La Cerca dei Kiseki

[Quest di Villaggio]

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    Quest di Villaggio
    La Cerca dei Kiseki
    Deserto dell'Anauroch



    a_tag_sossusvlei_desert_oasis1


    L’oasi non era molto grande: uno specchio di acqua azzurra che faceva capolino tra tre normi dune di una sabbia color arancio, che risplendeva intensamente quando i raggi del sole la colpivano di traverso. Un gruppetto di palme folte era cresciuto esattamente dove l’acqua incontrava la terra, ed altre si trovavano isolate qui e lì. Nonostante si trovassero nel pieno deserto dell’Anauroch, un filo di erba selvatica cresceva per una decina di metri oltre le sponde del piccolo specchio d’acqua.
    Era mezzogiorno, e nell’accampamento di avvertiva un’aria frenetica. Una piccola squadra di tre ninja aveva lavorato incessantemente, nei due giorni precedenti, per portare tutto quello che il suo comandante aveva elencato. Non solo, tende dal color panna erano state erette tutt’intorno lo specchio d’acqua. Le più piccole, erano riservate agli stundenti ed ai Genin, altre, le più grandi, erano riservate ai ninja di grado superiore. Ognuna di queste conteneva una branda, dove riposare, mentre una piccola scrivania con comodino annesso era riservata alle tende di taglia maggiore. Al centro dell’accampamento, un ampio tendone con il simbolo di Suna, una clessidra stilizzata, era stato allestito con tavoli e sedie per ospitare una piccola riunione, fornita con mappe e bussole.
    Hohenheim passeggiava soddisfatto vedendo che tutto era stato preparato secondo la sua volontà ed entro i tempi. Pensava sarebbe stato più difficile organizzare uomini e materiali, ma il compito gli era riuscito naturale ed il tutto si era concluso in un battito di ciglia. Mentre controllava gli ultimi dettagli, pensava gli shinobi che sarebbero presto arrivati. Durante quei due giorni, annunci e richieste di partecipazioni specifiche erano stati disseminati nei luoghi preposti nel Villaggio, per chiamare all’azione il maggior numero di ninja abili a sufficienza da poter fronteggiare l’importante missione che li attendeva. Con ogni probabilità i primi fra loro si sarebbero fatti vivi a momenti.

    […]



    Quando gli shinobi di Suna arrivarono al campo base, furono alloggiati nelle rispettive tende, scoprendo che ogni sistemazione era personale. Il team alle dirette dipendenze del bambino di Suna lavorava con efficienza, distribuendo acqua ad ognuno dei nuovi arrivati: l’accampamento distava, infatti, parecchi kilometri dal Villaggio, e la traversata del deserto non era mai priva di fatiche.
    Quando tutti furono arrivati, vennero radunati in uno spazio apposito lasciato sgombro davanti il tendone principale. Hohenheim li stava attendendo con la sua scorta di 3 shinobi schierata dietro di lui. Hoshi sarebbe sicuramente stato lì al suo fianco. Il bambino aveva un viso serio ma rilassato: l’importanza di quella missione era notevole, anzi vitale per il Villaggio. Avrebbe iniziato con tono deciso:

    ‘Shinobi di Suna! Il mio nome è Hohenheim dei Sand Scorpions, e sarò il vostro comandante. La missione che siamo chiamati a portare a termine oggi è di vitale importanza e mi aspetto che ognuno di voi sia all'altezza delle mie aspettative. Questa non sarà una missione facile, ma il guadagno che ne otterremo come Villaggio sarà immenso.’



    Guardò gli shinobi lì riuniti negli occhi, lasciando che le sue parole aleggiassero nell’aria calda del deserto. Alzò quindi la mano destra, mostrando che sul dorso una strana pietra dal colore verde intenso era fusa con il suo corpo.

    ‘Per chi di voi non lo sapesse, questo è un Kiseki, una Pietra Portante. Questa è una delle sette reliquie antiche del nostro passato: un oggetto di grande potere, difficile da manipolare, che incrementa le capacità del suo portatore in maniera notevole. I Kiseki furono sigillati in un luogo segreto alcuni anni fa dal nostro attuale Kazekage, per motivi di sicurezza; tutti tranne questo, che mi fu dato molto tempo addietro. Tuttavia, il risveglio del Kiseki Verde, il Kiseki dello Spirito, indica che il tempo è venuto perché di nuovo le Pietre Portanti ritornino al popolo di Suna, al quale appartengono. Qui inizia la nostra missione: dobbiamo recuperare i Kiseki e riportarli al Villaggio. Sfruttando l’energia della Pietra in nostro possesso, Hoshikuzu Kikuma è riuscito a creare un dispositivo in grado di determinare la posizione degli altri.’



    Si voltò verso nord, indicando un punto verso l’orizzonte:

    ‘I nostri rilevamenti ci dicono che un’alta concentrazione di energia, simile a quella del Kiseki dello Spirito, è localizzata a circa 20 kilometri dalla posizione del nostro campo base. Basandoci su resoconti della Prima cerca dei Kiseki, avvenuta infruttuosamente qualche anno fa, pensiamo il luogo possa essere pieno di trappole e trabocchetti. Non abbiamo ulteriori informazioni a riguardo. Inoltre, c’è anche il rischio che il potere delle Pietre abbia già richiamato le attenzioni di altre persone che possono essere interessati ad acquisire il loro potere. Vi invito, quindi, alla massima prudenza.’



    Spostò quindi lo sguardo su Hoshi, che poteva aggiungere qualsiasi altra cosa avesse ritenuto necessario. Avrebbe quindi terminato:

    ‘Preparatevi a partire. Fra 15 minuti lasceremo l’accampamento per muoverci nel deserto aperto. La Cerca dei Kiseki è incominciata!”



    OT/ Benvenuti a questo grande evento Sunese, aperto a tutti gli shinobi della Sabbia: la Cerca dei Kiseki. Primo post di presentazione. In OT, specificatemi anche a quale kiseki siete interessati!/OT
     
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    Sand Scorpion
    ..Pronti partenza.. QUELLO BIANCO E’ MIO!!!..
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    E così alla fine la missione aveva avuto inizio. Il Chikuma doveva ammettere che nonostante tutto era felice che la patata fosse toccata a Hohe e non a lui. Creare un campo base nel mezzo del deserto non era cosa semplice da fare e anche se a Suna ben o male tutti erano abituati, era comunque una gran rottura. Per fortuna al rosso era stata riservata una tenda piuttosto grande dato il grado, o almeno così credeva inizialmente. Qualche idiota aveva infatti scambiato i nomi indicati nelle rispettive tende ed il rosso era finito a dormire nella tenda utilizzata come magazzino -Ma che cazz..?!- almeno aveva cibo in quantità con cui sfondarsi la notte.


    Creare un campo base era stato necessario. Hohe aveva visto giusto quando erano andati a trovare gli anziani e poi Shinichi all’amministrazione, quella missione avrebbe richiesto giorni se non settimane di preparazione. Il risultato sarebbe stato incerto fino alla fine come il ritorno di tutti i presenti. In molti avevano cercato le pietre sacre del paese del vento senza successo. In molti erano partiti senza mai più fare ritorno, un’eventualità che il Chikuma preferiva assolutamente evitare. Conosceva praticamente tutti o quasi i presenti e con tutti aveva instaurato un rapporto di amicizia e fiducia, insomma per lui quelli erano amici più che colleghi o compagni d’arme.


    Hohe si era immedesimato molto nella parte del comandante, gli piaceva fare il capo e la cosa faceva ridere il Chikuma che solitamente lo vedeva seduto al tavolo della loggia dei Sand Scorpion a mangiare fette di dolce e a bere succo di frutta. Il Chikuma si era riunito a tutti i partecipanti nella tenda più grande dell’accampamento. Non era assolutamente a disagio mentre il chunin parlava, certo molti potevano chiedersi perché una missione del genere fosse stata affidata a Hohe e non a lui che era Jonin. Beh forse era meglio non farglielo notare. Hohe era stato molto esaustivo nella sua spiegazione. I kiseki erano stati perduti e ora toccava a loro recuperarli superando difficoltà e trappole mortali, di sicuro oltre a loro qualcun altro poteva essersi attivato per recuperare gli artefatti quindi c’era da mettere in conto anche la possibilità di trovare persone ostili intenzionate a tutto pur di trovare il tesoro.

    Quando Hohe ebbe finito di parlare guardando il Chikuma, questo si sarebbe alzato avvicinandosi all’amico alzando un pugno in alto in senso di vittoria aggiungendo poi -Direi che il nostro comandante è stato molto esaustivo nella spiegazione.. solo un appunto sul funzionamento dei D-Visor modificati.. possono rilevare la posizione dei Kiseki con un notevole raggio d’azione.. circa una decina di chilometri ma non fateci troppo affidamento.. vi indicheranno la direzione da prendere ma non il luogo esatto dove i kiseki sono nascosti.. quindi occhi aperti.. e in bocca al lupo a tutti!!!- avrebbe sorriso a tutti con il suo solito modo di fare.


    Di li a poco la squadra sarebbe partita verso l’obiettivo. Di sicuro quello era il momento di fare qualsiasi tipo di domanda. Per quanto ne sapesse veramente poco a conti fatti il Chikuma si sarebbe reso disponibile a sedare qualsiasi dubbio del resto dei partecipanti.

    OT/ Io Kiseki Bianco.. SE qualcuno di super attivo è interessato allo stesso Kiseki mi contatti così ne parliamo! :sisi:
     
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  3. Roronoa™
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    Narrato
    Pensato
    Parlato

    Metto lo spoiler qui sopra, sotto non mi compare :sob:
    Io sarei interessato al Kiseki Arancione.
    Piccola nota: il mio pg è uno studente :asd:
    Se il QM o Amministrazione giudicherà che il grado studente (Genin a fine giocata, spero :ghu:) sia troppo basso per acquisire un Kiseki, farò da spalla a qualcuno :riot:
    Buona giocata a tutti!



    La Prima Missione di Masayoshi Shokuto

    Villaggio della Sabbia pt. I



    La vita da studente nel villaggio della Sabbia era un vero e proprio mortorio.
    I pochi incarichi disponibili erano riservati ai ninja di rango Genin e Chunin.
    Per un semplice studente come lui, l'amministrazione non offriva nessun impiego.
    Masayoshi trascorreva le giornate vagando per il villaggio, alla ricerca di qualche lavoro, anche saltuario, giusto per non sentirsi un peso a carico della popolazione che aveva già fatto molto per lui, salvandolo e accogliendolo come profugo, precisamente come ultimo sopravvissuto del lontano villaggio di Konjuko, rasa al suolo dai Kijin.

    L' occasione per mettersi in mostra arrivò in una mite e anonima giornata d’inverno.

    Quel giorno, Suna si era "svegliata" completamente tappezzata da avvisi, tutti identici, in cui si preannunciava l’inizio di un'ambiziosa missione: il recupero dei Kiseki.
    Aveva sentito parlare di quelle pietre sia da suo nonno, ex ninja di Suna, sia dai due anziani che abitavano sotto di lui, in periferia, a circa cinquecento metri dalle mura orientali.
    Nessuno di loro aveva mai visto quelle pietre leggendarie, ma erano sicuri della loro esistenza e dei loro immensi poteri.
    A quanto pareva, Suna aveva intenzione di recuperarli.
    La missione era aperta anche agli studenti.

    Finalmente.

    Non sarebbe mancato all'appuntamento.
    Masayoshi Shokuto si sarebbe reso utile al villaggio di Suna.

    [...]



    Raggiunse il campo base alle dodici meno un quarto, dopo alcune ore di marcia.
    Per trovare l'accampamento Masayoshi aveva chiesto informazioni presso le mura del villaggio, sempre sorvegliate dai Guardiani.

    Chiunque avesse organizzato la missione, aveva avuto la buona idea di allestire tende e quartier generale sugli argini di un ampio specchio d'acqua.
    Shokuto ne aveva viste decine di oasi, se non centinaia. A differenza di molti ninja lì presenti, egli aveva trascorso sedici anni della sua vita in pieno deserto, dove le temperature raggiungevano i quaranta gradi già alle dieci del mattino.
    Vestito con una leggera maglia a maniche lunghe arancione e un pantalone mimetico, Shokuto avrebbe salutato amichevolmente ciascun ninja con un cenno della mano e un sorriso a trentadue denti.
    Era visibilmente emozionato.

    Un energumero alto quasi due metri lo chiamò a sé. Dopo aver offerto allo studente acqua e cibo, egli chiese con aria autorevole le sue generalità e il suo rango.
    Un po’ a disagio, Masayoshi rispose.

    Venne condotto all’interno di una tenda color panna.
    All'interno gli organizzatori avevano disposto numerose brande, dove i ninja avrebbero potuto riposare prima dell'inizio della missione.
    Con un po' di ansia addosso, Shokuto si gettò a quattro di spade sul letto a lui assegnato.

    Avrebbe avuto le capacità per affrontare i rischi e i pericoli della missione?

    Si era allenato duramente, ma mai nessuno lo aveva esaminato approfonditamente.
    Con un peso sullo stomaco, i suoi occhi intravidero un innocente targa di legno poco sopra al suo capo. Qualcuno aveva realizzato sulla tavola alcuni solchi.
    Con enorme stupore, lesse il suo nome.
    I suoi occhi si riempirono di felicità.
    Il suo arrivo era stato previsto.

    Quando tutti i convocati alla missione giunsero nell’accampamento, due ninja intimarono i presenti di radunarsi davanti la tenda principale, su cui era raffigurata un enorme clessidra, da sempre simbolo della Sabbia.
    Masayoshi si sarebbe avviato in fretta, posizionandosi tra due ninja più alti e grandi di lui, di fronte e leggermente a destra del bambino che probabilmente aveva meno anni di lui.
    Alle spalle di quest’ultimo, vi erano tre shinobi.
    Tra questi riconobbe il Chikuma denominato “Turbine Rosso”. Secondo i suoi vicini di casa, egli era l’unico candidato serio per diventare il futuro Kazekage.

    Quando tutti furono in posizione, il ragazzino prese parola.
    Lo stomaco di Masayoshi si contorse alla vista del Kiseki incastonato nella carne del caposquadra.

    Chissà il dolore. Pensò, deglutendo.

    In quello spiazzo sabbioso, probabilmente solo Masayoshi non aveva intenzione di accaparrarsi una delle magiche pietre.
    Desiderava solo aiutare Suna a riportare indietro quei artefatti. Se il caposquadra Sand Scorpions e il futuro Kazekage avrebbero voluto conferirgli un Kiseki a fine missione, lui lo avrebbe accettato di buon grado.


    CITAZIONE
    I nostri rilevamenti ci dicono che un’alta concentrazione di energia, simile a quella del Kiseki dello Spirito, è localizzata a circa 20 kilometri dalla posizione del nostro campo base. Basandoci su resoconti della Prima cerca dei Kiseki, avvenuta infruttuosamente qualche anno fa, pensiamo il luogo possa essere pieno di trappole e trabocchetti. Non abbiamo ulteriori informazioni a riguardo. Inoltre, c’è anche il rischio che il potere delle Pietre abbia già richiamato le attenzioni di altre persone che possono essere interessati ad acquisire il loro potere. Vi invito, quindi, alla massima prudenza.’

    Si riteneva capace sia di percorrere quei venti chilometri di deserto sia di risolvere enigmi e trabocchetti, ma non fronteggiare eventuali nemici.
    Era solo uno studente.
    Sentì l'ansia crescere dentro di lui. Riuscì a controllarla pensando al suo caro nonno e ai loro duri allenamenti.

    Il mio addestramento è durato anni, sono riuscito a fuggire dal massacro dei Kijin...qualcosa devo aver imparato Si fece forza.



    Udito l'intervento del Jonin dai capelli rossi come il fuoco, Masayoshi non avrebbe posto nessuna domanda.
    Rifocillato e riposato, lo studente avrebbe atteso la partenza vicino alla tenda principale.
    Si sarebbe messo seduto sulla sabbia dorata, a suo giudizio tiepida, puntando lo sguardo verso il cielo.



     
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    Falce dei Kaguya


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    Kiseki - La convocazione nel Deserto

    Era una giornata come tante di quelle che passava Zong Wu, lo Shogenin di Suna: nel quartiere a luci rosse, spendendo i suoi pochi risparmi come fabbro (non aveva fatto particolarmente fortuna) in donne di malaffare ed alcolici.
    Una giornata come tante, ascoltando le voci che rimbombavano nella sua testa, facendogli presente come non fosse utile ai suoi propositi quella vita, una giornata che cambiò quando Hoshikuzu Chikuma spuntò come un tornado, com'era solito fare, ed iniziò a parlargli dei Kiseki.
    Il Rosso partì raccontando di un qualche incidente che era avvenuto qualche giorno prima a Suna: in effetti ne aveva sentito parlare, era stato avvistato un gigante verde in quel della Sabbia, peccato che lui, non essendo parte integrante delle schiere del villaggio non era stato avvisato, sarebbe stato divertente, o almeno questo aveva pensato quando ne aveva sentito parlare a qualche cliente del bordello in cui quella voce era trapelata fin lui.
    Il Chikuma, invece, gli spiegò qualcosa su come quello strano evento fosse legato ai Kiseki di Suna. Lo Shogenin aveva un vaghissimo ricordo legato a quella parola, un ricordo che la descrizione di Hoshikuzu su quelle misteriose pietre del villaggio aiutò un pò a riformarsi.
    Il Rosso, poi, si dilungò, fra una birra e l'altra, anche a sottolineare come i "vecchi del villaggio", verosimilmente i capi dello stesso, avessero scelto un chunin al suo posto per cercare quelle reliquie di Suna.
    Certo, il Chikuma disse delle parole di lode su quel chunin, tale Hoheneim (altro nome che richiamò un vago ricordo nella mente del Risorto... che però non sapeva ricollegare il nome ad un volto), ma era evidente che un pò se l'era presa per essere stato messo di lato.
    La parte interessante arrivò solo alla fine, mentre Zong Wu si distraeva sulle curve di una cameriera, quando Hoshi gli propose di unirsi alla missione di recupero delle suddette pietre: un'opportunità di ottenere il potere di un villaggio ninja che, da ciò che il finto Shogenin poteva capire, era paragonabile, se non per natura, almeno per valore, alle Sette Spade di Kiri.
    Accetto, Hoshi, ci puoi scommettere che accetto!, sarebbe stata la sua risposta.

    [...]

    Per i giorni successivi, il Risorto avrebbe dedicato minor tempo ai suoi vizi con le donne e l'alcool, per offrirne di maggiore alle ricerche nelle biblioteche della Sabbia: i Kiseki erano sette sassi di variopinto colore legati alle diverse impronte di chakra e che, in qualche modo, sembravano potenziarle. O almeno quello era il concetto generale, e più o meno comune, che aveva dedotto dai diversi documenti letti, scartando esagerazioni e leggende.
    Tralasciando che ancora una volta stiamo allontanandoci dal vero obiettivo, vogliamo veramente andare a caccia di sassi?
    Ma dai, sarà divertente! C'è Hoshi, ci saranno tanti altri ninja di Suna... noi dell'intero villaggio conosciamo giusto il Rosso, l'amministratrice Otori, che sembra sia stata licenziata, e... basta mi pare! Da quasi un anno esiste, saltuariamente Zong Wu eppure non conosce quasi nessuno!
    In effetti, per mescolarsi meglio fra gli agnelli, è giusto conoscerli...
    Stai zitto! Noi non faremo del male a Suna! Posso accettare di augurare il peggio a Konoha, ad Oto, persino a Kiri per la Vendetta, ma Suna? E' come prendersela con un bambino innocente!
    Bambino che, se Hoshi prende veramente un sasso capace di potenziare ulteriormente i suoi Fuuton, avrà un bel baby-sitter... sai che hai una visione troppo innocente di questo villaggio, vero fratello?
    Parlando di quelle pietre... una per noi, la punterei, sapete? In fondo, nella vita di questo Kaguya tutto ha sempre ruotato intorno a delle pietre: quella Nera di Laa, le Tre stelle di Iwa! Chissà cosa perderai stavolta! AHAHAHAHAHAHAH
    Spero la tua compagnia, seppur ammetto che una pietra capace di animare ulteriormente i fulmini che generiamo, non sarebbe male...
    No, non i fulmini... il fuoco..., bisbigliò fra se Zong Wu, mentre avanzava nel deserto, dopo aver ascoltato in silenzio il dibattito fra le voci nella sua testa, osservando verso il punto sul braccio dov'era celato il simbolo della Rinascita che Hoshi aveva nascosto sullo stesso, l'artefatto delle Fenici.
    Quello era un qualcosa che non aveva a che fare direttamente con la sua Vendetta, ma quel pensiero lo coglieva comunque da qualche tempo, chissà se non ci potesse riuscire!

    [...]

    L'arrivo all'accampamento non fu relativamente difficile: la mappa per raggiungerlo era stata d'aiuto ed il gran via vai di individui, probabilmente organizzato dal misterioso Hoheneim aiutava ancora di più, nell'individuare un punto così vivo nella vastità del deserto.
    Gli era stata data una tenda, sul margine più esterno dell'accampamento, un pò isolato, forse per ricordargli che era lì per le sue amicizie, non perché un ninja effettivamente di Suna.
    Nel peggiore dei casi, avrai fatto un favore al villaggio, può sempre servire per i nostri propositi...
    Fu la consolazione di una delle sue voci, mentre restava a sistemarsi ed ad enumerare le cose che aveva con se, pronto per la missione, quando fosse iniziata.
    Fu così, nella solitudine esteriore della sua capanna, e fra le lagne all'interno della sua testa, che Zong Wu arrivò alla riunione fra tutti i ninja sunesi, assieme al misterioso Hoheneim.
    Quando vide quel ninja decisamente più giovane di lui, un vago ricordo affiorò alla sua mente, un ricordo vecchio di diversi anni, la prima volta che aveva visto Hoshikuzu, che aveva incontrato il Kazekage e, in generale, che l'allora Mizukage era stato a Kiri.
    Mi pare di averlo intravisto allora, fra i partecipanti alle prove...
    Ed in effetti quel ragazzino si presentò come un membro dei Sand Scorpions, le squadre speciali della Sabbia, prima di iniziare una spiegazione sui Kiseki e sulla loro probabile posizione, oltre ai rischi di quella missione, che poi Hoshi non tardò a sottolineare ulteriormente, spiegando anche che i suoi visori non avrebbero comunque dato una visione precisa della posizione dell'oggetto.
    Fu solo quando i due finirono di parlare, che il Risorto sollevò la mano (probabilmente data la stazza nemmeno sarebbe servito per risultare più alto di altri) e chiese: Esattamente, la precedente missione per la ricerca dei Kiseki, com'è andata? Cos'hanno trovato i ninja che vi hanno partecipato? Avere un'idea meno generica del tipo di trappole, non penso faccia male.

    Era pronto, ma qualche informazione in più non guastava mai: di certo auspicava di uscirne vivo, poi se fosse uscito anche con un sasso ancestrale per le mani, non gli sarebbe dispiaciuto, ma non avrebbe fatto lo scontro, essendo un ospite.

    OT: Se possibile, punto al Kiseki Rosso, o alla peggio quello Giallo... se poi non me li volete dare perché extracomunitario a Suna, m'accontento della giocata di per se ^^' /OT
     
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    Alla fine avevo avuto ragione.

    Tornando dalla Foglia e dalla simpatica avventura in compagnia di Yato Ciambellone Senju, mi ero addentrato nel deserto dell'Anauroch così da tornare a Suna e vedere se c'erano doveri accademici da sbrigare (o, nel mio caso, da cui cercare di fuggire). Era stato allora, sulla cima di una duna particolarmente alta, che avevo scorto il varano delle sabbie, altrimenti conosciuto come varano corridore. Badate bene, non un varano qualunque. Questo era enorme. Praticamente la mia bocca aveva iniziato a salivare all'istante. Una preda così succulenta e così enorme è rara come la pioggia! Così decisi che tentare di catturarlo, per quanto una vera e propria fatica infernale, sarebbe stata una buona idea.

    Come ho detto, avevo avuto ragione.

    Era stata una fatica infernale.

    E quel maledetto varano, alla fine, mi era pure sfuggito! Le sue dimensioni superiori rispetto agli altri esemplari della sua razza non lo avevano rallentato, come avevo pensato all'inizio, ma piuttosto potenziato: in qualche modo era riuscito ad ottenere un'ottima efficienza muscolare. E io ci avevo fatto la figura del merlo, provando a rincorrerlo per ore sotto il sole cocente. Quando, dopo l'ennesima duna, notai di averlo perso, fui preso da un certo sconforto nonostante il mio carattere gioviale e positivo. Non tanto per aver perso l'opportunità di assaggiare quella carne succulenta, quanto per la realizzazione di aver dato fondo a buona parte delle mie energie e di trovarmi da qualche parte nell'Anauroch. Per chi, come me, vive nel deserto da una vita, è piuttosto umiliante. Non mi persi però d'animo e, captando le correnti di vento più secche con le mie lunghe orecchie appuntite, individuai la direzione che mi sembrava più promettente da seguire e mi incamminai. Fu così che, più per caso che per altro, dopo ore di marcia mi imbattei in un campo da battaglia Sunese nel bel mezzo del deserto.

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    All'inizio quasi non credetti ai miei occhi, ma poi mi avvicinai di corsa, incuriosito a mille. Avevo scelto quella direzione perché sapevo che, ad una distanza che non avevo saputo quantificare, avrei incontrato una delle rare oasi del deserto. « Jin il cacciatore al rapportooo! », urlai, passando per per il campo con un sorriso tutto denti ed il coprifronte appeso alla cintura, ignorando però i vari ninja presenti per andare a tuffarmi di testa nel meraviglioso specchio d'acqua dell'oasi. Nuotai per qualche minuto sott'acqua, abbracciando la sensazione di frescura sulla mia pelle mai troppo abbronzata nonostante il sole. Una strana conformazione rocciosa posava sul fondo, ma in quel momento ero troppo euforico per pensare di esplorarla.

    Riemersi completamente fradicio, ma per lo più ristorato dalle fatiche del viaggio. Un buon sonno avrebbe fatto il resto, meglio ancora se preceduto da uno spiedino di serpente. Mi avviciani al campo, chiedendo in giro il motivo di quel dispiegamento di mezzi, ma nessuno seppe darmi indicazioni precise. A quanto pareva il comandante del campo, un certo Hohenheim, ci avrebbe parlato una volta che tutti fossero arrivati. Con l'entusiasmo un po' smorzato dalla prospettiva di attesa, decisi di approfittare del tempo a disposizione per mettere qualcosa sotto i denti. Una ventina di minuti dopo, addentai il primo morso della carne del piccolo suricato che ero riuscito a stanare, cacciare e cuocere in quella piccola oasi. Dei del vento, mi parve di vedere il paradiso. Non c'è nulla di meglio di carne tenera per rinvigorire l'animo di un guerriero stanco, come ero io.

    [...]

    Qualche ora dopo, il campo era più gremito. Non notai nessuno di mia conoscenza, ma un ragazzo con un equipaggiamento invidiabile aveva capelli rossi simili ai miei, per quanto i suoi fossero di un colore più acceso. Quando una voce iniziò a parlare mi girai per identificarne la fonte, e rimasi piuttosto sorpreso nel vedere che l'oratore era un ragazzino castano dall'aspetto piuttosto gracile. C'è da dire che, rispetto a me, la maggior parte dei Sunesi è tutta gracile: supero agilmente il metro e ottanta e peso quasi ottanta chili, la maggior parte dei quali di muscoli. Non sono gonfio come certi Fogliosi, ma il mio fisico è scolpito e definito dagli anni di caccia incessante negli aspri territori della Sabbia.

    Notai, tra la folla, solo un individuo che era più massiccio di me: un uomo con almeno quindici anni più di me, dalle spalle larghe e lo sguardo serio. Non lo conoscevo, come la maggior parte dei ninja lì presenti, ma potei immediatamente identificarlo come uno straniero: i Sunesi si riconoscono a prima vista e la carnagione di quell'uomo non aveva conosciuto il tocco costante del sole. Feci spallucce, tentando di concentrarmi sulle parole del bimbo. Sono un terribile ascoltatore, ma quanto meno mi impegnai. Anche con il mio arrivo in grande stile rimaneva comunque il fatto che fossi arrivato lì per puro caso e completamente disinformato, quindi mi rendevo conto che avrei fatto bene a rimanere attento.

    L'intero affare, mi parve di capire, girava attorno alle antiche pietre di Suna, i Kiseki, ed al loro recupero. Che queste si fossero effettivamente "risvegliate" o meno, come sosteneva Hohenheim, era chiaro che non si trattasse di una faccenda di secondaria importanza. Persino io, con la mia scarsissima vita sociale nel villaggio, avevo sentito le storie dei Kiseki dagli anziani. Recuperarle sarebbe stato un onore, oltre che sicuramente un'avventura degna di questo nome!

    qMJNLcb

    « Contate su di me! »

    Dissi a gran voce, forse un po' fuori luogo a quel punto, sfoderando un sorriso che mise in mostra i miei canini acuminati. Il ragazzo dai capelli rossi di prima, che invece aveva più o meno la mia stessa età, aggiunse un commento alle parole del comandante a proposito di un D-Visor (qualunque cosa fosse) modificato apposta per individuare le pietruzze di cui sopra. Questo, di nuovo, smorzò un po' il mio entusiasmo: sapere dove cercare avrebbe reso l'avventura meno interessante. Immaginai che, trattandosi di antichi artefatti di potere, il villaggio non volesse correre rischi.

    In quel momento, il pensiero di poter mettere le mani di persona su uno dei Kiseki non mi aveva neanche sfiorato: avrei partecipato per il villaggio, ma soprattutto per l'avventura!

    OFF GAME

    Punto al Kiseki BluN.d.R. Penso ci sia un'errore di copia-incolla nella versione del regolamento: uppa l'agilità, ma riduce il cap della velocità come quello Bianco :asd:! :wosd:
    (In realtà prenderei con gioia anche il Nero, ma mi pare di capire che ci sia già un'altra quest apposita per quello, per cui non so se sia disponibile o meno°°)

    Mi raccomando gente: il mio PG si presenta come Jin e anche su eventuali documenti è segnato come tale. Il nome di clan dei Chikuma è solo in scheda e non è mai stato usato in game, ancora. Ergo agite coerentemente pls :zxc:

     
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    Prima o dopo, presto o tardi, La Missione si conclude.



    Aspettavo da tempo questo momento, e le fatiche che mi sarebbero costata non mi interessavano minimamente. Non solo avrei finalmente potuto concludere una missione impartitami direttamente dal Garth, non soloa avrei messi le mie mani su uno dei gioielli di Suna, in grado di darmi un grande potere e di offrirmi la possibilità di ottenere nuove conoscenze, ma avrei anche saputo, visto e conosciuto gli altri possessori.
    Un'informazione che più del solito mi sarebbe valsa qualche buona colazione.
    Infine, avrei continuano a stringere ulteriormente le mie amicizie all'interno della combriccola dei sunesi, aumentando il feeling tra noi. Tutto veramente perfetto.
    Arrivai all'accampamento presto, e fui subito accolto da un'organizzazione efficiente. C'erano tende per tutti, abbeveraggio e quanto si potesse desiderare. Vidi di sfuggita alcuni volti noti, sia quello di Hohe, che lo stesso Hoshi. Infine, anche il buon Zong Wu si fece vedere.


    Così è quasi troppo... Questi individui sono sempre accanto a me... Devo cercare di fare chiarezza tra i loro coinvolgimenti ed il Boss. Meglio sapere prima, che tardi.

    La presenza costante di almeno uno di questi elementi in quasi ogni mia azione quotidiana era particolare, quasi strana. Poteva essere solo frutto di coincidenze, come in buona parte lo era, ma dall'altro sembrava che il fato ci vedesse fin troppo bene nel mescolare le carte. Alla prossima occasione utile avrei cercato di farmi dare qualche indicazione anche dal Garth. Se avesse voluto, ca va sans dire.


    Ryoshi Okura, al servizio della nazione.

    Vedendo le persone riunirsi mi avvicinai a loro, affiancandomi al Jonin della sabbia con fare indiscreto pizzicandogli il sedere, stringendogli eventualmente l'occhiolino se mi avesse guardato. Hoshi era ben due gradi più alto di me, ma era una persona simpatica che avrebbe capito l'ironia della cosa. Essendoci anche Hohe oggi eravamo un team d'attacco di nanerottoli in pratica. Salvo il mio amico fabbro, che compensava la statura per tutto il resto del gruppo. Infine, c'erano anche due nuove leve tra noi, la mia presentazione era diretta più a loro che al resto del gruppo.
    Dopo il briefing iniziale del chunin vennero le domande, per l'esattezza quelle di Zong Wu.



    Conosco parte delle risposte, soprattutto riguardo alla mezza missione di quel tal Siomaru. Evidentemente si sono concluse anche le altre allo stesso modo se i kiseki non erano ancora in possesso di nessuno, salvo quello verde.

    Non dissi nulla, non era il caso di far vedere d'essere a conoscenza di informazioni a riguardo. Tutti potevano andare negli archivi e trovarle, ma ciò non riduceva il rischio di attirare strane attenzioni. Inoltre, il Leader non ero io, rimasi in silenzio, in attesa di ordini, pronto a mettermi in marcia.


    A me interessano quello arancione e quello nero.
     
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    Quest di Villaggio
    La Cerca dei Kiseki
    Deserto dell'Anauroch


    Hohenheim disse a Zong Wu:


    ‘La precedente missione si è conclusa con esito negativo. Le fonti non riportano perdite tra il gruppo che è andato alla ricerca delle pietre… tuttavia nessuna è stata riportata a Suna. Nell’unico rapporto che ho letto, si parlava di una Piramide nel deserto. Sono andato personalmente ad esplorarla ma senza successo. Aspettatevi trappole, trabocchetti, enigmi e avversari di ogni genere. Chi ha costruito le difese della Piramide dove mi sono recato, l’aveva farcita di ogni granello di astuzia che si può immaginare. Questa volta sarà anche peggio, perché questa volta siamo certi che i Kiseki si trovino lì, ed il loro potere non controllato avrà certamente incrementato la sfida che dovremmo affrontare’



    [...]



    Il gruppo avanzò in formazione e tanto velocemente quanto il più lento del gruppo permise. Il deserto dell’Anauroch si dispiegava in infiniti saliscendi sabbiosi che potevano fiaccare anche il più valoroso dei guerrieri. Quella era la casa di tutti loro, ma 20 kilometri sarebbero stati duri da affrontare. Tuttavia, il campo base li aveva riforniti di acqua in abbondanza e di vestiti che li avrebbero difesi dal sole tanto quanto dalla sabbia. Sfortunatamente, per proteggerli da quello che sarebbe venuto sarebbe servito ben altro.


    I bip-bid dei congegni cerca Kiseki ideati da Hoshi si fecero, dopo qualche tempo, sempre più intensi. Mentre il gruppo avanzava, inoltre, sembrò loro che i puntini mostrati sui display stessero scendendo di quota. Solo arrivati ad un centinaio di metri dal luogo designato, ebbero la certezza che, qualsiasi cosa stessero cercando, si trovasse sotto terra. In superficie, invece, un gruppo di colonne spezzate a metà o semplicemente erose dal tempo li attendeva in mezzo al vento che spirava forte in quella zona. Il gruppo si sarebbe sparpagliato per indagare: il luogo era quello, non ci potevano essere dubbi a riguardo.


    Hohenheim sentiva che quello era il posto giusto. Non era il suo istinto a parlare…era il suo Kiseki. Hohenheim avrebbe quasi potuto fare a meno di guardare il dispositivo che gli aveva dato Hoshi…avrebbe comunque trovato quel luogo. Forse per via della similarità dell’energia che ora scorreva dentro di lui ed in quel luogo, fu proprio Hohenheim a trovare qualcosa di interessante. Al limitare del circolo di quella zona, una colonna spezzata si ergeva in diagonale dalla sabbia, arrivando fino al busto di un uomo adulto. La parte alta era piatta e ricoperta da svariati centimetri di sabbia. Il chunin la rimosse con una mana, fino a scoprire la roccia di cui era costruita: solo allora si rese conto che quel monolite era stato realizzato appositamente di quella dimensione e di quella forma. Sulla sommità, una sagoma a forma di rombo tracciava una fessura profonda quattro centimetri.


    ‘ Spostatevi dal gruppo di colonne’



    Disse il bambino. Intanto, prese il Kiseki Verde e lo fuse con il suo corpo così da creare una chiave perfetta per quell’apertura. Inserendola, pronunciò delle parole che non conosceva, sebbene gli fossero venute naturalmente:


    ‘Kuchiyose No Jutsu! Sabaku no Kamaitachima Shutsugoku!’



    Mentre una buona parte della sua energia spirituale gli veniva sottratta, ci fu una detonazione di energia dalla colonna, mentre un’onda d’urto di chakra Verde intenso si spandeva nella sabbia sotto i piedi del gruppo di Sunesi. Dopo pochi secondi, la sabbia al centro delle colonne iniziò a muoversi mentre un piccolo terremoto fece tremare il gruppo di Shinobi. Contemporaneamente, le colonne si raddrizzarono mentre altre ne comparirono, così da formare un percorso che conduceva al centro del complesso. Lì una struttura in marmo dalle sfumature marrone-arancio era comparsa, un cubo di lato tre metri. Su una facciata, un buco oscuro si era aperto, mentre la luce del giorno lasciava vedere solo i primi scalini di una scala che portava indefinitamente sotto il manto sabbioso del deserto.


    ‘Prendete le torce nella vostra dotazione! Si scende’’



    [...]



    Una lunga discesa portò il gruppo infine ad una stanza circolare di raggio 10 metri, dove l’unica luce presente era quella delle torce che avevano appresso. Come nella Piramide dove doveva essere custodito il Kiseki Nero, l’aria era stantia a causa della scarsa aerazione. Le pareti erano decorate con rune e disegni incisi direttamente nella pietra, il cui significato era ormai andato perduto. Analogamente alla Piramide, tre sentieri si diramavano da quella stanza: il primo si allontanava verso sinistra sullo stesso piano dove si trovava ora il gruppo; il secondo puntava con decisione verso il basso, mentre l’ultimo saliva leggermente.


    Nuovamente guidato dalla Kiseki, il chunin disse:


    ‘Zong Wu e Shokuto voi esplorerete il passaggio su questo livello. Zong, mi è stato detto che sei un ninja molto abile ed hai la più completa fiducia di Hoshi, quindi avrai anche la mia. Ryoshi e Jin prendete il passaggio che conduce in basso: Ryoshi sei a capo, avendo già visto di cosa questi luoghi siano capaci. Hoshi, tu verrai con me per il sentiero che punta in alto. A tutti infine, buona fortuna…e ritornate vivi. Fra 5 ore vi voglio rivedere in questa sala.’



    E così il gruppo di sunesi venne diviso: tre gruppi, tre strade e sei kiseki.


    [Zong Wu & Shokuto]



    Il sentiero era sufficientemente largo per lasciarli passare uno di fianco all’altro, ma non molto di più. Con il passare dei metri, inoltre, un nuovo odore iniziò a farsi strada nell’aria, sufficientemente forte per cui entrambi poterono avvertirlo distintamente: sembrava essere l’odore di un animale selvatico…


    Improvvisamente, il corridoio in cui si trovarono terminò, aprendosi in una sala molto vasta a pianta rettangolare. Colonne [Pot 20, durezza 3] e statue [Pot 20, durezza 2] si alternavano l’una di fila all’altra sorreggendo piccole fiaccole che emanavano una tenue luce arancione. Non era fuoco: ma lievi emanazioni di chakra. Camminando nel salone, sufficientemente largo da contenere il palazzo del Mizukage, notarono che il pavimento era adorno di una curiosa serie di disegni: come grossi cerchi di raggio un metro, leggermente allungati per far posto a due punte. Curioso: sembrava l’orma di un animale, se fosse chiaramente stato possibile che un animale così grande esistesse.
    Arrivati al centro della stanza, fu possibile vedere la fine del salone: sul muro, un portone alto 3 metri e largo 2 li attendeva aperto. Dovevano solo riuscire a superarlo. Questo era probabilmente quello che i due ninja avrebbero pensato: ma non sarebbe stato così facile. Arrivati al centro della stanza, avrebbero chiaramente sentito il rumore di una porta che si chiudeva, mentre il passaggio che li aveva appena condotti a quella sala venne chiuso da una lastra di pietra. Contemporaneamente, la porta alla quale puntavano iniziò anch'essa a chiudere, per loro fortuna, lentamente. Tuttavia, il suono più spaventoso venne dalla loro destra: suono di zoccoli che rimbombavano in una carica diretta senza ombra di dubbio verso di loro. Bastarono pochi secondi per individuarlo: era un fachiro del deserto, ma alto 7 metri e lungo 20. Due lunghe zanne spuntavano ai lati della sua bocca [Potenza 60], ognuna lunga come un uomo, e un suo zoccolo era sufficiente a schiacciare i due ninja in un colpo solo. Un suono bestiale emerse dal suo naso suino, mentre la carica lo portava rapidamente verso il gruppo [Vel. Nera, For. Nera], ognuna delle sue zanne rivolta verso un ninja. Zong Wu avrebbe dovuto faticare il doppio per salvare se stesso ed il povero studente. Ma non poteva fare tutto da solo. La loro unica via di uscita si stava rapidamente chiudendo. Essendo Zong l’unico in grado di fronteggiare la bestia, sarebbe toccato a Shokuto trovare un modo di tenerla aperta. Tuttavia, nella carica la bestia aveva buttato giù colonne e statue, inondando il pavimento di macerie. Shokuto avrebbe dovuto essere molto cauto: più di una volta avrebbe rischiato che una colonna o una statua lo schiacciasse [3 attacchi. Vel 220, 250, 300]. Una volta arrivato alla porta avrebbe infine dovuto trovare un modo per bloccarla: un compito non facile [For. della porta 400].


    [Ryoshi & jin]



    Ryoshi e Jin si ritrovarono anch’essi dopo una decina di minuti in una nuova area del mausoleo. In quella stanza, il giallo e l’arancio la facevano da padrone. Lo avrebbero visto nei pilastri intarsiati con fili d’oro e rame, alle montagne di monete che erano sparse per terra ed in ogni luogo, fino alle decine e decine di casse che occupavano quasi tutto lo spazio disponibile eccetto piccoli corridoi tra di esse. Le casse avevano tutte dei coperchi in pietra su cui erano stati colati dei rivestimenti in oro rosso, larghe circa due metri per settanta centimetri. Inoltre, c’erano 7 pilastri alti circa un metro e mezzo, sparsi per tutta la stanza distanti l’uno dall’altro circa 10 metri. Su ognuno c’era un enorme vaso color ebano stracolmo di sabbia. Alla fine della stanza, due rampe di scale conducevano ad una porta chiusa. Su di essa c’era una scritta:


    CITAZIONE

    IOOIIOI


    Tuttavia, i ninja non avrebbero avuto troppo tempo per ragionare su cosa significasse. Infatti, una volta messo piede sul primo gradino della scala, avrebbero sentito il rumore di 30 sarcofagi aprirsi contemporaneamente! Alle loro spalle, videro con orrore degli esseri umanoidi avvolti da bende farsi largo ed e uscire con difficoltà dalle loro tombe d’oro [Mummie: energia Bianca. Se siete in mischia con loro, ognuna effettua un attacco di tipo presa con potenza 10]. Mugugnando parole incomprensibili, gli esseri avrebbero cercato di raggiungere sempre il più vicino dei due ninja, di afferrarlo e poi divorarlo: certo, erano lenti e goffi, ma erano molti e la probabilità di uscirne vivo, una volta catturato nella loro presa, era molto bassa. Inoltre dovevano scoprire la chiave di accesso alla porta alle loro spalle: l’unica cosa che potevano fare era esplorare la stanza, evitando che le mummie li uccidessero.


    [Hoshi]



    Hoshi camminò al fianco di Hohenheim per quella che sembrò un’eternità. Persino per gambe allenate come le loro, affrontare una serie interminabile di scale poteva essere troppo. Inoltre, più salivano, più una specie di nebbia si diffondeva intorno a loro, bagnando i loro vestiti e i loro volti. Arrivarono ad un punto dove fu impossibile vedersi a vicenda, nonostante fossero a due passi l’uno dall’altro. Infine, ancora immersi nella nebbia, le scale terminarono in favore di un pavimento piano, del quale non era possibile distinguere nulla. Improvvisamente, un’accecante luce bianca li avvolte. Hoshi non riuscì a vedere nè percepire nulla per 3 secondi, poi la vista tornò.

    Di Hohenheim non c’era traccia, così come della nebbia. Il Jonin era in una specie di dojo. Il legno rivestiva ogni superficie, ed era così tirato a lucido che sembrava riflettere l’immagine di Hoshi. Nell’aria, tuttavia, volteggiavano particelle di sabbia provenienti da chissà dove. Improvvisamente, quelle particelle iniziarono a volteggiare in maniera agitata e si spostarono nella stanza fino a nascondersi dietro una delle numerose colonne che sorreggevano la struttura, dividendola in tre sezioni. Da dietro quella colonna uscì una donna.

    Era bellissima e completamente ammantata in un abito di seta costituito da innumerevoli strati uno sopra l’altro, uno più fine dell’altro, di color rosa, rosso e bianco. La donna portava un’acconciatura molto semplice, con uno chignon legato da un fermacapelli in legno semplice. Tuttavia, quando l’attenzione del jonin si fermò sul volto di quella persona, il sangue gli si gelò nelle vene. Avrebbe potuto riconoscere ovunque quell’espressione perennemente scocciata, sebbene più vecchio: quello era il volto di Deidara Yagi. Tuttavia, la sua faccia era una maschera di odio:


    ‘Tu ci hai tradito! Per colpa tua, il mondo brucerà!’



    Che cosa voleva dire? Cosa stava succedendo? Era solo un sogno? La ragazza iniziò a sfilare da pieghe invisibili della sua veste una, due, tre, quattro…6 lame. Due le impugnava con le mani, due le sorreggeva in bilico sugli avanbracci piegati, una era stretta tra coscia e polpaccio della gamba sinistra, ora sollevata; e l’ultima in bocca. Prima di morderla, avrebbe però detto:


    ‘Morirai per questo’



    Si sarebbe quindi avventato con Hoshi. Il suo stile di combattimento era qualcosa che il Jonin non aveva mai visto. La ragazza saltava in avvitamenti e piroette intorno a lui mentre le lame guizzavano ad una velocità incredibile [Nera + 5 tacche][Ogni Lama: Pot 70]. Nella prima piroetta tre lame cercarono di germire contemporaneamente il corpo del Kikuma, cercando di staccarli la testa, la gamba sinistra e lacerare il busto con fendenti orizzontali. Deidara atterrò con il piede destro ed, in una frazione di secondo ruotò su quel perno per menare contemporaneamente un calcio rotante al volto del jonin, con il piede sinistro, e due fendenti al ventre di Hoshi sfruttando la velocità nello spinning. Mentre così faceva, la lama che prima era sorretta dalla gamba impegnata nel calcio era stata lanciata in aria insieme a quella che aveva in bocca e quella nella mano destra. La ragazza avrebbe quindi eseguito un salto con avvitamento sul posto, afferrando tutte e tre le lame tra il busto ed il braccio destro, inserendosi perfettamente nella rotazione delle armi in volto, per portare un ultimo attacco: le tre lame sarebbero guizzate con rapidità in un ultimo fendente triplo, dall'alto verso il basso, mirando alla testa del Rosso.

     
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    Sand Scorpion
    ..Deidi-chan!.. ancora piatta come na sola eh?!..
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    E così il leggendario gruppo di cercatori di tesori era partito. Ben presto le loro gesta sarebbero state narrate ai quattro venti, tutti avrebbero saputo del leggendario team di shinobi che aveva sfidato il deserto dell’Anauroch ed era tornato con le leggendarie pietre magiche di Suna. Il rosso era insolitamente di buon umore quel giorno, molto probabilmente perché si trovava li come semplice ninja e non come comandante di una spedizione di vitale importanza per il villaggio, insomma se le cose si fossero messe male la colpa sarebbe ricaduta in gran parte su Hohe il che lo metteva al riparo dalle ramanzine dei vecchi del consiglio -Waaaawh!.. che splendida giornata di sole..- molto probabilmente la temperatura sfiorava i cinquanta gradi, per fortuna grazie alle sue abilità intorno alla sua figura una leggera brezza spirava rinfrescandolo. Avevano un bel pezzo di strada da fare per raggiungere il luogo dove Hohe percepiva la presenza dei Kiseki quindi il Chikuma decise di approfittarne per conoscere le nuove leve che avevano risposto alla chiamata del Sand Scorpion.


    La prima vittima del rosso sarebbe stato un giovane ragazzo che il Chikuma non aveva mai visto prima, un ragazzo che fino a quel momento non aveva aperto bocca -Ehi?!.. e tu chi sei?!!- il rosso si era affiancato al ragazzo sorseggiando una birra fresca. Era incredibile come il rosso fosse sempre ben fornito -..aaaah.. ci voleva.. io mi chiamo Hoshikuzu.. tu come ti chiami?!.. non ti ho mai visto prima.. sei nuovo del villaggio?!..- il rosso avrebbe mostrato un gran sorriso al ragazzo mentre procedeva tra le dune del deserto. Sarebbe rimasto ad ascoltare il ragazzo se questi avesse voluto rispondere prima di spostare l’attenzione su un’altra figura che non conosceva -Anche la tua faccia mi è nuova.. ehm.. come hai detto di chiamarti.. Gino?!.. Gino il Conciatore?!.. cavolo.. proprio l’altro giorno ho avuto di che dire con un facocero gigante nel paese del fuoco.. cavolo se era grande.. eh insomma alla fine sono riuscito ad abbatterlo e me lo sono mangiato.. però adesso mi ritrovo con la sua pellaccia.. se sei un conciatore potrei portarla a te!.. credi di poterla lavorare?!..- il rosso sembrava serio mentre sparava a raffica, anzi lo era in tutto e per tutto -..cioè.. pensavo di farmi un bel cappotto con il pelo.. e magari di usare le zanne come accessorio.. qua a Suna fa una caldo bestia è vero.. ma prova ad andare su a Nord nel paese del ferro.. li si battono i denti amico..- in effetti negli ultimi tempi il rosso era stato diverse volte nel paese del ferro. L’accordo preso con Zhushi della prigione di Ishi no Jingoku richiedeva visite costanti.





    [...]





    Tra una chiacchera e l’altra infine il gruppo era giunto dove i Kiseki erano stati sepolti, o almeno così credeva il rosso dato che i rilevatori puntavano verso il basso e davanti a loro non vi erano che macerie -Ehi Hohe.. ma che razza di posto è questo?!.. non ci avrai mica portati a fare una visita guidata alle rovine.. si insomma qua sembra di stare in gita..- il rosso si era messo ad esplorare il posto calciando il pietrame che ogni tanto spuntava dalla sabbia. Forse stava prendendo un po’ alla leggera quella missione, ma dopo tutto non era da lui preoccuparsi se non necessario. Mentre gozzovigliava in giro Hohe aveva attivato non si sa come uno strano meccanismo che aveva rivelato un profondo passaggio verso le viscere della terra. Con tutta probabilità il legame che il chunin aveva stretto con il Kiseki lo aveva reso estremamente sensibile alle vibrazioni di energia emesse dai Kiseki e tutto ciò che li riguardava -Wow.. ottimo lavoro Hohe!.. accidenti sembra profondo.. beh che facciamo?!.. entriamo?!..- il Chikuma aveva ficcato la testa dentro l’apertura per cercare di dare una sbirciata al suo interno. Solo dopo l’ordine dell’amico si era permesso di scendere.


    Accese le torce il gruppo aveva trovato una lunga scalinata ad accoglierli. Le pareti ai loro lati erano completamente rivestite di simboli e segni che il rosso non conosceva, magari una volta terminata quella storia sarebbe nuovamente tornato in quel luogo per saperne di più. Nel suo corpo i vari capo clan Chikuma albergavano riempiendolo di un sapere che nemmeno lui conosceva di possedere. Mentre scendeva il Chikuma si era piazzato dietro l’alta figura di Zong mostrando un’espressione piuttosto preoccupata, ogni tanto il suo sguardo sbucava dietro il gigante cercando di vedere cosa vi fosse oltre, tra se e se stava borbottando qualcosa di quasi incomprensibile -.. dei Chikuma.. vi prego.. non fatemi incontrare fantasmi o mummie.. niente spiriti malvagi o streghe..- il rosso stava pregando impaurito -..mi va bene anche una divinità immortale.. ma vi prego niente fantasmi!- era davvero preoccupato della cosa.


    La lunga scalinata aveva dunque condotto il gruppo ad un bivio, o meglio dire un “trivio”. Tre strade portavano in tre direzioni totalmente opposte, dividersi sembrava l’unica opzione possibile. Hohe senza esitare aveva dato ordine ai presenti di formare tre squadre dando indicazioni sulla strada da seguire, avevano cinque ore per recuperare i Kiseki e tornare al punto di estrazione -Cinque ora.. mmh.. possiamo farcela.. ragazzi date il meglio di voi!.. torniamo da eroi.. o.. beh se le cose si mettono male semplicemente datevela a gambe.. a Suna non servono ninja morti con onore.. meglio dei ninja vivi da usare eventualmente come scudi umani.. sono pur sempre più utili!.. FORZA TUTTI CON LE MANI AL CENTRO!!! YEEEEH!!!- il Chikuma aveva messo la mano destra al centro di un cerchio immaginario cercando di caricare il resto dei compagni come solitamente facevano i giocatori di NinjaBall. Chissà quanti avrebbero assecondato quella chiamata.





    [...]





    In ogni caso alla fine Hoshi ed Hohe si erano ritrovati a fare squadra. Al rosso e al bombarolo era toccata la strada che andava in salita, una vera rottura. Mentre camminavano il rosso era rimasto in silenzio sbuffando ogni tanto, quel percorso era infinito e non solo, più si addentravano nella struttura più l’umidità si faceva pesante ed una strana nebbia invadeva il passaggio -Ma che diavolo?!.. nebbia?!.. come fa ad essere così umido qui sotto?!..- i due stavano camminando già da un po’ quando una forte luce li investì catapultando il rosso in un ambiante completamente diverso -KYAAAAAAA!!! UN RAPIMENTO ALIENO!!!- il rosso si era gettato a terra d’istinto solo per scoprire di essere magicamente finito all’interno di un dojo, o così sembrava. Ritrovata un po’ di compostezza il Chikuma aveva cominciato a guardarsi attorno cercando qualche nuovo indizio su come proseguire, di Hohenheim non era rimasta alcuna traccia -Hohe?!.. ma dove diavolo è finito.. ma che diavolo.. prima fa tutto il capetto e poi se la da a gambe?!.. uff.. appena torniamo giuro che mangio tutte le merendine che ha nascosto alla loggia dei Sand Scorpion..- il rosso sembrava serio nel lanciare le sue minacce.


    Mentre si muoveva in quel nuovo ambiente il rosso non aveva potuto che notare come fosse decisamente diverso da prima -..mmh.. legno.. accidenti sembra tanto la palestra dei danzatori dove si allenava la tigre sanguinaria..- una leggera brezza aveva attraversato la stanza a quelle parole scompigliandogli i capelli. Qualche istante di silenzio lasciò poi spazio ad una sorpresa che il rosso mai si sarebbe aspettato. Da dietro una delle colonne la figura di una bellissima ragazza si era palesata davanti ai suoi occhi, vestita di preziosa seta colorata la ragazza mostrava la stessa età del rosso mentre capelli color grano stavano ben pettinati in una chignon. La bocca aperta del rosso di certo spiegava il suo stato d’animo alla vista di quella ragazza -Deidi-chan?!.. ma che diavolo ci fai qui?!..- Deidara Yagi, la Tigre Sanguinaria del deserto era apparsa davanti ai suoi occhi con la solita espressione tra l’imbronciato e l’incazzato alla “ti scanno e spello come una lepre se mi infastidisci” -Ehi aspetta un attimo.. non ti vedo per anni.. e poi compari qui.. in mezzo al buco del culo del deserto?!.. come è possibile?!..- qualcosa non andava in tutta quella storia, ma soprattutto non andava nelle parole pronunciate dalla ragazza -Tradito?!.. io?!.. ma che diavolo dici?!.. ehi senti perché non ci calmiamo tutti e ne parliamo.. magari davanti ad una bella fetta di dolce o un gelato!.. ho pure perso Hohe da qualche parte.. EHI HOHE DOVE CAVOLO SEI FINITO?!.. E’ RIMASTA L’ULTIMA FETTA DI DOLCE!!!.. ma che cavolo.. quello sparisce sempre quando serve..- il rosso si era messo a chiamare l’amico quando percepì dalla ragazza tutto il suo intento assassino riversarsi addosso.


    -Morire?!.. oh no.. di nuovo?!..- la ragazza aveva estratto dalle vesti sei lame piuttosto affilate che in qualche modo teneva sospese con il suo corpo. Doveva ammettere che non aveva mai visto nulla del genere, ma soprattutto non aveva mai visto Deidara Yagi muoversi a quella velocità. Quasi di istinto il rosso aveva attivato le sue uniche abilità di manipolazione per scatenare un potente ciclone attorno al proprio corpo atto a rallentare i movimenti della Tigre, un tifone abbastanza potente da rallentarla, ma non abbastanza da farla diventare meno pericolosa [Tifone Umano][Tecnica Base][Tifone Umano / Vento: 6 / Malus Velocità: -6 / Raggio: 9m / Consumo: 1.5 Basso]

    Tifone Umano: L'utilizzatore può circondarsi da un vortice di raggio 1.5 metri ogni Unità impiegata. Il tifone ridurrà la Velocità di oggetti e persone o i Riflessi delle persone presenti all'interno, utilizzatore escluso, di 1 tacca ogni Unità utilizzata. Ogni Unità riduce di 1 tacca la statistica scelta; richiede un consumo ¼ Basso ogni Unità. Creare e mantenere il Tifone Umano richiede uno slot tecnica/azione.
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    Il primo attacco lanciato voleva uccidere sul colpo il Jonin che forte del vantaggio ottenuto grazie al tifone aveva impastato una piccola quantità di chakra per aumentare la sue reattività e mettersi al sicuro dalle lame con un semplice spostamento all’indietro. La Yagi aveva lanciato un colpo orizzontale con tre lame contemporaneamente, tuttavia il vento l’aveva rallentata abbastanza da concedere al Chikuma il tempo di togliersi di mezzo -Tsk!!!.. ehi Tigre.. ma che ti prende?!..- il rosso era arretrato appena in tempo per sentire il colpo sibilare di fronte al suo corpo [Schivata][Difesa 1][Schivata / Riflessi: Nera+2 / Consumo: ½ Basso].


    Non era finita ed il rosso lo sapeva. Non aveva mai visto Deidi combattere a quel modo, ma sapeva che la Tigre non era tipa da fermarsi dopo il primo attacco. Le lame erano infatti saltate via dal suo corpo con una precisione ed abilità sconcertante, la ragazza aveva di sicuro superato se stessa di svariate decine di volte. Le lame erano state lanciate in aria mentre la ragazza piroettava in una danza splendida e mortale. La rotazione folle sembrava voler predire il successivo attacco, con tutte quelle lame tra i piedi al rosso non restava che una cosa da fare, continuare ad evitare quella tempesta di lame fino a quando la ragazza non si fosse fermata. Aumentando ancora una volta le proprie prestazioni fisiche il ninja aveva scansato l’attacco lasciando passare il colpo a pochi centimetri dal proprio corpo [Schivata][Difesa 2][Schivata / Riflessi: Nera+2 / Consumo: ½ Basso].

    -DEIDARA!!!.. DACCI UN TAGLIO MALEDIZIONE!!!-




    Quindi ancora un attacco questa volta lanciato dall’alto verso il basso. Quella strana arte di combattimento era rapida di certo, ma non abbastanza per il rosso ora che aveva limitato i movimenti della ragazza, inoltre poteva essere prevedibile se capito il trucchetto. Le spade a cui badare erano molte e vero, ma se venivano lanciate allora l’utilizzatore sarebbe stato costretto a recuperarle per non perderle, il che dava al rosso un piccolo aiuto per capire da quale direzione sarebbe giunto il successivo attacco. Sul terzo attacco infatti il rosso aveva intuito che questo sarebbe giunto dall’alto in un assalto aereo devastante, scansando verso destra avrebbe lasciato passare le lame senza che lo toccassero minimamente, se era riuscito nell’impresa era solo ed esclusivamente grazie al tornado che ancora vorticava attorno si due [Schivata][Difesa 3][Schivata / Riflessi: Nera+2 / Consumo: ½ Basso].


    Deidara si era bloccata fortunatamente, forse per riprendere le forze, era l’occasione che il Chikuma aspettava. Il luogo dove si trovavano non era tra i più adatti per le abilità del rosso, ma nemmeno uno dei peggiori. Il vento che vorticava il rosso aveva cambiato direzione emettendo un rumore stridulo mentre frizionava con quello che ancora roteava in senso opposto. Se la tempesta di prima serviva a frenare la Tigra questa le avrebbe impedito di scappare [Tifone Umano][Tecnica Avanzata][Tifone Umano / Vento: 6 / Malus Riflessi: -6 / Raggio: 9m / Consumo: 1.5 Basso]

    Tifone Umano: L'utilizzatore può circondarsi da un vortice di raggio 1.5 metri ogni Unità impiegata. Il tifone ridurrà la Velocità di oggetti e persone o i Riflessi delle persone presenti all'interno, utilizzatore escluso, di 1 tacca ogni Unità utilizzata. Ogni Unità riduce di 1 tacca la statistica scelta; richiede un consumo ¼ Basso ogni Unità. Creare e mantenere il Tifone Umano richiede uno slot tecnica/azione.
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    Subito il ninja si sarebbe abbassato velocizzando i suoi movimenti per lanciare un potente calcio all’altezza dei o del tallone della ragazza che poggiava a terra. Con tutte quelle spade di sicuro Deidara doveva avere quasi sicuramente un solo punti di appoggio con il terreno quindi una spazzata l’avrebbe messa con il sedere a terra in un batter d’occhio. Il rosso si sarebbe abbassato nel miglior stile concesso dal suo taijutsu caricando un potente calcio con la gamba destra verso il retro dei piedi della ragazza [Spazzata][Azione 1][Spazzata / Forza: Nera / Velocità:Nera+2 / Precisione: Nera+4 / Consumo: ½ Basso].


    Andato a segno o meno il colpo il rosso avrebbe quindi creato tra le mani una potentissima arma con la quale sistemare la peste una volta per tutte. Senza esitare avrebbe continuato l’azione alzandosi mentre tra le mani un rete di vento prendeva forma, un aggeggio piuttosto utile contro quella cavalletta armata di lame capaci di tagliare in due l’acciaio come burro [Creazione][Azione 2][Rete Rafforzata / Vento: 1 / Consumo: ¼ Basso]

    RETE RAFFORZATA [MISCHIA]
    Una semplice rete con le maglie di metallo molto resistente, presente all'interno di una piccola bomba che, tramite la semplice velocità, esplode scagliandosi contro l'obiettivo. Se colpito l'avversario, questi si troverà fortemente limitato negli spostamenti: causa Intralcio Medio. La rete ha un raggio di circa 1.5 metri, è cosparsa di una sostanza viscosa ed all'estremità della stessa presenta dei pesi per facilitare la cattura.
    Tipo: Catena - Immobilizzo
    Dimensione: Grande
    (Potenza: 1 | Durezza: 4 | Crediti: 40)
    [Equipaggiamento esclusivo di Kiri]
    [Da genin in su]

    Creazione: L'utilizzatore può creare equipaggiamento conosciuto o in lista di Vento tramite uno slot azione/tecnica: un'Unità permette di creare fino a 60 crediti equipaggiamento. Il mantenimento non richiede chakra o unità da manipolare L'utilizzatore può modellare la Creazione toccata, aumentandone la potenzialità. Modellare richiede 1 Unità ogni aumento di 5 di potenza; il potenziamento massimo è pari alla metà della potenza massima. Ogni azione richiede un consumo ¼ Basso ogni Unità impiegata. Non può essere manipolato.
    .


    Quindi con un movimento secco il rosso avrebbe tentato di catturare la piccola e delicata Deidi-chan come un Pokemon di livello 99 -VAI RETE POKè!!!-. La rete sarebbe volata verso la ragazza a pochi passi per tentare di coprirla dalla testa e i piedi ed impedirle di continuare a muoversi con facilità. Nei peggiori dei casi avrebbe comunque occupato la ragazza mentre il rosso cercava di prendere le distanze da lei [Lancio Rete Rafforzata][Azione 3][Lancio / Forza: Nera / Velocità: Nera / Precisione: Nera+4].


    Restando quindi vigile sulle azioni di Deidi il rosso sarebbe indietreggiato cercando di guadagnare quanto più spazio possibile tra le e Deidi avanzando lungo la stanza che di sicuro era più ampia verso avanti che non da dove era appena arrivato. Si sarebbe mosso rapidamente stando attento alla ragazza prima di rimettersi in guardia pronto a continuare lo scontro mentre l’aria attorno a lui finalmente smetteva di ruotare [Movimento][Azione 4][Movimento: 30m / Forza: Nera / Velocità: Nera / Precisione: Nera+4]

    Azione Rapida [1]
    Abile: L'utilizzatore può annullare l'attivazione di un AdO avversario una volta a round; l'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione dell'AdO.
    .

    Ovviamente il Chikuma non aveva nessuna intenzione di infierire sull’amica di vecchia data. Non sapeva se quella fosse realmente lei o una semplice illusione o che altro, ma Hoshikuzu Chikuma non si sarebbe mai abbassato a fare del male ad una donna tanto meno a duna carissima amica che non vedeva da una eternità -Allora?!.. ti sei calmata o vuoi continuare a combattere… sei diventata molto più forte Deidi-chan.. lo ammetto.. ma anche io sono migliorato moltissimo quindi non credere di spaventarmi con tutte quelle spade..- in realtà il rosso era in preda al terrore di beccarsi una di quelle cose addosso -Perché dici che è colpa mia?!.. che cosa ho fatto per tradirti?!..- il rosso non riusciva a capire la ragazza, che cosa voleva dire con le sue parole. Se quella era una delle prove che doveva superare per ottenere i kiseki allora il rosso non avrebbe esitato un istante mettendo tutto se stesso nell’impresa -..non tradirò mai i miei amici!.. questo è poco ma sicuro..- il Chikuma aveva alzato la guardia pronto a continuare lo scontro contro la ragazza dai capelli color grano.


    CITAZIONE
    Hoshi
    Vitalità: 19.50
    En. Vitale: 30/30
    Chakra: 94.75/100
    Recupero Abilità: ///

    Difesa1: Schivata Azione 1: Spazzata
    Difesa2: Schivata Azione 2: Creazione Rete Rafforzata
    Difesa3: Schivata Azione 3: Lancio Rete
    Difesa4: /// Azione 4: Movimento 30m
    Azione Bonus: ///
    Tecnica Base: Tifone Umano
    Tecnica Avanzata: Tifone Umano
    Tecnica Bonus: ///
    Equipaggiamento consumato: ///


    OT/ Durante l’azione di attacco ho creato la Rete Rafforzata, un equipaggiamento di Kiri. Già in un'altra giocata avevo chiesto a Max se potevo crearla tramite il Fujin e mi dissi di si. Se è un problema o semplicemente non si può tramite Tecnica Speciale considera pure l’azione nulla.
     
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    Il capitano della missione, il ragazzino dai capelli castani, rispose ad alcune domande che avevo sentito chiedere dai ninja presenti. Le mie lunghe orecchie appuntite si drizzarono felici alla menzione di una piramide sommersa nella sabbia: esplorare è il mio forte, dopotutto. Per tutta la vita ho cacciato nel deserto ed esplorato ogni rovina, costruzione antica o grotta su cui sono riuscito a mettere le mani. Avevo appreso diversi trucchi del mestiere da un lupo solitario di cui non sapevo il nome e che immaginavo depredasse tombe alla ricerca di tesori. Soprattutto, dopo che avevo rischiato più di una volta il collo a causa di trappole e trabocchetti vari, avevo capito l'importanza dello studio in preparazione di un'impresa. Per quel motivo, una volta mi ero spinto persino nella lontana terra delle Nebbie, a Kiri, a visitare un monumento dei caduti che mi avrebbe dovuto dare alcune informazioni di contorno circa una pergamena che avevo rinvenuto in una bottiglia tra le dune. Certo, quella volta non mi ero per nulla preparato ed era una fortuna che sapessi cosa fossero i Kiseki, ma quando udii le parole del capitano fui piuttosto convinto di poter contribuire in maniera utile alla missione.

    Partimmo dunque senza ulteriori indugi, sei ninja in totale. Gli altri membri del campo base rimasero indietro, evidentemente con ordini differenti dai nostri. Inoltre, nel nostro deserto non era pensabile lasciare un'oasi magnifica come quella non protetta per troppo tempo. L'acqua è vita, e quindi controllarla conferisce notevole influenza sulla comunità nomadi. Un'atteggiamento che non mi era mai piaciuto troppo da parte del villaggio, ma che comunque capivo. Ciò non toglieva che, il più delle volte, invece di mostrare il coprifronte sulla mia cintura ed ottenere l'accesso io preferissi aggirare la sorveglianza sgattaiolando fino all'acqua in qualche modo. Hehe. Non mi è mai piaciuta troppo la vita conforme alle regole della società, per quanto ne riconosca i valori.

    Mentre marciavo con i quattro altri Sunesi ed il ninja straniero dall'aspetto possente, il ragazzo dai capelli rossi più chiari dei miei mi si avvicinò sorseggiando una birra. Lo guardai tracannare il liquido biondo, incuriosito da quello strano comportamento: l'alcol mi piaceva, anche se lo reggevo davvero poco, ma con il sole dell'Anauroch non c'era da scherzare. Eppure, sentendo il ragazzo avvicinarsi, le mie orecchie a punta percepirono distintamente una quieta corrente ventosa circondarne la figura, di sicuro attenuando la calura. Quel fatto, da solo, mi rese istantaneamente simpatico quello strano tipo, che si presentò come Hoshikuzu e iniziò a raccontarmi di una sua avventura di caccia. Mi piacciono le persone con un buon vento. E se Hoshikuzu era un cacciatore allora avevano qualcosa in comune. Lo guardai dall'alto della mia statura superiore di quasi dieci centimetri, sorridendo allegramente.

    « Hehe. Mi chiamo Jin. Gin, se non sbaglio, è il nome del nostro Kazekage, anche se ho sentito che purtroppo è malato. Tu invece devi cavartela con la caccia! Il facocero è una bestia cocciuta da abbattere, e anche la carne non è semplice da cucinare. » La sola immagine di quarti di carne a rosolare al fuoco fu sufficiente a farmi venire l'acquolina in bocca. « Bisogna evirarlo subito, se è maschio, o la carne saprà di urina. Stessa cosa per la conciatura della pelle. Se il lavoro è fatto per bene, però, ne vale davvero la pena! », dissi, con una pacca amichevole ad Hoshikuzu [Verde]. Mi accorsi solo un istante dopo di aver usato, come sempre, troppa forza; è un mio difettaccio: non so controllarmi a pieno, soprattutto con chi mi è amichevole. Il mio entusiasmo e il buonumore prendono il sopravvento e mi lascio andare. Sperai di non avergli fatto male e continuai a parlare di caccia, riprendendo dalla menzione che Hoshikuzu aveva fatto sui boschi del Paese del Fuoco. « In effetti è un peccato che non possiamo importarlo nel nostro deserto... ma al di fuori della savana non vive, povero animale. Ehehe. », risi, allegro al pensiero.

    jpg

    « Mi è venuta voglia di una battuta di caccia al confine. Una volta recuperati gli artefatti del nostro popolo penso che andrò a farci un giro. Se vuoi unirti sei il benvenuto, purché non mi rallenti. », dissi, in tono scherzoso, facendogli un occhiolino e superandolo nella nostra marcia.

    [...]

    Dopo l'ennesima duna, percepii subito un forte vento accoglierci da sud. Un vento caldo, accogliente, e deciso nel suo percorso. Pensai subito che fosse di buon auspicio: anche io mi sarei dimostrato deciso nel mio percorso. Il capitano scese dalla duna e si diresse verso alcune rovine al centro di una conca di sabbia. Lo vidi trafficare con un aggeggio di qualche tipo nel suo braccio, forse la stessa gemma che ci aveva mostrato prima di partire, ed inserirla in una cavità in una delle colonne. Fu in quel momento che accadde l'impensabile: i miei occhi azzurri si spalancarono per la sorpresa vedendo alcune colonne scomparire nella sabbia, sostituite da altre spuntate da chissà dove che formarono un vero e proprio cubo. Un piccolo terremoto scosse la terra attorno a noi, il che mi sorprese ancora di più: eventi sismici di quel tipo sono rarissimi nel deserto. Quando mi ripresi a sufficienza dalla sorpresa, seguii il capitano ad un lato del cubo, che sembrava composto di un materiale simile al marmo, e vidi un'apertura che conduceva verso il basso. Ero a bocca aperta.

    « Heh! Ebbravo il mingherlino. », dissi, sfogando la sorpresa. A parte la peculiare corrente di vento, io non avevo percepito nulla. Il ragazzino dai capelli castani, invece, si era accorto della natura non solo antica delle rovine ed aveva agito di conseguenza. Sorrisi, seguendolo nella cavità sotterranea senza paura. L'oscurità non mi ha mai spaventato: è sempre stata una compagna costante nelle mie esplorazioni. Di certo, considerai scendendo le scale piene di ragnatele e polvere, il capitano doveva aver letto un mucchio di libri per aver scoperto il segreto di quelle rovine così in fretta. O magari era la gemma. Sospirai. Sarebbe stato bello avere un gioiello in grado di evitarmi di compiere le lunghe ricerche necessarie ad ogni missione pericolosa d'esplorazione. L'archeologia è divertente e mi è sempre piaciuta ma, per quanto interessante, la fase di lettura non mi ha mai entusiasmato troppo.

    Arrivammo ad una stanza circolare di dimensioni ridotte, illuminata solo dalla nostre torce. Respirare non era semplice, ma me l'ero aspettato. Non era la prima rovina antica in cui mi intrufolavo, anche se avere ben cinque altri ninja con me era un'esperienza nuova. Mi guardai attorno in cerca di qualche indicazione in una delle varie lingue perdute di cui avevo appreso i rudimenti, ma non riconobbi simboli familiari. Doveva trattarsi di un posto davvero antico. Davanti a noi si apriva quello che era, contando le scale da dove eravamo venuti, un vero e proprio crocevia: tre vie si perdevano nell'oscurità davanti a noi, dove il tocco delle nostre fiamme non raggiungeva. Il capitano non sembrò avere dubbi anche in quel caso e formò tre coppie, assegnandomi insieme ad uno shinobi di nome Ryoshi. Fu lui ad essere messo a capo del nostro piccolo party, perché a quanto pareva aveva già avuto un'esperienza pregressa con luoghi simili a quello. In realtà l'avevo anche io, ma vedere un altro esperto all'opera sarebbe stata un'ottima occasione per apprendere qualcosa di nuovo.

    « Se la vostra torcia si spegne, proseguite chinati. Una sacca d'aria potrebbe allungarvi la vita dei minuti che vi seriranno per uscire. », dissi a tutti, gioviale a dispetto del contenuto tetro della prospettiva, sorridendo mi avventurai insieme a Ryoshi nella porta indicatami. Nella mia testa cercai di iniziare a tenere conto del tempo, dato che il capitano ci aveva indicato un tempo limite di cinque ore, ma scendendo le ulteriori scale sapevo benissimo che in breve tempo, nell'oscurità e con pochi punti di riferimento, le ore sarebbero diventati minuti, i minuti ore, e tutto si sarebbe presto confuso.

    [...]

    Arrivammo, dopo un'altra lunga discesa, ad una stanza impolveratissima. Anch'essa, pensai, era costruita in qualche tipo di marmo arancione che rifletteva molto bene la luce delle nostre torce, ma dopo un attimo mi ricredei. Per la seconda volta, rimasi a dir poco a bocca aperta.



    Oro, oro ovunque!

    Montagne di monete riempivano il pavimento della stanza, insieme a decine di casse contenenti chissà quale altro tesoro. La struttura stessa della stanza riluceva ricchezza, con intarsi in metalli preziosi ad abbellire le pareti e sette strane colonne alte un metro e mezzo e sparse per tutta la stanza. Questa volta ci impiegai qualche decina di secondi a processare le informazioni che i miei occhi mi fornivano. Una ricchezza simile era il sogno di qualunque esploratore e, benché io fossi più che altro un amante dell'avventura, quei tesori non potevano che farmi gola. Avrei potuto acquistare un'intera oasi dal villaggio, costruirvi una casa, tenere degli animali e usarla come base per i viaggi che negli anni a venire avrei intrapreso.

    Per mia fortuna, non ero comunque uno sciocco.

    Più volte ero scampato ad una brutta fine grazie al mio addestramento ninja, e anche in quell'occasione questo mi salvò. Non mi lanciai sulle monete per iniziare a riempirmene le mutande ed i vestiti come molti avrebbero fatto e rimasi invece sulle scale, attento ad osservare l'ambiente che avevo davanti. Notai un portone dall'aspetto decisamente solido nell'altro lato della stanza, con inciso su di esso una scritta che, al contrario dei simboli nel vestibolo, riuscii a leggere ed interpretare. Era un codice piuttosto recente, rispetto agli standard delle rovine che si potevano rinvenire nel deserto, e non aveva quindi più di mille anni. Gli otto piccoli caratteri indicavano un numero, che impiegai qualche minuto a ricostruire dalle tabelle che avevo memorizzato.

    « Ryoshi, vedi quelle rune sul portone? », domandai al mio compagno di avventura, indicando con l'indice i simboli dall'altra parte della stanza. « Indicano il numero settantasette. », spiegai, spostando di nuovo lo sguardo sulla stanza davanti a noi e, in particolare, sui sette pilastri riccamente istoriati. Al di sopra di ciascuno di essi riposava un vaso scuro dall'aspetto pregiato, riempito fino all'orlo, invece che alcune delle innumerevoli monete che colmavano la stanza, con della sabbia. Quel particolare mi fece ragionare, mettendo in moto le rotelle da archeologo nel mio cervello. « Penso che si riferiscano ad un peso. Le porte mi paiono troppo solide per sfondarle senza rischiare di farci crollare il tetto in testa. Immagino che chiunque abbia piazzato i Kiseki dall'altra parte della porta » - ammesso e non concesso che le mitiche pietre fossero davvero lì - « ci stia chiedendo di togliere dai sette vasi una quantità di sabbia sufficiente a raggiungere un peso totale di settantasette chilogrammi. », dissi, pensoso, rivelando la mia teoria.



    « Certo, potrei sbagliarmi del tutto. Hehe. Padroneggio solo i rudimenti di queste lingue morte. », scherzai, prendendomi in giro per stemperare la situazione. « Potrebbero esserci trappole, ma direi che non ci resta che provare. », esclamai, iniziando a scendere l'ultima corta rampa di scale verso il mare di monete.

    Non l'avessi mai fatto.

    Un tremito percorse la stanza all'improvviso e, come un sol uomo, un numero spropositato di figure ricoperte di bende spalancarono all'unisono quelli che, a quanto pareva, non erano semplici scatole, ma sarcofagi. E per la terza volta nella giornata, rimasi veramente a bocca aperta. Avevo affrontato di tutto nelle mie esperienze sotterranee: serpenti, ragni, trabocchetti con frecce, dardi avvelenati, botole a peso e persino massi rotolanti. Ma non avrei mai immaginato di trovarmi un giorno davanti agli esseri considerati come il più classico spauracchio per i profanatori di tombe: un'orda di mummie!

    Questa volta, però, dato il tipo molto meno amichevole di spettacolo, i miei nervi ninja ci misero ben poco a reagire all'improvvisa comparsa di quell'ostacolo così incredibile. Lanciai la torcia verso il portone e scattai subito in avanti, sentendo le monete tintinnare sotto di me; puntai ad un gruppo di ben sei sarcofagi sistemati uno vicino all'altro. I coperchi erano appena caduti a terra. Lasciai che il chakra scorresse potente dentro di me, sentendo la mia affinità con la terra e la roccia del deserto che ci circondavano. E mi lanciai in una vera e propria scivolata a terra, lanciando un pestone monumentale sul terreno [Slot Gratuito Veloce & Slot TASmottamento
    Villaggio: Suna
    Posizioni Magiche: Nessuna (1)
    L'utilizzatore, sbattendo un pugno o un calcio a terra, sarà in grado di creare una piccola frana; avanzerà per 12 metri ed avrà una larghezza pari a 6 metri e potrà raggiungere in altezza fino a un metro e mezzo. La Velocità di uscita dal terreno è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore incrementata di 2 tacche.
    La potenza della tecnica varierà in base al terreno: 50 se roccioso, 40 se compatto, 30 se terreno normale. Terreni paludosi o acquosi negano l'attivazione della tecnica.

    Tipo: Ninjutsu - Doton
    [Livello: 4 / Consumo: Medioalto]

    Tecnica Economica [2]

    Talento: L'utilizzatore può eseguire la tecnica avanzata risparmiando il 25% del consumo d'attivazione; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Alternativamente è possibile risparmiare il 50% del consumo d'attivazione; può essere utilizzata 1 volta ogni 3 round. Non è possibile sfruttare altre abilità "Talento" in combinazione.
    ][POT:40Velocità dell'onda di roccia: Verde + 2 tacche (testo tecnica)]
    . Una vera e propria ondata di roccia si sollevò dal pavimento, da sotto le monete stesse, e come uno tsunami molto solido investì direttamente tutte e sei i sarcofagi, bloccando le mummie al loro interno e forse anche togliendole di mezzo per via del forte impatto. Una pioggia di monete schizzò ovunque in maniera consistente, tanto che dovetti ripararmi il viso, ma per mia fortuna altri due sarcofagi caddero a terra con le mummie ancora dentro. Mi rialzai subito, speranzoso di aver guadagnato qualche secondo, e mi voltai verso il mio compagno d'avventura.

    « Presto Ryoshi, la sabbia! Io penso alle colonne a destra! », dissi, ma sapevo bene che le mummie, per quanto lente, mi sarebbero state addosso in meno di venti secondi. Le vidi sollevarsi ovunque dai sarcofagi, noncuranti delle sorti delle loro compagne, ed iniziare a camminare verso di me con le braccia tese. Per un attimo mi concessi di notare, sollevato, che non puzzavano in maniera eccessiva. Mi scagliai verso la colonna più vicino, afferrando il vaso nero. Notai subito quanto fosse fragile, ma soprattutto che il suo peso si aggirava attorno alla ventina di chili. Feci il calcolo, per fortuna semplice, in una frazione di secondo e svuotai il vaso fino a poco più di metà. Dopodiché, tenendo a mente la sua fragilità, lo depositai con la maggiore delicatezza possibile in quella situazione.

    « Svuotali fino a poco più di metà! », gli gridai, muovendomi subito verso un'altra colonna. Svuotato in quel modo, un vaso sarebbe pesato circa undici chili. Moltiplicato per sette, ci avrebbe dovuto dare il risultato che avevo ipotizzato sulle scale. Continuai a muovermi, sfruttando la disposizione delle colonne a mio favore per rallentare l'avanzata delle mummie, riuscii a ripetere la stessa manovra con un'altro vaso, svuotandolo per metà [I Slot AzioneMovimento totale: 12 metri].

    Avrei voluto svuotarne almeno un'altro, poiché a destra erano presenti quattro dei sette vasi nella stanza, ma sapevo che non avrei fatto a tempo. Così la mia mano scomparve nella sacca porta oggetti mentre indietreggiavo verso il portone, con ormai le mummie a meno di un metro da me. Presi la mira in una frazione di secondo, ricordando il mio addestramento con i fiori di cactus, e scagliai i due spiedi che avevo estratto nel centro esatto dei due vasi rimanenti nella parte destra della stanza [II Slot AzioneAttacco Doppio

    Spiedi [A Distanza]
    Simili a lance di piccolissime dimensioni, gli spiedi sono leggeri, veloci e possono raggiungere massimo 15 metri.

    Tipo: Da Lancio - Perforazione
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 2
    [Potenza: 5 | Durezza: 3 | Crediti: 5]
    ][Azione RapidaAzione Rapida [1]

    Abile: L'utilizzatore può annullare l'attivazione di un AdO avversario una volta a round; l'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione dell'AdO.
    ]
    . L'idea mi era venuta sentendo la fragilità dei vasi: con un piccolo foro da entrambe le parti, la sabbia avrebbe iniziato a scorrere velocemente fino a scendere al livello dei fori. Non per nulla avevo mirato qualche centimetro al di soptra del centro esatto, così che in una ventina di secondi circa i vasi raggiungessero il livello che mi serviva.

    Ormai le mummie mi erano addosso.

    Prendendo l'iniziativa, concessami in realtà solo grazie al lento avanzare dei miei avversari, mi abbassai di botto e, facendo perno sui forti muscoli delle mie gambe, eseguii una perfetta spazzata circolare nei confronti delle sette mummie che mi avevano accerchiato [III Slot Azione:AdO"Utilizza 2 Slot Azione consecutivi per fini non offensivi; si attiva a qualsiasi distanza"

    Considero che le mummie abbiano dovuto percorrere almeno 12 metri ciascuna per accerchiare Jin.
    ][POT:5510 (base) + 45 (Differenza Forza Verde+1/Resistenza Bianca)]
    . Sentii con soddisfazione stinchi vecchi di centinaia di anni andare in pezzi al contatto con la mia solida gamba abituata a marciare su e giù per le dune dell'Anauroch. Mi rialzai immediatamente, ignorando il cerchio di mummie cadute a terra e lanciandomi verso la scala che conduceva al portone, sperando che Ryoshi fosse riuscito a gestire la sua parte. Se tutto fosse andato come dovuto, entro pochi attimi la sabbia nei due vasi colpiti dagli spiedi avrebbe raggiunto il livello desiderato e, dunque, le colonne avrebbero sopportato un peso di circa settantasette chili. Se ci avevo visto giusto, il portone si sarebbe aperto, permettendoci di passare. Se invece avevo toppato in pieno, avremmo dovuto difenderci fino da quell'orda di cadaveri deambulanti.

    Rimasi concentrato, ignorando il sudore che aveva iniziato ad imperlarmi la fronte. Di primo acchito uno non penserebbe che avere a disposizione solo aria viziata sia un grosso problema, ma in quella situazione ebbi l'ennesima conferma dell'erroneità di quella impressione. Raccolsi la torcia che avevo lanciato davanti agli scalini, che bontà sua aveva continuato ad ardere. Dare fuoco alle mummie sarebbe potuta sembrare un'ottima idea, ma solo ad un novellino: le garze sarebbero di certo bruciate divinamente, ma lo stesso avrebbe fatto il poco ossigeno presente, con il risultato di soffocarci tutti. In quel momento chiusi per un attimo gli occhi, dandomi dello stupido per non averlo urlato al mio compagno d'avventura. Li riaprii subito dopo, sperando intensamente che Hohenheim, il mingherlino castano, avesse avuto ragione e che Ryoshi davvero possedesse l'esperienza necessaria a fare la cosa giusta a dispetto della soluzione più immediata suggerita dall'istinto.

    OFF GAME
    Jin
    Genin Verde

    Energia Vitale: 30/30
    Vitalità: 12/12
    Danni: /


    png
    pngpngpng
    pngpng

    Chakra Rimanente: 280/300
    Spese di Chakra:

    -1x Medioalto (40 - 20)[TA Economica])[Smottamento]
    __________________

    Angolo Commenti

    Forza Near che sennò ci acchiappano :ghu:

    N.d.R. Mi sono permesso l'autoconclusività delle azioni con i vasi e con le mummie per non ammazzare la narrazione con mille ipotetiche, ma naturalmente la decisione sul risultato ultimo spetta a Hohe.

     
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    La Cerca dei Kiseki

    Speranze - Post I


    Aveva percorso da solo i chilometri che separavano il campo base dal Villaggio. Ormai non aveva più bisogno di essere accompagnato per orientarsi e non era il caso i coinvolgere il piccolo Shirai in una missione tanto difficile. Era bene che quel ragazzino rimanesse a Suna a colmare le sue lacune con l'addestramento. Era stato Hoshikuzu-sama a convocarlo per quella missione e ovviamente Haruki non aveva esitato nell'accettare. Difronte ad un richiesta simile non avrebbe mai potuto tirarsi indietro. Il monaco rosso considerava un grosso onore l'essere scelto per un tale compito. Inoltre, avrebbe avuto un'altra occasione per seguire il Turbine rosso e imparare di più su di lui. C'era ancora molta strada da fare prima che potesse diventare un uomo degno del titolo di Kazekage. Ormai quel ragazzo era diventato il membro fondamentale della sua personale crociata per riportare Suna agli antichi fasti e Haruki era determinato a trasformarlo in un perfetto esempio di disciplina e autorità. Come un Genin potesse fare una cosa simile restava un mistero, ma il monaco era sicuro che la Volontà di Dio gli avrebbe fornito tutti gli strumenti necessari. Nel suo cuore non v'era alcun dubbio sulla bontà delle sue intenzioni e sul loro successo. A muoverlo era l'incrollabile sicurezza di chi non si limita a credere, ma sa che ciò per cui prega è reale.


    Non appena aveva raggiunto la piccola oasi che costituiva il centro dell'accampamento, Haruki era stato accompagnato nella tenda adibita come suo alloggio. Era una sistemazione piuttosto spartana, ma restava sempre molto più confortevole delle ristrettezze a cui il Miyazawa era stato abituato. Si concesse di bere e mangiare qualcosa, per riprendere un po' di energia, poi si cambiò d'abito. Invece del solito abbigliamento monastico che era abituato ad indossare, scelse la divisa standard dei ninja di Suna: maglietta e pantaloni neri, un corpetto beige e alcune sacche necessarie a contenere il suo equipaggiamento. Del suo vecchio vestiario rimaneva solo il velo che copriva il suo volto. Poco più tardi venne convocato difronte al tendone principale, insieme ai suoi compagni di missione. Per la prima volta conobbe il loro caposquadra, Hohenheim. Di fianco a lui Haruki percepì il suo Maestro. Considerando le dimensioni di quel membro dei Sand Scorpions, sospettò che si trattasse di un bambino. La cosa non lo sorprese poi molto. Il mondo era pieno di shinobi molto più giovani e dotati di lui. Anche Shirai apparteneva a quella categoria. Il suo giovane attendente poteva benissimo essere definito dei genio. Il monaco rosso, invece, era molto diverso da quel genere di individui. Haruki era una persona mediocre sotto qualsiasi punto di vista. Non era particolarmente intelligente, forte o veloce. L'unica qualità che lo rendeva diverso dalla massa era la sua inossidabile determinazione. Compensava la totale mancanza di talento naturale con una forza di volontà che avrebbe fatto invidia perfino ad un Kage. Non c'era difficoltà o dolore difronte al quale il monaco rosso rinunciasse a perseguire i propri obiettivi. A completare il breve elenco dei suoi pregi, si aggiunge il suo incredibile spirito di sacrificio. Haruki non avrebbe esitato a mettere a repentaglio la propria vita, pur di completare gli ordini assegnatigli dai suoi superiori.


    Quando Hohenheim sollevò il braccio, Haruki non poté notare la pietra incastonata sul dorso della sua mano. Tuttavia, le parole del giovane shinobi furono sufficienti a chiarirgli i motivi di quel gesto. Avrebbero dovuto recuperare alcuni tra gli oggetti più preziosi mai comparsi nel Deserto del Vento. Durante i suoi studi, Haruki aveva letto tutto quanto gli era accessibile sui Kiseki ed era perfettamente a conoscenza del suo valore, pertanto non poté che provare gioia al pensiero che avrebbero tentato di riportarli a Suna. Sperava soltanto che gli Anziani del Consiglio mostrassero un po' di buon senso nell'assegnare quelle preziose reliquie. Se fossero finite in mano sbagliate, avrebbero potuto arrecare un grave danno al Villaggio. Dal canto suo, Haruki non aveva l'ambizione di accaparrarsi una delle pietre. Sicuramente incrementare il proprio potere gli avrebbe permesso di realizzare la volontà divina molto più facilmente, ma quella decisione non spettava a lui. Se la Fiamma avesse voluto e lui se ne fosse dimostrato degno, si sarebbe fatto volentieri carico dell'onore e dell'onere di diventare uno dei portatori di quelle sacre armi.


    Terminato il discorso, avrebbe atteso di ricevere ulteriori ordini. Aveva già preparato tutto ciò di cui aveva bisogno.
     
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    Falce dei Kaguya


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    Kiseki - il Risorto & il Ragazzino (& il cinghiale del deserto)

    La risposta di Hoheneim non fu delle più chiarificanti, o ottimistiche: la missione era fallita, nessun morto, ma nessun Kiseki; c'erano trappole nella Piramide dove avevano investigato e di certo questa volta sarebbe stato persino più pericoloso.
    Urrah! Ricordatemi un pò perché ci siamo messi in mezzo in questa storia?
    Il Kiseki può aiutare, quindi tanto meglio recuperarlo!
    Sono sempre pronto ad aiutare Hoshi, ma sottolineo che non dovrebbero essere affari nostri.
    Tutto chiaro, grazie., furono le secche parole con cui Zong Wu rispose al giovane chunin a capo di quella missione, se parlava con lui o con le voci nella sua testa, bé, solo chi lo conosceva effettivamente poteva chiederselo.

    [...]

    Alla fine il gruppo si mosse: dei diversi ninja che lo Shogenin aveva visto in giro per l'accampamento (tra cui uno con uno strano velo sul viso), solo alcuni andarono in cerca di queste mistiche pietre, fra cui due Jonin, lui ed il Rosso, un chunin capo missione apparentemente giovane, ed almeno due ragazzini, che non era nemmeno sicuro fossero genin... una squadra che in una ricerca in mezzo a trappole pericolose era quanto mai inaspettata.
    Moriranno tutti secondo voi?
    Non penso che morirà nessuno fra di NOI che siamo in missione!
    Sì, ma quei due? Sono degli studenti, dai! Non penso che abbiano nemmeno il coprifronte della Sabbia ancora!
    In effetti, Zong Wu scrutava con un pò di perplessità almeno due di quei suoi compagni di missione, gli stessi cui Hoshikuzu si rivolse, con i suoi modi quanto mai particolare, per conoscerli, mentre avanzavano verso il punto indicato dagli strani macchinari che il Rosso aveva creato, il punto in cui, alla fine, trovarono solo un sacco di rocce semidistrutte, facenti parte di qualche edificio, probabilmente.
    Il Risorto si mise a cercare come il resto dei compagni, ma anche con i suoi sensi affinati, non trovava niente d'interessante in quei luoghi.
    Posso fare presente il mio non piccolo problema con la sabbia? Cioè, quando è stato scelto di vivere a Suna, non mi sono opposto, ma io ho sempre odiato la sabbia, qualcuno se lo ricorda? Passiamo troppo tempo in questi dannati deserti!
    Sì, lo sappiamo, non ti piacciono i deserti...
    E non ti piacciono le tartarughe, chissà come mai! AHAHAHAHAHAHAH
    Impegnato com'era a contenere quel turpiloquio mentale, il Risorto s'accorse solo all'ultimo che il loro caposquadra stava per eseguire un qualche jutsu, una tecnica che rivelò un aspetto completamente diverso di quel luogo, mostrando persino un accesso ad un piano sottostante: un'arte di richiamo non da poco era quella che Hoheneim doveva aver appena utilizzato, un'arte che ora li costringeva a scendere sottoterra, con le torce accese.

    [...]

    Il gruppo si trovò così ad avanzare nei cunicoli. Hoshikuzu, alle spalle di Zong Wu, bisbigliava sul non voler vedere fantasmi ed affini, il ché era abbastanza chiaro da udire per i sensi dello Shogenin, questi, voltando leggermente la testa, aggiunse: Chiedi di evitare anche le tartarughe, mi vanno benissimo gli spettri, le streghe, i non morti, ma niente tartarughe., in effetti la gente che tornava dalla morte poteva anche accettarle, le testuggini, meno.
    E per fortuna, almeno fino al primo trivio non si videro né gli spettri di cui si preoccupava il Rosso, né le tartarughe che preoccupavano il Risorto, a quel punto, però, la squadra si divise, e Hoheneim scelse come comporre le squadre, associando lo Shogenin con uno dei ragazzini, tale Shokuto, che si rivelò essere quello senza le orecchie stranamente appuntite.
    Avevano cinque ore per compiere le loro ricerche e tornare, un tempo ragionevole, cui Hoshi aggiunse un suo suggerimento, prima che fosse il ragazzino, Jin, a dire la sua.
    L'idea di scappare a gambe levate se necessario, tenetela in conto., confermò anche Zong Wu, prima che il gruppo si dividesse e lui finisse con uno degli studenti da solo nel percorso a quel medesimo livello di profondità.

    [...]

    Ti chiami Shokuto, giusto? Sei un ninja del villaggio della Sabbia da parecchio?, avrebbe iniziato a chiedere, mentre un odore sempre più pungente si faceva presente al suo olfatto
    Percezione (Superiore) [2]
    Speciale: L'utilizzatore ottiene +9 alla Percezione anziché +6.
    [Richiede Percezione (Intermedia) in scheda]
    , un odore che probabilmente, poco dopo, anche il ragazzino avrebbe sentito.
    Tanto per capirci, ragazzo, hai qualche abilità in cui eccedi?, avrebbe continuato: sempre meglio conoscere con chi si stava avanzando in una grossa serie di cunicoli sotterranei.
    Cunicoli che sfociarono in una sala ancora più gigantesca, arricchita da una serie di colonne e statue, dove le seconde sostenevano fra le mani delle specie di piccole fiaccole, ma, a ben vedere, non erano fiaccole, bensì delle... non avrebbe saputo descriverle se non come emanazioni di chakra.
    Lo Shogenin camminava guardingo, i sensi sempre al massimo delle sue capacità per percepire ogni stranezza, come quelle particolari fantasie circolari con delle punte che segnavano tutto il pavimento, o come il rumore che acuto avvertì, arrivato, più o meno, al centro della sala, con la porta adesso ben visibile davanti a loro, il rumore dell'ingresso che si chiudeva alle loro spalle.
    Ok, non possiamo più tornare indietro..., fu il suo primo commento, prima di notare che anche la porta davanti a loro iniziava a chiudersi, E dobbiamo sbrigarci ad andare avanti!
    In quel momento, un ulteriore suono rivelò l'origine, verosimilmente, del pungente odore che aveva sentito fin da molto prima: un grosso animale (che non aveva mai visto prima) simile ad una sorta di cinghiale, esageratamente cresciuto, che pensò bene di partire alla carica contro di loro!
    Non c'era molto tempo per riflettere o reagire in modo particolare, semplicemente Zong Wu si mosse: il chakra portato ai piedi per due diverse finalità, accelerare il movimento per schivare, prendendo per il collo il giovane Shokuto nel frattempo nel compiere un salto che sarebbe stato molto più lungo Salto Repulsivo
    Arte: L'utilizzatore è in grado di aumentare (x1.5) l'altezza e lunghezza del proprio salto.
    (Consumo: ½ Basso extra)
    [Da Genin in su]

    => Essendo uno slot difesa, il salto di 10 metri viene ridotto a 3,3(periodico) e poi rimoltiplicato, immagino, quindi penso che il salto sia di circa 5 metri in avanti
    del normale verso avanti.

    Il bestione era parecchio largo, ma era ancora, probabilmente, lontano, data la velocità con cui s'era mosso Zong Wu, così lo Shogenin tentò una fuga completa con l'uso di una delle più basilari delle tecniche in suo possesso
    Scatto Rapido
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può scattare rapidamente verso una direzione, muovendosi della distanza concessa da uno slot azione. La velocità di spostamento è incrementata di 4 tacche.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 6 / Consumo: Basso )
    [Da studente in su]

    => Slot Tecnica
    .
    Se tutto fosse andato per il meglio, con ancora il ragazzino per le mani ed ad una buona trentina di metri dal grosso bestione con le zanne, Zong Wu avrebbe seguito il consiglio del Rosso: non ingaggiare una battaglia inutile, ma piuttosto sbrigarsi a raggiungere la porta prima che si chiudesse, mentre una corazzatura ossea al di sopra della pelle, ma al di sotto dei vestiti, avrebbe fatto in modo che il ninja non si fermasse, correndo verso la porta, malgrado le colonne che gli arrivavano addosso.
    Forse potevano superare quella prima stanza senza il rischio di uno scontro diretto, che avrebbe costretto, probabilmente, il Risorto a dare mostrare di alcune delle sue abilità. Questo considerando in particolar modo la stanza del cinghialone del deserto: una creatura così grossa non poteva di certo cambiare traiettoria senza sbilanciarsi, quindi, verosimilmente, avrebbero avuto un certo margine, dati gli scatti dello Shogenin, per raggiungere la porta e superarla.

    --------------

    CITAZIONE
    Chakra Residuo: 96/100
    Vitalità: 21,5/21,5
    Energia Vitale: 30/30
    Slot Difesa: 2/3 Salto per allontanarsi con Shokuto, Manipolazione Ossea per proteggersi dalle colonne che gli arrivano addosso
    Slot Azione: X/3 Fino a tre movimenti in avanti se necessari per arrivare alla fine della sala
    Slot Tecnica: 1/2 Scatto Rapido

    Note: Spero che la logica della mia azione sia corretta, seppur non ciò che probabilmente ti aspettavi, Hohe ^^', così da evitare il confronto diretto
     
    .
  12. Roronoa™
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    Narrato
    Pensato
    Parlato



    Il Fachiro e la Porta Scorrevole

    Villaggio della Sabbia pt. II





    Terminati i quindici minuti concessi dal capo dei Sand Scorpion, il team si mise in viaggio.
    Marciarono senza adottare una precisa formazione, a una velocità tale da consentire ai più lenti, e quindi a Shokuto, di non rimanere indietro.
    Il ragazzino era solito vedere il lato positivo degli eventi: procedendo a bassa velocità, i ninja di grado maggiore avrebbero potuto scandagliare l'orizzonte con maggiore attenzione.

    Posizionato nelle retrovie del team, egli trascorse i primi minuti del viaggio a fissare curioso i suoi compagni di viaggio.

    CITAZIONE
    Ehi?!.. e tu chi sei?!!-
    io mi chiamo Hoshikuzu.. tu come ti chiami?!.. non ti ho mai visto prima.. sei nuovo del villaggio?!..-

    Il famoso Hoshikuzu si trovava al suo fianco, intento a sorseggiare una birra ghiacciata.

    Sono Masayoshi Shokuto, studente. Rispose, emozionato. Provò così tanta felicità per essersi presentato al probabile futuro Kazekage del villaggio che non riuscì a porre una domanda. Le parole gli morirono in gola.
    Protetta dalla maglia a maniche lunghe, lo studente percepì sulla pelle del braccio una soffio di vento freddo, che scomparì quando il rosso saltellò inevitabilmente verso un altro individuo, dalle strane orecchie a punta.
    Quando udì il suo nome, Shokuto non riuscì a nascondere un sorriso.

    Gino ihihi

    Il ragazzo mise in atto tutti i preziosi suggerimenti di suo nonno: durante l'attraversata del mare sabbioso, come era solito chiamarlo, la borraccia con l'acqua fu posizionata sotto il mantello, che in quell'occasione era stato fornito dai ninja sunesi dell'accampamento, e avrebbe parlato solo se interpellato o se strettamente necessario. A
    prire la bocca anche solo per qualche secondo poteva accelerare la disidratazione.
    Con il capo basso per proteggersi dalla sabbia, Shokuto cercò di pensare ad altro.
    Non pensare alla sete, all'acqua, concentrati sui Kiseki.

    A rendere faticosa la marcia erano le dune, formate dall'azione incessante del vento.

    [...]



    Giunti in una vasta pianura sabbiosa, il gruppo si sparpagliò e lui fece lo stesso, felice per essere riuscito a percorrere tutta quella strada consumando solo un quarto della sua borraccia.
    Si avvicinò curioso a una delle tante colonne che sbucavano dalla sabbia dorata come relitti di un antica civiltà.
    I suoi occhi percorsero con attenzione la loro superficie laterale, alla ricerca di qualche dettaglio particolare.
    Non vi erano lettere o disegni particolari, solo gli effetti macroscopici dell'azione altamente abrasiva della sabbia trasportata dal vento.


    CITAZIONE
    Spostatevi dal gruppo di colonne.

    Si allontanò di qualche metro.
    Vi fu un esplosione di chakra, generata dal solo contatto tra una colonna e il Kiseki del Capo dei Sand Scorpions.
    Un aura verde avvolse per un istante l'intera area.
    Gli occhi di Shokuto brillarono per l'emozione.

    La terra iniziò a tremare sotto ai loro piedi.
    Erose dal vento, alcune delle colonne vennero inghiottite dalla sabbia mentre altre vennero alla luce, perfettamente perpendicolari al suolo.
    A pochi metri da Shokuto, comparve un passaggio che conduceva nel sottosuolo.

    Seguì gli ordini del Capitano senza fiatare.
    Accese la torcia ed entrò all'interno della grotta, dietro il ragazzino dai capelli a punta. Fece particolare attenzione a non avvicinare la fiamma ai folti capelli del suo compagno.
    Nelle profondità della terra, l'aria non aveva un buon odore.

    Giunsero in una stanza circolare.
    Tralasciando qualche insetto innocente, tra cui gli scorpioni di cui aveva potuto apprezzarne il sapore durante la fuga da Konjuko, Shokuto si mise ad osservare con curiosità i numerosi simboli raffigurati sulla pietra che costituiva la grotta
    Una lingua antica che avrebbe fatto comodo saper tradurre. Pensò, mentre i suoi occhi notarono l'esistenza di tre strade differenti.
    Dove condurranno?

    CITAZIONE
    ‘Zong Wu e Shokuto voi esplorerete il passaggio su questo livello.

    Interpellato dal comandante, Shokuto annuì.
    Quando capì chi fosse il suo compagno di avventura con cui avrebbe dovuto esplorare quel livello, lo studente si morse la lingua.
    Mi ha messo con lui perché sono uno studente Osservò tra se e se.
    Non aveva problemi a collaborare con ninja stranieri, infondo nemmeno lui poteva dirsi originario di Suna.

    In bocca al lupo a tutti ragazzi. Sussurrò, mantenendosi distante dal Chikuma che aveva proposto un incitamento di gruppo.
    Non era una buona idea far baccano all'interno di una grotta.
    Se i Kiseki erano lì sotto, oltre alla presenza di enigmi e trabocchetti, vi era la possibilità che ci fosse qualche entità guardiana, o mummie nel peggiore dei casi, ipotesi che era stata avanzata un attimo prima dal rosso stesso.


    [...]



    La gita in compagnia era finita. Da lì in poi si sarebbe fatto sul serio e Shokuto lo sapeva.
    Concentrato nel captare ogni anomalia dietro di sè, seguì Zong Wu. Il sentiero era stretto e gli unici attacchi che potevano minacciare lo studente dovevano provenire necessariamente dai lati o da dietro.

    CITAZIONE
    Ti chiami Shokuto, giusto? Sei un ninja del villaggio della Sabbia da parecchio?

    Shokuto è il mio cognome. Mi chiamo Masayoshi. Sono uno studente di Suna. Tirò su il naso, due volte.
    La sua espressione cambiò.
    Si stavano avvicinando a un cadavere o a un animale.

    CITAZIONE
    Tanto per capirci, ragazzo, hai qualche abilità in cui eccedi?

    Taijutsu rispose, sotto voce.

    In fondo al tunnel in cui stavano avanzando, vi era una fonte di luce. Abbassò la torcia. La mano destra si avvicino all'impugnatura rossa del suo Kaiken, allacciato all'altezza del bacino.
    Varcarono la soglia di un enorme sala, di forma rettangolare.
    Mantenendo al minimo la distanza con Zong Wu, Shokuto si guardò intorno, con curiosità e un pizzico di timore.
    Vi erano delle colonne in pietra e delle strane statue, ognuna delle quali sorreggeva una fiaccola color arancione.

    Sul pavimento vi erano dei cerchi allungati, simili a degli ovali, con due punte.
    Shokuto li guardò a lungo, curioso, alzando di tanto in tanto lo sguardo per osservare la zona circostante.
    Giunti al centro della stanza, sempre mantenendosi vicino allo straniero, vide dall'altra parte della sala un portone spalancato.
    Fu ad un passo dall'avvertire il suo compagno, ma venne anticipato da alcuni suoni.
    Alle loro spalle, il cunicolo era stato chiuso con una lastra in pietra.
    Come se non bastasse, il portone che conduceva in una probabile seconda stanza aveva iniziato a muoversi. Se non fossero riusciti a bloccarla, i due ninja sarebbero rimasti intrappolati lì per sempre.

    CITAZIONE
    E dobbiamo sbrigarci ad andare avanti!

    Non erano più soli in quella stanza.
    Un ruggito bestiale distrusse il silenzio del tempio.
    Il duo venne attaccato da un enorme cinghiale che Shokuto non riuscì nemmeno a vedere.
    Udì solo il rumore dei suoi pesanti passi.
    Sentì la mano del suo compagno stringere il colletto della sua maglia e un enorme forza investire il suo piccolo corpo.
    Zong Wu l'aveva afferrato, staccandolo da terra come una bambola di pezza.

    Senza opporre resistenza, Shokuto si fece trasportare dal ninja.
    Muovendosi alla velocità di un Jonin, il ragazzino ebbe persino diffioltà a respirare e a mettere a fuoco gli oggetti intorno a sè.
    I restanti sensi furono in grado di fornirono poche informazioni, una delle quali era il crollo delle statue e delle colonne.
    La polvere si depositò in quantità sui suoi capelli e sul suo viso.

    Com'era riuscito Zong Wu a non crollare sotto il peso dei pesanti massi? Li stava schivando? Le risposte sarebbero giunte dopo.

    La domanda giusta da farsi in quel momento era la seguente: sarebbero riusciti a raggiungere la seconda stanza prima che l'enorme portone si fosse chiuso per sempre?


    CITAZIONE

    OFF GDR - Masayoshi Shokuto
    Vitalità: 10/10
    Chakra: 20/20


     
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    Si, io ed Hohe eravamo già stati all'interno di una catacomba, per l'esattezza all'interno della piramide che sembrava dovesse contenere il kiseki nero. Nostra sfortuna, nonostante i vari ostacoli al suo interno, non ve ne fu traccia.
    Questa nuova ricerca però partiva con tutt'altro piede. Sapevo in prima persone i rischi che correvamo, ma anche gli altri avrebbero potuto intuirlo sin da subito per via dell'incredibile fusioni di emozioni che trasudava da quella sabbia prima, e dalle pareti nelle quali ci stavamo inoltrando dopo.
    La scena della fusione del Kiseki Verde di Hohe, in funzione meccanismo, o per meglio dire chiave, d'apertura di questa gigantesca trappola sotto di noi era stata incredibile. Ancor di più rendeva difficile concepire come queste strutture fossero state messe in piedi nelle loro epoche. Costruzioni che ad oggi sarebbero state difficilissime.
    Seguì gli altri per il primo pezzo, la visita nella piramide che avevo fatto mi aveva già preparato al genere di spettacolo che avremmo visto. Non si poteva non rimanere incantati dall'opera umana, unita ai vistosi segni della natura che si stava riconquistando il suo territorio.


    Non ho mai prediletto il comando... Che situazione controversa quella di un'ordine che ti impone di comandare...

    Guardai Jin, quello che sarebbe stato il mio compagno durante il tragitto verso il basso. Non ero particolarmente contento della scelta, non del compagno intendo, ma del dover prendere la strada che più si addentrava nelle profondità. Di per sè ero certo che tutta la struttura fosse piena di trappole, trabocchetti e chi più ne ha più ne metta. Ma se qualcosa, anche non per colpa mia e di Jin fosse andata storta, quelli più incasinati sotto tonnellate di pietra sabbia e marmo saremmo stati noi. Gli feci un'occhiata di incoraggiamento e mi avvicinai.


    Forza Jin, vedo che sei parecchio esperto in materia, vediamo di uscirne in breve...

    Le parole del ragazzo riguardo l'idea del camminare chinati non potevano passare inosservate, era un'osservazione intelligente, che nonostante gli addestramenti accademici e diverse missioni un comune shinobi avrebbe potuto trascurare. Sfortunatamente, noi più di tutti avremmo anche dovuto tener bene presente il rischio di rimanere con poca aria, evento che sarebbe stato spiacevole.
    Dopo i consueti convenevoli ci separammo. Nel nostro cammino l'arancione ed il giallo facevano da padroni, arrivammo in una stanza enorme, piena di monete d'oro, casse giganti e alcuni strani pilastri. Mi saltarono subito all'occhio, erano sette, erano alti indicativamente poco meno di una persona normale, e sopra ognuno di essi c'era un vaso, che sembrava potesse contenere della sabbia. Al di là della stanza v'era invece un grosso portone, obbiettivo primo al quale io e Jin ci avvicinammo.


    La tua preparazione calza veramente a pennello, ottimo lavoro. Proviamo questa cosa dei vasi, occhi aperti!

    Così come la sua, la mia ultima affermazione risultò particolarmente sfigata. Nemmeno il tempo di finire ed una quantità ingestibile di cadaveri pieni di voglia di vivere decise di venire a salutarci. La reazione di Jin fu fulminea, cercando con un Jutsu del paese del vento di rinchiudere una buona dose dei sarcofagi dai quali i nostri amici stavano per uscire.


    Non ho molte scelte, con un occhio guardo lui, con l'altro svuoto i vasi...

    Non rimasi ad aspettare che facesse tutto il mio compagno, scattai immediatamente verso le colonne di sinistra, pur mantenendo sempre il mio compagno sotto controllo. Sembrava cavarsela bene, e non sembrava minimamente spaventato dal piccolo esercito che ci trovavamo davanti. Bene.
    Le colonne distavano l'una dall'altra solamente dieci metri, feci un primo scatto, bruciando sul posto tutte le varie mummie, che in confronto a me erano incredibilmente lente, posizionandomi tra la prima e la seconda colonna. Utilizzando il controllo della sabbia sollevai dai due vasi delle due colonne tra le quali ero in mezzo e lo lanciai lontano. Per me era ancora più semplice rendere quasi perfetto il peso, togliendo la giusta quantità. A quel punto mi mossi ancora un po' verso l'ultima delle colonne di sinistra, per farla rientrare nel raggio d'azione del controllo, e feci la stessa operazione.


    Le mie tre sono fatte, stai solo attento ai nostri simpatici amici.

    Mi trovavo adesso in mezzo alla stanza, ed i cadaveri, seppur lenti, sarebbero presto arrivati verso di me. C'era, però, una cosa che essi non potevano sicuramente fare, ed era volare. Iniziai a spiccare il volo, quasi surfando, su un costrutto di sabbia grosso il minimo indispensabile per me, e rimanendo a circa 3 metri d'altezza. Scattai a quel punto, a bordo della mia tavola volante verso il portone, cercando di andare a raggiungere Jin, il quale in caso di problemi si sarebbe potuto agevolmente unire a me a bordo del costrutto. Se invece, mentre mi muovevo verso di lui avessi intravisto del pericolo non avrei tardato a creare grosse mani di sabbia, pronte a scattare per distruggere e difendere il mio compagno. Oppure andando direttamente a creare un costrutto di sabbia sotto Jin, in modo da alzarlo e risolvere la situazione di pericolo.


    Se c'è qualche problema salta su!

    Difficile fare il conto del consumo, detto ciò considero di usare la sabbia per 3 slot ( due per rimuovere la sabbia dai vasi ed uno per il trasporto )

    50 - = 48
     
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    Quest di Villaggio
    La Cerca dei Kiseki
    Deserto dell'Anauroch


    [Zong wu & Shokuto]


    L’abilità dello shogenin era indubbiamente di alto livello. L’enorme animale, stupido per quanto potenziato dai flussi energetici di quei luoghi, non poté tenere il passo con la velocità del Risorto. Con uno scatto, i due ninja oltrepassarono la porta che si stava chiudendo, passando per un soffio sotto la lastra di pietra. Dall’altra parte, sentirono il facocero imbufalito continuare a macellare colonne nella frustrazione, fin quando quello non si calmò facendo calare un silenzio tombale.

    I due ninja si trovavano ora in una stanza molto più piccola di quella che li aveva in precedenza ospitati. Chiaramente visibile davanti a loro, si estendeva una pavimentazione in legno, divisa a scacchiera da intarsi di colore nero. Le piastrelle avevano delle pitture colorate su di esse, ma la maggior parte erano sbiadite nel tempo e solo qualcuna rimaneva leggibile. Le pareti della sala invece erano realizzate con un materiale strano di colore nero. Da lontano, sarebbe sembrato che le pareti fossero in continuo movimento, riflettendo in maniera cangiante la luce di torce disposte qui e lì nella sala. Avvicinandosi, avrebbero invece capito che le pareti erano completamente ricoperti da una sorta di insetti, centinaia di insetti, ognuno grosso come due pugni di un uomo. I loro gusci riflettevano in maniera particolare la luce, mentre si muovevano uno sopra l‘altro, uno contro l’altro. Toccarli non era una cosa saggia.

    Non potendo superare la scacchiera sfruttando le pareti o il soffitto, l’unica cosa che si poteva fare era camminarci sopra. Ma quali pericoli nascondeva? Poco prima dell’inizio delle caselle, la pavimentazione recitava un messaggio incomprensibile:

    CITAZIONE

    ‘N GR IVNAQNAGR PUR
    PNZZVAV FH FRAFVREV
    VAFVQVBFV FNCCV:
    FH ‘NEVN’ FV IVIR,
    FH ‘GREEN’ FV ZHBER.’




    [Ryoshi & Gin]



    La sabbia fu rimossa dalle giare presenti sulle colonne con perizia ed abilità. Sfortunatamente per i due ninja, quella non era la risposta ai loro problemi. Tuttavia, correndo tra le colonne, Gin avrebbe potuto notare che ogni colonna aveva un piccolo cerchio intagliato sul suo fianco. All’interno di questo cerchio, un numero variabile di righe specificava una sorta di numerazione, da 1 a 7. Inoltre, una capacità di percezione base avrebbe permesso ai ninja di notare che la seconda, la terza e la penultima colonna si erano leggermente sollevate quando la sabbia era stata rimossa.

    Mentre alcune mummie erano state travolte da una valanga generata dal piccolo Gin, la maggior parte di loro si era radunata intorno al cacciatore. Fortunatamente per lui, Ryoshi aveva avuto la buona idea di sfruttare la propria sabbia per sollevarsi da terra abbastanza da non essere importunato. Una cosa che sarebbe servita anche all’altro ragazzo. Rendendosi conto che non potevano raggiungerli, le mummie iniziarono ad urlare con le loro bocche. Le lacerate corde vocali di quegli esseri producevano suoni inumani. Poi, improvvisamente, il corpo di alcune di questi iniziò a vaporizzarsi nell’aria in una miriade di mosche nere. Uno ad uno, i corpi delle mummie si trasformarono in uno sciame di insetti. Tuttavia all’interno dello sciame era ancora possibile udire le urla delle creature, ululanti come un vento tempestoso. Lo sciame divenne coeso e, come un vento nero, si gettò contro il gruppo di shinobi [Vel. 400, Pot .40]. Per tre volte lo sciame avrebbe cercato di avvolgere la nuvola di sabbia su cui i due ninja si trovavano, e migliaia di piccole bocche avrebbero cercato di scavare la pelle dei ninja, fino a trovare le ossa.


    [Hoshi & Haruki]



    Un’espressione di disprezzo si aprì sul volto di Deidara vedendo con quale facilità il suo ex compagno d’armi aveva evitato i suoi attacchi con le lame. Tuttavia, forse era ancora più incazzata per il fatto che Hoshi pensasse che una spazzata sarebbe bastata a mettere in crisi uno stile di combattimento che aveva perfezionato per anni. Quando la spazzata arrivò, lei appoggiò l’altro piede a terra. La lama che reggeva con l’interno della gamba semplicemente rimase al suo posto, sorretta tramite il chakra adesivo. Anche la rete che le fu lanciata fu inutile: un rapido colpo di spada la squarciò come burro. Ignorando i commenti di Hoshi, la ragazza stava tornando alla carica, quando un suono di passi irruppe nella stanza. Non appena il rumore fu percepibile, Deidara svanì insieme al dojo. Hoshi si risvegliò leggermente intontito in una stanza anonima in pietra. Dietro di lui, Haruki era appena arrivato.

    Haruki non avrebbe saputo dire con esattezza cosa avesse visto. Aveva scelto il sentiero che puntava in alto una volta visto di essere rimasto un po’ indietro rispetto agli altri. Alla fine della scalinata, aveva trovato Hoshi steso a terra, mentre un essere di luce bianca gli volteggiava intorno. Tuttavia, appena arrivato, l’essere era sparito, lasciandoli entrambi da soli.

    Procedendo sul quel piano, i due ninja avrebbero scoperto che la stanzetta dove erano faceva da anticamera ad un salone riccamente decorato. Tutto il pavimento era un mosaico di colori che andavano dal verde, all’ocra al rosso, che si estendeva fin sulle preti. La stanza tuttavia non aveva uscita. Una roccia alta 3 metri e larga due era stata scolpita al centro della sala nella forma di un monolite. Su due lati della struttura, c’erano due facce intagliate. Una aveva la bocca aperta, sufficientemente larga da ospitare la mano di una persona; l’altra ce l’aveva chiusa.
    Inserendo la mano nella prima bocca, la seconda si sarebbe aperta. L’operazione, però, avrebbe sottratto 10 Bassi di chakra alla persona con la mano dentro la scultura. Inserendo una mano nella seconda bocca, quella avrebbe intrappolato l’arto del ninja non lasciando scampo di fuggire. A quel punto, una voce avrebbe risuonato nella stanza.


    ‘ Quattro vecchi siedono ad un tavolo di pietra che poggia su due gambe. Uno porta un flauto di pan, uno porta un falcetto ed un mortaio, uno porta una fiasca piena d’acqua e l’ultimo un anello di pietra. Come si chiamano i quattro?’



    Produrre la domanda, ed ogni altra successiva domanda, avrebbe causato la perdita di 10 bassi di chakra a colui che aveva la mano posta nella prima bocca. Se avessero sbagliato a rispondere, altri 10 bassi sarebbero stati consumati. Ci furono altre due domande se avessero risposto alla prima:


    ‘Questo io ti dico, e la mia parola è legge: se mi ferisci io ti ferisco, ma se mi uccidi io muoio. A quale famiglia appartengo?’
    ‘ Le maschere abbelliscono la foglia, le spade difendono la Nebbia, i sigilli potenziano il Suono e delle gemme consolidano la Sabbia. Tuttavia essi hanno una cosa certamente in comune. Cosa?’

     
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    Y Danone
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    ..Il mio nome è Gerry.. Gerry Scotti..
    3° Post Attivo




    Fermare Deidara non sarebbe stato semplice ed Hoshi lo sapeva bene, tuttavia per quanto incazzata e temibile non avrebbe mai scatenato uno dei suoi jutsu contro la ragazza, vera o falsa che fosse. Anche se non vedeva Deidara da molti anni ormai, per Hoshi la tigre sanguinaria era forse la più grande amica che avesse mai avuto e questo non sarebbe mai cambiato, nonostante ciò che potesse pensare la tigre stessa. La spazzata non era servita a molto come la rete che venne squarciata con estrema semplicità solo per far incacchiare Deidi-chana ancora di più -Accidenti Deidi!!!.. vuoi darti una calmata?!.. non ho nessuna intenzione di farti del male.. siamo amici no?!.. perché vuoi farmi a pezzi?!.. io non ho tradito nessuno.. e se anche fosse.. beh.. parliamone!!!..- la tigre stava tornado alla carica quando un rumore di passi giunse da dietro le sue spalle sconvolgendo la scena in un batter di ciglia.


    Il rosso si era improvvisamente ritrovato a terra un po’ stordito mentre qualcosa lasciava la stanza volteggiando attorno al suo corpo, più una sensazione che altro, non poteva certo dire con certezza di cosa si trattasse, ma nella sua mente una sola risposta si era fatta avanti -WAAAAARGH!!!.. UN CAZZO DI FANTASMA!!! WAAARGH!!!- il rosso aveva ritrovato subito le energie cominciando ad indietreggiare all’indietro sedere a terra solo per finire a sbattere sulle gambe di qualcuno alle sue spalle. Alzato lo sguardo avrebbe visto imperare sopra di se la figura di Haruki, il monaco della Fiamma -WAAAAAARGH!!! IL FANTASMA DI HARUKI!!!.. NOOOO TUTTO MA NON IL FANTASMA DI HARUKI!!!.. TI PREGO DEIDI-CHAN TORNA DA MEEEEE!!!- il rosso si era voltato prendendo le vesti del monaco mentre piangeva ginocchia a terra. Il rosso preferiva la sanguinaria Deidi ai sermoni del monaco, non che avesse qualcosa contro il ragazzo, era solo che quando c’era quello non perdeva l’occasione per mostrargli quanto i suoi comportamenti fossero fuori luogo. Hoshi-sama non bere alcol, Hoshi-sama non ruttare in pubblico, Hoshi-sama si tolga le dita dal naso, Hoshi-sama è bene non parlare quando si ha la bocca piena ecc..


    Insomma Haruki era tutto ciò che al rosso mancava per essere una grande persona e questo demoliva il Chikuma. Dopo qualche minuto di piagnistei il rosso si sarebbe finalmente accorto che quello era veramente Haruki e non un essere frutto di chissà quale magia -Oh?!.. Haruki?!.. ma sei veramente tu!.. oh cavolo mi hai terrorizzato a morte.. credevo fossi un fottuto fantasma.. questo posto ne è pieno.. maledizioni i fantasmi mi terrorizzano a morte.. credo di averne appena incontrato uno!.. è stato orribile..- il rosso sembrava davvero spaventato mentre raccontava di quello che aveva appena vissuto -..questo posto è in grado di indurre qualche forma di allucinazioni.. dobbiamo stare all’erta.. beh dato che ne sono uscito grazie a te che ne dici di continuare insieme?!- detto ciò il rosso sarebbe ripartito insieme al cieco verso la nuova meta.


    La stanza che avevano lasciato altro non era che l’anticamera di una stanza molto più grande, decorata di mosaici e nella quale un gigantesco e strano monolite era stato posizionato. Il rosso sarebbe entrato stando ben attento ad eventuali trappole o fantasmi solo per scoprire che li dentro non vi era nulla di cui avere paura, almeno per il momento -..mmh.. che strana stanza.. e questo che diavolo sarebbe?!..- la stanza non aveva vie d’uscita o passaggi, semplicemente la strana terminava li e l’unico modo di proseguire era tramite la strada che avevano appena percorso -.. a parte a questa strana roccia scolpita non vi è altro.. nessun passaggio o cunicolo.. accidenti.. eppure non c’erano altre strade da prendere!..- il rosso si era portato di fronte alla faccia con la bocca aperta restando li fermo ad osservare il pertugio. Sembrava quasi ipnotizzato mentre lo osservava.


    Ed ecco infine, senza preavviso, a sua mano volare dritta dentro il pertugio scavato nella roccia. In fin dei conti fin da piccolo nessuno aveva detto ad Hoshi di stare attento a dove infilava le mani. Il rosso avrebbe inserito la mano solo per accorgersi poco dopo di non poterla più tirare fuori -Eh?!.. ahah.. non riesco più a tirare fuori la mano da questo buco.. eheh..- il rosso avrebbe assunto un’espressione serena e sorridente prima di -KYAAAAAAAAAAAAARGH!!! MA CHE CAZZO DI STATUA E’ QUESTA?!!!.. WAAAAARGH!!!- il rosso aveva piantato i piedi sulla roccia mentre cercava di estrarre la mano facendo forza con i piedi. Inutile quanto si sforzasse, la mano del rosso non aveva alcuna intenzione di venire via mentre restava bloccata li dentro -NON VUOLE USCIRE!!! HARUKI FA QUALCOSA?!!- il rosso non poteva immaginare che dall’altro lato un secondo pertugio si era aperto, ma Haruki forse poteva accorgersene e cieco come era finire involontariamente per inserirci la mano come aveva fatto anche il Chikuma. Insomma i due si sarebbero ritrovati ancora una volta nei guai in un batter di ciglia, un record mondiale in fatto di sopravvivenza.


    Giunti a quel punto non restava che continuare sulla strada intrapresa. Se l’inserimento della prima mano ave va aperto un secondo pertugio, allora forse l’unico modo per proseguire era proprio assecondare quella strana richiesta -Haruki.. metti la mano nella bocca della statua.. credo che sia l’unico modo per uscire da questo posto!..- e così se Haruki avesse seguito le istruzioni del rosso si sarebbe ritrovato con la mano bloccata mentre una consistente riserva di chakra veniva letterealmente prosciugata dal rosso -Ugh.. ma che diavolo succede?!.. ancora questa brutta sensazione.. è la stessa che ho provato quando Hohe ha liberato quel dannato gigante verde..- il suo chakra era svanito nel nulla come se avesse appena lanciato uno dei suoi colpi più potenti [Risucchio Chakra][Consumo: 10 Bassi].


    Quindi una voce sarebbe rimbombata per tutta la stanza ponendo loro una strana domanda alla quale sicuramente andava data una risposta. Era dunque quella la prova che dovevano superare per uscire di li -Ehi ma chi diavolo sta parlando?!.. Haruki hai sentito anche tu vero?!.. orca vacca questo posto di merda è infestato dagli spiriti del deserto.. siamo fottuti!!!- il rosso aveva davvero paura di non uscirne vivo. Si sarebbe tuttavia aspettato da Haruki più sangue freddo, dato che il cieco non poteva vedere di sicuro non poteva aver paura come lui degli spiriti maligni -..dobbiamo.. dobbiamo rispondere se vogliamo uscire di qui!.. di un po’.. a te viene in mente qualcosa?!.. io non ci capisco niente di queste cose..- in effetti il rosso non era una cima quando si trattava di giochi di logica o altro del genere.


    SE Haruki non fosse stato in grado di dare una risposta il rosso avrebbe quindi spremuto le meningi fino a dare la sua risposta -Sono.. sono i Kage!!!.. la risposta è.. Kokage.. Hokage.. Mizukage.. e infine Kazekage!!!- la risposta era nata da parecchi minuti di elucubrazioni mentali che avevano fatto capire al rosso che il flauto doveva fare riferimento al villaggio del suono, il falcetto e mortaio alla foglia e così via. Non sapeva se la risposta fosse corretta o meno, ma non sapeva che altro dire in quel momento.


    Quindi se la risposta fosse stata giusta una seconda domanda sarebbe stata posta loro con somma sorpresa del Chikuma che ancora una volta aveva sentito la sua riserva di chakra venir prosciugata -Ehi ma che diavolo?!.. mi sta ciucciando via tutto il chakra!!!.. Haruki stai bene?!..- il rosso non sapeva se la stessa cosa stessa succedendo anche al monaco della fiamma e sinceramente sperava proprio di no visto che il Chikuma aveva di sicuro una riserva molto più grande mentre Haruki poteva anche restarci per una cosa del genere -.. non possiamo permetterci errori o qui si mette male!..- il rosso aveva cominciato a sudare per lo sforzo, sentirsi portare via le energie a quel modo non era affatto piacevole. Quindi una seconda domanda venne posta loro [Risucchio Chakra][Consumo: 10 Bassi].


    SE Haruki non fosse stato in grado di dare una risposta il rosso avrebbe quindi spremuto le meningi fino a dare la sua risposta -Mmh.. ci sono!.. è il SUBISCI E MENA!!!.. se mi ferisci io ti ferisco.. ma se ti uccido sei semplicemente morto.. ahah.. hai presente Haruki quando decidi di sacrificarti per portare un colpo sicuro al tuo avversario.. aspetti il colpo fino a subirlo per portare contemporaneamente il tuo.. la risposta è Subisci e Mena!!!- e qui il rosso non era affatto sicuro della risposta. Ci aveva pensato su davvero tanto, ma non era riuscito a darsi nessuna altra risposta. La risposta era nata dall’esperienza più che da altro, tanti anni di combattimenti e lotte lo avevano preparato ad ogni genere di sacrificio ed azione e quella era forse quella che più si avvicinava alla visione della domanda posta.


    Sempre che fosse stata corretta Hoshi avrebbe sentito nuovamente le energie essere risucchiate, sembrava che una terza domanda fosse stata preparata per loro -Eh no cavolo!.. ancora?!.. ma quanto chakra serve per ste cavolo di domande?!.. guarda che così mi uccidi dannato spirito..- il rosso cominciava ad essere stanco di perdere energia così inutilmente ma non c’erano alternative. Un terzo indovinello andava risolto e ancora una volta il rosso sarebbe rimasto a pensare alla soluzione scambiando opinioni e quant’altro con il fidato Haruki. Di certo l’esperienza maturata dal rosso sul campo di battaglia poteva essere ben compensata dall’istruzione monastica ricevuta dal monaco al tempio della fiamma. La terza domanda forse poteva essere la più semplice tra quelle sentite fino a quel momento, le leggende e la semplice vita del ninja potevano aiutare a risolvere quel quesito.

    SE Haruki non fosse stato in grado di dare una risposta il rosso avrebbe quindi spremuto le meningi fino a dare la sua risposta -La risposta è SETTE e cioè il loro numero.. sette spade per Kiri.. sette sigilli per Oto.. sette maschere per Konoha.. e infine sette Kiseki per Suna!..- il rosso non aveva dubbi sulla risposta da dare, che fosse stato lui o Haruki a rispondere aveva poca importanza, ciò che contava era riuscire ad ottenere finalmente la libertà per poter continuare quell’avventura e recuperare infine almeno uno dei Kiseki che li erano stati nascosti.

    CITAZIONE
    Hoshi
    Vitalità: 19.50
    En. Vitale: 30/30
    Chakra: 64.75/100
    Recupero Abilità: ///

    Difesa1: /// Azione 1: ///
    Difesa2: /// Azione 2: ///
    Difesa3: /// Azione 3: ///
    Difesa4: /// Azione 4: ///
    Azione Bonus: ///
    Tecnica Base: ///
    Tecnica Avanzata: ///
    Tecnica Bonus: ///
    Equipaggiamento consumato: ///


    OT/ Le risposte sono nate da un confronto tra le mie idee e quelle di Bartok.. speriamo siano giuste! :ehm:
     
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61 replies since 12/1/2016, 00:32   1513 views
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