Sacrificio, Sofferenza, Dedizione.

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    I guardiani del Tempio

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    Il tempio di Suna era un edificio enorme e complesso, per la costruzione del quale erano stati richiesti dei lavori difficili e lunghi. I costruttori di Sunagakura però erano ben abituati a progetti e lavori che andavano ben oltre le competenze degli altri villaggi. Basti pensare alle incredibili piramidi che era possibile trovare nella zona, e le enormi costruzioni sotto la terra che erano state fatte. Il tempio di Suna aveva due porte d'ingresso enormi, alte ben oltre la decina di metri, e che si stagliavano dirette contro la montagna. Si trovava nella zona Nord del villaggio, ed era stato scavato direttamente dentro al Canyon.
    All'interno della struttura c'era una sensazione quasi tangibile di sacralità, tipica dei tempi e dei luoghi sacri. Per anni questo edificio è stato la culla di Shukaku, il demone monocoda forse più rappresentativo del paese del vento, ora trasferito in tempi segreti nascosti all'interno dell'Anauroch e conosciuti solamente da pochi individui in tutto il continente : Il Kazekage, il consiglio degli anziani, ed uno dei templi direttamente dal Daymo.
    Per l'occasione l'intero edificio era addobbato in festa, c'erano gli stendardi con i simbolo dei diversi casati del paese del vento e dei clan più importanti. Erano disposti per lungo ai lati del tempio, ed i primi, più vicini alla zona finale erano i marionettisti. La storia insegna che sono essi i protettori del tempio, e protettori dei beni che ci sono all'interno. Si narra anche della presenza dei Kiseki all'interno del tempio sacro di Suna, ma alcuni dei presenti sapevano bene che le cose erano andate diversamente.
    Ryoshi si trovava in piedi e da solo. Per una volta gli era stata richiesta una certa formalità direttamente dalla missiva che lo convocava, e di conseguenza si era vestito con una tunica nera e rossa particolarmente elegante, certo, per quello che l'eleganza può rappresentare per un bambino di circa dieci anni. La sua presenza era ancora sostanzialmente un mistero, la missiva non parlava di nulla di particolare e sembrava un mero invito. Inizialmente l'idea che lo percorse riguardava un'eventuale necessità di sicurezza, fiere e feste del genere erano sempre piene di guardie, ma parlando direttamente con i sand scorpion gli era stato spiegato che la sua presenza non era legata a quello.
    Difficile intuirne il motivo allora, ma a suo tempo tutto sarebbe stato spiegato.
    Nella parte finale del tempio c'era un lungo tavolo disposto perpendicolarmente, in maniera che il viso delle persone che lo occupavano fosse visibile sin dall'entrata, e c'erano diverse persone. Alcuni erano riconoscibili sia per l'abbigliamento che per i visi come membri del consiglio degli anziani, alcuni erano i rappresentati dei diversi clan del paese del vento ed altri erano semplici membri molto importanti del villaggio cui veniva data la possibilità di partecipare come "padrini" degli eventi per tenerli buoni e per le alleanze da parte dell'amministrazione.
    Davanti al lungo tavolo c'erano una serie di persone sedute per terra. Erano composti e dallo sguardo fisso, sembravano tutti shinobi esperti ed erano proprio i guardiani del tempo. Davanti a loro invece c'era un uomojpg in piedi che stava per prendere la parola, davanti a lui, seduto anch'esso per terra da solo, c'era un ragazzo. Il discorso sembrava rivolto a lui.


    Anziani, maestri, capiclan.
    Come tutti sapete il nostro è uno degli ordini più importanti del villaggio.
    Il nostro compito è la protezione del tempio di Suna, dei suoi abitanti e di tutto ciò che esso custodisce.

    Servire è il nostro mestiere. La vita, è il nostro dono al tempio. Morire difendendolo la nostra ambizione.


    Il tono era formale, classico di questo genere di cerimonie dove la voce narrante era un tipico invasato. Ryoshi era distante, nell'unica zona non occupata da nessun clan in particolare. Lui era un manipolatore della sabbia, per quanto la sua fosse una tecnica che gli era stata insegnata era uno dei pochi, forse degli ultimi rimasti in grado di controllare quell'abilità. I manipolatori della sabbia non avevano un vero e proprio clan, anche per questo la sua presenza all'interno della cerimonia era particolare.


    La tradizione insegna che la selezione per l'accesso al ruolo di guardiano del tempio sia particolarmente severa, rigida e faticosa. Anche quest'anno il cambio della guardia è necessario. L'esigenza della tradizione impone che le nuove giovani leve sposino la chiamata dei guardiani del tempo, che imparino l'arte del servire, e che siano addestrati come futuri marionettisti del paese del vento.

    L'uomo fece una pausa, come sempre lasciare il silenzio al momento giusto rendeva i contenuti ancora più forti.


    Shunsui Abara, Tu sei stato scelto ed ammesso ad entrare nell'ordine. Sarai addestrato come vuole la tradizione, e servirai il tuo villaggio come richiesto. I miei complimenti.

    Un piccolo e molto formale applauso avrebbe a quel punto scandito la fine di quella prima fase delle celebrazioni. Oltre alla parte relativa ai guardiani del tempio tutti i casati avrebbero potuto festeggiare i nuovi inserimenti ed eventuali promozioni importanti. A quel punto l'uomo avrebbe poi fatto alzare Shunsui, ed infine si sarebbero accomodati assieme, questa volta portando anche il giovane in mezzo ai guardiani del tempo.

    La celebrazione sarebbe andata avanti ancora diverse ore, nelle quali seguendo tutte le formalità del caso, avrebbero a turno preso tutti la parola, annunciando ed esponendo ai casati più importanti le novità. Solo verso sera avrebbe preso la parola uno dei membri del consiglio, ringraziando tutti i presenti, e rimandando a data da destinarsi il prossimo incontro.
    A quel punto Gaho si sarebbe alzato invitando Shunsui a fare altrettanto, dopodichè dopo un breve scambio di parole si sarebbero avvicinati a Ryoshi, che era restato nella stessa posizione per tutta la celebrazione e che si era stato probabilmente individuato dal guardiano.


    Sei stato invitato non per osservare la festa. Anche se indubbiamente farà bene al tuo animo. Vieni, ora vi toccherà una parte più interessante, per quelle che sono le vostre menti.

    Il tono dell'uomo rimaneva duro e rigido, caratterizzando una figura bel ligia al dovere. Il riferimento alle nostre menti sembrava dispregiativo, quasi a volerci qualificare come dei meri combattimenti e scudi umani. Ad ogni modo, Ryoshi si sarebbe presentato all'altro ragazzo, del quale conosceva già il nome avendolo ascoltato poco prima. I due non ebbero nemmeno il tempo di salutarsi e furono portati da Goha in un'altra stanza del tempio. Era molto più piccola della precedente e totalmente vuota.
    Disse loro di aspettare ed attendere, ed uscì da una porta in fondo al locale, lasciandoli soli.


    Edited by lNearl - 23/7/2016, 17:06
     
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    SACRIFICIO, SOFFERENZA, DEDIZIONE
    Tempio Sacro - Suna



    Seduto sul pavimento della sala centrale del Tempio di Suna, Shunsui si sentiva leggermente a disagio. Ormai erano passati sei mesi da quando aveva iniziato a vivere con i guardiani. L'addestramento era stato duro, per quanto atipico, ma era arrivato alla fine di quel percorso. Quel giorno, Shunsui si era svegliato con la consapevolezza che era un giorno importante: finalmente avrebbe appreso l'arte del marionettismo e sarebbe diventato un guardiano a tutti gli effetti. Essere stato ammesso era un privilegio senza pari, ma l'euforia del genin era quasi totalmente legata al fatto che finalmente gli si sarebbero svelati i segreti dell'arte di quella particolare hijutsu. Shunsui ricordava bene la prima volta che aveva visto una marionetta in azione. L'evento risaliva a circa otto mesi prima. Masayoshi, al tempo un altro studente come lui del Villaggio, lo aveva portato in giro per il villaggio ed insieme avevano assistito a quello che i ragazzi pensavano fosse il test di ingresso per diventare parte dei guardiani. Ora ne sapeva molto di più. Nonostante non avesse incontrato più lo straordinario marionettista, sapeva che un test di quello livello veniva somministrato solo alle persone che desiderassero accedere alle cariche più alte all'interno della struttura gerarchica dei guardiani. Infatti, nonostante il suo ingresso nell'Ordine, certamente non avrebbe comandato nessuno! La verità era che la strada era ancora molto lunga.

    Ma questi non erano i motivi che lo facevano sentire a disagio. In realtà il Tempio quel giorno appariva completamente diverso da come Shunsui era abituato a vederlo. Notoriamente, la struttura sacra era interdetta a tutti, eccetto una manciata di persone più i guardiani. Chiaramente ci dovevano essere delle eccezioni, e quello che stava accadendo quel giorno era una di quelle. Tutti intono a lui, Guardiani esperti formavano un cerchio introno alla sua figura, mentre Gaho gli stava davanti ed in piedi. Più distanti, i capiclan ed altre persone di spicco della società ninja si erano radunati per quell'evento, la cui importanza era stata decisamente sottovalutata dal giovane Shinobi di Suna.Certo che hanno smosso parecchia gente per un novellino come me...mentre così ragionava Gaho prese la parola. Con voce solenne, il Capo dei Guardiani proclamò in poche frasi l'entrata ufficiale di Shunsui nell'ordine dei marionettisti. Poche e semplici parole, non che Shunsui si aspettasse qualcosa di molto diverso conoscendo il tipo. Mentre un composto battito di mani sanciva la parte dell'evento dedicata alla sua promozione, Shunsui venne circondato dai suoi compagni e venne fatto sedere tra loro. Guardando nel volto di quelle persone, tutti gli rivolsero sorrisi ed alcuni gli diedero delle pacche sulla spalla. Purtroppo la cerimonia era nel bel mezzo del suo svolgimento, altrimenti i festeggiamenti sarebbero stati ben maggiori. Shunsui si limitò a sorridere di rimando. In realtà il sorriso non lasciò realmente le sue labbra se non dopo un quarto d'ora abbondante. Semplicemente non riusciva a smettere. Era troppo euforico.

    L'euforia durò per molto tempo, ma infine si assopì leggermente quando uno dopo l'altro, tutti i capoclan si misero ad aggiornare l'assemblea di eventi importanti che avevano riguardato le varie fazioni all'interno del Villaggio. Molte persone raccontarono cose estremamente interessanti, ma altri furono semplicemente noiosi. Diverse ore passarono ed infine arrivò la sera e la conclusione dell'assemblea. Gaho si alzò e si mosse verso Shunsui mentre alcuni guardiani continuarono a congratularsi per la sua promozione, prima di allontanarsi dalla sala. Ancora congratulazioni Shunsui. Ora seguimi, ti porterò da una persone e poi vedremo di far iniziare il vero addestramento. Disse Gaho una volta avvicinatosi. Shunsui fece un segno di assenso con la testa, e si limitò a seguire il suo Sensei. Con sorpresa del genin di Suna, Gaho lo condusse fino ad un ragazzino di dieci anni che doveva aver assistito anche lui alla riunione. In realtà ci mese poco a riconoscere chi fosse. Ryoshi e Shunsui si erano già conosciuti alla fantomatica riunione alla loggia dei Sand Scorpion. Allora Shunsui era appena arrivato al villaggio, ed aveva da poco iniziato con gli studi della via del Ninja. Forse per questo Ryoshi non si ricordava di lui e si ripresentò. Non volendo ricordare al bambino del loro precedente incontro per non sembrare rude, Shunsui rispose al saluto di Ryoshi. Gaho si rivolse al manipolatore della sabbia con fare diretto ed provocatorio, ma infine chiese ad entrambi di seguirlo.Chissà che ci fa Ryoshi al tempio...? Chiaramente non è un capoclan, quindi se è stato fatto passare significa che deve aver avuto un permesso speciale...ma perchè? E cosa ha a che fare con il mio addestramento? La loro meta risultò essere una stanza vuota, che Shunsui non aveva mai visitato nel tempio. Non che la cosa lo sorprendesse: quel posto era davvero molto grande. Infine i due ragazzi vennero lasciati da soli e Shunsui disse:Non mi aspettavo di rivederti oggi Ryoshi. Forse non ci hai fatto caso, ma noi ci siamo già visti! Ti ricordi, nella Loggia dei Sand Scorpion! Come mai sei stato invitato a partecipare alla cerimonia?
     
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    I guardiani del Tempio

    II




    Solo quando fu lui a rivolgermi la parola mi tornò in mente l'incontro precedente con Shunsui. Ci eravamo incontrati nello stanzino delle scope della loggia dei sand scorpion, là dove c'era stata la riunione di Suna. Quella riunione segreta, abbastanza importante da aver cambiato molte cose all'interno del villaggio stesso. In quel preciso istante realizzai che fosse stato proprio il ragazzo ai tempo ad introdurre l'argomento dei cremisi. All'epoca aveva colpito la mia attenzione, in quanto si trattava di un fenomeno del quale non ero a conoscenza, ma che con il susseguirsi degli eventi avevo dimenticato. Ad oggi, ancora non mi era stato detto nulla a riguardo.


    Bravo Shunsui, inizi particolarmente bene. Devo ricordarmi di andare a chiedere ai grandi capi delucidazioni in merito...

    Soprattutto adesso che facevo parte dei Sand Scorpion essere a conoscenza di tutte le questioni riguardanti il villaggio era di fondamentale importanza per poter affrontare anche le piccole cose con la giusta visuale.


    Mi hai preso in flagrante, ammetto di non averti riconosciuto immediatamente, ma adesso mi è tutto più chiaro. Avevi parlato dei cremisi alla riunione.

    Solo a quel punto, nel rispondere al ragazzo gli feci poi l'occhiolino.


    In realtà, a parte congratularmi con te per aver superato la dura selezione di accesso ai guardiani del tempo, non saprei proprio a cos'altro possa essere dovuta la mia presenza. Sono stato invitato da una lettera formale, ma senza nessun chiarimento.

    Proprio mentre continuavo entrò una nuova figuraMarionette.(Song).full.976998 all'interno della stanza. L'uomo era alto circa un metro ed ottanta, aveva una corporatura abbastanza esile e non sembrava un grande combattente. Aveva un passo abbastanza lento e cadenzato, non sembrava che la disciplina uscisse da ogni suo poro come per gli altri membri all'interno del tempio. L'uomo arrivò ad un paio di metri da noi, portando sulle spalle un sacco nero delle dimensioni di un uomo. Ad ogni passo si sentivano dei rumori, ferraglia cozzare e legno sbattere. Era abbastanza evidente che all'interno i fosse una marionetta, o qualcosa del genere.



    Io mi chiamo Oronoki e non sono uno dei guardiani del tempio.

    Oronoki aveva un tono molle, era svogliato e ci guardava con poca attenzione.


    Se vi state chiedendo cosa ci faccia qui, è una storia fin troppo lunga. é più corretto dire che non sono più un guardiano del tempo, ma che in alcune cose rimango a disposizione dell'ordine. Diciamo, che lavoro a chiamata. Rimango il miglior insegnante che l'ordine possa vantare, e di conseguenza mi chiamano quando serve. Sarà il tuo sensei Shunsui, cercherò di trasmetterti l'arte dei fili di chakra bene tanto quanto la posseggo io.

    Nonostante l'aria poco convincente dell'uomo, il suo gesticolare durante il discorso avrebbe impedito di far caso a ciò che stava realmente facendo. Sicuro del fatto che avremmo tenuto i nostri occhi alti, verso di lui o verso il contenuto di ciò che teneva nel sacco nero, avrebbe sfruttato la furtività dei fili di chakraFili di Chakra
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    L'utilizzatore può creare fili di chakra con cui controllare oggetti. Ogni filo consente di muovere 2 Unità di oggetti. I fili hanno velocità pari all'intuito dell'utilizzatore e bonus in furtività pari a quello delle marionette, sono sempre considerati parzialmente occultati alla vista. L'utilizzatore può muovere gli oggetti con Velocità pari all'Intuito e Forza parienergia. Ogni cambio di direzione del filo costa slot azione/tecnica, movimenti con traiettoria speculare o identica richiedono uno slot azione, tentare di toccare l'oggetto o l'avversario col filo rientra nello slot utilizzato per il movimento.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
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    per legare un filo attorno alle nostre gambe. Ce ne saremmo accorti tardi, solo quando l'uomo, proprio al termine di quel piccolo discorso avrebbe fatto un gesto teatrale, tirando la mano verso l'alto e mandandoci contestualmente a gambe per aria. Perlomeno nel caso di Ryoshi, ma era molto difficile che non ottenesse lo stesso esito con il più inesperto Shunsui.


    Come vedete, la nostra arte è sottile, divertente, ma anche difficile. Venendo a te, bimbetto strano, pare tu sia stato promosso a chunin recentemente. Non ti porgo i miei complimenti in quanto non so se l'hai meritato o meno, ma anche per te abbiamo una sorta di compito particolare. Nelle squadre speciali manca un soggetto con determinate capacità, e visto che tu ti sei fatto un nome nel campo nell'infiltrazione, pare si voglia che queste capacità vengano tramandate a te.

    Non mi era ancora chiaro di cosa stesse parlando, ma se avevo la possibilità di apprendere delle cose nuove non potevo che esserne particolarmente contento.


    Il tuo addestramento riguarderà la cinesica, una scienza importante di cui si tiene troppo poco conto. Ma veniamo prima al novizio.

    Oronoki lanciò a terra il sacco nero, dal quale iniziarono ad uscire diversi pezzi di equipaggiamento, tipico della costruzione delle marionette.


    Beh, se hai superato sei mesi qui dentro, e ti ritengono idoneo, saprai certamente dirmi cosa sono e a cosa servono questi pezzi, vero Shunsui ?


    Per come aveva posto la domanda Oronoki, non sembrava ci fossero altre possibilità ad una risposta esauriente.




    La scelta ed il tipo di pezzi che cadono e che trovi nel sacco nero sono a tua totale discrezione.
     
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    Ah non ti preoccupare. Scommetto che hai ben altre cose a cui pensare che non ad uno studentello appena arrivato al Villaggio eheh disse allargando il suo volto in un sorriso che non mostrava alcuna traccia di risentimento. Ryoshi era appena stato promosso chunin nonostante la sua giovane età, e Shunsui aveva scoperto che il bambino era un prodigio senza eguali nel villaggio. Grazie mille! Ma dovrei essere io a congratularmi con te per la promozione a chunin. Pensare che hai conquistato il grado alla tua età è impressionante. Io mi sento un vecchio a confronto eheh Il genin di Suna, infatti, aveva iniziato la sua carriera ninja molto tardi. Con i suoi 25 anni di età si era attestato come il più vecchio della sua classe di studenti all'accademia, e senza dubbio era tra i genin più anziani del villaggio. Sebbene Shunsui percepisse questo fatto con un po' di rammarico, niente gli aveva impedito di proseguire negli studi ed arrivare fin dove era arrivato. Di fatto, entrare nella squadra dei guardiani era qualcosa di estremamente importante all'interno del villaggio, ed il fatto che la posizione gli fosse stata affidata aveva quasi del miracoloso.

    Mentre così discorrevano, una nuova figura si avvicinò al gruppo. Il nuovo arrivato si presentò con il nome di Oronoki. Sebbene le sue sembianze non si addicessero a quelle di un vero combattente, Shunsui aveva imparato nei mesi di permanenza al Tempio, che le apparenze potevano ingannare molto. Per persone come i marionettisti, avere un fisico molto sviluppato ed appariscente poteva essere più un problema che una risorsa. Fu per questo che, sebbene Shunsui non avesse mai visto Oronoki in giro, il genin non si stupì nel sentire che il ragazzo aveva fatto parte dei membri del Tempio, sebbene adesso lavorasse per i Guardiani solo saltuariamente. Il genin stava per aprire bocca, quando improvvisamente si sentì strattonare la gamba, mentre un filo di chakra lo mandò gambe per l'aria. Rialzandosi disse: Ehi mica c'era bisogno di una dimostrazione pratica!Massaggiandosi il deretano, Shunsui scoprì che anche Ryoshi era stato chiamato per effettuare una sorta di allenamento, sebbene non avesse capito di cosa si trattasse esattamente. Del resto non ci fu molto tempo per le spiegazioni, che Shunsui venne subito messo alla prova. Dall'interno del sacco che portava sulle spalle, Oronoki rovesciò a terra una seria di strumenti che il ragazzo conosceva molto bene. Mentre i pezzi cadevano disordinati ai suoi piedi, il maestro gli chiese di riconoscere cosa avesse davanti e la loro funzione. Guardandolo il genin penso:Mph sarà un gioco da ragazzi... ma nonostante quel pensiero non mostrò nessun segno di superiorità, anzi si mise subito al lavoro. I suoi occhi si mossero veloci ad osservare tutti i tipi di pezzi, mentre con le mani ne scansava alcuni per rivelare quelli che erano stati coperti da altri:Mmm vediamo un po'...partiamo dalle basi: viti, bulloni, rosette, perni, giunti di vario genere e cuscinetti costituiscono gli elementi fondamentali per la costruzione delle marionette. Non vedo trapani, piallatrici e lucidatrici, ma osservando la forma ed i segni lasciati su questi elementi di legno e metallo....così dicendo si rigirò fra le mani dei pezzi di frassino e ferro spessi cerca mezzo centimetro, ed ampi a sufficienza per poter fungere da rivestimento per i pettorali di una marionetta. I marionettisti spesso forgiavano il metallo ed intagliavano personalmente i tronchi degli alberi per ricavare degli elementi perfettamente bilanciati in peso e dimensione per la loro personale creazione....posso dedurre che sono stati tagliati a mano, poi forati e piallati, quindi lucidati. Sul lato di questo elemento in ferro ci sono segni di saldatura, forse l'inizio di una nuova lavorazione. Continuando la disamina dei componenti, l'attenzione del ragazzo venne catturato su qualcosa di più interessante. Ecco qualcosa di più divertente: filo di nylon in anima di metallo e normale, corda di canapa, molle, oscilloscopi e giroscopi...tutta questa roba è legata invece agli elementi moventi dei meccanismi all'interni della marionetta o per il bilanciamento. Alcuni di questi li conosco molto bene, perchè sono elementi che vengono usati anche per la realizzazione di trappole...davvero roba fica. Poi c'erano i pezzi più grossi e massicci come aste di legno e metallo, spesso connesse tra di loro:Infine materiale strutturale per la realizzazione di telai e creare gli spazi interni dove allocare le armi. Mi sembra che sia tutto.
     
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    Lame, tagli, trappole

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    No, invece mi spiace. Ultimamente sono distratto, forse questa promozione mi ha un po' spiazzato. Non sprecarti in complimenti, non li merito. Ho solo dovuto crescere in fretta, ma invidio molto chi ha potuto fare le cose con calma.

    Fu questa la breve risposta del genin bambino alle parole del genin. D'altra parte per una persona come lui che faceva delle informazioni uno stile di vita, dimenticarsi di aver già visto un'individuo può costare caro. Doveva fermarsi e riflettere, tutti questi accadimenti così veloci gli stavano rubando la concentrazione.

    Oronoki sorrise appena quando entrambi i suoi "ospiti" finirono a terra per il brutto scherzo che aveva realizzato con i fili di chakra. Indubbiamente lo studente era una preda facile, ma il chunin bambino aveva dimostrato di essere entrato in quel tempio con una mentalità non adatta all'addestramento.


    Dunque, a parte la tua spiccata sonnolenza Ryoshi Okura, sono contento di vedere che il tuo compagno odierno si dimostra invece abbastanza preparato.

    Con passo lento il marionettista si mosse verso gli altri due elementi, avvicinandosi ad appena un metro da loro, e ponendo tutta gli oggetti, viti e strumenti in mezzo a loro. L'uomo, come già detto assai particolare, guardava con molta attenzione quell'ammasso di ferraglia, legno, metalli e strumenti. Li guardava come se fossero suoi parenti, con un'occhio pieno di attenzione, nonostante poco prima avesse malamente rovesciato la sacca che li conteneva. Era invece molto più distaccato quando si rivolgeva ai suoi due allievi del giorno, caratteristiche tipiche di un qualche esiliato.



    Bene, si hai azzeccato tutti i pezzi che hai visto. Vedo che i mesi di preparazione prima del grande giorno servono ancora a qualcosa, questo è un discreto passo avanti. Dunque, è il momento di spiegarti la cosa più importante che un marionettista potrà mai apprendere.

    L'uomo alzò il braccio, portandolo ben teso e perpendicolare al corpo. Dopodichè iniziò a giocherellare in maniera teatrale con le dita, muovendole imitando il movimento di un polipo mentre teneva la mano immobile. Inizialmente il suo obbiettivo non era altro che attirare l'attenzione, obbiettivo che riuscì immediatamente, e quand'egli se ne accorse iniziò l'addestramentoFili di Chakra
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    pratico di Shunsui Abara. Piano piano dalla sua mano partirono diversi fili di chakra, uno per volta si attaccarono ai bulloni ed alle viti, le alzarono e le spostarono facendole muovere nell'aria quasi fosse magia.
    Oronoki guardava quasi stupito il suo operato, era evidente che per lui quella era un'operazione banale come fare colazione, ma la sua mente sembrava particolarmente interessata, quasi fossero anni che non vedeva dei fili di chakra partire dalle sue dita. I fili erano quasi invisibili, ma con la giusta attenzione i due ragazzi avrebbero potuto notarli. Non sarebbe stato immediato, anche perchè era ovvio perdersi un secondo a guardare l'innumerevole quantità di oggetti iniziare a volare sopra di loro. I fili avevano iniziato a prendere possesso anche di oggetti più grandi e massicci, che nonostante il peso volavano senza problemi sopra le loro teste.


    Sembra semplice, si, lo sembra.

    Al termine di quella frase, pronunciata quasi con rabbia, tutti i pezzi caddero a terra. Alcune piccole viti che si trovavano in alto al momento dello scioglimento della tecnica avrebbero prima rotolato sulla testa di Shunsui e Ryoshi, per poi ticchettare cadendo per terra. Oronoki abbassò il braccio e mosse anche l'altro, andando ad incrociare le braccia.


    Ebbene, un genin deve essere in grado di realizzare almeno in forma embrionale questa tecnica. Non sarai sopravvissuto a sei mesi di addestramento per niente. Devi solo concentrarti. Se hai già imparato a camminare sull'acqua e cose di questo genere sarai avvantaggiato, altrimenti devi solamente sforzarti, provare, riprovare e farcela.
    Concentra il tuo chakra nelle punta delle dita, poi allungalo. Inizialmente ti consiglio di farlo da brevi distanze, mettiti ad appena qualche centimetro di distanza dall'oggetto che vuoi imbrigliare, e prova. Dopodichè inizia ad allungare la distanza mantenendo un legame stabile, e solo dopo esserci riuscito prova ad usare il chakra per spostare gli oggetti. Prenditi il tuo tempo, non siamo in guerra.



    Senza stare a perdere tempo dietro al ragazzo, l'uomo mise una mano sulla spalla a Ryoshi, indicandogli di seguirlo presso un tavolo posizionato in un angolo della stanza, a circa sei metri da Shunsui, che aveva quindi tutto lo spazio necessario alle sue prove.
    Ai lati del tavolo, largo appena mezzo metro, c'erano solo due sedie che si fronteggiavano. Invitò Ryoshi a sedersi su una delle due, mentre lui si sedette nell'altra. Dalla sua postazione poteva guardare dritto negli occhi il Chunin bambino, ma poteva anche monitorare i progressi dell'aspirante marionettista.
    Oronoki non disse una parola, nè tanto meno fece RYoshi. I due iniziarono a guardarsi fissi negli occhi, per un periodo di tempo che sembrò infinito.



    Non so proprio come scusarmi Hohe. Mi dispiace averci impiegato così tanto. Non ho giustificazioni, ti chiedo solo scusa, speravo di riuscire a far prima.
    Prometto che cercherò di recuperare il tempo perduto postandoti il più velocemente possibile ora che sto tornando alla normalità, scusa ancora!
     
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    La risposta di Shunsui venne accolta con una discreta approvazione da parte del suo nuovo maestro. Nonostante fosse felice di ciò, il genin della Sabbia non si fece prendere eccessivamente dall'entusiasmo: un compito come quello era semplicemente troppo facile per una persona che, come lui, aveva passato buona parte della sua vita in mezzo a botteghe di artigiani, falegnami e fabbri. Inoltre, i mesi che aveva speso all'interno del tempio, lo avevano in qualche modo indurito. Normalmente avrebbe detto una qualche stupida frase di vittoria in quel contesto; ora in vece aveva imparato a stare in silenzio ed al suo posto. Anche per questo non disse qualcosa sui modi strapalati di Oronoki. Il tipo sembrava essere fuori dal mondo, con il suo sguardo a volte penetrante ed a volte distaccato. Un folle a vedersi, tanto da fargli segretamente dubitare che il titolo di miglior maestro del Tempio fosse immeritato. Shunsui era passato sotto diverse persone durante il suo periodo di apprendistato: i guardiani non si potevano certamente dire un gruppo poco ecclettico, ma la preparazione degli individui che lo avevano istruito era di prima classe. Che Oronoki riuscisse a pareggiare quello standard era tutto da vedere. Non è compito mio questionare il comportamente del sensei... pensò rimettendo in riga i suoi pensieri. Eh sì, era proprio cambiato.

    Oronoki decise quindi di passare ad una fase del suo addestramento più attiva. Guardando le sue mani muoversi ed una serie di oggetti iniziare a fluttuare nell'aria, Shunsui immediatamente intuì la tecnica che gli voleva insegnare. Quella dei "Fili di Chakra" era l'abc dell'arte del marionettista. Shunsui l'aveva vista eseguire svariate volte durante la sua permanenza al Tempio, ma non gli era stato mai permesso di impararla od esercitarsi. La volta che ci aveva provato di nascosto nel suo dormitorio, era stato prontamente scoperto e gli era stata assegnata una punizione degna di questo nome. Vedendo viti e bulloni volare in aria come sospesi da un vento perenne, Shunsui sentì il desiderio di cimenatrsi nell'impresa. Oronoki gli suggerì quale fosse il modo migliore per avvicinarsi piano piano all'esecuzione corretta della tecnica. Chiaramente, il trucco consisteva nella corretta manipolazione del chakra. Grazie ad Haruki, Shunsui aveva sviluppato un seppur basilare controllo del chakra: sapeva come camminare in verticale o a testa in giù, e come utilizzare l'energia del Tentien per allungare i propri salti o scagliare piccole armi più lontane di quello che il suo semplice braccio gli avrebbe potuto permettere. La tecnica da imparare era elementare nella teoria quanto ostica nella sua applicazione pratica. L'essenzialità la rendeva un tecnica spettacolare, i cui utilizzi erano svariati. Grazie Sensei. Cercherò di sfruttare i suoi consigli al meglio. disse Shunsui vedendo che il marionettista si allontanava con Ryoshi, dando a lui il tempo di esercitarsi con la nuova tecnica.

    Senza perdere tempo, Shunsui prese una vite dal mucchio di oggetti sparpagliati a terra. La vite in questioe era lunga solo quattro centimentri, ma era piuttosto massiccia, con un testa che pesava leggermente nella mano. Shunsui sapeva che un vite di quella dimensione poteva sopportare fino cinque volte il suo peso nella direzione di lavoro. Ma non era questo ciò che gli interessava. Mantenendo il piccolo meccanismo di collegameno sul palmo della mano sinistra, il genin portò l'indice della mano destra quasi a sfirorare l'oggetto metallico. Attingendo alla sua riserva di chakra, il genin portò prima una bassissima quantità di chakra e poi 1/2 basso sulla punta dell'indice. L'energia si accumulò su quel punto della mano, e Shunsui attinse al suo controllo del chakra per stabilizzarlo. Nei suoi addestramenti di padronanza del chakra, quella quantità di energia era quella che notoriamente si utilizzava per compiere le azioni più comuni, come la camminata a testa in giù. Fu quindi con questa quantità di chakra che il genin iniziò i suoi esperiemnti.Pensa ad un filo. Un filo che parte dal dito. Pensa ad un filo. Pensa ad un filo. Pensa ad un filo...Il mantra nella sua testa si dissipò lasciando crescere la sua concentrazione. L'energia ballava sulla punta del dito, zampillando come un liquido senza una forma, a volte rimanendo attaccato a volte allungandosi per qualche millimetro nell'aria. Con attenzione, il genin iniziò ad aumentare la quantità di chakra che stava maneggiando, osservando la risposta del chakra. Piano piano, l'energia chakrica iniziò a sfuggire al contatto del suo dito, per andare a finire dritto dritto verso la testa della vite, creando una sorta di collegamento continuo ma con una forma un po' troppo allargata. A quel punto, Shunsui stava maneggiando un basso di chakra sulla punta del dito destro e si sentiva come in bilico, un passo falso ed avrebbe...improvvisamente il contatto si interruppe ed il bullone schizzò via dalla mano come se spinto.Mmm devo controllare meglio il flusso di chakra. In un certo senso questo è come usare il chakra adesivo a distanza. Dovrei cercare di sfruttare metà dell'erngia per creare il collegamento, e l'altra metà per mantenere la connessione. Con questa piccola rivelazione, Shunsui proseguì i suoi esercizi. Nuova vite, nuova storia.

    Creare il collegamento questa volta fu più facile ed immediato. Il semitrasparente filo di chakra, lungo circa un millimetro, si instaurò con semplicità tra la punta delle dita del genin e la testa della vite. Cercando di ricreare la sensazione di contatto generata dal chakra adesivo, Shunsui si concentrò nel manipolare e stabilizzare il fuso del filo. Per fare ciò, iniziò lentamente ad allontanare il dito che manteneva il collegamento dalla moneta. Mentre così faceva, percepiva l'energia che stava impiegando a mantenere la tecnica, distribuirsi se una superficie sempre più ampia. Modellare il chakra così che si mantenesse omogeneo su tutta la sua superficie era la parte più impegnativa. Di fatti, il genin impiegò più di diceci tentativi prima di far raggiungere al filo una lunghezza poco superiore ai dieci centimetri." Non è molto, ma adesso credo di aver capito come manipolare il chakra per andare oltre questo punto". Pensò massaggiando leggermente l'indice con cui aveva praticato fino ad adesso la tecnica, che iniziava ad essere dolorante per le continue manipolazioni di chakra in una porzione del suo corpo così piccola. Passando all'indice della mano sinistra, Shunsui continuò con la sua esercitazione. I dieci centimetri divennero rapidamente 20 e quindi 30, fin quando il genin potè puntare ad una vite ai suoi piedi e direttamente creare il filo senza dovercisi avvicinare. Solo a quel punto il genin iniziò ad usare il filo che aveva appena creato per 'fare' effettivamente qualcosa. Con movimenti repentini dell'indice, il genin osservò lo stesso movimento venir riportato sull'oggetto a cui il filo era connesso. All'inizio provò con gesti piccoli, per poi passare a movimenti più ampi. Con stupore, Shunsui notò che il filo era resistente, nonostante fosse sottile e sembrasse non esserci. Inoltre, si accorse che i movimento delle sue mani non corrispondevano uno ad uno alla distanza percorsa dall'oggetto, ma giocando con la lunghezza del filo poteva far compiere movimenti più ampi alla vite, rispetto a quanto aveva mosso la mano sinistra. Avrebbe continuato ad testare le capacità della tecnica fin quando il suo maestro non avesse ritenuto che fosse sufficiente.

    Sto apprendendo ora il controllo del chakra in una giocata precedente a questa =)
     
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    Piccoli progressi

    IV



    Oronoki era una persona esperta e capace di grandi cose. Mentre osservava il giovane Ryoshi, seduto al suo stesso tavolo lanciava di tanto in tanto delle rapide occhiate all'apprendista. Si stava esercitando con la tecnica di fili di chakra. Era una tecnica a doppio binario. Da un lato era particolarmente banale. Si trattava di utilizzare il chakra per muovere degli oggetti. Non c'erano richiami elementali, non si doveva imprimere una grande forza, nè tanto meno richiedeva un consumo eccessiva di chakra stesso. Eppure, l'altro lato della medaglia vedeva una tecnica di difficilissimo controllo. Richiedeva mesi di addestramento affinchè uno shinobi potesse padroneggiarla a dovere. Richiedeva una grande flessibilità mentale, un controllo del proprio flusso interno perfetto, e grande calma interiore. Può sembrare semplice anche ad uno studentello l'idea di afferrare un vaso con un filo di chakra che spunta dalle proprie dita, un qualunque jonin potrebbe cercare di farlo anche per la prima volta e riuscirci.
    Ma cosa dire di controllare un manipolo di oggetti, marionette, armi e congegni, nello stesso medesimo istante, magari facendogli prendere direzioni diverse o movimenti complessi ?
    Provate ora a pensare di muovere voi stessi in tutto ciò, e per ultimo, di capire anche quali oggetti si porranno nelle vostre traiettorie.

    Si crede, errando, che le abilità più rare siano quelle innate. Niente di più sbagliato. Un qualsiasi bastardo Uchiha imparerà ad usare quegli occhi, prima o dopo. Li ha nel sangue e non c'è niente che glielo possa negare. Per apprendere un'arte come quella del marionettismo non ci sono raccomandazioni sanguigne che tengano. C'è un motivo se hanno il prestigio, l'onore e l'infamia di proteggere il tempio. Il motivo è semplice, sono per forza di cose coloro che più si sudano quel compito.

    Oronoki si alzò di scatto, lasciando il giovane Chunin al suo tavolo senza proferir parola e si diresse da Shunsui.


    I tuoi progressi sono particolarmente veloci. Anni ed anni addietro io impiegai molto più tempo per ottenere questo risultato.


    L'uomo sembrava pensieroso e distratto mentre a sua volta usava un filo di chakra, sinuoso e velocissimo per afferrare qualche bullone e farlo volare per aria. Mentre lo faceva, prese un lungo bastone, che era posizionato affianco alla porta da cui erano entrati e lo posizionò al centro della stanza. Il bastone era alto quasi due metri, come una porta normale, ed aveva un diametro di circa due centimetri. Oronoki arrivò al centro della stanza, e con disinvoltura posizionò perfettamente il bastone in equilibrio perfetto. Senza sostegno alcuno il bastone rimase perfettamente dritto e stabile. Poi, fece qualche passo per avvicinarsi all'allievo.



    Non ti chiedo di riuscirci, ti serviranno anni per comprendere perfettamente come sfruttare un oggetto bilanciato come si deve. Ad ogni modo, il tuo prossimo compito è il perfezionamento. Fai ruotare viti e bulloni attorno a questo bastone senza farlo cadere. Basterà anche solo il leggerissimo contatto di un filo di chakra perchè vada in terra. Sta attento.


    Detto ciò, l'uomo torno da Ryoshi Okura, sedendosi al tavolino mentre Shunsui poteva provare. Si sedette con un movimento flessuoso e posizionò i gomiti sul tavolino, mentre tornava a fissare con insistenza il chunin bambino.


    Il compito che ho affidato al tuo compagno richiede grande precisione. Basta uno spostamento d'aria troppo forte perchè quel bastone vada in terra, figurati se lo tocca per errore. Dovrà sforzarsi ed impegnarsi, dovrà usare le sue doti in modo fine, dimenticandosi quel genere di controllo del chakra grezzo che caratterizza la maggior parte dei marionettisti.
    Vedi, se si impara sin da bambini ad essere aggraziati, questa sarà una capacità innata. Se invece prima di impara a camminare in modo grezzo, neppure dopo vent'anni di allenamento lo si farà naturalmente. Bambini ed uomini si plasmano, e dare una forma sbagliata in fase di solidificazione dell'anima, comprometto un'intero sviluppo.


    Gli occhi e le parole di quell'uomo attraversavano il giovane discepolo delle sabbie. Sembravano leggere il suo passato e la sua stessa anima. Non disse niente il rosso.


    Solo guardando il viso di una persona, il modo in cui muove gli occhi ed il modo in cui si muovo i suoi muscoli involontari è possibile capire moltissime cose. Tu non immagini piccolo ragazzo.
    Prova, prova a guardarmi davvero. Osserva, invece di guardare semplicemente, devi osservare e vedere davvero.
    Dimmi, dimmi come si chiamavano i miei genitori.
     
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    I complimenti del maestro arrivarono ben graditi al genin di Suna. Non succedeva spesso che i Guardiani fossero così aperti con lui - sebbene ci fossero stati dei casi -. Con un mezzo sorriso, disse:Grazie Sensei, ma ci sono riuscito così velocemente solo perchè ho visto usare ed usare questa tecnica molte volte durante questi mesi, ed ho passato molto tempo a ragionare sul suo funzionamento, sebbene non potessi esercitarmi. Poi con il vostro consiglio è stato facile mettere insieme i pezzi...anche se mi sembra di averci messo una vita ad utilizzare una tecnica che sembra così facile. No solo quello, ma la mano che aveva utilizzato per fare pratica gli faceva un male cane. Al sensei sicuramente non sarebbe sfuggito il fatto che, in particolare il dito indice della mano destra, tremava leggermente. Il chakra era un'arma a doppio taglio. In mani che non sono allenate, poteva tranquillamente ferire chi lo manipolava con estrema facilità.

    Ad ogni modo Shunsui non ebbe alcun momento di riposo. Similmente a come aveva fatto prima, Oronoki iniziò ad usare a sua volta fili di chakra per muovere piccoli oggetti metallici. Il perchè lo facesse era incomprensibile per il genin. Forse era per semplice dimostrazione, ma la sanità mentale della persona che aveva di fronte era ancora da verificare. Mentre piccoli bulloni e viti volteggiavano in aria, il sensei prese un bastone piuttosto alto e snello e, con una facilità disarmante, lo mise in equilibrio su un estremo. La dimostrazione di abilità fece sorridere il genin, che tornò subito serie quando partirono le spiegazioni della sua nuova parte di addestramento. Shunsui ascoltò con attenzione, cercando di capire cosa doveva fare e verso quale obiettivo. In questo caso, doveva cercare di perfezionare quello che aveva imparato tramite un esercizio: doveva far ruotare viti e bulloni intorno all'asta senza farlo cadere.

    Grattandosi la testa in maniera scettica, Shunsui disse:Ok..ci provo....ma non vi allontanate troppo. Sono quasi sicuro che dovrete rimettere in piedi questo bastone un bel po' di volte.... Concentrandosi, il genin attinse a quello che aveva appena imparato e connesse un sottile filo di chakra ad uno dei bulloni più vicino. A quel punto, utilizzando l'altra mano, ripeté la medesima operazione con una vite. I collegamenti si instaurarono rapidamente e apparivano stabili. Shunsui non era confidente che lo fossero per davvero, tuttavia aveva iniziato a prendere dimestichezza con la tecnica. Iniziò a muovere i due oggetti in circolo intorno al bastone, partendo da piuttosto lontano. Il sensei lo aveva avvertito che non doveva sfiorare il bastone, ma Shunsui sapeva che sarebbe bastato uno spostamento d'aria a farlo cadere. Ad ogni modo, le rotazioni dei due piccoli oggetti erano sufficientemente lente e lontane dal paletto da non riuscire a sviluppare movimenti d'aria consistenti. Shunsui iniziò ad aumentare la velocità. I fili di chakra iniziarono a muoversi in circolo più velocemente, assumendo curvature particolari così da posizionare i due utensili metallici intorno al palo, ma senza doverlo incrociare. Ok...questo è quello che riesco a fare...ora vediamo di metterci un po più di impegno....Mentre così diceva, altre due fili di chakra vennero realizzati e vennero connessi ad altrettanti viti. Con 4 oggetti che ruotavano ora Shunsui si sentiva come un equilibrista che camminava su un filo molto molto sottile. Mentre leggeri crampi iniziavano a dargli fastidio al centro dei palmi delle mani, Shunsui era completamente concentrato ed assorbito dal suo compito. Nonostante questo, la sua capacità di manipolare i fili era ancora a livelli rudimentali e, ogni tanto, si sentiva il suono di una di quelle viti che, invece di essere sospesa in aria, cadeva a terra tintinnando. Shunsui, che alle prime volte quasi si fermava per riconnettere un altro filo, dopo un po' smise di pensarci su due volte: ogni volta che qualcosa cadeva, immediatamente creava un altro filo per prendere un nuovo oggetto dal mucchio. Per ora si stava concentrando sulla quantità. Il difficile doveva ancora venire.

    Quando il genin si sentì pronto, lasciò cadere tutti gli oggetti che stava facendo volare tramite i fili di chakra, tranne due. Con quei due, uno per mano, iniziò ad avvicinarsi sempre più al palo. Per evitare che le correnti d'aria lo sbilanciassero, il genin fece ruotare una vite in senso orario e l'altra in senso anti-orario. Tuttavia, man mano che si avvicinava, il genin osservò immediatamente un repentino movimento del bastone, il quale cadde miseramente a terra.Maledizione...era inevitabile... Frustrato, Shunsui chiese gentilmente al maestro di rimettere in piedi l'oggetto, per poi continuare provare. Il problema non è toccare il bastone, perchè tanto non riesco ad avvicinarmici che cade subito. Però secondo me l'idea di far ruotare le viti in senso opposto non è sbagliata. Se il bastone cade è perchè io sono poco preciso e non faccio ruotare le due viti esattamente con la stessa velocità e posizione... ma non credo che il concetto sia sbagliato. Il genin riprese con maggiore determinazione, facendo ruotare i due piccoli oggetti. Era un lavoro di un a precisione senza parti. Un millimetro troppo più in qui o troppo più in lì ed il palo cadeva rovinosamente a terra, e Shunsui doveva nuovamente chiedere che gli venisse riposizionato. Dopo una decina di tentativi, iniziava a sentire la sua pace interiore venir soppiantata dalla frustrazione per essere un inetto. Merda! Merda! Merda! Questo diavolo di palo non starà mai in piedi! Merda! Per la rabbia quasi scaraventò gli oggetti che aveva sotto il suo controllo, ma si trattenne sapendo che non solo gli occhi del maestro, ma anche quelli di Ryoshi erano puntati su di lui. Fece un respiro profondo. Fece un giro della stanza. Fece un altro giro della stanza e poi tornò di fronte a quello stupido pezzo di legnoNon c'è modo di aggirare questa cosa, non ci sono scorciatoie o trucchi. Devo solo concentrarmi! Nuovamente le due viti iniziarono a correre nell'aria in direzioni diverse, e nuovamente il bastone continuò a cadere. E ancora, e ancora e ancora. Tuttavia c'era qualche miglioramento: non era poi così lontano dal bastone, ed in più i suoi occhi si stavano abituando a percepire quel leggero movimento del palo che dava l'indizio necessario a capire verso che lato sarebbe caduto. Quando così accadeva, il genin leggermente modificava uno o entrambe le traiettorie di quei piccoli oggetti. Spostamenti millimetrici che però apportavano un minuscolo effetto che cambiava completamente la stabilità del palo. Senza che nemmeno se ne accorgesse, il problema non erano più i fili di chakra. Shunsui era così concentrato sul movimento delle viti e sulla reazione del palo, che non pensava più in termini di chakra da dosare o controllo, perchè non era necessario. Gli veniva praticamente naturale. Eppure l'asta continuava a cadere.

    Per Shunsui sembrò passare poco tempo, ma rimase per più di tre ore impalato davanti a quel palo, cercando di non farlo cadere. Le schiena, le braccia e le mani gli dolevano terribilmente, ma lui continuava a persistere. Sentiva che c'era vicino. Con il passare dei tentativi aveva iniziato ad aggiungere più viti e bulloni, nella speranza di ottenere più stabilità. In quel momento, cinque viti e tre bulloni ruotavano con velocità e versi diversi intorno al palo. Le dita del genin si muovevano nell'aria come a toccare tasti invisibili, legegre, ma era allo stremo delle forze. Nel momento in cui si fosse fermato sarebbe caduto a terra, sfinito. Per questo lui persisteva, perchè non c'erano alternative. I pezzi ruotavano ora a soli cinque centimetri dal palo, chi più chi meno. Quello ogni tanto faceva un movimento per cadere, ma Shunsui modificava leggermente il sistema che aveva creato e lo rimetteva in sesto. Sì, ci stava prendendo gusto. Ma la stanchezza lo aveva già piegato, ed era solo un capriccio della mente che gli permetteva di stare in piedi. Infine, uno spasmo della mano mandò all'aria quel piccolo capolavoro che aveva creato. I pezzi volarono nell'aria, ed il bastone anche. Con lui, cadde a terra stremato pure Shunsui, ansimante. Aveva raggiunto il suo limite. Ma per un secondo, gli era sembrato di aver avuto il controllo su quell'esercizio. O forse si era sbagliato?
     
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    V





    Non essere crollati già al primo esercizio era un'ottima dimostrazione di forza. Questo lo sapeva bene Oronoki, ma vedeva anche con piacere la costanza che il ragazzino stava mettendo nel cercare di superare il secondo esercizio. Era incredibile come il giovane allievo non cedesse mai. Gli aveva chiesto più volte di rimettere il bastone in piedi, ed il sensei aveva sempre accettato. L'aveva fatto dalla sua postazione, seduto al tavolino con Ryoshi gli bastava usare un suo filo di chakra per risistemare il bastone in equilibrio.
    Era un'abilità incredibile, legata ad anni ed anni di allenamento nel controllo degli equilibri. Era sostanzialmente quello il nucleo del marionettismo, perlomeno nella visione contorta dello stessa che aveva Oronoki. Tutti potevano prima o dopo imparare a gestire i fili di chakra, renderli anche invisibili ed accurati, tutti prima o dopo avrebbero smesso di sentire il dolore acuto all'interno delle mani. Quella concentrazione di chakra continua che bruciava e che continuava a mandare segnali di dolore al cervello.
    Per imparare queste cose bastava passare del tempo ad usarli, prima o dopo sarebbe diventato un'abitudine.
    Dopo diverse volte che il bastone cadde, l'uomo si alzò, lasciando RYoshi ai suoi pensieri ed avvicinandosi per un momento all'allievo.


    C'è una grande differenza tra l'allenamento, e l'uso continuativo dei fili di chakra. Conosco persone che usano i fili di chakra da decenni, che sono anche dei buoni marionettisti in un certo senso, ma che non si sono mai allenati realmente.

    Mentre blaterava l'uomo non riusciva a non emettere fili di chakra e far muovere oggetti intorno al suo corpo e a quello del giovane Shunsui.


    Non basta sforzarsi in maniera continuativa. Non si diventa esperti senza il cervello. Pensa anche al solo alzarsi dal letto, ci sono persone che lo fanno ogni giorno della loro vita nello stesso modo, magari per settant'anni. Ma, dopo una certa presa di confidenza iniziale con il metodo, diciamo dopo un paio di anni, non si migliora più nello stesso movimento. A quel punto, che siano cinque o quaranta gli anni in cui hai compiuto quel movimento, la tua abilità è identica.
    Questo, si chiama spreco.
    Questa, non è altro che mediocrità.


    Per il momento il sensei non si era ancora espresso sul metodo del ragazzo, che però continuava a fissare intensamente.


    In te vedo qualcosa di positivo. Non ti sei intestardito in un singolo tentativo, tentando più e più volte in attesa che la dea bendata ti aiutasse. Ti sei sforzato di aggirare l'ostacolo e di trovare un metodo.
    Il segreto nel marionettismo, non è solo controllare gli oggetti. Ma sapere cosa faranno quando smetti di controllarli.


    L'uomo iniziò a far girare attorno al palo una singola vite. Inizialmente lo fece con una velocità impressionante e con dei fili di chakra talmente perfetti da essere difficili da vedere anche così da vicino, poi il movimento continuò a rallentare, ed allo stesso tempo i fili di chakra si irrobustivano, permettendo all'allievo di vedere come stava facendo.


    Se non usi diversi fili sarà impossibile non farlo cadere, per quanto tu possa essere aggraziato. Il trucco è disegnare una traiettoria circolare con un filo, poi, poco prima che questi vada ad impattare il bastone sciogliere l'oggetto, e riprenderlo al volo dall'altra parte con un altro filo di chakra.
    Per farlo servono un controllo elevatissimo dei fili, ma questo lo ottiene chiunque.
    Serve capacità di visione e di prospettiva. Cose che aiuteranno gli shinobi non solo nel prendere al volo le viti, ma in ogni giorno della loro vite. Per riprenderla, devi sapere dove andrà quando non sarà sotto il tuo controllo.


    Disse queste parole e si allontanò, tornando al tavolino da Ryoshi. Oronoki aveva notato il metodo di Shunsui, ed aveva anche notato che nonostante tutto a tratti era riuscito a superare l'esercizio, ma forse voleva qualcosa di più. Voleva una presa di coscienza di quello che stava facendo non limitata alla mera esecuzione.
    Seduto al tavolino, guardò il bambino dai capelli rossi.



    Le sue parole si sposano bene anche riguardo quello che sta cercando di insegnare a me. Oltre a non sprecare il suo tempo lei non spreca nemmeno le sue parole. Ogni cosa che ha detto a Shunsui risulta perfetta anche riguardo al mio allenamento. Il discorso sull'allenamento, quella distinzione dal semplice ripetere una cosa. Infine, quest'ultima parte sul controllo delle cose. Cosa faranno quando non saranno sotto il tuo controllo...

    Per essere uno che non conosceva la vera storia di Ryoshi quell'uomo aveva detto un sacco di cose inquietanti. Una parte del piccolo bambino pulsava, nella sua anima l'istinto di protezione stava mandando segnali di allarme in ogni dove. Le parole di Oronoki sembravano smascherare quel suo patto, quella sua anima doppia. Sembrava conoscerlo oltre ogni modo, più di chiunque altro al mondo. Il bambino rimaneva impressionate, seduto a guardarlo attentamente. Non aveva modo di rispondere alla sua domanda. Ma anch'essa dava strani segnali intimidatoria. Tra tutte le cose che poteva chiedere, Oronoki chiese il nome dei genitori. Non di un'animale domestico, ma dei genitori. I genitori erano qualcosa di particolare per il giovane chunin del deserto, la loro uccisione era stato un punto di non ritorno, una rinascita.
    Rimase impassibile, ma ben sapeva, che se i suoi dubbi erano mal riposti, un'atteggiamento troppo strano ne avrebbe invece creati. Se Oronoki sapeva tanto valeva esporsi, se invece era solo un caso, era necessario stare al gioco.


    Non posso saperlo. Non lo so il nome dei suoi genitori. Ma il fatto che lei mi pone questa domanda mi permette di fare delle domande. Prima di tutto, siccome lei mi ha dato almeno l'ambito, posso provare a dire che lei sta sviando il discorso. In secondo luogo, non avendo metri di paragone rispetto ad altri discorsi, posso provare a dire che lei vuole solo darmi i presupposti di quello che sarà un esercizio futuro. Come ha fatto con il mio compagno, prima gli ha chiesto di imparare a usare i fili, poi gli ha chiesto qualcosa di più complesso.
    Lei ha parlato del linguaggio del corpo, è una cosa essenziale e utile a quanto pare, ma va valutato in relazione a precedenti imput, quindi lei ha bisogno di parlare con me in maniera che io la veda gesticolare. Che il mio occhio si abitui ai segnali del suo corpo. Anche i dieci minuti di comunicazione non verbale a cui mi ha sottoposto non sono altro che presupposti di questo genere, credo.
    Per quanto riguarda i genitori, l'unica cosa che posso dire è che forse sono un punto debole. Aveva bisogno di sviare il discorso, quindi il suo cervello si è chiesto un'argomento qualsiasi da intavolare per poterlo usare come presupposto della comunicazione, è la prima immagine è stata quella familiare. Nel bene o nel male, per via di troppo amore o di troppo odio, le sono venuti in mente loro.


    Non poteva dire altro il giovane chunin, che si ritrovava in una situazione delicata.
    Era stato scoperto ?
     
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    Difficile interpretare le parole del maestro. Forse perchè Shunsui stava ancora cercando di riprendersi dall'allenamento intenso che aveva affrontato, forse perchè Oronoki era un tipo un po' strano. Ma, in tutta onestà, forse il problema era il messaggio che le parole del marionettista racchiudevano. Ho sempre pensato che con la pratica e la costanza si possa ottenere tutto. Del resto, a cos' altro posso aspirare? Come altro potrei portare avanti la mia vendetta, se non ho speranze di diventare non bravo, ma più che bravo, con la semplice pratica? Io che non ho geni di un clan famoso, che non ho l'età del 90% di ragazzi che iniziano questa vita, e che non sono un fottuto genio come Ryoshi o Hohenheim...a cos'altro posso credere io, se non che impegnandomi posso arrivare in alto? Eppure, in un certo senso, Oronoki gli stava dicendo che la semplice pratica serviva solo a far funzionare le cose, anche in maniera discreta, ma non eccelsa. Era il metodo che decretava se il seme di un'aspirazione potesse diventare albero o erba di campo. Shunsui era d'accordo, ma non credeva di star cercando di risolvere il problema senza un metodo. Questo lo abbatteva. Non si reputava uno sciocco, e vedere di aver frainteso la prova in quella maniera non lo gratificava affatto. Forse doveva avere sul viso un'espressione decisamente depressa, perchè Oronoki trovò comunque qualcosa da elogiare in quello che il ragazzo aveva compiuto.Lei è una brava persona sensei... disse guardando il marionettista negli occhi. Poi aggiunse rivolgendo lo sguardo verso il basso:...ma non c'è bisogno che addolcisca la pillola per me. Pensavo di poter raggiungere un buon risultato con il metodo che ho tentato. Anzi, credo tra l'altro che il mio controllo sia aumentato molto. Ma questo non è il punto del suo discorso, vero? Fu in quel momento che il sensei gli fece capire cosa voleva davvero ottenere da lui con quell'esercizio. Controllando con un filo una vite, a sua volta Oronoki ripeté l'esercizio per il genin. Dapprima più velocemente di quanto il giovane Shunsui potesse percepire, e poi sempre più lentamente. E finalmente capì il punto. Quell'esercizio doveva migliorare la coordinazione, la capacità di visione e prospettiva. Imparare a controllare ciò che possiamo controllare, e a prevedere cosa è al di là della nostra presa...Grazie sensei, ora credo di aver capito realmente cosa voleva da me. Mi rimetto sull'esercizio.

    Mentre Oronoki raggiungeva Ryoshi, ed i due iniziavano a chiacchierare, Shunsui si avvicinò al bastone che era rimasto fermo immobile dopo la dimostrazione pratica del marionettista. Il genin si tastò i palmi di entrambi le mani, massaggiandole leggermente. Il dolore era sparito. Sarebbe ritornato. Ci avrebbe convissuto. L'esercizio era sempre lo stesso ed al genin della Sabbia veniva quasi il voltastomaco a ripensarci - poche cose lo avevano innervosito di più nella sua vita di quel palo che non voleva stare all'impiedi. Quasi senza pensarci, un filo di chakra quasi trasparente partì da suo indice destro, connettendosi alla vite lasciata dal sensei. Nulla di complesso: lo prendo, gli faccio fare un mezzo giro, lo lancio, lo afferro e ripeto. Facile. Partì lentamente, anche se non ne aveva bisogno. Prima era riuscito a far ruotare più di cinque pezzi tutti insieme e di controllarne velocità e traiettoria così da creare il giusto momento intorno al palo. Quello era stato intenso. Ma il genin non avrebbe sottovalutato l'esercizio.

    Il primo passaggio andò discretamente bene. Le azioni vennero svolte con una certa fluidità da parte del genin. Dopo il movimento di lancio, Shunsui staccò il filo un secondo prima che questo impattasse il palo. La vite partì in linea retta non appena il filo fu disconnesso, oltrepassando l'asta di legno. Shunsui quindi creò un secondo filo, con la mano sinistra, che afferrò al volo la vite. Non un gran problema...sto andando troppo lento. Fece percorrere un altro mezzo giro, questa volta più veloce. Disconnessione. Presa al volo. Continua. Più veloce, più stretto. Mano mano che si avvicinava al palo, il tempo necessario per prendere al volo la vite diminuiva. In meno spazio, doveva afferrare al volo quell'oggetto piccolissimo che andava sempre più veloce. Fu a quale punto che iniziò a perdere un po' il controllo della situazione. La vite sfuggì alla presa del filo un paio di volte, e schizzò lontana, andando a sbattere contro un muro a trenta metri di distanza. Poco male, ce ne erano troppe comunque di viti lì per terra. Attaccò il filo ad una nuova vite e riprese a farla ruotare.

    Con il passare del tempo, il genin riuscì a compiere sempre meno errori. Le prese divennero più precise e sicure e la velocità continuò ad aumentare. Ancora lontani da quello che il maestro poteva fare, Shunsui sperò di aver finalmente compreso la lezione che Oronoki gli voleva impartire.
     
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    Mentre ascoltava il chunin della sabbia gli occhi dell'esperto marionettista passavano con rapidità ed esperienza impressionanti a controllare i progressi ed i risultati dell'allenamento del suo nuovo apprendista.
    Poche persone sarebbero riuscite ad allenare due persone diverse, di età diverse in due discipline totalmente diverse senza perdere mai la concentrazione, e riuscendo addirittura nella non da poco impresa di poter parlare una volta sola dando spiegazioni ad entrambi
    Ryoshi era rimasto basito da quella sua abilità. Lui stesso era una persona che aveva fatto della manipolazione, della menzogna e dell'abilità nel gestire le situazioni la sua stessa vita, ma non avrebbei mai nemmeno pensato ad un situazione in cui ingannare o istruire ( che non son'altro che due facce della stessa medaglia ) due persona all'unisono con le stesse parole su due diversi concetti.
    Incredibile.

    Ad ogni modo, mentre Shunsui si allevana l'uomo aveva ascoltato le parole di Ryoshi, il rosso si era esibito in una sorta di tentativo sulla base delle pochissime, quasi nulle, informazioni che possedeva. Oronoki, come suo solito non fece trapelare alcun genere di emozione dalla risposta dell'allievo. Non era suo modo di fare, tutto doveva essere arduamente interpretato, e non si poteva mai essere certi di aver capito nel modo giusto. Senza dire niente e senza avvisare d'un tratto si alzò di nuovo, riavvicinandosi al suo allievo.


    Bene Shunsui. Direi che per il momento siamo ad un buon risultato. Abbiamo speso diverse ore ad allenarci, ritengo sia stata una giornata produttiva.
    Un'altra capacità che si deve apprendere, e che dovrai apprendere il più presto possibile riguarda la cura del corpo, soprattutto delle dita vista la professione delicata che ti spingi ad apprendere.
    Ogni volta che ti alleni puoi arrivare ad avere dolore, ma non devi mai superare quella fase in cui il giorno dopo non avrai totalmente recuperato il dolore e sarai di nuovo al massimo delle tue potenzialità. Altrimenti, oltre ad esserti allenato con dolore oggi, sprecherai anche domani.
    I giorni nella nostra vita a disposizione per l'allentamento saranno anche tanti, ma ogni giorno sprecato è un passo indietro. Vedrai, alla fine ti risulterà stretto il tempo se vorrai davvero essere il migliore.
    A tutti e due, ci vediamo domani, qui, alle nove.



    Senza saluti e senza messaggi ulteriori l'uomo prese tutte le viti ed i bulloni da terra e se li portò via. L'allenamento, volente o nolente, era finito.



    Un'uomo strano, ma dotato di un potere immenso direi. Veramente incredibile, spero tu ti stia trovando bene... Il tuo allenamento è diverso da quello che ho ricevuto io, ma si sa, non esiste un solo modo di apprendere. A domani Shunsui.

    Disse Ryoshi avvicinandosi, prima di allontanarsi anch'esso per andarsi a riposare. La sua non era stata una sessione d'allenamento così intensa, o perlomeno, non lo era sembrata.


    [ . . . ]




    L'indomani alle nove quando Ryoshi entrò nuovamente nella stanza Oronoki era già li. Questa volta non c'era nessun sacco nero, ma solamente una marionetta accanto a lui. La marionetta era particolarmente poco elaborata, c'era giusto una struttura essenziale in legno, con qualche giunzione in metallo nei punti principale d'intersezione. Alla fine poteva semplicemente essere un pezzo di legno dritto con quattro arti. Ogni arto aveva un'armamento diverso, il braccio sinistro terminava con un pezzo di ferro arrugginito, andando a costituire un rudimentale braccio tagliente. Il braccio destro aveva alla sua estremità un congegno cui erano collocati tre shuriken, e che sicuramente con le dovute abilità sarebbero riusciti ad essere lanciati a comando. Infine le gambe erano particolari, una delle due terminava con uno strano becco allungato in metalloLanciafiamme [Vario]
    Questo componente permette di dotare la Marionetta di un Lanciafiamme dotato di una singola carica di combustibile, il quale potrà, tramite uno slot azione, lanciare a comando un getto di fuoco dall'area conica, che si allargherà sino al diametro di tre metri e che arriverà a nove metri di distanza. Il danno inflitto dalle fiamme è pari a 40.
    Tipo: Da Lancio - Ustione
    Dimensione: Media
    (Potenza: - | Durezza: - | Crediti: 75)
    [Da chunin in su]

    Unità di Conten
    , il quale risultava forato verso la fine, e del quale però con le sue scarse conoscenze in materia Ryoshi non riuscì a capire il significato od il possibile uso. Infine l'altra gambe era semplice, mero legno e probabilmente era necessariamente così per contenere il peso o per usarla come supporto. Ryoshi si andò direttamente a sedere al suo tavolino.


    Questa è stata una delle mie prime marionette. é molto spartana, poco elaborata e molto semplice da utilizzare. Ora, tocca a te trovarne i segreti e trovare il modo di utilizzare adeguatamente tutte le sue capacità. Divertiti.

    Queste le parole che Oronoki avrebbe pronunciato verso Shunsui quando fosse arrivato, prima di lasciargli la marionetta in gestione per andare verso RYoshi. Per lui aveva invece un libro. La copertina era talmente rovinata da rendere impossibile decifrarne il titolo originale. Parlava di movimenti incondizionati del volto, e di come essi possano influenzare la comunicazione.
    Lo buttò sul tavolo malamente, poi se ne andò, lasciando i due studenti da soli il tempo necessario a fare ciò che richiesto.
     
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    Finalmente l’esercizio con quel bastone era finito. Dopo svariate ore di tentativi, Oronoki sembrava sufficientemente soddisfatto del livello di padronanza della tecnica che Shunsui aveva ottenuto. Onestamente, anche il genin di Suna era soddisfatto di come se l’era cavata, sebbene avesse l’impressione di non aver ancora capito appieno l’insegnamento che il maestro gli voleva impartire. Questo era solo il primo giorno…sono sicuro che, durante le prossime lezioni, riuscirò meglio a comprendere questa tecnica…. Le parole del sensei non conclusero solo quella parte del suo allenamento, ma anche il loro primo incontro. Come lui, anche Ryoshi fu congedato fino all’indomani mattina.Sì mi son trovato bene…anche se hai ragione, quel tizio ha qualcosa di strano e geniale allo stesso tempo... Ah quindi anche tu ti stavi allenando con lui. Vi ho solo visto scambiare due parole, ma ero troppo concentrato sul mio allenamento, e non aveva capito cosa stava accadendo. Che cosa ti sta insegnando?Ma la conversazione tra i due non durò tanto. Ryoshi sembrava particolarmente colpito dal talento di Oronoki e dalle sue varie abilità, le quali erano sfuggite al genin della Sabbia. Salutò presto Shunsui, così che al ragazzo non rimase che ritornare nella stanza che gli era stata data all’interno del Tempio.

    […]



    La mattina successiva, Shunsui arrivò puntuale al luogo dell’incontro. Mentre avanzava tra il colonnato della sala principale del tempio, vide Ryoshi che si stava dirigendo da Oronoki. Quella mattina, il sensei aveva deciso di far fare al genin un po’ di pratica che si avvicinasse di più all’arte che voleva imparare. Nei suoi pressi, una marionetta era stata disposta su un piedistallo così di stare all’in piedi. L’occhio esperto di Shunsui iniziò a vagliarne gli elementi costitutivi. Era una creazione piuttosto semplice, rispetto ad alcune che aveva avuto modo di ammirare durante la sua permanenza al tempio. Completamente di legno, con solo quattro arti, la marionetta mostrava apertamente solo una lama arrugginita nel braccio sinistro, ed un meccanismo di lancio nel destro. Una delle due mostrava un’apertura: un occhio poco esperto forse non avrebbe saputo dire di cosa si trattasse, ma non era il caso di Shunsui. Infatti, intorno all’orlo dell’apertura c’erano delle striature nere e quasi argentate, segni tipici lasciati da una fiamma.Non ne ho mai usato uno, ma al 80% quello è lo sbocco di un lanciafiamme… o di una cosa simile.L’ultima gamba era un semplice supporto di legno. Avvicinandosi ulteriormente, il genin salutò il proprio sensei e Ryoshi, prima di ascoltare in cosa consisteva l’allenamento di quel giorno. Fu con non poco stupore che Oronoki disse loro di aver costruito personalmente quella marionetta, sebbene svariato tempo prima. In realtà condivide con i due poco di più, lasciando a Shunsui il compito di esplorare i segreti della marionetta e di usare la tecnica dei fili per farla muovere.Grazie sensei!Disse Shunsui avvicinandosi alla marionetta come un bambino avrebbe fatto con il suo giocattolo. Le mania del ragazzo iniziarono immediatamente a tastare il quasi tiepido legno che costituiva la struttura portante della marionetta. Le armi che quella mostrava all’esterno senza dubbio erano micidiali, ma avevano anche il colpito di nascondere la presenza di altre armi non visibili allocate dentro la marionetta. Shunsui iniziò quindi a scrutare ogni centimetro della bambola, cercando la presenza di alcune entrate o uscite nascoste. Non trovandone nessuna, la sua attenzione si spostò sul braccio dotato del meccanismo di lancio.Esistono diversi meccanismi di lancio…vediamo di capire questo come funzionaOsservando le diverse parti che componevano il meccanismo, Shunsui impiegò poco tempo a capire dove si trovava il tasto a pressione che permetteva l’apertura dello sportello della camera di lancio. Osservandone l’interno, il genin vide che questa conteneva tre shuriken i quali dovevano essere caricati manualmente. Il sistema di lancia sfruttava un semplice ma efficacie ( nonché abbastanza affidabile) meccanismo ad aria compressa. Visto che non sembrava essere presente nessun meccanismo di compressione dell’aria, era probabile che questa andasse precaricata insieme alle armi. In altre parole, permetteva un solo lancio. L’ altro braccio non sembrava recare altre sorprese rispetto quelle che mostrava. La lama che vi era caricata era arrugginita ed aveva perso un po’ il filo. Chiaramente non veniva utilizzata da molto tempo, ma poteva andare ancora bene in fase di allenamento. Il lanciafiamme che Shunsui aveva visto era di tipo standard e poteva essere attivato tramite un pulsante nascosto all’interno della gamba. Il tasto era piuttosto all’interno e vi si poteva accedere tramite un’aperura strettissima: solo un filo di chakra vi poteva passare.Ok..questo sembra essere tutto. Vediamo quanti fili mi servono: uno per controllare il busto ed altri 4 per controllare le braccia. Un filo deve essere poi connesso, all’occorrenza, al meccanismo che lancia gli shuriken, ed uno al meccanismo di attivazione del lanciafiamme. In tutto siamo a 5 più due opzionali.Quello del numero di fili e del loro punto di attacco sulla marionetta, era qualcosa su cui il genin si era sempre interrogato. Per controllare una marionetta così semplice il numero minimo di fili era già salito a 7. Il minimo. Marionette più complesse potevano avere più divisioni e più giunture, più mani e piedi….se uno avesse voluto controllarli con precisione, sarebbe per lo meno servito un filo per ogni articolazione. Con questo ragionamento il numero di fili necessari saliva facilmente ad una ventina, per singola marionetta!! Mmm meglio non pensarci adesso…concentriamoci sulle cose sempliciSenza ulteriori indugi, Shunsui fece affluire il chakra verso le mani. Sette fili si materializzarono tra le sue dita, per connettersi alla marionetta così come aveva predisposto. Quattro fili dalla mano destra si erano connessi a quattro arti della bambola, mentre un filo della mano sinistra era connesso al busto ed altri due agli interruttori che attivavano le armi. L’idea era: controllare con un filo la posizione assoluta della marionetta tramite il suo centro, e sfruttare la mano destra per muovere in maniera coordinata gli arti. La traiettoria dei colpi sarebbe quindi risultata dal movimento relativo e congiunto di entrambe le mani. Questo richiedeva controllo e molta tecnica, esattamente come aveva detto il maestro.
    Muovendo le mani verso di se e contraendo leggermente le dita, la marionetta si alzò dal piedistallo che la reggeva, portandosi in posizione eretta, con le braccia e le gambe lungo i fianchi. Shunsui avrebbe semplicemente potuto far volare tutta la bambola, ma questo non avrebbe aggiunto nulla di più al suo allenamento rispetto a quello che aveva fatto con il bastone. Invece il genin decise di iniziare con qualcosa di semplice ma essenziale: simulare una piccola marcia. L’esercizio era sufficientemente facile, ma richiedeva coordinazione. Ripetere le combinazioni di braccia e gambe che avanzano ed arretrano, mentre il busto si sposta in avanti, implicava l’orchestrazione di tutti e cinque i fili che Shunsui aveva stabilito fossero necessari per il movimento della bambola. Molto più complesso del far ruotare delle viti intorno ad un palo, la difficoltà dell’esercizio che Shunsui si era imposto andava oltre il semplice controllo della marionetta e sfociava nell’emulazione del movimento di un essere umano. I primi test che eseguì servirono a valutare come il movimento delle sue dita e delle sue mani si riflettessero nei movimenti della marionetta. Spostando l’indice destro, il braccio destro della bambola si alzava ed abbassava con facilita. Alla stessa maniera l’anulare della mano destra controllava la gamba sinistra della bambola, spostandola in tutte le direzioni consentita dalla giuntura metallica. I fili invisibili di chakra non rendevano facile capire ad altri se non a Shunsui ed agli occhi esperti di Oronoki, il collegamento tra il genin e la marionetta, così che sembrasse che quest’ultima si muovesse come se dotata di vita propria.
    Infine, controllando tutti e cinque i fili, Shunsui iniziò a tirare e spingere le varie parti della bambola, facendola muovere. La marionetta iniziò ad avanzare in maniera alquanto robotica e con movimenti bruschi, sconnessi. Dapprima Shunsui corresse l’altezza dal suolo a cui la bambola volava – i fili gli avrebbero permesso di farla andare in giro senza doversi appoggiare agli arti inferiori - quindi cercò di coordinare meglio le gambe e le braccia, mentre le dita delle sue mani si adattavano piano piano a compiere ciclicamente quei movimenti. Il genin fece si che la marionetta iniziasse a camminare in circolo intorno a lui, a circa 4 metri di distanza. In quei semplici movimenti, il genin stava cercando di mettere in pratica tutto quello che aveva appreso nelle lezioni precedenti: la capacità di controllo sui fili, la manipolazione di più elementi contemporaneamente e la loro coordinazione. Il volto del genin era concentrato, mentre le sua mani volavano nell’aria come a toccare tasti invisibili. Nonostante lo sforzo della concentrazione però, Shunui si sentiva appagato. Aveva aspettato così tanto tempo prima di arrivare a quel punto, che quell’esperienza lo riempiva completamente. Dalla semplice camminata, si passò ad un leggera corsa, e poi ad una corsetta intervallata da piccoli salti o capriole o ruote. Ogni volta che cambiava movimento ci voleva circa una mezz’ora perché la nuova combinazione iniziasse ad avere una parvenza di fluidità. Quella fase era importante: ogni movimento di una combinazione rappresentava una diversa modalità di controllo ed impiego dei fili. Le mani inesperte del neo-marionettista sembravano all’inizio reticenti a mettere in pratica le nuove mosse, per poi iniziare a sciogliersi. Stava costruendo un dataset di mosse e combinazioni di movimenti delle mani e delle dita che codificavano spostamenti della marionetta. E mentre così si esercitava il tempo passava rapidamente. I suoi vestiti si erano fatti pesanti di sudore. Quando se ne rese conto, fece rientrare la marionetta sul piedistallo e si prese un attimo di pausa. Oronoki era stato chiaro sul sapere quando fermarsi, e Shunsui sapeva imparare in fretta alcune cose.
    Quando riprese, una mezz’ora più tardi, cambiò tipo di esercizio. Si posizionò sul lato della marionetta, così da poterne osservare il profilo. Con un movimento repentino delle braccia, Shunsui iniziò a tirare i fili di chakra che si erano connessi in brevissimo tempo nei soluti punti. La marionetta scattò sull’attenti per poi muovere i suoi arti in una sequenza di colpi. Calcio, due pugni, schivata, affondo. Oronoki e Ryoshi sicuramente avrebbero riconosciuto la sequenza: era una delle prime che insegnavano in accademia ninja nei corsi di combattimento corpo a corpo. Ancora: calcio, due pugni, schivata, affondo. Far simulare le pose di combattimento alla marionetta non era molto più difficile che farle eseguire la serie di movimenti di prima, quindi Shunsui provò con sequenze di attacco più complesse. Forse perché Oronoki aveva focalizzato così tanto il suo precedente addestramento sulle basi, Shunsui non perse mai il controllo dei suoi fili, sebbene dovesse lavorare ancora di più sulla coordinazione delle varie parti. Anche se riusciva a far eseguire le sequenze di colpi alla marionetta, sapeva che mancava loro ancora qualcosa affinché si potesse dire che la loro esecuzione fosse al pari di quella che il genin poteva eseguire con il suo corpo. Una nuova sequenza: calcio volante, rotazione, doppio calcio rotante in aria, rotolamento in avanti e salto con avvitamento. Mentre la marionetta si muoveva, la lama arrugginita disegnava circoli mortali e sinctillanti nell’aria. Nuovo calcio rotante. Ma questa volta, d’istinto, l’anulare sinistro del neo-marionettista tirò il filo connesso all’attivazione del lanciafiamme. Un clic netto si percepì all’interno della gamba della bambola, mentre una fiammata disegnò una scia di fuoco che ruotò insieme al calcio. La fiammata fu decisamente potente, tanto da far uscire un grido di stupore al genin:
    Wow…sarà anche vecchia, ma questa marionetta sa come picchiare forte! Sensei continuò così?
     
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