Il mercante pavone

corso alle basi per Kujaku

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  1. Kujaku
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    I



    Narrato × Pensato × Parlato



    Suna.. La odiava. Un villaggio che non aveva niente da offrirgli, un villaggio che aveva solo tolto a Kujaku, aveva tolto la voglia di vivere. Malediva il giorno della sua nascita e detestava tutte le persone che facevano parte di quel paese, così grande, così piccolo.

    «Dovrebbero morire tutti, loro non hanno il diritto di vivere, solo mia madre ne aveva..»


    Era questo il suo unico pensiero, quel dolore lancinante che lo accompagnava da una vita, una morsa da cui era impossibile fuggire, tanto da esserci sprofondato. Forse la malinconia e la rabbia erano l'unica cosa a tenerlo ancora al mondo, ma voleva trovare una via, prima di arrivare a scomparire del tutto, un'ancora di salvezza, che l'avrebbe portato via da quella spirale. Sapeva di aver dato tante preoccupazioni a suo padre, non era uno sprovveduto, capiva che col suo atteggiamento aveva portato dolore anche nel suo cuore, perdere la donna che si ama, vedere il proprio figlio svuotarsi completamente di ogni emozione, dev'essere crudele.

    Quella, era una sua tipica giornata, gli unici momenti dove la sua mente trovava un po' di serenità erano quelli in cui si allenava, correndo per suna o facendo allenamenti a corpo libero, quando aiutava il padre con la mercanzia e perchè no, anche quando teneva in mano il suo pupazzetto. Quello fu il suo primo regalo in assoluto, l'aveva reso così contento, da voler diventare come esso, fu anche l'unica volta in cui sorrise, un sorriso sincero, ma anche un po' triste.

    Quando aiutava suo padre non comunicava con nessuno, portava solo le merci un po' più distanti, o andava in cerca di qualsiasi cosa con un valore per poterla poi rivendere. Anche quel giorno, si era allontanato in cerca di qualche coccio o oggetto che fosse, non si guadagnava molto, ma riuscivano comunque a tirare avanti. Sotto il sole cocente, indossava sempre una lunga veste, che non faceva filtrare la luce della stella, peculiarità, la sua carnagione bianca, difatto molto rara a suna. I suoi capelli rossi quasi scintillavano per i riflessi, e il suo occhio scoperto, brillava di un verde mai visto, quasi non fosse umano.

    Tornato al carro, Kujaku rimase sorpreso e anche un po' perplesso. Mentre posava quel poco trovato in giro per la zona, il genitore venne a chiamarlo, dicendogli di aver trovato qualcosa a cui sarebbe stato sicuramente interessato. Sorrideva mentre ne parlava al ragazzo, era da tanto che non vedeva quell'espressione, il cuore improvvisamente si fece un po' più caldo.

    «Papà.. Se ti rende così felice l'idea, qualsiasi cosa sia, voglio che tu sia orgoglioso di me.»


    Parole che uscirono spontanee dalla sua bocca, uno dei pochi giorni in cui si era lasciato prendere dal momento; Poco dopo, arrivati davanti alla bancarella, vide una persona, un ninja. Suo padre gliene aveva parlato, diceva che avrebbe potuto aiutarlo nella strada per diventare uno shinobi. Così, senza indulgiare, subito dopo aver sentito cosa avesse da dire Shinichi, chinò subito la testa, presentandosi.

    «Il Piacere è mio signore ! Vi sarei grato se potesse allenare una persona insulsa come me, che non ha obiettivi, che vuole diventare un ninja solo per alleviare il suo dolore ! Non sono neanche sicuro sul come, ma voglio provarci ! »


    Quello non era di certo il suo modo di fare, ma non aveva altra scelta, era l'unica occasione che aveva per poter diventare qualcuno. La voglia di uccidere, improvvisamente, si fece un po' spazio.


     
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6 replies since 27/6/2016, 15:18   84 views
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