Soma, SomatosQuest A

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +3   Like  
     
    .
    Avatar

    Jotty2Hotty

    Group
    Fan
    Posts
    1,341
    Reputation
    +703

    Status
    Anonymous

    Soma, Somatos


    Quest A, Parte III







    Aveva ricevuto molti ospiti in passo. Meno, in tempi più recenti, ma sempre più di quelli che avrebbe dovuto. Questo luogo, dimenticato dagli dei e fortunatamente ignorato dagli uomini, aveva ancora molte storie da raccontare, per coloro che avessero avuto qualcosa in più di semplice coraggio, per introdursi al suo interno.
    Il laboratorio sotterraneo del S.O.M.A. situato circa a metà strada tra Kiri e Konoha, nell'oceano, aveva visto due spedizioni congiunte dai due villaggi, in due momenti diversi. La prima volta questo luogo era stato sottovalutato, e le sue sale si erano macchiate del sangue di due persone, che avevano stupidamente accompagnato un giovane Keiji. La seconda volta i turisti erano stati più fortunati, nessuno era rimasto indietro, ma nessuno era riuscito ad andare avanti, e i segreti del laboratorio sottomarino erano rimasti appunto, segreti. Il corpo di Ryo, terribilmente mutato a causa delle influenze di qualunque cosa abitasse quel posto, giaceva mutilato a terra, in pochi centimetri d'acqua, e lì stava marcendo. Il corpo di Torke invece era scomparso negli abissi sottomarini assieme a tutto il reparto medico. Per quanto i ninja sapessero, la roccaforte subacquea restava sempre lì, placida in attesa di ingurgitare altri visitatori. Adesso uno di questi visitatori era il capo di un villaggio, e forse qualcosa avrebbe fatto. Il S.O.M.A. era un edificio, per quanto terrificante e abbandonato, ma sempre un edificio, quindi non aveva capacità in senso stretto, eppure chiunque lo avesse visitato, non avrebbe mai più dimenticato le ferite della mente che quel luogo gli aveva inflitto. Di tanto in tanto, in un suono, in un incubo, si riaffacciava il ricordo di quel posto nella mente di chi vi aveva messo piede, e non avrebbe mai smesso.
    Sebbene il riaffacciarsi in superficie fosse la sensazione più bella, per chiunque avesse respirato l'aria fetida del laboratorio, continuare a pensare di tornarci sarebbe stato un chiodo fisso nella mente di colui che una volta era Keiji.


    [...]

    Il volto di Ryo, dilaniato dalla spada del Kiriano avrebbe svegliato di soprassalto il Mizukage, lasciandolo molto poco a suo agio nel resto della nottata. I suoi pensieri si erano soffermati più volte su quel ricordo, ma mai in maniera così vivida. Per un momento gli era sembrato di soffocare, come se il metallo che componeva ora il suo corpo non fosse presente, e si trattasse sempre del suo vecchio io, bloccato là sotto, con l'altro ninja della foglia sulle spalle mentre scappava dal reparto medico che gli stava collassando sotto i piedi, poco prima di abbandonarlo e salvarsi la vita. Forse i rimpianti, fosse la sofferenza di ripensare a quel luogo, a si suoi suoni e le sue immagini, o forse l'idea di stare ospitando il figlio a Kiri proprio in quel periodo, o l'assenza di Akira del villaggio, scomparso da un pezzo, tutte queste cose gli avrebbero impedito il sonno.

    Ricordava solo un dettaglio. Una mappa, un disegno, la struttura di quell'edificio, così enorme, eppure ancora da svelare. E nonostante ci pensasse, non riusciva a ricordare dove avesse visto una mappa simile. Nonostante questo era come convinto. Ne conosceva la struttura, e voleva saperne di più, al punto da diventarci matto.



    Offgame
    Benvenuti, Kensei chiamerà i partecipanti e spiegherà loro la situazione.
    Prima di prendere parte, ricordatevi che il Soma è situato a grande profondità e in caso di danneggiamento della struttura, se i personaggi finissero all'esterno, verrebbero schiacciati dalla pressione.


     
    .
  2.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,612
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    Ritorno negli Abissi


    Prologo


    Atto I
    Insonnia dilaniante †



    Ero solo in un luogo evidentemente a me familiare ma che non riuscivo a cristallizzare, a focalizzare dovutamente nella mia testa: un corridoio, pieno di cadaveri e sangue. Una patina d'acqua copriva il pavimento del corridoio, le luci erano sostituite da dei giganteschi fuuinjutsu luminosi sulle pareti - alcune delle quali, anch'esse, coperte di sangue.


    Il silenzio in quel luogo era un alone misterioso, effimero e fugace. Ogni pochi istanti, infatti, rumori agghiaccianti di catene, acciaio, vetri infranti e gelide grida di morte, dolore e sofferenza si levavano nell'atmosfera, ghiacciando il sangue di chiunque potesse udirle. Continuavo a camminare a passi lenti, guardingo, mentre la voce andava e veniva, ad intermittenza, limitando la mia capacità di visione ed orientamento.
    D'un tratto poi, ci fu un istante più lungo di buio. Quando la luce tornò, davanti a me stava un volto cadaverico, dilaniato dal taglio di una spada, sfigurato e in putrefazione.
    Aprii gli occhi di scatto, rendendomi conto d'essere sempre in fase di meditazione, appeso al soffitto con le catene, al solito, nella Magione Kenkichi, sudato intinto, con il cuore che correva all'impazzata. Rilasciai il chakra, lasciando che il meccanismo che mi teneva in sospensione in aria mi ponesse a terra, sopra le mie protesi che si agganciarono rapidamente emettendo il loro caratteristico suono. Inserii anche il mio arto sinistro prima di rivestirmi rapidamente e dirigermi verso l'Amministrazione. Era notte fonda ma il lavoro, quel giorno, doveva già cominciare.

    Giunto nel mio ufficio iniziai a scrivere tre lettere. La penna di Itai, il cui inchiostro era adesso stato sostituito da un candido composto dorato, scorreva rapidamente sulla ruvida carta color pece che ormai ero solito utilizzare per le comunicazioni ufficiali kiriane. Erano tre inviti diretti rispettivamente a Sho Saitama (Kagome?) , Youshi Tokugawa e Akira Hozuki. Con la lucidità della veglia, infatti, ero riuscito a capire quale fosse il luogo che stavo vedendo in sogno: era quella tomba d'acqua sottomarina che avevo visitato in un altro tempo assieme a due ninja di Konoha che, tuttavia, mai riuscirono ad uscire da quel luogo. Sho era stato convocato esattamente per quel motivo: rapprensentava Konoha, rappresentava quella parte della missione originaria che era lecito e dovuto partecipasse. Youshi rappresentava le speranze passate: lo stavo convocando per metterlo, ancora una volta, alla prova. Era un ninja capace che, probabilmente, non si sarebbe fatto atterrire da quel clima terrificante. Ed aveva ancora qualcosa da dimostrarmi e qualcosa da farsi perdonare. E poi c'era Akira: il compagno di sempre, il ninja col quale tutto il mio potenziale distruttivo in battaglia usciva fuori. La parte bianca della mia nera anima.
    Sigillai con cera cremisi le tre lettere, incidendo su di esse il simbolo di Kiri. Evocai poi la Hakushaku e le diedi l'ordine di viaggiare e consegnare a tutti loro il mio messaggio. Un piccolo stormo di pipistrelli sarebbe rimasto accanto a me, mentre altri tre stormi si sarebbero diretti dagli interessati. L'appuntamento era per la sera del giorno seguente.

    [...]



    Ebbi tempo di confrontare il mio rapporto della precedente missione con quello stilato a Konoha, sempre dal sottoscritto e lo portai con me, quel giorno, posandolo sulla mia nera e spessa scrivania, dirimpetto alle tre sedie che avevo riservato per i miei ospiti. Durante il suddetto confronto notai come dal registro condiviso presentato da Raizen alla riunione dei Kage, Konoha avesse effettuato una seconda spedizione sul fondale marino tra Kiri ed il Paese del Fuoco senza avere la decenza di contattare l'Amministrazione della Nebbia. Digrignai i denti rabbioso, scovando un'ulteriore mancanza di rispetto da parte di Raizen nei confronti dei suoi alleati.
    Nella stanza vi erano sette teche di vetro contenenti altrettanti drappi neri ricamati con una sottile trama dorata. Su tre di questi drappi erano incisi tre nomi: Akira Hozuki, Kensei Hito e Ryuu Mizukiyo.
    Una volta aver accolto tutti i presenti ed atteso che facessero le loro presentazioni, nel caso non si conoscessero, avrei provato a spiegare la situazione. Ben ritrovati. C'è una questione che necessita di essere risolta. Anni addietro una spedizione congiunta di Konoha e Kiri visitò un laboratorio di ricerca sul fondale marino condiviso tra la Nebbia e il Fuoco. Soltanto un ninja di quel gruppo tornò da tale laboratorio. È tuttavia morto durante le vicende della Settima Riunione e sarà quindi impossibilitato ad unirsi a noi. Il suo report della missione, sia in terra kiriana che in terra konohana, è per voi disponibile alla visione in queste cartelle. Avrei estratto da sotto la scrivania tre cartelle col report della missione sia di Kiri che di Konoha firmato da Keiji Kagome. Le testimonianze erano più o meno coincidenti.

    Il S.O.M.A. è una tomba d'acqua sul fondale oceanico dove accadono e sono accadute ogni genere di cose. Innanzitutto essendo una struttura metallica sottomarina,è necessaria estrema prudenza nell'uso di ogni tipo di jutsu o esplosivo per motivi evidenti. L'ingresso porta ad una sorta di camera pressurizzata in grado di far uscire tutta l'acqua dalla stessa dopo essere entrati dalle profondità marine. Da questa si procede in un lungo corridoio illuminato con dei particolari fuuinjutsu, corridoio che infine porta ad un ascensore. L'ascensore conduce, dopo una lunghissima discesa di circa mezzora ad un altro corridoio che porta alla vera e propria porta del SOMA. La porta pare essere una sorta di "vetro di lava". Al tatto non è nocivo o per lo meno non lo pare: una volta attraversato si percepisce una sensazione piuttosto orrenda, come se uno sciame di insetti fosse penetrato al di sotto delle proprie membra. È possibile che la porta trattenga il chakra di chi la attraversa (Nota del Mizukage). Dopo la porta si susseguono ancora alcuni corridoi fino al raggiungimento di una sorta di sala centrale che si dipana in altre sale: un'infermeria, una mensa, un laboratorio scientifico, un dormitorio.
    Esattamente dirimpetto all'ingresso nella sala centrale, un secondo ascensore. Durante tutta la presenza all'interno del SOMA non abbiamo fatto altro che sentire urla, grida, voci straziate senza mai trovare tuttavia nessuno. Allo stesso tempo, rumori metallici immondi e una sensazione come d'essere osservati accompagnavano tutti i nostri movimenti. Un ninja, rimasto solo poiché volontariamente dedicatosi alla guardia della sala principale, è scomparso. Il suo nome era Ryu. Nella sala principale abbiamo trovato una chiave, che allego al fascicolo. Io e l'altro ninja della foglia,tale Torke, ci siamo diretti verso la sala medica. Durante la perlustrazione ditale sala, Torke si addentra in una stanza adibita a delle operazioni, rimanendovi chiuso dentro e diventando letargico. Dopo uno scontro con delle figure probabilmente illusorie, Torke si rialza in piedi, non più vittima di chissà quale jutsu soggiogante. Purtroppo però, il ninja decide di far detonare una cartabomba per liberarsi dalla porta che ancora non voleva aprirsi. La struttura ha iniziato a cedere e dopo una lunga corsa forsennata, Torke non è riuscito a salvarsi, venendo sommerso dall'acqua. Sono riuscito a sigillare la zona prima che facesse affondare completamente la struttura e, dopo di che, rimasto solo, ho optato per una ritirata strategica.


    Keiji Kagome


    L'Hokage ha inoltre intrapreso una seconda missione in questa struttura, ovviamente agendo di sua sponte e senza richiedre la collaborazione di Kiri, cosa che invece anche io sto facendo, come dimostra il qui presente Sho. Non mi è dato sapere cosa avesse in mente. Trovate il suo report su quel cartiglio. Dissi, indicando il ploco che avevo lasciato sulla scrivania poco prima. [Note]Jottino, se vuoi darci due indicazioni di ciò che è accaduto al Soma di Penny te ne saremmo grati. Ho già provveduto a contattare un uomo di fiducia perché ci porti al SOMA. La sua barca ci attende già pronta al porto. Se avete domande è il momento di porle, altrimenti possiamo metterci in marcia.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Medio × 3
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Base × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note
    Combattere con handicap attivo.



    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Pipistrelli
    Yakusoku

     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    339
    Reputation
    +70

    Status
    Offline

    SOMATOS


    I

    Lentamente camminavo lungo i corridoi del Liceo di Genosha. Le pareti in marmo nero risultavano lucide nei riflessi dei raggi solari, mi muovevo lungo il primo piano della struttura, dove alcuni operai terminavano di installare la fucina sul lato nord. Una volta che fui solo nella sala mi avvicinai ad essa, non ero assolutamente in grado di forgiare, era una competenza che non mi interessava possedere d'altronde. Ma non potevo che rimanere affascinato da quella macchina - frutto dell'ingegno umano - creata per raggiungere elevate temperature e ora spenta, fredda, inattiva. Chissà quanto sarebbe passato, dopo questo momento, quando nuovamente si sarebbe raffreddata, giorni, mesi, anni?
    Il Mizukage aveva fatto non solo installare la fucina, ricca di ogni strumento utile alla lavorazione del metallo, ma nelle stanze successive si trovavano altri laboratori. Procedetti con calma, tenendo la mani giunte dietro la schiena, spostandomi da uno all'altro. Alla vista delle ampolle e le altre vetrerie, dei mortai, degli alambicchi e dei distillatori, tutti di pregevole fattura, un sorriso soddisfatto percorse il mio volto. Lì, come in tutti gli altri laboratori che si stavano popolando di ogni materiale e ingrediente, sarebbe stato possibile non solo far sì che i ninja di Kiri potessero produrre ciò che desideravano, ma sarebbe stata anche occasione di condivisione del sapere, delle tecniche di costruzione.
    Insomma, l'obiettivo non era solo mettere a disposizione del villaggio un laboratorio completo, ma permettere ai ninja con intelletto affine di incontrarsi, confrontarsi, sperimentare, crescere.
    Presto il silenzio di quei corridoi, di quelle sale, sarebbe stato sostituito dal rumore dei passi, dal ritmico martellare dei fabbri, l'intera struttura sarebbe stata calcata da giovani leve del villaggio. Qui avrebbero trovato strumento utile alla loro crescita.
    Il Liceo stava prendendo forma.

    Il mio sguardo sereno e fiducioso venne attirato da un piccolo stormo di corvi, capii immediatamente che era richiesta la mia presenza da parte del Kage. Presi la lettera, stlata in oro su carta nera, la aprii e confermò i miei sospetti: Kensei-sama mi ordinava di presentarmi la sera del giorno seguente nel suo ufficio. Mi avvicinai alla fucina, dove alcuni operai avevano acceso il fuoco, sentii un tiepido calore iniziare a muoversi lungo la struttura, scagliai tra le fiamme la lettera e mi allontanai in direzione di Kiri alzando il cappuccio sul capo.

    Avevo, con il tempo, iniziato a conoscere l'indole del capo villaggio. Sebbene l'elmo e l'armatura rendessero il suo lato umano imperscrutabile, avevo appreso il modus operandi che più gli andava a genio. Per questo, controllato per scrupolo il mio armamento e allacciato il lungo mantello nero sotto cui si celava l'uniforme della Mano Nera, mi diressi sul far della sera verso l'amministrazione del villaggio.
    Non mi soffermai alla segreteria del palazzo, bastò un cenno verso la donna indaffarata con alcuni fogli per avere il permesso di proseguire nell'ufficio del Kage. Presto avrei scoperto di cosa si trattava, ma l'agitazione era ormai da tempo sopita in seguito ai diversi incontri che avevamo fatto per l'organizzazione del Liceo di Genosha. Con mano ferma bussai, attesi il permesso e quindi proseguii aprendo la porta.
    Il Mizukage stava seduto dietro al tavolo spartano, di fronte ad esso erano presenti altre sedie fatte dello stesso materiale ligneo. Compii, come consuetudine, un leggero inchino di riverenza e con voce leggera lo salutai Salve Mizukage-sama, eccomi come da lei ordinato se mi avesse invitato a sedermi mi sarei accomodato e, prima che le altre due sedie venissero occupate (immaginai che avrebbe atteso tutti gli invitati prima di parlarci del motivo della convocazione) mi permisi di aggiornarlo sulla situazione a Genosha I preparativi del Liceo sono pressoché conclusi, Mizukage. Anche i laboratori, come da lei ordinato, sono stati attrezzati. Il suo messaggio mi è giunto proprio mentre la fucina veniva accesa dissi soddisfatto lasciando che le labbra si piegassero in un sorriso calmo.

    Ero solito lavorare con i due genin con cui avevo già molte volte collaborato, il primario dell'ospedale, Fudoh-san, e il guardiano delle mura, Ryuu-san. Per questo motivo mi stupii quando venimmo raggiunti da due figure, la prima che non conoscevo minimante e la seconda, invece, di cui avevo solo sentito parlare all'interno della sede della Mano Nera. Si trattava di Akira-sama, le cui gesta all'Abete avevo potuto solo immaginare all'interno della Sala del Cuore di quella creatura.
    Nel vederlo scattai immediatamente in piedi, avevo la possibilità di presentarmi e conoscere uno spadaccino le cui storie si mormoravano con toni leggendari. Il mio viso, per quanto possibile, cercò di rimanere impassibile sebbene la velocità nel mio movimento non nascondeva l'entusiasmo. Mi inchinai, con un gesto del capo, prima in sua direzione poi verso il terzo elemento Youshi Tokugawa, ninja di Kiri, elemento della Mano Nera quindi rivolsi le mie attenzione verso il Jonin Le sue gesta, tra i miei compagni, si sussurrano con toni che vanno dal leggendario all'incredibile. Il Mizukage stesso, nell'isola dell'Abete, ha speso parole cariche di fiducia e stima nei suoi confronti mi tornò in mente l'attimo in cui venni afferrato al collo da Kensei-sama perché avevo anche solo pensato di trovare un piano di riserva nel caso in cui il jonin non fosse riemerso dall'acqua di quel lago E' un onore poter dire di averla incontrata di persona e condividere l'aria della stessa stanza, Akira-sama
    Quindi, leggermente imbarazzato, resomi conto che forse sarebbe stato meglio tacere invece che perdermi in quelle vane parole, mi risedetti stringendo con le mani le vesti, celate dal mantello, cercando di esorcizzare l'agitazione. Forse, anche grazie al coprifronte che copriva la metà del mio viso rivolto verso le altre due sedie, il mio stato d'animo non sarebbe potuto risultare così evidente.

    Kensei-sama, a quel punto, ci disse le motivazione di quella convocazione. Aveva a che fare con un laboratorio sottomarino posto al confine tra le acqua del Paese del Fuoco e quelle del Paese della Nebbia. C'era già stata una prima spedizione della quale solo un ninja era riuscito a tornare, ci fornì il suo rapporto racchiuso in tre cartelle nere.
    Lo aprii e rapidamente iniziai a leggerlo, cercando di mandare a memoria gli elementi che ritenevo più importanti. Una piccola nota attirò la mia attenzione "È possibile che la porta trattenga il chakra di chi la attraversa (Nota del Mizukage)." Alzai lo sguardo verso l'elmo del Capo Villaggio, come poteva fare tale supposizione se all'interno del rapporto non veniva citato nulla di tutto ciò e lui non c'era mai stato?
    Ripresi a leggere. Malgrado fossero presenti tutti gli ambienti per permettere di vivere in quel ambiente così inospitale, Keiji Kagome e il suo team, non avevano trovato anima viva, ma sentito solo urla di disperazione. Il secondo elemento di quella squadra rimase intrappolato, soggiogato da qualche illusione e morto, dopo aver fatto esplodere una bomba, cercando di fuggire dalla struttura danneggiata.
    Venimmo dunque informati di una seconda spedizione attuata da Konoha, sapevo del malessere di Kensei-sama nei confronti di Raizen - io stesso avevo avuto occasione di parlarci all'Abete e anche lui non riusciva a nascondere il disprezzo per i nostri ninja, per il nostro villaggio. Allungai la mano verso il plico lasciato sulla scrivania e lessi le informazioni riportate dai ninja di Konoha.
    Dopo di che, non avendo domande da porre, avrei atteso l'ordine di metterci in marcia. Tenevo le mascelle serrate, se per quella missione era stato convocato Akira-sama in compagnia del Kage e un ninja di Konoha di cui non conoscevo il rango, era una questione maledettamente seria. Se da una parte l'ignoto mi stringeva le viscere, sapendo che nulla era certo e che forse avrei calcato le strade del villaggio per un'ultima volta, dall'altra un moto di orgoglio mi scaldava il cuore per essere stato chiamato, scelto e considerato degno di poter stare al loro fianco. Non sarebbero rimasti delusi, non si sarebbe pentito il Mizukage della sua scelta.

     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    S.O.M.A.


    I


    Rientrato dal mondo dei morti, dopo aver accompagnato Jotaro Jaku tra le lande desolate dimora del grande drago Amesoko, al termine dei patti stabiliti con Touki, il giudice dei contratti, grazie a Tamashi, allo stesso ronin e, probabilmente, anche grazie a Sanjuro, mi ritrovai a Kiri, nella baracca della palude del mio amico.
    A metà tra lo stupito e il rammaricato, mi ritrovai qualche secondo a restare in silenzio, fissando lo strambo sciamano lì, semi-nudo come sempre, a gingillarsi con candele e sostanze strane di cui era meglio disconoscere la qualità e l'identità. Poi, tutta a un tratto, iniziai a ridere. Ahahahah! Sanjuro, amico mio, non mi aspettavo certo di vedere te dopo una passeggiata per gli inferi, ma... Ahhahah! Quanto mi fa piacere vederti! Esclamai, abbracciandolo. Stessa puzza di sempre! Ahhh, sono a casa! Tirai un paio di pacche sulle spalle a Sanjuro. Allora? Che si dice nel Villaggio? Kensei gioca a fare ancora il ninja cattivo con gli studenti? Canzonai, mentre mi mettevo comodo. Qualcosa di commestibile lo hai da mangiare? ... No, ok, temo di no, mi andrò a fare offrire qualcosa da Kensei. Lo conosci, è permaloso, se viene a sapere che son passato per Kiri e non sono andato a salutarlo mette il muso. Sarei restato a scambiare qualche minuto di conversazione con lo sciamano della Nebbia, mentre ricordavo le varie peripezie trascorse con lui nella Valle e, ancor di più, a quell'uomo così simili a lui che mi aveva salvato dall'oscurità e dalle ombre che mi stavano per sopraffare.

    Per pura casualità, quella sera era la sera in cui il Mizukage aveva fissato un incontro presso il palazzo dell'Amministrazione. I suoi pipistrelli avrebbero probabilmente solcato i territori esterni alla Nebbia per ore e ore, senza trovare alcuna traccia dello spadaccino albino... E come potevano farlo, dopotutto? Prima nel mondo dei morti, e poi evocato direttamente a Kiri dall'oltretomba... Sarei stato un'ombra sfuggente. Ma ciò, dopotutto, poco importava, visto che mi stavo accingendo a salire gli scalini dell'Amministrazione. Passo dopo passo, coperto dai miei logori abiti da viaggio, sarei giunto, tra gli sguardi quasi spaesati delle persone che mi ritrovavano, senza alcun preavviso e dopo tanto tempo, davanti alla porta dell'ufficio che fu di Itai. La spalancai con forza con entrambe le braccia. Kensei! Come va?! E' passato tanto tem-...po. Mi bloccai, sorpreso dal fatto che il Kenkichi non era solo. Nell'ufficio erano già presenti altre due persone: una era Sho che avevo conosciuto molto tempo addietro in una missione di poco conto su un'isola del Paese delle Onde, e l'altro era un ragazzetto con dei capelli bianchi che si alzò immediatamente dinanzi a me. Non credevo avessi compagnia a quest'ora... Ho interrotto qualcosa...? Ero di passaggio e pensavo fosse carino passare a salutare...! Dissi, quasi a giustificarmi, visto che non avevo minimamente idea che fossi stato invitato anche io a quella riunione.

    Quando e se qualcuno mi avesse informato di quella fantastica coincidenza, mi sarei limitato a sedermi sull'uscio della finestra, nel mio solito modo scomposto, con i piedi direttamente appoggiati al muro. Per inciso, i resti della palude dello sciamano erano ancora ben evidenti sotto di essi. Kensei spiegò che eravamo lì riuniti per concludere qualcosa che era iniziato molto tempo addietro. Un misterioso laboratorio marina che aveva già mietuto molte vittime. Mi consegnò un report che, gentilmente, poggiai immediatamente a terra. Decisamente troppo lungo, qualcuno avrebbe dovuto fare un riassunto. Mi ritrovai perfino a sbuffare quando Kensei incominciò a parlare di lui in terza persona. Quella storia che Keiji era morto durante la Riunione era veramente un'idiozia, ma conoscendo quanto fosse permaloso, mi limitai ad un profondo sospiro. Ma, solo una domanda... Perché stiamo andando lì? Quale sarebbe la motivazione di tutto ciò? Chiariamoci, a me va benissimo, potrebbe essere una passeggiata divertente... Ogni tanto, tra le tante cose serie, un po' di svago ci vuole! Battei le mani contemporaneamente, balzando giù dalla finestra. Immagino... Samoru? Esclamai, evidentemente rassegnato dalla risposta certa che sapevo mi sarebbe stata data.

    Quando ci fu un attimo di calma, il giovane ninja di cui non conoscevo il nome si avvicinò, inchinando il capo e presentandosi. Era un Tokugawa di nome Youshi, ed era un nuovo membro della Mano Nera. Con la voce emozionata, incominciò a parlare di come le mie gesta e le mie azioni erano tramandate alle nuove leve quasi come se fossero leggende. Addirittura ragazzo?! Leggende dici?! Ahahah! Beh, mi fa piacere, ma non esageriamo... Insomma, così mi fai arrossire! Avrei tirato una fragorosa pacca sulla spalla del ninja. Bravo Kensei, mi piace come addestri queste nuove leve... La leggenda di Akira Hozuki! Ahahah! Gli hai raccontato di quando mi sono lanciato arma in pugno contro il Gashakoduro, un mostro che assorbiva la vita da tutto ciò che lo circondava! Era un enorme scheletro, alto 40 metri o quasi, ed io a malapena un genin! Ahahah... E non ti eccitare per l'aria, fallo per la battaglia! Un'altra grande pacca. Allora, si parte?

    Un nuovo viaggio.
    Dopo essere stato nell'oscurità dell'inferno, stavo per addentrarmi nell'oscurità del profondo mare.
     
    .
  5.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Staff GdR
    Posts
    2,636
    Reputation
    +223

    Status
    Offline

    S.O.M.A


    Post primo




    Quella questione non mi convinceva affatto; il S.O.M.A aveva ingiottito già altre vite eppure spedizioni continuavano ad andarci come falene verso una fiamma, perché? Raizen si era fortemente opposto quando gli avevo detto quanto comunicato da mio padre, però lui chiedeva il mio aiuto e non avrei mai potuto tirarmi indietro.
    Dopo il piccolo incontro con Kensei che ebbi la mattina mi presi del tempo per riposare prima di dirigermi all'amministrazione del paese della nebbia, nell'ufficio del kage come una delegazione di Konoha e non come un figlio, quello mi era ben chiaro.
    Quando arrivai nella stanza ci era già un altro ragazzo, una povera anima che era stata chiamata dal mare, e poco dopo arrivò anche Akira, quasi per sbaglio, eppure anche lui era stato convocato per quel motivo.
    Al mio fianco sedeva Kotei mentre accennavo un saluto con la testa al ninja dai capelli azzurri ed ascoltavo il discorso di quest'ultimo con l'altro kiriano; un piccolo sprazzo di spensieratezza che aveva spezzato l'altresì serioso e preoccupato del mizukage.
    Avrei voluto scuotere la testa quando parlò di Keiji come se questo fosse morto, sapevo che lui lo pensava ma non potevo di certo pensare alla tristezza della cosa ed a quanto non approvassi il suo rifiuto del passato; una repulsione tale verso di esso da spingerlo a separarsene del tutto e perfino a nascondere la sua identità ai suoi stessi sottoposti. Sbuffai al pensiero che Raizen mi avesse fatto fare la stessa cosa al mio ritorno da Cantha, anche se per motivi diversi, di certo non potevo permettermi di criticarlo.

    Quello che ci sta descrivendo, Mizukage, è un cimitero. Una tomba sommersa che a quanto pare brama le vite di chi la visita. Akira ha ragione: per quale motivo vuole che ci rechiamo in quel luogo? Cosa si nasconde nel profondo di quell'ammasso di metallo? A parte i corpi dei miei defunti compagni intendo.


    Anche il lupo bianco non sembrava essere convinto di affrontare un'avventura del genere senza un solido motivo e scuoteva lentamente la coda mentre il pelo sotto l'armatura si drizzava per il senso d'ansia.

    Quello che ha detto è vero, anche l'Hokage ha intrapreso questa strada e porto il suo messaggio a riguardo, che vi cito testualmente: "Fossi in te, Sho, non ci andrei. Punto. Ho delle percezioni che farebbero ridere un sensitivo, ma non mi sono davvero mai ritrovato così... inadatto?
    Posso dirti realmente poco della mia esperienza al soma perchè è quasi come se non ci fosse stata, siamo andati li sotto e dopo una rapida esplorazione che... come dirti... avvelenava la mente, siamo stati rispediti in superficie, ritrovandoci a riva mentre jotaro ci raggiungeva dal mare anche se eravamo certi di essere scesi li sotto con lui, sono cose complesse da descrivere in un rapporto, ma ne ho stilato uno per i dettagli più concreti.
    il problema però non sono quelli: il problema è tutto ciò che non percepisci, ed è davvero troppo.
    serve un sensitivo, ed andrà probabilmente protetto da ciò che troverete li sotto, ed un esperto di sigilli visto come funziona la sicurezza di quel posto... senza di loro è un suicidio.
    mi fido di te, e non voglio che tu muoia o peggio lasci qualche pezzo di te li sotto, sanità mentale inclusa, per andare dietro alle paranoie di qualcuno, se non avete elementi simili NON andare li sotto. è DEL TUTTO folle, il SOMA non si lascerà schiudere a pugni e spadate, solo uno sciocco non lo capirebbe
    non voglio impormi, ma se nella missione si riveleranno utili sensitivi ed esperti di fuuinjutsu e tornerai a raccontarmelo sappi che lo farò alla prossima occasione"


    Ora, io non sono un sensitivo e, da quello che so, nemmeno lo è lei o il qui presente Akira, tu invece?



    Chiesi al ragazzo dai capelli bianchi.

    Ci stiamo per infilare in una bara di metallo piena di illusioni che nessuno prima d'ora è mai riuscito a conquistare, quindi rinnovo la mia domanda: Perché? Cosa ci spinge a correre questo rischio e perché questa volta dovremmo riuscire dove altri hanno fallito?


    Ovviamente mi riferivo a quando Keiji ci aveva messo piede la prima volta. Certo, non era più l'uomo di prima, come più volte da lui dimostrato, ed era anche immensamente più forte, ma un posto del genere si conquista con la forza? C'erano troppi dettagli che non conoscevamo.

    Si sa chi ha progettato questo luogo? O perché lo ha fatto? Si sa se questa specie di trappole di cui parli sono fuuinjutsu o se sono invece qualcosa di scientifico? Che so, un veleno nei condotti di areazione che suggestiona. Ci sono troppi dettagli che qui tutti sembrano sottovalutare e che sono già costati delle vite, ho bisogno di sapere di più prima di infilarmi in un luogo del genere.
     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,982
    Reputation
    +684

    Status
    Offline

    Come da richiesta chiudo la discussione e la Quest
    L'evento è da considerarsi Annullato in toto.

     
    .
5 replies since 12/4/2020, 20:22   159 views
  Share  
.