Accompagnatrice anti stalker

free tra -Shu e Zakira

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    Accompagnatrice anti Stalker

    Post Primo - Un padre apprensivo





    Quel giorno Asami Hoshiyama ricevette una strana missiva dall'Accademia, che le chiedeva di incontrare direttamente il mandante di una missione quella sera stessa a cena in un prestigioso ristorante della foglia. La lettera specificava che il pasto sarebbe stato pagato dal mandante e che Asami doveva semplicemente ritrovarsi in quel luogo alle otto vestita di tutto punto dato che il mandante l'avrebbe intervistata durante la cena, decidendo se sarebbe stata la persona adatta all'incarico. La procedura era insolita ma l'accademia era sicura che Asami avrebbe cooperato con le strane richieste di quell'uomo (la missiva avrebbe specificato che si trattava di una missione di protezione e scorta).

    Giunta al ristorante, un locale in stile occidentale, e date le sue generalità Asami sarebbe stata accompagnata al tavolo dove l'attendeva il mandante della missione. Durante quel breve viaggio avrebbe potuto notare come l'ambiente era incredibilmente lussuoso, il che andava anche a spiegare il motivo di questo trattamento preferenziale.


    L'uomo, sulla cinquantina, era un vero e proprio pachiderma ed aveva dei lunghi e frastagliati capelli neri accompagnati da una barba dello stesso colore. Se Asami avesse prestato attenzione ai dettagli avrebbe potuto notare che all'uomo mancava qualche dente ed era vestito abbastanza semplicemente non fosse stato per i numerosi gioielli che ne adornavano il corpo. Si trattava sicuramente di un uomo molto ricco, che forse si era fatto da solo data la sua apparente rozzezza. Mentre Asami si avvicinava infatti aveva chiesto al cameriere di portargli un altro tovagliolo, dato che aveva usato il primo per creare una specie di tovaglietta. La sua risata sguaiata rieccheggiò nel locale.


    Mentre Asami si accomodava al suo posto, di fronte all'uomo, giunse un cameriere con il secondo tovagliolo, i listini e del pane che venne immediatamente agguantato dal tizio che iniziò subito a rimpinzarsi.

    Grazie pinguino disse, masticandosi le parole oltre al pane.


    Soltanto una volta che ebbe terminato in rapidità quell'antipasto si sarebbe rivolto ad Asami.

    Allora tu devi essere Asami-chan. Molto bene, molto bene. Io sono Tatehiko Kurogane, molto piacere. disse lui tendendole una grassa mano sudaticcia carica di anelli.

    In base alle sue conoscenze del mondo commerciale Asami avrebbe potuto riconoscere quel nome: si trattava di un mercante che aveva sposato, molti anni fa, una donna del clan Kurogane di Sunagakure e che, una volta rimasto vedovo, si era dedicato totalmente al commercio. Possedeva attività dei più svariati generi in tutte le terre accademiche molte delle quali fallivano ma lui sembrava non curarsene. Faceva molti investimenti rischiosi e scialacquava una grande quantità di denaro tuttavia sembrava avere dei fondi illimitati. Era difficile dire quanto legale fossero le operazione di Tatehiko ma il suo spirito aggressivo e una generale sensazione di viscido accompagna sempre i racconti che lo riguardavano.

    Sei qui perché domani mia figlia arriverà qui a Konoha, dove passerà una notte in una locanda di tua scelta, prima di ripartire assieme a te di nascosto per il villaggio di Oto. La tua missione è quella di farle da scorta, da guida, da amica, da confidente, da suo scendiletto se lei così desidera. Ho deciso di chiedere di te esplicitatamente. Sei una ragazza giovane e carina, proprio come mia figlia, per cui sono sicuro che abbiate gli stessi gusti ed andrete d'accordo. Ho anche sentito parlare della tua famiglia, per cui so che hai avuto una buona educazione, esattamente come la mia Miyako...

    Asami avrebbe avuto giusto il tempo di fargli una domanda, prima che Tatehiko notasse che era tornato il cameriere. E Tatehiko non aveva dato neanche un'occhiata al listino.

    I signori sono pronti?

    Capiti proprio a fagiolo, pinguino. Allora per me un litro di birra e il piatto più costoso che hai. Per la ragazza quello che vuole, ahahahah. E portami dell'altro pane, che ho fame! Ahahahah

    Terminato il suo compito il cameriere si sarebbe congedato, per poi tornare un paio di minuti dopo col pane. Dopo averne offerto un pezzo ad Asami, il Kurogane si sarebbe ingozzato nuovamente.

    Allora, la missione mi pare abbastanza chiara no? Ci sono solo due piccoli inconvenienti: il primo è che mia figlia è paraplegica dalla nascita. Pertanto dovrai aiutarla spingendola sulla sua sedia a rotelle e magari cerca di non farglielo pesare. Il secondo è quel dannato Shinichi Kurogane.

    Avrebbe preso una piccola pausa per ingozzarsi di quattro fette di pane assieme, evidentemente quel nome lo faceva infuriare non poco.

    Quello stronzo è l'ex-ragazzo di mia figlia. L'ha sedotta cercando di accaparrarsi la mia fortuna ma fortunatamente la mia piccola Miyako era troppo sveglia per quell'idiota e l'ha lasciato. L'unico problema è che quel bastardo è un ninja ed ha cominciato a seguire mia figlia, a stalkerarla! Se a Sunagakure posso contare sulla guardia cittadina per avere un occhio di riguardo non posso avere la stessa sicurezza a Konoha. Quel bastardo è pur sempre un ninja accademico, mica posso vietargli di entrare al villaggio! Ed è qui che entri in gioco tu Asami: dovrai proteggere mia figlia dalle molestie di questo stalker. Non farti ingannare dal suo aspetto, è una vera volpe disposta a tutto pur di irretire nuovamente mia figlia! E sta attenta anche tu! Ha la faccia da pesce lesso ma è pur sempre un ninja!


    Le avrebbe quindi passato una foto dello stalker incriminato, raccomandandole nuovamente di prestare la massima attenzione. Doveva evitare anche solo che i due si incontrassero, o si scambiassero uno sguardo!

    Sono convinto che quel maledetto abbia usato un Genjutsu per convincere mia figlia a mettersi con lui la prima volta! Per cui sta attenta! Quella viscida serpe potrebbe farlo di nuovo, forse anche con te! E non lasciarlo parlare, è capace di rivoltarti il cervello se lo ascolti!

    Tatehiko le avrebbe dipinto un quadro molto colorito del bersaglio di Asami, facendolo sembrare peggio di un oni malefico. Alla fine l'invettiva del suo anfitrione si interruppe quando venne portato loro un enorme barca di legno ripiena di sushi e sashimi di tutti i generi. Era talmente pesante che avrebbe piegato il tavolo ed anche un neofita di quel tipo di cibo avrebbe intuito subito che si trattava di pesce e di tagli di primissima qualità. Tatehiko iniziò subito ad ingozzarsi a tratti senza neanche usare la salsa di soia o le bacchette ma ingurgitando il pesce a mani nude. Decisamente uno spettacolo che avrebbe potuto far passare la fame.

    Durante il pasto Tatehiko si sarebbe lamentato del fatto che, pur essendo ottimo ed eccellente come prodotto (anche se per i suoi gusti mancava un po' di sale), si trattava pur sempre di pesce e che quindi, non saziandolo come la carne, gli avrebbe sempre lasciato un buco sullo stomaco incolmabile (nonostante avesse appena mangiato da solo un piatto pensato per almeno dieci persone). Se Asami avesse avanzato qualcosa Tatehiko le avrebbe chiesto se lo mangiava e, in caso, ci avrebbe pensato lui a ripulire il piatto di Asami arrivando persino a leccarlo.


    Finito il pasto Tatehiko avrebbe concluso rispondendo a tutte le domande del caso da parte di Asami

    Allora Asami-chan. Se lo vuoi il lavoro è tuo. TI prego, proteggi la mia bambina da quel mostro orribile!

    Se Asami avesse accettato Tatehiko sarebbe stato al settimo cielo e, uscito dal locale, l'avrebbe congedata raccomandandole di riposarsi dato che il mattino seguente Miyako sarebbe arrivata a Konoha.

    Ti farò mandare qualcuno, non preoccuparti.

    [...]


    Il giorno seguente un giovane ragazzo, avrà avuto al massimo quindici anni, avrebbe bussato alla porta di Asami richiedendo la sua presenza.

    Asami-sama, il mio nome è Eichiro e sono qui per accompagnarvi da Miyako-sama le avrebbe detto inchinandosi molto rispettosamente.

    Era evidente che si trattava di un qualche tipo di servitore. La sua padrona si trovava all'entrata del villaggio, attendendo la sua protettrice sotto i vigili occhi dei guardiani delle mura di Konoha le avrebbe spiegato Eichiro, aggiungendo che la ragazza non sapeva nulla del potenziale arrivo di Shinichi. Avrebbe confidato alla kunoichi che Miyako non si era ripresa del tutto da quella rottura, fortemente voluta dal padre e da tutto il clan Kurogane, e che anche solo menzionarne il nome la mandava in bestia. Si sarebbe raccomandato non solo di non far menzione della cosa alla ragazza, ma neanche di parlare del coinvolgimento di Tatehiko. Ufficialmente Asami doveva solo accompagnare Miyako a visitare il villaggio ed il fatto che fosse una ninja era stato accettato dalla sua protetta solo per via dello spirito incredibilmente protettivo del padre, che malvolentieri aveva acconsentito a quel viaggio.

    Arrivata alle mura Asami avrebbe potuto subito riconoscere l'obbiettivo della sua missione dato che era l'unica persona seduta su una sedia a rotelle. Già da distante poteva percepire la sua grazia e bellezza, doti che unite alla considerevole ricchezza del padre rendevano evidente le preoccupazioni dello stesso riguardo i cacciatori di dote. Apparentemente noncurante di tutto la Kurogane portava una elegante coroncina d'oro che ben si intonava agli occhi ed ai capelli della ragazza vestita di un abito che lasciava scoperte le spalle senza per questo poter essere considerato indecente. Si trattava di un vestito che univa l'eleganza alla comodità, requisito essenziale per una ragazza nelle sue condizioni fisiche. Già solo dall'aspetto sarebbe stato difficile credere che si trattava della figlia di Tatehiko. Al suo arrivo avrebbe atteso che Asami si presentasse prima di parlarle.

    Buongiorno Asami-san, io sono Miyako Kurogane ed è un vero piacere conoscerla. Sono molto ansiosa di vedere il prestigioso villaggio della foglia. E' la prima volta che vengo qui, anche se mi hanno parlato molto di Konohagakure. Ditemi, da dove cominciamo? disse, con un brivido di emozione nella voce.
     
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    La giornata era splendida a Konoha. Il cielo era limpido e il sole riscaldava le strade della città. C’erano pochissime nuvole e le poche assumevano strane forme che l’occhio umano interpretava. Per gli abitanti del paese del Fuoco poteva essere una bellissima giornata. Un occasione per trascorrere del tempo con i propri figli o per gli shinobi la possibilità di compiere missioni in tutta serenità. Invece per coloro che volevano migliorare avevano colto l’occasione per allenarsi. Ma per qualcuno quel tempo poteva creargli solo disagi...

    -Uff… che caldo!-

    Per Asami Hoshiyama non era così bella la giornata. Lei, a differenza di tutti gli altri, non amava il caldo. Durante il periodo della sua infanzia e adolescenza lei, insieme ai suoi genitori, si recava spesso nelle piccole villette della famiglia Hoshiyama a sud del Paese del Fuoco oppure al paese del Thé. Ad accompagnare la famiglia c’erano anche i miglior componenti della servitù. Ma non per divertirsi insieme alla famiglia, bensì per servirli. Infatti per loro non era per niente facile lavorare in località di mare senza poter nemmeno toccare l’acqua rinfrescante della zona. Asami si recava lì dopo aver trascorso l’intero anno a “studiare” e suo padre staccava la spina, non pensando per alcune settimane agli affari. Essendo entrambe zone abbastanza ventilate amava stare al sole, cercando di far prendere un pò di colore alla sua candida e delicata pelle rischiando si scottarsi ogni volta.

    -... NON RESISTO!-

    Questa volta però Asami non si trovava su una spiaggia in riva al mare. Il caldo di Konoha era molto più opprimente rispetto a quello descritto da suo zio Bumi. L’albero all’interno del giardino non riusciva a proteggerla dal caldo. Ciò nonostante cercò di riposarsi un pò. Dormendo, forse, non pensava al caldo che stava investendo il paese del Fuoco in quella stagione. La giovane kunoichi si addormentò sotto quell’albero alle 11.30.

    [...]

    Una strana figura, scesa da un imponente carrozza, iniziò a camminare in direzione della villa. Normalmente superò il cancello che separava la dimora dalla normale strada cittadina e iniziò a gironzolare del giardino. Camminava a passo lento, stando attenta a dove metteva i piedi. Era seguita da altre figure che camminavano molto più velocemente. Alcune portavano anche degli oggetti piuttosto piccoli. Improvvisamente però la sagoma si fermò davanti all’ingresso per poi dirigersi in direzione dell’unico albero presenze in quell’area. Avanzò, sempre lentamente, fino ad arrivare a pochi metri da una ragazza dai capelli rossi. Lei stava dormendo beatamente sotto l’albero ignara delle persone appena sbarcate davanti casa sua. Ma la sua quiete fu subito disturbata da un bastone in legno utilizzato dalla stessa figura che raggiunse l’albero poc'anzi.

    -Uhm…??-

    Pian piano apriva gli occhi cercando di svegliarsi dal lungo riposo. La figura davanti a se inizialmente era abbastanza sfocata. Riuscì a distinguere solo i piedi di questa persona. Aveva indosso delle scarpe eleganti che erano coperta da un lungo vestito di color verde pistacchio. L’abito diventava pomposo dal busto in su, con alcuni inserti in pizzo all’altezza del collo e polsi. La figura man mano diventava sempre più chiara e anche più familiare. Occhi grigi, capelli neri raccolti e labbra sottili. La figura non era molto alta e le sue forme erano generose ma il tutto era perfettamente proporzionato. In più indossava degli orecchini molto costosi che brillavano alla luce del sole. Quando la ragazza riconobbe la sagoma davanti a sè, rimase a bocca e occhi spalancati.

    -M… Mam...ma!?-

    Già. La sagoma dinanzi a lei si trattava di colei che l’aveva generata e l’aveva cresciuta con tutto l’amore che aveva. Una signora distinta, dalla nobile bellezza e dall’animo gentile. Lei due erano molto legate nonostante la scelta di Asami e il suo trasferimento. Da allora le due donne si spedivano lettere quasi ogni mese su vari aggiornamenti. Ma ultimamente la ragazza non aveva mai tempo di scrivere una lettera. Infatti la maggior parte delle volte la genin si trovava in biblioteca, cercando di studiare qualcosa sull’arte medica, o in semplici missioni. Il tempo libero lo utilizzava per poltrire o facendo un giro del villaggio ritrovandosi poi da tutt’altra parte. Ma quel giorno non si aspettava minimamente una visita da parte di sua madre. La donna con gli occhi grigi continuava a guardarla alzando leggermente il sopracciglio sinistro. La diciottenne si alzò di scatto e abbracciò sua mamma, energicamente.

    -Mamma! Da quanto tempo. Scusa se non ti ho scritto ultimamente… il tempo è passato così velocemente! O mio dio! Che sorpresa!-

    -Hai visto che sorpresa! Sono contenta anch’io di rivederti.-

    Le due si staccarono da quel lungo abbraccio. La madre fece alcuni passi all’indietro per poi assumere un espressione pensierosa. Dopodichè il suo volto si trasformò in uno sguardo contrariato. Ma cosa stava guardando?

    -Mmm… no non ci siamo…-

    Iniziò a fissare sua figlia tenendo lo stesso sguardo e scuotendo la testa. Cosa c’era che non andava? Forse non approvava com’era vestita la figlia? Era troppo scoperta per i suoi gusti? La ragazza prima si guardò intorno dopodichè iniziò a guardarsi prima le gambe e, successivamente, le braccia e la pancia. In effetti era abbastanza scoperta ma faceva troppo caldo per restare coperte dalla testa ai piedi. Ma in quelle ore la temperatura si era abbassata. Infatti un vento fresco accarezzava la pelle accaldata della ragazza, non facendogli sentire più quella sensazione di caldo estremo.

    -No…tu sei dimagrita troppo Asami. Non stai mangiando per niente… Dì la verità: zio Bumi non cucina come si deve, vero? Sapevo che mentiva... si dava troppe arie… povera bambina mia! Da quanto tempo non mangi?-

    Prese il viso della ragazza tra le mani e lo portò vicino al suo petto. Ma la ragazza, essendo molto più alta di lei, dovette piegare la schiena in avanti poichè non riuscì a resistere alla forza improvvisa della madre.

    -Mamma! Ma cosa stai dicendo? Zio Bumi cucinadegli ottimi piatti… Anzi a dire la verità ultimamente sto cercando di cucinare anch’io qualcosa.-

    La madre di Asami mollò subito la presa e iniziò a guardare la figlia assumendo un espressione incredula. Nel frattempo la kunoichi guardava la madre facendo un piccolo sorriso fiera di ciò che aveva appena detto.

    -Tu cucini?-

    -Bhé… si… più o meno…però…-

    La donna dai capelli neri iniziò a ridacchiare, mettendo una mano davanti alla bocca e chiudendo leggermente gli occhi.

    -Ahahahahah… Asami… sei proprio divertente.-

    La ragazza mise il broncio distogliendo lo sguardo dalla madre e guardando da tutt’altra parte. La donna, invece, si avvicinò alla ragazza accarezzandogli il braccio. Dopodichè le due iniziarono a dirigersi verso l’entrata della dimora. La servitù nel frattempo andava avanti e indietro facendo lo sempre lo stesso percorso, cioè dalla carrozza alla villa. Alcune di esse avevano numerosi oggetti in mano. Altre invece avevano solo un enorme busta bianca che portavano con molta cura all’interno della villa. Purtroppo quelle buste le conosceva e assunse uno sguardo di disapprovazione.

    -Non mi dire che quelli sono…-

    -Esatto Asami! Yumi mi ha riferito che nel tuo armadio non c’è niente. Così ti ho portato qualche abito…-

    Improvvisamente una ragazza della servitù raggiunse rapidamente le due donne con in mano una busta bianca. Una volta raggiunte le due donne, la porse ad Asami facendo un lieve inchino.

    -Signorina Asami! Questa è per voi. C’è il vostro nome sulla busta. L’ho trovata dinanzi alla porta d’ingresso.-

    -Ok… Grazie!-

    Decise di aprire la busta una volta entrata in casa. Si sedette sul divano e iniziò la leggerla mentalmente. Di fianco a lei c’era la madre che, curiosa del contenuto, aveva iniziato a leggerla. Le reazioni delle due donne furono quasi uguali. Più o meno. La diciottenne non fu per niente felice della missiva. Infatti quella sera stessa doveva prepararsi per una missione. Ma il luogo dell’incontro era più tosto insolito.

    §Perchè in un ristorante lussuoso!? Adesso sono costretta ad indossare uno di quei vestiti scomodi...§

    A quanto pare il mondo del lusso la perseguitava, anche nella sua carriera da shinobi. In più l’incontro era quella sera e la ragazza non aveva voglia di uscire di casa poichè voleva passare un pò di tempo con sua madre. Dall’altra parte la notizia risultava, dal suo punto di vista, positiva. Ultimamente stava partecipando a diverse missioni e anche se non erano molto importanti lei le riteneva tali per fare esperienza. La madre invece non fu contenta per la convocazioni inaspettata della figlia, poichè anche lei voleva passare un pò di tempo con Asami. Però era felice perchè con quella convocazione, in quel lussuoso ristorante, era la prova che avere degli abiti eleganti all’interno del proprio armadio non era una pessima idea.

    §...§

    Le due si guardarono intensamente negli occhi. La ragazza con gli occhi verdi era disperata perchè sapeva a cosa andava incontro, con la presenza della madre e della servitù. La donna con gli occhi grigi invece era quasi eccitata e non vedeva l’ora di dare ordini alla servitù per preparare la sua unica figlia a quell’incontro. Le ragazze che lavoravano per la famiglia Hoshiyama stavano ancora trasferendo i vari oggetti dalla carrozza alla villa. Ma quando la signora Hoshiyama si alzò in piedi e cercò di attirare l’attenzione di tutte battendo le mani (per due volte) la servitù smise immediatamente l’attività che stava svolgendo.

    -Ragazze!-

    Si guardò intorno per osservare l’intera servitù dopodichè puntò i suoi occhi sulla giovane shinobi.

    -Sapete quello che dovete fare… Fortunatamente ho preso quel vestito. Prendetelo!-

    Così la servitù si divise a metà. Una che cercava di trascinare Asami in bagno per prepararsi. L’altra metà invece preparava tutto l’occorrente per abbellire al meglio la ragazza. Alla fine Asami si ritrovò ad indossare un vestito lungo monospalla di colore nero con spacco laterale. Ai piedi però decise di indossare dei sandali bassi impreziositi da alcune pietre preziose. In più indossò gli orecchini in pietra di luna che a volte venivano nascosti dai lunghi capelli mossi. Come d’abitudine, nelle occasioni importanti, truccò la zona degli occhi utilizzando una matita. Si diede l’ultima occhiata allo specchio mentre tutti i componenti della servitù la guardavano fuori dalla stanza. La madre invece era seduta su una sedia guardando con tanta fierezza la sua splendida figlia.

    -Prenderai la carrozza che ti aspetterà fuori al locale una volta che avrai finito.-

    -Ok… Ci vediamo dopo.-

    Un ultimo abbraccio dopodichè la ragazza si avviò verso la carrozza, seguita a ruota dalla madre che si fermò sulla soglia della porta d’ingresso.

    -Mi raccomando: mangia!-

    -Mamma…-

    La sua voce era bassa per l’imbarazzo e il suo viso divenne un pò colorito mentre entrava all’interno della carrozza. Dopodichè il cocchiere della famiglia Hoshiyama diede il via ai cavalli che sfrecciarono lungo le vie della città. La ragazza riusciva a vedere al di fuori del mezzo grazie a una piccola finestrella. Da questa poteva vedere perfettamente il cielo, che ormai era diventato di una tonalità blu notte anche se presentava alcune aree più chiare, per via del tramonto appena terminato. La carrozza viaggiava a velocità moderata cercando di non colpire le varie persone che ostacolavano la sua corsa. Ma quando la gente aumentò i cavalli diminuirono il passo, per non creare qualche incidente. Quando arrivò davanti al ristorante la ragazza dai capelli rossi scese dal mezzo, aiutata tempestivamente dal cocchiere. Davanti al ristorante c’era un giovane uomo abbastanza alto e dai capelli corti e biondi. Quando Asami si avvicinò il ragazzo ripose tutta l’attenzione su di lei per poi guardarla negli occhi.

    -Buonasera. Io sono Asami Hoshiyama, genin del villaggio della foglia.-

    Portò con sè la lettera dell’Accademia. Così la consegnò al cameriere con la mano destra. Dopodichè guardò l’uomo di fronte a se con aria serena.

    -Devo incontrare il richiedente della missione proprio in questo ristorante.-

    Il cameriere lesse la lettera mentalmente per poi sfogliare un piccolo libretto. Molto probabilmente stava controllando se il nome era segnato in lista. Fortunatamente c’era poichè, successivamente, il cameriere accompagnò la ragazza all’interno del locale. Asami conosceva quel locale solo perchè ultimamente suo zio si recava spesso in questo posto per incontri importanti. Lo zio Bumi una volta aveva descritto il locale ad Asami, con numerosi elementi dal grande valore e dall’ambiente piuttosto intimo e raffinato. Ed una volta entrata all’interno del ristorante potè confermare le parole del parente. Lampadari sfarzosi, sedie eleganti dal colore bianco panna, le pareti, del medesimo colore delle sedie, che avevano dei motivi floreali dal colore verde chiaro. I tavoli erano abbastanza grandi di forma ovale sparsi per il locale in modo da creare degli spazi così da far passare gli eventuali clienti. Le persone all’interno del locale erano anch’esse vestite in modo elegante e mangiavano piatti dalla preparazione più raffinata. Alcune di esse, soprattutto uomini, osservarono la ragazza dal lungo vestito nero con curiosità per poi concentrarsi di nuovo sul cibo. La genin dal canto suo si guardava intorno per individuare la persona che aveva bisogno del suo aiuto per questa missione improvvisa. Non sapeva se era una donna o un uomo ma conosceva soltanto l’oggetto della missione, cioè di protezione e scorta. Improvvisamente il cameriere si fermò davanti a un tavolo.

    §Ecco!§

    Anche la ragazza, con tutta la sua eleganza, si fermò osservando l’uomo che aveva chiesto di lei. Poteva avere circa 50 anni e aveva lunghi capelli e neri e la barba del medesimo colore. Non era vestito in modo elegante ma aveva numerosi gioielli preziosi. Fece un sorrise quando vide quel particolare. Infatti anche la madre era così: non usciva di casa se non aveva indosso uno o più gioielli. Nonostante i numerosi gioielli, per Asami l’uomo non aveva per niente l’aspetto di un ricco commerciante. Forse perchè aveva come esempio suo padre. Ma forse tra i due c’era un enorme differenza: suo padre era nato già con i numerosi privilegi che una famiglia nobile e già avviata nel mercato poteva offrire, l’uomo di fronte a se evidentemente per guadagnare tutta la ricchezza che possedeva aveva dovuto faticare per raggiungere tutti gli obbiettivi. Anche perchè se aveva deciso di incontrare la kunoichi in quel lussuoso ristorante vuol dire che di denaro ne aveva anche troppo. Nel frattempo l’uomo aveva chiesto al cameriere di portare un tovagliolo. La ragazza osservò l’uomo per un pò prima di accomodarsi alla sedia, accavallando le gambe. Pochi secondi dopo arrivò il cameriere che consegnò, oltre al tovagliolo, anche i menù e del pane. Il cinquantenne cominciò subito a strafogarsi con il pane e contemporaneamente a ringraziare il cameriere.

    -Grazie pinguino-

    -Eh??-

    §...pinguino!?§

    La ragazza osservò il giovane lavoratore mentre si allontanò dal tavolo e iniziò a prendere delle ordinazioni ad un altro tavolo poco distante. Ma improvvisamente venne distratta dalla voce del richiedente della missione.

    -Allora tu devi essere Asami-chan. Molto bene, molto bene. Io sono Tatehiko Kurogane, molto piacere.-

    Porse la sua mano, piena di anelli, verso la ragazza. Asami, mentre porgeva la sua mano allungata, fece un piccolo, e forse anche falso, sorriso e strinse leggermente la mano dell’uomo.
    Aveva già sentito il nome di quell’uomo. Infatti il padre parlava spesso di economia e politica durante i pasti ma soprattutto durante le riunioni di famiglia. Infatti la famiglia Hoshiyama, sentendo i vari discorsi, cercava di eliminare la concorrenza offrendo qualsiasi prodotto. E molte volte riusciva nell’impresa festeggiando ogni volta i diversi successi. La famiglia Hoshiyama non era mai in crisi. Durante le riunioni sentiva diversi nomi e tra questi c’era anche quello di Tatehiko Kurogane, cioè il suo mandante. In realtà Asami non sapeva di cosa si occupava l’uomo visto che non s’interessava dell’economia. Purtroppo non era esperta riguardo all’economia. Lasciò la mano del cinquantenne che iniziò a introdurre la missione alla genin.

    -Sei qui perché domani mia figlia arriverà qui a Konoha, dove passerà una notte in una locanda di tua scelta, prima di ripartire assieme a te di nascosto per il villaggio di Oto. La tua missione è quella di farle da scorta, da guida, da amica, da confidente, da suo scendiletto se lei così desidera. Ho deciso di chiedere di te esplicitatamente. Sei una ragazza giovane e carina, proprio come mia figlia, per cui sono sicuro che abbiate gli stessi gusti ed andrete d'accordo. Ho anche sentito parlare della tua famiglia, per cui so che hai avuto una buona educazione, esattamente come la mia Miyako…-

    Anche se Asami aveva avuto una buona educazione fin dalla nascita, lei non amava particolarmente quel tipo di comportamento. Durante i suoi mesi a Konoha aveva sempre dato del “tu” ai suoi coetanei e non solo, cosa che prima non accadeva. Solo in casi importanti o di estrema necessità utilizzava quei suoi bei modi cordiali che gli avevano insegnato fin dalla prima volta che aveva pronunciato la prima parola. Nonostante ciò volle far presente questa sua caratteristica al richiedente della missione.

    -Bhè... si ho avuto una buona educazione... questo è vero. Ma io non amo particolarmente quel tipo di atteggiamento... troppa cordialità non fa per me. Spero che sua figlia accetterà il mio modo di fare…-

    Dopo queste parole arrivò il cameriere chiedendo ai due cosa preferivano da mangiare. Tatehiko ordinò il piatto più costoso, dell’altro pane e un litro di birra. Ora toccava il turno di Asami ma non aveva ancora controllato ancora il menù

    -Ehm… un attimo… sto controllando… vediamo. Mmm… io prendo il carpaccio di salmone affumicato… come contorno... dell’insalata. E infine del vino bianco.-

    Gli porse un sorriso mentre consegnava il menù al cameriere o pinguino, come lo chiamava il cinquantenne. Prima di mangiare di nuovo tutto il pane, ne offrì un pezzo ad Asami che accettò ma che mise da parte per dopo.

    -Allora, la missione mi pare abbastanza chiara no? Ci sono solo due piccoli inconvenienti: il primo è che mia figlia è paraplegica dalla nascita. Pertanto dovrai aiutarla spingendola sulla sua sedia a rotelle e magari cerca di non farglielo pesare. Il secondo è quel dannato Shinichi Kurogane.-

    In quel momento afferrò quattro fette di pane e quasi con rabbia le mangiò tutte assieme. Asami si sentiva un pò a disagio e non sapeva come calmare il mandante.

    -Ehmm… Chi è? Vi ha già creato problemi in passato?-

    -Quello stronzo è l'ex-ragazzo di mia figlia. L'ha sedotta cercando di accaparrarsi la mia fortuna ma fortunatamente la mia piccola Miyako era troppo sveglia per quell'idiota e l'ha lasciato. L'unico problema è che quel bastardo è un ninja ed ha cominciato a seguire mia figlia, a stalkerarla! Se a Sunagakure posso contare sulla guardia cittadina per avere un occhio di riguardo non posso avere la stessa sicurezza a Konoha. Quel bastardo è pur sempre un ninja accademico, mica posso vietargli di entrare al villaggio! Ed è qui che entri in gioco tu Asami: dovrai proteggere mia figlia dalle molestie di questo stalker. Non farti ingannare dal suo aspetto, è una vera volpe disposta a tutto pur di irretire nuovamente mia figlia! E sta attenta anche tu! Ha la faccia da pesce lesso ma è pur sempre un ninja!-

    Perchè mai Asami doveva stare attenta a quest’individuo? Era così bello da poter stregare anche la ragazza dai capelli rossi? E che trucchetti aveva utilizzato per conquistare la figlia dell’uomo? Avrebbe provato a sedurre anche Asami? A distrarla dai suoi pensieri fu proprio Tatehiko mostrandogli la foto dello stalker. E quando la vide rimase senza parole e con gli occhi spalancati dritti sulla foto.

    §!§

    Senza ombra di dubbio era un bellissimo ragazzo. Dalla foto Asami poteva notare una carnagione piuttosto scura, capelli neri che arrivavano sopra le spalle e due occhi magnetici. Infatti fu la prima cosa che notò. Forse il ninja non aveva avuto bisogno di qualche Genjutsu per conquistare il cuore di Miyako poichè già il suo aspetto aiutava tantissimo.

    §Però… la ragazza ha buon gusto…§

    Ma se la figlia di Tatehiko aveva scoperto che in realtà Shinichi voleva restare con la ragazza solo per i soldi allora andava fermato a tutti i costi. Nel frattempo la serata continuò con l’arrivo di una barca di legno con sushi e sashimi. Subito dopo un altro cameriere portò i piatti ordinati dalla ragazza dal vestito nero e il vino che venne versato subito nel bicchiere. Ogni tanto Tatehiko si lamentava della mancanza di sale all’interno del pasto. Asami, che finì di mangiare l’insalata con il carpaccio di salmone, nel frattempo gli vennero in mente alcune domande da porre al mandante.

    -Per la locanda, le spese saranno a mio carico?-

    Aveva in mano il bicchiere con all’interno un altro pò di vino. Girò il bicchiere cercando di muovere la bevanda alcolica al suo interno per poi farne un sorso. Dopodichè guardò di nuovo l’uomo tenendo in mano sempre il bicchiere, ormai vuoto.

    -La mia è semplice curiosità… Sono così ricca che la mia famiglia potrebbe sfamare di sicuro mezza Konoha… quindi per me non sono di certo un problema… è solo per regolarmi con i soldi che dovrò portare domani.-

    Fece un piccolo sorriso mostrando tutta la sua gentilezza, posando il bicchiere sul tavolo e aspettando un eventuale risposta del cinquantenne.

    [...]

    -Allora Asami-chan. Se lo vuoi il lavoro è tuo. TI prego, proteggi la mia bambina da quel mostro orribile!-

    -Può contare su di me, può stare tranquillo.-

    Tatehiko scoppiò dalla felicità non appena la ragazza accettò l’incarico. Quando uscirono entrambi dal locale l’uomo congedò Asami raccomandandola di riposarsi e che domani mattina faceva mandare qualcuno a casa sua per raggiungere sua figlia. Non appena i due si allontanarono dal locale, la ragazza raggiunse subito la carrozza che rimase lì per tutta la durata della cena. Infatti il cocchiere in quel momento stava fumando una sigaretta che spense immediatamente non appena vide la ragazza. Asami dal canto suo non vedeva l’ora di salire sulla carrozza dato che la temperatura era scesa di parecchi gradi. Infatti l’interno della carrozza era molto più caldo rispetto l’esterno. Forse stava per arrivare un temporale.

    -Allora signorina Hoshiyama… Come è andata la serata?-

    La carrozza iniziò a sfrecciare a grande velocità per le vie di Konoha. A quell’ora stranamente non c’era nessuno.Forse per il brusco calo di temperatutura. Ma Asami in quel momento stava ripensando di nuovo all’intera serata: l’incontro con il semplice ma ricco Tatehiko Kurogane, l’introduzione della missione, la foto di quel ninja e, soprattutto, il modo di mangiare dell’uomo. Ma tutto sommato il cibo che aveva ordinato era molto buono così come il vino.

    -Piuttosto bene!-

    Una volta arrivata a casa vide tutte le luci spente. Evidentemente la madre già stava dormendo. Così raggiunse la sua cameretta e si accomodò su una sedia, avanti alla scrivania con piccolo specchio. Inizialmente si guardò in esso per poi liberarsi pian piano del trucco e degli orecchini. Sperava tanto che sua figlia non fosse come lui. Allo stesso tempo però non voleva nemmeno una persona troppo aristocratica visto che anche lei, come Asami, aveva ricevuto una rigida educazione. La genin appoggiò la testa sulla scrivania, creando nella sua mente una possibile immagine della ragazza che avrebbe protetto il giorno dopo. Dopodichè chiuse gli occhi mentre un lampo illuminò la camera e quindi anche se stessa, solo però in un momento.

    §Speriamo bene...§


    [...]

    Un nuovo giorno era giunto nella città di Konoha che era stata investita da un tremendo temprale la notte prima. Quella mattina il cielo si presentava con diverse nuvole grigie e bianche che per la maggior parte del tempo passavano davanti al sole, oscurando per alcuni attimi l’intera città. La giornata rispetto al giorno precedente non era per niente calda, anzi era ottima per una missione di quel tipo. Come il suo solito Asami indossava il coprifronte della foglia al collo, dei pantaloncini corti color blu, stivali ninja con un piccolissimo tacco, una gonna aperta color marrone chiaro per abbellire lo stile, una maglietta aderente che arrivava poco sotto al seno, lasciando scoperta il suo addome piatto e mettendo in evidenzia le sue forme femminili, dal colore rosso con la manica destra molto più corta rispetto a quella sinistra e l’equipaggiamento ninja, composto da guanti, un marsupio a una tasca posizionato sulla gamba destra contenente piccole armi e uno specchietto in metallo. All’interno del marsupio aveva anche un bel pò di soldi. Magari potevano servire durante la giornata sia per lei che per Miyako. La genin aveva già fatto colazione e adesso stava con la madre seduta in giardino, aspettando l’arrivo dell’accompagnatore di Miyako. Nel frattempo sua mamma stava bevendo un thè caldo preparato da una delle numerose cameriere che seguirono la signora Hoshiyama il giorno prima.

    -Non capisco... perchè hai portato tutta questa servitù? La casa è piccola non c’è bisogno di un esercito per pulirla…-

    -Perchè dovevo portare tutti i tuoi abiti qui a Konoha… non potevo mica portarli io?-

    All’improvviso le due donne furono interrotte da una della servitù, specificando che cercavano la ragazza dai capelli rossi. Così la ragazza salutò sua madre con un abbracciò dopodichè raggiunse la porta d’ingresso, percorrendo il salotto fino ad arrivare alla porta d’ingresso. Una volta arrivata un’altra ragazza della servitù che rimase davanti alla porta per far compagnia l’ospite se ne andò lasciando l’accompagnatore ed Asami da soli.

    -Asami-sama, il mio nome è Eichiro e sono qui per accompagnarvi da Miyako-sama.-

    La ragazza annuì con la testa per poi seguire il giovane chiudendo la porta e seguendolo restando al suo fianco.
    L’accompagnatore era molto giovane. Ma nelle ricche famiglie con una servitù forse questo era una condizione normalissima. Anche nella famiglia Hoshiyama c’erano parecchi adolescenti pronti a servire i padroni di casa. Ma la maggior parte di questi era costretta. Non avendo una famiglia perchè orfani o cercando un lavoro per aiutare i parenti in difficoltà economica trovavano lavoro in quella casa. Infatti colui che si presentò davanti casa sua poteva avere al massimo quindici anni. Nonostante ciò eseguì perfettamente il suo lavoro anche se la ragazza non fu molto contenta. Con lei purtroppo si comportò in maniera troppo educata e questo la genin non lo sopportava.

    -Eichiro… io sono Asami Hoshiyama… anche se in realtà sai già chi sono. Comunque non c’è bisogno di usare così tanta cortesia con me… anche perchè abbiamo più o meno la stessa età. Non ho mica cent’anni… Ahahahahah!-

    Finì l’ultima frase con un tono divertito e dando due pacche sulla spalla destra del giovane. Durante il percorso Eichiro spiegò alla ragazza che la figlia di Tatehiko non sapeva nulla dell’arrivo di Shinichi. In più la ragazza non si era ripresa della rottura con il ninja poichè la scelta in realtà era stata presa dal padre e da tutto il clan Kurogane. Pochi minuti dopo arrivarono al luogo dell’incontro dove la diciottenne riusciva a vedere da lontano la ragazza sulla sedia a rotelle. Così Asami si avvicinò il prima possibile alla ragazza. Era totalmente diversa dal padre. La sua bellezza e il suo vestiario sottolineavano la ricchezza e l’eleganza che possedeva la giovane ragazza. A quanto pare anche la ragazza, in termini di bellezza non scherzava e forse anche questo fattore, oltre a quello dei soldi, era diventato, per Shinichi, un motivo valido per sedurre la giovane. Quando la kunoichi era abbastanza vicina fece un caloroso sorriso.

    -Ciao Miyako, io sono Asami Hoshiyama.-

    -Buongiorno Asami-san, io sono Miyako Kurogane ed è un vero piacere conoscerla. Sono molto ansiosa di vedere il prestigioso villaggio della foglia. E' la prima volta che vengo qui, anche se mi hanno parlato molto di Konohagakure. Ditemi, da dove cominciamo?-

    Nonostante la sua cordialità era emozionata di visitare la città di Konoha come una ragazzina. Lo si capiva dalla voce. La ragazza dai capelli rossi la guardò dritta negli occhi, mostrandogli un caloroso sorriso. Ma dove poteva portarla? C’erano molti posti da visitare… anche se il problema era un altro. Infatti la kunoichi spesse volte si perdeva per le strade di Konoha.

    -Ahahahahah… vedrai sarà una città splendida… tu non preoccuparti di nulla. Konoha è una città molto grande… tant’e vero che alcune volte mi perdo anch’io. Ahahahaha!-

    Velocemente si posizionò dietro le spalle della giovane ragazza prendendo i manici della sedia a rotelle. Dopodichè iniziò a spingerla.

    -Si parte!... Ah… Dimenticavo! Puoi anche darmi del “tu”, non c’è bisogno di tutta questa cortesia.-

    E così per i due iniziò il giro turistico della città più famosa del paese del Fuoco in compagnia di Asami. La ragazza sperava tanto di non perdersi ma sapeva che era impossibile. Così iniziò ad incamminarsi tra le strade di Konoha, incontrando numerose persone. Molti bambini correvano per le strade forse in ritardo per l’inizio delle lezioni in accademia. Già l’accademia
    poteva essere la prima prima struttura da visitare. Forse non era molto interessante per Miyako ma non sapeva cosa fargli vedere. In più tutte le volte che usciva di casa per fare un giro del villaggio finiva sempre per perdersi. Quei bambini potevano aiutarla a non perdersi. Così iniziò a seguirli a passo moderato per non perderli di vista. Fortunatamente la giornata era piuttosto fresca anche se il villaggio della foglia aveva un suo fascino soprattutto quando era illuminato dal sole.

    -Rispetto a ieri, oggi è una fresca e bella giornata per fare un giro… anche senza il sole. Miyako a te piace il caldo o il freddo?-

    Aspettò un eventuale risposta della ragazza mentre nel frattempo svoltò a sinistra, incamminandosi in una strada stretta e non illuminata dal sole. Voleva creare un dialogo con lei anche perchè lo stesso Tatehiko aveva chiesto alla genin di assumere con lei anche un atteggiamento d’amica e confidente. Ma Asami era anche curiosa di conoscere questa ragazza, per questo motivo era così tanto amichevole con lei. Dopo l’eventuale risposta della giovane, continuò a parlare.

    -A me invece piace il freddo… Con il caldo mi sento senza forze…-

    Una volta percorso l’intero vicolo, i tre si ritrovarono a pochi metri dall’Accademia. La genin ricordava quella zona e in più c’erano numerosi ragazzini davanti alla struttura.

    -Ecco… questa è l’Accademia. In questa struttura s’imparano le varie nozioni sul mondo ninja...-

    Sorrise dopo aver pronunciato le ultime parole. Ricordava il tempo passato all’interno di essa. E l’ultima volta che trovava all’interno di essa era per la cerimonia di premiazione e la
    consegna dei coprifronti. Dopodichè si girò intorno con sguardo interrogativo.

    §E adesso dove andiamo...?§

    La paura di sbagliare strada la tormentava in continuazione ma non poteva starsene davanti all’Accademia per tutto il giorno. Così prese una strada a caso tenendo sott’occhio sia la ragazza che il suo servitore. Per un attimo passò per una strada molto affollata ma cambiò subito direzione poichè camminare era impossibile. La strada che aveva preso era molto più tranquilla e ampia. Da lontano si poteva vedere un’enorme struttura di legno. Alle spalle di questa c’erano i vari volti dell’Hokage scolpiti nella roccia. Solo dopo averli visti aveva capito a cosa stavano andando incontro i tre giovani.

    -Questo è il Palazzo Amministrativo. Qui ci sono vari uffici… ma il più importante è sicuramente quello dell’Hokage.-

    Dopodichè fece alcuni passi all’indietro, tenendo tra le mani la sedia a rotelle, per osservare meglio i volti dei Kage della foglia scolpiti direttamente nella roccia.

    -E questi invece sono i famosi volti dei Kage. Visto che spettacolo?-

    Fece ammirare ai due stranieri ancora per altri minuti i dieci volti scolpiti nella roccia per poi lasciare quel luogo e facendo solamente un giro del villaggio. La visitatrice e il suo servitore potevano ammirare ancora le numerose persone che animavano la strada. Ai lati c’erano parecchi negozi e ristoranti che offrivano prodotti locali del villaggio e del Paese del Fuoco.

    -Allora Miyako come ti è sembra la città? Ti piace?... Io lo trovata splendida la prima volta che sono venuta… io in realtà mi sono trasferita a Konoha parecchi mesi fa per intraprendere la carriera da shinobi… E adesso abito qui a Konoha, nella zona est della città… Comunque Konoha è una città grandissima… i primi tempi non sapevo orientarmi… ora me la cavo… più o meno… Ahahahaha! Comunque se vuoi provare qualche piatto tipico non esitare a dirmelo… Offro io! Questo vale anche per te Eichiro! Non farti nessun problema!-

    Disse con tono gentile e, contemporaneamente, diede una pacca sulla spalla sinistra di Eichiro. E da quel momento in poi la ragazza dagli occhi verdi avrebbe esaudito ogni richiesta di Miyako e del suo servitore.

    Edited by Zakira - 6/10/2021, 12:11
     
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    Una richiesta di famiglia

    Post Secondo - Accompagnatrice anti-stalker




    Ruttando Tatehiko rispose alla Kunoichi che, ovviamente, si sarebbe incaricato lui di tutte le spese. Non ci sarebbe stato bisogno per lei di tirar fuori un centesimo anche perché Miyako avrebbe avuto con se un discreto gruzzoletto. Una consolazione per Asami, probabilmente, e un ulteriore conferma che al mandante di quella missione non importava granché di spendere denaro.

    [...]

    Una volta riunitasi con Miyako la giovane erede di Tatehiko avrebbe congedato il servitore, consegnandogli un piccolo ma pesante sacchetto.

    Lasciaci sole, Eichiro. Voglio che sia una giornata tra ragazze. Non ti preoccupare per me, Asami mi proteggerà. E vedi di non spenderli tutti in bagordi, che tua sorella ha bisogno di quelle cure disse Miyako al servitore sorridendo.

    Grazie Miyako-sama. Com'è buona! replicò Eichiro piangendo dalla gioia

    Su, su. Non mi costa niente. I kami mi hanno dato un dono ed è giusto che per quanto possibile io lo usi per aiutare gli altri.

    Il ragazzo si prostrò ai suoi piedi baciandoglieli e ringraziandola ancora

    Ehi! Non serve mica che fai così! Su, vai ora. Ed attento ai borseggiatori!

    Com'era facilmente intuibile quel sacchetto doveva essere stato pieno di denaro che con assoluta noncuranza Miyako aveva dato al servitore, pur di essere lasciata sola con Asami.

    -Si parte!... Ah… Dimenticavo! Puoi anche darmi del “tu”, non c’è bisogno di tutta questa cortesia.-

    Ah ah ah, ne sono contenta Asami-chan. Certe volte è difficile riuscire ad essere educata con gli estranei quando sei abituata a stare in casa da sola.

    Miyako era letteralmente incantata da tutto, persino dallo stile delle case così diverso da quello di Suna. Si mise anche a descriverle come nel villaggio della sabbia la maggior parte delle abitazioni, per disperdere il calore, fossero simili a dei cubi bianchi e che solo nelle zone più ricche ci si poteva permettere una struttura più classica, normale invece nel villaggio della foglia.

    -Rispetto a ieri, oggi è una fresca e bella giornata per fare un giro… anche senza il sole. Miyako a te piace il caldo o il freddo?-

    Beh è una domanda un po' difficile. A Suna fa sempre caldissimo durante il giorno, ma proprio un caldo infernale, mentre di notte fa un freddo glaciale. Per cui sono abituata a tutti gli estremi. Preferisco gli ambienti temperati però, si sta molto bene qui oggi non trovi? Almeno non si suda, ah ah ah le rispose la principessa dorata ridendo

    -A me invece piace il freddo… Con il caldo mi sento senza forze…-

    Davvero? E io che volevo invitarti a Suna per ricambiare il favore. Oh beh, vorrà dire che dovrò venirti a trovare più spesso, se vorrai ovviamente. abituata ad ottenere sempre quello che voleva stava quasi per autoinvitarsi nella vita di Asami, prima di aggiungere quell'ultima specifica.

    Ben presto raggiunsero l'Accademia Ninja di Konoha, dove venivano insegnanti i fondamenti dell'arte del ninjitsu.

    -Ecco… questa è l’Accademia. In questa struttura s’imparano le varie nozioni sul mondo ninja...-

    Uao! Non avevo mai visto un'accademia. Sai... contnuò sussurrando non dirlo a mio padre ma anch'io ho ricevuto qualche insegnamento ninja, in privato ovviamente

    Non avrebbe aggiunto altro per il momento ma, se Asami si fosse dimostrata curiosa a riguardo le avrebbe rivelato che un suo amico le aveva insegnato le arti ninja, dato che era preoccupato per la sua sicurezza.

    Ovviamente sono stata un'ottima allieva! Anche se ho preferito dedicarmi alle arti mediche. Sai, gli uomini sono così stupidi da ferirsi continuamente e non si curano mai decentemente. Dovresti vederlo quello! Ha un bel viso, ma sotto la maglia è completamente sfigurato dalle cicatrici!

    Ci volle qualche istante prima di capire le ramificazioni di quello che aveva detto

    Non pensare a cose strane eh! Cosa vuoi, allenarsi a Suna, col caldo... risultava molto poco convincente ed Asami avrebbe probabilmente fatto 2+2, prima di proseguire il tragitto.

    Se anche Miyako si fosse accorta dei problemi di orientamento di Asami non lo diede a vedere, per quel che ne sapeva lei era una perfetta guida.

    -Questo è il Palazzo Amministrativo. Qui ci sono vari uffici… ma il più importante è sicuramente quello dell’Hokage.-

    Uao! L'Hokage! Dev'essere uno shinobi molto forte, ed impegnato. Di, l'hai mai visto? chiese curiosa Miyako prima di essere messa faccia a faccia con i volti degli Hokage

    -E questi invece sono i famosi volti dei Kage. Visto che spettacolo?-

    Fantastico! A Suna non abbiamo niente del genere! Mi hanno detto che abbiamo delle statue all'interno della nostra amministrazione ma non le ho mai viste. Certo, ho visto delle foto, ma non rendono molta giustizia, capisci vero Asami?

    Miyako avrebbe accolto con piacere l'offerta della ragazza, ma avrebbe insistito per essere lei a pagare.

    Ti assicuro, non è un disturbo. Piuttosto comprati un bel paio di scarpe! Non che quelle che hai siano brutte eh, cioé, beh si insomma. Hai capito. Andiamo a mangiare qualche piatto tipico!

    Sarebbero quindi andate a mangiare in un luogo a scelta di Asami. Durante il pasto, che Miyako avrebbe comunque trovato buonissimo, avrebbe bevuto qualche bicchiere di alcool e, persi un po' di freni inibitori, avrebbe chiesto ad Asami qualcosa sulla sua famiglia e, se Asami le avesse chiesto qualcosa a sua volta, le avrebbe rivelato che sua madre era morta di parto e che, beh, suo padre lo aveva conosciuto.

    A volte mio padre è un po' burbero, scorbutico e non è un gran modello ma, in fondo in fondo mi vuole bene e so che vuole il meglio per me. Anche se... certe volte vorrei essere più forte e ribellarmi un po'. Sai, con la scusa di proteggermi ha dovuto fare delle brutte cose. E anch'io, per assecondarlo, ho dovuto mentire. Non è una cosa di cui vado fiera, però... uff terminò la frase con un sospiro, non trovando le parole per continuare il discorso.

    Se Asami le avesse parlato della sua famiglia e se avesse accennato alla presenza di sua madre...

    Cosa?! Mi spiace tantissimo Asami! Se l'avessi saputo! disse lei facendo un inchino, pur seduta sulla sedia a rotelle. Andiamo subito da lei! Così potrai portare avanti la tua missione e passare del tempo con lei! Se per te non è un problema, intendo. in realtà si capiva benissimo che era solo molto curiosa di conoscere una vera e propria "mamma", come lei non aveva mai avuto.

    Non avrebbe insistito, ma si capiva benissimo che se Asami l'avesse accontentata questo l'avrebbe resa più felice di dieci giri per Konoha.



    CITAZIONE
    OT

    Eh, niente... a te decidere come vuoi proseguire :D

    Per ora di Shinichi nemmeno l'ombra, ma puoi tranquillamente provare a chiedere informazioni a Miyako, se lo desideri

     
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    Quel giorno Asami Hoshiyama fu incaricata dall’accademia per una missione. Il compito della kunoichi della foglia consisteva nel proteggere Miyako, una ragazza originaria del paese del Vento, per conto di suo padre, Tatehiko Kurogane. La diciottenne fu accompagnata da Eichiro che, prima di arrivare a destinazione, le disse di non menzionare nè un eventuale arrivo di Shinichi nè del coinvolgimento di suo padre. Una volta arrivata alle mura del villaggio, la genin riuscì a riconoscere subito la ragazza dalle nobili origini. Così per le due iniziò il tour turistico di Konoha poichè Eichiro fu lasciato libero dalla ragazza. Inoltre gli fu consegnato anche un piccolo sacchetto. Il servo, riconoscente del gesto della sua padrona, iniziò a bacargli i piedi. In un primo momento Asami rimase allibita dal quel suo comportamento per poi assumere un espressione divertita, ridendo quasi sotto ai baffi. Non aveva mai visto nessuno della sua servitù comportarsi in maniera così buffa. Forse perchè sia i suoi genitori che la Governante, ciò colei che dirigeva l’intera servitù, avevano proibito un simile comportamento. Quando la kunoichi disse alla ragazza che poteva esprimersi anche senza tutte quelle cordialità, quest’ultima ne fu contenta. Purtroppo chi nasceva in un ambiente nobile era assai difficile sia parlare in modo informale sia avere contatti con persone al di fuori della casa abitata. E se quest’ultima cosa succedeva il modo era puramente formale. Ed Asami lo sapeva bene. Tra riunioni di famiglia e rapporto con i suoi genitori (più con il padre che con la madre), l’unico momento che trovava per esprimersi come voleva avveniva solo tra gli esponenti della servitù. Questo fino alla sua ribellione contro il padre. Infatti anche con la madre utilizzava un modo più confidenziale mentre con il padre, da quella volta, non aveva più avuto modo d’incontrarlo.

    §...§

    Fortunatamente il clima, favorevole per una passeggiata, riuscì a soddisfare anche la ragazza proveniente da Suna, dichiarando che nella città più importante del Paese del Vento, le temperature erano altissime durante il giorno e molto fredde durante la notte. Una temperatura completamente differente da Konoha che offriva, in giornate come quella, una temperatura piuttosto mite. E quando Asami disse di amare il freddo, la nobile ragazza ammise di voler invitare la kunoichi nella sua città, per poi cambiare idea e invitarsi direttamente a Konoha. Eppure la ragazza dai capelli rossi non visitò una città in tutta la sua vita. Infatti il padre non la portava mai al di fuori della sua villa. Si allontanava dalla sua dimora eccezionalmente per le vacanze estive.

    -Bhe... un giretto potrei farmelo… anche perchè non ho mai visitato Suna.-

    Suna era così tanto diversa da Konoha? Quanto persone ci abitavano all’interno della città del paese del Vento? E le case? Com’erano? Com’erano le strade? Qual era il prodotto principale del paese? I ricchi mercati con quali merci avevano a che fare? Per lei Suna, come il Paese del Vento, era un mistero. E la genin non vedeva l’ora di scoprire le meraviglie che poteva offrire quel posto.

    §Un buon motivo per vedere altri posti...§

    Nonostante ciò rimase colpita dalla volontà della ragazza di ritornare di nuovo a Konoha solo per incontrare la genin. Continuando a camminare la ragazza dagli occhi verdi fece un piccolo sorriso dopodichè proferì parola.

    -Comunque... se vuoi venirmi a trovare, non farti nessun problema!-

    [...]

    Le due ragazze erano arrivate davanti all’Accademia ninja, dove numerosi ragazzini si apprestavano a raggiungerla. La ragazza dai capelli rossi iniziò a guardare l’immensa struttura interamente in legno. Quando arrivò a Konoha l’Accademia fu la sua unica ossessione. Per tanti anni aveva studiato, all’interno della sua villa, le varie nozioni sul chakra, capendone ben poco. In più l’idea di studiare di nascosto, senza farsi scoprire dal padre, comportava per lei uno stress psicologico non da niente. Forse per questa ragione non riusciva a memorizzare per niente ciò che apprendeva in villa. Ma in Accademia fu completamente diverso. Non aveva bisogno di nascondere i vari libri da nessuno poichè suo zio era ben contento di vedere la ragazza impegnata a realizzare i suoi sogni.

    -Uao! Non avevo mai visto un'accademia. Sai…-

    Improvvisamente la ragazza diminuì il tono della sua voce. Asami avvicinò la testa vicino a quella della ragazza per captare quel segreto dalla massima importanza.

    -non dirlo a mio padre ma anch'io ho ricevuto qualche insegnamento ninja, in privato ovviamente-

    -COSAA??-

    La sua voce era piuttosto alta tanto da attirare l’attenzione di alcuni ragazzini, solo però per alcuni secondi. La storia di Asami e di Miyako erano piuttosto simili. Non solo avevano la stessa posizione sociale ma avevano entrambe studiato le arti ninja. Con un’unica differenza. La ragazza dai capelli rossi utilizzò solo dei libri, senza l’aiuto di nessuno. Invece Miyako fu aiutata. Ma da chi? Ma chi gli aveva insegnato tutto ciò? E come aveva fatto a non farsi scoprire? La ragazza rimase ad occhi aperti puntando i suoi dal colore verde smeraldo su quelli di Miyako. Il suo sguardo fu ancora più intenso desiderosa di scoprire qualcosa di più. Miyako, molto probabilmente, notando la curiosità della genin rilevò che le arti ninja gli furono insegnate da un suo amico.

    -Ovviamente sono stata un'ottima allieva! Anche se ho preferito dedicarmi alle arti mediche. Sai, gli uomini sono così stupidi da ferirsi continuamente e non si curano mai decentemente. Dovresti vederlo quello! Ha un bel viso, ma sotto la maglia è completamente sfigurato dalle cicatrici!-

    Ninja e un bel viso. E se la ragazza teneva così tanto alla vita di quest’uomo, quest’ultimo non poteva essere che non altro Shinichi. Infatti nonostante la loro rottura, voluta dalla famiglia, lei lo amava ancora. E per menzionarlo in un discorso simile vuol dire che pensava ancora a lui, costantemente. Molto probabilmente voleva ancora ringraziarlo per tutto ciò che aveva fatto per lei. Ma quello di Shinichi era vero amore? Anche lui provava lo stesso sentimento di Miyako? Oppure, come disse Tateicho Kurogane, era solo interessato solo ai soldi?

    §...Shinichi...§

    La kunoichi aveva lo sguardo perso nel vuoto e restando tra i suoi pensieri. Non riuscì a capire nemmeno ciò che disse Miyako tanto da assumere un espressione neutra, prima di di ripartire e raggiungere il Palazzo Amministrativo. Ma la genin iniziò a guardarsi intorno, sperando di non essere notata dal ragazza. Era così concentrata sul giro turistico di Konoha che aveva quasi dimenticato che Shinichi poteva saltare fuori in qualunque momento. Fortunatamente non ci fu traccia del ninja dai capelli corvini e la ragazza potè mostrargli l’esterno dell’imponente edificio. Miyako, però, più per l’edificio rimase stupita per la parola “Hokage”.

    -Uao! L'Hokage! Dev'essere uno shinobi molto forte, ed impegnato. Di, l'hai mai visto?-

    -Si, ma solo una volta.-

    Ma la turista rimase ancora più stupita quando Asami la mise di fronte ai volti scolpiti degli Hokage. In effetti, come disse la ragazza, dal vivo l’intero monumento era completamente differente rispetto a una normale foto. Ebbe la stessa sensazione la prima volta che l’aspirante shinobi arrivò a Konoha. Fu proprio lo zio a portarla davanti i dieci volti dove rimase a bocca aperta a contemplarli. Non visitò mai nulla del genere in tutta la sua vita. E forse non avrebbe mai trovato nulla di simile.

    [...]

    Ora per le due era il momento di mangiare e Asami non vedeva l’ora di far assaggiare alcuni piatti di Konoha. Anche se Tatehiko aveva detto che la kunoichi non doveva occuparsi di nessuna spesa, lei, testarda com’era, aveva portato lo stesso una bella somma. L’odio per il lusso e la vita aristocratica e piena di regole (per lei senza senso) non la impediva di amare il denaro e spenderlo come lei desiderava.

    -Ti assicuro, non è un disturbo. Piuttosto comprati un bel paio di scarpe! Non che quelle che hai siano brutte eh, cioé, beh si insomma. Hai capito. Andiamo a mangiare qualche piatto tipico!-

    -Eh!?-

    La ragazza prima di avviarsi ad una locanda situata nelle loro vicinanze, che offriva anche diversi posti a sedere all’aria aperta, iniziò a guardarsi le gambe. Anzi per la precisione osservò con molta attenzione i suoi stivali ninja. Erano dei semplici stivali dal colore nero con un piccolo tacchetto, che coprivano gli arti inferiori della ragazza fin sotto al ginocchio. A Miyako potevano anche non piacere ma ad Asami servivano solo per completare il suo vestiario da kunoichi, vista la comodità.

    - Lo ammetto, non sono il massimo dello stile… però a me piacciono... Ma vedi sono molto comode per missioni o cose simili. Sai com'è: abbigliamento ninja.-


    Fece una breve pausa per poi sorridere alla ragazza. Asami aveva intenzione di pagare per lei e niente e nessuno poteva impedirglielo.

    -E comunque, per quanto riguarda i soldi, non è un disturbo! Anzi per me è un piacere... -

    Il suo tono era decisamente gentile ma allo stesso tempo voleva imporre la sua scelta. A quanto pare Miyako doveva a che fare una ragazza dal carattere piuttosto deciso. Dopodichè Asami condusse la sedia a rotelle in direzione della locanda da lei individuata e occupò un tavolo abbastanza grande. A quell’ora stranamente non c’era nessuno e la shinobi della foglia non sapeva darsi una spiegazione. Ma per la ragazza forse era un bene così le due potevano parlare con tranquillità. Prima di sedersi Asami spostò una delle sedie per far spazio a Miyako. Dopodichè spostò leggermente la sua sedia posizionandola affianco alla ragazza. Subito dopo un giovane ragazzo si avvicinò all due ragazze con in mano un taccuino.

    -Cosa vi porto?-

    -Allora, prendiamo 1 piatto di Takoyaki... 4 dango e 2 spiedini di pollo. Io da bere solo dell'acqua. Grazie.-

    A differenza della genin Miyako ordinò dell’alcol. Asami poteva bere tranquillamente un bicchiere di vino, la sua bevanda alcolica preferita, ma essendo in servizio voleva concentrarsi sull’obbiettivo della missione. In quegli attimi di attesa si guardò anche in giro per scovare l’eventuale presenza del ninja. Dopodichè fermò il suo sguardo serio su quello di Miyako, portando una mano sotto al mento.

    §Chissà...§

    -Quali sono i piatti tipici di Suna? Quali ingredienti si possono trovare?-

    Forse la ragazza si aspettava molto (ma molto) più seria. Forse inizialmente avrebbe assunto uno sguardo perplesso o avrebbe riso ma in quel momento la mente della genin aveva vagato tra i suoi mille pensieri. Alle mani aveva indosso ancora i guanti, che tolse solamente dopo l’arrivo delle pietanze portate dal cameriere.

    [...]

    Mentre Asami stava addentando l’ultimo spiedino di pollo, Miyako aveva chiesto ad Asami qualcosa della sua famiglia.

    -La famiglia Hoshiyama è una delle più nobili del continente, anche se è poco conosciuta. Forse è stata esclusa dalle altre per l'odio verso gli shinobi. Ma non tutti sono così... io sono la testimonianza che non tutti gli esponenti della famiglia seguono quell'assurda regola… Per quanto riguarda la mia famiglia… fino a poco tempo fa abitavo in una villa, non lontano da Konoha. Siamo solo in tre… già purtroppo sono figlia unica… avrei tanto voluto avere una sorella-

    Fece un gran sorriso quando finì la frase. Poi ricominciò a parlare, introducendo qualcosa sulla servitù della famiglia.

    -Ad animare la villa è unicamente la servitù… Non so nemmeno il numero preciso. Loro, comunque, sono un elemento fondamentale per la casa.-

    Quando disse quella frase pensò agli ex shinobi che lavoravano all’interno di quella casa, solo per necessità economiche. Loro aiutarono la ragazza all’introduzione del mondo ninja, prestandogli i vari libri. Ma la sua storia non era affatto triste, mettendola in confronto con quella di Miyako. Infatti quest’ultima raccontò un aneddoto della sua famiglia. Confessò alla genin, rimanendo sbalordita e allo stesso tempo a disagio, che sua madre morì subito dopo il parto. Dopodichè iniziò a parlare del padre anche se Asami l’aveva conosciuto la sera precedente.

    -A volte mio padre è un po' burbero, scorbutico e non è un gran modello ma, in fondo in fondo mi vuole bene e so che vuole il meglio per me. Anche se... certe volte vorrei essere più forte e ribellarmi un po'. Sai, con la scusa di proteggermi ha dovuto fare delle brutte cose. E anch'io, per assecondarlo, ho dovuto mentire. Non è una cosa di cui vado fiera, però... uff-

    -...Miyako... Anche il mio è così. Anzi io son dovuta scappare di casa per intraprendere il mio percorso da kunoichi. Per lui dovevo essere solo la brava figlia maritata con un altro nobile dall' immensa ricchezza e madre dei suoi futuri nipoti ed eredi, possibilmente tutti maschi, dei beni della famiglia Hoshiyama.-


    Dopodichè prese in mano il suo bicchiere d’acqua, bevve l’ultimo sorso per poi ricominciare a parlare.

    -Con la conseguenza però di allontanarmi da mia madre. Fortunatamente ci sentiamo
    tramite lettere. Ieri è anche venuta a trovarmi... Starà a Konoha per un bel pò… Che bello! Non vedo l’ora di passare un pò di tempo con lei!-


    -Cosa?! Mi spiace tantissimo Asami! Se l'avessi saputo!-

    Miyako iniziò a scusarsi facendo un inchino. D’istinto Asami si alzò dalla sedia e iniziò ad agitare le braccia a caso.

    -No... ma non preoccuparti Miyako! Sono in missione, è il mio lavoro.-

    -Andiamo subito da lei! Così potrai portare avanti la tua missione e passare del tempo con lei! Se per te non è un problema, intendo.-

    -Cosa?? An-andare da l-lei!?-

    La ragazza dagli occhi verdi rimase alquanto sbalordita dalle parole della ragazza che aveva di fronte. Perchè non voleva più visitare la città di Konoha? Forse era stata una pessima guida? La ragazza aveva notato i gravi problemi di orientamento di Asami? Questo non poteva saperlo la genin visto che non aveva la capacità di leggere nel pensiero. Forse però era la soluzione migliore per Asami. Così la ragazza aveva una meta precisa, senza girare a vuoto per il villaggio.

    -Mmm... io abito nella zona est di Konoha, la più ricca… posso mostrarti quella zona della città e poi subito dopo andare da mia madre... l'idea non è male...-

    In quegli stessi attimi il cameriere si avvicinò al tavolo delle due clienti, per presentargli il conto. Stava per appoggiare il foglietto di carta con la relativa somma sul tavolo quando, improvvisamente, la kunoichi fermò il braccio del lavoratore e iniziò a muoverlo portando la mano del malcapitato davanti al suo volto. Iniziò a guardarlo con aria minacciosa per poi portare l’altra mano libero all’interno del suo marsupio, situato vicino alla gamba destra. Come ogni ninja il marsupio poteva contenere alcuni oggetti, tra cui diverse armi di piccole dimensioni. Che intenzioni aveva la shinobi? Tra i due c’era pochissima differenza di altezza e la ragazza continuò a fissarlo dritta negli occhi. Forse voleva incutere timore; ma per quale motivo?

    §...§

    Improvvisamente dal marsupio cercò di lanciare due foglietti di carta, anche se in realtà si trattava di semplici banconote, sul viso del cameriere. Dopodichè, con uno scatto, prese i suoi guanti sul tavolo e raggiunse le maniglie della sedia a rotelle. Provò a correre il più veloce possibile, salutando il cameriere a voce alta e allontanandosi alzando un polverone dietro i suoi piedi.

    -Puoi tenerti anche il resto! Grazieeee!-

    [...]

    Le due ragazze si apprestavano a raggiungere la zona est di Konoha. Quella era la zona più ricca della città con meravigliosi fiori colorati e dominata da un’atmosfera di quiete assoluta. Ma in quella zona c’era un edificio molto importante per i nobili che abitavano quella zona. E le ragazze arrivarono proprio davanti a quella struttura dove s’insegnavano nobili e antiche tradizioni.

    -Questa è la casa da té di Konoha... Qui le nobili ragazze imparano l'arte dell'eleganza...-

    Asami dal canto suo non era mai entrata all’interno della della casa da Thé. E non aveva intenzione di entrarci, poichè aveva rinunciato a quella vita piena di regole e comportamenti.

    §...§

    Mentre osservò intensamente la casa da thé, il suo pensiero andrò dritto a Miyako e ciò che gli raccontò quella mattinata. Era mai andata ad una casa da Thé? Suo padre, burbero com’era, imponeva alla figlia come comportarsi, ma soprattutto…

    -Miyako, come hai fatto a non farti scoprire da tuo padre? Mi riferisco agli insegnamenti ninja… Anche la servitù conosce questo tuo segreto?-

    Più che curiosa si domandava come aveva fatto la ragazza. Asami era stata scoperta in pieno dal padre. Ricordava ancora quel giorno. Le urla, il libro ormai bruciato e infine il suo litigio con il padre che portò poi il trasferimento immediato della ragazza a Konoha. Aspettò l’eventuale risposta della ragazza per poi allontanarsi da quel posto per dirigersi verso la sua dimora.

    [...]

    La villa di zio Bumi, nonché attuale dimora di Asami, era una villa posta su un solo piano. Nonostante ciò era molto spaziosa e lo si poteva percepire anche guardandola dall’esterno. La lussuosa dimora era circondata a un ampio giardino, recintato da una staccionata in legno. Le due giovani donne potevano notare la presenza della servitù impegnata in diversi compiti. Invece a sinistra del giardino, in corrispondenza di un albero, c’era una figura femminile in completo stato di relax. Asami sapeva di chi si trattava. Così iniziò a chiamarla alzando la voce.

    -Mamma!-

    Asami spinse con maggiore forza la sedia a rotelle, per raggiungere il più presto possibile il cancello in legno, che venne aperto in tempo da due ragazze della servitù. Queste ultime poi salutarono le ragazze con estrema gentilezza ma con un tono incerto, facendo un leggero inchino. Molto probabilmente erano intimorite anche dalla figura dell’ospite inaspettato.

    -Buon-buongiorno...-

    Si avviò subito verso sua madre, facendo un piccolo sorriso alle due cameriere. Più si avvicinavano alla figura più si distingueva da tutto il resto. Un abito color lilla, capelli neri raccolti a mò di chignon basso, una collana tempestata di gioielli preziosi come i suoi orecchini composta da numerosi diamanti. Le labbra erano messe in risalto grazie all’uso di un rossetto, dal colore rosso non troppo acceso. Alle mani aveva diversi anellii, tra cui la fede che testimoniava la sua unione con uno degli uomini più ricchi del paese. Fece un sorriso amorevole verso le due ragazze, nonostante la sconosciuta identità di una delle due.

    -Ciao mamma! Come sta andando la giornata?-

    -Oh molto bene, Asami.. Oggi la temperatura non è nè troppo calda nè troppo fredda ... Così ho chiesto alle ragazze di mettere questo tavolo… Quanto amo l'aria fresca!-

    Dopodichè spostò il suo sguardo verso Miyako, assumendo un espressione di curiosità e alzando il sopracciglio sinistro. Dopodichè iniziò a parlare, con un tono molto calmo.

    -Abbiamo un'ospite...-

    -Mamma, ti presento Miyako. Mikayo lei è Eiko Hoshiyama, mia madre.-

    Aspettò la presentazione della giovane sunese, per poi prendergli delicatamente la mano destra e la portò verso di sé, racchiudendola fra le sue, così candide e ben curate.

    -E' piacere di conoscerti, Miyako.-

    Dopodichè puntò i suoi occhi grigri in quelli della ragazza, pieni di amore. Poi lasciò la sua mano e si rivolse ad entrambe, con tono gentile.

    -Siete arrivate appena in tempo per prendere il thé... Così potete farmi compagnia.-

    Non voleva sentire nessuna risposta negativa da parte di entrambe poichè con un cenno aveva già avvisato alcune cameriere che si trovavano poco lontano dalla donna. In un batter d’occhio portarono una sedia ad Asami, posizionandola affianco alla sunese che nel frattempo si trovò di fronte alla signora Hoshiyama.

    -Miyako... se desideri dell'altro, chiedi e ti sarà dato.-

    Nel frattempo la servitù iniziava a preparare il tavolo con varie leccornie, esaudendo un eventuale richiesta dell’ospite.

    Edited by Zakira - 6/10/2021, 12:07
     
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    -Bhe... un giretto potrei farmelo… anche perchè non ho mai visitato Suna.-

    La principessa di Suna era al settimo cieloPerfetto! Fammi sapere quando vorrai venire e lascerò istruzioni perché tu venga trattata come un'ospite prestigiosa!

    Quella frase avrebbe già potuto far volare con la fantasia Asami, ma nulla di quello che poteva immaginare avrebbe potuto uguagliare il benvenuto organizzato da Miyako. Il pregio di possedere fondi illimitati.

    [...]

    Uao! L'Hokage! Dev'essere uno shinobi molto forte, ed impegnato. Di, l'hai mai visto?

    Si, ma solo una volta.

    E com'era? a volte Miyako poteva essere un po' infantile, anche a causa della sua giovinezza passata chiusa in casa, ed era molto curiosa di sapere com'era l'Hokage della foglia.

    [...]

    Dopo la spiegazione di Asami riguardo le proprie scarpe Miyako dovette concordare, in effetti per le missioni potevano essere meglio delle scarpe comode ed adatte al combattimento, anche se lei non ne avrebbe avuto bisogno.

    Durante il pasto si sarebbero messe a conversare dei vari piatti tipici di Suna, pietanze molto più speziate rispetto a quelle di Konoha e generalmente mangiavano dei piatti unici, spesso a base di cereali.

    I tempi dei beduini del deserto costretti a mangiare lucertole o insetti sono finiti moltissimi anni fa, ormai esistono solo nei film per fortuna le avrebbe rivelato Miyako ridendo. In effetti coloro che non avevano mai visitato Suna si aspettavano un povero villaggio di accampamenti di beduini che vivevano di quel poco che il deserto poteva offrire loro, ignorando il fatto che in realtà Suna avesse un'economia molto florida, sopratutto grazie al potere commerciale del clan Kurogane. Senza contare che, ai margini del deserto, si trovano anche terre piuttosto fertili che, seppur non sufficienti per coprire l'intero fabbisogno del paese, aiutavano gli abitanti a variare la loro fonte di nutrimento e a creare dei tipici piatti sunesi.

    [...]

    Miyako, pur abbastanza interessata alla casa da thé, non avrebbe esternato quel desiderio ad Asami anche perché era più curiosa di conoscere sua madre (senza contare che si sentiva ancora in colpa per averle separate).

    -Miyako, come hai fatto a non farti scoprire da tuo padre? Mi riferisco agli insegnamenti ninja… Anche la servitù conosce questo tuo segreto?-

    Beh, non abbiamo una gran servitù, mio padre è spesso via per affari ed io ho poche necessità. Ho solo una servitrice che mi aiuta con le varie incombenze quotidiane, che però è anche lei un allieva del mio "sensei" e quindi siamo riuscite a mantenere facilmente il segreto. Senza contare che il mio insegnante è incredibilmente abile nel camuffamento e nell'imitazione per cui a volte ha creato un clone che, fingendosi me, ci consentiva di allenarci senza causare sospetti o essere scoperti.

    Quelle informazioni, date anche un po' casualmente, avrebbero potuto preoccupare Asami. Se Shinichi era veramente così abile a mascherarsi era possibile che lo avessero già incrociato durante la giornata. Dopotutto le ragazze non avevano fatto molto per nascondersi e, tra la loro bellezza e la disabilità di Miyako avevano attirato svariati sguardi di giovani durante il giorno (anche se visto che Asami era una kunoichi nessuno si era ancora azzardato a provarci con loro). Tuttavia a casa sua con sua madre sarebbero potute essere al sicuro dato che, per quanto abile, probabilmente Asami avrebbe potuto riconoscere un membro della servitù fasullo.

    Miyako, pur essendo un po' imbarazzata, si presentò meglio che poté alla madre di Asami facendo anche una sorta di inchino, pur seduta sul suo "scranno".

    Mi chiamo Miyako Kurogane e vengo da Suna, è un piacere conoscervi Hoshiyama-san

    La giovane ragazza di Suna non aveva richieste particolari e fu ben felice di godersi un bel the con la sua nuova amica e sua madre. Non avendo mai conosciuto la sua in un certo senso era quasi un sogno diventato realtà, anche se non si era illusa. Era ben conscia della vera realtà dei fatti ed al termine del the avrebbe chiesto ad Asami se poteva fermarsi per cena. Normalmente quel gesto poteva essere considerato un po' screanzato, ma la kunoichi della sabbia ben sapeva che Asami non avrebbe rinunciato a farle da guardia nonostante la presenza della madre a Konoha e quindi l'unico modo per farle restare assieme era fare la terza incomoda. Sicuramente Asami avrebbe capito, o almeno lo sperava. Non si sarebbe offerta di preparare il pasto, sia perché era sicura che ci avrebbe pensato la servitù sia perché era particolarmente negata ai fornelli (non a caso in passato aveva spesso approfittato dell'ospitalità di Shinichi, anche prima che iniziassero a frequentarsi).

    Sempre che non sia troppo disturbo, ovviamente. Oh... quasi dimenticavo! Non abbiamo ancora trovato un alloggio per la notte! Dobbiamo sbrigarci Asami o non troveremo più una stanza libera!

    Va detto che Miyako sottovalutava enormemente la capacità di Konoha di accomodare dei "turisti" ma, dopotutto, era abituata solo ai luoghi più lussuosi quelle rare volte che aveva dormito fuori casa pertanto lei considerava come "alloggio" solo gli alberghi più prestigiosi e costosi. Senza contare che dovevano ancora andare a ritirare i bagagli di Miyako alle mura di Konoha!

    Proprio oggi che ho mandato via Eichiro! Come faccio adesso?! si era messa quasi a disperarsi e a piangere... era difficile credere che una ragazza così espansiva e trasparente potesse essere stata addestrata alle arti ninja, ma neppure l'addestramento più duro era riuscito a cambiare l'indole della Kurogane.

    Anche se negli ultimi tempi era stata costretta dagli eventi a maturare improvvisamente lei, in fondo, era sempre rimasta la bambina a cui piaceva dare ordini a tutto e tutti.
     
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    Asami dopo aver rilevato a Miyako il suo desiderio di visitare Suna, quest’ultima scoppiò di gioia, dichiarando di voler trattare la genin come un’ospite prestigiosa.

    §Come un'ospite prestigiosa!?§

    Asami non poteva sapere le case a Suna come potevano essere. Lei durante la sua infanzia abitava in una “normale” villa a tre piani, con numerose stanze più o meno lussuose. In alcune di esse c’erano vasi in porcellana dal valore inestimabile o quadri di famiglia. La villa della famiglia Hoshiyama trasmetteva un ambiente tradizionale e allo stesso tempo lussuoso. Un pò come la villa di zio Bumi anche se la sua era decisamente meno lussuosa e posta su un solo piano. Ma la genin a Suna si aspettava di trovare un enorme castello nel bel mezzo del deserto. All’interno di esso numerose stanze dallo stile esotico, con decorazioni preziose. Immaginò in quegl’istanti anche la numerosa servitù impegnata non solo ad accogliere la ragazza dai lunghi capelli rossi ma anche a preparare tutto l’occorrente per un soggiorno da favola. Fantasticava mentre portava la sunese nella prossima attrazione turistica.

    [...]

    -E com'era?-

    Si trovavano davanti i dieci volti di pietra che raffiguravano tutti gli Hokage del villaggio. Ma a quella domanda la diciottenne spostò il suo sguardo verso la struttura amministrativa del villaggio. Ricordava bene la prima volta che l’aveva visto. Si aspettava un anziano dai capelli bianchi dai modi posati. Invece si ritrovò davanti a se un giovane uomo dai capelli corvini e dagli occhi rossi. Non aveva mai visto un colore così particolare. Come non si aspettava un atteggiamento così amichevole con tutti ninja presenti quella notte.

    -Ehmm... strano.. Ahahahah!-

    Disse con un tono divertito. Non sapeva nemmeno lei come descriverlo.

    [...]

    Quando le due ragazze iniziarono a mangiare la discussione si spostò anche sui vari piatti tipici di Suna. Asami non aveva la minima idea sui vari piatti del paese del Vento. Viste le alte temperature potevano essere dei piatti semplici e freschi. Ma Miyako rilevò che i piatti di Suna erano molto più speziati rispetto a quelli di Konoha. Inoltre erano piatti unici a base di cereali. Mangiare tutto insieme, in unico piatto, non era una cattiva idea. Anzi Asami la trovò geniale. E dopo l’ultima frase di Miyako la ragazza dagli occhi verdi scoppiò dalle risate. In effetti non aveva escluso quel possibile scenario, anche se la maggior parte delle volte ritornava sui suoi passi abbandonando quel pensiero assurdo.

    [...]

    Davanti alla casa del thè la giovane kunoichi fece una domanda piuttosto personale a Miyako. Ancora non riusciva a capire come riuscì a non farsi scoprire dal padre o dai vari esponenti della servitù. Asami, nonostante l’appoggio di alcuni dei suoi servi, cercò di studiare la teoria il più lontano possibile dagli occhi di tutti ma fu miseramente scoperta dal padre. Ascoltò con attenzione le parole della ragazza.


    -Beh, non abbiamo una gran servitù, mio padre è spesso via per affari ed io ho poche necessità. Ho solo una servitrice che mi aiuta con le varie incombenze quotidiane, che però è anche lei un allieva del mio "sensei" e quindi siamo riuscite a mantenere facilmente il segreto. Senza contare che il mio insegnante è incredibilmente abile nel camuffamento e nell'imitazione per cui a volte ha creato un clone che, fingendosi me, ci consentiva di allenarci senza causare sospetti o essere scoperti.-


    Non era una novità. Anche il padre di Asami era poco assente poichè la maggior parte delle volte era in giro per affari commerciali. Forse la differenza tra i due era che il padre di Asami, al suo ritorno (quando non restava nel suo studio a leggere i vari giornali, fumando un sigaro) cercava di passare il tempo con la sua famiglia, tenendo sotto controllo anche sua figlia. Inoltre Miyako era più avvantaggiata per quanto riguarda il numero della servitù. Purtroppo Asami, al contrario di Miyako, era circondata dalle varie cameriere che l’ aiutavano quasi in tutto anche se lei non ne aveva bisogno. Preparavano la giovane Hoshiyama quando c’erano le famose riunioni di famiglia. Dal bagno fino al trucco e per lei quegli attimi erano un inferno. Ma un’altra frase fece preoccupare la genin. Il suo maestro non solo era un abile ninja ma anche un perfetto attore. Shinichi era riuscito ad entrare nella dimora di Miyako con la sua abilità senza essere scoperto. Questo vuol dire che poteva nascondersi anche all’interno del villaggio della foglia, con la massima tranquillità. La ragazza dai capelli rossi sbiancò a quell’idea. Forse le stava già osservando da un bel pò. Forse aveva preso le sembianze del cameriere o di qualche passante. Il volto di Asami si fece serio guardando intensamente la casa del thè. Ora che aveva scoperto l’abilità del ninja doveva solo avere gli occhi ben aperti e concentrarsi su tutto ciò che la circondava. La sua espressione era seria e il suo tono di voce fu quasi freddo. La notizia di quell’abilità l’aveva sconvolta.

    -Capisco...-

    [...]

    Quando le due ragazze arrivarono all’interno della villa e raggiunsero la madre di Asami, Miyako si presentò con rispetto nei confronti della donna. Inoltre cercò di fare un inchino anche se era seduta su una sedia a rotelle. La donna dagli occhi grigi apprezzò il gesto, rivolgendogli un piccolo sorriso. Quando le due ragazze avevano preso posto intorno al tavolo, le cameriere della famiglia Hoshiyama avevano già iniziato a preparare aggiungendo altre due tazze e i biscotti. Per Asami questo doveva essere un momento di relax. In fondo si trovava nella sua dimora insieme a persone fidate. Ma dopo la rivelazione della ragazza del Paese del Vento tutti potevano essere dei sospettati. Si guardò intorno ma soprattutto osservò le cameriere per studiarne i movimenti [Percezione 6]. Le uniche persone rilassate in quel momento erano sua madre e la ragazza che stavano gustando il thé. La tazza di Asami era ancora piena e ormai la bevanda era diventata già fredda. Era troppo occupata a guardare le cameriere svolgere il loro dovere. Improvvisamente fu distratta dalla voce della madre. Infatti la signora Hoshiyama avrebbe chiesto a Miyako qual era il suo dolce preferito. Dopo aver terminato il thé la servitù iniziò a sparecchiare il tavolo, lasciando solamente il vassoio riempiendolo nuovamente di biscotti.
    Nel frattempo Asami era immersa nei suoi pensieri. Non sapeva come contrastare l’abilità del ninja di Suna. Essere attenta e osservare tutto ciò che la circondava bastava per contrastare la sua furbizia?

    -Asami, c’è qualcosa che non va? Ti vedo… come dire… assente…-

    Dalle sue cameriere spostò il suo sguardo verso sua madre, guardandola dritta negli occhi. La donna riusciva a capire la figlia, dai sentimenti che provava all’interno del suo cuore alle preoccupazioni che occupavano la sua mente. Ma non poteva rilevargli la probabile presenza del ninja di Suna. Così fece un piccolo sorriso per rassicurarla.

    -No, mamma. Va tutto bene…-

    Poco dopo Miyako chiese alla kunoichi se poteva restare anche per cena. A quanto pare aveva preso in simpatia la presenza della madre. Forse perchè non avendo una madre per lei era quasi un sogno trovarsi in quella situazione. Ma per Asami quello era del tutto normale. Anche se durante gli anni dell’infanzia era seguita dalla maggior parte del tempo dalla servitù, i momenti con sua madre erano davvero speciali. E la madre era contentissima di essere lì in quel momento a Konoha per far visita alla sua unica figlia. Forse voleva trasferirsi anche lei nella città più importante del Paese del Fuoco, anche se in realtà ci sperava poco. Lei all’interno della villa non si sentiva affatto oppressa dalle regole e in più non poteva lasciare il capo-famiglia da solo. O meglio, non voleva per l’amore che provava anche per lui. La ragazza dagli occhi verdi anche se, inizialmente, rimase spiazzata dalla richiesta della sunese accettò la sua idea.

    -Certo che puoi restare!-

    Per Asami quello significava tenere sotto controllo la servitù ed eventuali comportamenti insoliti. Inoltre se lo shinobi di Suna era in giro per Konoha, Miyako era al sicuro all’interno della sua dimora. Inoltre l’idea piacque anche a sua madre che mostrò ad entrambe un piccolo sorriso.

    -Già! E' un'ottima idea!-

    Purtroppo però la tranquillità in quegli attimi scomparve quando la sunese ricordò alla genin di dover prenotare anche la stanza dell’albergo. Senza contare che i bagagli erano ancora all’entrata delle mura del villaggio. Con le mani tra i capelli e con un espressione disperata guardò prima la madre e subito dopo Miyako.


    -Oh cavolo! L'albergo! Me ne sono completamente scordata...-


    -Proprio oggi che ho mandato via Eichiro! Come faccio adesso?!-

    Entrambe le ragazza erano disperate. Non sapevano come fare. Tutta la scena era osservata dalla nobile donna che nel frattempo alzò il sopracciglio sinistro per poi assumere un’aria divertita. Dopodichè con gentilezza richiamò l’attenzione di Miyako proponendo, dal suo punto di vista, una soluzione accettabile.

    -Miyako se per te non è un problema puoi anche dormire qui. E non sentirti a disagio.-

    La ragazza dai capelli rossi spostò lo sguardo verso la madre, che nel frattempo puntò i suoi occhi in direzione di quella della sunese.

    ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    [Se Miyako avesse accettato la proposta della madre di Asami…]


    -Ottimo! Allora mando subito qualcuno per recuperare le tue valigie.-


    Così la genin dai capelli rossi si allontanò dalle due donne per dirigersi verso il cocchiere. Ora la donna e la giovane ragazza di Suna era li da sole. Una folata di vento fece cadere alcune foglie che si appoggiarono sul tavolo. La donna con un semplice movimento della mano fece cadere quelle foglia vicino ai suoi piedi. Dopodichè guardò la sunese negli occhi.

    -Allora Miyako... Essendo di Suna, come hai trovato la città di Konoha?-

    Avrebbe ascoltato la risposta della fanciulla con molta attenzione. Lei doveva ancora visitare Konoha e voleva sapere qualcosa di più su quella città abitata anche da shinobi.

    [...]

    Nel frattempo Asami raggiunse il cocchiere seduto con la schiena appoggiata alla carrozza, leggendo un libro.

    -Fang, devo chiederti un favore… E' urgente!-

    Il servo appena sentì la voce della giovane lasciò il libro e si posizionò davanti a lei, aspettando gli eventuali ordini. Il cocchiere, dal nome Fang, si presentava come un uomo sui 20-25 anni alto più o meno come Asami e dallo sguardo attento. Il colore sia degli occhi che dei capelli, rigorosamente corti, era su un castano scuro e non aveva la barba. Indossava generalmente un capotto di media lunghezza, una maglia a collo alto, pantaloni e scarpe dal colore nero. A volte indossava anche un capello a cilindro, ma non in quell’occasione.

    -Di cosa avete bisogno, signorina Hoshiyama?-

    Così la ragazza dagli occhi verdi disse al cocchiere di recuperare le valige che si trovavano all’ingresso delle mura del villaggio. Non sapeva quante valige aveva portato con sè la sunese ma per sicurezza gli aveva dato il suo nome e cognome. Magari alle mura le avevano messe da parte. Poi sempre al cocchiere avrebbe detto di lasciare le valigie davanti la porta di casa.


    -Va bene... vado e torno il più veloce possibile!-

    Così Fang salì velocemente sulla carrozza e, dopo un comando vocale, i cavalli sfrecciarono per le vie di Konoha. Quando ormai la ragazza aveva perso tracce della carrozza ritornò di nuovo da sua madre e Miyako. A pochi metri da loro iniziò a parlare, avendo un’aria serena e guardando la sunese cercando di trasmettergli tranquillità.

    -Bene! ho avvisato il cocchiere. Miyako, va lui a prendere le tue valigie... non preoccuparti!-

    Nel frattempo le cameriere erano entrate tutte in villa per preparare la camera di Asami, diventata solo per quella notte di Miyako. Anche se in realtà non c’era molto da preparare visto che nella sua camera non c’era quasi niente. Solo l’essenziale per la kunoichi.
    La villa si presentava come un edificio lussuoso ma allo stesso tempo semplice. Era posto su un solo piano. L’entrata portava direttamente al salotto, dove c’era un divano a L color arancione. Di fronte al divano c’erano delle porte in vetro trasparenti che si aprivano lateralmente, dove si poteva osservare il giardino e in lontananza il tavolo con le sedie. Alle spalle del divano, cioè alla destra della porta d’entrata, c’era la cucina. Anch’essa era molto spaziosa con un grande tavolo al centro circondato da numerosi mobili. C’era una finestra che si affacciava su un altro lato della cucina. La casa presentava anche un corridoio. Alla sinistra c’era subito una porta che portava all’enorme sala da pranzo. Infatti all’interno c’era un lungo tavolo in legno con almeno 5-6 sedie e, come il soggiorno, c’era un enorme porta trasparente dove si poteva osservare parte del giardino. Questa stanza veniva usata, come aveva spiegato lo zio Bumi ad Asami, solo in presenza di ospiti. Infatti i due esponenti della famiglia Hoshiyama mangiavano sempre all’interno della cucina. Inoltre c’era la stanza per gli ospiti, con all’interno un letto, due armadi e un bagno privato, e lo studio usato dalla zio per leggere o lavorare. Infine c’erano la stanza stanza di suo zio, uguale a quella degli ospiti, il bagno e la stanza di Asami.

    -Questa casa è di mio zio... io in realtà abitavo in una villa situata a pochi chilometri da Konoha.-


    Forse per qualcuno poteva essere una grande casa. Ma questa non era nulla in confronto a quella di Asami. Infatti la famosa villa aveva più di 15 stanze. La signora Hoshiyama ordinò nel frattempo alle cameriere di preparare la sala da pranzo. Le tre donne furono chiamate solo al momento della cena.

    [...]

    Dopo la cena, a base di verdure e carne, e dopo aver salutato la madre, che si apprestò ad andare nella stanza degli ospiti, la genin accompagnò Miyako all’interno della sua stanza, seguita a ruota da altre due cameriere. Dopodichè la kunoichi della foglia aprì la porta per poi guardare Miyako.

    -Questa è la mia stanza.-

    Una volta entrata nella stanza (abbastanza spaziosa per una singola persona), la ragazza di Suna poteva notare la presenza di un enorme letto, con un copri materasso color rosa. Evidentemente sua madre aveva ordinato di cambiare le coperte, poichè lei generalmente aveva quelle color lilla o blu notte. Alla destra c’era una scrivania con alcuni libri di medicina e uno specchio di piccole dimensioni. Di fianco alla scrivania c’era un grosso armadio, anche se in realtà dentro non c’erano pochissimi vestiti. O almeno così credeva visto che, all’insaputa di Asami, la servitù aveva sistemato la maggior parte dei vestiti che avevano portato all’interno di quell’armadio. C’era anche una sedia vicino alla finestra che affacciava direttamente sull giardino.

    -Lo so è un pò spoglia... ma dopo la decisione di diventare una kunoichi ho deciso di abbandonare il lusso che mi circondava fino a qualche mese fa...-

    Dopodichè ordinò alle due cameriere di prendere le valigie dell’ospite e di aiutarla a cambiarsi. Asami aspettò fuori dalla stanza e con occhio vigile osservò tutto ciò che la circondava [Percezione 6]. Al suo ritorno, all’interno della stanza, avrebbe trovato la ragazza sul lettino pronta per andare a dormire. Asami restò sull’uscio della porta e guardò intensamente la ragazza del Paese del Vento.


    -Miyako... io resto qui… Per qualunque problema non esitare a chiamare.-


    Forse il suo tono poteva risultare sembrare freddo ma era proprio in quegli attimi o durante la notte che l’apparizione improvvisa del ninja di Suna non era per niente scontata. Aspettò le due ragazze del che aiutarono Miyako per poi rivolgergli un sorriso e chiudere delicatamente la porta. Fuori dalla stanza una delle varie cameriere aveva portato una sedia ad Asami che avrebbe passato tutta la notte con sguardo vigile ad osservare la camera e la casa. Improvvisamente una delle cameriere si avvicinò alla ragazza dai capelli rossi e iniziò a parlare con tono pacato e gentile.

    -Avete bisogno di altro, signorina Asami?-

    -No... ANZI SI! Vai da Fang e avvisalo di posizionarsi in corrispondenza della finestra della mia stanza!-

    Dopodichè si accomodò sulla sedia guardandosi continuamente in giro.

    ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    [Se Miyako non avesse accettato la proposta della madre di Asami…]

    Attorno al tavolo c’erano alcune cameriere che stavano sparecchiando. La signora Hoshiyama guardò una di loro intensamente dopodichè, con tono pacato, proferì parola.

    -Reiko, tu e Fang andate prima a prendere le valigie e poi, subito dopo, prenotate, a mio nome, una stanza nell'albergo più lussuoso di Konoha.-

    -Si signora!-

    Dopodichè richiamò a se la serva e gli consegnò un alcune banconote, senza farsi vedere dalle due ragazze.

    -Ovviamente dopo ritorna qui. Così puoi accompagnare le ragazze dopo cena.-

    -Sarà fatto.-

    Così la cameriera si congedò con un inchino rivolto alla sua padrona e raggiunse la carrozza, che partì poco dopo. Dopodichè la donna aspettò ancora qualche minuto per poi richiamare l’attenzione delle due ragazze e rientrò in casa. Lo stesso fece Asami spingendo la sedia a rotelle. Dopodichè la signora Hoshiyama spiegò alla sunese che quella villa era di proprietà di Bumi Hoshiyama, fratello di suo marito. Gli fece vedere le varie stanza, ad eccezione della camera da letto del proprietario. Le tre occuparono la sala da pranzo solo al momento della cena, a base di verdure e carne. Inoltre la madre ne approfittò per fare qualche domanda a Miyako sulla sua famiglia. Anche se, fondamentalmente, aveva poco da chiedere poichè non era molto esperta in questioni economiche. Ma il il suo cognome, Kurogane, gli ricordava qualcosa. Forse lo sentì pronunciare dalle labbra di suo marito.

    -Allora Miyako la tua famiglia di cosa si occupa?-

    Dopodichè avrebbe posto un altra domanda alla giovane sunese…

    -E dimmi...Aiuti la tua famiglia nel commercio oppure preferisci restarne fuori da questi argomenti?-

    Ascoltò con molta attenzione la risposta della ragazza per poi chiedergli, indipendentemente, dalla sua risposta rivolse a Miyako un’ennesima domanda.

    -Come passi il tempo? Hai qualche hobby?-

    Dopo l’eventuale risposta, tornò a consumare il pasto

    [...]

    Ora però per le due ragazze era il momento di andare. Ad aspettarle c’era Reiko che per tutta la durata dei saluti aveva la testa chinata in segno rispetto. Lla giovane Hoshiyama quando la vide assunse un’espressione sconcertata.

    -E' stato un piacere conoscerti, Miyako. Spero di rincontrarti.-


    Aspettò il saluto della giovane sunese per poi salutare anche lei la madre.

    -Ciao mamma! Ci vediamo!-

    -Ciao Asami! Fai attenzione!-

    La ragazza dagli occhi verdi fece ultimo cenno con la mano per poi trasportare la sedia a rotelle seguendo la cameriera scelta da sua madre. Fortunatamente c’era lei a condurre le due ragazze all’albergo, così non c’era il rischio di perdersi. Il trio passò per alcune strade più o meno frequentate. Ma la maggior parte di esse erano ben illuminate dando alla città un’aria molto accogliente anche di sera. Imboccarono un’altra strada fino ad arrivare davanti a un albergo. Questo da fuori non sembrava molto costosa. Era un semplice edificio in legno posta su due piani. Ci fu il silenzio in quel momento che venne interrotto dalla voce della cameriera.


    -Purtroppo è questo quello che abbiamo trovato... ammetto che non è molto... ma sia io che Fang non siamo di Konoha... Mi dispiace davvero tanto, signorina Miyako.-


    La ragazza dai capelli rossi potè notare alla sua sinistra, pochi metri più avanti, c’era la carrozza ben nascosta. Stava per andare in quella direzione per prendere le valigie ma Reiko l’aveva fermata prendendola per una mano.

    -Le valigie sono già in camera!-

    -Bene!-

    Così la ragazza si avviò all’ingresso dell’albergo. Anche se da fuori poteva sembrare un normalissimo albergo, l’interno era completamente differente. Infatti la hall era ben illuminata decorata con alcuni fiori, rendendo l’ambiente familiare e intimo. Alle vicinanze della scala che portava ai piani superiori c’era il cocchiere. Lui portò la sedia a rotelle della ragazza invece Asami si occupò di trasportare Miyako sollevandola e prendendola in braccio. Arrivata al secondo piano, dove la cameriera riuscì a trovare la stanza libera, appoggiò di nuovo la ragazza sulla sedia a rotelle e raggiunse la camera. Fortunatamente anche il corridoi era molto illuminato e abbastanza largo. La camera era davvero spaziosa, presentava un enorme bagno, con all’interno uno specchio e una vasca da bagno, e il letto abbastanza spazioso e un armadio. La stanza presentava anche una finestra, dove si poteva vedere parte della città illuminata. Asami e il cocchiere lasciarono la stanza mentre la cameriera l’avrebbe aiutata a prepararsi ed appoggiarla sul letto. Una volta svolto il suo compito lasciò la stanza. Asami dal canto suo entrò un ultima volta per augurare la buonanotte alla sunese.

    -Miyako noi restiamo qui. Se hai qualche problema sai chi chiamare.-

    Quando chiuse la porta rivolse uno sguardo d’intesa con gli altri due, mettendoli in guardia con gli occhi ben aperti. Dopodichè si lasciò cadere lentamente appoggiando la schiena alla parete. Gli aspettava una lungo nottata.

    Edited by Zakira - 6/10/2021, 12:05
     
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    Post Quarto - Accompagnatrice anti-stalker




    Miyako avrebbe accettato di buon grado di restare ospite di Asami e sua madre per quella sera: sicuramente sarebbe stata meno sola del solito.

    -Allora Miyako... Essendo di Suna, come hai trovato la città di Konoha?-

    Molto interessante! Qua c'è molto più spazio rispetto a Suna senza contare che non avete tutte le case uguali, a parte nei quartieri più ricchi ovviamente. C'è molta più varietà. Il monte degli Hokage poi è una cosa bellissima! Trovo solo strano vedere così tanta gente... come dire... svestita. Per sopportare il calore nelle giornate peggiori di solito indossiamo degli abiti che ci coprono e la sera dobbiamo ripararci dal freddo per cui teniamo i vestiti più succinti per gli interni. Invece qui la temperatura è molto più mite. Ahaha finalmente capisco perché tutti si trovano a disagio quando vengono a Sunagakure.

    Avrebbe risposto poi anche alle altre domande della madre di Asami, rivelandole che, suo padre era impegnato nel commercio e nell'imprenditoria ma che lei si occupava di quelle attività più da dietro le quinte. Le piaceva investire in certe attività, anche se avrebbe ammesso che lo faceva più per gioco che per necessità lavorativa. Amava molto la lettura dato che restava spesso in casa per ovvi motivi anche se si vedeva spesso con amici e parenti, anche se di recente aveva avuto alcune particolari necessità che le impedivano di uscire.

    Per quanto riguardava la preparazione della cena e della stanza per Miyako non ci sarebbero stati intoppi con la gestione della casa e nessuno dei vari membri della servitù avrebbe dato segni di "stranezza".

    Miyako sarebbe stata felice di vedere la stanza di Asami ed anzi avrebbe detto che era molto simile alla sua. La sunese non si rendeva conto della ricchezza della sua dimora pertanto non si rendeva conto della normalità di quella stanza e della ricchezza della sua.

    -Miyako... io resto qui… Per qualunque problema non esitare a chiamare.-

    Mi spiace che tu debba restare alzata, ma io sono sfinita... buona notte Asami.

    Una volta che Miyako si fosse messa a dormire, circa mezz'ora dopo, uno dei servitori sarebbe andato da Asami a riferirle che c'era un uomo alla porta principale che aveva chiesto di lei. Non si trattava di un membro della famiglia ma il servitore pensava potesse essere un amico di Asami che si era fatta a Konoha.

    Se avesse chiesto delle informazioni avrebbe saputo che si tratta di un uomo abbastanza alto dai capelli neri e dagli occhi grigi che aveva due gelati con se. Non sembrava uno spasimante, ma aveva richiesto che Asami uscisse il prima possibile per evitare che i coni gli si sciogliessero in mano.

    Se Asami fosse uscita di casa o avesse guardato dalla finestra avrebbe potuto notare che era effettivamente Shinichi Kurogane l'uomo di fronte a casa sua che la stava aspettando, sicuramente doveva averle seguite.

    Se avesse accettato di andare a salutarlo avrebbe potuto notare come il suo "bersaglio" fosse abbastanza cordiale.

    Non abbiamo avuto il piacere prima di oggi. Shinichi Kurogane. Ti darei la mano ma come puoi vedere sono un po' occupate. Vaniglia o cioccolato?

    Disse, riferendosi chiaramente ai due coni gelato.
     
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    La madre di Asami non aveva ancora visitato la città di Konoha. Anzi in realtà non aveva mai visitato nessun paese del continente. Almeno così sapeva Asami. Infatti entrambe, essendo all’oscuro dai vari discorsi commerciali della famiglia Hoshiyama, non avevano il diritto di viaggiare per i vari Paesi. Almeno che non erano visite di piacere, così una volta aveva confermato il padre. Così le due ascoltarono attentamente le parole della giovane sunese. Quest’ultima aveva descritto la città di Konoha, secondo il suo punto di vista, molto diversa da Suna. Da come aveva capito Asami la città del Paese del Vento era molto più piccola, con tutte le case uguali e con pochissime persone. Invece Asami quando arrivò a Konoha la trovò proprio come l’aveva immaginata. Una grande città, con numerose case e persone che animavano le numerose strade. Ma lei riuscì ad avere un’idea concreta della città del Paese del Fuoco anche grazie alle descrizioni fornite da suo zio Bumi. Infatti quelle poche volte che faceva visita al fratello, parlava sempre di Konoha. Forse in qualche modo voleva convincere suo fratello minore a trasferirsi a Konoha, insieme alla famiglia e l’eventuale servitù, per espandere il suo commercio. Ma tutte le volte erano dei tentativi inutili: purtroppo il padre di Asami era abbastanza testardo da non farsi convincere così facilmente.

    [...]

    La madre di Asami inoltre aveva domandato alla ragazza varie informazioni sull’economia della sua famiglia. A sua sorpresa aveva scoperto che Miyako aiutava il padre con gli affari commerciali anche se indirettamente. La donna ascoltando queste parole gli s’illuminarono gli occhi. Anche lei desiderava aiutare, una volta tanto, suo marito nella sua attività commerciale. Ma per alcuni motivi, a lei sconosciuti, la famiglia Hoshiyama proibiva alle donne di praticare attività commerciali di qualsiasi natura. Fin’ora non aveva conosciuto nessun esponente femminile della famiglia occupata in affari. Anche se giravano voci di una donna, se non ricordava male cugina di suo marito, che si trovava in giro per il mondo per studiare l’economia dei vari Paesi. Forse era l’unica donna della famiglia Hoshiyama a trasgredire quella regola e, molto probabilmente, quando si trovava di passaggio partecipava anche alle varie riunioni di famiglia.
    Per Asami invece gli argomenti economici non erano il suo forte. Purtroppo era stata cresciuta in modo da non fargli mancare niente senza insegnargli il vero valore del denaro. Per alcuni, soprattutto in età infantile, descrivevano Asami come una bambina capricciosa. Ogni suo ordine, o quello del padre o della madre, era esaudito dalla servitù della famiglia. Solo con il passare degli anni la ragazza dai capelli rossi smise di chiedere favori (a parte quello di mantenere segreta, con alcuni esponenti della servitù, la voglia di voler imparare le arti ninja) restandosene per conto suo per la maggior parte del tempo. Ad alimentare i suoi capricci inesistenti erano solo il padre e la madre regalando alla kunoichi numerosi vestiti e gioielli.
    Inoltre Eiko Hoshiyama chiese quali erano i suoi hobby, rispondendo tranquillamente la lettura. Era più o meno anche l’hobby preferito della donna. Leggere fu la sua più grande scoperta durante la sua gioventù. Ma un altro “hobby” erano i suoi gioielli. Passava intere giornate ad osservali o a pulirli personalmente. Erano gli unici oggetti che la donna custodiva senza farli toccare a nessuno. Anche se non erano comprati e scelti da lei ne riconosceva comunque il grandissimo valore, sia quello monetario ma soprattutto quello affettivo, visto che tutti i gioielli erano stati comprati direttamente dal padre di Asami.
    Asami invece non aveva degli hobby particolarmente interessanti. Alcune servitrici dichiaravano che da bambina amava correre e far disperare la servitù con i suoi inutili capricci. Ma con il passare del tempo l’unica cosa che fece fu quello di studiare le arti ninja sotto il grosso albero che aveva in giardino della sua vecchia dimora. Una volta giunta a Konoha preferiva passare le giornate tra le vie della città.

    [...]

    Le cameriere che portò la madre di Asami furono efficienti nel loro lavoro. Per Asami il pasto era ottimo. Era da tempo che non mangiava così bene. Gli mancava davvero tanto la cucina della servitù e quel giorno aveva deciso di mangiare tutto ciò che avevano cucinato. Per la genin i piatti cucinati da loro valevano più dell’oro. Ma questo grazie alla madre. Essendo anche una donna dal palato raffinato scelse lei personalmente i cuochi della famiglia Hoshiyama, sotto consiglio della Governate che gestiva l’interna servitù della famiglia. Anche le cameriere e i camerieri, oltre ad imparare come fare il loro lavoro, venivano sottoposti a varie lezioni di bon ton poichè la raffinatezza all’interno della famiglia Hoshiyama non doveva essere mostrata solo dai padroni di casa ma anche dalla servitù. Fortunatamente anche Miyako sembrava apprezzare il pasto, notizia che rallegrava anche la signora Hoshiyama increspando le labbra in un piccolo sorriso di soddisfazione.

    [...]

    Al momento di andare a dormire la madre andò nella stanza degli ospiti mentre la ragazza di Suna fu portata all’interno della cameretta. Anche se era abbastanza spoglia Miyako ne fu comunque felice, così riuscì ad anche ad essere più serena. La servitù in quella casa potevano essere un ostacolo per Shinichi, anche se fin’ora non era ancora uscito allo scoperto. Ma la giovane genin doveva comunque avere gli occhi ben aperti quella notte. Come annunciato da Miyako, Shinichi poteva prendere le sembianze di chiunque, facendo un’ottima recita.


    -Mi spiace che tu debba restare alzata, ma io sono sfinita... buona notte Asami.-


    Le due si salutarono e per la ragazza dagli occhi verdi era il momento di affrontare una lunga nottata. Per i primi minuti rimase in piedi a guardare fissa la porta della sua cameretta. Dopodichè camminò lungo il corridoio della casa con sguardo vigile e attento. Non era successo ancora niente. Annoiata andò a sedersi sulla sedia posizionata di fronte alla cameretta. Iniziò a fissare un punto fisso dopodichè le sue palpebre si chiusero improvvisamente.

    [...]

    -Signorina Hoshiyama…-

    Una flebile voce, quasi come un sussurro, si insinuò nella mente della giovane ragazza. Sentiva ripetere il suo cognome in continuazione. Ma la stranezza e che davanti a se c’era il buio più totale. Si concentrò sulla voce che a poco a poco diventava sempre più forte. Di chi era quella voce? E perchè non vedeva nessuno? Improvvisamente l’oscurità che si trovava di fronte a sè prendeva la forma di un’immagine, anche se essa era ancora sfocata e poco riconoscibile. Solo dopo pochi secondi davanti a sè l’immagine della porta della sua cameretta divenne sempre più nitida, anche se la palpebra del suo occhio destro rimase chiusa

    -Signorina Hoshiyama… Signorina Hoshiyama...-

    Senza muovere la testa spostò il suo sguardo verso sinistra dove vide Fang, il cocchiere della famiglia Hoshiyama. Improvvisamente si strofinò gli occhi, cercando di riprendere lucidità su quello che la circondava in quel momento. La ragazza a quanto pare stava dormendo.

    -Ehm... no! Non stavo dormendo! Stavo solo riposando gli occhi...-

    Cercò di mentire ma non potè nascondere l’evidenza. Ultimamente andava a dormire piuttosto presto e non riusciva a stare sveglia più del dovuto. Doveva migliorare anche da questo punto di vista. Fang continuò a parlare attirando l’attenzione della diciottenne.

    -Signorina Hoshiyama... c'è un uomo… chiede di voi.-

    La ragazza guardò negli occhi il giovane cocchiere che rimase lì immobile ad aspettare eventuali ordini.

    -Di me?-

    Di scatto si alzò dalla sedia guardando nel vuoto.

    §Chi sarà?§

    Guardò intensamente la porta di legno della sua camerretta. Dopodichè spostò il suo sguardo verso il corridoio. Era lui? La persona che doveva ostacolarla dall’inizio della missione, richiesta da Tatehiko Kurogane? Ma com’era possibile? Perchè mai bussare dalla porta? Non voleva più incontrare Miyako? Oppure si trattava di un’altra persona? Lanciò uno sguardo serio verso il cocchiere, dopodichè iniziò a camminare velocemente verso la finestra del salotto, seguito dal servitore. Iniziò a guardare fuori dalla finestra, spostando leggermente la lunga tenda.

    -E' lui l'uomo signorina Hoshiyama.-

    -Ma è...-

    §...Shinichi...§

    Stranamente si ritrovò fuori dalla sua porta il sunese che costituì, fino a quel momento, una minaccia per la sua missione. Perchè aveva deciso di presentarsi alla porta come Shinichi Kurogane, quando poteva benissimo prendere le sembianze di qualche cameriera o di Fang? Fece una piccola smorfia dopodichè andò ad aprire senza dire nemmeno una parola.

    -Non abbiamo avuto il piacere prima di oggi. Shinichi Kurogane. Ti darei la mano ma come puoi vedere sono un po' occupate. Vaniglia o cioccolato?-

    Shinichi si presentava proprio come nella foto mostrata dal padre di Miyako. Un uomo abbastanza alto dai capelli neri e dagli occhi grigi. Proprio come se lo aspettava. Forse se lo immaginava più alto ma il suo viso era identico a quello della foto.

    -Shinichi Kurogane...-

    Riuscì a dire solo questo, guardandolo con serietà alzando il sopracciglio, avendo le braccia conserte. Non si aspettava di avere un dialogo direttamente con lui. Anzi si aspettava tutt’altro.

    -Mi sarei aspettata tutt’altro da te...-


    Fece una smorfia per poi continuare in modo divertito. Tutto ciò che stava pensando in quel momento iniziò ad esporlo al suo nuovo interlocutore.

    -Prendere il posto di una delle mie cameriere o di Fang...-


    Si guardò in giro per poi puntare i suoi occhio verso Fang che decise di stare lì ad osservare la scena. Dopodichè guardò il tetto della casa e le varie camere e finestre che da quel punto di vista poteva intravedere.

    -...Oppure saltare all'interno della mia dimora seminando il panico oppure entrando furtivamente...-

    Dopodichè guardò di nuovo Shinich, alzando le spalle per un momento con sguardo sbalordito.

    -E invece hai bussato semplicemente alla mia porta.-

    Scosse la testa in segno di disoprovvazione. Aveva tutte le carte per entrare all’interno di quella casa. Era ancora più confusa. Se sapeva prendere il posto di qualsiasi persona. perchè non l’aveva fatto? Voleva prendersi gioco di Asami oppure non era abbastanza furbo?

    -Ti credevo più furbo, Shinichi.-

    E poi perchè aveva due coni gelato? Voleva corromperla? La ragazza dagli occhi verdi li guardò con aria sospetta dopodichè prese quello alla vaniglia e iniziò a guardarlo. Come aveva fatto a prenderne uno a quell’ora? E perchè quelle poche volte che Asami si trovava a quell’ora per Konoha tutti i negozi erano chiusi? Spostò il suo sguardo verso il volto del sunese per poi parlare.

    -O forse hai usato tutta la tua furbizia per procurarti quei due coni gelato... A quest'ora non c'è nessun negozio aperto...-

    Ora i suoi occhi verde smeraldo puntarono dritti in quelli grigi del sunese.

    -Allora, Shinichi... Cosa vuoi?-
     
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    Post Quinto - Accompagnatrice anti-stalker




    Il Kurogane ascoltò attentamente le parole della giovane genin della foglia.

    Hai pensato proprio a tutte le possibilità tranne questa eh? Mi piace sorprendere le persone, ahahah. Per quanto riguarda il gelato si, mi sono intrufolato in un posticino, ma ho lasciato una lauta mancia per il disturbo. Non sono un ladro. E cosa voglio... beh, voglio semplicemente parlare un po', conoscerci meglio... potresti persino chiamarlo un appuntamento, se vuoi replicò con un sorrisino enigmatico.

    Comunque lo vuoi questo gelato o devo mangiarmeli io tutti e due?

    Indipendentemente dalla risposta della ragazza, avrebbe continuato a parlare invitando la ragazza dagli occhi verdi a sedersi vicino a lui su una panchina vicina.

    Immagino ti abbia assoldato Tatehiko, vero? Per impedirmi di parlare o vedere Miyako... ti sei chiesta per quale motivo? Lei sembra volermi ancora bene, vero? Cosa ti fa credere che ha portato alla rottura nel nostro rapporto?

    Avrebbe atteso una possibile risposta prima di continuare

    Sono stato io a lasciare Miyako. E sai perché? Perché ha tradito la mia fiducia. Ho raccontato a quella ragazza tutta la mia vita, comprese tutte le brutte cose che ho fatto, e ne ho fatte molte, sono sempre stato onesto con lei e Miyako non ha fatto altro che mentirmi ed ingannarmi. Io le ho dato la mia più completa fiducia, e lei l'ha tradita. Quando l'ho scoperto mi sono sentito ferito... distrutto... e decisi di lasciarla.

    Sospirò... Asami poteva chiaramente percepire la sincerità e la tristezza dell'uomo. Uno Shinobi che sembrava così forte, ridotto in quel modo.

    Quando sono venuto a Konoha volevo semplicemente chiudere definitivamente i miei rapporti con Miyako. Fare in modo che sia io che lei potessimo andare avanti. Ma poi... ho visto te.

    Aveva ormai finito il gelato e, se anche Asami l'avesse mangiato, le avrebbe offerto un fazzoletto per pulirsi.

    Vi ho ovviamente seguito durante la giornata, vi ho visto parlare assieme e diventare amiche. E... ho deciso si di dire a Miyako quello che penso ma... voglio dirlo anche a te. Non posso accettare un rapporto basato sulla menzogna come quello che avevo con Miyako, per cui voglio essere sincero. Se vuoi puoi essere tu a dire a Miyako che deve dimenticarmi, e che non la amo più e che non posso accettare il suo comportamento se non vuoi permettermi di parlare con lei. Ma voglio che lei sappia che non potremo mai riconciliarci. Perché... mi sono innamorato di te, Asami.

    Avrebbe lasciato che quella rivelazione si facesse strada nelle orecchie e nel cuore della bella kunoichi della foglia prima di continuare a parlare

    Sei onesta, dolce e gentile. In questa giornata ho imparato a conoscerti e mi sono innamorato di te. E so che non mi conosci o, peggio, hai la testa piena delle menzogne di Tatehiko, ma ti chiedo solo un piccolo piacere: concedimi questa serata per conoscerti meglio e per farti vedere chi sono e, se non mi vorrai, sparirò per sempre dalla tua vita e da quella di Miyako.
     
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    Erano passate 24 ore, o poco più, da quando Tatehiko Kurogane incaricò la giovane kunoichi della foglia nella missione di proteggere sua figlia. Fino a quel momento non ci fu nessun avvistamento dello stalker. La notte arrivò molto presto quel giorno. La luna non era completamente piena ma bastava per illuminare l’interno della villa. Ma quella notte ci fu una sorpresa per la giovane Hoshiyama. Avvisata dal suo servitore Fang, si precipitò alla finestra per osservare l’uomo che chiese di lei. Purtroppo i suo timori divennero realtà quando fuori da quella finestra vide Shinichi. Aveva deciso di uscire allo scoperto. Sciocco da parte sua e la ragazza non riusciva a darsi una spiegazione a tutto ciò. Cosa aveva in mente? Quando aprì la porta lo tempestò di domande. Sperava solo di non svegliare Miyako con la sua voce. Tuttavia, il ragazzo sunese ascoltò le parole di Asami prima di proferire la sua.

    -Hai pensato proprio a tutte le possibilità tranne questa eh? Mi piace sorprendere le persone, ahahah. Per quanto riguarda il gelato si, mi sono intrufolato in un posticino, ma ho lasciato una lauta mancia per il disturbo. Non sono un ladro. E cosa voglio... beh, voglio semplicemente parlare un po', conoscerci meglio... potresti persino chiamarlo un appuntamento, se vuoi-

    -Un appuntamento!?-

    Asami rimase sbalordita dalle ultime parole del ragazzo. Come poteva pensare una cosa simile in quell’occasione? Soprattutto sapendo che che in quella casa c’era anche Miyako. Non si trovava in quella città per lei? E poi perchè voleva parlare con Asami? In quella missione i due erano nemici. Rimase lì a fissarlo senza parole. Fino a quando Shinichi le chiese quale cono gelato aveva intenzione di prendere. La kunoichi di Konoha si limitò a guardarlo alzando un sopracciglio per poi prendere quello alla vaniglia senza dire una parola.


    --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


    C’erano sparsi alcuni libri per la camera. Alcuni trattavano svariati argomenti come storia o arte. Altri (quelli che aveva vicino a sè) trattavano argomenti riguardante il mondo ninja. Stava studiando da poco quelle nozioni. Infatti più che studiare stava leggendo per capirne qualcosa in più. Era così che passava la maggior parte delle sue giornate, facendo credere ai suoi genitori di studiare ciò che loro volevano. Passava così tanto tempo sui libri che la ragazza si vedeva in giro solo in caso di necessità. Proprio come quella volta che scese al pian terreno della villa per prendere un bicchiere d’acqua. Vide il padre osservare fuori dalla finestra con sguardo serio. Anche la ragazza si avvicinò ad essa e a sua sorpresa vide due uomini, vestiti elegantemente, allontanarsi dalla loro villa. Chi erano? Lei non li aveva mai visti.

    -Chi erano quelli?-

    Il padre rispose in modo freddo, senza nemmeno guardare la figlia.

    -Amici di famiglia...-

    Ad una settimana esatta da quell’avvistamento, la ragazza li vide arrivare di nuovo fino a bussare alla loro porta. La ragazza dai capelli rossi era abbastanza irritata dalla loro presenza. Suo padre, stranamente, non lo era. Di solito lui odiava gli ospiti.

    -Di nuovo loro? Ma cosa vogliono!?-

    -Ti ho detto che sono amici di famiglia!-

    Anzi sembrava quasi irritato invece dall’internvento della giovane Hoshiyama. Evidentemente c’era qualche affare in corso ed Asami non voleva a che fare con quel mondo. Così avvisò tutti i presenti che se ne sarebbe tornata nella sua camera.

    -Va bè... io torno a studiare...-

    -ASAMI, torna subito qui!-

    La sua voce tuonò non solo all’interno della casa ma anche dentro la sua testa. Come mai voleva la sua presenza? Aveva deciso di parlare di affari anche in sua presenza? Evidentemente si. Così, come indicato da suo padre, si sedette su una sedia e aspettò l’arrivo degli ospiti. Ne erano due come la volta precedente. Entrambi vestiti elegantemente. Erano quasi uguali, alti 182 cm con capelli corti biondi e occhi azzurri. Uno dei due sembrava molto più giovane dell’altro. Poteva avere una ventina d’anni. Al piccolo gruppo, con sua sorpresa, si unì anche la madre. Gli argomenti che si stavano trattando non parlavano nè di economia né di politica. La ragazza, nel frattempo, osservava fuori dalla finestra. Era una bellissima giornata e doveva sprecarla restando all’interno della villa quando poteva benissimo studiare all’aria aperta. In più si sentiva osservata. Ed era vero. Infatti quando posò il suo sguardo sul ragazza biondo, quest’ultimo la stava osservando. I loro occhi s’incrociarono ma il volto del ragazzo si spostò di scatto sui due uomini. Quando se ne andarono salutarono, con molta gentilezza, l’intera famiglia Hoshiyama. Il padre guardò la ragazza che rimase seduta sulla sedia. Dopodichè l’uomo si indirizzò verso la finestra e cominciò a guardare fuori.

    -Tsk... Asami... la prossima volta… voglio vederti con il vestito più costoso che hai… Sono stato chiaro?-

    Perchè mai la ragazza doveva vestirsi in modo elegante? Chi era quell’uomo? Un cliente? Un socio? Non aveva avuto nessuna risposta ma sapeva soltanto che i due uomini si presentavano, abitualmente, nell’abitazione degli Hoshiyama e la maggior parte delle volte Asami si ritrovava insieme a quel giovane ragazzo parlando del più e del meno. O almeno lui parlava, lei si limitava solo ad ascoltare.

    -Vostro padre mi ha riferito che state studiando parecchio in questo periodo...-

    -Si... E' vero...-

    -Ditemi cosa studiate di così tanto importante?-

    Erano all’interno del giardino, camminando lungo il perimetro. Improvvisamente si fermò in un punto. Tempo fa, quando era ancora una bambina, proprio in quel punto scoprì l’utilità del chakra. Era quello che studiava ogni pomeriggio ma non poteva di certo rivelarglielo. Così inventò cercando di essere credibile alle orecchie del giovane ragazzo.

    -Diverse arti... tra cui anche canto… e ballo...-

    -Canto e ballo! Asami siete una ragazza con del talento…-

    -No, non è vero. Non sono brava in nessuna delle due cose...-

    Ci fu un attimo di silenzio tra i due. La ragazza avevo lo sguardo basso e assente. Non vedeva l’ora di ritornare nella sua stanza. Il silenzio, però, era stato colmato dalla voce del ragazzo entusiasta per quello che stava raccontando.

    -Io in futuro prenderò il posto di mio padre nell'attività di famiglia. Per ora lo aiuto solamente restando al suo fianco.-

    La ragazza, a quelle parole, fece una smorfia per poi rispondere con molto “entusiasmo”.

    -Interessante...-

    -Isao!-

    Per fortuna in quel momento suo padre l’aveva chiamato. Per il ragazzo era il momento di andare. Invece l’aspirante ninja poteva di nuovo essere libera. Entrambi si avvicinarono al padre di Asami, che salutò il ragazzo con una stretta di mano.

    -Signor Hoshiyama, spero di rincontrarvi...-

    Quando lasciò la presa, spostò il suo sguardo sulla ragazza, prendendole la mano, coperta da un guanto bianco, e cercando i suoi occhi verdi.

    -... E spero d'incontrare anche Voi, Signorina Asami...-

    Dopodichè si allontanò. Appena girò lo sguardo, Asami ne approfittò per ritornare di nuovo in stanza. Nessuno l’aveva notato ma stava trattenendo alcune lacrime. Non voleva partecipare più a quegli incontri. Era abbastanza stanca di quella situazione.

    --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    I due shinobi erano seduti su una panchina poco lontano dalla villa. Il vento, abbastanza fresco, accarezzava la candida pelle e i lunghi capelli della kunoichi. Il sunese aveva posto alcune domande all’aspirante medico. Asami cercò di di rispondere in modo efficiente ai quesiti del ragazzo.

    -Tatehiko Kurogane mi ha detto che… tu l'hai presa in giro… stavi con lei solo per l'immensa ricchezza che ha. Ma...-


    Cercò di riassumere ciò che disse il padre di Miyako la sera prima. Ma aveva anche intenzione di dirgli ciò che gli aveva detto Eichiro, cioè che la ragazza, anche se l’aveva lasciato, non si era ancora ripresa dalla loro rottura poichè era stato voluto direttamente da suo padre. Ma secondo le rivelazioni di Shinichi non era stata lei a lasciarlo. Lui aveva chiuso i rapporti con Miyako poichè lei aveva tradito la sua fiducia. Forse per questo motivo Miyako non si era ancora ripresa dalla rottura con lo shinobi. Forse si era pentita? Voleva scusarsi ma non aveva trovato l’occasione? Ma dispiaciuto fu anche il ragazzo che ricordando quella storia assunse un’aria triste. Continuò con la storia dichiarando che si ritrovò a Konoha proprio per parlare con Miyako e chiarire il loro rapporto. Ma fu distratto da qualcos’altro, anzi da qualcun' altro.

    --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    [Le visite dei due uomini avvenivano ogni giorno. Era diventato una specie di appuntamento…
    Come sempre Asami, con i migliori abiti che aveva a disposizione, aspettava, con sguardo spento, nel salotto l’arrivo dei due uomini]


    Per l’ennesima volta, la ragazza fu portata all’interno della sua stanza per prepararsi al nuovo incontro. Se le prima volte doveva essere trascinata con la forza, con il passare del tempo lei stessa si rassegnò. Si limitava a guardarsi allo specchio senza dire una parola, osservando il suo viso trasformarsi solo con l’applicazione di un pò di matita agli occhi, rossetto dal colore chiaro e, infine, i capelli raccolti. Quel giorno il vestito era stato scelto dal padre così come i gioielli. Infatti indossava un lungo vestito color verde chiarissimo di seta. La parte superiore dell’abito, che lasciava scoperte le braccia e le spalle, era ricamato con dei motivi a fiori con la presenza di piccoli frammenti di zaffiro. Inoltre indossava guanti in seta che coprivano fino al gomito, dello stesso colore del vestito, e numerosi gioielli tra cui gli orecchini di pietra di luna regalati da suo padre. Come sempre la ragazza aspettava nel salotto per poi uscire in compagnia del ragazzo. Era passato quasi un anno dalla loro prima visita. Perchè i loro padri insistevano a vedersi? E perchè ogni volta doveva vestirsi in maniera così elegante? Già perchè l’abbigliamento della famiglia era molto diverso dalla moda del tempo e dalle altre famiglie nobili. Ma loro erano conosciuti soprattutto per distinguersi dalla massa. Soprattutto con tutte quelle regole assurde.
    I due ragazzi stavano camminando nel giardino della villa dopodichè la ragazza con gli occhi verdi si accomodò su una panchina in legno. Il ragazzo invece restò in piedi. Da quel punto di vista poteva vedere l’entrata di della sua dimora. Non vedeva l’ora di varcarla. Iniziò a fissarla intensamente. Forse così il tempo scorreva più velocemente. Fu distratta dalla voce del ragazzo che la guardava con la coda nell’occhio.

    -Oggi... siete bellissima, Signorina Asami.-

    §...§

    Il suo sguardo si spostò dalla porta al viso del suo interlocutore. Aveva il volto leggermente arrossato e cercava di nasconderlo con una mano, senza ottenere nessun risultato. Distolse lo sguardo per qualche secondo ma lo riportò di nuovo sulla ragazza, che intanto lo guardò stranita.

    -In realtà avete attirato la mia attenzione dalla prima volta che vi ho vista...-

    Improvvisamente il ragazzo si accomodò di fianco ad Asami che si irrigidì di colpo. E non per il vento freddo che in quegli attimi stava investendo la zona. Spostò la visuale guardando nel vuoto.

    -Avete dei bellissimi capelli...-

    Cosa doveva fare? Scappare o rimanere lì immobile?

    -Però... mi hanno colpito soprattutto i vostri occhi...-

    Il ragazzo portò la sua mano sinistra sulla guancia destra della giovane ragazza e delicatamente. Senza nemmeno accorgersene il suo sguardo si spostò verso gli occhi azzurri del ragazzo. La sua mano era ancora a contatto con la sua pelle candida. Anche la ragazza in quel momento arrossì leggermente.

    -Volevo dirvelo da tempo...-

    Delicatamente, con la mano destra, prese la mano sinistra di Asami. In quegli attimi anche lui la guardava negli occhi, avvicinandosi ancor di più al suo viso. Asami deglutì, forse per il nervosismo.

    -Credo... credo di essermi... innamorato di voi...-


    --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    -[...] Perché... mi sono innamorato di te, Asami.-


    -COSA?-

    Non lasciò lo sguardo dal sunese. Com’era possibile? Come poteva dire una cosa simile? Se le aveva seguite e aveva sentito i loro discorsi, non aveva notato che Miyako indirettamente aveva anche parlato di lui durante i suoi discorsi? Asami era confusa e rimase lì a fissarlo senza dire una parola. Una cosa era certa. Doveva far finire quella pagliacciata. Quella situazione stava diventando piuttosto imbarazzante.

    --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    Dopo la sua dichiarazione il ragazzo biondo avvicinò ancor di più il suo volta a quello di Asami. Gli occhi della Hoshiyama si socchiusero istintivamente. La distanza tra i due si poteva calcolare in centimetri. Aspettò l’arrivo di suo padre o di altre persone così da fermare il giovane. Ma non venne nessuno. Era una situazione imbarazzante ma doveva liberarsi. Lentamente aprì di nuovo gli occhi. In quel preciso istante la distanza fra i due era quasi nulla. I loro visi erano tremendamente vicini. La ragazza spalancò gli occhi. Nessuno era venuta a salvarla. Doveva farlo da sola.

    -NO!-

    Si liberò dalla presa del ragazzo, prendendolo alla sprovvista. Iniziò a correre, alzando leggermente la gonna per un inciampare in essa. Aveva la testa chinata ma sapeva benissimo dove stava andando,anche se le lacrime che aveva agli occhi le impedivano di vedere con nitidezza.

    -Asami!-

    Il ragazzo iniziò a correre verso di lei. Asami poteva sentire i suoi passi. Accelerò il passo per arrivare il prima possibile alla porta di ingresso. Una volta entrata e salite le scale, il suo pretendente non poteva più rincorrerla perchè l’avrebbe fermato dal padre di Asami. E così fu. Aprì velocemente la porta e senza dire una parola salì al piano superiore per andare in camera sua. Una volta entrata in camera appoggiò la schiena alla porta e portò una mano al petto. Respirava affannosamente per la lunga corsa. Era così confusa che non sapeva nemmeno lei cosa pensare. Sapeva solo che, dopo tutto quel tempo, si trovava all’interno della sua stanza. Al sicuro. Per sua fortuna. Si allontanò dalla porta quando qualcuno bussò. Chi la disturbava?

    -Lasciatemi sola!-

    Ma quelle parole furono inutili poichè la porta si aprì.

    -Sono tuo padre, Asami.-

    -Voglio restare sola!-

    Con un gesto veloce sciolse i suoi lunghi capelli rossi. Che cosa voleva? Aveva intenzione di fare una delle sue solite ramanzine alla ragazza?

    -Calmati, Asami…-

    Perchè il padre non aveva rispettato la sua riservatezza? E perchè il suo tono era così calmo? Non era per nulla infastidito della situazione? Per lui era normale la presenza ossessiva dei due uomini? Aveva scoperto che intenzioni aveva il ragazzo dai capelli biondi? Non chiese spiegazioni? Tra tutti quei pensieri ce ne fu uno in particolare che la fece inorridire.

    §Non è possibile...§

    Quell’anno aveva compiuto 15 anni e mancavano pochi mesi per il suo sedicesimo. Come voleva la tradizione della sua famiglia, le ragazze dovevano sposarsi o promesse in sposa. Ora capiva la presenza dei due. E capiva anche la richiesta del padre di vestirsi in modo più aggraziato del solito. I due non erano per niente amici di famiglia e non parlavano certo di affari. Si voltò verso il padre indicandolo con il dito. Nei suoi occhi e, soprattutto nella sua anima, c’era solo rabbia. Aveva scoperto l’obbiettivo del padre ed era inutile mentire.

    -Tu lo sapevi!-

    Il padre la guardò senza dire una parola, quasi per confermare quella supposizione. Schiarì la voce prima di proferire parola.

    -Non è una tragedia. Sai benissimo che un giorno dovrai sposarti… Inoltre hanno abbastanza soldi… non avranno un titolo nobiliare… Ma avresti una stabilità econo...-

    -Non m'interessa!... Come hai potuto!?-

    Tra i due ci fu un lungo silenzio. Nessuno dei due parlava. Si limitavano a guardarsi, senza dire una parola. Poco dopo l’uomo con i capelli rossi uscì dalla stanza ma prima di scomparire dalla vista di Asami si rivolse a lei.

    -... ne riparleremo fra due anni...-

    La ragazza rimase scioccata dall’ultima frase pronunciata dal parente. Cosa le aspettava tra due anni? Un matrimonio a sua insaputa? Lei non voleva sposarsi così giovane. Iniziò a guardare nel vuoto. Non sapeva come uscirne da quella odiosa situazione. Chi poteva aiutarla? Fu portata alla realtà grazie alle urla che stavano avvenendo nel suo giardino. Chi stava facendo tutto quel baccano? Si avvicinò velocemente alla finestra della sua stanza. Da lì poteva vedere chiaramente i due uomini discutere animatamente con il padre di Asami. Purtroppo non riusciva a capire cosa stavano dicendo. Ma fu il padre a cacciarli dalla villa Hoshiyama.

    -Asami...-

    Lei la conosceva questa voce. Era gentile e, forse, anche piena di tristezza. Come la tristezza che Asami stava provando in quel momento. Era distrutta. Forse ci volevano giorni o persino settimane per riprendersi e cercare di dimenticare quella vicenda.

    -Lasciami in pace...-

    Ma la madre di Asami non ascoltò le parole della figlia. E anche lei, come il marito, entrò nel suo rifugio. Si avvicinava lentamente alla ragazza. Ma, quando improvvisamente la figlia iniziò a parlare questa si fermò. Voleva ascoltarla, come aveva sempre fatto.

    -Per… perchè?... Io… non... me lo merito...-

    Già perchè gli era toccato quest’orrendo destino? Solo perchè era nata all’interno di una famiglia in cui le donne non avevano parola? Una famiglia che, secondo le usanze, raccomandava di far sposare le esponenti femminili della famiglia in un’età giovane. Dove le donne Hoshiyama servivano solo per far nascere i nipoti e allargare la famiglia. Era davvero questo il suo destino? Desiderava tanto visitare l’intero continente. Ma una volta sposata poteva viaggiare o doveva restare chiusa in casa come sua madre? Già sua madre aveva passato questi momenti prima di lei. Perchè non aveva fermato la folle idea del padre? Lei era contenta di vivere in quella situazione dove non aveva quasi nessun diritto? E inoltre…

    -Anche il vostro è stato un matrimonio...combinato?-

    -No, Asami. Noi... ci siamo innamorati con il passare del tempo...-

    Perchè doveva subire tutto questo? Non poteva innamorarsi come sua madre? Era tanto necessario far sposare la loro unica figlia così presto? Perchè non riuscivano a capire il dolore della figlia?

    -Asami... Non succederà.-

    -Ma... Lui... ha detto fra due anni!-

    -Asami... fidati di me... non succederà...-

    La donna cercò di calmarla con delle parole rassicuranti. Ma Asami non voleva restare un minuto di più in quella casa. Il suo obbiettivo era un giorno saper padroneggiare il chakra e utilizzarlo per curare qualsiasi essere vivente. Ma non aveva futuro in quella dimora. Dove doveva andare? Improvvisamente ricordò la presenza di suo zio nella città di Konoha. Lui si era trasferito nel villaggio della foglia per ampliare il suo commercio. E, per sua fortuna, lui non era come suo padre. Infatti lui stesso criticava vari comportamenti della sua famiglia. Poteva trasferirsi a Konoha e studiare tranquillamente senza nascondersi.

    -Lasciami sola, per favore...-

    Doveva scrivere una lettera per avvisare il parente della sua scelta. Prima però mandò via la madre che se ne andò lasciando la ragazza da sola. Prima di scriverla si era assicurata di essere sola per poi prendere un foglio di carta, l’inchiostro nero e la piuma d’oca, che utilizzava per scrivere. Scrisse una breve lettera. Forse era un pò confusionaria. Ma in quel momento stava esprimendo i suoi pensieri.


    CITAZIONE
    Caro Zio Bumi,
    Tempo fa mi avevi detto di inseguire i miei sogni.
    Oggi ne ho uno: vorrei venire lì a Konoha. Visitarla. Viverci.
    Solo a Konoha posso diventare una kunoichi.
    Lo so. E' un gesto azzardato... ma tu sei
    il solo a potermi capire.
    Spero di avere, nel bene e nel
    male, un tuo appoggio morale.
    Un abbraccio,
    Asami

    Una lacrima bagnò la lettera che venne chiusa in una busta bianca, dove fu scritto il nome dello zio. Uscì dalla camera e fermò la prima cameriera che vide. Utilizzò un tono arrogante, quasi minaccioso, anche se nel suo volto si potè leggere solo tristezza.

    -Manda questa lettera a Konoha!-

    -Signorina Asa...-

    -NON DISCUTERE! E' UN ORDINE!-

    -Si, signorina Asami.-

    Dopo quel giorno fecero visita nella villa Hoshiyama altri pretendenti. Ma la ragazza dai capelli rossi li rifiutava tutti, pronunciando un semplice “No”.

    --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


    Non credeva che aveva attirato l’attenzione di uno shinobi. Era senza dubbio una bella ragazza. Ma lei credeva di essersi allontanata dal mondo che la circondava fino a qualche mese fa. Invece era perseguitata. All’inizio rimase sbalordita dalla dichiarazione del sunese. Non riusciva a capire cosa lo aveva colpito di lei. Spostò il suo sguardo nel vuoto. Non voleva credere alle sue orecchie. Poi, però ricordò le parole di Tatehiko. Magari voleva solo ingannarla.
    Improvvisamente la ragazza iniziò a ridere sotto i baffi per poi esplodere in una risata vera e propria.

    -AHAHAHAHAHAHAHA...-

    Contniuò a ridere a crepapelle spostando il suo sguardo verso il cielo notturno e le stelle. Quando finì di ridere il suo volto si fece serio e iniziò ad osservare un gruppo di stelle che disegnavano una piccola linea dritta. Poco dopo spostò il suo sguardo verso Shinichi. La ragazza rimase seria, guardando negli occhi del ragazzo. Portò la sua mano destra sotto al mento di lui.

    -Sei un bel ragazzo... Shinichi… su questo non ci sono dubbi...-

    Era sincera. Il suo volto l’aveva colpito anche quando il padre della ragazza che doveva proteggere gli aveva fatto vedere la sua foto. Ma non poteva ferite i sentimenti di Miyako. In più durante quella missione, anche in quell’occasione, Shinichi rappresentava solo un nemico per Asami.

    -Ma tu non mi conosci... e non dovrai farlo…-

    Fece una breve pausa per poi lasciar andare la mano dal suo mento.

    -Vieni!-

    Improvvisamente prese la mano del l’uomo e iniziò a trascinarlo con forza. Non avrebbe risposto ad eventuali domande poichè era persa nei suoi pensieri. Arrivarono nelle vicinanze della villa. Dopodichè la genin di Konoha iniziò a parlare. Il suo tono di voce era deciso ma era evidente che, anche se non lo stava guardando in faccia, quelle parole erano indirizzate a Shinichi.

    -Indirettamente Miyako ha parlato di te tutto il giorno...-

    Oltrepassarono il piccolo cancello della villa per poi percorrere il grande giardino. Era quasi infastidita dalla sua presenza ma soprattutto dalla sua dichiarazione. Non pensava minimamente ai sentimenti che Miyako provava ancora per lui.

    -Lei è ancora innamorata di te… Non la ferirei mai.-

    La ragazza spalancò la porta d’ingresso della villa. Non c’era nessuno e tutto taceva. Si sentivano solo i loro passi. Attraversarono il corridoio velocemente senza, fortunatamente, svegliare la madre. Davanti alla porta della sua camera c’era Fang. Avrebbe lasciato subito la postazione non appena avrebbe visto i due ninja. La ragazza avrebbe lasciato la mano del sunese per poi guardarlo negli occhi.

    -Tatehiko mi ha raccomandato di non farvi incontrare ma io ti lascerò parlare con lei. Hai detto di essere una persona onesta… Bene! Ora puoi dire a Miyako quello che pensi.-

    Forse l’accademia l’avrebbe richiamata in futuro per questo suo gesto sconsiderato, andando contro la richiesta del cliente. Ma almeno i due avrebbero chiarito i loro sentimenti...

    Edited by Zakira - 6/9/2016, 17:16
     
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    La fine dei giochi

    Post Sesto - Accompagnatrice anti-stalker




    Quasi confuso Shinichi si fece trascinare da Asami all'interno della casa, mentre tra se e se, solo una parola rimbombava nella testa.

    Cazzo, cazzo, cazzo... questa non me l'aspettavo... rischia di rovinare tutto!

    Una brutta sorpresa avrebbe atteso i due non appena Asami aprì la porta. Di fronte a loro si trovavano un altro Shinichi che stava parlando con Miyako. Il che sarebbe stato quasi normale, se non fosse che la ragazza stava in piedi di fronte a lui!

    Cazzo mormorò il Kurogane che già si trovava nella stanza, e che doveva essere entrato dalla finestra.

    Già disse quello che si trovava con Asami.

    Facciamo una cosa a quatt..? disse, preso in contropiede lo Shinichi alla finestra, prima di sparire in una nuvola di fumo.

    Ahahahah devo ammettere che mi hai giocato. Non mi aspettavo una cosa del genere, Asami. Mi fa piacere però vedere che sei stata una buona amica per Miyako. E come puoi vedere, già puoi capire il motivo per cui ti ho detto che Miyako ha tradito la mia fiducia ed ha dimostrato che non mi posso fidare di lei.

    In effetti Asami avrebbe capito che, per tutto il giorno, Miyako non aveva fatto altro che raggirarla con la sua finta disabilità.

    Asami... posso spiegare replicò la sunese, visibilmente mortificata per l'accaduto.

    Si sarebbe seduta sul letto, invitando la kunoichi di Konoha a sedersi di fianco a lei, con lo sguardo fisso al suolo.

    Devo delle spiegazioni disse A tutti e due. Partirò dall'inizio, quindi non interrompermi se si tratta di cose che sai già, Shinichi. Non so se mi potrete perdonare ma, almeno, sarà tutto chiaro.

    Nonostante si stesse facendo forza si intuiva che stava piangendo.

    Il nostro clan è particolare in quanto, pur possedendo l'abilità innata del magnetismo, essa non si manifesta in tutti noi. Ed in alcuni si manifesta in modi diversi rispetto ad altri. Io sono una di questi. Io posseggo un'abilità più unica che rara, persino all'interno del clan Kurogane. L'abilità innata della Sakin, la sabbia dorata, del quarto kazekage.

    Mentre parlava Asami avrebbe potuto notare come uno dei gioielli di Miyako, che aveva lasciato su una credenza li vicino prima di mettersi a dormire, si stesse polverizzando diventando una sottile polvere d'oro che iniziò a volteggiare attorno a Miyako, prima di condensarsi in una piccola sfera che avrebbe fatto posare sulle mani di Asami.

    Non è molto, ma spero che possa ripagarti del disturbo che ti ho causato, Asami. Sappi che ti considero davvero come una delle mie amiche più care.

    Avrebbe quindi spiegato, come se ce ne fosse bisogno, dei grandi pericoli che correva il possessore di una simile abilità: chiunque avrebbe desiderato sfruttarla per i propri scopi.

    Mia madre è morta di parto e quindi sono rimasta sola con mio padre, che a causa delle mie abilità è diventato ossessionato dal proteggermi. Quando divenni abbastanza grande per comprendere l'entità e la pericolosità di questo potere decisi, consigliata da lui, di far finta di essere paraplegica e di non lasciare mai la casa per via di una salute cagionevole. In questo modo sarebbe stato molto più difficile per qualcuno rapirmi ed usarmi per i miei scopi. Ovviamente uno dei metodi migliori per proteggermi era avere una certa sicurezza economica, tuttavia mio padre non è mai stato una cima negli affari. E quindi decise di chiedermi aiuto. Che cos'era poi, un po' di oro, per mio padre?

    Proseguì il racconto, parlando di come nel corso degli anni suo padre avesse sempre fatto più affidamento su di lei e sulla abilità innata, fino a divenire posseduto dall'avidità ed ossessionato da lei. Con una fonte inesauribile di oro è facile essere l'uomo più ricco del mondo, anche se sei un incapace. Raggiunta un'età adatta il clan decise che la sua abilità era talmente indispensabile che iniziò ad eseguire diversi test per cercare di trovare qualcuno con dei geni compatibili.

    Qualcuno che... accoppiandosi con me e pronunciò quella parola con particolare disgusto Potesse garantire dei figli con l'abilità innata della sabbia dorata. E fu così che, dopo innumerevoli test, venne scelto Shinichi. C'era solo un problema...

    Ero sparito dal villaggio, rapito da mia madre e creduto morto.

    Esatto. E' per questo che Aizen-sama incaricò Shu Akasuna, un ninja del villaggio in missione segreta nei territori esterni all'accademia, di rintracciarti. Lui ci riuscì e tu fosti ricondotto al villaggio, anche se il vero motivo ti venne tenuto segreto.

    Non... non lo sapevo. Credevo volessero solo ritrovare un membro della famiglia... ed invece...

    Sei sempre stato solo un toro da monta, per loro disse lei, scoppiando in lacrime. Capisci perché non volevo dirtelo? E'... degradante. Questa notizia ti avrebbe distrutto...

    Non essere sciocca replicò lui portandole un braccio attorno alle spalle, e stringendola a se Sono sopravvissuto a ben di peggio. E questo spiega molte cose...

    Già. Una volta che Shinichi tornò al villaggio della sabbia venne deciso che io avrei iniziato a frequentarlo. Sono una bella ragazza, e non mi sarebbe stato difficile farlo innamorare di me e... farmi ingravidare. Al tempo facevo tutto quello che mi diceva mio padre, credendo fosse la cosa migliore per me e... accettai di ingannarti. Credevo sinceramente che non ci potesse essere destino migliore per noi due. Tuttavia... col tempo... sono stata io ad innamorarmi di te. E non me la sono sentita di renderti partecipe di questo inganno. Ho sempre allungato i tempi. Mentito a mio padre. Sognavo di diventare anch'io una kunoichi e di viaggiare per il mondo, vedere posti nuovi. E poi... poi c'è stato quell'incidente. Quello in cui hai perso le tue capacità.

    Shinichi si rabbuiò, ripensando a quei momenti. Uno dei momenti più tragici della sua vita.

    Quella sera, quando mi hai detto che mi ami, non riuscivo a crederci dalla gioia. Per un momento, per quella sera, mi sentivo finalmente libera. E felice. E' stata l'unica volta in cui ho pensato solo ed esclusivamente a me stessa, senza preoccuparmi delle conseguenze. Pensavo che non ci sarebbe stato nulla di male se ci fossimo amati. Il clan avrebbe avuto le sue piccole macchine d'oro e noi due saremmo stati felici... ma poi...

    Poi mi sono reso conto della verità. Che mi avevi sempre mentito riguardo alla tua paralisi. E che mi nascondevi anche qualcos'altro. Questo terribile segreto.

    Si. E mi hai lasciato. Ma non ti ho odiato, in quel momento. Pensavo che fosse giusto così. Tu mi hai detto tutto di te, tutte le cose che hai fatto anche quelle così brutte che non volevi ricordare... ed io ti ho tradito. Ti ho mentito. E non sono mai stata onesta con te. Fino ad ora. Ora sai la verità. Cosa vuoi fare, Shinichi?

    Cosa voglio fare? Cosa posso fare? Non... non lo so... devo... pensarci... Uff... su una cosa direi che dobbiamo essere d'accordo tutti e tre. Questa conversazione non è mai avvenuta. Io non sono mai stato qui. Io non so nulla. Se Aizen sapesse che tu mi hai rivelato queste cose... tremo al solo pensiero. Se lui e Tatehiko hanno programmato le nostre vite fino a questo punto... non oso pensare fino a che punto potrebbero spingersi se sapessero che i loro piani sono andati in fumo. Troverò un modo per risolvere tutto Miyako. Non saremo più fidanzati... ma ti voglio comunque bene. E anch'io ho un conto in sospeso con loro. Non la passeranno liscia...

    Aspetta! non fece neanche in tempo a dire quella parola che Shinichi sparì in una nuvola di fumo

    Un'altro clone... stupido Shinichi... non sai la cosa più importante... perché non ascolti mai?! avrebbe quindi ripreso a piangere e, se Asami fosse stata ancora presente e le avesse chiesto cosa c'era ancora da rivelare lei le avrebbe risposto.

    L'idiota avrebbe detto fra le lacrime Non ha pensato che quella sera... abbiamo fatto l'amore e... sono incinta Asami. Di Shinichi. Sono due gemelli...


    CITAZIONE
    OT

    Ultimo post! Concludi pure la giocata come più preferisci :D

    Mi ha fatto molto piacere ruolare con te e non vedo l'ora di giocare ancora con te ed Asami ^_^

     
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    Parlato Asami
    Pensato Asami
    Parlato Miyako
    Parlato Shinichi


    Dopo la dichiarazione del sunese la situazione, secondo il punto di vista di Asami, stava diventando imbarazzante. Anche perchè dopo le parole di Tatehiko e Miyako non poteva fidarsi di Shinichi, anche se sembrava piuttosto provato. Ma per risolvere la situazione tra i due, la ragazza decise di far incontrare i due ragazzi contro il volere del richiedente. Cosa aveva appena fatto? Cosa rischiava? Il suo grado genin? Doveva ritornare a studiare sui banchi dell’Accademia come studente? Questo non poteva saperlo ma ormai la decisione era stata presa. Non poteva più tornare indietro poichè aveva iniziato a trascinare il ninja all’interno della sua dimora. Si era fermata davanti alla sua stanza, che per quella notte era diventata di Miyako. Con molta tranquillità la ragazza aveva dato piena libertà allo shinobi della sabbia di parlare con Miyako. Ma era rimasto lì fermo. Cosa stava aspettando? Non aveva il coraggio di parlarle? Eppure il giovane aveva molte cose da dire. Aveva fatto molti chilometri per niente? La ragazza fece un mezzo sorriso e scosse la testa.

    -Miyako è qui. devo portarti io!?-

    Senza nemmeno aspettare la sua risposta, si avvicinò alla porta della sua stanza e l’aprì senza bussare. Ma non per maleducazione ma per far finire in fretta quella pagliacciata. Aveva uno sguardo abbastanza tranquilla anche se dentro di se non era contenta della presenza di Shinichi. E non era nemmeno contenta di aver fatto il suo gioco. Anche se si era presentato personalmente dalla ragazza dai capelli rossi, era comunque riuscito a raggiungere il suo obbiettivo. Ma ormai era tardi per tornare indietro perchè la porta era completamente aperta e la ragazza aveva appena varcato la soglia, entrando all’interno della camera. Ma improvvisamente si fermò di colpo, osservando con sorpresa la scena di fronte a se. Gli si gelò il sangue e il suo respiro si bloccò per qualche istante. Un personaggio a lei molto noto si trovava all’interno della sua stanza. Ma chi era?

    §!?§

    La figura aveva capelli neri, gli occhi grigi e abbastanza alta. Sembrava Shinichi. Era Shinichi. Ma com’era possibile? Perchè c’erano due Shinichi? Come aveva fatto ad entrare? Era una copia o l’originale?

    -Shinichi…?-

    La sua voce era debole, con un tono interrogativo ma anche incredulo per quello che stava vedendo. Ma le sorprese non erano finite. Shinichi in un modo o nell’altro era riuscito ad ingannarla ed era riuscito a raggiungere il suo obbiettivo: Miyako. Già la sunese che in quel momento aveva si trovava già all’interno della sua stanza. In teoria doveva trovarsi sotto le coperte. Invece per quale motivo si trovava di fronte al ninja in piedi? Quando la vide rimase ancora più scioccata. Cosa significava? Aveva mentito tutto il tempo? Le parole di Shinichi erano riferite a quel segreto? In quel momento la ragazza dai capelli rossi non provò nessuna emozione. Oppure ne furono così tante che decise di non provarne nessuna. Si limitò a fissare la ragazza. Era lei? Purtroppo si e quando realizzò la situazione urlò il suo nome,quasi come un rimprovero.

    -MIYAKO!!??-

    Shinichi iniziò a parlare ma la genin non lo ascoltò. I suoi occhi erano puntati sulla sunese, dimenticandosi della presenza dell’intruso. Perchè aveva mentito alla Hoshiyama per tutto questo tempo? Aveva paura di una sua reazione? Suo padre lo sapeva? E Shinichi come l’aveva scoperto? C’era un tornado di emozioni nel suo animo ma nonostante ciò non riusciva a comprendere quello che aveva fatto.

    -Ma… ma… ma com’è... possibile…-

    Balbettava mentre spostava lo sguardo tra Miyako e lo shinobi della sabbia. Come aveva fatto a mentire tutto quel tempo? D’istinto, durante l’arco della giornata, non aveva voglia di camminare tra le vie di una città che non aveva mai visto? In casa usava la sedia a rotelle oppure anche i servi conoscevano il suo segreto? Sapeva anche dell’arrivo di Shinichi? Come poteva fidarsi ancora di lei? In quel momento provava solo rabbia poichè si sentiva preso in giro da lei e anche da Shinichi che aveva distratto Asami per incontrare di nascosto la ragazza.

    -Miyako, Perchè mi hai mentito!?-

    -Asami... posso spiegare-

    Cosa doveva spiegare? La sua finta paralisi? La ragazza guardò Miyako che dal tono di voce sembrava abbastanza mortificata. Si era seduta sul letto invitando anche ad Asami a sedersi. Ma la kunoichi non lo fece. Aveva deciso di rimanere in piedi curiosa di sapere cosa cosa stava per raccontare. La guardava dall’alto mentre l’altra, forse per la vergogna, rimase con lo sguardo basso. Forse era talmente pentita di ciò che aveva fatto che non aveva nemmeno la forza di guardare negli occhi i due shinobi. La ragazza aveva chiesto a Shinichi di non interrompere il discorso prima di iniziarlo. Adesso stava piangendo anche se si sforzava di trattenere le lacrime.

    [...]

    Il clan Kurogane, come raccontato da Miyako, aveva la capacità innata del magnetismo. Ma alcuni esponenti del clan non avevano questa abilità innata oppure si manifestava in un’altra forma: la sabbia dorata.

    -La sabbia… dorata?-


    E Miyako aveva sviluppato questa rarissima particolarità. Mentre raccontò questo aneddoto una scia di polvere d’oro iniziò a muoversi intorno alla sunese.

    §Ma che…?§

    Dopdichè di condensò fino a diventare una piccola sfera dorata. La ragazza d’istinto iniziò a guardare l’oggetto e avvicinò la mano, lentamente. La sfera si posò sul palmo della mano. E così era questa l’abilità innata della ragazza. Muovere e modellare l’oro a suo piacimento.

    -Non è molto, ma spero che possa ripagarti del disturbo che ti ho causato, Asami. Sappi che ti considero davvero come una delle mie amiche più care.-

    §...§

    Asami non aveva bisogno nè di soldi nè di oro o gioielli preziosi. Lei non si era disturbata per niente perchè stava svolgendo una missione. Era il suo lavoro. E non era di certo un disturbo. Ma forse il dono che aveva appena ricevuto era per la gentilezza che Asami aveva avuto nei suoi confronti. Anche se non la conosceva, la genin di Konoha aveva fatto di tutto per trattarla nel modo più amichevole possibile. E ci era riuscita. Forse perchè negli anni precedenti non aveva mai avuto il modo di conoscere persone nuove. Questo però non gli aveva impedito di sviluppare un carattere allegro.
    La ragazza di Suna continuò il suo discorso. Avendo la capacità di poter modellare un materiale così prezioso, la ragazza poteva essere sfruttata dai più avidi mercanti. Fortunatamente il padre pensò di proteggerla fin dall’inizio e con il passare del tempo Tatehiko decise d’inventare questa malattia così da tenerla sempre in casa. Ma dopo poco fu il padre stesso a sfruttare questa sua abilità arricchendosi, grazie all’oro prodotto. Per il clan, quell’abilità era così indispensabile che avevano deciso, come succedeva in tutte le famiglie nobili, il futuro della ragazza. Il suo destino era quello di generare degli eredi con questa particolare abilità innata. Era Shinichi il prescelto, che aveva geni compatibili con quelli di Miyako per generare i figli tanto desiderati dal clan. Ma in quel periodo non si trovava all’interno del villaggio. Tempestivamente fu riportato all’interno del villaggio da Shu Akasun,un ninja del villaggio. Dopodichè i due iniziarono a frequentarsi,fino a quando Shinichi non scoprì l’inganno di Miyako e la lasciò.

    -Si. E mi hai lasciato. Ma non ti ho odiato, in quel momento. Pensavo che fosse giusto così. Tu mi hai detto tutto di te, tutte le cose che hai fatto anche quelle così brutte che non volevi ricordare... ed io ti ho tradito. Ti ho mentito. E non sono mai stata onesta con te. Fino ad ora. Ora sai la verità. Cosa vuoi fare, Shinichi?-

    -Cosa voglio fare? Cosa posso fare? Non... non lo so... devo... pensarci... Uff... su una cosa direi che dobbiamo essere d'accordo tutti e tre. Questa conversazione non è mai avvenuta. Io non sono mai stato qui. Io non so nulla…-

    La genin di Konoha era d’accordo con il sunese. Non voleva nè essere richiamata dall’Accademia nè mettere nei guai Miyako. Sia Shinichi che Asami volevano proteggere la ragazza da coloro che avevano programmato la sua vita, cioè suo padre e un certo Aizen. Shinichi finì il suo discorso dichiarando di voler trovare una soluzione in tutto questo. Dopodichè sparì in una nuvola di fumo.

    -Aspetta!-

    -E’... sparito.-


    Ma a quanto pare non era sparito. Si trattava di un’altra copia come aveva precisato Miyako. Lei conosceva bene Shinichi e, molto probabilmente, non era la prima volta che usava quel trucchetto. La sunese però aveva altro da dire allo shinobi della sabbia. Iniziò a piangere davanti ad Asami, che rimase lì immobile. Quale altro segreto nascondeva? Asami come poteva consolarla?

    -La cosa... più importante? Perchè... cos’è successo?-

    -L'idiota. Non ha pensato che quella sera... abbiamo fatto l'amore e... sono incinta Asami. Di Shinichi. Sono due gemelli…-

    -D-due gemelli!?-

    La ragazza s’irrigidì di colpo e restò a fissarla, con bocca e occhi aperti. Fece cadere anche la sfera d’oro dalla sua mano destra, che iniziò a roteare fino a fermarsi in un punto imprecisato della camera. Gli occhi della Hoshiyama erano tutti puntati su di lei. Non guardava nient’altro. Oltre a Shinichi, qualcun’altro non lo sapeva? Perchè non glielo disse alla prima occasione? Suo padre ne era a conoscenza? L’aveva scoperto da poco? Da quanto tempo era incinta? Tutte domande inutili poichè ormai l’interessato era già andato via. Era l’unica che poteva calmarla in quel momento. Ma come? Cosa doveva dirgli per non ferire i suoi sentimenti?

    -Comunque Miyako…-

    Iniziò il discorso pronunciando il suo nome. Questa volta però decise di sedersi di fianco a lei, sul lettino. La guardava anche se era impegnata a piangere. Piangeva per i due figli che aveva in grembo? Per il segreto che aveva nascosto a Shinichi? Perchè in quella mattinata aveva mentito anche Asami, pensando quindi di perdere la sua amicizia? Oppure ripensava a ciò che aveva subito dal clan per tutti questi anni?

    -... nonostante ciò io ti perdono. In fin dei conti sei stata manipolata da tuo padre e dal clan… La colpa non è la tua...-

    Miyako non doveva sentirsi in colpa. Asami la capiva benissimo in quel momento. Lei stessa doveva sposarsi sotto il volere del padre, forse per ragioni economiche. In quel momento solo lei poteva capire ciò che stava provando. Forse era delusa dal padre e dal clan e si sentiva in colpa con se stessa poichè in tutto quegli anni aveva mentito a una persona a lei cara. Ma evidentemente le emozioni erano troppe per reggerle tutte insieme. Asami poteva dargli solo un consiglio.

    -Io posso darti solo un consiglio: contatta Shinichi al più presto. Lui deve sapere della tua gravidanza…-

    Potè sembrare una soluzione banale ma fu l’unica cosa che gli venne in mente. Per ricontattarlo poteva chiedere l’aiuto dei suoi servi così da tenere il segreto lontano dalle orecchie di suo padre.

    [...]

    Come concordato con Shinichi la ragazza non disse nulla a nessuno, nemmeno a sua madre. Doveva continuare la sua missione, cioè portare la ragazza ad Oto. Anche se Shinichi aveva fatto la sua comparsa la sera prima, per la kunoichi della foglia fu un viaggio lungo e pieno di attenzioni rivolte alla sunese. Non solo per il suo stato d’animo ma, soprattutto, per i suoi futuri figi.


    CITAZIONE
    Ultimo post! :riot:
    Ti ringrazio della role. MI è piaciuta un sacco! :sisi:
    A presto! ;)
     
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11 replies since 17/7/2016, 19:45   218 views
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