Attenti al cane

[Free tra Sasori Uchiha e Zakira]

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    N.B. Questa role avviene prima di questa giocata.. In più so che Sasori Uchiha (non riesco a taggarlo...) è in ferie ma ho voluto aprire lo stesso la giocata perchè avevo già scritto metà del post...
    Buona lettura! :rew:
    P.S. Scusate per il titolo schifoso ma su quel punto di vista non ho molta inventiva... :sob:



    Narrato
    Parlato Asami
    Pensato Asami
    Parlato altri
    #Rumori#


    In una casa, situata nella zona est del villaggio della foglia, c’era una stanza immersa nel buio più totale. Tranne per un raggio di luce che proveniva dalla finestra situata all’interna della camera. Purtroppo questa scopriva solo parte del pavimento e alcuni oggetti posti all’interno della stanza. Si poteva osservare parte di un armadio e una sedia di fianco ad un letto. Ed era proprio su questo letto che una figura umana femminile stava ancora dormendo, russando beatamente. Continuava a muoversi tra le lenzuola, rotolando a destra e a sinistra del materasso, fino a cadere di schiena sul rigido pavimento in legno. Il colpo la fece svegliare improvvisamente che rimase distesa, lamentandosi di qualunque cosa. Si lamentava per il caldo, per il materasso troppo piccolo, per il buio che non gli faceva capire dove si trovava in quel momento, per il pavimento e infine anche per il colpo appena subito alla schiena. Ma rimase li distesa guardando il soffitto, anzi il buio, cercando la forza di rialzarsi e cominciare una nuova giornata.

    -...Forza… è il momento di…-

    #Bam#

    Contemporaneamente a quella frase, la figura dalle curve femminili iniziò ad alzarsi, cominciando prima dal busto. Ma improvvisamente con la fronte colpì violentemente la sedia che cadde. La ragazza dal canto suo si sdraiò di nuovo sul pavimento in legno, coprendo il volto con le mani, inveendo inutilmente contro il nulla e maledicendo di tanto in tanto la sedia.

    -O MIO DIO! CHE MALE! CHE DOLORE IMMENSO!... LA MIA FRONTE!... LA MIA...TESTA!-

    In lontananza si sentivano dei rumori di alcuni passi che man mano erano sempre più percepibili. Improvvisamente la porta della stanza si aprì, illuminandola di una luce chiarissima. Tutti gli oggetti all’interna di essi furono visibili. Anche la ragazza che continuava a dimenarsi per il dolore. Sulla soglia della porta c’erano due figure ma solo una aveva osato oltrepassarla e avvicinarsi alla ragazza.

    -Dai su! Smettetela di lamentarvi e alzatevi. Eppure siete un ninja… Non potete alleviare il dolore usando la vostra stregoneria…?-

    All’ultima parola la ragazza sdraiata sul pavimento levò via le mani dal suo volto guardando la persona situata a pochi centimetri da lei. Inizò a squadrarla dalla testa ai piedi con sguardo ostile. Asami non aveva mai guardato così nessuno. Forse solo con il padre, dopo avergli rilevato la sua volontà di diventare una kunoichi. Ma dal quel momento non usò quell’espressione con nessuno. Fino a quel giorno contro Yumi, una delle servitrici della casa Hoshiyama. Forse una delle più anziane data l’età. E tra le due non scorreva buon sangue. L’anziana donna, al contrario della ragazza dagli occhi verde smeraldo, adorava la vita di un nobile e non avendo questo status sociale si accontentò di lavorare per la famiglia Hoshiyama all’età di soli 14 anni, lavorando per il nonno e, solo successivamente, per il padre di Asami. E qui mostrò massimo rispetto alla nobile famiglia e alle sue assurde idee, come ad esempio l’odio verso gli shinobi. In più riuscì a schierare dalla sua parte alcuni della servitù, giurando fedeltà assoluta alla intera famiglia Hoshiyama. Quando l’aspirante shinobi decise di trasferirsi a Konoha per intraprendere il suo nuovo percorso, Yumi si schierò contro di lei, difendendo quindi le convinzioni del capo-famiglia. Stranamente si trovava a Konoha, per volere della madre, parlandogli ancora con rispetto. Restò lì ad osservarla con le braccia conserte mentre la ragazza iniziò ad alzarsi, toccandosi la fronte con la mano destra. Dopodichè si stiracchiò e uscì dalla stanza, ignorando la provocazione dell’anziana. Ancora mezza addormentata si avviò verso la cucina, dove si versò all’interno di un bicchiere del latte di soia. Quando finì di berlo, d’istinto si avviò verso il divano dove lasciò cadere il suo corpo stanco tenendo gli occhi socchiusi. Il risveglio quella mattina non era stato uno dei migliori. Non si era ripresa ancora del tutto dal sonno e in più, ultimamente, non riusciva nemmeno più a dormire.

    -Ehm… Asami io allora vado… in fabbrica mi stanno aspettando…-

    Fortunatamente suo zio Bumi era molto più permissivo con la giovane diciottenne. Riusciva a capirla poichè anche lui contro il volere di suo padre si trasferì a Konoha cercando di negoziare con i ninja del mercato allargando i suoi profitti. Cosa commerciava? Questo Asami non lo sapeva poichè era del tutto estranea alle faccende economiche della sua famiglia. Forse si rivedeva in lei per alcuni aspetti per questo motivo decise di appoggiare la sua scelta avventata.

    -Mmm…-

    Era troppo stanca per dirgli una frase che poteva avere un senso. Così bisbigliò delle parole incomprensibili ma che utilizzando il tono giusto la ragazza fece intendere un “D’accordo”. Mentre se ne andava il parente si fermò improvvisamente, rivolgendosi di nuovo alla ragazza.

    -Tra poco se ne andrà anche Yumi… Quindi se non vedrai nessuno al tuo risveglio… non preoccuparti…-

    -Mmm…-

    Bisbigliando di nuovo queste parole incomprensibili chiuse definitivamente gli occhi, estraendosi così sia visivamente sia uditivamente dal quella stanza. Forse l’unico suono fu quello di una porta che si chiuse delicatamente, anche se non ne fu abbastanza sicura.

    [...]

    Lentamente la ragazza riaprì di nuovo gli occhi. Questa volta però non accadde nessun incidente, per sua fortuna. Prima di rialzarsi guardò il soffitto bianco della casa. Solo il canto di un uccellino rallegrava l’ambiante silenzioso della casa.

    §...§

    La ragazza, dopo essersi alzata, cominciò a vagare per la casa scoprendo poi di essere da sola. Andò in camera sua trovando le finestre spalancate e l’intera stanza in disordine. C’erano vestiti ovunque. Per non parlare del letto che era da rifare. Così la genin, dopo una doccia veloce, si mise subito a lavoro, vestendo i panni di una casalinga disperata. Indossò per quell’occasione una maglietta malconcia e dei pantaloncini che arrivavano alle ginocchia del medesimo stato. Iniziò a sistemare i vestiti, che si trovavano sparsi per la stanza, all’interno del suo armadio. Dopodichè passò alla sedia “maledetta” mettendola in un angolo della stanza, cercando di tenerla il più lontano possibile dal suo letto. Già adesso toccava sistemare il letto. Ci mise più di un quarto d’ora per risistemarlo com’era prima. Ma nonostante le sue difficoltà riuscì a farcela. Adesso toccava alla scrivania. Asami considerava quel luogo abbastanza importante poichè era lì che leggeva la maggior parte le varie lettere della madre e i libri che ogni tanto sfogliava. Su di esso, infatti si potevano trovare alcune lettere e vari appunti di anatomia, che ripose sistematicamente all’interno di un cassetto, e i libri di medicina. Li guardò per un istante per poi prenderli e andare in salotto, sul divano. Aveva deciso di dedicare parte di quella giornata allo studio. Ultimamente non aveva molta voglia di studiare, limitandosi solamente a leggere le varie nozioni. E così fece anche quel giorno. Si distese sul divano, mantenendo il libro con entrambe le mani. Non calcolò la durata dello studio ma una volta finito il capitolo andò in cucina a bere un bicchiere d’acqua. Immersa nei suoi pensieri iniziò a guardare fuori dalla finestra. C’era un sole splendido e nel cielo non c’era la presenza di una nuvola. Tutta la casa era completamente in ordine e, stranamente, solo la sua stanza era un completo disastro. Com’era possibile? Evidentemente Yumi non gli aveva pulito la stanza, vista l’accesa ostilità tra le due donne.

    §Maledetta Yumi! Sapevo di non poter fidarmi di lei...§

    Ma adesso la ragazza cosa poteva fare? La casa splendeva come non mai come la sua stanza. Come poteva utilizzare il resto della giornata?

    §Mmm… potrei fare un giro per il villaggio...§

    Così si preparò ed uscì passeggiando allegramente nella zona est del villaggio. In quel momento aveva cambiato il suo abbigliamento per le pulizie e indossò la maglietta presa durante l’inaugurazione del Ventaglio Segreto e i classici pantaloncini aderenti color blu. Ai piedi indossò delle scarpei ninja che comprò di recente. Erano di colore nero e la ragazza dai capelli rossi li trovava comodissimi. Continuava a camminare, avendo in mano una piccola bottiglia d’acqua, tra le strade di Konoha osservando i vari negozi in attività in quel momento. In giro non c’erano molte persone ma le poche erano indaffarate negli acquisti, che comprendevano per lo più prodotti per la casa. Molte infatti erano donne accompagnate dai loro piccoli figli. Ma la maggior parte di loro si trovavano in accademia, dove giornalmente si tenevano le varie lezioni. Passò di nuovo per la strada principale di Konoha quando improvvisamente calpestò qualcosa. Si guardò sotto ai piedi ma non trovò niente. Così continuò a camminare fin quando le sue orecchie captarono un suono, simile al ringhio di un cane. Ed infatti fu proprio quello. Un cane dalle medie dimensioni, dal pelo corto e nero, iniziò a ringhiare contro la genin che intanto lo guardò con aria preoccupata. Evidentemente l’attimo prima aveva calpestato la coda o la zampa di quel povero animale. La ragazza cercò di avvicinare la mano verso di lui ma il cane iniziò ad abbaiare contro di lei.

    -Ok… Ok, cane! Scusami.-

    Ma quelle scuse non bastarono per tranquillizzare il cane che cominciò ad avvicinarsi lentamente alla diciottenne con fare minaccioso. Quando la ragazza cominciò a correre per allontanarsi dall’animale, quest’ultimo iniziò a rincorrerla cercando di mordere il bersaglio. L’inseguimento durò per quasi tutta Konoha. Purtroppo il cane non mollava l’obbiettivo e Asami non riusciva più a tenere il passo. In mano aveva ancora bottiglina d’acqua. Poteva utilizzarla come distrazione contro il cane.

    §Proviamo...§

    Così la ragazza girò la testa cercando di vedere dietro le sue spalle e lanciò la bottiglia contro il cane. Il piano, per sua sfortuna, non funzionò poichè l’animale ignorò completamente l’oggetto. La ragazza non aveva più le forze per continuare la corsa contro di lui. Ma poteva ancora salvarsi. Ai lati della strada c’erano alcuni edifici. Ed una di queste aveva il cancello aperto. Con uno scatto lo oltrepassò, chiudendo tempestivamente quella “porta”. Il cane abbaiava ancora contro la ragazza anche se ormai era impossibile raggiungerla.

    -Anf… Uff... per un pelo… Anf...-

    Ora però era chiusa dentro a quel giardino ritrovandosi davanti a un edificio. Dov’era capitata? Cos’era una casa di un comune cittadino di Konoha oppure una semplice locanda?

    §Spero sia una locanda… almeno potrò rinfrescarmi con una bevanda...§

    Il cane continuava ancora ad abbaiare contro di lei, restando lì fermo. La kunoichi aveva perso letteralmente la pazienza, cominciando a urlargli contro senza preoccuparsi minimamente del volume della sua voce.

    -E VA BENE, VA BENE! HAI RAGIONE TU! HAI VINTO! CONTENTO!?-

    Dunque… un comportamento normale.

     
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  2. Sasori Uchiha
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    Una sorpresa



    Quella mattina, si stava allenando nel giardino di casa. Suo padre l'aveva tirato giù dal letto senza tanti complimenti. Era il suo modo di allenare il ragazzo, di abituarlo alla sua futura vita, al suo dovere. Altro che la comoda vita d'Accademia, con amici, emozioni. Non avrebbe conosciuto niente di ciò almeno fino a quando non avrebbe conosciuto la Virtù. Suo padre non faceva altro che riperterglielo dalla mattina alla sera. Dicendo che un giorno, avrebbe fatto lo stesso con suo figlio, tramandando la tradizione della sua famiglia. Tramandando la forza degli Hyuga. Ma quelle parole, anzichè spronare Kamui, lo indispettirono. A lui per il momento quelle parole suonavano totalmente prive di senso. Una realtà ancora che poteva solo sforzarsi di comprendere ma che non riusciva ancora a vedere attraverso ed a comprendere lo straordinario mondo a cui faceva riferimento il padre. Quest'ultimo gli disse di avere pazienza, che forse in un anno tutto gli sarebbe stato svelato e quello che sembrava essere un mondo enigmatico, avrebbe potuto comprenderlo appieno.


    La Virtù ogni volta questa virtù



    Mentre combattevano di taijutsu, il padre non ci andava certo leggero. Il ragazzo doveva migliorare, se voleva sperare di sopravvivere nelle rare missioni, a cui gli permetteva di partecipare. In fondo non era altro che un misero pivello. Non aveva alcuna possibilità di poter emergere nelle sue attuali condizioni. Per questo, aveva scelto di addestrarlo. Sua madre questa volta non poteva aiutarlo. Era fuori in missione, per il villaggio. Suo padre aveva una settimana di riposo dopo aver concluso la sua missione. Ma era davvero contento di poter allenare suo figlio e condividere i rari momenti, anche se questo in qualche maniera non si poteva considerare un vero e proprio riposo. Erano più le volte che Kamui andava al tappeto, dei colpi che effettivamente andavano a segno. Ma era normale, il divario tra i due era ancora troppo impari, anche se Kamui di giorno in giorno aveva migliorato il suo score. Suo padre silente, se ne stava accorgendo, anche se complimentarsi per un così debole miglioramento, non era nelle sue corde. Deve imparare, pensava tra sè e sè, a migliorare nelle difficoltà altrimenti rimarrà un buono a nulla. Nella mia famiglia non siamo mai stati buoni a nulla e di certo tu non sarai il primo. Quindi mentre pensava questi pensieri, Nori divenne davvero una furia, forse dimenticando che aveva di fronte ancora un novellino e di certo non un suo parigrado. Il ragazzo con l'ultimo colpo venne scaraventato a un centinaio di metri da suo padre andando a picchiare violentemente per terra, rimbalzando vicino alla cancellata. La sua veste bianca con le finiture blu di allenamento, divenne infangata nel peggiore dei modi. Il suo corpo era tempestato di lividi. Ma Kamui sembrava non curarsene. Chissà invece cosa avrebbe detto sua madre se solo fosse stata presenti in quei frangenti. Probabilmente Nori non avrebbe avuto vita facile almeno fino alla prossima settimana. Ma Asami non poteva vederlo. Non poteva capire l'intensità di quegli allenamenti ed il sudore e l'impegno che suo padre impiegava, affinchè suo figlio avesse una vita più semplice e spensierata negli anni avvenire. Asami sicuramente non gliel'avrebbe fatta passare liscia a Nori. Forse quest'ultimo vedendo il giovane Hyuga volare letteralmente verso la cancellata, sussurrò una imprecazione. Sapeva che se in quell'istante fosse tornata Asami, quella notte avrebbe dormito sul divano, che non era affatto comodo. Non fece in tempo ad avvicinarsi che la situazione degenerò. Una ragazza, che non conosceva, entrò sbraitando. Kamui riprese i sensi e non appena la vide disse:


    Akane ?! Non dovevamo vederci domani ? Sei Akane vero ? Eppure sembri diversa oggi...



    Nori rimase sulle sue, non disse neanche una parola. Disse soltanto a Kamui: Per oggi abbiamo finito. Ci vediamo nel pomeriggio. Quindi Kamui per una volta aveva la mattina libera. Chissà chi era quella ragazza che era piombata nel suo giardino. Per il ragazzo era una benedizione. Poteva riprendere un po' il fiato e vivere un po' di serenità. Kamui quindi sarebbe rimasto in attesa di una risposta della ragazza, rimasto ancora confuso, dovuto alla violenza dell'ultimo attacco si suo padre.
     
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    Quella giornata era piuttosto diversa dalle altre. Non per il clima o un particolare evento. In realtà la città di Konoha si mostrava agli occhi della genin come tutti gli altri giorni. Le strade erano animate dai soliti cittadini, commercianti e bambini. Ma quel giorno per Asami era tutt’altro che normale. Il suo risveglio non fu uno dei migliori. Infatti, non solo era caduta dal suo letto ma aveva sbattuto la testa contro una sedia. Fu richiamata dall’odiosa Yumi, servitrice della famiglia Hoshiyama, che quel giorno decise di ritornare alla villa familiare. Dopodichè la genin si addormentò di nuovo, questa volta sul divano, e al suo risveglio trovò la casa uno splendore. Tutte le stanza, evidentemente, erano state sistemate dalla cameriera prima della sua partenza, ad eccezione della cameretta. Quindi la ragazza dovette sistemarla prima di studiare le varie nozioni di medicina. Solo dopo aver studiato fece un giro del villaggio. Ma ciò che fece non fu una passeggiata ma una corsa. Inconsciamente aveva pestato la coda di un cane con la conseguenza di scatenare la sua furia. Attraversò diverse strade della città del Paese del Fuoco anche senza una meta precisa. Poteva ritornare direttamente a casa. Ma come al solito non riusciva a trovare la strada. Si limitò solo a seminare qual cane pronto a scatenare la sua ira su di lei. Fortunatamente la ragazza riuscì a salvarsi, entrando all’interno di un giardino. Ormai quel cane non poteva più raggiungere la ragazza dai capelli rossi che nel frattempo urlava anche lei contro l’animale. L’interno del cortile comprendeva anche un edificio. In giro non vedeva l’ombra di nessuno. Dov’era finita? Erano tutti all’interno dell’edificio oppure era abbandonato? Cos’era quell’edificio? Una locanda o una dimora? Lentamente si avvicinò alla porta principale e bussò. Ma non aprì nessuno. Avvicinò il suo orecchio alla porta cercando di captare eventuali rumori. Però non riuscì a sentire un granché visto che le sue orecchie ascoltarono solo la voce del cane. Si avvicinò di nuovo al cancello, ma l’animale a quattro zampe iniziò ad abbaiare ancora più forte.


    -BASTA!!-


    Si guardò in giro improvvisamente vide un giovane ragazzo che iniziò ad osservala. Non solo. Con lui c’era un’altro uomo decisamente più anziano del giovane ragazzo. Molto probabilmente aveva disturbato i due con le sue urla. Non l’aveva fatto apposta. In realtà la ragazza pensava di trovarsi all’interno di un cortile di una locanda. Ma a quanto pare si sbagliava di grosso. Aveva appena violato una proprietà privata. Era immobile ad aspettare una reazione di uno dei due. Improvvisamente il ragazzo aveva rivolto la parola ad Asami.

    -Akane ?! Non dovevamo vederci domani ? Sei Akane vero ? Eppure sembri diversa oggi…-


    -Akane?-


    La ragazza sembrava piuttosto confusa, lanciando diverse occhiate anche verso l’uomo più anziano. Era la prima volta che riuscì a perdersi ritrovandosi all’interno di un’abitazione. Di solito si ritrovava in stradine sperdute o semplicemente al punto di partenza. Ma mai all’interno di una dimora… prima di allora. In più il ragazzo che si ritrovò di fronte lo trovò al quanto strano. Perchè l’aveva chiamata Akane?

    §Ma cosa sta blaterando?§

    Fu distratta dalla voce dell’altro uomo che salutò il ragazzo lasciandolo solo la genin.

    §Ehmm... ok...§

    Osservò l’uomo per un pò di secondi per poi posare i suoi occhi sulla figura maschile. Indossava una veste bianca con finiture in blu, infangata in alcuni punti. Era alto 1 metro e 75 centimetri di media corporatura e aveva i capelli corti e neri. ma ciò che aveva colpito di più la ragazza furono i suoi occhi.

    §... Che occhi strani...§

    Infatti erano completamente bianchi. Non aveva mai visto degli occhi così. A parte una volta, quando incontrò per la prima volta l’Hokage. I suoi occhi rossi l’avevano colpita. Ormai erano impressi nella sua mente come un ricordo incancellabile. Le stesse sensazioni le provò quando puntò i suoi occhi verde smeraldo in quelli del ragazzo. Guadò ancora con più insistenza i suoi occhi. A quanto pare quegli occhi erano anche privi di pupilla. Com’era possibile? Riusciva a vedere lo stesso ciò che lo circondava?

    §Forse...§

    Forse il ragazzo aveva un difetto agli occhi. Per quella strana formazione agli occhi aveva problemi alla vista, altrimenti non si spiegava la pronuncia di quel nome a lei sconosciuto e quelle parole senza senso. Non poteva dare un’altra spiegazione. Si avvicinò ancor di più al ragazzo, guardandolo sconfortata.

    -Povero ragazzo! I tuoi occhi… hanno un aspetto piuttosto… malaticcio...-

    In realtà non sapeva se la sua supposizione era giusta. Purtroppo le sue conoscenze mediche non erano così avanzate, anche se stava studiando da parecchio tempo queste nozioni. Nonostante ciò aveva ancora molto da imparare. Ormai però ciò che pensava già l’aveva detto. E non aveva ancora finito.

    -Di la verità: hai bisogno di un paio di occhiali?-

    Ma non riusciva a capire una cosa. Come mai l’aveva chiamata Akane? Era stato il primo nome che gli era venuto in mente? Oppure quel poco che riusciva a vedere aveva visto in Asami i tratti dell’altra persona? C’era un solo modo per scoprirlo...

    -... Oppure somiglio così tanto a questa Akane?-

    Alzò nuovamente il sopracciglio sinistro, senza togliere lo sguardo su ragazzo.

    -Dimmi: Chi sei?-


    Quella frase gli uscì dalla sua bocca improvvisamente. La diciottenne voleva sapere veramente chi aveva di fronte, cercando di scoprire qualcosa di più sul interlocutore. Il ragazzo avrebbe collaborato?
     
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  4. Sasori Uchiha
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    Il delirio continua




    Kamui quel giorno, aveva avuto la fortuna di ricevere un allenamento come si deve. Almeno secondo suo padre Nori Hyuga. In fondo, suo padre, ossia il nonno di Kamui, l'aveva iniziato a sua volta. Ma all'epoca le esigenze erano diverse, da quelle che attualmente venivano richieste dall'Accademia. Ma suo padre non voleva sentire ragioni. Per lui c'era stata solo una scuola. Per questo motivo, Kamui veniva addestrato personalmente in privato, almeno fino a quando non avesse raggiunto la Virtù. Questo era l'insegnamento di Nori, ramo principale della Casata degli Hyuga. Non avrebbe di certo cambiato idea, se non fosse che Asami, invece credeva che Kamui dovesse frequentare l'Accademia come tutti gli altri. Doveva vivere, sbagliare ed imparare come tutti gli altri, farsi delle persone degli amici, una ragazza. Un rapporto con un sensei. In fondo anche Nori pensava la stessa cosa. Ma con la differenza che una volta raggiunta il grado il genin, avrebbe intrapreso il suo percorso. Voleva essere sicuro che suo figlio, fosse degno della tradizione della sua famiglia. Però sua madre Asami era in missione e non poteva salvarlo dalla pressione di suo padre durante in allenamento. Ma questa volta era stato davvero fortunato. Ancora in stato confusionale, si limitò di rispondere alle domande della ragazza:


    Sì, non sei Akane? Sei bella come lei !



    Dopo aver ascoltato la risposta della ragazza, che incuriosita dai suoi occhi bianchi, fece altre domande:


    Occhiali ? Chi ha bisogno di occhiali, quando ho un cane guida?



    Kamui avanzò ancora barcollando, essendosi rialzato di scatto dopo aver ricevuto una bella botta da Nori durante precedente sessione di allenamento da poco conclusa. Quindi disse andando un po' a tentoni:


    Hai visto per caso un cane da queste parti? Considera che è davvero vivace e tenta di giocare con tutti. Spero non me l'abbiano rubato. Dove sei bello ?



    Dopo aver ascoltato, le eventuali considerazioni della ragazza, continuò e replicò:


    Sì, non sei Akane? Sei bella come lei,te l'ho già detto ! Perchè ti sembra strano ?



    Alla domanda di presentarsi in maniera non certo cortese, per una ragazza piombata all'improvviso nel giardino di casa altrui, Kmaui rispose in maniera educata alla ragazza:


    Mi chiamo Kamui della Foglia, tu ti chiami Akane, giusto ?



    Fece un sorriso nel tentativo di convincerla, che davvero si chiamasse Akane, come sua cugina. Ma Kamui sentendosi un po' in colpa per la sceneggiata messa in atto, gli avrebbe chiesto:


    Non è carino piombare a caso nel giardino senza presentarsi. Non credi?



    Edited by Sasori Uchiha - 1/9/2016, 22:27
     
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    Asami inizialmente non aveva la minima idea di che cosa stava succedendo. Tra il cane che continuava ad abbaiare e il ragazzo che diceva delle cose che non stavano nè in cielo nè in terra, la ragazza era abbastanza confusa. Aveva solo capito che si trovava all’interno di una dimora. Come sempre si era persa tra le varie strade di Konoha. Questa volta, però, violò la proprietà di un cittadino. Infatti incontrò un ragazzo più o meno coetaneo. Quest’ultimo però aveva scambiato la nuova arrivata per un ‘altra persona. Asami in un primo momento pensò a dei problemi di vista. Infatti il ragazzo aveva degli strani occhi bianchi. Non aveva mai visto degli occhi così particolari. Ma se l’aveva scambiata per una sua amica una ragione doveva pur esserci. Pensò ad una malformazione o ad una parziale cecità. Magari aveva bisogno degli occhiali per vedere. Ma il ragazzo si limitò a commentare la ragazza dai capelli rossi definendo la sua bellezza come quella di una certa Akane.

    -Si… certo...-

    Guardò il ragazzo a braccia conserte, facendo una smorfia sul viso e alzando un sopracciglio. In realtà non sapeva nemmeno come rispondere. Avendo problemi di vista aveva di certo scambiato Asami per l’altra persona. Ma a quanto pare le sue supposizione erano giuste. Infatti il ragazzo aveva davvero problemi di vista. Ma per quale motivo non indossava gli occhiali? Li aveva persi nel suo giardino? Oppure li aveva dimenticati nella sua dimora? Nessuna delle due ipotesi era giusta poichè il ragazzo aveva dichiarato di avere al suo fianco un cane guida.

    -Come hai detto? Un cane guida?-

    §Forse...§

    Quel cane che l’aveva inseguita per mezza Konoha aveva a che fare con lui? Forse era scappato di casa e la stava cercando? Questo non poteva saperlo ma dalle parole del ragazzo dagli occhi bianchi quel cane doveva essere proprio il suo. Infatti chiese ad Asami se notò nelle vicinanze la presenza di un cane. In più lo aveva descritto come un animale vivace che cercava di giocare sempre con tutti. Ma a quanto pare oltre che ceco era anche sordo poichè il cane era dall’altra parte del cancello continuando ad abbaiare. Ma si trattava proprio di quel cane? Eppure era così diverso dalla sua descrizione. Non sembrava per niente amichevole.

    -Giocare con tutti!? Mi sta inseguendo per tutta Konoha per mordermi!-

    Fece uno sguardo di disapprovazione. Era davvero quello il suo cane? Era così amichevole come diceva? Allora perchè continuava ad abbaiarla? Perchè non la lasciava in pace? Quella giornata aveva superato i limiti della normalità. In più il ragazzo continuava a chiamarla Akane.

    -Sì, non sei Akane? Sei bella come lei,te l'ho già detto ! Perchè ti sembra strano?-

    -Ma cosa sembra strano!? E poi io non sono Akane… io mi chiamo Asami.-

    Ma a quanto pare il ragazzo era ormai andato fuori di testa. Forse era perchè non aveva il suo cane guida? Era preoccupato per lui e aveva paura di perderlo? L’aveva stordito la bellezza di Asami che somigliava tanto a questa Akane?

    §...§

    Ora che ci pensava se aveva un cane guida come poteva vedere la figura di Asami? Se davvero aveva una cecità parziale (come lei supponeva) come riusciva a distinguere i suoi tratti fisici? Come poteva distinguere i suoi lunghi capelli mossi e rossi che al vento danzavano come lingue di fuoco, i suoi occhi che sembravano delle pietre preziose e le lentiggini che gli davano quell’aria un pò fanciullesca, se non riusciva a vedere. La stava prendendo in giro oppure aveva un buon sesto senso?

    [...]

    La kunoichi chiese al giovane la sua identità. Aveva usato un tono molto amichevole come sempre. Essendo solo un ragazzo era inutile utilizzare un tono cordiale anche perchè Asami non aveva intenzione di farlo. Lo strano individuo che incontrò quella mattina rispose in maniera gentile alla domanda della genin che lo ritrovò ancora più strano.

    -Mi chiamo Kamui della Foglia, tu ti chiami Akane, giusto ?-


    §...Della Fogia… spero non sia il cognome...§


    Fece un profondo respiro, forse, per mantenere la calma. Anche se gli aveva detto il nome con molta cordialità, la giovane donna lo trovava comunque un tipo piuttosto bizzarro. Era persino più bizzarro di suo zio Bumi o delle stupide regole della sua famiglia. Ma la calma doveva mantenerla quando per l’ennesima volta il giovane l’aveva chiamata Akane. Ma non ci riuscì. Lo prese per il colletto della sua veste e iniziò a dimenarlo in tutte le direzioni.

    -Ma io non sono Akane! Io mi chiamo Asami! A-S-A-M-I...-

    Scandì bene le lettere del suo nome per poi allentare la presa. Non sopportava essere chiamata con un nome diverso. Ma a quanto pare il ragazzo stava tornando alla normalità poichè, dopo aver ricevuto tante risposte bizzarre, aveva chiesto alla ragazza dagli occhi verdi di presentarsi. Almeno poteva essere normale fino a un certo punto visto che la ragazza aveva appena pronunciato il suo nome.

    -Eh?-

    Quando ascoltò quella richiesta non sapeva più che pensare. La stava ascoltando oppure faceva finta?

    -Ma te l’ho appena detto il mio nome…-

    Aveva lo sguardo allibito. Doveva parlare ancora con lui o doveva dargli una seconda opportunità? Nonostante le continue incomprensioni tra i due, Asami trovò intelligente la considerazione di lui. Effettivamente la ragazza si trovava in proprietà privata ed era entrata nel suo giardino senza chiedere nemmeno il permesso.

    -Anche se per una parte hai perfettamente ragione…Entrare nel tuo giardino… senza chiedere permesso…-


    In qualche modo si stava scusando. Ma era anche vero che il suo cane, o almeno così lei credeva, la stava inseguendo per tutta Konoha. Era entrata in casa sua solo per salvarsi la pelle. spostò il suo sguardo verso il cancello dove si trovava l’animale.

    -Ma il tuo cane vuole mordermi… Mi sta rincorrendo per tutta Konoha.-

    Dopodichè puntò i suoi occhi verdi nei suoi aspettando un eventuale risposta.
     
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    Il gioco degli inganni era terminato



    La ragazza non sembrò molto convinta del discorso improvvisato del giovane Hyuga. D'altronde come biasimarla. Essere scambiata per sua cugina molto bella non era certo un insulto,anzi era un complimento per il ragazzo. Ma Asami sembrava non aver capito. Sembrava anche non aver capito che si trovava nel quartiere Hyuga nell'area destinata alla casata principale, dove Nori insieme ad Asami vivevano. In effetti un cane ce l'avevano però non era di certo usato come cane guida, nonostante gli occhi bianchi del ragazzo. Quegli occhi erano normali nella sua famiglia. Ma non tutti erano in grado di capirne l'onore di poterli avere.


    ...è davvero bella...



    La ragazza chiese incredula del cane guida, Kaumui senza alcuna indecisione disse:


    Sì, hai capito bene un cane guida, è un cagnetto davvero simpatico e giocherellone con tutti, non farebbe del male a nessuno. Se non spaventato.



    La ragazza replicò riferendogli che era stata inseguita per mezza Konoha da quel cane. Senza battere ciglio emise un fischio particolare, il cane si avvicinò scodinzolando a Kamui, girandogli attorno per poi andare verso la ragazza ancora abbagliando:


    Ma non la riconosci Akane ? Sei davvero un cane cattivo



    Se la ragazza avrebbe replicato, avrebbe affermato:


    Scusami ma una ragazza così carina, la confondo facilmente con mia cugina Akane



    La ragazza affermò di chiamarsi Asami. Rimase meravigliato. Era lo stesso nome di sua madre. Era un segno del destino ? Quindi con aria stupita disse in maniera delicata:


    Anche mia madre si chiama Asami che combinazione !



    Kamui quindi decise che ancora poteva rivelare il suo cognome in fondo non aveva ancora sviluppato la Virtù. Aggiunse:


    Asami, sono Kamui Hyuga del villaggio della foglia, piacere di fare la tua conoscenza. Ci vedo benissimo e sei appena entrata nella parte del quartiere Hyuga della casata principale. Scusami per l'inganno ma era una situazione davvero divertente.



    A quel punto emise un fischio diverso dal primo più prolungato e più intenso a quel punto il cane cambiò atteggiamento nei confronti di Asami. Si mise a scodinzolare e a fare le feste ad entrambi i ragazzi nel giardino. Infastidito dal rumore del cane, Nori suo padre si affacciò dalla porta di casa:


    Kamui, andate a prendervi un thè o quello che volete, per oggi basta allenamenti. Però ritorna per cena a casa, altrimenti la conosci Asami come reagisce,no ? Portati dietro anche quel cane, non lo sopporto più



    Il ragazzo rimase di stucco, era la prima volta che suo padre interrompeva una sessione di allenamento, concedendogli anche una libera uscita. Davvero un evento più unico che raro. Era forse un modo per farsi perdonare per il colpo particolarmente violento che aveva ricevuto prima che la ragazza li interrompesse ? Chissà. Oppure non voleva che sua madre non venisse a conoscenza del colpo violento ricevuto ? Si limitò soltanto con aria stupita a ringraziare suo padre per quelle ore libere con un semplice:


    Grazie



    Quindi a quel punto rivolgendosi verso la ragazza:


    Grazie Asami, mi hai fatto guadagnare una giornata di riposo dall'addestramento di mio padre. Ti va di andare a prenderci un thè ? Tu che vorresti fare ?

     
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    Le incomprensioni tra i due ragazzi continuarono ancora per un pò. Il ragazzo confuso continuava a chiamare Asami con un altro nome. Per non parlare del cane, a quanto pare era il suo cane guida, che continuava insistente ad abbaiare. Non sembrava un animale tanto simpatico, come aveva dichiarato il ragazzo dagli occhi bianchi. Almeno per gli occhi della Hoshiyama che per sfuggire alla sua furia si ritrovò all’interno di quella casa. Ma il cane aveva una buona motivazione per comportarsi così poichè la ragazza aveva calpestato per sbaglio la zampa oppure la coda. Le precedenti scuse di Asami non servirono a niente per farlo calmare. L’unico che ci riuscì fu solo il suo padrone. Fischiando in modo modo particolare, l’animale entrò all’interno del giardino. La genin, appena lo vide, iniziò a guardarlo. Era totalmente diverso dal cane che l’aveva inseguita fino a qualche minuto fa. Era docile e sembrava a suo adagio, girando attorno al padrone e scodinzolando. Lei amava molto gli animali ed era quasi tentata ad accarezzarlo.

    §Che carino!§

    O almeno così si comportava con Kamui. Infatti la ragazza, volendolo accarezzare, fece alcuni passi in avanti e allungò la mano sinistra verso di lui. Ma a quanto pare l’animale aveva preso in antipatia la ragazza che rimase perplessa riguardo al suo comportamento. Continuava ad abbaiare e la ragazza riportò la sua mano vicino al corpo e fece alcuni passi all’indietro per mantenere una certa distanza di sicurezza. Guardava con paura ma anche con aria di sfida il cane che come lei non spostava lo sguardo. Il ragazzo dal canto suo cercò di calmarlo, chiamando la genin, per l’ennesima, volta Akane. Quando ascoltò le parole del ragazzo, Asami lo fulminò con lo sguardo, tenendo il sopracciglio sinistro alzato. Non c’era bisogno delle parole poichè il volto della ragazza faceva intendere che non amava particolarmente essere chiamata in quel modo. Soprattutto dopo aver ripetuto più volte di non chiamarsi Akane. Ma per Kamui la bellezza di Asami era paragonabile a quella della cugina. Ma la kunoichi non poteva giudicarla visto che non l’aveva mai vista. Forse avevano lo stesso colore di capelli? O colore degli occhi? Oppure questa Akane era alta e snella come l’aspirante medico? Solo incontrandola poteva esprimere dei giudizi. Dopo le sue parola la ragazza si limitò a sorridere nervosamente e distolse lo sguardo altrove.

    [...]

    Quando la ragazza rivelò il suo nome, Kamui rimase meravigliato. Inizialmente la genin non riuscì a capire perchè aveva quell’espressione stupita. Ma la spiegazione arrivò subito.

    -Anche mia madre si chiama Asami che combinazione!-

    La ragazza fu attirata dalla voce del ragazzo dagli occhi bianchi, rivolgendogli un piccolo sorriso. Quando sua madre la chiamò per la prima volta con il nome di Asami fu subito dopo la sua nascita. Il cielo era dominato dalle prime luci dell’alba e la madre, guardandola, l’aveva chiamata così d’istinto. Ma c’era una spiegazione dietro a quel nome. Infatti il significato del nome Asami era proprio “Bellezza del mattino”.

    -Dici sul serio!?-

    Più che una domanda era quasi un ‘affermazione, dato il suo tono sorpreso. Dopodichè il ragazzo si presentò una seconda volta, aggiungendo più informazioni rispetto alla sua prima presentazione.

    -Asami, sono Kamui Hyuga del villaggio della foglia, piacere di fare la tua conoscenza. Ci vedo benissimo e sei appena entrata nella parte del quartiere Hyuga della casata principale…-

    §Quartiere Hyuga…?§

    A quanto pare la giovane donna non solo si era persa tra le strade di Konoha ma si ritrovò all’interno di uno dei quartieri di Konoha. Aveva solo sentito parlare del clan Hyuga ma non aveva mai conosciuto esponenti di quel clan. E dalla sua spiegazione era per lui normale avere gli occhi di quel colore. Forse era una caratteristica del clan Hyuga oppure una caratteristica ereditaria. Anche la bizzarra situazione fu spiegata dal giovane.

    -...Scusami per l'inganno ma era una situazione davvero divertente.-

    La ragazza fece un piccolo sorriso puntando i suoi occhi verdi in quelli dell’Hyuga. Per poi iniziare a parlare con tono divertito.

    -Così ti piace scherzare…-

    Continuò a sorridere mentre il ragazzo emise un altro fischio, molto diverso rispetto a quello precedente. A quanto pare il cane era addestrato attraverso questo comando vocale poichè l’animale cambiò subito atteggiamento nei confronti di Asami. Infatti iniziò a scodinzolare anche alla ragazza, dimostrandosi del tutto innocuo. Era nei paraggi dei due ragazzi fino a quando la ragazza si abbassò, piegandosi sulle ginocchia e iniziò ad accarezzarlo. Ma quell’aria di festa fu interrotto dalla voce di un uomo. La ragazza si alzò restando con la schiena dritta e guardò intensamente l’uomo.

    -Kamui, andate a prendervi un thè o quello che volete, per oggi basta allenamenti. Però ritorna per cena a casa, altrimenti la conosci Asami come reagisce,no ? Portati dietro anche quel cane, non lo sopporto più.-

    La ragazza spostava o sguardo tra lui e il ragazzo che lo ascoltava con molta attenzione. E quando l’uomo gli comunicò di avere la giornata libera il ragazzo lo guardò stupito. Rimase li a fissarlo fino a ringraziarlo. Come mai lo ringraziava? Da quanto tempo non usciva di casa? Continuò a guardare Kamui che intanto ringraziò anche la ragazza.

    -Grazie Asami, mi hai fatto guadagnare una giornata di riposo dall'addestramento di mio padre. Ti va di andare a prenderci un thè ? Tu che vorresti fare?-

    Non credeva di essere stata d’aiuto al giovane. Da intrusa si rivelò una risorsa importante per il ragazzo Hyuga. Ma non aveva voglia di prendere un thè anche perchè non aveva portato soldi con se. Preferiva fare solo un giro per il villaggio.

    -Mi va bene anche un giro per il villaggio.-

    Usando un tono gentile e con un sorriso sulle labbra. Dopodichè uscì da qual giardino, aspettando il ragazzo e l’animale. Iniziò a camminare guardandosi intorno.

    -E così... questo è il quartiere del clan Hyuga…-

    Dopodichè si fermò e con aria pensierosa fissò il cielo. Portò i suoi occhi in quelli del ragazzo e con aria interrogativa iniziò a parlare.

    -Gli addestramenti di tuo padre sono così… terribili?-
     
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  8. Sasori Uchiha
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    Una giornata diversa



    La ragazza sembrava interessata molto al suo cane. Non appena il suo cane entrò nel giardino, era chiaro che volesse accarezzarlo. Le dovevano piacere i cani. La prese in simpatia. In fondo erano i suoi animali preferiti, leali e fedeli. Dei perfetti compagni.


    Sembra proprio una ragazza di cui ci si può fidare



    A parte questo aspetto, non sembrò gradire molto il nome di Akane, sua cugina. Era da tempo che non passava a trovarlo, le aveva mandato un invito, sperando che venisse a fargli visita, interrompendo l'allenamento. Ma per sua fortuna Asami, la ragazza, capitò per caso nel suo giardino, di fatto causando l'interruzione degli allenamenti. Per sua fortuna. Ma Kamui, non poteva sapere che la vera Akane stava per arrivare a casa sua. La lettera l'aveva ricevuta il giorno prima. Si sarebbe recato a casa del cugino con un kimono candido splendido. Era vestita e si era preparata appositamente per trascorrere una giornata con suo cugino. Era il giorno in cui riusciva anche lei a prendersi una pausa dagli allenamenti. In fondo era pur sempre una kunoichi e per le ragazze è più semplice ottenere qualche agevolazioni in più. Nori in effetti era molto più intransigente nei confronti del padre di Akane, nonostante lo avesse negato parecchie volte, anche di fronte ad Asami. Ma sua madre sapeva perfettamente la verità. Ma a Kamui non importava molto. In fondo non vedeva anche lui l'ora di poter finalmente respirare un po' di sana libertà, bastava sviluppare la virtù. Questi erano i pensieri che gli stavano passando per la testa. Mentre decise di replicare alla ragazza:


    Certo ! Mia madre Asami è una kunoichi anche lei e le avrebbe fatto davvero piacere conoscerti



    [...]


    Una volta fatti cadere gli inganni, alle parole della ragazza dagli occhi verdi, replicò sorridendo:


    Beh sai è sempre divertente



    Il suo fedele cane, comprese al volo il comando del padrone, consentendo finalmente alla ragazza di accarezzarlo. Questa piegandosi sulle ginocchia, inziando a coccolare il suo fedele compagno animale. Quando l'atmosfera di festa di fatto venne rovinata come al solito da Nori, che di certo non gradiva quell'interruzione. Erano proprio occasioni come quelle che gli davano particolarmente fastidio. Secondo suo padre, non aveva tempo da perdere appresso a faccende così frivole. Ci sarebbe stato tutto il tempo del mondo, dopo aver sviluppato la Virtù. Ma Asami non glielo avrebbe mai permesso, per questo in tono infastidito si rivolse a Kamui in quel modo. Asami la ragazza piombata all'improvviso non poteva capire come suo padre non gradisse affatto quel break. Al contrario Asami, le avrebbe offerto una tazza di the e l'avrebbe fatta accomodare in casa. Nori doveva essere particolarmente attento a come si sarebbe comportato. Altrimenti il divano in soggiorno l'avrebbe aspettato per passare la notte e non nel letto insieme ad Asami. Inoltre venendo dalla missione, sua madre era assai meno malleabile nei confronti di Nori. Quindi doveva stare attento a non rovinare la festa a Kamui, altrimenti Asami gliel'avrebbe fatta pagare cara. Per questo si limitò a controllarsi e congedare Kamui cercando di non andare su tutte le furie.


    Aspetta che torna mamma e vedrai che ti aspetta



    Rimase un po' sorpreso alla risposta della ragazza, quindi cercò di insistere un pochino. In fondo non era un appuntamento a due. Ci sarebbe stata anche sua cugina Akane. Secondo Kamui, potevano andare d'accordo:


    Non ti preoccupare, non saremo da soli per il thè, viene anche mia cugina Akane. Dovrebbe essere già alla sala da thè di Konoha, l'avevo avvertita ieri. Di solito riesce ad avere questo giorno libero dagli allenamenti. Anche lei è una kunoichi. Inoltre vorrei offrirti un thè per ringraziarti di avermi salvato dalla dura sessione di allenamenti. Quasi sempre poi devo ricorrere a delle cure mediche, finiti gli allenamenti.



    In effetti non aveva un bell'aspetto, era ancora sporco, con dei lividi abbastanza marcati sotto la veste, ed aveva la parte dove l'aveva colpito Nori ancora fortemente indolenzito. Ma riusciva a muoversi con una certa mobilità, anche se dall'esterno era abbastanza evidente che fosse dolorante.


    Prima volta che capiti da queste parti ? Dovresti tornare a trovarmi qualche volta mi farebbe davvero piacere



    Con aria abbastanza afflitta:


    Mio padre ha i suoi metodi di allenamento, che gli sono stati impartiti da mio nonno. Era cresciuto in un periodo in cui non ci si poteva fidare di nessuno se non della propria famiglia, ancora oggi pensa che sia così il mondo là fuori, ma non è vero. Però lo fa per il mio bene, per spronarmi a migliorare ed ad essere autonomo e riuscire a sopravvivere nel mondo reale, cercando di non avere problemi. Ma basta parlare di mio padre, Akane ci sta aspettando, allora ti va di venire con me Asami ? Vedi anche al mio cane farebbe tremendamente piacere che venissi anche tu ed anch'io sarei lusingato di passare del tempo in tua compagnia



    Concluse il ragazzo sorridendo sperando in un cenno di consenso da parte della ragazza. Il suo cane non fece altro che girare attorno alla ragazza quasi sperando di convincerla a seguire lui ed il suo padrone.
     
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    Non credeva di poter incontrare un’altra persona che aveva il suo stesso nome. Eppure fin dall’infanzia era circondata dalla servitù femminile ogni giorno. E quando raggiunse i floridi anni dell’adolescenza era abituata anche a chiamarle per nome. Tutte, ovviamente, con un nome diverso dal suo. Ma la servitù della famiglia Hoshiyama era numerosa. Come numerosa era la popolazione di Konoha e degli altri paesi ninja. Forse la stava prendendo di nuovo in giro. Ma questa volta il ragazzo fu sincero. Anche perchè non aveva senso scherzare su un argomento simile.
    Il destino l’aveva fatta incontrare con uno un esponente del clan più famoso di Konoha, gli Hyuga. Aveva letto di alcune capacità oculari, anche se non aveva approfondito. Evidentemente quegli occhi bianchi erano una caratteristica fisica degli esponenti di quel clan. Anche se Asami non poteva saperlo con certezza. Fortunatamente il suo cane, dopo un suo segnale, riuscì ad essere molto più amichevole con la ragazza dagli occhi verdi che rimase colpita dal suo cambiamento. Amava molto gli animali ma non aveva mai avuto un cane poichè sua madre preferiva più i gatti. Ce n’erano molti nella villa Hoshiyama ma gironzolavano silenziosamente all’interno di essa. Sia l‘animale a quattro zampe sia la situazione divertente creata da Kamui fece rallegrare l’atmosfera che fu interrotta dalle parole del padre. Di sicuro non amava quel tipo di situazione. Un pò come suo padre. Era una persona abbastanza seria, soprattutto quando c’era una trattativa in corso. Amava il denaro che guadagnava con i numerosi accordi che concludeva durante l’arco dell’anno. E amava anche spenderli. Ma solo per se stesso o per far felice la moglie e alla figlia, prima del suo trasferimento a Konoha. Infatti comprò i numerosi gatti solo per accontentare sua moglie anche se non era un’amante degli animali. Lui comprava ogni cosa pur di vederla felice. E non comprò solo i gatti ma anche numerosi abiti e gioielli. Tutti di un inestimabile valore. Lo stesso faceva con Asami anche se, spesso e volentieri, non gradiva il gesto. Ma non glielo diceva per non offenderlo.
    Così i ragazzi e il cane uscirono dalla villa, come ordinato dal padre di lui. Pensava di fare solo un giro per il quartiere e ritrovare poi la strada di casa. Ma a quanto pare il suo intervento fu così utile da costringere il ragazzo del clan Hyuga a sdebitarsi con lei. Oppure amava sinceramente la sua presenza. Anche il cane adesso la gradiva. Ma non avendo soldi con sé, riteneva giusto non accettare la proposta del ragazzo anche perchè preferiva restare tra la gente del villaggio. Amava Konoha. Anzi amava la sensazione di sentirsi libera e non essere rinchiusa tra quattro mura.
    Durante l’infanzia e adolescenza non aveva mai lasciato la sua dimora per esplorare la zona che circondava l’immensa villa. Solo dopo averla lasciata si rese conto della grandezza del territorio che la circondava. E la villa non si limitava al semplice edificio in legno che si innalzava al centro di uno spazio verde. Differente era la dimora di suo zio Bumi: lussuosa ma al contempo semplice. Ed essendo all’interno di una città non poteva occupare più di tanto spazio data la presenza di altre ville nella zona est del villaggio.
    Il thè, offerto dal ragazzo, gli ricordava i molteplici pomeriggi passati con la madre e le sue conoscenti a chiacchierare sugli ultimi pettegolezzi.
    Il ragazzo rimase sorpreso quando la diciottenne rifiutò il suo invito ma cercò di convincerla confermando la presenza di sua cugina. Infatti anche lei era una kunoichi e normalmente aveva questo giorno libero per riposarsi dagli allenamenti quotidiani. Evidentemente i due già avevano preso l’appuntamento visto che Kamui l’aveva avvertita il giorno prima. Ora capiva perchè per tutto quel tempo l’aveva chiamata con quel nome a lei sconosciuto.

    -Per questo l'hai nominata tutto il tempo...-

    Iniziò a guardarlo con aria perplessa. Se la ragazza lo stava aspettando già nella sala da thé perchè lui l’aspettava? Non era lui in ritardo all’appuntamento con la cugina? Continuò a guardarlo per poi portare lo sguardo verso il suo cancello. Nonostante la sua interruzione fu comunque trattata in ben modo. Si aspettava di essere cacciata dalla dimora e non di essere invitata alla sala da thè.

    -E poi dovrei scusarmi io per essere entrata all'interno della tua villa così all'improvviso...-

    Doveva scusarsi lei per essere entrata all’interno del suo giardino, anche se in realtà stava scappando dal suo cane. Ed era sempre lei che doveva ringraziarlo per aver calmato l’animale. Ma a quanto pare la sua intrusione fu per lui un vera e propria salvezza, facendolo riposare momentaneamente dai duri allenamenti del padre. Infatti il ragazzo dichiarò che alla fine di ogni suo allenamento doveva ricorrere alle cure mediche.

    -Infatti non hai una bella cera...-

    Camminava tra le vie del quartiere Hyuga ma contemporaneamente lo osservava con attenzione. Nemmeno quel giorno suo padre era riuscito a contenere la sua forza contro il ragazzo. Forse aveva bisogno di cure mediche e la ragazza dai lunghi capelli rossi poteva aiutarlo.

    §Mmm...§

    Non era una cattiva idea. Lei puntava a diventare un ninja medico e poteva aiutarlo con la sua abilità. Aveva passato mesi interi sui libri di medicina, studiando accuratamente anche varie nozioni anatomiche. Si fermò davanti a lui con un piccolo sorriso sulle labbra, guardando nei suoi occhi bianchi. Non aveva tagli nè sul volto nè sul vestito. Il suo dolore era dovuto, evidentemente, dai vari colpi ricevuti dal padre. Quindi sul corpo del ragazzo, molto probabilmente, c’erano diverse contusioni di varia natura. [Conoscenza Medica (Base)]

    -Non ho qui il kit medico... ma...-

    All’interno del suo corpo una piccola quantità di chakra veniva raccolta in corrispondenza del suo baricentro e pian piano veniva trasportato all’interno del sistema circolatorio. Pochi secondi e il chakra raggiunse tutti i punti del suo corpo ma si accumulò principalmente sul palmo della sua mano destra. Improvvisamente la sua mano fu ricoperta dall’energia, dalla colorazione verde-acqua, precedentemente prodotta. Lentamente portò la sua mano a pochi centimetri dal corpo di lui. [Tecnica delle Mani Curative - Shousen Jutsu]
    Quella tecnica serviva principalmente a guarire diverse ferite. Integrava i suoi studi di medicina, praticando giorno dopo giorno anche questa jutsu. L’aveva usata pochissime volte ma non per questo dedicava meno tempo allo studio del chakra anche in campo medico. Non esaminando le varie ferite non poteva sapere con precisione la posizione esatta. Ciò nonostante decise di curarlo lo stesso. In fondo quello poteva essere il suo futuro lavoro. Ci mise trenta secondi esatti prima di interrompere il flusso di chakra nella mano destra. L’aura dal colore verde-acqua svanì di colpo e la ragazza fece un piccolo sorriso rivolto verso l’esponente del clan Hyuga.

    -Così dovrebbe andare...-

    Riprese di nuovo a camminare seguendo la strada. Dopodichè proferì parola,ovviamente rivolte al ragazzo. Era solo un consiglio anche perchè era la prima volta che usava le sue abilità mediche su uno sconosciuto.

    -Se accusi ancora del dolore metti del ghiaccio, non appena arrivi a casa.-

    [...]

    -Prima volta che capiti da queste parti ? Dovresti tornare a trovarmi qualche volta mi farebbe davvero piacere.-

    I due ragazzi erano ancora all’interno del quartiere Hyuga. La ragazza continuava a guardarsi intorno. Era la prima volta che visitava una parte della città dedicata ad un solo clan. Sapeva che all’interno di Konoha c’erano diversi quartieri ma non aveva mai avuto l’occasione di visitarne uno. Oppure l’aveva già fatto, dopo tutte quelle volte che aveva perso la strada di casa.

    -Si... ma in realtà sono qui per sbaglio.-

    Come quel giorno. Accidentalmente aveva perso la strada di casa, pensando di trovarsi all’interno di una delle tante strade secondarie del villaggio. Ma si ritrovò in un quartiere di uno del clan più famosi. Precisamente all’interno di un’abitazione.

    §Questa volta ho superato me stessa...§

    Non si era mai trovava in una simile situazione da quando si era trasferita a Konoha. Aveva perso la strada di casa molteplici volte ma nonsi era mai ritrovata all’interno di un’abitazione. Fino a quel giorno. Osservava il quartiere con estrema attenzione, notando come la maggior parte delle persone avevano come il ragazzo gli occhi bianchi. Era un quartiere tranquillo e loro due lo stavano attraversando normalmente. Qualche esponente del clan si era accorto della presenza della ragazza dagli occhi verdi. Ma forse era solo una sua impressione. In fondo nessuno sapeva della sua esistenza. Un pò come quando percorreva per le prime volte le strade della città. Tutti la osservavano: forse per la sua bellezza oppure perchè non avevano mai notato la presenza dell’aspirante medico. O semplicemente per i suoi occhi, dal colore così intenso. All’interno di quel quartiere si sentiva un pò fuori luogo. Se un attimo prima era il ragazzo quello strano, in quegli istanti era lei che era diversa da tutti gli altri.

    §...§

    Aveva perso l’orientamento in più non sapeva nemmeno in che zona si trovava. Dov’era collocato il quartiere Hyuga? E gli altri clan invece dove si trovavano?

    -A proposito in che zona ci troviamo? Sud? Oppure Ovest?-

    [...]

    Non aveva mai fatto degli allenamenti faticosi. In realtà non aveva mai provato. Sapeva bene che per aumentare sia la resistenza che la forza fisica doveva dedicare alcuni momenti della giornata all’allenamento. La nobile ragazza non era mai stata avvicinata alle arti marziali. L’unico che si avvicinò a questa disciplina, considerata barbara da suo padre, fu suo zio Bumi. A volte osservava lo zio durante i suoi allenamenti ma la maggior parte delle volte preferiva andare in giro per la città. Ma ogni shinobi all’interno del villaggio della foglia occupava il suo tempo con allenamenti in solitaria o in compagnia. Proprio come il ragazzo Hyuga, affermando che i suoi allenamenti venivano seguiti direttamente dal padre. La ragazza Hoshiyama si fermò interessata alla sua storia. Ma lui stesso decise di cambiare discorso invitando Asami,per una seconda volta, alla sala thè con un sorriso in volto. Anche il cane cercò di convincerla girando intorno. La ragazza guardò dapprima l’animale dopodichè rivolse un sorriso al ragazzo dagli occhi bianchi.

    -E va bene. Verrò anch'io a bere il thè con voi.-

    Dopodichè accarezzò il cane.

    -Qual è il suo nome?-
     
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