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La Balia
Post I
La kunoichi della Foglia fu convocata negli uffici dell'amministrazione che ormai conosceva molto bene. Ad attenderla trovò uno shinobi, probabilmente un chunin a giudicare dall'uniforme. La bandana blu che portava in testa era sormontata dal simbolo del Villaggio, sostituendo il più comune coprifronte. Non appena la ragazza ebbe richiuso la porta dietro di sé prese con sicurezza una busta sottile dalla colonna di documenti che campeggiava sulla sua scrivania e gliela porse. Signorina Fuyutsuki, qua dentro troverà tutte le informazioni che le servono per portare a termine il suo incarico. Niente di complicato, deve verificare lo stato di alcuni avamposti che venivano usati come basi di appoggio o seconda linea in caso di conflitto. Si trovano lungo il confine con il Paese delle Risaie a pochi chilometri dal fronte. Sebbene non sembrasse così vecchio l'uomo parlava come se avesse combattuto nelle ultime guerre che avevano coinvolto Konoha. Senza lasciarle il tempo di porre ulteriori domande, che probabilmente riteneva superflue dopo averle consegnato i fogli con tutte le istruzioni, la congedò in modo secco.
Poco prima che uscisse dalla stanza si ricordò tuttavia di aggiungere l'unica nota che nel rapporto non compariva. Ah dimenticavo, le abbiamo assegnato un altro genin con cui fare squadra. Ha bisogno di farsi le ossa, quindi sarà sotto la sua supervisione. Anche se è stato promosso da poco promette bene, quindi vorremmo una sua valutazione da inserire nella sua scheda. Lo scambio di sguardi tra lei e il chunin le fece intuire che era probabilmente al corrente del suo ruolo. Per quanto ne sapeva la kunoichi quell'uomo anonimo poteva benissimo essere un suo insospettabile superiore. Non avrebbe comunque avuto modo di scoprirlo. E' tutto, può andare.Shin terminò di preparare il proprio equipaggiamento e passò a salutare la sorellina. Sbaciò leggermente la porta della sua camera, cercando di non fare rumore. Aruhina dormiva pacifica nel proprio letto. D'altronde era l'alba. Le rivolse un sorriso e si avviò verso la piazza principale del Villaggio. Il giorno precedente aveva ricevuto istruzioni di unirsi ad un team di ricognizione per sincerarsi dello stato di alcuni punti di appoggio in disuso da alcuni anni. Ne era stato felice, non si profilava come una missione complicata, ma gli permetteva di rompere la monotonia quotidiana. Da quando era diventato uno shinobi della Foglia a tutti gli effetti non aveva ancora trovato il suo ruolo nel sistema. Probabilmente, in tempo di pace, l'offerta di ninja superava il fabbisogno e, per tenere occupati tutti, gli incarichi venivano razionati. Con questi pensieri raggiunse il punto d'incontro che il funzionario con la bandana gli aveva indicato con un sorrisetto complice diverse ore prima. Sebbene vi fosse già un discreto andirivieni di civili impegnati nelle faccende mattutine e di shinobi diretti ai propri incarichi nessuno sembrò fare caso a lui. Si sedette sul basso muretto che circondava un piccolo spazio erboso circolare, al centro del quale si trovava un'ampia fontana. Accompagnato dallo scrosciare dell'acqua e dai rumori di una città che si risveglia, si guardò attorno, cercando di capire con chi avrebbe dovuto far squadra per quella giornata.
Edited by Historia - 21/8/2016, 15:21. -
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Post II
Shin ricambiò il sorriso della ragazza che gli stava davanti. A quanto pare. Si alzò, ritenendo maleducato continuare i convenevoli da seduto. Shin Kinryu, onorato. Si sistemò meglio la sopravveste bianca dal bordo vermiglio che portava sopra il corpetto di cuoio. Un laccio alla base del collo la teneva ben ferma e sul retro la compagnia avrebbe potuto leggere in verticale la scritta in kanji, della stessa tonalità di rosso, veloce come il vento. All'accenno sulla gerarchia del loro team in miniatura sorrise di nuovo, alzando quasi impercettibilmente le spalle. Vada per la collaborazione. In quanto novellino tuttavia sappi che ogni consiglio che avrai piacere di darmi sarà ascoltato con la massima attenzione. I due si misero quindi in cammino per raggiungere l'ingresso principale del Villaggio. Mentre la Fuyutsuki faceva il punto della situazione il genin ne studiava la figura. Era sicuro di averla già vista altrove, ma probabilmente era passato un sacco di tempo da allora e non dovevano essere stati in rapporti così stretti se neppure il suo nome gli diceva qualcosa. Sperimentazione umana? Il commento ad alta voce gli era sfuggito per la sorpresa, quindi si scusò per l'interruzione. Certo, dovevano essere tempi interessanti in cui vivere. Per quanto amasse condurre un'esistenza tranquilla, il Kinryu trovava stimolanti situazioni che in molti avrebbero definito pericolose. Solo chi lo conosceva bene lo aveva visto perdere l'espressione allegra perennemente stampata sul viso, sostituita da atteggiamenti decisamente meno rassicuranti. Quando Ayuuki citò La Foglia Scarlatta Shin annuì vigorosamente. Certo, lo conosco. Può non sembrare, ma sono piuttosto ferrato in storia e geografia. Solo parte della sua conoscenza giungeva dai, comunque copiosi, libri che aveva letto fin da piccolo; moltissime notizie le aveva raccolte origliando le conversazioni dei membri del clan che si riunivano periodicamente, o interrogando i mercanti che transitavano per l'emporio di famiglia. Nel frattempo avevano terminato la verifica dei documenti e si stavano lasciando alle spalle Konoha. Quindi il nostro compito si limita ad una semplice ricognizione, corretto? Semplice, nel mondo ninja, era un aggettivo da prendere con le pinze. Per quanto fosse un periodo relativamente pacifico gli interessi di altri poteri del continente entravano in contrasto con quelli del Paese del Fuoco più di quanto gli stessi vertici della nazione fossero disposti ad ammettere. La Foglia, fortunatamente, teneva sempre la guardia alta e proprio in quell'ottica di prevenzione lui e la kunoichi si stavano recando verso il confine con il Paese delle Risaie. Il genin ricontrollò i parabraccia che indossava per accertarsi che fossero ben fissati. Il resto dell'equipaggiamento trovava posto in un porta kunai fissato alla coscia destra, nelle piccole sacche fissate alla cintura e nelle speciali tasche, una per ogni fianco, che ospitavano i tirapugni con lama. Le gambe erano avvolte entrambe con delle fasce rinforzate, visto che faceva delle arti marziali uno dei suoi punti di forza. Accertatosi che fosse tutto a posto, rivolse un'occhiata complice alla giovane. Io ci sono, quando vuoi. La veterana lo guidava con passo sicuro, forzandolo a dare il massimo per starle dietro. Il Kinryu avrebbe potuto viaggiare più agilmente se si fosse levato la pesante mantellina, magari stipandola in un rotolo porta oggetti, ma in quel modo non si sarebbe potuto allenare, migliorando le sue prestazioni. In ogni caso, pur senza apparire sfrontato, avrebbe cercato di dimostrare alla ragazza che era in grado di resistere. Per un poco i due proseguirono in silenzio, finché Shin non si rivolse alla compagna. Ayuuki gli sembrava una a posto, con cui era possibile conversare tranquillamente, quindi non si fece troppi problemi a chiederle qualcosa di più su di lei. Da quanto tempo sei una kunoichi? Io solo da pochi mesi. Dopo averle dato modo di replicare, proseguì. Anche se sembra un incarico tranquillo, siamo pur sempre in missione. Non sappiamo praticamente nulla delle nostre abilità. Tu in cosa eccelli? Come gli aveva fatto giustamente notare il suo esaminatore durante il duro esame genin che aveva affrontato, tale Ryuu di Kiri, conoscere i punti di forza e i punti deboli dei propri alleati era fondamentale per uno shinobi. Appena ne avesse avuto occasione avrebbe quindi scoperto le sue carte con la ragazza. Io sono prevalentemente votato ai taijutsu offensivi... Ci pensò un po' su, infine completò la frase. Posso aumentare temporaneamente la mia forza, ma preferirei non farlo se posso evitarlo. I contraccolpi sul fisico sono pesanti. Se dovesse accadere e la situazione lo permette ti chiederei di coprirmi mentre recupero. Aveva deciso di imparare quella kinjutsu per diventare più forte, in modo da proteggere ciò a cui teneva: la famiglia, gli amici e il Villaggio. Si rendeva conto, però, di avere ancora molta strada da fare. Inconsapevolemente, portò la mano al petto. Sotto i vestiti portava il ciondolo a forma di goccia di sangue che le kitsune gli avevano donato. Tra i due scese di nuovo il silenzio e Shin si concentrò sull'oscillare ritmico della treccia della kunoichi che lo precedeva di alcuni passi. Sorrise: aveva sempre trovato i capelli lunghi segno di femminilità. Anche Kairi li portava lunghi, sebbene sciolti, a quanto ricordava, ma era da parecchio che non la vedeva. Chi sa cosa stava facendo l'Uchiha in quel momento.. -
**Kat**.
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La Balia
Post III
Shin riflettè in silenzio sulla provocazione della veterana. Dentro di sé sapeva qual'era la risposta, ma non l'avrebbe condivisa con lei per timore di essere giudicato, quindi tacque. La sua fedeltà andava senza di dubbio all'Hokage e avrebbe protetto il Villaggio a costo della vita. Tuttavia, se si fosse trovato davanti ad una scelta del genere, avrebbe difeso la sua famiglia senza esitazione. Era diventato un ninja soprattutto per quel motivo, perché il mondo in cui vivevano non era sicuro come in superfice appariva. Il suo cuore era ancora puro, come avevano accertato le Kitsune del monte Yume, ma lo sarebbe rimasto continuando su quella strada? Aveva fatto loro una promessa nel sacro nome di Inari, e non aveva intenzione di tradire la loro fiducia. Non gli restava che pregare i kami affinché il giorno della fatidica decisione non giungesse mai.
Il percorso era piuttosto agevole, proprio come il giovane shinobi ricordava. Aveva in precedenza percorso quella strada in compagnia di Kato, anche se in senso contrario. I due infatti si erano recati a Konoha dopo l'avventura vissuta nella piccola isola di fronte al Paese delle Sorgenti Calde. Ad un certo punto però Ayuuki prese una deviazione, e paesaggi nuovi si aprirono di fronte al foglioso. I due, a tratti, conversavano tranquillamente, ma quando innocentemente Shin le chiese del suo passato intuì subito di aver toccato un tasto dolente, o per lo meno infelice, dal tono sommesso della risposta. Non conosceva il clan da cui proveniva la giovane, come probabilmente lei non aveva mai sentito nominare il clan Kinryu; eppure entrambi potevano vantare un glorioso passato da quanto poteva capire, anche se nel suo caso le loro gesta erano state compiute in tempi remoti e in luoghi lontani dalla loro attuale patria. Per fortuna fu lesto a cambiare argomento e la voce della ragazza ritrovò la vivacità perduta. Ti ci vedo poco nel ruolo della maestra sinceramente! Rise per la battuta, sperando di contagiare la compagna. Ad una prima occhiata potevano sembrare quasi coetanei; inoltre non aveva il modo di fare tipico dei sensei accademici, che amavano il suono della propria voce. Sono certo che imparerò comunque qualcosa standoti vicino!
Quando la via principale si rivelò poco praticabile a causa dell'ingorgo di carri e persone che avrebbe inevitabilmente rallentato il loro ritmo di marcia, la Fuyutsuki optò senza indugio per un sentiero a lei noto che conduceva nel folto della foresta. Quando gli consigliò di evitare il sottobosco Shin, con un paio di balzi, raggiunse l'agile kunoichi sui rami degli alberi che li circondavano. Non aveva particolare familiarità con lo spostamento aereo, per cui dovette concentrarsi al cento per cento per evitare di mettere il piede in fallo, anche perché la sua guida non accennò minimamente a ridurre il passo. Seppur faticando più del dovuto, i due avevano ripreso una buona andatura quando improvvisamente davanti a loro si stagliò un'alta parete rocciosa. La conformazione geologica occupava larga parte della piana dove si trovavano e aggirarla non era un'opzione che la ragazza della Foglia intendeva considerare. Shin guardò storto la kunoichi, inclinando lievemente la testa per amplificare l'effetto. Voi ragazze siete terribili... Quella situazione sembrava confermare il pensiero espresso poco prima: la Fuyutsuki non sarebbe stata per niente una buona sensei. Suppongo che dovrò improvvisare. Quella sarebbe stata l'unica risposta che Ayuuki avrebbe ottenuto al suo discorso canzonatorio. La faceva facile lei, quello che rischiava di ritrovarsi con qualche osso rotto era lui in fin dei conti. Si fermò di fronte al costone roccioso, ripassando le poche istruzioni che gli aveva dato. Sperava che la giovane ninja non avesse frettà, perché intendeva prendersi tutto il tempo necessario per trovare il bilanciamento di forze corretto. Di certo non era una testa quadra che correva come un pazzo incontro alla morte. Lasciato solo dall'altro membro del team, che aveva preferito precederlo, Shin socchiuse gli occhi, concentrandosi sul proprio flusso di chakra. Aveva già eseguito un esercizio simile quando aveva imparato a padroneggiare la tecnica proibita del Loto, quindi non ci mise molto a riprendere confidenza con il suo corpo. Concentrò il chakra nei piedi, come faceva di solito per rendere più reattivi i fasci muscolari, ma questa volta cercò di indirizzarlo in particolare verso la pianta, espellendolo al di fuori del corpo. Sentì immediatamente il terreno sotto di lui cedere e interruppe il flusso all'istante. Spostandosi di pochi passi vide un piccolo solco in corrispondenza dei suoi piedi, creato dal rilascio eccessivo di energia. Ayuuki lo aveva messo in guardia, seppure senza dilungarsi su come evitare quel problema. Sarebbe dovuto andare per tentativi ed errori. Il processo in sé non sembrava troppo complicato e il Kinryu, avvicinandosi alla roccia, prese coraggio e decise di mettersi alla prova direttamente sul campo. Distribuì in modo uniforme il chakra e fece un passo in avanti, con il corpo parallelo al suolo, poi un altro. Al terzo sentì chiaramente le suole delle scarpe perdere la presa e cadde di schiena sull'erba sottostante. Per fortuna si trovava solo ad un paio di metri d'altezza ed era addestrato a resistere a prove ben peggiori. Rimase un secondo seduto a gambe incrociate finché non realizzò quale fosse il suo errore. All'inizio aveva esagerato con la quantità di energia concentrata, ma poi gli sembrava di aver trovato la giusta misura. Finché si trovava in piano poteva funzionare, ma una volta iniziata la scalata si era scordato di aggiungere il peso del corpo, che andava bilanciato in modo completamente diverso. Che stupido... La kunoichi sarebbe stata ormai troppo distante per udire l'esclamazione, pronunciata per altro a mezza voce. Il ragazzò guardò nuovamente la parete, sospirando. Sarebbe stata una lunga ascesa. Sebbene fossero presenti diversi appigli, si rifiutò di scalare in modo convenzionato il costone: non aveva nessuna intenzione di darla vinta così alla ragazza. Balzò in piedi, deciso a riprovarci. Questa volta si allontanò un poco per prendere la rincorsa. Con un paio di falcate arrivò di fronte all'ostacolo, che contattò ad un paio di metri d'altezza in seguito ad un salto deciso. Il primo piede a prendere contatto fu istantaneamente irrorato di chakra e lo stesso fu per quello che seguì. La patina di energia era abbastanza spessa da sorreggere il peso del suo corpo questa volta. Con decisione continuò a correre sulla parete, prestando attenzione solo al flusso di chakra verso gli arti inferiori. Ogni tanto sentiva la suola perdere di aderenza, iniziando a scivolare verso il basso, oppure mancare l'appoggio per la troppa pressione esercitata sulla roccia friabile dal chakra sovrabbondante. In un caso o nell'altro faceva forza sull'altro lato in modo da superare la momentanea difficoltà, concentrandosi allo stesso tempo per riequilibrare il flusso. Ogni minima variazione del percorso lo teneva occupato, impedendogli di mantenere costante la quantità di energia emessa. Probabilmente era solo una questione di esercizio, ma in quel frangente non poteva pensare ad altro, pena la perdita di contatto con la roccia ed un salto di diversi metri nel vuoto. Il suo disappunto quando sentì un suono simile ad un'esplosione, probabile causa della serie di massi che gli stavano ora precipitando addosso, era quindi comprensibile. Ayuuki, se arrivo a mettere piede la sopra intero sappi che dovrai pagare pegno! Il tono di voce era stavolta sufficentemente alto perché raggiungesse la cima. Non aveva il minimo dubbio che dietro quell'imprevisto ci fosse la fogliosa, ma in quel momento aveva questioni più urgenti di cui occuparsi. Per iniziare, aveva perso il contatto con la superficie verticale a causa della distrazione. Riuscì ad allungare una mano su un appiglio sufficentemente solido da reggerlo subito dopo, ma fu costretto a gettarsi di lato per evitare il primo detrito. Dopo una breve caduta, nuovamente afferrò con le dita una sporgenza nella roccia. Non poteva contare sulla stessa fortuna per l'ennesima volta, per cui digrignando i denti si focalizzò sul ristabilire la presa tramite il chakra con gli arti inferiori. Facendo forza sulle braccia e inarcando lievemente il corpo riappoggiò le piante sulla roccia e le irrorò di chakra adesivo. Con uno scatto riprese la salita, dovendo ora badare sia ai suoi piedi che ai sassi che giungevano dall'alto. Concentrando energia nei muscoli della gamba destra si spinse nella direzione opposta, lasciando che una serie di frammenti gli sfilasse di fianco. Ovviamente dovette al contempo riequilibrare la forza emessa dal piede sinistro in modo che rimanesse ben ancorato alla superficie verticale. Lo shinobi sorrise, iniziava a prenderci mano, o meglio piede. Ma quel pensierò rischiò di essergli fatale. Una pietra ben più grossa delle precedenti si trovava a pochi metri da lui e stava prendendo velocità. Maledizione... Un osservatore esterno avrebbe visto la figura del foglioso travolta dal macigno, ma poi di lui più nessuna traccia. Se avesse prestato più attenzione si sarebbe accorto che all'ultimo istante un piccolo sasso aveva preso il posto del ninja, distruggendosi nell'impatto con quello maggiore. C'è mancato poco questa volta! Shin, illeso, era poco più in là, che cercava di riprendere l'equilibrio regolando nuovamente il flusso di chakra emesso dagli tsubo sulle piante dei piedi. Era stato costretto a ricorrere ad un jutsu per evitare il pericolo; per fortuna aveva imparato a sfruttarlo senza posizioni magiche, altrimenti se la sarebbe vista brutta[Slot Tecnica] Tecnica della Sostituzione - Kawarimi no Jutsu Villaggio: GenericoPosizioni Magiche: Ariete, Cinghiale, Bue, Cane, SerpenteL'utilizzatore può effettuare un movimento accelerato tramite l'uso del chakra, lasciando al proprio posto un oggetto o un essere vivente consenziente di pari dimensioni o inferiore. È un movimento accelerato: non può essere usato per fuggire da uno spazio chiuso o da luoghi dove non vi è sufficiente spazio d'uscita. Le correnti di chakra disturbano l'esecuzione della tecnica: non è possibile apparire a distanza inferiore ai 6 metri da un essere vivente. La distanza massima percorribile è pari a 21 metri. Può essere usata come Difesa Totale; può risultare sleale. Tipo: Ninjutsu - Ninpou(Livello: 4 / Consumo:Basso ) [Abilità] . Eppure, nonostante tutto, iniziava a vedere la meta. Ancora pochi metri lo separavano dalla fine di quella prova alla morte, come l'aveva elaborata la sadica fanciulla cui era affidato. A quanto sembrava non c'erano altre rocce destinate a cadergli sulla testa e, correndo ad una discreta velocità nonostante si trovasse su una parete perpendicolare al suolo, impiegò solo pochi secondi a raggiungere la sommità. Aiutandosi con le mani si diede la spinta, felice di ritrovare il terreno pianeggiante sotto di sé. Dopo essersi allontanato dal ciglio rivolse uno sguardo torvo ad Ayuuki, ma il tono di voce si rivelò inaspettatamente leggero. Chi lo avrebbe mai detto che dietro quel bel faccino si nascondesse un animo tanto crudele. Ora ti tocca fare ammenda! Quella prova era stata superata dal Kinryu senza eccessiva difficoltà, tutto considerato. D'altronde era sempre stato uno degli studenti più promettenti del suo anno e il duro lavoro a cui si era sottoposto iniziava a dare i suoi frutti.Passo Lampo - Shumpo Abile: L'utilizzatore può utilizzare le tecniche di spostamento accelerato senza bisogno di posizioni magiche, ma il tempo di caricamento rimane inalterato. [Da Genin] . -
**Kat**.
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La Balia
Post IV
Nonostante, oggettivamente parlando, i modi di fare della Fuyutsuki fossero tutt'altro che gentili, almeno nella accezione comune del termine, a Shin il carattere determinato della ragazza piaceva. Quando controribattè, sostenendo che dovesse essere invece lui a ringraziarla, fece quindi spallucce. Per stavolta siamo pari allora. Quello era il massimo che poteva concederle senza apparire uno smidollato o mancarle di rispetto. Tutto sommato, si ritrovò a pensare il genin mentre riprendevano la marcia, le sue parole contenevano più di un briciolo di verità. Il percorso tornò a farsi presto accidentato a causa della vegetazione rigogliosa che li costringeva a passare da un albero al successivo scegliendo con attenzione il percorso meno ostruito da frasche, liane ed altre strutture arboree. Talvolta, quando chiazze di muschio o foglie cadute che avevano trattenuto l'umidità gli facevano mettere il piede in fallo ed era sul punto di scivolare, ricorreva nuovamente al chakra adesivo per prevenire cadute rovinose. Un po' alla volta se ne stava appropriando, ma sapeva benissimo che il grosso del lavoro lo aveva fatto compiendo quella rischiosa scalata su suggerimento della fogliosa. Dopo diversi chilometri -il paesaggio sempre uguale gli aveva fatto perdere la cognizione del tempo e della distanza- Shin iniziò a sentire la fatica. Se prima il silenzio era stato dettato dalla mancanza di argomenti, ora era una necessità per risparmiare preziose forze. Il giovane stava cercando di reggere il più a lungo possibile senza lamentarsi in quanto non desiderava essere considerato un debole, o peggio un peso, dalla compagna. Per sua fortuna da lì a poco si fermarono in una radura per concedersi la prima pausa da quando avevano lasciato il Villaggio. Scendendo dall'albero si diede un'occhiata intorno. Tra la vegetazione poteva udire battiti d'ali e richiami di diverse specie d'uccelli, mentre un numero elevato di piccole creature brulicava e si librava nello spiazzo erboso. Uno scorcio di natura incontaminata comune al centro dell'altopiano del Paese del Fuoco, ma stupefacente per gli abitanti della città. Shin sorrise. Per quanto fosse stato spesso in mezzo ai boschi che circondavano Konoha quello era comunque uno spettacolo che ristorava l'anima. E il verde brillante dell'erba era un'ottima cura per qualsiasi pensiero triste. Si appoggiò ad un tronco, sgranchendosi il collo e le spalle tese per il pesante esercizio fisico. Osservò la ragazza allestire con cura un piccolo, ma attrezzato laboratorio di erboristeria e, dimenticandosi per un attimo della stanchezza, le chiese se potesse darle una mano. Non avrebbe saputo da dove iniziare ovviamente, ma imparava in fretta. In ogni caso da lì a poco Ayuuki, per tenerlo occupato, lo invitò ad esercitarsi per migliorare il suo controllo del chakra. Alzò lievemente un sopracciglio fingendosi indispettito, ma faticava a nascondere un sorrisetto divertito. Ho capito ho capito è un modo per tenermi fuori dai piedi e impedirmi di far danni. D'accordo, ora ci provo. Sistemò le provette che la kunoichi aveva gentilmente offerto in sacrificio in modo che fossero a portata di mano e si preparò all'allenamento. Nel frattempo la Fuyutsuki si era voltata, intenta nel suo lavoro, dandogli le spalle. Shin rimase per alcuni istanti ad osservarla, e diversi pensieri gli attraversarono la mente. A pelle gli stava decisamente simpatica, e aveva dimostrato di avere un'ottima preparazione come ninja, anche se non l'aveva ancora vista in azione. Non che si augurasse di scoprire le sue capacità in quel frangente, essendo quella una semplice missione di ricognizione, anche se non si poteva mai sapere cosa riservava il futuro. Alla fine le rivolse solo poche parole, sospirando. Beh suppongo dovrei ringraziarti del pensiero, quindi buon lavoro. A quel punto si dedicò anche lui al suo compito, sebbene non la perdesse di vista un attimo. La giovane aveva visto giusto, lo shinobi era dotato di una vivace curiosità per tutto ciò che non conosceva. Prese comunque in mano una provetta dall'aria delicata e fece affluire il chakra nel palmo. Decise di iniziare con una quantità minima per non danneggiare lo strumento di vetro. Con attenzione allentò la presa per verificare la tenuta, ma l'oggetto scivolò inevitabilmente al suolo. Aspettandoselo era psicologicamente pronto e riuscì a recuperarlo al volo con la mano libera. Senza demordere, ritentò aumentando sensibilmente la quantità d'energia emessa. Aprendo il palmo la provetta restò perfettamente aderente alla pelle. Dopo alcuni secondi però vide il vetro coprirsi di crepe ed infine esplodere in mille pezzi. Ops...spero non ci tenessi troppo. Non aveva sbagliato di tanto, ma quel poco bastava a fare la differenza tra un lavoro ben fatto ed un fallimento. Ora però aveva dei parametri su cui lavorare, quindi gli sarebbe bastato perfezionare lo spessore della patina adesiva e la continuità del flusso per raggiungere l'obiettivo che si era prefisso. Alcune provette rischiarono ancora di cadere, ma furono salvate prima dell'impatto col suolo ed un'altra riportò fratture tali da divenire inutilizzabile, ma alla fine lo shinobi della Foglia riuscì a padroneggiare la tecnica limitando i danni. Quando Ayuuki si rivolse nuovamente a lui lo trovò seduto a gambe incrociate che giocava con una provetta, facendola ruotare lentamente tra le dita ed infine reggendola in equilibrio tramite il chakra adesivo sul dorso della mano. Quando lei si avvicinò interruppe il flusso, prendendo al volo la provetta con l'altra mano e riconsegnandola alla legittima proprietaria. In cambio ricevette un tonico dall'aria decisamente poco appetibile. Lo shinobi, che l'aveva osservata lavorare per tutto il tempo senza mai levarle gli occhi di dosso e che, con sguardo attento, leggeva la tensione dissimulata sul viso della ragazza, prese la repentina decisione di farle uno scherzo. Aveva valutato la situazione e ritenne di potersi arrischiare. Con un sorriso esagerato e socchiudendo gli occhi a mezzaluna prese la compressa e la frantumò con i denti, portando i frammenti sotto la lingua come era abituato perché il principio attivo fosse assorbito più velocemente dal corpo e quindi facesse effetto di lì a breve, come era richiesto ai medicinali ninja. La pastiglia era piuttosto amara, ma nulla di incommestibile, e subito Shin sentì tornargli le forze. Assicuratosi che non vi fossero effetti collaterali sgraditi decise di mettere in scena la sua piccola recita. Portandosi una mano alla gola finse, con tutta la bravura di cui era capace, di star soffocando. Strabuzzò quindi gli occhi e si lasciò cadere di peso all'indietro, atterrando con le spalle sul manto erboso con un piccolo tonfo. A quel punto rilassò tutti i muscoli del corpo lasciando andare gli arti e terminò chinando il capo di lato e chiudendo gli occhi. A quel punto trattenne il respiro per alcuni lunghi secondi restando perfettamente immobile, con i sensi concentrati sulla reazione della compagna di squadra. Se si fosse preoccupata per lui l'avrebbe lasciata fare per un poco, prima di riprendere teatralmente a respirare spalancando gli occhi. A seconda della sua faccia si sarebbe o meno messo a ridere a crepapelle. Se invece avesse avuto una reazione avversa sarebbe stato lesto a rotolare di lato per evitare la sua ira. In fin dei conti la conosceva da poco e non sapeva come l'avrebbe presa, quindi era pronto a tutto. In un certo senso quello era un test, per vedere cosa nascondeva la fanciulla sotto la maschera. In ogni caso una volta calmati le avrebbe sorriso. Ma aggiungendo, che so, un po' di miele per addolcire le pillole, perdono effetto o non lo fate perché siete sadici?. -
**Kat**.
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La Balia
Post V
La risata si spense sul viso del ragazzo quando vide comparire una maschera d'ira sul volto della kunoichi. Tuttavia fu lesto a concentrare tutto il chakra che era in grado, superando anzi la dose raccomandata, per darsi una decisa spinta laterale con il braccio destro ed evitando d'un soffio la letale morsa della Fuyutsuki [Slot Difesa] [Impasto] [Danno]. Era pronto ad ogni evenienza fortunatamente, non conoscendo ancora bene la collega, ma comunque rimase esterefatto per la reazione decisamente eccessiva. Si rialzò con uno scatto, reggendosi il braccio dolorante, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa la vide tranciare un albero a mani nude con un terribile boato. Mentre raccoglieva il tronco con fini poco amichevoli Shin se la stava già dando a gambe cercando riparo tra la vegetazione. Non assistette all'incredibile lancio del genin veterano, ma ne fu travolto dagli effetti. Il fusto della pianta travolse numerosi altri arbusti provocandone la caduta. Un'esplosione di frammenti di legno investì il giovane, sbalzato a terra dall'urto con un pezzo più grande degli altri. Si mise immediatamente carponi, temendo di dover affrontare la furia della ragazza, ma non sembrava averlo inseguito. Fece un rapido controllo delle proprie condizioni. A parte il braccio formicolante, una scheggia gli avevano procurato un lungo taglio alla coscia sinistra, ma dalla perdita contenuta di sangue dedusse si trattasse di una lesione superficiale. Il grosso del danno era stato contenuto dal corpetto di cuoio, anche se sotto la protezione aveva riportato diversi contusioni che si sarebbero trasformate presto in ematomi. Si rimise in piedi, appoggiando con attenzione il peso sulla gamba ferita, ma il fastidio era sopportabile. Detesto le persone senza un minimo di senso dell'umorismo...Donne! Non c'era in realtà nessuna correlazione tra le due esclamazioni, biascicate a mezza voce. Tranne ovviamente la modesta esperienza del Kinryu con le esponenti del gentil sesso che avevano scelto la difficile strada del ninja. Si interrogò se fossero costrette a metter da parte la simpatia per sopravvivere in quel duro mondo dominato dai maschi, oppure se solo quelle già prive di quella dote decidessero di diventare strumenti di morte. Le sue inconcludenti elucubrazioni furono interrotte dalla voce di Ayuuki. Sembrava essersi calmata, ma Shin non era certo di potersi fidare. D'altronde, lei era probabilmente più forte di lui, anche senza contare le ferite. Con la stessa gioia di un condannato che si dirige al patibolo uscì nella radura, dirigendosi verso la kunoichi. Tuttavia non era nel suo carattere chinare la testa come un cagnolino sgridato. Chiedo scusa, era uno scherzo scemo, lo riconosco, e sono disposto a fare ammenda... Però la reazione che hai avuto era un po' esagerata... La voce era decisa, per quanto pacata. Aveva cercato di mettere in pratica tutta la propria capacità di mediazione, ma se doveva collaborare con qualcuno doveva sapere fino a dove poteva spingersi. Se quello fosse stato un test, la ragazza lo avrebbe fallito. Al giovane genin bastava il ricordo dell'esperienza con Hebiko, allora studentessa del Villaggio del Suono, per sapere quanto potesse essere sgradevole, se non pericoloso, ritrovarsi fianco a fianco di un elemento squilibrato che poteva far del male ad amici e nemici indistintamente. Ayuuki, con quello sguardo tanto dolce quando era in buona, non le sembrava una scheggia impazzita come l'otese, ma se era bastato così poco a farle perdere la trebisonda non osava immaginare come avrebbe reagito se insultata o peggio, magari nel bel mezzo di una missione di copertura. Sostenne con sguardo fermo quello della kunoichi, aspettandosi una risposta di qualsiasi tipo, senza tuttavia provocarla. Poco dopo comunque, per spezzare la tensione, avrebbe fatto un cenno verso la ferita sanguinante. La tua offerta di medicarmi è ancora valida? Se lei avesse assentito si sarebbe lasciato esaminare, disinfettare e fasciare dove ve ne fosse stato bisogno. Nel frattempo si spolverò i capelli argentati, prestando attenzione a non gettare i frammenti di legno che rimuoveva addosso alla ragazza. Fingendo una certa casualità attaccò quindi discorso. Quel colpo che hai usato contro l'albero è stato fantastico...Pensi che potrei imparare a farlo anche io? Sul volto del ragazzo era tornato un sorriso rilassato, come se non fosse successo nulla nei cinque minuti precedenti. Il Kinryu era fatto così, serio e profondo come un adulto, ma incapace di portare rancore per delle sciocchezze. Anzi, era quasi contento di essere accudito dalla ragazza che aveva conosciuto solo quella mattina, sebbene la medicazione fosse leggermente dolorosa. In fin dei conti non era cattiva. Magari un po' pazza, ma non cattiva. Almeno così credeva.. -
**Kat**.
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La Balia
Post VI
Il sorriso della kunoichi in mezzo alla radura devastata risultava particolarmente inquietante. Shin si guardò intorno, avvicinandosi con circospezione. Scavalcò quello che restava di un albero e raggiunse la collega. La calma che regnava sul suo viso era surreale. Per un secondo il Kinryu si domandò se stava per offrirgli del the, ma tenne il pensiero per sé. La sua innegabile saggezza, uno dei motivi per cui era solitamente ritenuto più maturo dei suoi coetanei, gli consigliò di ignorare l'argomento e di far finta di nulla, per cui quando la ragazza accennò ad una terribile bestia quale responsabile di tale trambusto si limitò ad alzare gli occhi al cielo, annuendo distrattamente. Già, ma ammettereai che era un animale maestoso. Solo una lievissima sfumatura di sarcasmo era presente nella voce. Avrebbe dovuto fare rapporto sull'accaduto, ma si sentiva in qualche modo responsabile. In fin dei conti era iniziato tutto a causa di un suo scherzo, di certo non era un comportamento encomiabile per un ninja. Quindi, anche se nella bilancia delle colpe la Fuyutsuki era senza dubbio in torto, decise di stare al gioco e di ignorare il suo sfogo. Non aveva la minima intenzione di mettere nei guai Ayuuki per così poco, non aveva mai fatto la spia neppure da bambino. La sua mente, compiendo un salto pindarico, lo riportò sulle pendici del monte Yume. Lui e Kato avevano affrontato un vero demone incarnato, tenuto sotto controllo dai sigilli delle kitsune. Sovrapensiero, mentre si lasciava medicare, mormorò tra sé. Quell'orso sì che era temibile... Molto più della genin veterana, completò mentalmente. La fissò, sperando che non avesse sviluppato poteri di lettura del pensiero nel frattempo, altrimenti avrebbe fatto meglio a far testamento. Contrasse leggermente la mascella mentre la giovane passava con il disinfettante sopra il taglio alla gamba. Non poteva lamentarsi, la fogliosa si stava rivelando un'infermiera provetta. Controllando la fasciatura al termine della medicazione le sorrise. Lavoro eccellente, ti ringrazio. C'era una certa ironia nel fatto che fosse stata proprio lei a procurargli le lesioni curate con tanta cura. Se un giorno avessi un team ti vorrei sicuramente con me. Le fece l'occhiolino, rilassandosi. Sì, per il Kinryu era acqua passata. Si alzò, rimesso a nuovo, dimostrando interesse per l'abilità utilizzata dalla ragazza. Sembrava disposta a dargli delle dritte per padroneggiare quella conoscenza. Shin avrebbe accolto con favore tutta la fatica e il sudore se la ricompensa era diventare più forte, come poteva testimoniare Sanji, di cui portava il mantello intorno, quindi si mise subito all'opera. Scrutò il sasso indicatogli dalla sensei e lo colpì con un normale pugno, ma al massimo della sua forza. Si sbucciò leggermente le nocche, ma ignorò la ferita. Hai ragione, non sono neppure riuscito a scalfirlo. Vediamo ora. Concentrò un'elevata quantità di energia nei muscoli e ritentò. Ancora una volta il megalite rimase intatto, mentre lo shinobi si reggeva il braccio, dolorante per il contraccolpo. Aveva commesso un evidente errore, comprensibile considerando che si approcciava per la prima volta al controllo del chakra. L'energia era infatti stata diretta verso l'interno, per incrementare le capacità delle fascie muscolari, e non verso l'esterno prendendo di mira l'oggetto da distruggere. Che idiota... Proviamo così allora! Rivestì l'altra mano con un'aura di chakra simile a quella prodotta per ottenere l'effetto adesivo, ma questa volta invece di trattenerla e modellarla a forma di patina in modo che aderisse la lasciò libera di fluire. Tentò un nuovo attacco, ma gli effetti furono scoraggianti. L'emissione di energia era riuscita appena a graffiare la pietra, mentre il ragazzo aveva il fiatone. Evidentemente stava usando una quantità di energia superiore a quella necessaria a causa della sua cattiva gestione del flusso. Fece un paio di respiri profondi facendo tornare il battito regolare e nel mentre ripassò gli insegnamenti della Fuyutsuki. Doveva espellere il chakra contestualmente al colpo, altrimenti avrebbe perso efficacia. Al contempo, però, doveva concentrarlo in modo da aumentarne la potenza. Poteva provare a pressurizzarlo forse, trattenendolo in un punto sulla propria pelle per poi rilasciarlo. Si rese conto che avrebbe avuto bisogno di numerosi tentativi, il suo controllo del chakra era ancora troppo grezzo per sperare di ottenere la precisione necessaria alla prima prova. Sospirò e si procurò delle bende con cui fasciarsi le mani come i lottatori. Prevenire era meglio che curare. Raccolse il chakra nella mano, alternando nuovamente l'arto. Con attenzione lo accumulò sulla superficie della pelle, aumentandone gradualmente la quantità, ma al contempo cercando di trattenerlo aderente alle dita ripiegate senza che si disperdesse. Quando intuì che da lì a poco sarebbe sfuggito al suo controllo vibrò il colpo e rilasciò l'energia appena sentì l'impatto contro il materiale rigido. L'esplosione che ne seguì lo sbilanciò, mandandolo col sedere per terra. Il braccio destro era ricoperto di piccole abrasioni nonostante il tessuto protettivo, ma anche la stele appariva danneggiata in modo rilevante. Seppure la struttura fosse ancora intera dal punto dove aveva scaricato il pugno si irradiavano diverse crepe. La strada era giusta, ma era tutta in salita. Ripetè la procedura con la mano sinistra, cercando di rilasciare il chakra raccolto nell'ultimo istante utile. Le fratture sul megalite si fecero più profonde, ma resistette. Aspettandosi il contraccolpo questa volta lo shinobi rimase in piedi, seppur a fatica. C'era quasi, se lo sentiva. Portò indietro la mano destra con una flessione del torso, poi fece scattare i muscoli investendo in pieno il masso. Una pioggia di detriti fu scagliata in tutte le direzioni con una boato assordante. E ci voleva tanto? L'auto ironia, quando non eccessiva, era una qualità simpatica. Si lasciò cadere al suolo, attendendo che Ayuuki gli rivolgesse la parola. Di certo la sua attenzione era stata attratta dal rumore. Quella, in tutta risposta, gli porse un nuovo esperimento. Shin controllò i muscoli del volto, rimanendo con un'espressione neutra. Non voleva farsi sfuggire un sorrisetto, né uno sguardo terrorizzato. In silenzio, allungò un braccio verso di lei e si accorse che piccole gocce di sangue ne cadevano al suolo. Entrambi gli arti dello shinobi erano coperti da piccoli tagli ed abrasioni, da cui stillava il fluido vermiglio. Abituato com'era ad esercitarsi spingendo sempre al limite il suo corpo, come era successo con il loto, il Kinryu non si era neppure accorto di quel piccolo inconveniente. Ora però, calata l'adrenalina, iniziava a sentire un pizzicorio diffuso e dei dolori più consistenti attorno alle nocche. Prese il tonico e lo inghiottì veloce, sperando che aiutasse. La Fuyutsuki, che aveva svolto quell'allenamento prima di lui, era probabilmente consapevole delle controindicazioni e non si era fatta trovare impreparata. Il medicinale fece subito effetto e le ferite sul corpo di Shin si richiusero, smettendo di sanguinare all'istante. Un tonico coaguante in piena regola, complimenti. Grazie del pensiero! Le sorrise a tutta faccia, felice per aver imparato a controllare meglio quel potere e per le attenzioni della compagna. Ti scoccerebbe sistemarmi un attimo le braccia per favore? Non sono molto presentabile. Si portò una mano dietro la testa, ridacchiando. Potevano finalmente rimettersi in marcia per completare la loro missione.. -
**Kat**.
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La Balia
Post VII
Il Kinryu guardò la kunoichi con un sorriso ed un pizzico d'invidia. Sono fortunati ad averti nel loro team! Spero anch'io un giorno di trovare dei compagni stabili. Pensò agli shinobi con cui aveva stretto di più nel corso dei suoi studi accademici e in seguito, dopo il diploma. Shunsui, Kairi, Kato, Aoi ed ora Ayuuki. E chi sà quali nuovi incontri gli avrebbe portato domani. Già, forse il suo sogno poteva avverarsi prima o poi.
L'idea dei guanti era buona, ma il giovane genin non si trovava particolarmente a suo agio con le mani coperte da tessuto: gli facevano perdere precisione con i movimenti fini. Inoltre, e su questo probabilmente la kunoichi avrebbe assentito, sentire il dolore sulla propria pelle era modo migliore per imparare ed uno sprono a migliorarsi. Tuttavia ringraziò la ragazza per i consigli. Ancora una volta si prese cura delle sue ferite, detergendo le braccia e ricoprendole con delle bende pulite. Quando era in buona sapeva essere adorabile, ma dopo averla vista infuriata Shin restava costantemente sul chi vive. Non di meno scordò le buone maniere. Scusa per il disturbo, inizio a pensare di essere un peso per te. Ridacchiò a bassa voce, scompigliandosi i capelli con una mano come faceva spesso quando era lievemente imbarazzato. Da lì a mezz'ora ripresero la marcia, raggiungendo la loro destinazione in perfetto accordo con la tabella di marcia, nonostante le soste che la Fuyutsuki aveva accordato all'inesperto compagno perché potesse esercitarsi a padroneggiare il controllo del chakra. Il ragazzo studiò con attenzione la conformazione dell'avamposto e dell'insediamento che, come accadeva spesso in tempi di pace, era cresciuto fin a ridosso delle mura di cinta. Superato il profondo fossato trovarono il punto d'accesso alla struttura presidiato da un paio di shinobi, probabilmente genin in addestramento, che svolgevano la loro gavetta come guardie di confine. Shin lasciò che fosse la compagna a dare le spiegazioni del caso e continuò a guardarsi intorno. Gli edifici che poteva intravedere oltre il cancello avevano evidentemente bisogno di una mano di vernice fresca, ma sembravano solidi. La foresta, che si interrompeva ad una decina di metri dalla staccionata, sembrava stranamente silenziosa. Probabilmente la presenza dell'uomo rendeva gli animali più cauti. Il terreno su cui avevano camminato per raggiungere il ponte, inoltre, era coperto da pozzanghere e le suole delle loro scarpe si erano coperte di fango. Il Kinryu si voltò verso gli shinobi che, dopo un breve scambio di battute, avevano chiesto ad Ayuuki di attendere. Pochi minuti dopo fece la sua comparsa un chunin, probabilmente il supervisore della guarnigione, che scambiò i saluti di rito. Benvenuti. Il mio nome è Goro Ishimazu, ma credo lo sappiate già. I due ninja provenienti da Konoha annuirono, avendo letto tale informazione sul dossier che il funzionario aveva consegnato loro. La cadenza di voce dell'uomo era secca, tipica di qualcuno abituato a dare ordini. La figura alta e slanciata suggeriva autorità, impressione rafforzata dall'uniforme in perfetto stato e dalla scelta di portare il coprifronte legato al braccio piuttosto che sulla testa, ricoperta da corti capelli castani dal taglio militare. Allungò la mano quasi strappando dalle mani il plico di fogli che la kunoichi aveva consegnato al sottoposto, che abbassò gli occhi, maledicendosi per la sua mancanza di prontezza. Le labbra sottili non ebbero nessun sussulto mentre ne leggeva sommariamente il contenuto: era chiaro che non aveva nulla contro la loro visita, al più li considerava una scocciatura di cui si sarebbe liberato presto. Dopo diversi minuti di pesante silenzio fu nuovamente il capitano a parlare. Sembra che siate qua per verificare lo stato dell'avamposto. Potrei assicurarvi che va tutto alla perfezione, ma se vi hanno scomodati per controllare tanto vale farvi dare un'occhiata. Da questa parte. Senza attendersi una risposta superò il cancello e si incamminò verso un basso edificio di cemento. Era evidentemente l'accesso ad una struttura più ampia che si estendeva sotto terra. Come Shin ebbe modo di scoprire il contingente aveva riadattato le sale più superficiali del complesso perché ospitassero gli obiettivi più sensibili: magazzini, infermieria, sala comando e celle. I dormitori e il refettorio sono nell'edificio a ridosso della palizzata. Il resto dei tunnel sono stati sigillati ancora al tempo del terzo Hokage. O almeno, lo erano fino a qualche giorno fa. Il giovane, che non aveva smesso un istante di curiosare, notò nel corridoio un rigolo d'acqua, ma non ci fece troppo caso finché non scesero una rampa di scale scarsamente illuminata, guidati dal chunin. Nel pianerottolo dove sostarono erano evidenti le tracce di un allagamento recente. Gli shinobi avevano ripulito il più grosso, ma a giudicare dalle tracce di fango l'acqua doveva aver raggiunto almeno il metro. Sulla regione si sono abbattute pesanti pioggie e un condotto di scolo deve aver ceduto. Niente di cui preoccuparsi comunque, ma questa mattina una pattuglia si è imbattuta in questo. Continuando a camminare erano giunti in una sala circolare su cui, un tempo, si aprivano almeno cinque diverse porte. Apparivano tutte murate da anni, tranne quella all'estrema sinistra. I mattoni e il calcestruzzo erano stati strappati dalla forza della piena e giacevano sul pavimento antistante, lasciando un'apertura sufficiente affinché un uomo di corporatura minuta si infilasse nello spazio. Prima che i due potessero commentare l'uomo gli invitò a farsi avanti, gettando uno sguardo nella cavità. Il cunicolo era immerso nell'oscurità più totale, ma quando la luce emessa dalla torcia retta da Goro lo colpì Shin sgranò gli occhi. Davanti a loro stavano i resti di quella che appariva con ogni probabilità come una muta, ma a destare impressione erano le dimensioni. Qualsiasi creatura si fosse lasciata dietro quella pelle doveva avere dimensioni almeno pari a quelle di un essere umano. In quel momento udirono dei passi alle loro spalle, ma quando si voltarono videro comparire un uomo in vestiti da dottore. Vi presento Shinzo, il nostro ufficiale medico. L'uomo sorrise a Shin e Ayuuki, trattenendo a stento l'emozione. Salve! Che ritrovamento eccezionale! E chi sà cos'altro si nasconde in quei cunicoli! Il chunin lo gelò con lo sguardo. Da protocollo richiuderemo questo crollo al più tardi domani. Stavo giusto finendo di comporre un messaggio quando siete giunti. Lo scienziato, visibilmente contrariato, balbettò una timida protesta. Ma...sarebbe uno spreco, insomma potremmo scoprire qualcosa di utile... Con un secco gesto della mano Goro zittì l'uomo. La decisione è già stata presa e non è sindacabile. Sono certo che avessero raccolto tutte le informazioni importanti quando li hanno sigillati, non si preoccupi. E qualsiasi cosa ci fosse è sicuramente morta da decenni ormai! Il medico abbassò la testa, rattristato, ma sottomesso. Tornando a rivolgersi alla Fuyutsuki e al Kinryu indicò la scala da cui erano arrivati. Direi che è tutto. Avete intenzione di riprendere immediatamente il viaggio? Altrimenti potete riposare in una delle stanze del dormitorio questa notte. Per ogni altra cosa sono a vostra disposizione. Shin avrebbe lasciato la decisione ultima al genin veterano, ma se avesse potuto esprimere la sua opinione avrebbe optato per ripartire all'indomani. Una volta all'aperto, mentre veniva deciso il da farsi, il ragazzo diresse lo sguardo verso le cime degli alberi che si intravedevano oltre le fortificazioni. Il silenzio nella foresta tutto intorno a loro lo metteva a disagio. Appoggiò la mano al petto, controllando che il ciondolo che portava sotto i vestiti fosse ancora al suo posto.. -
**Kat**.
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La Balia
Post VIII
Il chunin in comando nell'avamposto squadrò la ragazza che aveva d'innanzi. Non si preoccupi, siamo in grado di riparare un muro. Per quanto riguarda le possibili minacce... L'uomo sottilineò quella parola senza distogliere gli occhi da quelli della Fuyutsuki ...posso assicurarle che nell'accampamento non è entrato assolutamente niente, altrimenti ce ne saremmo accorti. E qualsiasi cosa ci sia, o meglio ci fosse in quei tunnel, non ci riguarda. Era chiaro che l'ufficiale riteneva quella pelle lì da tempo, e qualsiasi animale l'avesse lasciata doveva essere morto di fame considerato quando il passaggio era stato bloccato. Nella sua ricostruzione il crollo era imputabile esclusivamente all'azione dell'acqua e al deterioramento dei materiali nel corso degli anni. In ogni caso, per lui la questione era chiusa. Shin rimase in silenzio come ci si aspettava da un subordinato, anche se dentro di sé avrebbe desiderato dare manforte alla collega. Tornati a vedere il cielo, la kunoichi comunicò la sua decisione. Perfetto, così faremo il viaggio di ritorno freschi almeno. Non poteva ancora sapere che la ragazza aveva ben altri progetti in mente per loro. Solo una volta raggiunto il loro alloggio si decise a scoprirsi, rivelando il suo piano. Seduto sulla branda, Shin prese a guardarla con sospetto non appena aprì bocca, ma decise di lasciarla finire per vedere dove andava a parare. Il suo presentimento purtroppo era corretto e si ritrovò invischiato in faccende da cui si sarebbe volentieri tenuto fuori. Se ci fosse stato un rischio concreto e evidente sarebbe stato il primo a offrirsi per affrontarlo, ma di fatto ora Ayuuki gli stava semplicemente chiedendo di assecondare un suo sospetto completamente privo di evidenze. Memore del caratterino dimostrato dalla fogliosa quel pomeriggio tuttavia, si limitò a scuotere la testa sconsolato. Eh già, vuoi mettere la schiena domani mattina poi? Meglio passare la notte ad esplorare qualche tunnel sotterraneo, molto più rilassante. Il sarcasmo era uno delle reazioni preferite dal Kinryu in situazioni dove riteneva di non potersi esprimere liberamente. L'interlocutore, se sufficientemente sveglio, avrebbe capito il suo reale pensiero, ma allo stesso tempo il genin avrebbe accettato la situazione senza opporsi appertamente. Era un buon compromesso, in mancanza di meglio. Non appena la compagna se ne fu andata per la sua strada, Shin si mise all'opera. Meglio togliersi il pensiero subito, con un po' di fortuna sarebbe riuscito a ritagliarsi pure un paio d'ore di meritato riposo prima dell'alba.Il genin di guardia davanti all'infermeria squadrò con sospetto la ragazza, ma ad Ayuuki non sarebbe sfuggito il suo indugiare sulle curve femminili del suo corpo. Per i militari, soprattutto quelli più giovani, essere assegnati di guarnigione in luoghi remoti poteva essere un vero tormento. Con sguardo languido, ma troppo timoroso per spingersi oltre, fece passare la Fuyutsuki senza problemi. Una volta all'interno del locale non fu difficile trovare il medico che stava cercando. Questi le si fece incontro, sopreso di vederla. Signorina, come posso aiutarla? Si guardava intorno con veloci movimenti degli occhi, mentre una goccia di sudore fece la sua comparsa sulla fronte. Quando la genin iniziò a parlare tuttavia sembrò rilassarsi e si dimostrò molto collaborativo. Disse di condividere le preoccupazioni della veterana e che reputava utile un'ispezione, nonostante il divieto del capitano Ishimazu. Mentre la giovane esplorava il laboratorio curiosando, lo scienziato prese coraggio. Vorrei accompagnarvi là sotto. Sono certo che potrei esservi utile. Avebbe insisito finché la ragazza non avesse acconsentito, arrivando a minacciare di denunciarli se lo avessero lasciato indietro. Aveva eventualmente preso la questione molto seriamente, perché una volta ottenuto il consenso iniziò subito a preparare la strumentazione necessaria ad allestire un laboratorio portatile caricandola in un zaino. I due uscirono quindi dalla struttura, dove il medico ebbe una breve conversazione con la sentinella fuori dalla portata di orecchi della Fuyutsuki. Mentre si allontanavano Shinzo rivelò con un sorrisetto ad Ayuuki cosa si erano detti. Gli ho promesso che avrei messo una buona parola con l'infermiera. Sono settimane che le muore dietro. Sorrise tra sé. Conoscere le debolezze altrui poteva sempre tornare utile.Shin li raggiunse dietro un basso edificio adibito a magazzino. Aveva studiato i giri delle pattuglie, evitando di farsi scoprire. Avere la stessa formazione dei soldati che stavano raggirando, seppur a fin di bene, aiutava di certo. Lanciò un'occhiata di sbieco al medico, poi si rivolse alla compagna. Sei consapevole che se ci beccano rischiamo un'imputazione per insubordinazione, o peggio? Visto che probabilmente la Fuyutsuki non avrebbe retrocesso di un passo, sospirò. Bene, se ne sei convinta, andiamo. L'ingresso al complesso dei tunnel è sorvegliato da due ninja, ma sono pronto a scommettere che c'è ne sono almeno altri due sottoterra prima delle scale che conducono alla sala circolare. L'unica opzione è fingerci il comandante e sperare che nessuno si faccia domande. L'ho visto dirigersi verso le torri per un'ispezione, dovrebbe rimanere occupato lontano da qui per un paio d'ore, quindi muoviamoci. Se la veterana avesse approvato il suo piano, avrebbe usato la tecnica della trasformazione per assumere le sembianze di Goro. Formulò una rapida preghiera a Inari, sperando che vegliasse su di loro. Quando furono di fronte al primo posto di blocco i sottoposti vedendolo si fecero semplicemente da parte, sebbene incuriositi dalla presenza del dottore e della ispettrice. Una volta soli, Shin si concesse di sospirare. Era andata per il momento. Incrociarono un'altra pattuglia nel tunnel principale che conduceva verso il basso e il Kinryu assunse la sua espressione più truce, tenendo a distanza gli shinobi con il solo sguardo. Una volta davanti alle scale tuttavia l'ultimo paio di sentinelle rivolse loro la parola, chiedendo cosa stesse succedendo. Per un istante il gelo si diffuse nel terzetto, ma il ragazzo ritrovò subito il sangue freddo e rispose a tono. La kunoichi inviata da Konoha desidera fare un ultimo sopraluogo prima che chiudiamo il passaggio per mettersi il cuore in pace. Ma non credevo di dover fornire spiegazioni ai miei sottoposti. Fissò lo sguardo sul soldato che aveva avuto l'ardire di fermarlo, il quale spaventato arretrò. Shin aveva visto giusto, Ishimazu si faceva rispettare e temere senza scrupoli. Sbuffò, come se non avesse ulteriore tempo da perdere con loro. Il ninja tirò un sospiro di sollievo mentre il trio discendeva le scale, convinto di aver scampato una terribile punizione. Con passo sicuro, dopo essersi armati di torce, si diressero verso il cunicolo. Scavalcarono i resti del muro con attenzione e, uno alla volta, si inoltrarono nel buio.Shinzo non finiva di parlare. Incredibile, semplicemente incredibile! Aveva insistito per fare un breve pausa e raccogliere dei campioni dalla pelle secca che si intravedeva dal varco. Ripose le buste nello zaino e fece cenno che potevano proseguire. Il tunnel riportava evidenti tracce del recente allagamento, ma ora rimaneva solo un sottile strato d'acqua marroncina sul pavimento. Dal soffitto cadevano ad intervalli irregolari gocce e il loro suono rimbombava nel silenzio dello spazio chiuso. Shin, che aveva riassunto il proprio aspetto, con la torcia illuminò alcune porte sulla sua sinistra, ma quando tentò di aprirne una la trovò bloccata. Giusto per sapere, dobbiamo arrivare fino ad Oto o ci fermiamo ad un certo punto? L'ironia mascherava la preoccupazione. In quell'ambiente tetro tutti i suoi sensi erano all'erta, anche se non sapeva bene cosa aspettarsi. Il terzetto proseguì quindi sulla strada senza trovare deviazioni. Dopo una ventina di minuti, anche se il tempo là sotto sembrava scorrere più lentamente, il medico trovò una porta socchiusa e, senza pensarci due volte, la spinse. Il genin era pronto la peggio, ma non accadde nulla. Davanti a loro si estendeva un'unica ampia stanza, probabilmente adibita a laboratorio in passato. Una rapida ispezione avrebbe verificato che era priva di ulteriori ingressi. I tavoli erano ingombri di provette e becher in pessime condizioni, ricoperti di polvere o frantumati. In un vaso sotto formalina inquadrato dal fascio di luce delle loro torce intravidero quella che sembrava una salamandra, ma nonostante il liquido isolante i resti della creatura stavano andando in putrefazione. In fondo alla sala si trovavano degli armadietti metallici, probabilmente dei porta documenti, ma con grande disappunto dello scienziato erano vuoti. Evidentemente, come aveva detto il capitano, tutte le informazioni preziose erano state recuperate prima di sigillare quell'area. Nello stesso momento fu udibile a tutti un rumore sordo, proveniente più avanti nel corridoio. Shin scambiò una rapida occhiata con Ayuuki. Forse c'era veramente qualcuno, o qualcosa, là sotto. Oppure poteva esserci un ulteriore cedimento nella struttura, in qual caso avrebbero fatto meglio a levarsi da lì in fretta. Prendendo in mano la situazione si rivolse sottovoce, ma con tono fermo, a Shinzo. Dottore, rimanga qui e si chiuda dentro mentre noi controlliamo. Se ci sente urlare o altro esca immediatamente e avvisi il capitano, chiaro? Quello, visibilmente spaventato, annuì. Andiamo Ayuuki..