dopo che tutti tacquero si mise a parlare con lui, pur restando all'esterno dell'arena.

    Bene, bene, bene... un umano. Kurobaku ci ha informato che vuoi parlamentare, ma non vedo perché dovremmo discutere con uno dei membri della tua razza. Sporchi traditori.

    Diverse urla e soffi fecero ben intendere al ragazzo che non era il benvenuto.

    Ma siccome, al contrario di voi, noi siamo giusti e superiori ti darò la possibilità di spiegarti. Avanti umano, qual è la tua scusa per aver invaso il nostro territorio?



    CITAZIONE
    OT

    Spiega la tua situazione all'ostile platea di leopardi, cercando di guadagnarti se non la loro fiducia almeno la possibilità di tornare vivo a casa.
     
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    Kiiroshi, la foresta dell'ignoto

    Macchie. Macchie ovunque


    Ryuu rimase costernato nell'essersi reso conto di aver dato del "demone" a quell'animale. La faccenda sembrava alquanto diversa da come risultasse dalle sue informazioni, e decisamente molto più complicata, ma l'unico modo per scoprirlo era seguire quel leopardo.
    Si sentì leggermente a disagio, durante il cammino, rimanendo alle spalle del felino, che nel frattempo si presentò.
    Il mio nome comunque è Kurobaku. Quando saremo al cospetto della capobranco ricorda di dimostrare rispetto e di non rivolgerti mai a lei direttamente e di essere interpellato prima di rispondere. Non tutti condividono le mie posizioni nei confronti di voi "umani" per cui cerca di non rovinare già tutto.
    Al sentire quella notizia, il genin fu abbastanza shockato, non immaginando che sarebbe stato coinvolto così tanto in quella faccenda; proprio non si sarebbe aspettato di dover andare a parlare con l'intera tribù dei responsabili degli incidenti, facendo in pratica da portavoce per rappresentare gli umani che quei leopardi sembravano odiare tanto, e la cosa non gli andava molto a genio. Non era mai stato bravo con le parole, ed il fatto di portare il peso di una tale responsabilità, nel caso avesse fallito, non migliorava di certo le cose, facendolo sentire ancora più insicuro man mano che procedevano nella foresta.

    Il tempo passò molto lentamente, ma il genin continuò a seguire il leopardo in un quasi totale silenzio, provando solo sporadicamente ad interloquire con l'animale che lo stava scortando, con qualche semplice domanda come "siete in tanti?" e "quanto manca?" Non osò porre domande riguardo la situazione del suo branco, immaginando che le spiegazioni sarebbero arrivate dopo e che non era il caso di parlare in eccesso, per non rischiare di offenderlo, dato che non sembrava avere molta considerazione degli uomini.
    Avevano già percorso diversi chilometri, addentrandosi nella foresta più di quanto Ryuu avrebbe immaginato, ed uscendo sicuramente dal raggio di azione della tecnica del suo compagno kiriano, quando infine iniziò a scorgere tra gli alberi, altre figure simili a quella che aveva davanti. Ormai, dovunque si voltasse non vedeva che quelle: grossi felini maculati, bianchi o gialli, che balzavano di ramo in ramo o se ne stavano sul terreno, intenti a fissare il nuovo arrivato, che a quel punto non poté non sentirsi enormemente a disagio.
    Dal suo punto di vista, erano senza dubbio degli animali spettacolari, dal modo sinuoso in cui si muovevano, alla colorazione del manto come non se ne vedevano dalle sue parti, ma allo stesso tempo mettevano un certo timore per la loro possente massa ed il loro numero elevato. Ognuno di quegli animali possedeva una muscolatura non indifferente, per non parlare delle grosse zanne e degli affilati artigli, che se solo avessero voluto, avrebbero potuto fare a piccoli brandelli il corpo del Mizukiyo, che in ultimo fu condotto in uno strano luogo apparentemente costruito dall'uomo. Era una strana struttura circolare, quasi sembrava un'arena con tanto di spalti, ma in particolare fu il leopardo davanti a lui ad attirare la sua attenzione. La presenza di Ryuu non sembrava molto gradita ai presenti, ma ciononostante cercò di mantenere il sangue freddo, sospettando che con alte probabilità, avrebbe dovuto passare all'attacco, se fossero diventati più ostili.
    L'unico a non sembrare turbato dal kiriano fu proprio il leopardo davanti a lui, che rimase calmo ad osservarlo, ma pochi istanti dopo, un altro di quei felini prese parola. Aveva la pelliccia vagamente scolorita e un po' malandata, e dalla voce poteva intuirsi che non si trattasse di un esemplare molto giovane.Bene, bene, bene... un umano. Kurobaku ci ha informato che vuoi parlamentare, ma non vedo perché dovremmo discutere con uno dei membri della tua razza. Sporchi traditori.
    Traditori?!
    Ryuu non capì il motivo di quelle accuse, ma cercò ugualmente di restare calmo e di non interrompere il leopardo anziano, facendo appello ai suoi modi formali.
    Ma siccome, al contrario di voi, noi siamo giusti e superiori ti darò la possibilità di spiegarti. Avanti umano, qual è la tua scusa per aver invaso il nostro territorio?
    Oh cavolo

    Wow...
    Sei fottuto alla grande


    Il ragazzo cercò di ignorare il demone, concentrandosi sulla situazione attuale. Era finito dritto in una trappola, rirovandosi circondato da animali inferociti e non essendo mai stato molto bravo con le parole. In quei momenti, la sua preoccupazione salì vertiginosamente, avendo paura di non avere vie di fuga e cercando disperatamente le parole giuste da dire in quella situazione, e difatti, i presenti avrebbero potuto notare un po' di tentennamento.
    Tutti quei leopardi sembravano avercela con il genere umano, ma non riusciva proprio a capirne il motivo, quindi, non essendo a conoscenza dei fatti accaduti, l'unica opzione che gli sembrò quantomeno decente, fu presentarsi formalmente e senza mentire sulla sua missione, per poi chiedere dettagli sulla situazione.
    Io...mi chiamo Ryuu Mizukiyo. Sono un genin del villaggio della Nebbia, e sono stato mandato qui in perlustrazione, perchè gli abitanti dei villaggi vicini sono convinti che in questa foresta vi abitino dei demoni gialli.
    Avrebbe accettato una spiacevole reazione da parte dei presenti, ma senza scomporsi, continuando poi a spiegare il suo punto di vista.
    Ammetto di essere sorpreso di tutto questo e che probabilmente non conosco la vostra versione dei fatti.
    Io non voglio far del male a nessuno. Sono un ninja ed il mio compito è di proteggere le persone, e ciò conta anche voi. Quindi, se non vi dispiace, vorrei sentire anche la faccenda dal vostro punto di vista.

    Dopo il breve tentennamento iniziale, il kiriano avrebbe parlato in modo più rilassato, anche se una nota di insicurezza, durante le prime frasi pronunciate, poteva ancora essere scorta. Era da solo, in mezzo ad una marea di animali maculati che aspettavano solo un suo passo falso per attaccare, quindi, le sorti del suo destino sarebbero dipese da loro.
     
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    Io...mi chiamo Ryuu Mizukiyo. Sono un genin del villaggio della Nebbia, e sono stato mandato qui in perlustrazione, perché gli abitanti dei villaggi vicini sono convinti che in questa foresta vi abitino dei demoni gialli.

    Alcuni leopardi emisero dei miagolii, ma di diversa intensità. Apparentemente qualcuno sembrava divertito all'idea di essere definito un "demone" mentre altri, soprattutto i più anziani, vedevano la cosa con preoccupazione. Specie vista l'identità di ninja del Mizukiyo.

    Un gruppo di tre persone, consistente con ciò che sappiamo delle attività dei ninja. Quindi questi umani non solo non rispettano il nostro territorio ma hanno mandato dei ninja per fare il lavoro sporco.

    Io dico di scuoiarli vivi! E di mandarli via! Facciamo loro vedere che questa è la nostra casa! Che facciano i ninja a casa loro!

    Non permettiamo più che i nostri piccoli vengano scuoiati! Uccidiamo tutti gli umani! A morte i ninja!

    In molti si unirono a queste due voci, ma il leopardo che teneva il suo interrogatorio non sembrava impressionato. Rimase molto calmo ed attese che le voci si abbassarono prima di consentire a Ryuu di proseguire.

    Ammetto di essere sorpreso di tutto questo e che probabilmente non conosco la vostra versione dei fatti.
    Io non voglio far del male a nessuno. Sono un ninja ed il mio compito è di proteggere le persone, e ciò conta anche voi. Quindi, se non vi dispiace, vorrei sentire anche la faccenda dal vostro punto di vista.


    Il suo interlocutore avrebbe guardato la capobranco, facendo intuire a Ryuu chi effettivamente "portava i pantaloni" nel gruppo di felini. Se ci fu uno scambio di gesti o sguardi Ryuu non se ne sarebbe accorto ma a quanto pareva vi era stato un cenno di assenso.

    L'anziano leopardo si sarebbe quindi rivolto nuovamente al kiriano:

    La nostra storia inizia molti anni fa, in una terra lontana oltre il mare. In seguito ad una brutale guerra i nostri antenati, stufi del richiamo della battaglia, decisero di migrare e di trovare un nuovo luogo in cui vivere. Sono infine giunti in questa terra, lontano dagli uomini traditori dove abbiamo vissuto in pace. Hanno scelto questa foresta perché non solo è una terra priva di voi uomini ma perché è stata una terra rigettata da voi, che avete abbandonato, come testimonia questo stesso luogo. Decisero quindi di reclamare un giusto pezzo di terra, il necessario per consentir loro e alla loro discendenza di vivere in pace. Ma a voi umani ciò non bastava. Detestate persino l'idea stessa che noi possiamo vivere in pace, lontano da tutto e da tutti, e siete venuti a cercarci... ed infine ci avete trovato. Non solo avete violato il nostro territorio ma avete portato la guerra uccidendo i nostri piccoli e dissacrando i loro corpi, scuoiandoli e lasciandoli a marcire. Uccisi per guadagno e divertimento.

    Fece una piccola pausa prima di concludere.

    Mi fate schifo, sudici due-zampe. Ed ora dimmi ninja... visto che dall'alto della tua ipocrisia vuoi "proteggerci" continuo con fare chiaramente ironico Cosa credi di fare ora? Tradire la tua razza per allearti con noi? Ora che sai quali sono i vostri crimini, cosa pensi di fare?
     
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    Pace e Vendetta


    Il ragazzo ascoltò molto attentamente la triste storia di quel povero branco perseguitato da tante sventure; non era certo una novità, che avesse un lato molto sensibile, data anche la sua giovane età, il che rese ancora più profondo il dispiacere che provò per le atrocità e le ingiustizie di cui venne a conoscenza, riuscendo soltanto ad immaginare il dolore che provassero.
    A quel punto, come avrebbe mai potuto biasimarli per l'odio ed il disprezzo nei confronti della sua gente. Per di più, dopo aver toccato l'argomento "cacciatori", una tipologia di uomini che non era mani andata a genio al kiriano, non potè che provare disprezzo anch'egli; non aveva mai trovato piacevole l'uccidere degli animali soltanto per la bellezza della loro pelle, ed ora che aveva potuto sentire in prima persona le testimonianze di chi aveva subito tali barbarie, quasi gli vennero le lacrime agli occhi, mentre ascoltava il discorso del leopardo, a testa bassa per la vergogna che stava provando nei confronti della sua specie.

    Parole dure uscirono dalla bocca del felino. Parole rivolte anche al genin stesso, che ormai era rimasto immischiato in una grossa faccenda, ritrovandosi in una specie di tribunale, a rappresentare la razza umana in quello che aveva l'aria di essere a tutti gli effetti un processo.
    Mi fate schifo, sudici due-zampe. Ed ora dimmi ninja... visto che dall'alto della tua ipocrisia vuoi "proteggerci"...Cosa credi di fare ora? Tradire la tua razza per allearti con noi? Ora che sai quali sono i vostri crimini, cosa pensi di fare?
    Ryuu non sapeva come controbattere a quelle accuse. Non poteva di sicuro negarle, in quanto era ben a conoscenza di certe pratiche di alcune persone. Ma, pensò, che forse il punto era proprio quello: non si poteva condannare l'intera specie umana per dei crimini commessi da pochi, ma qualcosa si sarebbe comunque potuto fare.
    No, certo. Non tradirei la mia specie... ma credo che non ce ne sia bisogno.
    Voi avete ragione: gli umani fanno tante cose orribili, sia agli altri umani, sia alla natura. Ma non è giusto fare di tutta l'erba un fascio per dei crimini commessi da delle "mele marcie".

    Il genin fece una breve pausa, sospirando per l'argomento che stava per andare a tccare. Prima di riprendere, voltò il suo sguardo a destra e a sinistra, osservando i volti di quelle creature, e così continuò a fare di tanto in tanto.
    Io... non posso ridarvi ciò che vi è stato tolto. Posso solo immaginare lontanamente la vostra sofferenza... nessuno al mondo dovrebbe subire certe ingiustizie.
    Non è possibile rimediare, me ne rendo conto... ma forse posso provare a migliorare le cose d'ora in poi.
    Come ninja della Nebbia non posso fare giustizia per conto mio, ma posso promettervi che farò tutto il possibile per rendere di nuovo sicura questa zona e far illegalizzare la caccia in questo luogo. Purtroppo, essendo una pratica legale, non posso arrestare i cacciatori che vi hanno fatto questi torti. Come ninja...

    Il Mizukiyo, a quel punto, sciolse il nodo del suo coprifronte, togliendoselo e riponendolo in tasca, per poi continuare il discorso, ed i leopardi che aveva davanti avrebbero potuto vedere distintamente la sua espressione più seria che mai.
    Ma come Ryuu posso dare io la caccia a questi esseri e punirli come si deve.
    Non sto mettendo in dubbio che ci siano dei valorosi guerrieri tra di voi, ma io ho sicuramente più esperienza nel combattere contro degli uomini.
    Il ragazzo si inginocchiò senza battere ciglio, poggiando il ginocchio destro a terra e tenendo lo sguardo basso. Come primo passo per cercare di porre fine all'ostilità contro di voi e viceversa, consideratemi ai vostri servizi. Voi siete sicuramente più bravi di me nel seguire le tracce, ed avrete probabilmente memorizzato gli odori di quei furfanti che vi hanno trattato come nullità. Quindi vi prego, lasciate che vi aiuti...
    In ultimo, Ryuu alzò lo sguardo verso colui con cui aveva interloquito fino a quel momento, ed i suoi occhi furiosi non avrebbero lasciato dubbi sulla veridicità delle sue parole. Occhi desiderosi di vendetta verso i veri "animali" che avevano osato azzardarsi a tanta crudeltà.
    Ditemi dove posso trovare questi criminali e ci penserò io ad assicurarmi che non facciano più ritorno.
     
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    Il kiriano avrebbe notato che il suo discorso stava prendendo piede e che alcuni leopardi sembravano ricredersi sulle sue vere intenzioni.

    Grosse parole per un umano... ma io credo che...

    Un vero e proprio ruggito interruppe l'anziano leopardo.


    Silenzio, Atsuki.

    Nobile Hikari... replicò l'anziano leopardo un po' stupito.

    La femmina, colei che aveva fin da subito attirato l'attenzione di Ryuu, scese nell'arena (una cosa che neppure il suo anziano interlocutore aveva osato fare).

    Non sembrava offensiva, ma sicuramente era pericolosa. E pericolosa era, molto più di quanto Ryuu potesse immaginare. La tensione era palpabile. Le discussioni che Ryuu aveva sentito tra i leopardi, quegli accenni di simpatia nei suoi confronti di... dissenso? Erano svaniti. Tutti tacevano ed osservavano le due figure all'interno dell'arena. Un uomo ed una fiera, sicuramente dei combattenti non nuovi nell'arena. Persino l'ambiente sembrava ammutolito, l'unico rumore udibile per Ryuu era il battito del suo cuore. Tum-Tum. Tum-Tum.

    I passi della femmina non erano udibili, persino il suo balzo non aveva sollevato polvere dal terreno. Il silenzio che molti ninja raggiungevano solo tramite lunghi anni di addestramento era normale per lei, naturale. Osservò per un istante Ryuu negli occhi. Tum-Tum. Tum-Tum.

    Iniziò quindi a muoversi attorno a lui, annusando l'aria ed osservando il Kiriano quasi a volerlo mettere a nudo, cercando di intuirne i pensieri e le emozioni. Sembrava come se lo stesse valutando. Anche volendo Ryuu non sarebbe riuscito a muoversi. Sembrava come se fosse paralizzato. Tum-Tum. Tum-Tum.

    Persino il suo inquilino avrebbe sentito la tensione di quel momento. Hikari era probabilmente riuscita ad innervosire persino lui, l'ennesima testimonianza del fatto che quelle creature non andavano sottovalutate.

    Era difficile, da fuori, capire cosa stesse passando per la testa di Ryuu. Se sentisse sulla sua pelle lo sguardo del felino. Se si sentisse in pericolo, come se la capobranco potesse balzargli all'improvviso alla gola ed estinguere per sempre quel suono. Tum-Tum. Tum-Tum.

    Dopo un paio di lenti giri si fermò di fronte a lui ed aprì la bocca. Stava per attaccarlo?! Stava per dire qualcosa?! Tum-Tum, Tum-Tum. Tum-Tum, Tum-Tum.

    Tutto il branco era sbigottito ed aveva trattenuto il fiato durante tutto quel "rituale". Tutti sapevano che il destino di quell'umano dipendeva dalle parole della nobile Hikari, indipendentemente da quanti fossero passati "dalla sua parte". Nessuno, neppure Kurobaku, avrebbe osato mettere in discussione la sua volontà. E nessuno, neppure Ryuu, poteva muoversi. Un solo rumore squarciava quel silenzio. Tum-Tum. Tum-Tum, Tum-Tum. Tum-Tum, Tum-Tum, Tum-Tum.

    Proprio mentre sembrava che l'attesa stessa stesse per ucciderlo la nobile Hikari aprì la bocca... Tum-Tum, Tum-Tum, Tum-Tum, Tum-Tum.

    ...e scoppiò a ridere.

    Una risata liberatoria e contagiosa che avrebbe fatto ridere tutti i leopardi, che avrebbe illuminato quel giorno di una nuova luce. E che forse avrebbe sollevato un po' il Kiriano. Non era ancora giunto il momento per lui di lasciare questo mondo.




    Non sentivo un discorso così divertente da anni. Complimenti ragazzo! Sei riuscito a farmi ridere, e non è cosa da poco! Ahahaah! D'accordo, mi hai convinto. Ho deciso di concederti una possibilità. Pfff.... Ahahahahah. "come Ryuu posso dare io la caccia a questi esseri e punirli come si deve" ahahahah. Sembri un eroe di una pessima storia per cuccioli. Ahahahahah. Kurobaku!

    S-Si? Nobile Hikari?

    Porta il nostro nuovo amico... no, il mio giullare di branco nel campo di quei cacciatori. Vediamo che cosa è in grado di fare. Pfff.... ahahahaha.

    Kurobaku entrò nell'arena facendo segno col muso a Ryuu di seguirlo.

    Ah, aspetta... mi è venuta in mente una cosa ancora più divertente... fagli stringere il patto con voi bassobranco.

    Come? Dovremmo... far stringere il patto a questo umano?

    Perché no? L'hai portato tu qui no? E lo stiamo mandando in una sorta di missione suicida no? Se sopravvive si dimostra degno di essere nostro "alleato", altrimenti basterà tirare un segno rosso sopra il suo nome.

    Si ma... per quanto alla fine abbia acconsentito ad attaccare quei cacciatori...

    Bah, è solo un patto con voi bassobranco. Non è che gli stia proponendo chissà quale onore, dopotutto. Non sei d'accordo, Kurobaku? replicò lei mostrando i denti

    Come volete voi, nobile Hikari. ammise rassegnato il giovane leopardo. Seguimi, forza! disse irritato a Ryuu.

    Portò il ninja con se ancora più addentro nella foresta, in un'area ricca di sottobosco. La differenza tra i due branchi era stabilita anche da dove era consentito loro vivere. Gli altobranco godevano della luce del sole tra le fronde degli alberi secolari, mentre i bassobranco dovevano costruire delle tane tra le loro radici. Secondo alcuni era proprio da questa divisione "abitativa" che originavano i due termini per identificare i due sottobranchi di leopardi.

    Una piccola infarinatura sulla loro politica che Kurobaku avrebbe dato a Ryuu, se il ninja di Kiri si fosse dimostrato interessato. Visto che dovevano diventare compagni di caccia tanto valeva tenerlo informato.

    Giunsero infine al loro primo obiettivo, una grossa tana (per un bassobranco) situata sotto un vecchio tronco d'albero. Ryuu avrebbe potuto notare come tutto lo spazio sotto le radici fosse stato rimosso ed alcune di esse emergessero dal terreno. Il ninja si sarebbe dovuto abbassare ma non avrebbe avuto problemi ad entrare, notando come qualche cucciolo fosse uscito dalla tana guardandoli con curiosità.

    Entrati all'interno li avrebbe accolti una nuova risata, diversa da quella della capobranco.

    ihihihhihih. Kurobaku e... Ryuu, giusto? Mi hanno informato del vostro arrivo.

    Non appena i suoi occhi si fossero abituati all'oscurità Ryuu avrebbe potuto notare come la voce appartenesse ad un leopardo, al pieno della maturità, con una benda sopra l'occhio destro.

    Yoroi...

    ihihihhi, chiamami Iena, come fate sempre alle mie spalle. replicò irritato il leopardo.

    Il grosso felino si avvicinò a Ryuu, annusandolo.

    Niente di che, ma faremo di te un compagno di caccia adeguato. Stai per sottoscrivere un importante patto ragazzo, nonostante la capobranco abbia preso alla leggera il tutto. Data la rapidità di tutto la farò breve ma sappi che, se accetti questo fardello, diventerai uno di noi. Un membro del branco. Un nostro "compagno di caccia". Tu potrai contare su di noi, e noi su di te. Sempre che tu sopravviva e porti a termine la tua missione.

    Sarebbero giunti poco più in profondità sotto la terra ed in mezzo alle radici dell'albero.

    Questo è uno degli alberi più antichi della foresta, ed abbiamo deciso di renderlo il simbolo di noi Bassobranco. Come noi quest'albero non è molto alto, ma le sue radici si estendono in gran profondità ed estensione lungo tutta la foresta.

    C'era una strana luminosità in quel luogo, dovuta ad un particolare muschio luminoso. Ryuu avrebbe notato delle pesanti incisioni lungo le radici dell'albero.

    Ogni membro del nostro branco, raggiunta la maturità, diventa un compagno di caccia ed incide il suo nome su questo albero. Lui è testimone del nostro impegno verso l'un l'altro. Del nostro giuramento di esserci sempre per un nostro compagno. Ed ora anche tu farai parte di questo giuramento. Violalo, e capobranco o non capobranco, per tutti gli dei ti sgozzerò io stesso.

    Forza, scegli una radice abbastanza libera ed incidi il tuo nome. lo stuzzicò Kurobaku.

    Al termine di quella "formalità" i leopardi gli avrebbero spiegato come funzionava la tecnica del richiamo e Iena sarebbe stato disponibile per discutere un eventuale piano di attacco.
     
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    Kiiroshi, la foresta dell'ignoto

    Parte del branco


    Il genin rimase immobile, osservando impassibile il suo interlocutore per cercare di carpirne il verdetto dalla sua espressione, prima che parlasse, ma non riuscendo a percepire quali fossero le sue intenzioni, attese impazientemente che le esprimesse. Le parole che aveva appena pronunciato erano dure e sincere, e lui stesso non sapeva da dove avesse tirato fuori una tale grinta ed un coraggio simile nell'offrire le sue abilità di ninja così apertamente, parlando difronte ad una simile platea. L'unica cosa che sapeva era che ormai si era messo in gioco e non poteva più tornare indietro, sempre sperando che il suo aiuto venisse accettato.
    Intorno a lui si era creato un gran subbuglio di voci e bisbiglii, ma proprio quando l'unico felino di cui gli interessasse la risposta, iniziò a parlare, questi venne interrotto da un potente ruggito, che costrinse il Mizukiyo a voltarsi verso un altro leopardo. Era difficile capirne il sesso soltando guardandolo, per un umano, ma le parole che pronunciò, gli fecero intuire che si trattasse di una femmina, un pezzo grosso, visto il comportamento che il leopardo precedente tenne nei suoi confronti.

    Ryuu guardò immobile ed ammutolito quel grosso felino venire verso di lui lentamente, scendendo i gradini altrettanto silenziosamente. Non osava perdere la sua posizione. Tutto il branco era rimasto in silenzio ad osservare la scena, ed il genin non sarebbe potuto rimanere impassibile, lasciando trasparire un po' del timore che provava in quel momento e la tensione che il leopardo gli stava trasmettendo. Non c'era dubbio che avesse paura che qualcosa di grosso sarebbe potuto succedere, ma proprio non riuscì a capire le intenzioni di quella che l'anziano chiamo "Hikari". Quest'ultima iniziò a camminare intorno al ragazzo, mentre l'intera foresta sembrava essersi zittita per osservarla mettere a nudo l'umano.
    Il leopardo restava in silenzio, annusando l'aria attorno al ninja, e questi non potè far altro che rimanere immobile a farsi studiare, cercando di non farsi prendere dal panico, restando calmo, ma la tensione cominciava a farsi molto pesante. Il silenzio assoluto che lo circondava era inquietante, al punto da non riuscire a sentire nient'altro che il battito del suo cuore, che ormai batteva all'impazzata. Il respiro era lento e controllato, perchè se si fosse lasciato andare alle emozioni, avrebbe avuto la reazione naturale di scattare in piedi, nonostante fosse già pronto ad un eventuale attacco. Non poteva lasciarsi cogliere di sorpresa. Certo, era circondato da potenziali nemici, ma quello specifico leopardo si presentava come la minaccia maggiore.
    Se ci fosse stata un'interconnessione maggiore tra lui ed il Sanbi, avrebbe potuto percepire che anch'egli era vagamente agitato da quella femmina di leopardo. Il suo sguardo agghiacciante non era la sola cosa che metteva inquietudine: una spaventosa e potente aura veniva emanata dal suo corpo, una cosa spaventosa che Ryuu aveva percepito sporadicamente solo in presenza di ninja di un molto elevato calibro.
    Quella tortura mentale sembrava stesse durando in eterno, ed ogni secondo che passava era lungo almeno il triplo, per il povero Mizukiyo, mentre veniva annusato e scrutato senza sosta. La leopardessa compì un intero giro attorno al genin, ma non si fermò, andando avanti a girargli intorno per un altro interminabile giro, a passi lenti e sinuosi.
    Quando infine si fermò di fronte al "prigioniero", guardandolo dall'alto in basso, vista la sua mole, fu in quel momento che la tensione raggiunse il suo culmine, nell'attimo in cui si stava per decidere tutto, ed il genin avrebbe finalmente potuto sapere se le sue parole ed il suo coraggio avessero colpito il cuore del branco.
    Purtroppo, ciò che ne seguì fu una sonora risata.

    Il leopardo chiamato Hikari spalancò le fauci e scoppiò a ridere senza alcun ritegno, una risata che per poco non uccise lo shinobi. Non tanto per l'alito decisamente poco profumato dell'animale, ma perchè nel giro di qualche istante, dopo essere rimasto assolutamente sbigottito da quella reazione inaspettata, l'ultima che avrebbe osato immaginarsi, coinvolse anche tutti gli altri presenti.
    Dal silenzio innaturale che si era venuto a creare, si formò all'istante un coro di risate che lasciò senza parole il genin, che altrettanto velocemente cambiò colorito del viso. Dopo tutto lo stress accumulato nell'arco di una manciata di minuti, soprattutto negli ultimi secondi, non riuscì a reggere una reazione del genere. Lui era stato sincero e leale nei loro confronti, aveva preso a cuore la loro causa e le loro difficoltà, ed ora l'intero branco aveva preso a ridergli sfacciatamente in faccia, cosa aggravata molto anche dalle parole che seguirono, pronunciate dalla capobranco.
    Non sentivo un discorso così divertente da anni...Sembri un eroe di una pessima storia per cuccioli.
    In quegli istanti, Ryuu si sentì completamente sconfitto e mortificato, ed avrebbe voluto scappare via di corsa, per la vergogna, mentre la sua faccia aveva già iniziato a prendere un colorito più che paonazzo. Forse non era stato preso sul serio, forse aveva esagerato con le parole, o forse era stato semplicemente troppo stupido ed ingenuo per prendere la situazione seriamente, rovinando tutto volendo fare l'eroe della storia. Dentro di sé sentiva come un fuoco. Un fuoco di umiliazione e derisione che non fece che crescere, ma a cui non poteva dare sfogo, abbassando leggermente lo sguardo, distogliendolo dalla sua interlocutrice, e fissando il suolo, sperando che finissero presto con quella presa in giro. Avrebbe voluto piangere per la troppa tensione accumulata e poi gettata via in quel modo, ma si trattenne dal farlo, attendendo un modo per continuare quella specie di processo sfociato in una farsa.

    Nonostante tutto, Ryuu riconobbe che in fondo le sue parole erano state ascoltate, in quanto la leopardessa chiamò a sé il leopardo che per primo aveva incontrato il ragazzo, ordinandogli di condurlo proprio dai cacciatori. Il Mizukiyo drizzò immediatamente lo sguardo verso quella scena, leggermente risollevato, anche se ancora scosso. Forse avrebbe avuto l'occasione di farsi valere e dimostrare il suo vero valore a quei leopardi che tanto lo avevano preso in giro, quindi si alzò di scatto in piedi quando Kurobaku gli fece cenno di seguirlo.
    Ciò che non si aspettò, ancora, fu un'altra interruzione di Hikari, stavolta di grande rilevanza. Ennesime parole di quella femmina di leopardo, che lasciarono il genin completamente attonito.
    Fagli stringere il patto con voi bassobranco.
    Una frase impensabile che mise totalmente a soqquadro la mente di Ryuu, ancora non ripresosi dall'esperienza pre-morte di qualche attimo prima.
    Un patto (o contratto, come lo chiamò successivamente la capobranco) non era una cosa nuova per il genin, anche se non aveva proprio pensato al fatto che loro avessero avuto la possibilità di farlo. Aveva già visto altre volte evocare animali da altri ninja, e la cosa lo aveva sempre entusiasmato fin dalla prima volta, tanto che aveva fantasticato non poco su quanto sarebbe potuto essere figo poter evocare animali a piacimento o quali bestie eccezionali avrebbe potuto avere a disposizione, ma...lì? In quel momento? Con i leopardi?
    Non che avesse qualcosa da ridire contro i leopardi, ma proprio non si sarebbe aspettato che le cose sarebbero potute andare in quel modo e così alla svelta, facendosi mollare il contratto quasi per gioco, da una popolazione che lo riteneva "un giullare".
    Ma ancora una volta non ebbe il coraggio e la prontezza di rispondere o contestare quella decisione presa senza il suo consenso, limitandosi a seguire il leopardo albino dovunque lo stesse conducendo.
    Proprio una bella situazione...

    Il ragazzo e il leopardo si allontanarono senza perdere altro tempo dal cerchio di pietra, inoltrandosi nell'oscura foresta che era tornata ad essere silenziosa. Un altra passeggiata con "l'amico" Kurobaku, che pian piano gli stava diventando simpatico, o almeno era quello più socievole che avesse conosciuto. Una cosa che aveva capito, dopo aver ascoltato la loro storia, era che quel leopardo bianco era stato molto coraggioso a fidarsi di lui e portarlo al cospetto del suo branco. Nonostante fosse cresciuto provando disprezzo per gli umani, non lo aveva trattato male, sembrando speranzoso di voler cambiare le cose.
    Forse era per questo che credeva di piacergli e gli piacesse a sua volta, tanto che quando infine la tensione e lo stress scemarono dalla sua mente, cercò di rilassare l'aria tra loro 2, rivolgendogli qualche parola.
    Senti...grazie per quello che hai fatto, comunque.
    Ma, se posso, non ho capito una cosa. Credevo foste tutti un solo branco...perchè ti ha chiamato "Bassobranco"?

    La spiegazione del leopardo rese abbastanza chiara la situazione che regnava in quel posto, e Ryuu ne rimase alquanto stupefatto, non avendo mai creduto che in un unico branco, o tra gli animali in generale, ci potessero essere delle diversità di razza e dei pregiudizi come di solito accadeva con gli umani. Per lo meno aveva compreso il motivo che aveva spinto la capobranco a dire quelle cose riguardo al contratto, e dopo un primo momento di vago disgusto per quel modo di pensare, fu in un certo senso contento che gli avessero dato la possibilità di firmare un patto con il Bassobranco, invece dell'Altobranco. Non gli erano mai stati simpatici i tipi perfettini che consideravano gli altri inferiori, come il suo "amico" del clan Shinretsu, che non aveva mai perso occasione di bullizzarlo o rompergli le scatole in generale, approfittando del fatto di far parte di un prestigioso e famoso clan del villaggio.
    Si sentì quasi sollevato da quella rivelazione ed iniziò lentamente a sentire il brivido dell'emozione di aver realizzato di stare davvero per sottoscrivere un contratto con degli animali da evocazione, ed era stato anche fortunato a trovare dei leopardi e non ragni o scoiattoli. Magari sarebbero stati forti, ma sarebbe dovuto passare parecchio tempo, prima di farsi piacere uno scoiattolo come evocazione.

    Il tragitto non durò a lungo come il primo, arrivando nel giro di pochi minuti ad una specie di tana scavata nella terra, proprio sotto ad un albero, in modo che il varco si aprisse alle radici di quest'ultimo. Era una cosa che il genin non aveva mai visto, e gli fece uno strano effetto, anche se tuttavia era una trovata interessante e caratteristica.
    Tra quell'atmosfera anomala, nella penombra di una foresta sperduta all''altro capo del continente, non sarebbe mai mancata una luce di speranza e rinascita, come Ryuu ebbe modo di accorgersi quando vide due teneri cuccioli di leopardo, poco più grandi di un gatto, uscire saltellando dalla tana in cui stava per addentrarsi, fermandosi poi ad osservare incuriositi quello strano essere su due gambe che entrava in casa loro. Un sorriso dolce si dipinse sul volto del kiriano, mentre si abbassò sulle ginocchia per poter addentrarsi nel buco tra le radici, cercando di non restare indietro rispetto a Kurobaku.
    Un'altra cosa bizzarra, però, lo accolse in quella umida e semibuia grotta; una risata inquietante e quasi agghiacciante risuonò tra le pareti di terra, seguita dalla figura di un grosso leopardo dal sorriso sinistro e con una benda su un occhio, che Ryuu vide lentamente formarsi dalla penombra che regnava in quel luogo.
    Il timido ninja rispose unicamente annuendo, quando la "iena" chiese retoricamente se fosse lui il "Ryuu" di cui l'avevano informato, per poi restare quasi immobile, scansandosi giusto di qualche centimetro prima che quel leopardo si avvicinò per annusarlo.
    Le parole che seguirono, arrivarono molto in profondità in Ryuu, che assimilò quel discorso molto chiaramente; possedere un contratto di una specie animale significava molto di più che avere un'abilità in più da sfruttare quando più ne avesse bisogno; era un'opportunità di diventare parte di qualcosa di più grande, un'occasione unica di essere un tutt'uno con un organismo superiore all'accademia ninja. Quel nuovo punto di vista lo illuminò come avrebbero potuto fare poche altre cose; la consapevolezza di stare per ricevere un tale onore gli fece battere il cuore nuovamente con un movimento accelerato, ma stavolta non di paura, bensì di gioia.
    Pieno di quei sentimenti, proseguì attraverso quella che si rivelò essere una caverna ben diversa da come sembrava all'esterno, la quale andava molto più in profondità e sembrava non avere una fine, ma soprattutto illuminata da del particolare muschio che creava un'atmosfera misteriosa e quasi magica. Lungo le pareti, non poté fare a meno di notare diversi tagli presenti sulle radici, ma più li osservava, più andò accorgendosi che non si trattava di semplici tagli, bensì di nomi.
    Questo è uno degli alberi più antichi della foresta, ed abbiamo deciso di renderlo il simbolo di noi Bassobranco. Come noi quest'albero non è molto alto, ma le sue radici si estendono in gran profondità ed estensione lungo tutta la foresta.
    Ogni membro del nostro branco, raggiunta la maturità, diventa un compagno di caccia ed incide il suo nome su questo albero. Lui è testimone del nostro impegno verso l'un l'altro. Del nostro giuramento di esserci sempre per un nostro compagno. Ed ora anche tu farai parte di questo giuramento. Violalo, e capobranco o non capobranco, per tutti gli dei ti sgozzerò io stesso.

    Forza, scegli una radice abbastanza libera ed incidi il tuo nome.

    Non poté fare a meno di sentirsi leggermente a disagio, ma comunque emozionato. Si guardò intorno scrutando ogni singola radice nei paragi, per scegliere per bene il luogo in cui sarebbe rimasta la sua firma, il simbolo della sua appartenenza a quel nuovo clan. Non aveva mai fatto parte di qualcosa che non fosse la sua famiglia, ma in quel mome stava per entrare a far parte di un branco, ed era fiero ed orgoglioso di questo. Su quelle radici erano incisi i nomi di tutti i membri del Bassobranco, passati e presenti, e vi sarebbero stati incisi anche i membri futuri, e lui faceva parte di quelli.
    Dopo aver riflettuto attentamente, si avvicinò ad una radice massiccia, ma che spuntava da una parete solo in parte, per poi rientrarvi subito, lasciando quindi scoperti solo una ventina di centimetri. Si trovava vicino ad un sasso incastonato anch'esso nella parete, ricoperto di muschio luminescente, e fu lì che decise di intagliare il proprio nome, non essendo pretenzioso di avere una grande radice a disposizione, ma volendo che fosse abbastanza illuminato per essere ben visibile.
    Kunai alla mano, si avvicinò ad essa pieno di orgoglio.
    Da quando era partito dal villaggio per andare in perlustrazione di una foresta, non avrebbe mai immaginato che le cose potessero cambiare così tanto, tantomeno che sarebbe finito a firmare un contratto di evocazione...eppure era lì, ad intagliare il legno linea dopo linea, fino a comporre il suo nome, scritto con il kanji del drago.
    Era fatta. Aveva sottoscritto il suo contratto di evocazione. O almeno così credeva.
    Infatti, subito dopo, vennero le spiegazioni da parte della "iena" di come funzionasse la tecnica del richiamo, cose che Ryuu ascoltò molto attentamente, senza perdere una parola. Conosceva quella tecnica, avendola usata un paio di volte per sigillare e richiamare oggetti dalle pergamene, ma per evocare delle creature si rivelò essere un tantino più complesso. Ciò nonostante, era serenamente contento di potersi vantare anche lui, come tanti ninja che aveva già conosciuto, di possedere anche lui una simile opportunità.
     
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    I due leopardi si interessarono alla scelta di Ryuu, chiedendogli come mai avesse deciso di incidere il proprio nome proprio in quel punto.
    Il genin non lo sapeva, ma questo faceva parte del loro "test". Se avesse risposto con la verità Iena avrebbe sogghignato.

    Non male ragazzo, una buona spiegazione. Sei abbastanza umile da capire il tuo posto, ma hai quel minimo di orgoglio e di ambizione necessaria per far strada in un gruppo di caccia. Direi che posso approvare la tua iniziazione.

    Avrebbe quindi condotto Ryuu più in profondità, fino a fargli notare il vero e proprio contratto, un grosso rotolo intonso avvolto dalle radici dell'albero secolare.

    Ora faremo la tua vera iniziazione. Prendi il rotolo e scrivi con il tuo sangue il tuo nome anche li. Questo è necessario per poter richiamare i tuoi compagni in battaglia. Con la tecnica del richiamo potrai richiamare qualunque bassobranco da te ma sta attento: non tutti tra noi sono desiderosi di combattere al tuo fianco, almeno per ora. Se non conosci la tecnica ci trovi scritta una sua spiegazione. Dovresti esserne onorato... da che io ho memoria nessun umano ha mai stretto questo patto con noi.

    Una volta terminata la parte "burocratica", Iena avrebbe condotto Ryuu all'esterno dell'albero.

    Ora sei libero di andare, Ryuu del villaggio di Kiri. Le tracce dei cacciatori sono divenute fredde purtroppo ma, non appena la pista si riaccenderà saremo noi a richiamarti qui. Hai fatto un giuramento ragazzo, e noi te ne faremo rendere conto.


    Mentre Ryuu si allontanava Iena avrebbe nuovamente richiamato la sua attenzione, come se si fosse ricordato solo in quel momento di qualcosa di importante:

    E portati via quegli umani che ti hanno accompagnato, le frattaglie di ninja mi sono indigeste. avrebbe replicato ridendo.
     
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    Kiiroshi, la foresta dell'ignoto

    Il contratto


    Momenti magici furono quelli in cui lentamente scavò nel legno il kanji che rappresentava il suo nome, ma una volta finito, una domanda dai due felini presenti lo fece sentire nuovamente a disagio. Sapeva perchè avesse scelto quella specifica radice, ma non era molto facile per lui tradurre quei pensieri in parole, quindi ci rimuginò un po' su, prima di rispondere timidamente.
    Bè...direi che le radici grandi spettano più a voi del branco, che a me. Però comunque ci tenevo che si vedesse, perciò l'ho messo vicino alla luce. Disse, sorridendo alla fine.
    Le parole del leopardo che seguirono furono molto d'incoraggiamento per il genin, che si sentì molto felice di averli soddisfatti con la sua scelta, e non poté fare a meno di pensare come sarebbe stata quella fatidica iniziazione e se avesse sentito dei cambiamenti dentro di sè. Non ci volle molto per giungere ad un nuovo luogo ancora pieno di radici, e Ryuu poté notare che intrappolato in mezzo a queste, al centro della stanza, vi era un enorme rotolo molto particolare, che Iena lo invitò a prendere.
    Ora faremo la tua vera iniziazione. Prendi il rotolo e scrivi con il tuo sangue il tuo nome anche li. Questo è necessario per poter richiamare i tuoi compagni in battaglia. Con la tecnica del richiamo potrai richiamare qualunque bassobranco da te ma sta attento: non tutti tra noi sono desiderosi di combattere al tuo fianco, almeno per ora. Se non conosci la tecnica ci trovi scritta una sua spiegazione. Dovresti esserne onorato... da che io ho memoria nessun umano ha mai stretto questo patto con noi.
    Doveva ammettere che non si sarebbe aspettato una cosa così banale, ciè nonostante si sentì davvero onorato, come detto dal felino, di poter ricevere un tale privilegio, quindi andò a sradicare la pergamena dalle radici e la cominciò a srotolare, rivelandone la carta all'apparenza piuttosto antica. Arrivò fino al punto in cui ci sarebbero dovuti essere i nomi dei possessori del contratto, e a quanto pareva, Iena aveva ragione: c'erano ben pochi nomi iscritti tra quelle sezioni, e si poteva intuire facilmente che quelle firme fossero antiche almeno quanto la pergamena, ma ormai era giunto il momento di rimediare.
    Il genin poggiò la pergamena in terra e con il kunai che usò poco prima, incise leggermente il palmo della sua mano sinistra, mentre con l'indice destro bagnò andò a prelevarne il sangue che ne uscì, bagnandosi il polpastrello ed usandolo così a mo' di inchiostro, scrivendo il suo nome ancora una volta con il kanji del drago.

    Stavolta era fatta davvero. Il contratto era stato firmato e non si poteva tornare indietro: Ryuu sottoscritto il patto per ricevere in ogni momento l'aiuto dei leopardi e viceversa. La spiegazione del funzionamento della tecnica non fu difficile da comprendere, ma una cosa certa è che avrebbe dovuto far parecchia pratica, anche se non è che gli andasse proprio a genio tagliarsi le mani per prelevarne del sangue (tanto è vero che finì con il leccarsi la ferita dolorante. Pensò ad una soluzione più semplice, magari conservandosi un po' del suo sangue in delle provette, ma chissà, forse non era abbastanza pratica come idea.
    Una volta riposto al suo posto il rotolo, il Mizukiyo dovette salutare quel luogo incantato che ormai significava molto per lui, dato che non avevano più niente da fare, lì. I leopardi condussero all'esterno il nuovo membro del branco e gli diedero il permesso di congedarsi, in quanto si sarebbero fatti sentire una volta trovata una pista che conducesse ai cacciatori.
    Non lo dimenticherò, statene certi. Non appena saprete qualcosa, sarò felice di compiere questa missione. E dopo un ultimo saluto finale, prima che La Iena lo avvisasse di tornare a casa con gli altri sue suoi amici, il genin si avviò versò i confini del loro territorio da dove era entrato.
    Ryuu si era completamente dimenticato dei suoi amici, che probabilmente lo stavano ancora attendendo da qualche parte, ma in quel momento aveva altro a cui pensare: non poteva ancora credere a tutto quello che gli era successo in così poco tempo ed era sinceramente contento di possedere anche lui un contratto da evocazione, nonostante non fosse stato per niente nei programmi. Gli era stato assegnato quasi per gioco e come una presa in giro, ma lui lo aveva fin da subito considerato un onore ed un piacere, essendo più che emozionato a quell'idea e fantasticando su mille pensieri, in particolare immaginandosi molti scenari diversi in cui avrebbe potuto sfruttare la forza di quei leopardi.
    Una cosa certa era che non si sarebbe mai pentito di aver trovato una simile fortuna.
     
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