Chez Sanji

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    Il Kurogane soddisfò le sue curiosità riguardo il Paese del Vento e Shin lo ringraziò. Poco dopo il giovane genin si risentì tuttavia dello sguardo annoiato che il sensei gli rivolse ascoltando la sua descrizione della città. Era piuttosto evidente che avesse perso interesse dopo che non aveva saputo rispondere alla sua domanda sui luoghi adatti per un appuntamento. Più che con Shinichi, se la prese con se stesso. Non che fino ad allora le ragazze lo avessero particolarmente interessato, probabilmente perché non aveva avuto modo di frequentarne al di fuori della scuola e dell'Accademia. Tuttavia si rese conto che essere un uomo significava anche quello. Perciò si ripromise di prestarvi più attenzione d'ora in avanti.

    Proseguirono in relativo silenzio, scambiandosi solo poche battute e controllando il reciproco stato, finché non ebbero compiuto l'intero giro delle mura, dirigendosi infine nuovamente verso il ristorante. Poco prima di giungere sul retro il giovane si bloccò. Forse gli era venuto in mente un posto adatto ai bisogni del sunese. Un posto dove portare le ragazze lo conoscerei in effetti. Non ci ho pensato prima perché non si vedeva da dove ci trovavamo. Avrebbe atteso che l'attenzione del ninja fosse focalizzata su di lui prima di proseguire. Bisogna salire lungo il costone roccioso con i volti degli Hokage. Il giro è bello lungo perché inizia ai piedi dell'altura nella piazza principale e si snoda principalmente sul retro, quindi affacciato sui boschi che circondano la città. Lungo il percorso ci sono delle panchine a intervalli regolari, ognuna con il suo lampione, che danno sulla foresta. Se si arriva fino in cima invece potrete affacciarvi su un belvedere con vista sul Villaggio. Di sera è particolarmente suggestivo. Immagino che si possa definire romantico. Si portò una mano dietro la testa, scusandosi ancora di non averne parlato prima. In ogni caso credo che Sanji sia molto meglio di me in queste cose, io devo ancora farmi le ossa con le donne. Un rivolo di sudore gli corse lungo la tempia. Chi sa quanti colpi come quello subito dal sensei in precedenza lo aspettavano. La vita degli shinobi era proprio dura.

    Alla domanda di come era andata Shin rispose con sincerità. Pensavo peggio. Il peso non è eccessivo, anche se muoversi non è proprio agevole. Ignorò il dolore delle spalle e delle ginocchia, quello sarebbe passato col tempo. Si chiese però come un allenamento di quel tipo potesse giovargli sul lungo periodo. Alzava quasi ogni giorno pesi per tenersi in forma e aumentare la massa muscolare, ma non vedeva effetti miracolosi. Quando con un movimento fluido slacciò la mantellina, quella cadde al suolo con un tonfo secco. Andava decisamente meglio e si sgranchì le giunture, che scricchiolarono mentre le metteva in moto. Facciamo una gara di scatto a chi tocca prima quel muro là in fondo? Guardò Shinichi sperando che giocasse lealmente limitando la sua forza.
    Sia in caso che avesse declinato che avesse accettato la sfida Shin si sarebbe posizionato, pronto a scattare. Appena si diede la spinta ebbe come l'impressione di staccarsi dal suolo tanto si sentiva leggero. Mantenendo i nervi saldi proseguì accelerando ulteriormente. Si sorprese a toccare la parete prescelta così presto. Aveva letteralmente mangiato quel breve tratto di cortile. Incredibile! Entusiasta, prese a dare calci all'aria flettendo bene la gamba e poi rilasciando l'arto. I suoi colpi fendevano l'aria producendo un sibilo che lo riempì d'orgoglio. Fece la strada a ritroso zigzagando ad alta velocità e si fermò a pochi metri da Sanji, sferrando una serie di pugni rapidissimi di fronte a lui. Ebbe quasi l'impressione di creare una brezza leggera intorno alle braccia. Mi sembra sul serio di essere veloce come il vento! Terminata la sequenza il ragazzo strinse il pugno davanti a sé. Sì, quel giorno era decisamente diventato almeno un po' più forte. Non si sarebbe per quello adagiato sugli allori però: come ogni allenamento avrebbe dovuto essere costante per conservarne i benefici, aumentando anzi il carico per impedire al suo corpo di abituarsi. Un passo alla volta avrebbe acquisito il potere di cui aveva bisogno, ne era sicuro.


     
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