Il Tempio Segreto di Inari

Addestramento Contratto Kitsune

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    ~Il Tempio Segreto di Inari~



    ~Post 1
    Il Percorso.



    Prosegue da qui





    Il mare appariva quieto e le sue onde si infrangevano sullo scafo del traghetto, a dir poco economico, in cui io e Shin ci eravamo imbarcati poco addietro. Stavamo infatti tornando dal Tempio dell’Unico Credo e guardando il mio nuovo compagno di avventure vidi nei suoi occhi un velo di tristezza. Sapevo che non era riuscito a trovare risposte in merito all’origine dell’amuleto che portava al collo. Sebbene non possedessi niente del genere potevo, in parte, comprendere la sua delusione. Era da diverso tempo che Shin cercava di snodare la fitta tela di mistero che si celava dietro quel simbolo, ma fino a quel momento ogni sua ricerca si rivelò fallimentare. Sospirando sapevo che ogni parola sarebbe stata inutile e mi limitai a scrutare la linea orizzontale che divideva il mare dal cielo.

    Il traghetto, in breve tempo, ci ricondusse a terraferma; il porto era sempre lo stesso. Una città come tante altre del Paese delle Sorgenti Calde. Quando scesi dall’imbarcazione guardai il mio compagno, forse era arrivato il momento di divedersi ma attesi un attimo. Ad Oto ora non mi aspettava niente di particolare e quel monolocale fatiscente in cui soggiornavo non era certo un buon motivo per tornare di fretta… forse a questo punto potevo fornire un supporto, dunque subito presi a parlare: - Ascolta Shin… che dici se ti do una mano per la tua ricerca? Per quel che vale un ninja in più può fare la differenza… tanto ad Oto non mi aspetta nessuno, a dire la verità – attesi un paio di secondi, ero curioso di sentire la sua risposta, la quale nel caso fosse stata affermativa avrei subito ribattuto:- Allora è deciso! Partiremo subito per Konoha, se fino ad ora non siamo riusciti a trovare nessun indizio concreto esiste solo un’unica alternativa… Riprendere in mano tutto, ripartire da zero e vedere se ci è sfuggito qualcosa e credo che il tuo villaggio natale sia la scelta più logica per iniziare a scovare qualche pista! E precisamente inizieremo da casa tua, qualche documento, qualche riferimento deve esserci per forza!- Nuovamente aspettai una sua opinione in proposito e, se Shin si fosse ritrovato d’accordo con il mio punto di vista, la prossima meta era appena stata stabilita. Il villaggio della foglia, Konoha.

    Decidemmo così di salire in una diligenza, del resto non andavamo così fretta e ci accomodammo all’interno della carrozza il cocchiere spronò i cavalli alla volta del Paese del Fuoco. Era la prima volta che mi dirigevo verso il paese natale di Shin e per un attimo percepii la stessa sensazione del mio compagno quando pochi giorni prima avevamo attraversato il Paese delle Sorgenti Calde, solo che i ruoli si erano invertiti. Giusto per intrattenere il tempo chiesi varie informazioni al genin, sulle località e sulle abitudini delle persone.

    In breve tempo il paesaggio tramutò in una distesa infinita di boschi e fitta foresta, una visione molto impressionante. Sapevo che mi stavo avviciando a quello che era il villaggio forse più conosciuto e importante nel mondo accademico. Il centro del potere dopo l’Accademia stessa. Una volta giunti alle porte del Villaggio presentai i miei documenti alle guardie e mi presentai come ninja di Oto, fortunatamente non vi furono problemi di sorta e così la diligenza potè fermarsi in una delle prime piazze dopo l’entrata principale. Scendemmo e seguendo Shin arrivammo davanti a casa sua, nel percorso avrei chiesto nuovamente al ninja di raccontarmi un po' quello che mi circondava. Mi trovavo davanti ad un ambiente completamente estraneo e la cosa mi affascinava sicuramente.

    Entrai nella casa di Shin, il quale gentilmente mi offrì ospitalità; appena varcata la soglia non attesi un secondo e presi a parlare:- Direi che per i convenvoli c’è sempre tempo… che dici se iniziamo fin da subito la ricerca? Ho la sensazione che in questa dimora si nasconda almeno un piccolo indizio su dove iniziare!- conclusi speranzoso.

    CITAZIONE
    Eccoci dunque al contratto evocazioni Kitsune. Il mio ruolo sarà quello di dirigere la storia, le situazioni ed eventuali imprevisti a allo stesso tempo comportarmi da coprotagonista, molto evanescente nei momenti cruciali *_*
    Ora a te spetta il compito di descrivermi come troverai le informazioni e come ti comporterai (a me le consengueze delle tue decisioni), buon inizio!

    Post modificato per correggere il titolo del post e aggiungere il collegamento relativo alla giocata precedente.


    Edited by ~Cube - 15/7/2016, 18:43
     
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    Alla ricerca di indizi

    Contratto Kitsune - post 1



    Mentre il traghetto li riportava sul continente Shin, appoggiato al parapetto, fissava con occhi pensierosi il mare. L'esperienza appena vissuta, per quanto straordinaria, non gli aveva fornito le risposte di cui andava in cerca. Estrasse il medaglione da sotto le vesti, rimirandolo. Era incredibile come un oggetto tanto piccolo potesse racchiudere un mistero così grande.

    Una volta assicurata la barca alla banchina balzò rapidamente sul molo, imitato dal compagno di viaggio che a poco a poco iniziava ad assomigliare ad un amico. Quando l'otese si propose di aiutarlo nella sue ricerca non ne fu dunque completamente sorpreso. Sorridendogli, dopo averci pensato un po' su, acconsentì. Ti ringrazio, sono sicuro che averti al mio fianco potrà rivelarsi utile. Ascoltò anche il suo ragionamento, e dovette ammettere che non aveva tutti i torti. In fondo, aveva preso la decisione di indagare senza parlarne con i suoi famigliari, magari ne sarebbero emerse carte o racconti di cui non era a conoscenza. Buona idea! Allora è deciso, si torna a casa!
    Questa volta toccava a Kato meravigliarsi del paesaggio che stavano attraversando una volta superati i confini del Paese del Fuoco. Con un sorrisetto tipico di chi la sa lunga il genin si dilungava in spiegazioni e anneddoti.
    Giunti infine alle mura del Villaggio della Foglia fece valere le proprie credenziali per accedervi senza problemi, garantendo anche per il compagno. Appartenendo ad un paese alleato li fecero attendere solo pochi minuti per controllare i documenti prima di far loro cenno di proseguire. Una volta dentro Shin guidò Kato lungo le strade che conosceva tanto bene, indicando con la mano i luoghi d'interesse e fornendone una breve descrizione.
    Finalmente raggiunsero la casa. Il giovane aveva le chiavi, anche perché a quell'ora, come disse anche all'amico, i suoi genitori si sarebbero con ogni probabilità trovati nell'emporio. Fece accomodare Kato, rifocillandolo e offrendosi di preparargli un the qualora lo avesse voluto. L'unica persona che potrebbe sapere qualcosa è mio nonno. Vado a cercarlo, tu aspettami qua. Fu di ritorno pochi minuti dopo, accompagnato da un uomo anziano, ma ancora vigoroso, che salutò educatamente e si posizionò di fronte a Kato e Shin. Fu Dopo aver esaurito le presantazioni, fu quest'ultimo a prendere la parola. Posando la moneta forata davanti l'avo, lo fissò negli occhi. Nonno, cosa sai dirmi di questo amuleto? Aveva formulato volontariamente in termini vaghi la domanda, per studiare la reazione del parente. Questi però sembrava deciso a rivelare tutte le informazioni in suo possesso senza fare resistenza. Sapevo che questo giorno sarebbe giunto Shin. Sei cresciuto, nel corpo e nell'anima, ed è giusto che anche tu venga messo a parte delle tradizioni del nostro clan. Non ti nasconderò nulla di ciò che so a riguardo. Dal tono di voce si poteva intuire che avesse maturato già da tempo quella risoluzione, ma non avesse trovato fino ad allora il modo di espletarla. Credendo nella sua onestà, il ragazzo fece un cenno col capo invitandolo a continuare. Per quest'oggi ci concentreremo sulla storia di questa moneta, ci sarà tempo per il resto. Afferrò il monile con delicatezza e i suoi occhi si velarono di nostalgia. Ricordo come se fosse oggi il giorno in cui tuo padre nacque. Gli misi subito al collo questo portafortuna, come mio padre fece con me e come lui fece con te. Questa moneta apparteneva a mio nonno e rappresenta la sua eredità. Morì difendendo la nostra vecchia patria, molti anni prima che fossimo costretti a migrare fin qui. La tensione era palpabile, si trattava di argomenti taboo all'interno del clan Kinryu, in particolare i riferimenti ai tempi andati. Oggi lo definirebbero uno shinobi eccezionalmente dotato. Non so molto altro, mi dispiace, ma forse questo può aiutarti. E' uno dei libri che compongono il suo diario. Quando morì furono divisi tra i figli ed oggi sono sparsi sull'intero continente a quanto ne so. Dopo aver riconsegnato il ciondolo e il libro al nipote si alzò. Ora scusatemi, ma alla mia età mi stanco facilmente. Ti auguro di trovare risposta alle domande che ti assillano Shin. Congedandosi, lasciò la stanza.

    Shin scrutò l'amico, poi prese coraggio ed aprì il tomo. La carta era piuttosto ingiallita, ma l'inchiostro aveva superato indenne la prova del tempo. Sfogliò rapidamente le pagine, alla ricerca di un nome: Yume. Gliela aveva rivelata il capo del monastero di Inari nel Paese delle Risaie. Se vi fosse stata una corrispondenza avrebbero seguito quella pista. A circa metà libro comparvero i kanjii tanto sospirati. Il genin rilesse con attenzione due volte la pagina. Fece segno a Kato di avvicinarsi per mostrargli il testo. Finalmente ci siamo. Finì di scorrere il diario trovandovi altre volte quel nome, anche se le notizie a riguardo non potevano dirsi esaurienti. Aprì una mappa del Paese del Fuoco davanti a sé, poi spiegò all'otese cosa aveva in mente. Si tratta di un rilievo, il monte Yume. Non compare su questa carta, ma il racconto che fa del viaggio è abbastanza puntuale da ricostruirne il percorso a ritroso. Segnò le località attraversate, tracciando così una strada che conduceva fino al lago d'Indra. Ogni tanto si doveva ingegnare per interpetare un toponimo desueto o si imbatteva in villaggi che avevano cessato d'esistere ormai da secoli, ma la ricchezza di dettagli permetteva di sopperire a tali ostacoli. Al termine del lavoro sorrise soddisfatto. Eccolo qua. Mi dispiace non poterti far visitare il villaggio con calma, ma credo che dovremmo iniziare a prepararci per il viaggio. Vorrei partire il prima possibile, se acconsenti. Gli occhi del giovane brillavano: per Kato sarebbe stato veramente difficile non assecondarlo.
     
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    Prime difficoltà.




    Quando mi ritrovai davanti un parente anziano di Shin, per la precisione suo nonno, rimasi a dir poco sorpreso. Non credevo che la professione ninja si poteva concludere in maniera così pacifica ed ero abbastanza sicuro che a Oto si raggiungeva difficilmente un’età tale da raccontare ai propri nipoti le storie del Clan. Sorrisi, volutamente non pensai ad un mio futuro felice e tranquillo. Non me lo meritavo, non più.

    Mi presentai al nonno, il quale dopo poco prese a raccontare quelli che senza dubbio erano segreti di famiglia. Feci l’unica cosa possibile: mantenere un rispettoso silenzio. Mi trovavo come terzo incomodo in quel momento e Shin stava scoprendo una serie di notizie a dir poco sbalorditive, tuttavia ascoltai con attenzione. Il mio compagno deteneva un passato importante, un suo avo in qualche maniera faceva parte della storia del Clan e veniva considerato come uno shinobi di livello superiore… e chiaramente come tutti gli shinobi nascondeva dei segreti. Quell’amuleto ne era la chiave, ero sicuro.

    Analizzammo attentamente il documento del nonno di Shin e scoprimmo alcune cose molto interessanti. Sostanzialmente ascoltando anche il riassunto del genin della Foglia il nostro scopo era chiaro: il monte Yume. Seguendo le indicazioni presenti in quelle pagine fummo in grado di ritrovare la posizione, dispersa a Ovest nel Paese del Fuoco; l’unico riferimento noto era il lago d’Indra. Mi limitai ad un accenno. Non c’erano bisogno di parole, era arrivato il momento di partire.

    ~Diversi giorni dopo, presso il Monte Yume…~


    Il viaggio durò diversi giorni, e come sospettavamo la zona in cui ci stavamo dirigendo era immersa nel più completa foresta e lontana da qualunque ambizione e influenza politica. Semplicemente eravamo dispersi nel nulla, un deserto ricolmo di alberi. Solo ogni tanto capitava di incrociare qualche anima, mercanti per lo più diretti verso i piccoli villaggi che costellavano quelle zone così isolate. Rimasi comunque sorpreso, compresi che nonostante la distanza da Konoha queste piccole comunità a loro modo prosperavano. Il commercio di pelli, di legno pregiato, di attività venatorie e di erbe rare garantiva una vita più che dignitosa. Esattamente l’opposto delle risaie di Oto.

    -Siamo arrivati Shin-
    furono le mie uniche parole di fronte allo splendore del Monte Yume. Il cielo limpido mattutino permetteva consentiva al lago di riflettere le vette del monte. In lontananza notammo il fumo dei camini di un villaggio, costruito vicino al lago. Guardai il mio compagno: - Direi che quel piccolo paese sia un buon posto dove chiedere informazioni riguardo a qualche santuario o monumento particolare… e allo stesso tempo una buona occasione per riposarci. – In sostanza proposi a Shin di fermarci e iniziare le indagini da quel posto. Attesi una sua risposta, e nel caso fosse stata affermativa ci saremmo mossi, senza indugio, verso il villaggio.

    Arrivati al paese si poteva notare che si trattava di un agglomerato di case, modeste ma dignitose nella loro semplicità. Purtroppo non vi era la presenza di una locanda ma di certo non sarebbe servita. Infatti quando uno dei vari abitanti, piuttosto giovane a dire la verità, si accorse dell’arrivo di due sconosciuti e soprattutto della presenza dei nostri coprifronte prese a correre, scomparendo dietro un angolo della casa. Guardai Shin:- Ho l’impressione che qui non sono molto abituati a ricevere visite… -

    Tuttavia bastò un minuto di imbarazzo in mezzo a quel piccolo gruppo di persone, tutti in silenzio e in attenta osservazione, che dallo stesso angolo in cui era scomparso il ragazzo poco prima apparve un uomo, molto anziano. Si avvicinò, nella sua faccia si leggeva un’espressione serena:- Buongiorno a voi Ninja dell’Accademia. Sono il consigliere di questo paese. Appena sono stato avvisato dalla vostra presenza sono corso, se possiamo così dire, qui a presentarmi e a presentare il villaggio. Scusateci in anticipo se non siamo stati molto cordiali… ma immagino che avete capito che questa è una piccola comunità… - parlava in un tono formale, per quanto la sua educazione glielo consentisse -… ma cosa ci fanno qui due shinobi, se posso chiedere. In queste terre non ci sono mai stati problemi e né tantomeno ultimamente sono accorsi eventi strani…- il vecchio rimase in attesa della nostra risposta. Guardai Shin, la mia occhiata fu esplicativa. Avrei lasciato a lui la parola, del resto era lui il ninja di Konoha.

    Se Shin avrebbe espresso le nostre intenzioni e avrebbe chiesto in seguito informazioni riguardo a qualche località religiosa nei paraggi il ninja della foglia avrebbe subito individuato nel volto dell’anziano un cambio di espressione. Infatti questo ultimo si sarebbe fatto tutto serio e con un tono di voce severo avrebbe proferito: -Capisco, però mi dispiace terribilmente… Non posso esservi d’aiuto. Siamo semplici pescatori e cacciatori. Non abbiamo le forze e i soldi per gestire qualcosa di così importante. Scusatemi, io devo tornare a riposare; in ogni caso se avete bisogno di vettovaglie saremo ben disposti a fornirvene- Una risposta evasiva e campata decisamente per aria, era chiaro che il vecchio sapeva qualcosa. Non serviva essere ninja per capirlo. Shin avrebbe potuto insistere, forse in quella maniera avrebbe ottenuto qualche risposta aggiuntiva. Nel frattempo mi sarei guardai attorno, e in lontananza, vicino alla radura che divideva il villaggio dalla foresta avrei notato il ragazzo di prima, quello che era andato ad avvisare il vecchio. Ci stava fissando, comunicai subito a Shin la cosa, in maniera discreta: - Ehi Shin guarda là infondo. Quel bambino sembra che stia scalpitando dalla voglia di farsi notare. Forse potremmo ottenere qualcosa da lui. Però dobbiamo scegliere ora… il Capo villaggio se ne sta andando. –

    A Shin non sarebbe rimasta che una manciata di secondi per decidere il da farsi. Riprovare con il vecchio ed essere più convincenti? Oppure seguire il mio istinto e tentare completamente la sorte?

    CITAZIONE
    A te la scelta Historia.
     
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    Il monte Yume

    Contratto Kitsune - post 2



    Con gli zaini carichi di provviste ed acqua si misero in viaggio nel primo pomeriggio, raggiungendo la prima tappa indicata nel diario all'imbrunire. Il suo antenato ne parlava come di una stazione di posta, l'ultima prima di giungere al villaggio provenendo da nord. Intorno a quell'antico edificio era sorto nel corso di un secolo un intero paesino, come spesso accade nei luoghi di transito. Sostarono insieme a molti altri viaggiatori in una delle numerose locande, rimettendosi in cammino al sorgere del sole. Avevano ancora molta strada davanti a loro.

    Più proseguivano più si ritrovavano immersi nella foresta, circondati da alberi in ogni direzione. Nei pressi del lago d'Indra si fermarono un'ultima volta lungo la via principale che conduceva oltre confine in un piccolo avamposto gestito direttamente da Konoha. I ninja di guarnigione furono prodighi di informazioni con il genin loro connazionale, benché lanciassero di frequente occhiate torve all'otese che lo accompagnava. Seduti fuori dalla taverna che offriva ristoro a soldati e mercanti in transito si rivolse a Kato. Al giorno d'oggi chi vuole recarsi oltre il lago lo fa principalmente attraversandolo con delle imbarcazioni. Potremmo recarci in questo villaggio di pescatori lungo la riva e contrattare un passaggio. Tuttavia il mio avo seguiva una via di terra che taglia in questa direzione per poi costeggiare lo specchio d'acqua. Alla fine Shin scelse di ripercorrere le sue orme fino in fondo, trovando l'assenso dell'amico.

    Dopo un'altra mezza giornata di cammino abbandonarono la strada principale seguendo dei sentieri che si fecero progressivamente meno battuti, seppur mantenuti transitabili dalle comunità che sorgevano nei pressi. Superarono alcuni piccoli insediamenti abitati da gente semplice che viveva di selvicultura, agricoltura di sussistenza e più vicino al lago di pesca. Ovunque furono accolti con gentilezza e circondati da torme di bambini curiosi. Shin approfitto del percorso agevole per raccontare allo studente cos'altro aveva appreso dagli shinobi della Foglia. Sembra che il villaggio che stiamo cercando non sia in nulla diverso da quelli che abbiamo superato. Sono anni che non ci sono problemi nella zona. Però... Fece una pausa, pensando se valesse la pena riferire anche quella chiacchera. Alcuni mercanti provenienti dal Paese della Cascata che avevano scelto la via del lago, sono stati travolti da una tempesta. Quando alla fine sono riusciti a trovare rifugio entro le mura dell'avamposto hanno raccontato di strane luci sulla sommità di un monte. Ci scommetterei che si trattava proprio dello Yume! Anche se magari erano solo lampi di montagna e quegli uomini terrorizzati hanno lasciato correre l'immaginazione...



    Infine giunsero ai piedi del monte Yume. Il paesaggio era fantastico: da un lato la foresta montana scendeva fino al limitare del paese, dall'altro l'enorme massa d'acqua placida del lago lambiva le poche barche tirate a secco sull'arenile. Avvertiti da un ragazzino che i due shinobi avevano avvistato ai confini del villaggio si fecero loro incontro numerosi abitanti, capeggiati da un anziano, senza dubbio l'autorità locale. L'otese lasciò che fosse Shin a parlare per entrambi. Il ragazzo, facendo un passo avanti, si chinò in segno di rispetto e presentò sé e l'amico. Il mio nome è Shin Kinryu, ninja di Konoha, e sono accompagnato da Kato Yotsuki di Oto. Sto cercando un santuario che dovrebbe trovarsi sul monte Yume, di cui però mi è purtroppo ignota l'esatta posizione. Si tratta di questioni di famiglia. Decise per il momento di non esporsi oltre, limitandosi a studiare le reazioni dei popolani. Il genin mantenne un atteggiamento composto di fronte alla risposta evasiva del capovillaggio, mascherando i suoi veri pensieri. Con voce neutra, ringraziò l'uomo dell'ospitalità. Capisco. In effetti può essere che quel posto neppure esista più, ma dovevamo controllare. Grazie per l'offerta, ci tratterremo il meno possibile per non causarvi disturbo. La stessa reazione alla sua frase era di per sé una risposta. Avrebbe cercato le informazioni di cui aveva bisogno in un altro modo. Come Kato, anche lui aveva notato il ragazzino nascosto in malo modo che li stava squadrando. Annuì leggermente al compagno per spiegargli che aveva inteso, poi attese che l'anziano si allontanasse e gli uomini radunati nella piazza, esaurita la curiosità, tornassero alle loro faccende. Solo a quel punto, fingendo di girovagare per il villaggio, si avvicinarono al bambino. Assicuratosi che non vi fosse nessuno in vista che potesse udirli, gli si rivolse in tono cordiale. Ciao, come ti chiami? Io sono Shin, piacere. Cercò di instaurare un rapporto di fiducia con il giovane raccontandogli qualcosa di sé e della sua vita da ninja prima di formulare la domanda per il quale l'aveva cercato. Immagino che te e gli altri ragazzi scorrazziate spesso per il bosco che cresce sulle pendici del monte. Vi è mai capitato di imbattervi in un tempio o rovine, o qualsiasi altra cosa degna di nota? In cuor suo pregò che il bambino potesse dar loro un indizio: aveva ben poca voglia di vagare all'infinito tra gli alberi senza una meta alla ricerca di qualcosa che forse neppure c'era.

     
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    ~Post 3
    La lunga salita.




    Il ragazzo a fatica riuscì a contenersi quando notò che i due ninja si stavano avvicinando! Sarebbe stata la sua prima occasione per incontrare quei fantastici guerrieri in grado di eseguire numerose mosse fantastiche e voleva in tutte le maniera farsi notare e possibilmente aiutarli nella loro ricerca! Quando, con stupore, comprese che uno dei due shinobi si rivolse verso di lui stava quasi per scappare di nuovo ma si fece forza e rispose con coraggio: - Mi chiamo Yumimai! E sono felicissimo di vedere due ninja! Quasi non ci credevo quando prima ho notato i vostri coprifronte! Comunque fortissimo ninja posso risponderti senza problemi! - il ragazzo riprese il fiato– In pratica è una specie di segreto! Il vecchiaccio non vuole che si dica in giro ma qui vicino c’è una specie di santuario, solo che non ci sono mai stato! Molto semplicemente si dice che sia un luogo poco sicuro ed è per quello a nessuno è consentito di avvicinarsi… Però ogni tanto qualche viaggiatore ci prova ma ritorna sempre a mani vuote e a volte ferito! Però voi siete ninja! E vi svelerò un segreto se mi promette che al vostro ritorno mi racconterete quello che avete visto! Allora… se vi inoltrate nel bosco troverete incisi sulle cortecce degli alberi delle croci rosse… in pratica indicano il sentiero da seguire verso il santuario! Seguitele e arriverete più in fretta che andare a zonzo!- furono le ultime indicazioni del ragazzo, ancora elettrizzato dall’incontro appena avvenuto.

    Ascoltai con molta attenzione le parole di Yumimai e guardai Shin in cerca di una sua opinione. Il mio istinto non mi tradì, avevo intuito che il ragazzo non vedeva l’ora di farsi notare e la scelta di approcciarlo fu sicuramente premiata. A quel punto presi a parlare: - Shin, direi che un tentativo ci sta e poi non vedo niente di male a riportare la nostra esperienza a questo ragazzo, una volta di ritorno che dici? – Avrei così ascoltato la risposta del mio compagno di Konoha; e se questo ultimo avesse accettato la proposta non rimaneva che inoltrarsi nel bosco e seguire queste fantomatiche croci rosse.

    Se Shin accetta…

    Eravamo già da un pezzo all’interno della foresta e il terreno da pianeggiante come era a poco a poco si stava inclinando. La grande quantità di alberi e la fitta vegetazione non rendevano il percorso facile. Bisognava prestare molta attenzione a dove si mettevano i piedi per non rischiare di finire impigliati in qualche ramo o erbaccia. Proferii: - Shin che dici se ti muovi davanti a me? Questi boschi sono molto diversi da quelli del Paese delle Risaie, non sono per nulla abituato e più ci inoltriamo più percepisco una strana sensazione… che ne pensi? – fu la mia domanda, in effetti fino a quel momento non avevamo trovato nessun simbolo. Tuttavia mentre ascoltavo la risposta di Shin mi accorsi che alle sue spalle proprio sulla corteccia di un vecchio albero vi era inciso uno di quei simboli! Indicai con un gesto la cosa al mio compagno. Il percorso probabilmente iniziava da quel punto. Così, con Shin davanti a me, ci incamminammo cercando di scovare albero per albero queste famosi croci e fin da subito fu evidente che il percorso, bene o male, seguiva una traiettoria rettilinea. Ero contento, ci stavamo avvicinando.

    Ad un certo punto, dopo aver superato alcuni alberi, successe qualcosa di inaspettato e Shin, da parte sua, non avrebbe potuto farci niente. Esattamente nel momento in cui il piede di Shin andò a calpestare un piccolo ammasso di foglie si percepii chiaramente un scatto di meccanismo, era una trappola! Davanti a lui infatti sarebbe sceso un tronco, lungo quasi un metro e largo la metà, parallelo al terreno e sorretto alle estremità dello stesso da due fili appesi ad una coppia di alberi [Trappola]. La velocità dell’oggetto era notevole e la traiettoria puntava ad altezza addome… -Attento Shin!- sarebbero state le uniche parole. Non potevo fare nulla dalla mia posizione arretrata e il ninja di Konoha avrebbe avuto pochi istanti per reagire!

    Se il ninja avrebbe provato, al limite del possibile, con un lancio a recidere uno o entrambi i fili del tronco l’oggetto dato il suo peso sarebbe stato spinto in basso dalla gravità, cadendo a pochissima distanza dal ninja. Tuttavia vi era già pronta una seconda trappola! Infatti il peso del pezzo di legno avrebbe attivato un secondo meccanismo. Sia dal suo fianco destro che dal suo fianco sinistro si sarebbe udito un rumore secco, infatti da due piccoli alberelli sarebbero partiti due dardi per fianco diretti a colpire il centro della figura di Shin. Nuovamente la velocità era elevata e il pericolo era notevole! [Trappola]

    In alternativa se Shin avrebbe schivato l’albero avrebbe comunque attivato i meccanismi con i dardi, chiunque fosse stato aveva pensato molto bene a rendere il tutto estremamente complicato!

    Se Shin riesce a cavarsela senza danni eccessivi…

    -Maledizione! Non credo che il ragazzo avesse cattive intenzioni ma ritengo che ci abbia indirizzati verso un percorso pericoloso… A vedere il tipo di trappole mi viene da pensare ad un sentiero di caccia! A questo punto ritengo che la croce rappresenti una sorta di avviso per la trappola…In ogni caso non ha proprio senso fermarsi ora ed è meglio continuare a seguire queste croci, però quando le notiamo meglio evitare di avvicinarsi troppo! Visto che hai già rischiato, proseguo io; un po' alla volta per tutti no?- Fortunatamente seguendo la mia intuizione non mi trovai in nessuna situazione critica e dopo un percorso di un paio di ore giungemmo ad una sorta di spiazzo, di radura aperta nel bosco, come il monte stesso quello spiazzo aperto aveva un che di magnifico, quasi di artificioso; e al centro dello stesso vi era una specie di reliquia o per meglio dire monumento… - Cosa diavolo?! – guardando Shin – Dici che sia questo quello che stiamo cercando? - Non aspettai la risposta che mi voltai di scatto, avevo percepito un rumore molto forte e quando focalizzai gli occhi sull’oggetto che mi si stava avvicinando rimasi sgomento. Un orso, alto quasi quando me e grosso il triplo, stava caricando contro noi due!

    Non feci in tempo a reagire e la bestia feroce con un rapido movimento si mise in piedi ed eseguì una rapida zampata contro di me, fui in grado solo di portare le braccia in avanti a mò di scudo. Venni scaraventato a diversi metri di distanza, cadendo fragorosamente. In seguito al colpo persi momentaneamente la forza di reagire, semistordito! L’orso invece non si fermo, anzi rimanendo sempre in piedi e avrebbe eseguito una sorta di ruggito, fragoroso e terribilmente fastidioso, verso Shin, il quale si trovava a pochi metri di distanza dalla bestia [Slot Tecnica Avanzato]. Poi non avrebbe esitato un solo istante e portandosi a quattro zampe avrebbe caricato contro il ninja della foglia tentando una zampata dall’esterno verso l’interno, con l’arto destro, verso il busto di Shin stesso [Slot Azione n°1]. Ne sarebbe seguita una uguale con la sinistra [Slot Azione n°2] e infine alzandosi su due piedi avrebbe tentato di colpire con entrambi gli arti superiori le spalle di Shin, cercando così di atterrarlo! [Slot Azione n°3]

    CITAZIONE
    Ruggito Feroce
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna
    L'utilizzatore può modificare la pressione dell'aria tramite l'utilizzo della propria voce. Potrà concentrare il suono all'interno della propria bocca; quando desiderato è possibile scagliarlo entro 9 metri causando un'onda d'urto di raggio 1,5 metri. Può causare Indebolimento per 1 round. La Velocità è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Fuuton

    Nonostante le buone intenzioni del ragazzo quel marmocchio ha fornito delle indicazioni completamente fuorvianti, non solo! A qualunque non piace la nostra presenza in quella radura e di conseguenza Shin dovrà far capire chi comanda! Good Luck!
     
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    Una difficoltosa ascesa

    Contratto Kitsune - post 3



    A quanto pareva il ragazzino non vedeva l'ora di conoscerli. Shin, cresciuto all'interno di un villaggio ninja fin dalla nascita, rimase sopreso di quanto potessero risultare straordinari gli shinobi per un abitante di una provincia tanto periferica del Paese del Fuoco. Non solo, a quanto pareva il giovane era in possesso esattamente delle informazioni che stavano cercando, pur se un po' grezze. Il Kinryu scambiò uno sguardo significativo con il compagno d'avventura, seguito da un breve cenno del capo. Facci strada Yumimai.

    Abbandonandosi il villaggio alle spalle, Shin e Kato iniziarono l'ascesa. La salita non era in quel tratto eccessivamente faticosa e i due, essendo guerrieri addestrati, proseguivano spediti seguendo i sentieri tracciati nella foresta. Pur non credendo al cento per cento nelle voci che aveva raccolto il foglioso aveva preferito non rischiare e si era equipaggiato al meglio. Accogliendo il suggerimento dell'otese poi, si era portato in testa alla spedizione. In fin dei conti l'amico, nonostante la possanza fisica, mancava della sua esperienza. Dopo aver affrontato Shunsui il giovane aveva sviluppato una certa attenzione per trappole e affini, pur continuando a disprezzarle. Quindi era comprensibile l'espressione di disappunto sul suo volto quando, dopo una paio d'ore di marcia, ne fece inaspettatamente scattare una. Shin sentì il terreno sotto il suo piede cedere lievemente e contemporaneamente udì il suono di qualcosa che scattava. Non perse tempo a urlare al compagno di gettarsi a terra, visto che al novanta per cento il bersaglio era lui. Facendo correre gli occhi in ogni direzione individuò il grosso tronco appena in tempo per scansarsi dalla sua traiettoria. Facendo affluire il chakra nei muscoli delle gambe scartò a sinistra, venendo appena sfiorato [Slot Difesa] [Impasto]. Mentre si stava ancora rimettendo in piedi tuttavia fu bersagliato da almeno quattro dardi provenienti da un secondo dispositivo. Non essendo sicuro di riuscire ad evitarli tutti estrasse a sua volta quattro kunai dalla tasca porta oggetti e, roteando su se stesso, ne scagliò due per mano, cercando di intercettare le armi [Slot Difesa] [Impasto]. Tra il cozzare di metallo contro metallo tre copie di armi finirono effettivamente a terra in seguito allo scontro, ma l'ultima riuscì a raggiungere il ragazzo, colpendolo al fianco. Per sua fortuna l'arma non aveva sufficente forza per penetrare il suo corpetto, ma gli procurò comunque una ferita lieve. Di sicuro da lì a poco sarebbe spuntato un ematoma sotto cute. Accertatosi che non vi fossero altri pericoli nell'immediato, Shin si accertò di come stesse il collega e raccolse le sue armi. A quanto pareva non si trattava per niente di una passeggiata e sarebbero potute tornare utili in seguito.
    Annuì alle parole accorte del ninja del Suono, esprimendo a sua volta la propria opinione. Credo che tu ci abbia visto giusto, ma a questo punto ci conviene proseguire. Non oppose resistenze e si lasciò dare il cambio: avevano alzato la guardia e non si sarebbero fatti fregare facilmente dallo stesso trucco. In fin dei conti quelle trappole erano studiate per degli animali selvatici, con un po' di spirito d'osservazione e d'astuzia le avrebbero superate senza problemi.

    Senza ulteriori intoppi i due continuarono il loro viaggio sotto le volte vegetali. In alcuni punti l'affollamento di rami era tale che si ritrovavano immersi nella penombra, incerspicando sui muschi che proliferavano lontani dai raggi del sole nell'umido sottobosco. Shin iniziava ad essere nervoso. Aveva come la sgradevole sensazione che qualcuno, o qualcosa, li stesse osservando da tempo ormai, ma non ne fece parola con Kato per non sembrare infantile. Ad un certo la foresta davanti a loro si fece meno fitta, finché non sbucarono all'interno di un'ampia radura. La forma circolare quasi perfetta le donava un aspetto artificioso, come se forze sconosciute operassero in quel luogo per mantenerlo in tale stato. Notarono subito il megalite al centro dello spiazzo e vi si avvicinarono. Nonostante il fascino esercitato dalla pietra, chiaramente allogena dopo una sommaria analisi, Shin si trovò a smentire il compagno scuotendo la testa. Non credo, ma credo che siamo sulla buona strada. Indicò un varco tra gli alberi nel lato opposto a quello da cui erano giunti. Scommetto che proseguendo in quella direzione e salendo ancora raggiungeremo la vetta... Un forte rumore alle loro spalle sovrastò le sue ultime parole. Voltandosi si trovarono a fronteggiare un enorme orso selvaggio come mai ne avevano visti in precedenza.

    Prima che potesse rendersene conto il giovane di Konoha vide Kato volare ad alcuni metri di distanza, colpito dalla bestia. Gli diede un'occhiata rapida, vedendo che ancora si muoveva e udendo i suoi lamenti decise di accantonare momentaneamente la preoccupazione per la sua sorte e di occuparsi in primo luogo della creatura, mettendosi in guardia. L'orso, venendo verso di lui, emise un ruggito talmente potente da creare un'onda d'urto in grado di scaraventare ogni cosa lungo il suo cammino a diversi metri di distanza. Trovandosi troppo vicino per evitarla il giovane incrociò gli avambracci protetti dai parabraccia per schermare il corpo. Nonostante avesse flesso le ginocchia e divaricato le gambe per aumentare la stabilità perse comunque il contatto col suolo e rotolò per buona parte del prato. Il terreno soffice ricoperto d'erba attutì le botte ricevute nell'impatto, e Shin si rialzò con un balzo seppur dolorante. Non aveva d'altronde altra scelta visto che l'animale lo aveva preso di mira, inseguendolo per finirlo. Prendendo il tempo all'orso lo shinobi riuscì a scansarsi, arretrando il piede avanzato e posizionandosi perpendicolarmente al suo avversario la prima artigliata [Slot Difesa I]. Per sua fortuna la creatura, che sembrava terribilmente forte, non era altrettanto veloce. Mandò a vuoto anche un secondo colpo, speculare al primo, con una schivata simile, incurvando all'indietro il busto [Slot Difesa II]. Gli artigli affilati gli passarono a pochi centimetri, ma non lo lambirono. Dopo essersi levata sulle zampe posteriori, ancora una volta la bestia si gettò all'assalto, ma la spinta finì per lacerare un tronchetto di legno comparso al posto del ragazzo, facendo sbilanciare in avanti l'animale. Approfittando del cambio di posizione, infatti, il genin aveva rapidamente composto una serie di sigilli portandosi a sei metri dall'animale, lasciando al suo posto quel pezzo d'albero e levandosi d'impiccio [Slot Tecnica Base]Tecnica della Sostituzione - Kawarimi no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Ariete, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente
    L'utilizzatore può effettuare un movimento accelerato tramite l'uso del chakra, lasciando al proprio posto un oggetto o un essere vivente consenziente di pari dimensioni o inferiore. È un movimento accelerato: non può essere usato per fuggire da uno spazio chiuso o da luoghi dove non vi è sufficiente spazio d'uscita. Le correnti di chakra disturbano l'esecuzione della tecnica: non è possibile apparire a distanza inferiore ai 6 metri da un essere vivente. La distanza massima percorribile è pari a 21 metri. Può essere usata come Difesa Totale; può risultare sleale.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo:Basso )
    [Abilità]Azione Rapida [1]
    Abile: L'utilizzatore può annullare l'attivazione di un AdO avversario una volta a round; l'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione dell'AdO.
    . Squadrando la pelliccia dell'orso, che gli dava ora le spalle, Shin decise che mostrare compassione sarebbe stato in quel caso fuori luogo. Non che sapesse molto di animali selvatici, ma era abbastanza certo che non attaccassero l'uomo di solito, non in quel modo almeno. Qualsiasi fosse la causa era pericolosa e andava fermata.
    Congiungendo nuovamente le dita, compose altri quattro sigilli, elettrificando il terreno di fronte a sé: l'onda di scosse si sarebbe diretta rapidamente verso la bestia, mettendola nelle intenzioni del ragazzo alla sua mercé [Slot Tecnica Avanzato]Omicidio Elettromagnetico - Jibashi
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Cinghiale, Serpente, Drago, Gallo (4)
    L'utilizzatore può elettrificare il terreno, facendo propagare frontalmente un cono d'elettricità entro 9 metri. Toccare il terreno elettrificato causa un danno di potenza 25 e può causare Semiparalisi degli arti inferiori e un Intralcio Leggero entrambi per 2 round.
    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    (Livello: 4 / Consumo: Medioalto )
    [Ampiezza Massima del Cono: 1,5 metri per Grado]

    [Da genin in su]
    . In ogni caso si sarebbe gettato sull'avversario divorando la distanza con un rapido scatto [Slot Gratuito]. Estraendo la wakizashi dalla custodia posizionata sul fianco sinistro tentò un fendente ascendente verso il petto, o la schiena nell'improbabile caso che non si fosse ancora voltato [Slot Azione I] [Impasto]. Incalzando l'animale il ninja avrebbe compiuto in rapida sequenza un altro fendente con lo stesso obiettivo, ma questa volta con una traiettoria discendente [Slot Azione I] [Impasto]. Il giovane aveva sempre prediletto la velocità alla forza, e a maggior ragione in quel caso: l'enorme massa muscolare e il folto pelo avrebbe protetto probabilmente l'orso dalla sua lama, ma se fosse riuscito a spaventarlo a sufficenza facendolo sanguinare aveva delle buone possibilità di volgerlo in fuga. Non era spalle al muro, né doveva proteggere dei cuccioli, quindi sarebbe stata l'opzione più ragionevole ritirarsi. Per sicurezza Shin compì un acrobatico salto in avanti, dandosi la spinta con la destra, e sferrando un calcio frontale al muso della bestia con la gamba mancina [Slot Azione III] [Impasto]. Riatterrato si mise in posizione chiusa di difesa, pronto a reagire ad un'eventuale secondo round, nel caso l'animale non ne avesse ancora avuto abbastanza. In tal caso ci sarebbe andato giù ancora più pesante: doveva liberarsi della minaccia alal svelta per controllare lo stato in cui versava Kato, sperando che non fosse nulla di grave.


    Mi scuso per non avere ancora la scheda aggiornata, la giocata si colloca dopo l'addestramento del Loto e del combattere con handicap (velocità), con pesi indossati. L'equipaggiamento è quello in scheda e l'energia è verde.
     
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    Il Tempio Segreto di Inari



    Quando l’orso si ritrovò tra le sue zampe non le spalle di un fragile umano ma un pezzo di legno rimase a dir poco sorpreso, per quanto si poteva cogliere. Tuttavia la vecchia bestia non era ingenua e i molti anni di caccia in quella foresta l’avevano temprata, se non poteva vedere la preda davanti non rimane che voltarsi e capire dove era finita. E l’orso fece esattamente quello, trovandosi così di fronte il ninja di Konoha. Tuttavia l’animale non aveva ancora compreso che l’umano non era un semplice cacciatore ma bensì un ninja e come tale estremamente pericoloso, tanto quanto un rivale orso. In un attimo la bestia vide il terreno davanti a se elettrificarsi e l’unica cosa che fu in grado di fare fu quella di subire la scossa [Danno]. L’animale stesso comprese che qualunque cosa fosse stata ora sentiva un importante dolore alle sue gambe, comunque non ebbe il tempo per constatarlo che la preda stava reagendo! Nuovamente la bestia non ebbe modo di agire da due piedi come era e considerata la velocità del mio compagno di Konoha e la lama penetrò la pelliccia e la carne, fermandosi appena al di sotto della superfice; per ben due volte di fila [Danno]. Purtroppo per Shin un attacco del genere poteva solo spaventare un animale di quelle dimensioni. L’orso, a quel punto cercò la rivalsa e la ottenne nel momento in cui Shin tentò un’azione sconsiderata. Infatti il mio collega eseguì un calcio proprio sulla fronte della bestia la quale, ormai consapevole della sua incapacità nel reagire in tempo, non fece altro che subire in pieno il colpo, sulla fronte e reagire di conseguenza! L’orso avrebbe tentato allo stesso tempo di azzannare la gamba sinistra del foglioso [S&M]. Cercando di stringerla tra i denti.

    Fortunatamente per Shin, e lo compresi subito anche io dalla mia posizione, non fu altro che un tentativo rabbioso di un animale messo all’angolo. Infatti la bestia, spaventata o forse consapevolizzata dalle capacità del ninja, avrebbe sospeso la sua aggressione e sarebbe arretrata di diversi metri, per poi voltarsi e sparire nella boscaglia, nel caso in cui Shin non avesse reagito di conseguenza.

    Se Shin non avesse reagito…


    In quel momento tra l’altro ripresi le forze e rialzandomi scattai al fianco del mio collega, estraendo il kunai dalla sacca. Attesi in silenzio per qualche secondo, assicurandomi così che la bestia si fosse allontanata a sufficienza e quel punto avrei ripreso a parlare: - Shin se ci fossi stato solo io non avrei avuto alcuna possibilità contro quel maledetto orso… Sei tremendamente forte! Comunque tutto questo è stranissimo! Non ho mai sentito parlare di orsi che aggrediscono la gente così all’improvviso. Ho una brutta sensazione, ma proprio per questo sento la necessità di indagare più affondo. Comunque a questo punto vedo alcune scelte: Shin se vuoi riposarti e recuperare bene le forze qui vicino al monolite posso capire, tuttavia non vorrei correre il rischio che quell’animale ritorni o porti con se degli amichetti ancora di più sgraditi. Oppure possiamo dirigerci verso la cima e cercare di recuperare una parte dell’energie sprecate mantenendo un’andatura costante, o l’ultima alternativa tornare indietro… per ritornare un altro giorno. Ti lascio la decisione!- Attesi così la risposta di Shin.

    Se Shin avesse deciso di proseguire…

    -Sono della tua stessa idea… Tornare indietro renderebbe vano qualunque sforzo fatto fino ad ora!- E con quelle parole di incoraggiamento io e il mio compagno superammo il monolite e seguendo un traiettoria lineare iniziammo a salire sulla montagna. Il percorso infatti si faceva via via sempre più in salita e gli alberi più diradati. Sicuramente non era semplice superare quella pendenza ma l’andatura costante e un passo regolare consentivano di non pesare troppo sul ritmo di marcia, tutto a vantaggio di Shin. Tuttavia i miei occhi avevano smesso di stupirsi della bellezza del paesaggio e, memore della recente esperienza, con regolarità mi guardavo spesso attorno, alla ricerca di movimenti sospetti o strani rumori… del resto non si potevano escludere altre aggressioni.

    Il viaggio durò diverse ore e ad un certo punto, verso pomeriggio inoltrato, giungemmo a destinazione: quella meta che tanto sembrava impossibile da raggiungere e che fino a qualche giorno prima nemmeno esisteva per noi. Un Torii, maestoso cancello ma purtroppo posto in un triste stato di decadenza, dava l’accesso ad un’ampia radura, la quale ospitava il tanto ricercato Santuario! Guardai elettrizzato il mio compagno di Konoha:- Non mi sembra vero, ma quello è il santuario che stavamo cercando… sento che quello è il posto giusto Shin. Sento che le risposte si trovano al suo interno. – Era una sensazione che non riuscivo a spiegarmi ma la potevo percepire sulla pelle stessa.

    Ci avvicinammo, guardandoci nel frattempo attorno; si poteva distintamente cogliere l’atmosfera di abbandono e decadenza del posto, e con essa la sacralità del luogo veniva a meno. Mi chiesi come era possibile, un tempio di quelle dimensioni, dedicato ad una divinità così centrale, ora ridotto ad una condizione così negativa. Infatti bastava un po' di immaginazione per capire che quella che è ora una struttura in decadenza una volta doveva rappresentare un magnifico santuario, decorato vistosamente, ricco di sculture e opere d’arte e soprattutto denso di religiosi. Guardai il mio compagno:-Shin, tutto questo… così abbandonato. Non sono un tipo molto affezionato alla storia e all'arte ma è davvero un peccato… comunque dobbiamo concentrarci sul nostro obiettivo; che dici se ci dividiamo e cerchiamo qualunque sorta di indizio? Se hai bisogno di una mano o troviamo qualcosa facciamo un fischio e così ci ricongiungiamo subito!-

    Così iniziammo a indagare, presi a camminare attorno alla struttura, osservando i dettagli e cercando qualunque cosa, puntando soprattutto a quello che rimaneva in piedi e conservato. Però più proseguivo l’investigazione, più mi soffermavo sui particolari e sull’ambiente stesso che mi circondava… Più mi accorgevo che c’era qualcosa che non tornava. Alzai lo sguardo, puntando verso una direzione casuale. Mi sentivo osservato, terribilmente osservato. Avvicinai la mano alla sacca, pronto a reagire… che Shin nel frattempo stesse giungendo alle mie medesime conclusioni?
    CITAZIONE
    Che cosa sta succedendo in quel tempio e Kato di che cosa si è accorto? A Shin l'arduo compito di risolvere il mistero! In pratica indaga e trova una spiegazione coerente per dimostrare che il posto non è abbandonato. A te il come, quando e perché. A me le conseguenze delle tue indagini.

    Se procedi verso il tempio recuperi 1/3 delle chakra perso e delle eventuali ferite. Se invece sceglierai le altre alternative, proposte da Kato, risponderò subito con un altro post!
     
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    Il santuario abbandonato

    Contratto Kitsune - post 4



    L'orso tentò di reagire un'ultima volta, ma Shin se lo aspettava ed era pronto. Con un colpo di reni inclinò il busto, portando gli arti inferiori a spostarsi di conseguenza. Le zanne strinsero solo alcuni lembi di tessuto, lacerandoli, senza altre conseguenze. Dopo quell'ultimo colpo di coda l'animale battè in ritirata, osservato con attenzione dai due shinobi. Nel frattempo infatti Kato si era portato a fianco del genin, per quanto ancora malfermo sulle gambe. Sono contento che tu sia tutto intero, mi stavo quasi preoccupando. Il giovane fissò pensieroso gli alberi, come se si aspettasse di veder comparire chi sa quale oscura minaccia da un momento all'altro. Tranquillo, mi sento bene. Proseguiamo. Non v'era traccia di dubbio o d'esitazione nella sua voce.

    Insieme, iniziarono a risalire il fianco della montagna oltre la radura. Più di una volta Shin vide il compagno saltare sull'attenti, alzando la guardia, per il rumore di un ramo spezzato o il verso di qualche strano animale. Aveva comprensibilmente i nervi a fior di pelle e lo stesso foglioso stava più all'erta del solito. Scostando basse fronde e cespugli dal loro cammino si corpirono di microscopici taglietti, mentre il sudore si accumulava sugli abiti. Nessuno dei due sembrava dell'umore adatto per iniziare una conversazione, e forse non sarebbe stato neppure opportuno. Erano già troppo rumorosi per i suoi gusti. Avanzando passo dopo passo giunsero infine in un punto dove la vegetazione sembrava farsi più rada, ma dovettero proseguire per un'altra decina di minuti prima di ritrovarsi quasi d'improvviso fuori dalla foresta. Davanti a loro, maestoso pur nella sua decadenza, si ergeva un torii che in tempi passati doveva essere stato di un rosso brillante. Del colore rimanevano ora solamente alcune tracce, minacciate dalle intemperie.

    Varcarono il cancello con circospezione e, passandovi sotto, Shin ebbe la sensazione di essere finalmente giunto alla meta. Con un timore reverenziale misero piede nel terreno sacro del santuario. Lo spettacolo che si offriva ai loro occhi era magnifico e desolante al tempo stesso. L'intero complesso sembrava abbandonato da eoni: quasi tutti gli edifici erano collassati su se stessi per il peso degli anni e molte delle strutture lignee temporanee erano state divorate dallo scorrere del tempo. Le lanterne votive in pietra e le statue delle volpi guardiane sembravano aver resistito meglio, ma molte apparivano mutile o ricoperte di muschio. Le parole di Kato lo fecero scattare di soprassalto: preso dal paesaggio intorno a sé aveva per un momento scordato la sua presenza. Questo doveva essere il tempio di Inari di cui parla il mio antenato nel diario. All'epoca doveva essere nel pieno della sua fioritura, guarda ora come è ridotto... Sulle cause dell'abbandono poteva formulare solamente ipotesi. Forse era a causa della posizione periferica, lontana da qualsiasi via di traffico e in mezzo a una sperduta montagna che, con l'affievolimento del culto aveva reso i costi insostenibili e i monaci avevano semplicemente deciso di trasferirsi altrove. O forse il motivo era esterno, un periodo di turbolenze in seguito a qualche guerra aveva reso insicura l'area, costringendo i religiosi a fuggire; in fin dei conti non erano poi così lontani dal confine.

    Gli shinobi si separarono, andando in cerca di indizi. Erano giunti fin lì dopo un lungo ed accidentato cammino, sarebbe stato un peccato se se ne fossero dovuti tornare indietro a mani vuote. Il ragazzo fece un primo giro d'ispezione attorno all'edificio principale, che un tempo aveva sicuramente ospitato il simulacro del dio, studiando la conformazione dell'area. Oltre al lato da dove erano giunti, un fianco dava sulla parete del monte, il retro su un fitto bosco e l'altra ala si affacciava su una scarpata. Una trentina di metri più in basso si poteva intravedere, tra gli alberi, parte del sentiero che avevano seguito per giungere fin lì. Da quel lato tuttavia si godeva anche di una splendida vista sul lago d'Indra proprio grazie all'orizzonte sgombro. Alzando gli occhi al cielo Shin si rese conto che il tempio si sviluppava sull'asse est-ovest, avendo il fianco settentrionale riparato dalla vetta del monte Yume, che terminava con una guglia di roccia, appena striata da tracce di ghiaccio, due o trecento metri sopra di loro.

    Dopo quel giro di ricognizione il genin iniziò l'ispezione vera e propria. Non si arrischiava a rimuovere le assi di legno putrescenti per verificare se qualcosa si fosse salvato sotto di loro, sarebbe servita almeno una squadra di uomini per agire in sicurezza. Non si perse comunque d'animo ed esaminò frammenti di scritte che si erano salvati presso la strada che conduceva dal torii d'ingresso alla sala da preghiera. Doveva trattarsi di ciò che rimaneva di una parete votiva sulla quale i fedeli affiggevano dei cartelli con su scritti i desideri che volevano vedere esauditi dal dio. Riuscì a leggerne a stento uno che recitava porta la pioggia sui nostri campi. Lo adagiò delicatamente al suolo a diversi metri da dove lo aveva raccolto e riprese a vagabondare. Poco più in là si appoggiò ad una lanterna in pietra cui mancava la copertura superiore, scomparsa chi sa quando e come. Quel luogo gli metteva soggezione, ma gli trasmetteva anche una sottile sensazione di inquietudine. Era tutto troppo semplice. Perché allora gli abitanti del villaggio ai piedi del monte ne erano terrorizzati al punto da considerare l'argomento tabù? Il percorso non era agevole, ma degli uomini in forma avrebbero potuto raggiungere la vetta senza eccessivi problemi, eppure era stato loro detto che chi provava la salita lo faceva a rischio della vita. Era come se fossero stati graziati per una distrazione, o lasciati passare per qualche scopo a lui sconosciuto. Instintivamente, si toccò la moneta che custodiva sotto i vestiti, accertandosi che fosse al suo posto. Se non avessero scoperto nulla avrebbe dovuto rinunciare per sempre a scoprirne i misteri. Ritrovata dunque la motivazione si staccò dalla lucerna, dirigendosi verso il retro del santuario. Gli alberi si fermavano esattamente lungo il perimetro di quello che doveva essere stato il recinto sacro con una precisione innaturale. Nonostante le erbacce e la vegetazione folta che cresceva tutto intorno, quel particolare passaggio tra la foresta e il suolo del tempio sembrava curato da mani umane. Seppur insospettito, non trovò altre tracce utili e tornò verso il centro, imbattendosi dopo pochi passi in un'altra lanterna di pietra priva di coperchio. In un primo momento la superò, limitandosi a considerare curiosa la cosa, ma dopo pochi passi tornò indietro per darle una seconda occhiata. La somiglianza a quella situata nel lato opposto della struttura era tale che quasi si convinse di aver perso il senso dello spazio. Si allontanò pensieroso, borbottando tra sé. Strano...
    Ripassando davanti allo spazio sopra cui doveva trovarsi la cassa lignea delle offerte, davanti alle rovine della prima sala del tempio, ebbe l'impressione che la moneta sul suo collo avesse emesso un'impercettibile vibrazione, ma si convinse che fosse semplice suggestione. Passò di fianco alla statua di una kitsune che, impettita, svolgeva dopo tutto quel tempo il suo compito di guardiana per un kame che, probabilmente, aveva abbandonato da diversi lustri quel luogo. Non mi sembrava avesse quel brandello di fazzoletto rosso intorno al collo. Dovrei prestare più attenzione ai dettagli maledizione, sono un ninja non un bambino in gita. Si rese conto che parlare da solo non era un buon segno e si zitti. Incrociò Kato che proseguiva la sua ricerca, ma, vedendolo concentrato, decise di non disturbarlo. Giunse infine di nuovo davanti alla lanterna con il curioso doppione e si concentrò, cercando di richiamare alla mente l'immagine della sorella dall'altro lato. Più la guardava e più gli sembravano uguali. Magari avevano lo stesso danno perché si trattava di un punto strutturalmente debole. Con un sorrisetto estrasse un kunai e scolpì con alcuni rapidi colpi il kanji del suo nome. Ecco, ora non vi confondo più.
    Passò ancora una volta davanti al torii e poi ripercorse la strada principale verso il centro roteando il kunai con il medio inserito nell'anello dell'arma. Dopo neanche tre metri raccolse un'altra piastrina con sopra scritta una preghiera nello stesso punto dove aveva trovato l'altra. Il kunai si fermò mentre leggeva. Erano le stesse parole, ne era certo. Come era certo di aver abbandonato il precedente frammento ben lontano da quel punto. Basito, ripose l'arma e andò a cercarlo, ma non lo trovò. Che fosse stato Kato a spostarlo dopo di lui? Avrebbe spiegato tutto, ma era comunque improbabile. A grandi falcate si recò sul retro del tempio, cercando il compagno per chiedergli delucidazioni. Tuttavia rimase impietrito quando, sulla lanterna gemella di quella anteriore, lesse Shin. Il suo sospetto prese forma. Doveva trattarsi di un'arte illusoria, abbastanza potente da coprire l'intero perimetro del luogo sacro. Kato, abbiamo un problema.
     
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    Kitsune.



    -Ci troviamo in un stramaledettissimo genjustu-
    fu la mia risposta secca, ancora prima che Shin stesso proseguisse con il discorso. Eravamo arrivati alla medesima conclusione, ovvero il tempio stesso era circondato da un justu; del resto la ripetizione degli oggetti, i frammenti uguali presenti a distanze simili… in sostanza permeava in quei saloni una decadenza calcolata, un disordine ordinato. Troppo preciso per essere un frutto del caso. Tuttavia per ottenere un risalutato del genere era necessario disporre di un potere ben al di fuori delle mie capacità e di quelle di Shin stesso: - Da soli non potremmo mai sciogliere questa illusione… Per quel che vale direi di condividere la tecnica del Rilascio, vediamo che cosa ne esce e se funziona… speriamo solo di non finire in qualche casino troppo grande. - non terminai positivamente la frase, del resto non potevamo sapere che cosa ci avrebbe atteso ma giunti a quel punto la curiosità e l’orgoglio ci avrebbero impedito di recalcitrare.

    Se Shin avesse accettato la proposta…

    A vicenda eseguimmo la posizione magica della tigre e appoggiando la mano uno sulla spalla dell’altro eseguimmo la tecnica del Rilascio. Bastò un battito di ciglia e quando riaprii gli occhi per un attimo fui accecato dall'ambiente che mi circondava. Il tempio era risorto, i colori accesi, la lucentezza delle statue di bronzo, i kanji dipinti magnificamente sugli arazzi. Guardai esterrefatto il mio compagno di avventura, proferendo: - Shin, credo che, al di fuori di ogni aspettativa, abbiamo sciolto il genjustu e ci troviamo di fronte a quello che cercavamo… il tempio che tanto hai anelato. - Voltandomi a più riprese osservai l’ambiente, era la prima volta nella mia vita che mi trovavo in un posto del genere e se non fosse stato per la mia decisione di intraprendere la vita da ninja non avrei mai avuto modo di scoprire queste meraviglie. Sorrisi, in quel momento ero soddisfatto. Tuttavia il tempio stesso era vuoto, come Shin poteva notare non vi era traccia di anima viva. Forse il justu serviva solo a proteggere quello che era un tempio ormai lasciato senza praticanti, nuovamente mi rivolsi al foglioso: - Non perdiamoci d’animo. Dirigiamoci fuori di qui e vediamo da fuori se è cambiato qualcosa…- e mentre ci incamminavamo verso l’esterno successe una cosa incredibile. Alla soglia dell’entrata, all’improvviso, mi voltai verso il compagno shinobi attratto da un rumore particolare… infatti la collana aveva preso a fluttuare in mezzo all’aria! A fatica mandai giù la saliva e osservai la situazione con occhi sgomenti. E nel mentre faticavo ancora a realizzare quello che stava succedendo l’amuleto riprese a muoversi, ruotando attorno al collo e puntando verso l’interno del tempio stesso. La forza di quella attrazione fu tale da rompere il filo che lo legava e veloce come il vento schizzò, parallelo al terreno, verso il centro del santuario, nella sua zona più sacra. Tuttavia non andò a sbattere su una statua o su un muro ma bensì fu presa, da qualcuno, in mano. Alzai lo sguardo, non volevo credere ai miei occhi.

    -Benvenuti al Tempio Segreto di Inari, nobili viandanti.- furono le prime parole provenienti dal centro del tempio stesso; da una voce calma, serena ma allo stesso tempo autoritaria. Focalizzai la vista e realizzai la presenza di un uomo, un anziano religioso con lunghi capelli bianchi, quasi argentei raccolti a coda. Allo stesso tempo realizzai che non si trattava in realtà di un uomo nel vero senso della parola, viste le sue orecchie a punta e coda sporgenti. Mi inchinai, e invitai Shin a fare lo stesso. Non era sottomissione, era una semplice constatazione di trovarsi davanti ad un essere più potente, e se si voleva sopravvivere vi era una sola possibilità; ascoltare, ubbidire, sperare e poi scappare. La mia esperienza nei bassifondi era maestra di vita.

    Nel frattempo muovendo gli occhi ai lati del anziano notai la presenza di altre persone, tutte donne; tutte vestite in modo formale e sacro e tutte con connotati bestiali. Il mio sguardo si spostò di nuovo verso quello che apparentemente sembrava il capo di quella allegra compagnia di esseri mistici. Ai suoi piedi si trovava supina un’altra ragazza, simile esteriormente al resto delle donne, ma vestita malamente; sofferente e visibilmente provata. Non capivo più niente, non riuscivo a decifrare i gesti e le azioni. Ad un certo punto un paio di quelle religiose presero la ragazza… volpe se si può così definire e la portarono lontano dall’anziano, il quale al termine dell’azione prese a parlare: -Giovani Shinobi… ditemi: perché siete qui? Perché uno di voi…– il suo sguardo, rivolto verso Shin, divenne marmoreo e glaciale -… portava con sé, sigillato in questo amuleto sacro, una nostra compagna Kitsune?- Un brivido mi salì lungo la schiena. Quella domanda risuonava terribilmente perentoria.

    CITAZIONE
    Complimenti per il post precedente, le tue descrizioni si sono rivelate veramente buone e dettagliate, come ottimo il pensiero e la logica alla base. Ergo la conseguenza è che riusciamo a sciogliere il genjustu e trovarci davanti ai Kitsune. Ebbene, il grande capo pare abbastanza adirato... Come farai a sciogliere un pò la tensione e provare a calmare le acque e spiegare il tutto? A te giovane Shinobi.
     
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    Il racconto della volpe

    Contratto Kitsune - post 5



    Shin si avvicinò a Kato, componendo il sigillo della tecnica del rilascio. Mettendo la mano sulla spalla dell'amico, sincronizzò il ritmo del suo respiro con lui, cercando di armonizzare i loro flussi di chakra. Quando fu prontò fece un cenno del capo ed insieme eseguirono il jutsu. Rilascio!

    Il velo dell'illusione fu squarciato, rivelando la verità sottostante. Splendente, emerse il tempio di Inari all'apice della sua gloria, come occhi umani non lo avevano visto da quasi un secolo. Lo spettacolo fu tale da lasciare i due senza fiato. Il primo a riprendersi fu tuttavia il giovane della Foglia, che si mosse in avanti per studiare l'ambiente circostante. Se qualcuno si era preso il disturbo di camuffare un'area tanto vasta doveva averlo fatto per una buona ragione.

    Fece alcuni passi, avvicinandosi all'ingresso principale del santuario. Quando fu davanti alla grande cassa di legno dove i fedeli erano usi far rotolare le loro offerte durante la preghiera sentì una pressione all'altezza del petto. Come dotata di volontà propria la moneta che portava al collo come talismano uscì dalle vesti, rimanendo alcuni istanti davanti a Shin fluttuando a mezz'aria. Poi, con un colpo secco, strappò la corda che la teneva legata e partì in direzione della stanza principale del tempio. Stupefatto, ma al contempo determinato ad andare fino in fondo a quel mistero, il giovane si lanciò all'inseguimento, scavalcando d'impeto la scatola lignea ed entrando a sua volta nell'edificio.

    Non potè prestare attenzione alle ricche decorazioni che adornavano il salone, concentrato com'era nel non perdere di vista il medaglione. Infine, il prezioso cimelio atterrò, o meglio planò, sul pavimento della stanza, ai piedi di una persona. Alzando gli occhi Shin vide che quei piedi appartenevano ad un anziano sacerdote, probabilmente il responsabile del santuario a giudicare dall'elegante vestiario. A sconvolgerlo non fu tanto l'apparizione improvvisa, quanto alcuni piccoli dettagli che non sfuggirono al suo acuto spirito d'osservazione, come le orecchie e la coda volpina.

    Ignorandolo, prese un bastone sormontato da alcuni anelli che si ricoprì all'istante di un'aurea luminosa. Con forza, lo uso per percuotere la moneta inerte al suolo. Seguì il suono di una lacerazione e un lampo, che costrinse il ragazzo a schermarsi gli occhi con un braccio. Quando fu nuovamente in grado di vedere si trovò davanti una scena inaspettata. Ai piedi del religioso stava distesa una ragazza piuttosto malridotta e priva di sensi. Anche lei aveva coda e orecchie di volpe, seppur di un colore differente rispetto all'uomo. In quel momento Kato lo raggiunse e rimase bloccato per la sopresa, come il genin prima di lui. A quel punto, la kitsune parlò.

    Seguendo l'esempio dell'amico, anche Shin si chinò al suo cospetto. L'aura autoritaria che emanava incuteva una sensazione di rispetto misto a terrore. Alzando il capo per non perdere di vista l'astante il ragazzo si accorse della presenza alle spalle di quello di diverse ragazze dai connotati volpini in abiti da sacerdotessa bianchi e rossi. Trascorsi alcuni istanti che parvero infiniti, il capo si rivolse di nuovo ai due shinobi, con calma, come se stesse soppesando le parole. Con lo sguardo fisso sul foglioso, chiese spiegazioni sulla loro presenza nel santuario e, a Shin non sfuggì una lieve sfumatura d'ira nella voce, sul perché portasse con sé una moneta con imprigionata al suo interno una volpe. Il giovane Kinryu sentì un brivido freddo lungo la schiena. Non che avesse la coscienza sporca o qualcosa da nascondere, ma l'intera situazione aveva dell'irreale. Abbasso il capo per un secondo, prendendo la sua decisione. Shin si alzò, pronto a raccontare ogni cosa.

    Esordì con un inchino. Il mio nome è Shin Kinryu, shinobi di Konoha. Colui che mi accompagna è Kato Yotsuki, ninja di Oto. Abbiamo intraspreso questo viaggio per scoprire l'orgine della moneta, tramandata da almeno quattro generazioni all'interno della mia famiglia. Io la ebbi ancora in fasce da mio padre, che la ricevette da mio nonno, a cui fu affidata dal mio bisnonno. Secondo la tradizione è l'ultimo ricordo di suo padre, ma i dettagli non sono noti. Sono fatti che si svolsero prima che il nostro clan fosse costretto a fuggire dalla sua casa, trovando rifugio nei Paesi dell'alleanza ninja, oggi Accademia. Presso la mia famiglia tale periodo è considerato taboo, quindi molte delle notizie risalenti a quel tempo sono andate perdute. Giuro sul mio onore e sulla mia vita che nessuno di noi era al corrente della presenza di una vostra compagna all'interno dell'amuleto. Contrariamente al suo solito, Shin aveva pronunciato il suo discorso tutto d'un fiato, senza pause o intervalli. Si inginocchiò, seduto sui talloni, attendendo la sentenza. Mentre il saggio pareva riflettere sulle sue parole, si levò un mugolio di sofferenza da un punto della sala. L'attenzione di tutti fu attirata dalla volpe distesa a terra che stava riprendendo conoscenza. Shin ne fu meravigliato e al tempo sollevato, considerando il tempo che aveva dovuto trascorrere in forma di moneta, di cui gli ultimi diciassette anni al suo collo.

    Aprì gli occhi a fatica, come se quel semplice gesto le costasse uno sforzo immane. La sua prima reazione fu schermarsi il volto con la mano, evidentemente disabituata alla luce. Quando ne fu in grado iniziò a guardarsi intorno, smarrita. Nessuno nella sala fiatava, neppure l'anziano monaco che costituiva senza dubbio l'autorità più alta in quel luogo. Trovando la forza di parlare, aprì infine la bocca. Dove...Cosa... Quelle poche parole furono sufficenti a far sobbalzare i presenti, che si ripresero dallo stato di immobile attesa in cui erano caduti. Diverse fanciulle le si fecero incontro per accudirla e il religioso gli si fece incontro, rivolgendole un sorriso rassicurante. Non preoccuparti, sei tra amici ora. Lei annuì, disorientata, ma non spaventata. Qual'è il tuo nome? Lei rispose con voce incerta, era molto tempo che non le capitava di parlare con qualcuno. Anzu, il mio nome è Anzu. Il vecchio sorrise di nuovo. E' un bel nome. Benvenuta Anzu, sei nel santuario di Inari sul monte Yume, tra le tue sorelle. Non hai più niente da temere dagli umani ora. All'udire quel nome la kitsune visibilmente sobbalzò. Cercò di sollevarsi, ma le forze le vennero meno e, se non fosse stata sorretta dalle ancelle, sarebbe caduta rovinosamente. Sono a casa! Dov'è Maestro Basho? Ho delle informazioni urgenti per lui! La foga della ragazza fece velare gli occhi dell'anziano con un velo di compassione. Avvicinandosi, le pose una mano sulla spalla. Anzu, sei stata via per molto, molto tempo. Generazioni si sono succedute, e maestro Basho ha raggiunto le dimore dei suoi antenati. La volpe lo osservò ad occhi sbarrati, lasciandosi andare come se fosse stata svuotata di ogni energia. Le parole che uscirono dalla sua bocca erano poco più che sussurri. La guerra, avevano bisogno di un'aiuto per quella dannata guerra... Il mio evocatore si è sacrificato per salvarmi, e io non sono stato in grado di ripagare il debito... Questa volta fu il turno dell'anziana kitsune di rimanere sorpresa. So che è doloroso per te, ma potresti raccontarci cosa è successo? Alzando lo sguardo su di lui, lei annuì. Doveva essere stata una fiera guerriera un tempo. Il mondo è... era sconvolto da un conflitto senza limiti, paese conto paese, villaggio contro villaggio, clan contro clan. Non so come sia la situazione ora, ma all'epoca uscire dalla propria casa equivaleva a rischiare la vita. Beh, qualche volta anche rimanervi. Le grandi nazioni ninja riuscivano a mantenere una pace relativa al loro interno, anche se ai confini il sangue scorreva a fiumi. I paesi più piccoli dovevano fare i conti con una realtà ben più aspra. In uno di questi l'ordine era mantenuto da alcuni clan, alleati tra di loro. Noi volpi eravamo da sempre legate ad uno di questi, il clan Kinryu. Eravamo felici di contribuire a mantenere la pace in quel piccolo angolo di mondo. Un giorno, tuttavia, morì uno dei capoclan dell'alleanza. Fu l'inizio della fine. Il figlio che gli succedette, accecato dall'aspirazione dalla cupidigia iniziò prima in segreto, poi apertamente, a tramare contro gli altri. Questi si riunirono per affrontarlo, ma quel folle aveva chiamato in suo aiuto le forze di una potenza straniera, che non vedevano l'ora di annettersi il nostro territorio. Fu un massacro, entrambe le parti riportarono perdite pesantissime. Io, con il mio evocatore, combattei all'ingresso della valle che conduceva ai villaggi dove i civili avevano trovato rifugio. Dopo che tutti i nostri compagni erano caduti respingemmo da soli più e più ondate di nemici, fino a che non arrivò un mostro. Gli occhi della kitsune sembravano rivedere quelle scene come se stessero accadendo in quel momento davanti a lei. Non saremmo stati in grado di sconfiggerlo neppure al massimo delle nostre forze. Capendo di non avere speranze, il Kinryu mi ordinò di scappare e di implorare le volpi di aiutarli. Non feci in tempo. Lui morì tra le mie braccia, ed io mi trasformai in una moneta per fargli credere di essere scomparsa, ma quel dannato in qualche modo se ne accorse e attraverso un fuuinjutsu mi costrinse in quella forma in perpetuo. Fino a che non mi avete liberato. Le sue guance erano rigate da lacrime, di gioia certo per la ritrovata libertà, ma al contempo di dolore per quella perdita che per lei era avvenuta ieri. Tutte le giovani volpi vicino a lei erano commosse, e le più sensibili piangevano con lei. Con fare paterno, l'anziano la rassicurò. Mi dispiace di averti fatto tornare alla mente ricordi tanto orribili. Ora pensa a riposarti. Completamente spossata, lei annuì. Vorrei solamente sapere che ne fu poi della famiglia di quell'uomo e del clan Kinryu...

    Shin, che si era alzato per seguire la scena e non si era persa una parola, si fece avanti ignorando gli sguardi minacciosi rivoltigli dalle volpi. Mia signora, il clan è salvo, seppur disperso in esilio. Io sono Shin Kinryu, e ho avuto l'onore di portarla al collo negli ultimi diciassette anni, come mio padre prima di me, suo padre e il padre di suo padre prima ancora. La ringrazio per aver sempre vegliato su di noi. Detto ciò si inchinò profondamente. Finalmente ogni mistero era svelato: il loro viaggio aveva raggiunto il suo scopo.
     
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    Inari.





    Ascoltai con estrema attenzione l’intera conversazione che seguì alla comparsa dell’anziana volpe. Mi trovavo davanti ad una situazione senza precedenti e mi sentivo terribilmente fuori luogo, nonostante fossi lì ad aiutare il mio compagno di Konoha. Infatti si stava discutendo della storia e purtroppo delle tragedie del clan di Shin, i Kinryu. E francamente gli avi del foglioso ne avevano passate veramente tante nei lustri precedenti. Non invidiavo il passato di quella gente. Tuttavia non era quello il motivo per il quale mi sentivo un pesce fuori dall’acqua… Shin stesso, la vecchia volpe e la ragazza apparsa dal monile stavano discutendo di argomenti nobili. Ricolmi di valori. Nel mio passato non potevo trovare nemmeno uno di quelli; solo molto dolore, molta sofferenza e molta troppa violenza, per lo più mia. E aimè una promessa, ancora mai espressa, non mi avrebbe allontanato a breve da quel circolo vizioso. Ma questo Shin non poteva e non doveva saperlo.

    L’ultimo a parlare fu proprio Shin, dimostrandosi la persona determinata che era e sorrisi al pensiero. Non sfigurava davanti a quelle bestie mistiche. La vecchia volpe a quel punto rimase in silenzio, per diverso tempo a dire la verità poi, tutto ad un tratto, prese a parlare:- Ebbene Shin Kinryu non sarà oggi il giorno che noi Kitsune verremo a meno con il patto stabilito con i tuoi ascendenti, secoli addietro. E non sarà oggi il giorno in cui noi Kitsune perderemo la fiducia in voi umani. Tuttavia prima di iniziare la vera discussione c’è una condizione…- si fermo con il discorso e mi fissò intensamente -Kato Yotsuki, lei non potrà stare vicino al Kinryu. Il suo cuore ha perso da tempo la purezza richiesta…- Mi alzai, mantenendo uno sguardo glaciale. Quel vecchio aveva capito tutto e non aveva senso controbattere, non arrivati a quel punto, non per Shin – Tuttavia potrà in lontananza osservare. – concluse l’essere mistico. Mi avvicinai così all’ingresso del tempio e appoggiandomi ad uno dei sostegni del portone incrociai le braccia, in attesa e decisamente silenzioso. Quel vecchio mi aveva scosso, decisamente.

    -Shin Kinryu dimmi: cosa ti ha spinto a tornare su questi monti? Cosa ti ha spinto a cercare così intensamente il segreto nascosto dietro al medaglione? - Il vecchio osservò la ragazza volpe, che stava nel frattempo venendo portata via da alcune religiose. Nonostante la lontananza riuscii a cogliere perfettamente il tono della domanda, la quale risuonò non come una semplice cortesia ma come una vera e propria prova da affrontare. Che Shin sarebbe riuscito a convincerli?

    Se Shin sarebbe apparso convincente agli occhi del capo delle volpi…

    -Dunque Ninja di Konoha mi hai convinto però prima di iniziare, prima di legare di nuovo le nostre vite in maniera indissolubile devi sapere che il percorso che affronterai fra poco metterà a rischio la tua vita… Quello che richiederò è di testare la purezza del tuo cuore. Noi Kitsune, seguaci di Inari, non agiamo mai per il male. E’ la nostra prima regola ed è la nostra forza più grande. Se mancasse la nostra integrità d’animo ne verrebbe a meno anche la nostra potenza. E senza quella di conseguenza non si potrebbe fare il bene… Quindi comprendi che tutte questi concetti sono legati tra di loro e se tu Kinryu vuoi chiedere il nostro supporto devi dimostrare questa purezza d’animo. Perciò come ogni tuo avo che ti ha preceduto dovrai affrontare la Purificazione, un rito brevissimo ma allo stesso tempo terribilmente periglioso che attesterà la tua volontà indefessa… o la tua impurezza. Se ti chiedi perché lo Yotsuki non è stato ammesso in questo tempio è perché, nonostante le sue buone intenzioni, ho intravisto in lui il tocco dell’Oscurità. Nera, profonda. Molto insidiosa. Non potevo rischiare che intaccasse il rito.- la volpe rimase in silenzio per un istante – Alla luce delle mie parole Shin Kinryu accetti di iniziare il Rito della Purificazione?-

    Se Shin avesse accettato…

    -Bene Shinobi. Ascolta attentamente le parole che seguiranno. Ora poniti al centro della zona sacra e inginocchiati. Ora noi Sacerdoti di Inari ci affideremo al suo potere e circondandoti innalzeremo una sorta di cupola di Chakra attorno a te: lo chiamiamo il Velo della Purificazione. Tanto più il Chakra assumerà un colore bianco durante il rito tanto più il tuo cuore sarà onesto con Inari. Tuttavia se durante la durata del rito il colore del velo assumerà tonalità scure più la tua oscurità verrà a galla, fino al punto tale da corrompere e rompere il Velo e portarti, come diretta conseguenza, alla morte.- Il vecchio religioso aspettò che Shin si portasse in posizione e in quel esatto momento quattro sacerdotesse si avvinarono al mio compagno, ognuna per lato, e tutti i religiosi lì presenti presero in maniera perfettamente sincrona a sbattere e muovere perpendicolarmente al terreno il bastone sacro che portavano. L’atmosfera all’improvviso si fece rarefatta, e a fatica mantenni lo sguardo fisso verso Shin, il quale nel frattempo veniva racchiuso da quella sorta di cupola. Un rivolo di sudore mi scese lungo la fronte… Che il mio compagno di Konoha sarebbe riuscito a soddisfare le condizioni imposte dal Velo?

    CITAZIONE
    Ordunque ci stiamo avvicinando alla fine, doppia prova: il vecchio religioso è un tipo testardo. Convincilo definitivamente e poi sopravvivi al velo della purificazione scontrandoti contro te stesso, nel tuo io più profondo. A te la palla!
     
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    Pesatura del cuore

    Contratto Kitsune - post 6



    Tutti nella sala furono scossi dal racconto della ragazza volpe, non ultimo l'anziano custode del santuario. Avvicinandosi a Shin lo fissò intensamente negli occhi, come se gli stesse leggendo dentro. Pronunciando parole che mai il giovane si sarebbe sognato di udire, si volse verso l'otese che era con lui. Qual'era il senso dietro quella intimidazione? Cosa nascondeva di così grave Kato nel suo passato? Con questi interrogativi nel cuore lasciò che la volpe lo allontanasse. Una volta fuori di lì ci sarebbe stato tempo per chiarire ogni cosa, se l'amico lo avesse voluto.

    Il religioso tornò a rivolgersi al foglioso. Per la prima volta sentendosi accettato, o per lo meno sopportato, gli rispose con un sorriso enigmatico. Ha mai avuto la sensazione di dover fare assolutamente qualcosa, pur senza nessuna ragione logica? Ebbene, la mia cerca è iniziata proprio così, che ci creda o meno. Ho avuto il medaglione con me fin dal giorno della mia nascita, ma solamente dopo essere diventato uno shinobi ho sentito l'impulso di scoprirne l'orgine. Era qualcosa che andava fatta, semplicemente. Le sue parole suonavano sincere. Anche da piccolo si era chiesto l'origine dello strano monile che portava al collo, ma solo recentemente quel quesito era diventato un chiodo fisso nella sua mente. Non vorrei sembrarle blasfemo, ma immagino sia la stessa sensazione provata dagli dei quando qualcuno ripete incessantemente la stessa preghiera. Il suo sguardo cadde sulla kitsune a terra, accudita dalle sacerdotesse. Ora che ho scoperto la verità posso formulare un'ipotesi. Anzu potrebbe aver percepito che finalmente era entrata in contatto con qualcuno che potesse rispondere al suo desiderio incoscio di tornare a casa e si è in un certo senso risvegliata. Vede, nessuno dei miei predecessori era un combattente, tanto meno uno shinobi. Probabilmente, alla lunga, è riuscita a insediare questo pensiero nella mia testa. Se dovessi scommettere direi che è andata così. Osservò la reazione della vecchia volpe. Che gli credesse o meno era irrillevante, lui sapeva di essere nel giusto. Certo, fin da piccolo ho sempre voluto scoprire di più riguardo la storia della mia famiglia prima di giungere nel Paese del Fuoco, ma l'argomento è tabù. Forse anche questo ha giocato la sua parte. In fin dei conti l'amuleto era uno dei pochi indizi concreti a mia disposizione su cui lavorare. Aggiunse tale spiegazione quasi d'improvviso, come se gli fosse sovvenuta in mente solamente in quel momento. Probabilmente l'una e l'altra avevano finito per intrecciarsi, rafforzandosi a vicenda, fino a rendere salda la sua decisione di partire per scoprire tutta la verità. E alla fine ce l'aveva fatta.

    A quel punto la kitsune avrebbe proposto al ragazzo di rinnovare l'antico accordo tra la loro razza e la famiglia Kinryu. Shin fu preso in contropiede dal suo discorso. Non era certo giunto sul monte Yume con quello scopo. A dire la verità non sarebbe neppure riuscito a immaginarselo quando era partito per portare a termine la sua ricerca. Come era naturale quindi si prese del tempo per pensarci bene, soppesando quanto il vegliardo gli aveva detto. Quando finalmente ebbe preso la sua decisione, annuì. Per me è un onore essere scelto dalle nobili volpi di Inari. Riallaccerò il nostro legame, continuando la tradizione del mio clan. Giuro solennemente che non vi chiederò mai di agire per il male, ma di sostenermi solo per conseguire il bene. Per dimostrarvelo sono pronto a sottopormi al rituale, procediamo pure. Fece un passo avanti, pronto a seguire le istruzioni. Nei suoi occhi si poteva scorgere solo determinazione. Avebbe messo in gioco la sua vita per qualcosa di così importante. Voleva restituire a quegli esseri la fiducia negli umani, non importava se per farlo doveva essere lui a pagarne il prezzo.

    Shin si inginocchiò dove gli era stato indicato. Intorno a lui si posizionarono quattro sacerdotesse che, con un gesto secco, ersero intorno a lui una barriera di chakra. Con movimenti ritmici dei bastoni sacri i sacerdoti alle loro spalle, guidati dall'anziano, diedero avvio al rito. Lo spazio intorno al ragazzo fu riempito da una fiamma di un colore candido, immacolato, che lo avvolgeva senza recargli danno. Il Kinryu chiuse gli occhi, in attesa. Spinto dalla situazione, quasi senza accorgersene, iniziò a ricordare tutto ciò che lo aveva spinto ad arrivare lì, a scegliere la strada del ninja, quali fossero le sue motivazioni, i suoi sogni. Si interrogò se fosse veramente degno di ricevere aiuto da quelle creature quasi divine, ripassando i suoi meriti e le sue colpe allo stesso modo di un esame di coscienza.

    Lui aveva scelto di essere un ninja per poter diventare più forte, semplicemente. Ma non voleva il potere per sé, la fama, o la ricchezza. Il suo unico desiderio, quello che realmente albergava nel suo cuore, era difendere tutto ciò a cui teneva. La sua famiglia in primis, soprattutto l'adorata sorella Hina, coloro che nel tempo aveva imparato a chiamare amici, ossia il tesoro più prezioso che potesse desiderare, ed infine il proprio Villaggio e il Paese che li aveva accolti quando il suo clan era stato costretto ad abbandonare la loro patria. Mai più, si era ripromesso, mai più i Kinryu sarebbero fuggiti. Shin voleva diventare più forte solamente per questo motivo, per impedire che la sofferenza e il dolore che li aveva travolti in passato si ripetesse. Avrebbe combattuto fino all'ultimo respiro per proteggere la pace in cui il suo piccolo mondo si trovava. Non era un compito facile: nonostante le apparenze era consapevole che nuvole nere si accumulavano all'orizzonte e presto ci sarebbe stato bisogno di combattere per garantirsi il diritto a vivere tranquilli. Era il suo credo ninja. Questo era tutto ciò che stava nel suo cuore, niente di più, niente di meno. Non vi albergavano né ambizione, né invidia, né ira, né sete di sangue. Aveva sempre portato rispetto per gli sconfitti, trattenuto la sua mano dallo sferrare il colpo mortale dove non fosse necessario, ricercato il dialogo, aiutato un amico in difficoltà. Aveva anche lui i suoi piccoli difetti, i suoi scatti di rabbia, le sue dimenticanze, le piccole rivalità e gelosie, e sarebbe stato strano il contrario: non sarebbe stato umano altrimenti. Quando giungeva il momento di compiere una scelta tuttavia la sua testa lo guidava sempre verso il bene maggiore.

    Mentre attendeva in religioso silenzio il suo fato si raccolse in un'umile preghiera. Ti prego Inari, accetta questo peccatore e illumina i miei passi, perché sia degno della forza che mi concedi. Sorreggi la mia mano quando agisce per il bene e trattienila da fare del male. Congiunse i palmi, inviando la sua supplica al kami.

     
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    Volontà di Fuoco.





    Ai miei occhi fu uno spettacolo indescrivibile. Almeno se fossi stato uno qualunque, se non avessi saputo che in quel momento il mio compagno di avventura Shin stava giocandosi la sua vita all’interno di quella sorta di barriera di chakra. In realtà un rivolo di sudore scese dalla mia fronte osservando l’intera scena. Shin Kinryu con una assoluta spontaneità e una volontà impressionante aveva accettato una prova incredibile, che francamente non avrei mai osato accettare. Nonostante all’interno del tempio gli unici suoni che si udivano erano i suoni ritmici provocati dal tambureggiare dei bastoni sapevo che in quel preciso momento il foglioso stava combattendo una lotta importantissima, contro se stesso e contro le sue ambizioni. Il vecchio era stato chiaro, un animo impuro avrebbe condotto l’aspirante alla morte. Tuttavia Shin non era impuro. Il velo di Chakra che lo circondava, via via che il tempo scorreva, si tramutava in colore bianco e decisamente candido. Sorrisi, il vecchio aveva ragione: la mia presenza avrebbe costituito un pericolo per la vita di Shin stesso. Il mio cuore ormai aveva perso quella innocenza.

    Poi accadde tutto in un istante. La barriera di Chakra divenne quasi trasparente e in un battito di ciglia si ruppe, ma non in maniera violenta ma delicata e leggera. Allo stesso modo di un petalo di fiore che va a posarsi a terra, sospinto da una leggera brezza. Rimani nuovamente impresso, mi trovavo davanti ad una delle tante manifestazioni del potere del Chakra e di quanto poco in realtà conosca dello stesso. Il vecchio in ogni caso non tramutò la sua espressione la quale rimase tremendamente seria e la cosa mi fece presagire che le prove non erano ancora finite. Ad un tratto prese a parlare:-Shin Kinryu la volontà di Inari ha penetrato il tuo cuore e noi tutti siamo testimoni della tua bontà di spirito...- A quel punto la volpe si avvicino al ninja di Konoha posando la sua mano sulla spalla di Shin:-… e del diritto di firmare il Patto di Sangue con la nostra gente.- Bastò un gesto con la mano da parte dell’anziano sacerdote che sul palmo della stessa comparve un voluminoso rotolo. Numerose decorazioni, di finissima eleganza e notevole pregio, adornavano gli estremi dello stesso. Una delicatezza artistica che mai avevo osservato in un pezzo di carta, pensai tra me e me. Con un movimento di mani il religioso tolse il sigillo e srotolò la pergamena di fronte a Shin, ancora inginocchiato. Il vecchio proferì:-E’ da generazioni che noi Kitsune non riviviamo un momento simile e l’ultima volta questa decisione ci ha portato alla perdita della nostra cara sorella e un lago di sangue e ad una spirale di violenza per voi Shinobi….- ci fu un momento di assoluto silenzio –… e mi ero promesso che da quegli eventi così terribili noi, clan di Kitsune fedeli ad Inari, avremmo silenziosamente aiutato i più deboli senza mai più esporci. Ma la volontà della Dea è imperscrutabile e la tua presenza qui oggi e il successo del Rito di Purificazione non sono di certo frutto del caso ma di un disegno che va ben oltre alle nostre comprensioni. Perciò Shin Kinryu: Io fedele servo della Fiamma di Inari accetto la tua onorevole richiesta e ti invito a firmare il Patto di Sangue, cosicché noi, Clan di Inari, e voi, Clan Shinryu, suggelliamo un Patto di Onestà, Fiducia e Onore. Ora è richiesta la tua firma, qui su questa pergamena. Dovrà essere tracciata con il sangue, Ninja di Konoha. Questo a riprova del peso e della responsabilità che essa comporta. -

    Se Shin avesse accettato la proposta…

    Il religioso attese il momento in cui il mio compagno di Konoha appose la sua firma, rossa vermiglio, sulla pergamena e l’attimo successivo proferì: - Ebbene ora hai siglato il contratto con il nostro Clan e ti invitò a ripetere questo giuramento: Io, Shin Kinryu, giuro di seguire le Volontà di Inari, giuro di seguire il Bene e perseguire le manifestazioni del Male. E giuro, insieme ai miei fratelli Kitsune, di rispettare le genti e i popoli e di difenderli al pieno delle mie possibilità. Che mai questo giorno e questa promessa venga a meno.- In quel esatto momento, in cui l’ultima parola di Shin venne pronunciata una goccia di sangue presente sulla pergamena scese lungo la carta, senza macchiare la stessa, ma via via cristallizzandosi e trasformandosi così in un sorta di ciondolo a forma appunto di goccia. Rossa, intensa e viva – Questo, Kinryu, è un monile molto prezioso. Se mai un giorno il tuo cuore dovesse spezzarsi e far penetrare il Chakra Oscuro nelle tue membra: ebbene si romperà e la Kitsune che andrai ed evocare saprà del peccato e sarà quindi consapevole che il tuo giuramento si sarà spezzato… A questo punto non rimane che un ultimo passaggio: seguimi nella piazza centrale ed evoca la tua prima Kitsune, il tuo primo compagno di avventura. Noi tutti saremo testimoni.- Il vecchio dunque indico al foglioso l’esterno del tempio, invitandolo fuori.

    Banalmente pensai che a Shin ora non rimaneva che passare dalla teoria alla pratica.


    CITAZIONE
    Ben fatto, un post che ritengo veramente bello e ricco di introspezione. Ergo il vecchiaccio malefico ha deciso di fidarsi e di riaprire i contatti con il mondo. Ora non rimane che evocare la tua prima volpe e interagire con essa.
     
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    Firma col sangue

    Contratto Kitsune - post 7



    Shin riaprì gli occhi nell'istante in cui il velo intorno a sé veniva squarciato, andando a disperdersi nell'aria in tanti piccoli frammenti, come una pioggia di stelle cadenti che scompaiono nella notte prima di raggiungere terra. Il dio aveva accolto la sua preghiera, era stato giudicato degno.

    L'anziano sacerdote gli si fece incontro. Tra le sue mani comparve un voluminoso rotolo riccamente istoriato. Dava l'aria di essere molto antico, ma allo stesso tempo risultava conservato con cura. Il giovane non ebbe dubbi che, anche negli anni di ritiro dal mondo delle volpi, quelle lo avessero custodito gelosamente, prezioso tra i tesori. Sciogliendo il laccio che lo teneva chiuso la kitsune dette modo allo shinobi di consultarne il contenuto. L'emozione era palpabile mentre faceva scorrere lo sguardo sui nomi dei suoi antenati, nobili uomini che non aveva mai conosciuto, ma uniti a lui dal sangue e dal patto che si accingeva a sottoscrivere.



    Di fianco a lui comparve una servitrice del tempio. Tra le mani reggeva un vassoio, sul quale era posato un elaborato pugnale rituale. Shin guardò il cerimoniere e, deciso, impugnò l'arma con la destra. Trattenendo il respiro e serrando la mascella, affinché nessun gemito gli sfuggisse, passo il filo della lama sul palmo dell'altra mano, procurandosi una ferita superficiale, ma zampillante. Senza tentennamenti riconsegnò l'arma alla donna, che si ritrasse, e strinse il pugno, facendo colare alcune gocce di sangue sulla pergamena. Le usò per tracciare con l'indice il suo nome sul rotolo, lasciando in fondo lo stampo dei cinque polpastrelli, come tutti coloro che lo avevano preceduto. Il clan Kinryu e il clan delle kitsune fedeli ad Inari erano nuovamente una cosa sola. Alzandosi in piedi, ripetè con voce ferma le parole suggeritegli dal saggio, in modo che tutti all'interno del tempio potessero udirle. Io, Shin Kinryu, giuro di seguire le Volontà di Inari, giuro di seguire il Bene e perseguire le manifestazioni del Male. E giuro, insieme ai miei fratelli Kitsune, di rispettare le genti e i popoli e di difenderli al pieno delle mie possibilità. Che mai questo giorno e questa promessa venga a meno. Era uno di quei momenti trascendenti che un uomo fortunato può elencare con le dita di una mano. Il tempo sembrava fermo in quel luogo dove la presenza della divinità era quasi tangibile. Nel silenzio più profondo una brezza leggera scompigliò i capelli del ragazzo e il pelo delle volpi, proveniente da chi sà quale pertugio. Forse era un segno che il kami aveva ascoltato la sua promessa. Nello stesso istante parte del sangue presente sul foglio si cristallizzò in un piccolo ciondolo a forma di goccia, che l'anziana volpe porse al ragazzo. Prendendo la corda che era stata della moneta lo trasformò in una collana e la indossò, facendo in modo che pendesse di fronte al cuore. Poi vi mise sopra una mano aperta, mormorando una sommessa preghiera. La luce di Inari illumini il mio cammino. Che il mio spirito possa rimanere puro. Detto ciò seguì la volpe, uscendo nel piazzale del tempio.

    Rivolse un'occhiata rapida a Kato, sorridendo imbarazzato. Dopo tutta la strada che avevano fatto insieme si sentiva in colpa vedendolo relegato in un angolo lontano in quei momenti tanto importanti per il Kinryu. Avrebbero avuto modo di parlarsi una volta lasciato il santuario: voleva conoscere meglio il suo compagno d'avventura, andare oltre le semplici chiacchere di circostanza, così superficiali. Ma avrebbe dovuto attendere, doveva concentrarsi per stabilire il contatto alfa con quelle creature. Prese un paio di respiri profondi. Sapeva che doveva dosare in modo corretto il proprio chakra, armonizzandolo con quello della volpe che intendeva richiamare, ma essendo per lui la prima volta sarebbe dovuto andare per tentativi. Nonostante la sua volontà fosse ferma, l'essere osservato da così tanti occhi lo metteva in soggezione. Non credeva che lo avrebbero giudicato, ma comunque non poteva certo rilassarsi. Aspettare non sarebbe servito a nulla, non se ne sarebbero certo andati finché non avesse terminato la cerimonia. Senza pensarci ulteriormente sopra passò il pollice destro sul taglio sfruttando il sangue che ancora usciva a piccole gocce dalla mano lesa per stabilire il legame, quindi compose le posizioni magiche necessarie, appoggiando infine il palmo a terra con forza. Percepì chiaramente la distorsione dello spazio generata dal jutsu e capì che doveva aver funzionato quando, dal piccolo sbuffo di fumo generato dalla corrente di chakra, vide comparire una volpe di taglia media, ma dotata di numerose code.



    Con sguardo vigile la kitsune osservò gli astanti, fermandosi infine sul giovane che aveva di fronte. Quando aprì bocca, tuttavia, si rivolse all'anziano sacerdote. Vecchio, cosa significa tutto ciò? Il saggio si fece avanti, spiegandogli la situazione. Quasi tutte le volpi che componevano il clan non erano mai state legate ad un umano, quindi la loro sorpresa era più che giustificabile. Intimò anche a tutti i presenti di spargere la notizia, affinché nessuno della loro famiglia si sottraesse all'impegno che avevano stretto quel giorno. La giovane volpe tornò a concentrarsi sullo shinobi. Stando così le cose, immagino che dovrei almeno presentarmi. Il mio nome è Yukichi. Sorridendo, il ragazzo si presentò a sua volta con un lieve inchino. Shin, Shin Kinryu. Onorato.

     
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    Due occhi intensi, profondi ma allo stesso tempo calmi e sereni fissarono il ninja di Konoha, il quale si era appena apprestato alla sua prima evocazione. Mi trovavo sempre ai bordi, questa volta della piazza e tutti i religiosi mi davano le spalle concentrati come erano a seguire quello che rappresentava per loro sicuramente un evento di portata unica. Finalmente dopo lunghi anni il legame che univa i Kinryu e le volpi di Inari si stava poco a poco, prova dopo prova, ristabilendo in maniera ufficiale. Ero contento, in qualche maniera Shin stava trovando la sua via e la sua strada come Ninja. Sospirai, potevo dire lo stesso di me? Mi lasciai dietro questa risposta, quel giorno non era di sicuro il momento giusto per rispondersi.

    Il Kitsune appena evocato ebbe modo di sentire le parole dell’anziano capo e Shin in seguito alla spiegazione generale si presentò subito dopo. L’animale sacro rimase in silenzio, avvicinandosi al contempo al mio compagno di Konoha. Girò attorno a questo ultimo, allungando il muso qua e là, ma soprattutto muovendo tutte le sue varie code in gioco quasi ipnotico. Non si riusciva in sostanza a capire la volontà di quella volpe. Ad un certo punto, ponendosi di fronte a Shin riprese a parlare: - E’ un piacere anche per me Shin Kinryu. I miei fratelli mi avevano parlato del Vostro Clan eppure fino ad oggi nessuno mi aveva mai evocato e posso dire, senza problemi, che tutto questo è alquanto… strano- Il vecchio fece un passo in avanti:-Infatti è un evento singolare e per questo pregno di significato. Oggi tra di voi si instaura un rapporto unito da un filo comune: la vostra forza e fede nella Volontà di Inari. Il giovane Shinobi che ti ha evocato è un ninja dalle forti motivazioni ma ancora inesperto. E in particolare Kinryu…- la volpe capo voltò lo sguardo verso Shin -… sei decisamente estraneo alla forza che l’animale sacro può fornirti. Per questo ora ti porrò davanti ad un’ultima prova: Takkan l’orso della foresta, quello che antecedentemente hai allontanato, si ripresenterà davanti a te e dovrai affrontarlo. Normalmente noi Kitsune sigilliamo il suo potere, in quanto troppo pericoloso per la gente comune. Ma oggi andrà diversamente, rilascerò uno dei sigilli di limitazione e dovrai difenderti dalla sua forza poderosa per dimostrare e migliorare la tua sincronia con Yukichi. Tuttavia avrai solo una possibilità di contrattacco, purtroppo per te più lo attacchi più diventerà forte, per la natura dei stessi dei sigilli volti sì a difenderlo da se stesso e dagli altri ma non per questo limitanti al punto tale da restringerlo in condizioni di gravità. Preparati, avrai pochi secondi per reagire…-

    I religiosi, probabilmente anticipando le intenzioni dell’anziano, si erano già allontanati e comprendendo la situazione mi allontai io stesso, sapendo perfettamente che una mia interazione non avrebbe fatto altro che rovinare quella che rappresentava la parte finale del percorso e giusto il tempo di porsi nuovamente alla spalle delle Kitsune che un fragoroso rumore di rami spezzati anticipò la carica dell’orso il quale con fare indomito si avvicino a Shin, fermandosi a pochi metri dal mio compagno di Konoha. Anche un occhio inesperto poteva capire che quella bestia era cambiata, trasudava una pericolosità notevolmente superiore a quella di poche ore prima. Shin questa volta avrebbe dovuto impegnarsi molto di più.

    La bestia, posta a circa tre metri dal ninja e dalla volpe, fissò lo sguardo su Shin e ancorando le zampe al terreno iniziò a ringhiare. L’orso a quel punto avrebbe caricato contro Shin mangiandosi in un attimo la distanza che li separava e sempre a quattro zampe avrebbe tentato un fendente con la zampa anteriore destre, dall’esterno verso l’interno, verso il fianco sinistro di Shin [Slot Azione I]. L’attacco era terribilmente veloce, un movimento che non si sarebbe mai attribuito ad una bestia di tale mole. Ma contemporaneamente al fendente Takken avrebbe tentato un azzanno con la bocca nella eventuale direzione di schivata di Shin o verso la sua posizione di parata; il colpo si sarebbe rivelato terribilmente insidioso, infatti all’orso sarebbe bastato allungare il collo e aiutarsi con la zampa sinistra per raggiungere in un attimo il foglioso [Slot Azione II] . In ogni caso l’obbietto era lo stesso: colpire e maciullare la spalla più avanzata in quel momento oppure se ciò non fosse stato possibile l’arto più a contatto. Successivamente, a prescindere dal risultato dell’azione, Takken avrebbe eseguito un attacco già visto all’apparenza per Shin, infatti alzando su due arti avrebbe imitato lo stesso colpo doppio. Sfortunatamente per il foglioso, il quale si sarebbe accorto da lì a poco, non si trattava altro che di una finta. Infatti quel movimento fu necessario all’orso per utilizzare una delle sue abilità più pericolose. Ancorando le zampe inferiori per bene a terra nel frattempo la sua pelliccia si stava rendendo via via più ispida e irta. Fu soloquestione di un istante e dal suo mantello sarebbero schizzati veloci come il vento una serie di aghi rivolti contro il duo appena formato e in parte attorno all’orso stesso [Slot Tecnica Avanzato]. Infine l’orso avrebbe seguito i movimenti di Shin e se fosse stato ancora a portata, impegnato a difendersi da quell’offensiva avrebbe caricato un ulteriore colpo, un pericoloso fendente sinistro dall’alto verso il basso con tutta l’intenzione di scavare una fossa nel volto del ninja [Slot Azione III]. Se fossi stato al posto di Shin, pensai tra me e me, non avrei avuto alcuna possibilità. E avrei così osservato che al termine di quell’azione l’orso, fieramente in piedi su due zampe, avrebbe mantenuto quelle superiori davanti al busto a mò di scudo memore dell’esperienza precedente; pronto a difendersi e mantenere lo sguardo fisso su Shin.

    CITAZIONE
    Spirito di Difesa
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può trasformare la propria pelliccia in spiedi che verranno scagliati sia con una traiettoria lineare entro 9 metri di distanza e sia espandendosi in un area circolare di 4 metri. La potenza è pari a 20. La velocità degli spiedi è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou

    Siamo ormai agli sgoccioli di questo percorso, ultima prova; dimostra di valere il Patto di Sangue agli occhi delle Kitsune e nessuno altro metterà in dubbio le capacità di Shin!
     
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17 replies since 15/7/2016, 14:34   172 views
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