La balia

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    La kunoichi della Foglia fu convocata negli uffici dell'amministrazione che ormai conosceva molto bene. Ad attenderla trovò uno shinobi, probabilmente un chunin a giudicare dall'uniforme. La bandana blu che portava in testa era sormontata dal simbolo del Villaggio, sostituendo il più comune coprifronte. Non appena la ragazza ebbe richiuso la porta dietro di sé prese con sicurezza una busta sottile dalla colonna di documenti che campeggiava sulla sua scrivania e gliela porse. Signorina Fuyutsuki, qua dentro troverà tutte le informazioni che le servono per portare a termine il suo incarico. Niente di complicato, deve verificare lo stato di alcuni avamposti che venivano usati come basi di appoggio o seconda linea in caso di conflitto. Si trovano lungo il confine con il Paese delle Risaie a pochi chilometri dal fronte. Sebbene non sembrasse così vecchio l'uomo parlava come se avesse combattuto nelle ultime guerre che avevano coinvolto Konoha. Senza lasciarle il tempo di porre ulteriori domande, che probabilmente riteneva superflue dopo averle consegnato i fogli con tutte le istruzioni, la congedò in modo secco.

    Poco prima che uscisse dalla stanza si ricordò tuttavia di aggiungere l'unica nota che nel rapporto non compariva. Ah dimenticavo, le abbiamo assegnato un altro genin con cui fare squadra. Ha bisogno di farsi le ossa, quindi sarà sotto la sua supervisione. Anche se è stato promosso da poco promette bene, quindi vorremmo una sua valutazione da inserire nella sua scheda. Lo scambio di sguardi tra lei e il chunin le fece intuire che era probabilmente al corrente del suo ruolo. Per quanto ne sapeva la kunoichi quell'uomo anonimo poteva benissimo essere un suo insospettabile superiore. Non avrebbe comunque avuto modo di scoprirlo. E' tutto, può andare.

    Shin terminò di preparare il proprio equipaggiamento e passò a salutare la sorellina. Sbaciò leggermente la porta della sua camera, cercando di non fare rumore. Aruhina dormiva pacifica nel proprio letto. D'altronde era l'alba. Le rivolse un sorriso e si avviò verso la piazza principale del Villaggio. Il giorno precedente aveva ricevuto istruzioni di unirsi ad un team di ricognizione per sincerarsi dello stato di alcuni punti di appoggio in disuso da alcuni anni. Ne era stato felice, non si profilava come una missione complicata, ma gli permetteva di rompere la monotonia quotidiana. Da quando era diventato uno shinobi della Foglia a tutti gli effetti non aveva ancora trovato il suo ruolo nel sistema. Probabilmente, in tempo di pace, l'offerta di ninja superava il fabbisogno e, per tenere occupati tutti, gli incarichi venivano razionati. Con questi pensieri raggiunse il punto d'incontro che il funzionario con la bandana gli aveva indicato con un sorrisetto complice diverse ore prima. Sebbene vi fosse già un discreto andirivieni di civili impegnati nelle faccende mattutine e di shinobi diretti ai propri incarichi nessuno sembrò fare caso a lui. Si sedette sul basso muretto che circondava un piccolo spazio erboso circolare, al centro del quale si trovava un'ampia fontana. Accompagnato dallo scrosciare dell'acqua e dai rumori di una città che si risveglia, si guardò attorno, cercando di capire con chi avrebbe dovuto far squadra per quella giornata.


    Edited by Historia - 21/8/2016, 15:21
     
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    I ~ Partenza all'Alba: Missione di Ricognizione


    I

    primi raggi solari iniziavano ad illuminare i volti degli Hokage, situati sulla parete rocciosa alle spalle degli Uffici Amministrativi. Ormai quel promontorio era diventato un simbolo caratteristico di Konohagakure no Sato. Alcuni turisti e mercanti si recavano nel Paese del Fuoco per ammirare almeno una volta nella loro vita quei volti scolpiti alla perfezione nella dura roccia. Mentre il villaggio lentamente si svegliava del torpore mattutino e le attività quotidiane riprendevano il loro ritmo, la Fuyutsuki era già di fronte ai cancelli dell’Amministrazione in attesa di essere ricevuta. Le era stata recapitata una lettera proveniente dai Palazzi Amministrativi alcuni giorni prima, verso l’ora del crepuscolo per concederle il tempo di organizzarsi per quella missione di ricognizione. Nulla di complicato. Ma la Kunoichi preferiva curare particolarmente il suo equipaggiamento prima della partenza per una Missione. Un Kunai ben affilato o un Antidoto al momento giusto potevano fare la differenza tra la vita e la morte, soprattutto in un Mondo Ninja in cui guerre, incidenti e barbarie non erano infrequenti. Anche l’incarico più semplice poteva essere fatale per uno Shinobi poco preparato.
    Aveva abbandonato le afose lenzuola del suo Futon prima dell’Alba per avere tutto il tempo necessario per vestirsi e ricontrollare meticolosamente gli ingredienti presenti nella sua dispensa. Gli Aburame, per ordine dell’Hokage, la rifornivano continuamente dei migliori piante ed erbe che curavano nelle loro Serre, ma di certo non poteva attingere a quelle preziose scorte per ampliare la sua personale dispensa. Quindi su un pezzo di pergamena, con una piuma di falco ricolma d’inchiostro nero, appuntò tutti gli ingredienti che le servivano. Infondo secondo la missiva che le era stata recapitata avrebbe dovuto perlustrare terre di Confine, dove poteva raccogliere Erbe e Fiori esotici per i suoi Veleni. Anzi recentemente si stava avvicinando anche all’arte della Farmacologia.
    - Ohayou Gozaimasu! - Salutò con il dovuto rispetto il suo superiore. A giudicare dalla sua bandana ed uniforme era un Chuunin del Villaggio. E dal suo atteggiamento scostante e sbrigativo, probabilmente era un veterano di guerra. Non le venne dato nemmeno il permesso di fare qualche domanda. Anzi le fu affidato un inesperto Genin come compagno di squadra. Non era la prima volta che i neo-Genin venivano affidati alla sua supervisione, forse come gesto di estrema fiducia nelle sue capacità e dotata di un’esperienza sicuramente superiore alla media dei suoi parigrado. Ma ogni volta la Fuyutsuki smorzava il proprio sorriso sapendo che doveva badare ad un Ninja meno esperto. Non amava dare ordini, anche se possedeva un carattere carismatico ed autoritario, quando voleva. E sapeva benissimo che la vita del suo compagno dipendeva anche dalle sue scelte. Un motivo in più per restare in guardia per tutta la durata del viaggio. - Hai! - Chinò leggermente il capo prima di congedarsi, senza lasciar trasparire la stonatura comparsa sul suo volto. Aveva guidato Inoichi-kun nei suoi primi passi da Genin ed era andata con Haishi-kun alla ricerca di erbe mediche per gli Aburame in una pericolosa palude. Ed in entrambi i casi i due Genin che l’affiancavano avevano rischiato di perdere la vita. Non era sicuramente di buon auspicio, ma lei non era superstiziosa. Credeva nei Kami, e seguiva i riti religiosi, quindi non pensava che le Divinità ce l’avessero con l’ultima discendente dei Fuyutsuki. Sospirò leggermente.

    [ … ]

    Unica nota positiva della giornata era che il Genin designato dall’Amministrazione all’arrivo al punto d’incontro era già presente. Sembrava un tipo molto puntuale ed attento, e ciò strappò un debole sorriso alla ragazza che si avvicinò con passo lento e ben cadenzato. Le prime luci del mattino illuminarono la sua minuta figura. Indossava una casacca smanicata bianca con zip centrale, dove il tessuto assumeva una colorazione azzurrina. Pantaloncini neri elasticizzati che rendevano agevoli i suoi movimenti. Guanti in cuoio a protezione delle mani con bende da combattimento ben strette sugli arti sia inferiori che superiori, fino all’altezza del gomito e delle ginocchia. Porta-Kunai legato all’altezza del quadricipite destro e sacche posteriore legate alla vita grazie ad una cinghia in cuoio, in cui custodiva buona parte del suo equipaggiamento. Sulla coscia sinistra invece era legato una fodera nera in cui erano ordinati diversi Spiedi. Ed un Kit di pronto soccorso era ben saldo al fianco sinistro. Calze nere che coprivano buona parte delle bende e Sandali Ninja bianchi che completavano il suo abbigliamento. I Capelli erano raccolti in una lunga treccia con anelli in argento, un regalo di Ai Fuyutsuki. Ed il coprifronte celava il “Byakugō no In” sulla fronte.
    - Salve! Tu devi essere il mio compagno di squadra giusto? - Chiese con un sorriso, senza essere troppo formale. Utilizzava la buona etichetta spesso, ma per poter relazionarsi con i propri compagni di squadra evitava di usare troppe formalità per stabilire subito una buona intesa. Infondo avrebbero dovuto collaborare per portare a termine l’incarico. Apparentemente non c’era nessun pericolo, ma non si era mai troppo prudenti in questi casi. - Ayuuki Fuyutsuki! Piacere di conoscerti. Tecnicamente dovrei essere il tuo Capo-Team, ma essendo una tua parigrado preferirei chiamarla più una collaborazione tra pari. - Non aveva riconosciuto i tratti di Shin-kun, il bambino che si era offerto di proteggerla da un Trio di pervertiti di Suna al Tempio dell’Unico Culto. Probabilmente aveva già rimosso quella traumatica esperienza. Si soffermò sulla sua chioma argentata e lo sguardo cristallino, ma leggermente più scuro del suo. Ampliò il proprio sorriso. C’era qualcosa di familiare in quel ragazzo. Preferì non approfondire. - Mentre ci avviamo verso le Porte del Villaggio per le procedure d’identificazione… ti aggiorno sulle informazioni che mi sono state riferite in Amministrazione! - Sicuramente il Chuunin aveva provveduto ad informare il neo-Genin dell’incarico. Ma la Fuyutsuki preferì condividere fin da subito le sue conoscenze, quelle acquisite tramite la lettura dei plichi che le erano stati consegnati. Ovviamente alcuni documenti erano debitamente sigillati, forse alcuni Reports da consegnare.
    - A Nord di Konohagakure no Sato, sul confine con il Paese delle Risaie, si trova l’Avamposto del Varano squamato. È un vecchio accampamento fortificato utilizzato molto tempo fa, probabilmente prima della Fondazione dell’Accademia. Il 3° Hokage, Hiruzen Sarutobi, aveva disposto le ricerche del suo ex-Allievo, un Mukenin ossessionato dalle ricerche medico-sperimentali sull’eterna giovinezza. Secondo alcuni resoconti quest’uomo non si è limitato solo alle ricerche empiriche, ma nei sotterranei della Foglia ha compito omicidi, rapimenti e ibridi umani per poter potare le sue ricerche ad un livello superiore: La sperimentazione umana. - Lanciò un’occhiata verso il ragazzo dalla chioma argentea per essere sicura di essere ascoltata. Intanto arrivati alle Porte del Villaggio la Fuyutsuki mostrò il lasciapassare ai due Chuunin di guardia ed iniziarono le procedure d’identificazione. Intanto ne approfittò per continuare il suo macabro racconto. - Costretto alla Fuga, questo Mukenin è fuggito nel Paese delle Risaie e molti anni dopo, dichiarò guerra alla sua terra Natia, tradendo la Volontà del Fuoco. Tempi bui che sicuramente avrai studiato in Accademia. Non conosco il tuo Sensei Accademico ma sono certa che avrai letto durante i tuoi studi il libro storiografico “La Foglia Scarlatta: Origini, Storia e Tradimenti” di Akihito Murisaha. - Una piccola digressione accademica, ma confidava che il ragazzo fosse ben ferrato sulla storia di Konoha e l’alleanza Suna-Oto che a quell’epoca sancì la morte del Sarutobi. - Bene! Quell’Avamposto risale a quell’epoca. Le tensioni sempre crescenti tra il Paese delle Risaie e quello del Fuoco hanno contribuito a fortificare e mantenere attivo questo appoggio militare in caso di future guerre. Il Decimo Hokage, nonostante gli attuali rapporti pacifici con Otogakure no Sato, ha reputato necessario preservare l’attività di questo Avamposto. Ci recheremo lì per controllare l’armamentario, le risorse e consegnare alcuni Reports provenienti dall’Amministrazione. - Tagliò corto. Era una missione non molto complessa, ma di vitale importanza per mantenere i buoni contatti tra gli Shinobi stanziati sul confine e quelli nel Villaggio della Foglia.
    Le procedure d’identificazione ben presto volsero al termine ed una volta ottenuto il permesso di lasciare le mura del Villaggio la Fuyutsuki fece un cenno a Shin-kun. - Percorreremo la strada commerciale che collega il Nord per i primi 200 Km, poi ci sposteremo su alcune strade secondarie fino ad attraversare la fitta vegetazione di confine. Lì potremmo avere qualche rallentamento ma abbiamo tutta la giornata per raggiungere l’Avamposto, quindi possiamo concederci ben tre soste distribuite equamente sui 330 Km da percorrere! Se hai problemi a sostenere il mio passo avvertimi.. ma mi aspetto che tu riesca a non arrivare esausto alla prima tappa. - Era abituata a sottoporre ad estenuanti allenamenti i suoi compagni di Team per temprarne anima e corpo. Credeva fermamente che il duro lavoro potesse soppiantare le abilità Innate, di cui molti Shinobi di Konoha ne erano provvisti. Abbozzò un lieve sorriso. - Pronto a partire? - Chiese. Ed ad un minimo cenno la Fuyutsuki iniziò ad avanzare. Ovviamente mantenendo il passo di Shin-kun, data il dislivello di velocità, ma comunque procedendo ad un ritmo sostenuto. Per Shin-kun era il momento di crescere ed abbandonare le sicure mura di Konohagakure no Sato.


     
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    Shin ricambiò il sorriso della ragazza che gli stava davanti. A quanto pare. Si alzò, ritenendo maleducato continuare i convenevoli da seduto. Shin Kinryu, onorato. Si sistemò meglio la sopravveste bianca dal bordo vermiglio che portava sopra il corpetto di cuoio. Un laccio alla base del collo la teneva ben ferma e sul retro la compagnia avrebbe potuto leggere in verticale la scritta in kanji, della stessa tonalità di rosso, veloce come il vento. All'accenno sulla gerarchia del loro team in miniatura sorrise di nuovo, alzando quasi impercettibilmente le spalle. Vada per la collaborazione. In quanto novellino tuttavia sappi che ogni consiglio che avrai piacere di darmi sarà ascoltato con la massima attenzione. I due si misero quindi in cammino per raggiungere l'ingresso principale del Villaggio. Mentre la Fuyutsuki faceva il punto della situazione il genin ne studiava la figura. Era sicuro di averla già vista altrove, ma probabilmente era passato un sacco di tempo da allora e non dovevano essere stati in rapporti così stretti se neppure il suo nome gli diceva qualcosa. Sperimentazione umana? Il commento ad alta voce gli era sfuggito per la sorpresa, quindi si scusò per l'interruzione. Certo, dovevano essere tempi interessanti in cui vivere. Per quanto amasse condurre un'esistenza tranquilla, il Kinryu trovava stimolanti situazioni che in molti avrebbero definito pericolose. Solo chi lo conosceva bene lo aveva visto perdere l'espressione allegra perennemente stampata sul viso, sostituita da atteggiamenti decisamente meno rassicuranti. Quando Ayuuki citò La Foglia Scarlatta Shin annuì vigorosamente. Certo, lo conosco. Può non sembrare, ma sono piuttosto ferrato in storia e geografia. Solo parte della sua conoscenza giungeva dai, comunque copiosi, libri che aveva letto fin da piccolo; moltissime notizie le aveva raccolte origliando le conversazioni dei membri del clan che si riunivano periodicamente, o interrogando i mercanti che transitavano per l'emporio di famiglia. Nel frattempo avevano terminato la verifica dei documenti e si stavano lasciando alle spalle Konoha. Quindi il nostro compito si limita ad una semplice ricognizione, corretto? Semplice, nel mondo ninja, era un aggettivo da prendere con le pinze. Per quanto fosse un periodo relativamente pacifico gli interessi di altri poteri del continente entravano in contrasto con quelli del Paese del Fuoco più di quanto gli stessi vertici della nazione fossero disposti ad ammettere. La Foglia, fortunatamente, teneva sempre la guardia alta e proprio in quell'ottica di prevenzione lui e la kunoichi si stavano recando verso il confine con il Paese delle Risaie. Il genin ricontrollò i parabraccia che indossava per accertarsi che fossero ben fissati. Il resto dell'equipaggiamento trovava posto in un porta kunai fissato alla coscia destra, nelle piccole sacche fissate alla cintura e nelle speciali tasche, una per ogni fianco, che ospitavano i tirapugni con lama. Le gambe erano avvolte entrambe con delle fasce rinforzate, visto che faceva delle arti marziali uno dei suoi punti di forza. Accertatosi che fosse tutto a posto, rivolse un'occhiata complice alla giovane. Io ci sono, quando vuoi. La veterana lo guidava con passo sicuro, forzandolo a dare il massimo per starle dietro. Il Kinryu avrebbe potuto viaggiare più agilmente se si fosse levato la pesante mantellina, magari stipandola in un rotolo porta oggetti, ma in quel modo non si sarebbe potuto allenare, migliorando le sue prestazioni. In ogni caso, pur senza apparire sfrontato, avrebbe cercato di dimostrare alla ragazza che era in grado di resistere. Per un poco i due proseguirono in silenzio, finché Shin non si rivolse alla compagna. Ayuuki gli sembrava una a posto, con cui era possibile conversare tranquillamente, quindi non si fece troppi problemi a chiederle qualcosa di più su di lei. Da quanto tempo sei una kunoichi? Io solo da pochi mesi. Dopo averle dato modo di replicare, proseguì. Anche se sembra un incarico tranquillo, siamo pur sempre in missione. Non sappiamo praticamente nulla delle nostre abilità. Tu in cosa eccelli? Come gli aveva fatto giustamente notare il suo esaminatore durante il duro esame genin che aveva affrontato, tale Ryuu di Kiri, conoscere i punti di forza e i punti deboli dei propri alleati era fondamentale per uno shinobi. Appena ne avesse avuto occasione avrebbe quindi scoperto le sue carte con la ragazza. Io sono prevalentemente votato ai taijutsu offensivi... Ci pensò un po' su, infine completò la frase. Posso aumentare temporaneamente la mia forza, ma preferirei non farlo se posso evitarlo. I contraccolpi sul fisico sono pesanti. Se dovesse accadere e la situazione lo permette ti chiederei di coprirmi mentre recupero. Aveva deciso di imparare quella kinjutsu per diventare più forte, in modo da proteggere ciò a cui teneva: la famiglia, gli amici e il Villaggio. Si rendeva conto, però, di avere ancora molta strada da fare. Inconsapevolemente, portò la mano al petto. Sotto i vestiti portava il ciondolo a forma di goccia di sangue che le kitsune gli avevano donato. Tra i due scese di nuovo il silenzio e Shin si concentrò sull'oscillare ritmico della treccia della kunoichi che lo precedeva di alcuni passi. Sorrise: aveva sempre trovato i capelli lunghi segno di femminilità. Anche Kairi li portava lunghi, sebbene sciolti, a quanto ricordava, ma era da parecchio che non la vedeva. Chi sa cosa stava facendo l'Uchiha in quel momento.
     
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    II ~ Imprevisti durante il Viaggio: La parete rocciosa


    L

    o sguardo cristallino della Fuyutsuki si soffermò immediatamente sulla figura del neo-Genin, l’ennesimo che le veniva affidato in una missione. Forse l’Amministrazione aveva individuato in lei una perfetta balia per i neo-diplomati o semplicemente confidava nelle sue dubbie capacità di Sensei. Non aveva mai amato l’ambiente Accademico e raramente veniva convocata nella struttura per tenere lezioni ad un gruppo di adolescenti con sogni e fantasie sulla vita del Ninja. Alcuni confidavano nella cospicua remunerazione che questa rischiosa scelta di vita comportava, altri venivano indottrinati dai genitori, soprattutto quelli appartenenti a qualche rinomato Clan della Foglia, ed altri ancora credevano che la via del Ninja fosse una tendenza, una sorta di moda da seguire.
    In Shin-kun non trovò nulla di ciò. Era ben disciplinato, puntuale ed educato. Cosa poteva chiedere di più? Forse la sua carenza di esperienza poteva essere un ostacolo ad una missione fuori dalle mura del Villaggio, ma a questo poteva porre rimedio durante il viaggio. Infondo la sua presenza in questa missione di ricognizione era finalizzata proprio a lanciare il ragazzo nel Mondo Ninja. Niente più simulazioni in Accademia o allenamento in cortile. Era il momento di capire che la via che aveva intrapreso non era affatto semplice. E la Fuyutsuki era la sua guida. - Ascoltare è sicuramente un pregio che non molti ragazzi della tua età possiedono.. - Ad occhi e croce il divario d’età tra loro due era pressoché nullo. Ma l’esperienza l’aveva resa più matura delle sue coetanee, o quasi. Di certo non si sottraeva all’ultimo pettegolezzo del quartiere o ad uscire con le sue amiche nei suoi weekend liberi. Si definiva una ragazza “normale”. - … E seguire le regole o gli ordini dei propri superiori è propedeutico per sperare di fare carriera un giorno nella gerarchia Shinobi e gettare le basi per diventare un buon Ninja. Ma cosa faresti se un ordine proveniente da un tuo superiore comprometterebbe l’incolumità dei tuoi cari? O ti spingerebbe ad abbandonare i tuoi compagni di squadra? Cosa sceglieresti? Metteresti a repentaglio la tua stessa vita e le sorti dell’intera missione per abbandonarti ai legami che ti vincolano al tuo Team? - Uno spunto di riflessione per il neo-Genin, che sicuramente aveva imparato a memoria i dogmi dello Shinobi, e soprattutto la prima regola dove un Ninja non era altro che un’arma nelle mani del suo Hokage, privo di sentimenti o legami. Una visione piuttosto riduttiva, ma a cui ognuno doveva dare una propria interpretazione. Lasciò al ragazzo il tempo di riflettere, senza pretendere una risposta. Forse dopo questa missione avrebbe ottenuto le risposte che cercava.
    Inarcò un sopracciglio incuriosita non appena Shin-kun ritenne interessante il periodo in cui l’Hokage Sarutobi aveva scoperto la presenza di una viscida serpe in seno al Villaggio. Quando raggiunse il suo laboratorio sotterraneo ben pochi storiografi avevano avuto il coraggio di narrare degli scempi o degli ibridi creati in quel posto dimenticato dai Kami. Orrori e tragedie che molto spesso tutti preferivano dimenticare. Sicuramente l’atteggiamento del neo-Genin era inusuale, ma testimoniava un vivace intelletto. - Si.. Sperimentazione umana. - Confermò con uno sguardo serio. - Le Fondamenta di questo Villaggio sono state macchiate da abominevoli omicidi, torture e rapimenti. Si Narra che quest’uomo dalla dubbia morale attirasse le persone più povere del Villaggio, soprattutto quelle del Quartiere Ovest, promettendo loro denaro, felicità ed una nuova vita… ed invece le usava come cavie per i suoi esperimenti. - Una breve confessione, ma preferì non spingersi oltre, anche perché il resto erano informazioni riservate che l’Amministrazione preferiva non divulgare in giro. Ma sicuramente tra i Ninja era bene ricordare il limite che separava l’umana follia dall’insana malvagità. Tutto aveva un limite, anche le ricerche mediche e sperimentali.
    Annuì alle successive parole del ragazzo. La missione non era molto complessa, almeno teoricamente. Ma varcate quelle mura, anche se l’Accademia aveva assicurato un periodo di pace e prosperità per tutti i Paesi membri, non conferiva mai una certezza matematica di ritornare a Casa. Abbozzò comunque un lieve sorriso non appena Shin-kun fu pronto alla partenza. - Andiamo! - Concluse con un sorriso non appena si misero in cammino. La via commerciale verso Nord non era particolarmente ampia, ma comunque molto agevole. Carovane di mercanti si spingevano periodicamente ai confini del Paese del Fuoco per poter rivendere i prodotti tipici di questa terra ai Paesi stranieri o ad occasionali viandanti. La strada commerciale era molto curata, come quella dell’Est del resto, quella che collegava Konohagakure no Sato con lo sbocco sul Mare in prossimità del Paese delle Onde. Quindi i due Ninja riuscirono a percorrere quel tratto di percorso molto agevolmente, e il neo-Genin ne approfittò per scambiare qualche parola.
    La prima domanda prese alla sprovvista la Fuyutsuki. Non aveva mai calcolato il tempo dalla sua promozione a Genin, o almeno non ci aveva mai pensato. Viste le sue origini, era stata indottrinata da Ryuuhei-sama, suo padre e Capo-Clan dei Fuyutsuki, fin dalla più tenera età. Inoltre la presenza di sua sorella maggiore, una delle Kunoichi più talentuose del suo anno Accademico, le aveva fatto desiderare fin dalla più tenera età di poter diventare una Kunoichi. Forse all’inizio non era stata una vocazione. Desiderava solo essere ammirata proprio come Ai-chan. I suoi occhi brillavano in sua presenza. Ma solo quando la sua amata Oneesan aveva macchiato il buon nome della Famiglia con il suo tradimento aveva realmente capito che era pronta a portare da sola il pesante fardello della vita da Kunoichi. Prima era stato solo un gioco. - Uhm.. suppongo da… - Iniziò a fare qualche calcolo. - Nove mesi! Ma sono stata cresciuta come una Kunoichi da quando ero in fasce.. mio Padre confida in me per poter riportare il Clan Fuyutsuki all’antico splendore. - Non mostrò un sorriso. Questo era un argomento piuttosto delicato. Era in soprappensiero, e nemmeno si era accorta di aver pronunciato quelle parole. Il suo pensiero si rivolse inevitabilmente alla sua sorella perduta. Dov’era in quel momento?
    Si morse leggermente il labbro inferiore per poter isolare quel muto dolore in un angolo del suo cuore. Una cicatrice indelebile che era emersa nel momento meno opportuno. La seconda domanda posta da Shin-kun fu un toccasana per il suo umore. Poter parlare di altro la rincuorava, anche perché non poteva permettersi distrazioni. - Le nostre capacità sono pressoché speculari. Forse per questo l’Amministrazione di Konoha ha preferito affidarti nelle mie mani per questa prima missione. Pensa che io possa insegnarti qualcosa di nuovo! - Alzò le spalle. - Conosco anche le Arti Mediche e recentemente mi stò avvicinando anche alle conoscenze Farmacologiche, che andranno a completare quelle Erboristiche. - Non si perse troppo in inutili dimostrazioni di conoscenza. Alcuni Shinobi e Kunoichi della Foglia amavano elargire fieramente le loro conoscenze e capacità, ma la Fuyutsuki preferiva essere più discreta e coscienziosa. - Hai avuto un buon maestro. Conoscere i punti deboli e di forza dei propri alleati è il primo passo per sopperire alle lacune presenti in un Team e condurre la missione verso il successo! - Affermò con un sorriso, ben contenta di trovare un Genin così preparato nonostante la sua mancanza d’esperienza. Shin-kun sembrava sorprenderla di minuto in minuto. Ma ben presto dovettero mettere da parte la conversazione per fare una piccola deviazione verso la vegetazione circostante al percorso. Purtroppo sulla strada commerciale c’erano molti carri e carovane, che avevano creato quasi un ingorgo, quindi la Kunoichi reputò necessario trovare una scorciatoia per superare quell’ostacolo. Sicuramente saltare sui tetti o la merce delle carovane era un’opzione, ma poco cortese e rispettosa nei confronti dei mercanti.
    Per la Fuyutsuki non fu difficile trovare una strada alternativa per il confine con il Paese delle Risaie. Aveva già intrapreso questo viaggio con l’Hokage. Ricordava perfettamente che verso Nord le praterie e le placide colline del Centro, lasciavano spazio a Boschi sempre più fitti ed impenetrabili. Questa era un’occasione in più per temprare lo spirito di Shin-kun. Se su una strada spianata era riuscito a mantenere il passo, cosa sarebbe accaduto in una Selva piena di cespugli, arbusti e piante velenose? Sicuramente la Kunoichi non aveva nessuna intenzione di ridurre il passo. - Mantieni il passo! Ti consiglio di non restare sul sottobosco.. ci sono animali e piante velenose in questa zona. - Avvertì. Una esperta di Erboristeria sapeva benissimo dove trovare i migliori ingredienti per i suoi Veleni, quindi sapeva per certo che quelle zone erano infestate di animali e piante potenzialmente letali. Sotto ogni foglia poteva nascondersi una vipera, o attorno ad un albero poteva esserci avvinghiato un rovo spinoso. Per questo la ragazza optò per saltare su un albero ed iniziare ad alternare la sua camminata sui vari rami che la natura offriva. Con rapidità e disinvoltura saltava sui vari alberi, senza dimenticarsi che dietro c’era un neo-Genin. Mantenne comunque il passo del ragazzo, ma senza concedere un secondo di riposo.
    Tutto procedeva bene, almeno fino a quando il Bosco venne bruscamente interrotto da una parete rocciosa. Era un evidente dislivello di quasi venti metri, che sovrastava sulla vegetazione circostante. Una parete rocciosa che forse si estendeva per chilometri, che non era stata prevista dalla Genin, visto che avevano dovuto abbandonare la strada commerciale. Sospirò leggermente. Non era un problema. - Pronto? - Lanciò un’occhiata verso il Genin alle sue spalle. - Questa è la tua occasione per farti le ossa.. o spaccartele. - Sembrava quasi divertita da quella situazione. - Per aggirare questa barriera naturale impiegheremmo forse quasi due ore di marcia verso Est, ed anche se abbiamo tutta la giornata per raggiungere l’Avamposto preferirei superare questa barriera di rocce senza percorrere strade secondarie. - Insomma non aveva nessuna intenzione di optare per una soluzione più semplice. - Conosci il Chakra Adesivo? - Fece spallucce ad una eventuale risposta negativa. - Lo imparerai adesso o ti schianterai al suolo. Dovrò compilare un modulo di cinque pagine sul tuo eventuale decesso e comunicarlo eventualmente ai tuoi genitori di persona. Quindi impegnati! Sei stato affidato a me per crescere no? Bene.. vediamo qual è la tua velocità di apprendimento con margine d’errore pari a zero. - Sembrava più un sadico gioco, ma il sorriso cristallino della Kunoichi faceva apparire tutto come un “passo” che Shin-kun doveva compiere se voleva arrivare all’Avamposto sulle proprie gambe. Inoltre in tutto ciò non aveva smesso di correre verso la parete. Nemmeno un briefing pre-scalata. - Accumula il Chakra nella pianta del piede in modo uniforme ed omogeneo in ogni sua parte. Devi calibrarla con la resistenza della parete rocciosa… se troppo poco finirai per non aderire alla superficie, se troppo finirai per distruggere la superficie rocciosa e cadere giù! È un sottile equilibrio tra forze adesive del Chakra, resistenza della superficie e forza di gravità. - Non sembrava affatto facile, ma lei aveva imparato a controllare in Chakra in modo sublime subito dopo il suo diploma. - Se vuoi imparare il controllo del Chakra è la tua occasione. Ci vediamo su! - Senza esitare la Fuyutsuki scattò in avanti ed accumulò un po’ di Chakra nelle sue leve inferiori. Preferì combinare ben due tipi di Chakra, quello Repulsivo ed Adesivo nella pianta del piede, creando quasi due lamine di energie diverse ma che non si annullavano a vicenda. Infatti con estrema sinergia provò a spiccare un salto che andava ben oltre le proprie normali capacità grazie al chakra repulsivoSalto Repulsivo
    Arte: L'utilizzatore è in grado di aumentare (x1.5) l'altezza e lunghezza del proprio salto.
    (Consumo: ½ Basso extra)
    [Da Genin in su]
    . Riuscì a raggiugere con un solo salto[6 m x 1,5= 9 m] quasi la metà della parete rocciosa . Raccolse le gambe, spingendo il baricentro in avanti e compiendo una capriola per poter portarsi perpendicolarmente alla parete. E proprio in quel momento, in una questione di secondi, distese le gambe già inebriate del Chakra adesivoChakra Adesivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore cammina con facilità sulle superfici verticali.
    (Mantenimento: ¼ Basso)
    [Da Genin in su]
    per poter aderire sulla parete rocciosa a nove metri d’altezza. Cercò di distribuire uniformemente il Chakra adesivo sotto la pianta del piede dei Sandali Ninja per poter avere un effetto immediato del potere adesivo e restare stabilmente sulla dura roccia, equilibrando le tre forze che erano appena entrate in gioco. Dopo aver stabilizzato il nuovo baricentro scattò in avanti come se stesse correndo su una superficie orizzontale e non verticale. Iniziò a scalare agilmente i restanti undici metri della parete rocciosa camminando verticalmente ad essa con passo sostenuto. Passo dopo passo manteneva costante il flusso di Chakra nei suoi piedi con una sopraffina precisione. Possedeva un controllo perfetto del Chakra, un requisito propedeutico del suo Kinjutsu, quindi per lei non fu difficile raggiungere la cima della parete in pochi minuti. Come se la sarebbe cavata Shin-kun?
    Reputando l’esercizio fin troppo semplice la Fuyutsuki tentò di accumulare nel palmo destro un esiguo quantitativo di ChakraTocco Distruttivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore può danneggiare gli oggetti con gli attacchi corpo a corpo; la potenza del colpo non armato contro oggetti e armi è aumentata di 10 ogni consumo ½ Basso. Non aumenta la potenza contro avversari.
    (Consumo: ½ Basso a colpo ogni 10 di potenza)
    [Consumo massimo: 2 Bassi]
    [Da Genin in su]
    distruttivoDistruzione ad Area (Base)
    Arte: L'utilizzatore può causare danni ad area tramite i colpi corpo a corpo: il colpo si propagherà per alcuni centimetri sulla superficie colpita a partire dal punto d'impatto, aumentando la possibilità di distruggere strutture solide, ma senza effetti notevoli contro avversari.
    (Mantenimento: ¼ Basso a colpo)
    [Da Genin in su]
    e con un leggero ma devastante tocco provò a far franare una piccola parte della parete. Ben pochi massi dovrebbero cadere giù non appena Shin-kun avrebbe iniziato a scalare la parete. Era una difficoltà extra, ma che sicuramente avrebbe giovato al neo-Genin. O al massimo avrebbe reso più disastrosa la sua caduta.


     
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    Post III



    Shin riflettè in silenzio sulla provocazione della veterana. Dentro di sé sapeva qual'era la risposta, ma non l'avrebbe condivisa con lei per timore di essere giudicato, quindi tacque. La sua fedeltà andava senza di dubbio all'Hokage e avrebbe protetto il Villaggio a costo della vita. Tuttavia, se si fosse trovato davanti ad una scelta del genere, avrebbe difeso la sua famiglia senza esitazione. Era diventato un ninja soprattutto per quel motivo, perché il mondo in cui vivevano non era sicuro come in superfice appariva. Il suo cuore era ancora puro, come avevano accertato le Kitsune del monte Yume, ma lo sarebbe rimasto continuando su quella strada? Aveva fatto loro una promessa nel sacro nome di Inari, e non aveva intenzione di tradire la loro fiducia. Non gli restava che pregare i kami affinché il giorno della fatidica decisione non giungesse mai.

    Il percorso era piuttosto agevole, proprio come il giovane shinobi ricordava. Aveva in precedenza percorso quella strada in compagnia di Kato, anche se in senso contrario. I due infatti si erano recati a Konoha dopo l'avventura vissuta nella piccola isola di fronte al Paese delle Sorgenti Calde. Ad un certo punto però Ayuuki prese una deviazione, e paesaggi nuovi si aprirono di fronte al foglioso. I due, a tratti, conversavano tranquillamente, ma quando innocentemente Shin le chiese del suo passato intuì subito di aver toccato un tasto dolente, o per lo meno infelice, dal tono sommesso della risposta. Non conosceva il clan da cui proveniva la giovane, come probabilmente lei non aveva mai sentito nominare il clan Kinryu; eppure entrambi potevano vantare un glorioso passato da quanto poteva capire, anche se nel suo caso le loro gesta erano state compiute in tempi remoti e in luoghi lontani dalla loro attuale patria. Per fortuna fu lesto a cambiare argomento e la voce della ragazza ritrovò la vivacità perduta. Ti ci vedo poco nel ruolo della maestra sinceramente! Rise per la battuta, sperando di contagiare la compagna. Ad una prima occhiata potevano sembrare quasi coetanei; inoltre non aveva il modo di fare tipico dei sensei accademici, che amavano il suono della propria voce. Sono certo che imparerò comunque qualcosa standoti vicino!

    Quando la via principale si rivelò poco praticabile a causa dell'ingorgo di carri e persone che avrebbe inevitabilmente rallentato il loro ritmo di marcia, la Fuyutsuki optò senza indugio per un sentiero a lei noto che conduceva nel folto della foresta. Quando gli consigliò di evitare il sottobosco Shin, con un paio di balzi, raggiunse l'agile kunoichi sui rami degli alberi che li circondavano. Non aveva particolare familiarità con lo spostamento aereo, per cui dovette concentrarsi al cento per cento per evitare di mettere il piede in fallo, anche perché la sua guida non accennò minimamente a ridurre il passo. Seppur faticando più del dovuto, i due avevano ripreso una buona andatura quando improvvisamente davanti a loro si stagliò un'alta parete rocciosa. La conformazione geologica occupava larga parte della piana dove si trovavano e aggirarla non era un'opzione che la ragazza della Foglia intendeva considerare. Shin guardò storto la kunoichi, inclinando lievemente la testa per amplificare l'effetto. Voi ragazze siete terribili... Quella situazione sembrava confermare il pensiero espresso poco prima: la Fuyutsuki non sarebbe stata per niente una buona sensei. Suppongo che dovrò improvvisare. Quella sarebbe stata l'unica risposta che Ayuuki avrebbe ottenuto al suo discorso canzonatorio. La faceva facile lei, quello che rischiava di ritrovarsi con qualche osso rotto era lui in fin dei conti. Si fermò di fronte al costone roccioso, ripassando le poche istruzioni che gli aveva dato. Sperava che la giovane ninja non avesse frettà, perché intendeva prendersi tutto il tempo necessario per trovare il bilanciamento di forze corretto. Di certo non era una testa quadra che correva come un pazzo incontro alla morte. Lasciato solo dall'altro membro del team, che aveva preferito precederlo, Shin socchiuse gli occhi, concentrandosi sul proprio flusso di chakra. Aveva già eseguito un esercizio simile quando aveva imparato a padroneggiare la tecnica proibita del Loto, quindi non ci mise molto a riprendere confidenza con il suo corpo. Concentrò il chakra nei piedi, come faceva di solito per rendere più reattivi i fasci muscolari, ma questa volta cercò di indirizzarlo in particolare verso la pianta, espellendolo al di fuori del corpo. Sentì immediatamente il terreno sotto di lui cedere e interruppe il flusso all'istante. Spostandosi di pochi passi vide un piccolo solco in corrispondenza dei suoi piedi, creato dal rilascio eccessivo di energia. Ayuuki lo aveva messo in guardia, seppure senza dilungarsi su come evitare quel problema. Sarebbe dovuto andare per tentativi ed errori. Il processo in sé non sembrava troppo complicato e il Kinryu, avvicinandosi alla roccia, prese coraggio e decise di mettersi alla prova direttamente sul campo. Distribuì in modo uniforme il chakra e fece un passo in avanti, con il corpo parallelo al suolo, poi un altro. Al terzo sentì chiaramente le suole delle scarpe perdere la presa e cadde di schiena sull'erba sottostante. Per fortuna si trovava solo ad un paio di metri d'altezza ed era addestrato a resistere a prove ben peggiori. Rimase un secondo seduto a gambe incrociate finché non realizzò quale fosse il suo errore. All'inizio aveva esagerato con la quantità di energia concentrata, ma poi gli sembrava di aver trovato la giusta misura. Finché si trovava in piano poteva funzionare, ma una volta iniziata la scalata si era scordato di aggiungere il peso del corpo, che andava bilanciato in modo completamente diverso. Che stupido... La kunoichi sarebbe stata ormai troppo distante per udire l'esclamazione, pronunciata per altro a mezza voce. Il ragazzò guardò nuovamente la parete, sospirando. Sarebbe stata una lunga ascesa. Sebbene fossero presenti diversi appigli, si rifiutò di scalare in modo convenzionato il costone: non aveva nessuna intenzione di darla vinta così alla ragazza. Balzò in piedi, deciso a riprovarci. Questa volta si allontanò un poco per prendere la rincorsa. Con un paio di falcate arrivò di fronte all'ostacolo, che contattò ad un paio di metri d'altezza in seguito ad un salto deciso. Il primo piede a prendere contatto fu istantaneamente irrorato di chakra e lo stesso fu per quello che seguì. La patina di energia era abbastanza spessa da sorreggere il peso del suo corpo questa volta. Con decisione continuò a correre sulla parete, prestando attenzione solo al flusso di chakra verso gli arti inferiori. Ogni tanto sentiva la suola perdere di aderenza, iniziando a scivolare verso il basso, oppure mancare l'appoggio per la troppa pressione esercitata sulla roccia friabile dal chakra sovrabbondante. In un caso o nell'altro faceva forza sull'altro lato in modo da superare la momentanea difficoltà, concentrandosi allo stesso tempo per riequilibrare il flusso. Ogni minima variazione del percorso lo teneva occupato, impedendogli di mantenere costante la quantità di energia emessa. Probabilmente era solo una questione di esercizio, ma in quel frangente non poteva pensare ad altro, pena la perdita di contatto con la roccia ed un salto di diversi metri nel vuoto. Il suo disappunto quando sentì un suono simile ad un'esplosione, probabile causa della serie di massi che gli stavano ora precipitando addosso, era quindi comprensibile. Ayuuki, se arrivo a mettere piede la sopra intero sappi che dovrai pagare pegno! Il tono di voce era stavolta sufficentemente alto perché raggiungesse la cima. Non aveva il minimo dubbio che dietro quell'imprevisto ci fosse la fogliosa, ma in quel momento aveva questioni più urgenti di cui occuparsi. Per iniziare, aveva perso il contatto con la superficie verticale a causa della distrazione. Riuscì ad allungare una mano su un appiglio sufficentemente solido da reggerlo subito dopo, ma fu costretto a gettarsi di lato per evitare il primo detrito. Dopo una breve caduta, nuovamente afferrò con le dita una sporgenza nella roccia. Non poteva contare sulla stessa fortuna per l'ennesima volta, per cui digrignando i denti si focalizzò sul ristabilire la presa tramite il chakra con gli arti inferiori. Facendo forza sulle braccia e inarcando lievemente il corpo riappoggiò le piante sulla roccia e le irrorò di chakra adesivo. Con uno scatto riprese la salita, dovendo ora badare sia ai suoi piedi che ai sassi che giungevano dall'alto. Concentrando energia nei muscoli della gamba destra si spinse nella direzione opposta, lasciando che una serie di frammenti gli sfilasse di fianco. Ovviamente dovette al contempo riequilibrare la forza emessa dal piede sinistro in modo che rimanesse ben ancorato alla superficie verticale. Lo shinobi sorrise, iniziava a prenderci mano, o meglio piede. Ma quel pensierò rischiò di essergli fatale. Una pietra ben più grossa delle precedenti si trovava a pochi metri da lui e stava prendendo velocità. Maledizione... Un osservatore esterno avrebbe visto la figura del foglioso travolta dal macigno, ma poi di lui più nessuna traccia. Se avesse prestato più attenzione si sarebbe accorto che all'ultimo istante un piccolo sasso aveva preso il posto del ninja, distruggendosi nell'impatto con quello maggiore. C'è mancato poco questa volta! Shin, illeso, era poco più in là, che cercava di riprendere l'equilibrio regolando nuovamente il flusso di chakra emesso dagli tsubo sulle piante dei piedi. Era stato costretto a ricorrere ad un jutsu per evitare il pericolo; per fortuna aveva imparato a sfruttarlo senza posizioni magiche, altrimenti se la sarebbe vista brutta [Slot Tecnica]
    Tecnica della Sostituzione - Kawarimi no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Ariete, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente
    L'utilizzatore può effettuare un movimento accelerato tramite l'uso del chakra, lasciando al proprio posto un oggetto o un essere vivente consenziente di pari dimensioni o inferiore. È un movimento accelerato: non può essere usato per fuggire da uno spazio chiuso o da luoghi dove non vi è sufficiente spazio d'uscita. Le correnti di chakra disturbano l'esecuzione della tecnica: non è possibile apparire a distanza inferiore ai 6 metri da un essere vivente. La distanza massima percorribile è pari a 21 metri. Può essere usata come Difesa Totale; può risultare sleale.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo:Basso )
    [Abilità]Passo Lampo - Shumpo
    Abile: L'utilizzatore può utilizzare le tecniche di spostamento accelerato senza bisogno di posizioni magiche, ma il tempo di caricamento rimane inalterato.
    [Da Genin]
    . Eppure, nonostante tutto, iniziava a vedere la meta. Ancora pochi metri lo separavano dalla fine di quella prova alla morte, come l'aveva elaborata la sadica fanciulla cui era affidato. A quanto sembrava non c'erano altre rocce destinate a cadergli sulla testa e, correndo ad una discreta velocità nonostante si trovasse su una parete perpendicolare al suolo, impiegò solo pochi secondi a raggiungere la sommità. Aiutandosi con le mani si diede la spinta, felice di ritrovare il terreno pianeggiante sotto di sé. Dopo essersi allontanato dal ciglio rivolse uno sguardo torvo ad Ayuuki, ma il tono di voce si rivelò inaspettatamente leggero. Chi lo avrebbe mai detto che dietro quel bel faccino si nascondesse un animo tanto crudele. Ora ti tocca fare ammenda! Quella prova era stata superata dal Kinryu senza eccessiva difficoltà, tutto considerato. D'altronde era sempre stato uno degli studenti più promettenti del suo anno e il duro lavoro a cui si era sottoposto iniziava a dare i suoi frutti.
     
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  6. **Kat**
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    III ~ Duri Allenamenti: Esperimenti Farmacologici


    L

    a Via del Ninja non era semplice e chi decideva di abbracciarla, doveva essere consapevole delle pesanti e gravose scelte che doveva affrontare prima o poi. Era una lezione che aveva imparato fin da subito sulla propria pelle, quando di fronte all’Hokage si era sentita impossibilitata a fare una scelta a cuor leggere. Eppure Raizen-sama, nonostante fosse conosciuto in tutto il Villaggio per i suoi modi bruschi e poco diplomatici, non le aveva fatto alcuna sorta di pressioni. Non le aveva imposto di scegliere tra la Fedeltà del proprio Villaggio e l’amore che nutriva per sua Sorella maggiore, una Traditrice della Volontà del Fuoco. Apparentemente i due sentimenti non potevano coesistere nel suo animo, ma ancora oggi riservava dolci pensieri alla sua Oneesan, sperando che un giorno tornasse alle sue radici e si ravvedesse del suo comportamento.
    Scegliere non era mai facile e ben pochi avevano il coraggio di farlo, quindi non pretese una risposta dal Neo-Genin, anche se lo mise fin da subito in guardia sulle difficoltà che doveva superare per poter percorre quella strada. Doveva trovare dentro di sé il proprio Credo Ninja, il Nindo.
    Durante il viaggio i due Genin scambiarono qualche parola ed inevitabilmente si parlò anche delle rispettive famiglie, un argomento che la Kunoichi condivideva raramente con estranei. In realtà nemmeno con gli amici più stretti. Era un muto dolore che si portava dietro. Ed anche dopo essersi “liberata” delle catene che la legavano al destino e alle responsabilità riguardo alla Dinastia dei Fuyutsuki, continuava rimuginarci su. Ai-chan era sua sorella e doveva esserci un modo per salvarla. Per ora doveva solo scalare la gerarchia Ninja e sperare di trovare tracce della sorella scomparsa. Fortunatamente Shin-kun fu bravo a cambiare subito discorso, forse si era accorto del tono spento con cui aveva proferito quelle parole. - La strada dell’insegnamento non fa per me! - Annuì alle parole del ragazzo dalla chioma argentea. Ricomparve il sorriso sulle sue labbra. - Non sperarci troppo. - Un goliardico avvertimento, di certo la Fuyutsuki non aveva nessuna intenzione di assumere le vesti della “maestrina” ed annoiare il Genin con concetti teorici.
    Una volta abbandonato il sentiero commerciale, il percorso nella fitta vegetazione del Nord del Paese del Fuoco fu d’ostacolo ai due Genin, principalmente per quello meno esperto dei due. La Kunoichi non accennò a ridurre il passo di marcia, anche se il Bosco diventava sempre più selvaggio. Arbusti, fogliame e cespugli si ricoprivano di foglie acuminate e rovi taglienti. Cadere in quel sottobosco non era affatto raccomandabile, per non parlare poi della flora e della fauna velenosa. Fece un leggero cenno con la testa per invitare Shin-kun ad accelerare il passo. Anche questo era una sorta di addestramento. Il Genin si dimostrò molto capace e preparato fisicamente. Non rallentò nemmeno per un attimo il suo passo. Purtroppo i Kami non furono clementi con il ragazzo, visto che una enorme parete rocciosa li attendeva per poter raggiungere l’Avamposto sul confine con il Paese delle Risaie. Una deviazione che probabilmente la Fuyutsuki poteva concedere, ma che per semplice capriccio preferì non rendere la vita del neo-Genin troppo facile. Era giunto il momento di mettersi alla prova seriamente e valutare le capacità del neo-diplomato. Doveva imparare a cavarsela da sola, senza attendere che un Sensei dell’Accademia comparisse all’improvviso per spiegargli la lezione del giorno. E poi era quasi certa che Shin-kun poteva farcela anche da solo, era un ragazzino intelligente e capace. - Ti ho dato tutti gli elementi per riuscire a manipolare perfettamente il Chakra. Un eventuale morte sarà solo frutto della tua incapacità e non della mia negligenza! - Precisò con un sorriso divertito mentre scalava agilmente e senza troppa fretta la parete rocciosa. Sperava che il ragazzo dalla chioma argentea osservasse attentamente i suoi movimenti e la patina di Chakra che si era creata sulla suola dei Sandali Ninja. Un vivace intelletto poteva imparare il controllo del Chakra anche in meno di un giorno. Per lei c’era un discorso a parte, visto che aveva dimostrato fin da subito una propensione per il controllo del Chakra.
    Non appena raggiunse la sommità della parete si girò indietro per sporgersi meglio ed osservare i progressi del ragazzo. Non voleva di certo condannare ad una morte certa un neo-Genin, ma era il metodo più “sicuro” per farlo crescere rapidamente. Doveva imparare da sé e capire dove sbagliava. E poi la Fuyutsuki le aveva già svelato buona parte del meccanismo del Chakra Adesivo. Doveva solo metterlo in pratica e non schiantarsi o venir travolto dalle frane del suo Chakra Distruttivo. Un esercizio elementare.
    Osservò annoiata i primi tentativi del Genin. Come i suoi coetanei e la stessa Kunoichi, all’inizio non era semplice equilibrare tutte le forze che entravano in gioco, bastava un minimo errore di calcolo per rovinare l’intero sistema di forze e precipitare giù. Quindi non riuscì a non sorridere alle prime cadute di Shin-kun. Anche lei aveva imparato il Chakra adesivo in quel modo, anche se indossava dei pesi ed era costretta a schivare le traiettorie di alcuni Shuriken che le venivano lanciati. Il tutto compiuto a testa in giù. Era stata un allenamento estenuante ma che l’aveva portata con l’ora del crepuscolo a padroneggiare perfettamente il Chakra. Imparare poi il Chakra Repulsivo e quello Distruttivo era stato così naturale ed istintivo da sorprendere chiunque. Dopo vari tentativi, in cui la ragazza attese pazientemente concedendosi una pausa, notò la figura del ragazzo avvicinarsi sempre di più. Stava acquisendo sempre più familiarità con le proprie energie. Quindi reputò necessario aggiungere una difficoltà in più. La sua mano destra sfiorò con grazia e apparente delicatezza la parete rocciosa che iniziò a deturparsi di crepe. La sua forza fece esplodere parte della parete. - Cerca di concentrarti sull’esercizio invece di parlare! - Lo ammonì bonariamente.
    Gli occhi cristallini della Fuyutsuki valutarono gli ottimi tempi di reazione del ragazzo, che riuscì a combinare l’abilità appena appresa con la fluidità dei suoi movimenti. In alcuni punti il Chakra adesivo venne meno, visto che non lo padroneggiava ancora correttamente, ma la Kunoichi poteva ritenersi soddisfatta del risultato ottenuto. Inarcò un sopracciglio non appena notò il neo-Genin sostituirsi ad un masso per evitare di essere coinvolto nella frana senza l’utilizzo di alcun sigillo. Un’abilità che non tutti i Ninja della Foglia possedevano e che testimoniava una buona preparazione nonostante la sua età. - Crudele? - Lo accolse con un sorriso non appena il ragazzo finì la scalata. - Abbiamo concetti molto discordanti di crudeltà! Anzi questo allenamento “crudele” ti risparmierà settimane e settimane di esercitazioni teorico-pratiche sul controllo del Chakra. - Fece spallucce. - Dovresti ringraziarmi. - Stranamente Shin-kun le stava simpatico, anche perché l’ultimo ragazzo che aveva osato accusarla di qualcosa era finito per visitare l’Ospedale del Villaggio con qualche ossa rotta. Abbozzò un sorriso facendo cenno di continuare il viaggio. Nessun riposo per il Genin. Questo era la sua “ammenda”, ovvero non concedergli una meritata pausa.
    Oltre la barriera di roccia la vegetazione continuava ad essere fitta, visto che il confine con il Paese delle Risaie si faceva sempre più vicino. I territori di Otogakure no Sato erano conosciuti per la sua Foresta dei Sussurri, una macchia di vegetazione così fitta da renderla completamente sorda agli echi. Quindi la flora di confine era altrettanto rigogliosa e prospera per il clima più umido e con maggior precipitazioni annuali. Dopo alcune ore di marcia forzata la Fuyutsuki decise di concedersi una pausa, anche perché non voleva spingere troppo al limito il neo-Genin. Erano pur sempre in una missione e non poteva procedere con Ninja esausti o incapaci di difendersi. Inoltre l’Avamposto del Varano squamato non distava molto, forse un’altra oretta di cammino. - Ci fermiamo un po’ in questa Radura! - Avvertì il ragazzo prima di compiere un balzo ed abbandonare il sentiero fatto di rami, cespugli e sempreverdi. Lanciò un’occhiata a Shin-kun per valutare il suo margine di stanchezza. - Riposati un po’. Ci concediamo due ore di riposo! - Sembravano davvero tante, ma considerando che avevano percorso quasi trequarti dell’intero viaggio, era una pausa accettabile. E senza aggiungere altro iniziò ad estrarre da uno zaino alle sue spalle alcuni utensili e materiali per l’arte Farmacologica
    Farmacista
    Speciale: L'utilizzatore è in grado di creare l'equipaggiamento ninja parigrado, se ha con se un'adeguata attrezzatura ed circa 1 ora ogni 10 crediti. L'utilizzatore può creare solo 1 singola tipologia di equipaggiamento scelta all'acquisizione. In base alla tipologia scelta, cambia il nome della competenza: A distanza 'Armiere', Mischia 'Armaiolo', Potenziamento 'Armoraro', Protezione 'Corazziere', Bombe 'Alchimista', Tonici 'Farmacista', Veleni 'Erborista', Meccanismi 'Geniere', Vario 'Artigiano'. Può creare solamente equipaggiamenti dell'archivio liste.
    [Da Genin in su]
    . Pensò di approfittare dell’oretta di pausa per poter organizzare un piccolo campo farmaceutico ed esercitarsi nei tonici. Si era da poco avvicinata a quest’arte e trovandosi in un luogo ricco d’ingredienti preferì approfittare di questa occasione.
    Mise su un tavolino pieghevole, disponendo poi mortaio, pestello, provette ed altre attrezzature portatili. Impiegò quasi un’ora per poter completare l’allestimento di quel piccolo
    campoKit Attrezzatura Portatile [Vario]
    Si tratta di un set di accessori da artigiano che può essere utilizzato per preparare un'officina di campo. È necessaria un ora di preparazione prima di iniziare a lavorare.
    Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Media
    (Potenza: | Durezza: )
    [Da Genin in su]
    Erboristico-farmaceutico , mentre iniziò ad osservare il contenuto di alcuni barattoli con strane polverine e farmaci diluiti in una sacca. Fece mente locale sugli ingredienti necessari per la realizzazione di un TonicoTonico di Recupero Minore [Tonico]
    Ingerendo questo farmaco il ninja recupera una quantità di chakra pari ad un consumo Medio.
    Dose Massima: 2 al giorno.
    Tipo: Supporto-Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 45)
    di Chakra ed iniziò a prepararlo con meticolosa pazienza. - Mentre preparo un Tonico per aiutarti a recuperare un po’ del Chakra che hai sperperato nella scalata della parete, perché non ti eserciti ancora con il Chakra Adesivo? - Optò alzando lo sguardo dal suo laboratorio portatile. - Se accumuli del Chakra nelle tue mani puoi trattenere un oggetto di piccole dimensioni senza necessariamente impugnarlo. Anche in questo caso devi dosare le energie. Troppo poco Chakra non permetterà all’oggetto di aderire… troppo Chakra finirai per danneggiarlo. - Avvertì con un debole sorriso. - Ho una scorta di provette di vetro nello zaino. Esercitati con quelle.. ma attento a non rompermele tutte! - Fece spallucce prima di continuare i suoi esperimenti farmacologici. Amava l’Erboristeria perché le permetteva di esplorare la flora e la fauna locale e non restare chiusa in un angusto laboratorio. La Farmacologia non era meno diversa, soprattutto per coloro che prediligevano ingredienti naturali e non sintetici.
    Sospirò prima di riprendere i suoi studi. Per prima cosa tritò un paio di foglie dell’Albero della Vita per polverizzarle ed estrasse con un coltello da lavoro la luminosa linfa della pianta di Lux Dulce. Aggiunse anche un po’ del succo della Baca Voluptas per poter conferire un effetto tonicizzante al farmaco. Dopo aver unito i tre ingredienti ed aver creato una miscela semi-solida la introdusse in uno stampino per farmaci in modo da compattarli insieme in una sfera verde-acqua di principio attivo. Riuscì a raggiungere questo risultato solo dopo alcuni meticolosi tentativi. Sospirò leggermente. - Prova. - In quel momento Shin-kun era l’unico Ninja bisognoso di Chakra, quindi preferì fargli assaggiare il tonico. Era un modo gentile per usarlo come cavia del suo primo esperimento farmacologico. - Hai bisogno di recuperare. - Ovviamente non menzionò che era la prima volta che creava un tonico. Generalmente i farmaci non avevano un buon sapore. Buona fortuna Shin-kun.


     
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    Nonostante, oggettivamente parlando, i modi di fare della Fuyutsuki fossero tutt'altro che gentili, almeno nella accezione comune del termine, a Shin il carattere determinato della ragazza piaceva. Quando controribattè, sostenendo che dovesse essere invece lui a ringraziarla, fece quindi spallucce. Per stavolta siamo pari allora. Quello era il massimo che poteva concederle senza apparire uno smidollato o mancarle di rispetto. Tutto sommato, si ritrovò a pensare il genin mentre riprendevano la marcia, le sue parole contenevano più di un briciolo di verità. Il percorso tornò a farsi presto accidentato a causa della vegetazione rigogliosa che li costringeva a passare da un albero al successivo scegliendo con attenzione il percorso meno ostruito da frasche, liane ed altre strutture arboree. Talvolta, quando chiazze di muschio o foglie cadute che avevano trattenuto l'umidità gli facevano mettere il piede in fallo ed era sul punto di scivolare, ricorreva nuovamente al chakra adesivo per prevenire cadute rovinose. Un po' alla volta se ne stava appropriando, ma sapeva benissimo che il grosso del lavoro lo aveva fatto compiendo quella rischiosa scalata su suggerimento della fogliosa. Dopo diversi chilometri -il paesaggio sempre uguale gli aveva fatto perdere la cognizione del tempo e della distanza- Shin iniziò a sentire la fatica. Se prima il silenzio era stato dettato dalla mancanza di argomenti, ora era una necessità per risparmiare preziose forze. Il giovane stava cercando di reggere il più a lungo possibile senza lamentarsi in quanto non desiderava essere considerato un debole, o peggio un peso, dalla compagna. Per sua fortuna da lì a poco si fermarono in una radura per concedersi la prima pausa da quando avevano lasciato il Villaggio. Scendendo dall'albero si diede un'occhiata intorno. Tra la vegetazione poteva udire battiti d'ali e richiami di diverse specie d'uccelli, mentre un numero elevato di piccole creature brulicava e si librava nello spiazzo erboso. Uno scorcio di natura incontaminata comune al centro dell'altopiano del Paese del Fuoco, ma stupefacente per gli abitanti della città. Shin sorrise. Per quanto fosse stato spesso in mezzo ai boschi che circondavano Konoha quello era comunque uno spettacolo che ristorava l'anima. E il verde brillante dell'erba era un'ottima cura per qualsiasi pensiero triste. Si appoggiò ad un tronco, sgranchendosi il collo e le spalle tese per il pesante esercizio fisico. Osservò la ragazza allestire con cura un piccolo, ma attrezzato laboratorio di erboristeria e, dimenticandosi per un attimo della stanchezza, le chiese se potesse darle una mano. Non avrebbe saputo da dove iniziare ovviamente, ma imparava in fretta. In ogni caso da lì a poco Ayuuki, per tenerlo occupato, lo invitò ad esercitarsi per migliorare il suo controllo del chakra. Alzò lievemente un sopracciglio fingendosi indispettito, ma faticava a nascondere un sorrisetto divertito. Ho capito ho capito è un modo per tenermi fuori dai piedi e impedirmi di far danni. D'accordo, ora ci provo. Sistemò le provette che la kunoichi aveva gentilmente offerto in sacrificio in modo che fossero a portata di mano e si preparò all'allenamento. Nel frattempo la Fuyutsuki si era voltata, intenta nel suo lavoro, dandogli le spalle. Shin rimase per alcuni istanti ad osservarla, e diversi pensieri gli attraversarono la mente. A pelle gli stava decisamente simpatica, e aveva dimostrato di avere un'ottima preparazione come ninja, anche se non l'aveva ancora vista in azione. Non che si augurasse di scoprire le sue capacità in quel frangente, essendo quella una semplice missione di ricognizione, anche se non si poteva mai sapere cosa riservava il futuro. Alla fine le rivolse solo poche parole, sospirando. Beh suppongo dovrei ringraziarti del pensiero, quindi buon lavoro. A quel punto si dedicò anche lui al suo compito, sebbene non la perdesse di vista un attimo. La giovane aveva visto giusto, lo shinobi era dotato di una vivace curiosità per tutto ciò che non conosceva. Prese comunque in mano una provetta dall'aria delicata e fece affluire il chakra nel palmo. Decise di iniziare con una quantità minima per non danneggiare lo strumento di vetro. Con attenzione allentò la presa per verificare la tenuta, ma l'oggetto scivolò inevitabilmente al suolo. Aspettandoselo era psicologicamente pronto e riuscì a recuperarlo al volo con la mano libera. Senza demordere, ritentò aumentando sensibilmente la quantità d'energia emessa. Aprendo il palmo la provetta restò perfettamente aderente alla pelle. Dopo alcuni secondi però vide il vetro coprirsi di crepe ed infine esplodere in mille pezzi. Ops...spero non ci tenessi troppo. Non aveva sbagliato di tanto, ma quel poco bastava a fare la differenza tra un lavoro ben fatto ed un fallimento. Ora però aveva dei parametri su cui lavorare, quindi gli sarebbe bastato perfezionare lo spessore della patina adesiva e la continuità del flusso per raggiungere l'obiettivo che si era prefisso. Alcune provette rischiarono ancora di cadere, ma furono salvate prima dell'impatto col suolo ed un'altra riportò fratture tali da divenire inutilizzabile, ma alla fine lo shinobi della Foglia riuscì a padroneggiare la tecnica limitando i danni. Quando Ayuuki si rivolse nuovamente a lui lo trovò seduto a gambe incrociate che giocava con una provetta, facendola ruotare lentamente tra le dita ed infine reggendola in equilibrio tramite il chakra adesivo sul dorso della mano. Quando lei si avvicinò interruppe il flusso, prendendo al volo la provetta con l'altra mano e riconsegnandola alla legittima proprietaria. In cambio ricevette un tonico dall'aria decisamente poco appetibile. Lo shinobi, che l'aveva osservata lavorare per tutto il tempo senza mai levarle gli occhi di dosso e che, con sguardo attento, leggeva la tensione dissimulata sul viso della ragazza, prese la repentina decisione di farle uno scherzo. Aveva valutato la situazione e ritenne di potersi arrischiare. Con un sorriso esagerato e socchiudendo gli occhi a mezzaluna prese la compressa e la frantumò con i denti, portando i frammenti sotto la lingua come era abituato perché il principio attivo fosse assorbito più velocemente dal corpo e quindi facesse effetto di lì a breve, come era richiesto ai medicinali ninja. La pastiglia era piuttosto amara, ma nulla di incommestibile, e subito Shin sentì tornargli le forze. Assicuratosi che non vi fossero effetti collaterali sgraditi decise di mettere in scena la sua piccola recita. Portandosi una mano alla gola finse, con tutta la bravura di cui era capace, di star soffocando. Strabuzzò quindi gli occhi e si lasciò cadere di peso all'indietro, atterrando con le spalle sul manto erboso con un piccolo tonfo. A quel punto rilassò tutti i muscoli del corpo lasciando andare gli arti e terminò chinando il capo di lato e chiudendo gli occhi. A quel punto trattenne il respiro per alcuni lunghi secondi restando perfettamente immobile, con i sensi concentrati sulla reazione della compagna di squadra. Se si fosse preoccupata per lui l'avrebbe lasciata fare per un poco, prima di riprendere teatralmente a respirare spalancando gli occhi. A seconda della sua faccia si sarebbe o meno messo a ridere a crepapelle. Se invece avesse avuto una reazione avversa sarebbe stato lesto a rotolare di lato per evitare la sua ira. In fin dei conti la conosceva da poco e non sapeva come l'avrebbe presa, quindi era pronto a tutto. In un certo senso quello era un test, per vedere cosa nascondeva la fanciulla sotto la maschera. In ogni caso una volta calmati le avrebbe sorriso. Ma aggiungendo, che so, un po' di miele per addolcire le pillole, perdono effetto o non lo fate perché siete sadici?
     
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    IV ~ Impeti d'ira: Corri Shin-kun.. Corri!


    F

    orse il “metodo” d’insegnamento della Fuyutsuki era poco ortodosso, ma a giudicare dai rapidi progressi che stava facendo Shin-kun sicuramente era molto efficacie. Aveva imparato sulla propria pelle, durante gli addestramenti con il Clan Aburame nella sopraffina arte dei Veleni, che affrontare le proprie paure invece che aggirarle era il metodo più rapido per crescere. Poco condiviso, ma molto efficacie. Infatti alla fine di quei sette lunghi giorni di atroci sofferenze per il corpo e la mente, era riuscita a sviluppare le capacità necessarie per diventare un’ottima Avvelenatrice della Foglia, tanto che l’Hokage le aveva offerto un posto nella Radice, i Reparti Speciali di Konoha, anche se era ancora un’inesperta Genin. Erano passati parecchi mesi da quel giorno e possedeva la certezza matematica che se avrebbe spinto al limite Shin-kun anche lui poteva sviluppare rapidamente il proprio potenziale ed abbattere ogni sorta di barriera.
    I Fatti sicuramente avvaloravano la sua tesi, visto che il ragazzo ricorse più volte al Chakra adesivo durante il viaggio per evitare di cadere da arbusti scivolosi o su manto di foglie secche. Con la coda dell’occhio la Genin potè costatare con un sorriso che Shin-kun stava mettendo in pratica i suoi insegnamenti autonomamente. Non poteva essere più contenta.
    Ma ad un certo punto dovette concedere una meritata pausa al ragazzo dalla chioma argentea, ormai visibilmente stanco. Anche la Fuyutsuki sembrava un po’ stanca, visto che avevano percorso quasi trequarti del viaggio senza una sosta, anche se la ragazza ne aveva promesse ben tre prima della partenza. Ovviamente poteva redimere questa piccola questione concedendo un tempo di riposo più lungo di quello pattuito, infondo l’Avamposto del Varano squamato era a pochi chilometri dalla radura in cui si erano fermati. - Beccata! - Allargò il sorriso non appena il ragazzo l’accusò bonariamente di tenerlo impegnato per non essere disturbata nei suoi esperimenti erboristici e farmacologici. Erano conoscenze che richiedevano molta concentrazione e dedizione, quindi non poteva concedersi distrazioni. E poi continuare il suo allenamento con il Chakra adesivo non poteva essere che un bene per il neo-Genin. La pratica ed il duro lavoro erano fondamentali per consolidare abilità appena apprese. Rifiutò quindi l’aiuto per allestire il campo farmacologico portatile. Preferiva fargli risparmiare energie, probabilmente già dimezzate dal faticoso viaggio intrapreso verso i confini con il Paese delle Risaie. Quindi preferiva che Shin-kun si godesse il paesaggio e continuasse con la manipolazione del Chakra. Nulla di troppo difficile.
    Senza aggiungere altro iniziò a lavorare sui composti farmacologici che aveva ottenuto dalla natura circostante. Durante il percorso si era fermata per fare scorte d’ingredienti, riponendoli nello zaino alle sue spalle. Aveva recuperato tutto ciò che aveva segnato nella sua lista, spuntando i vari ingredienti dalla pergamena. Insomma era stata una ricerca molto fortuita che non aveva affatto rallentato il passo dei due Genin. Quindi non appena fu di fronte al banco portatile era entusiasta per poter analizzare i principi attivi delle erbe o delle radici raccolte. Per ora prediligeva sfruttare le sue eccelse conoscenze Erboristiche, prelevando ingredienti vegetali, per poter sopperire alle carenze in Farmacologia. Ma ben presto avrebbe iniziato a cimentarsi anche su preparati di natura animale e sintetica. Aveva solo bisogno di tempo. Shin-kun non era l’unico Genin che era partito da Konohagakure no Sato con l’obbiettivo di migliorare le proprie capacità.
    Passò diversi minuti, facendo scorrere presto i granelli di sabbia nella clessidra calibrata per un’ora, ad osservare ed analizzare i vari ingredienti per poi ridurli in una piccola pillola. Una intensa ora di studio, errori, successi, correzioni e quant’altro che si riducevano in un tonico di pochi millimetri di diametro. E le basto guardarsi alle spalle per trovare la sua cavia. Il Ragazzo si era allenato duramente e le sue risorse di Chakra probabilmente erano a terra. Per ora aveva creato solo composti letali per nuocere la salute al prossimo, come se la sarebbe cavata nella produzione di farmaci galenici?
    - … - Il cuore iniziò a batterle all’impazzata non appena Shin-kun assunse la pillola verde-acqua. Non aveva un buon odore e forse nemmeno un buon sapore, ma i farmaci non erano prelibatezze gastronomiche. Era decisamente più importante il principio attivo che contenevano, a dispetto di qualsiasi altra caratteristica. Forse avrebbe potuto aggiungerci un po’ di Canna da Zucchero o il succo di una bacca dolciastra che cresceva in queste zone, ma preferiva non creare spiacevoli interazioni. Passarono alcuni secondi e nulla accadde, forse perché il ragazzo preferiva tenerla sulle spine. - Cazz…?!? - Dovette trattenersi nell’imprecare ad alta voce. Era così poco femminile e sicuramente poco educato. Ma Shin-kun era appena collassato davanti ai suoi occhi. A giudicare dalle mani che cingevano il suo collo qualcosa aveva ingrossato la laringe. Fece una rapida rassegna mentale degli ingredienti utilizzati. Albero della Vita per rendere più reattivo il sistema circolatorio del Chakra, Lux Dulce per conferire una risorsa extra di Chakra e Baca Voluptas per tonificare il tono muscolare e rilasciare endorfine del benessere dopo l’assunzione del composto. Non c’era alcun errore nel principio attivo. Forse aveva sbagliato qualcosa nel procedimento? - Shin-kun! Shin-kun! - Cercò di chiamarlo. - Dovevi dirmelo che eri un soggetto allergico. - Quasi rimproverandolo, anche se prossimo al decesso. Ma quando iniziò a ricorrere alle procedure rianimatorie, che avrebbero subito scoperto l’inganno per le sue buone conoscenze mediche, il ragazzo si risvegliò improvvisamente. Dovette mantenere un buon autocontrollo per non urlare.
    - BAKA! - Non aveva assolutamente apprezzato la sua battuta finale. Le aveva fatto prendere uno spavento, anche perché era la prima volta che utilizzava le sue conoscenze Farmacologiche ed aveva contemplato eventuali errori. Non era sicura come nell’Erboristeria. L’espressione della Fuyutsuki era tutta un programma. Conteneva l’ira a stento. Non era conosciuta per il suo selfcontrol, almeno non con le teste di pigna. - Ti ammazzo! - Il neo-Genin non se la sarebbe cavata così facilmente. Aveva sfidato parigrado per averle strappato un bacio a stampo a tradimento, figuriamoci se qualcuno si burlava delle sue conoscenze Ninja. Una vena pulsante comparve sulla tempia, mentre le mani reclamavano il volto di Shin-kun. Desiderava schiaffeggiarlo. Braccia che scattarono in avanti per arpionare il collo del ragazzo, o almeno provò a strangolarlo con le sue stesse mani. Desiderava ardentemente fare forza sul suo gracile collo fino a chiudergli tutte le vie aeree e vederlo soffocare[Nota: Velocità e Forza presa - Energia Blu], ma stavolta per davvero. Qualora non fosse riuscita ad agguantarlo per qualsiasi ragione, ed indemoniata ancora per il suo eccesso d’ira, cercò di accumulare un po’ di Chakra distruttivo nel suo palmo destro e tramite le sue distruttive abilità provò ad abbattere l’albero sotto cui Shin-kun si era esercitato. L’enorme fusto dell’albero cedette sotto la forza esplosiva della Genin furibonda e con entrambe le mani stavolta arpionò il tronco e lo lanciò[Nota: Velocità Albero - Energia Blu] contro al fuggitivo. La Kunoichi della Foglia non aveva affatto gradito lo scherzo ed era pronta a disboscare l’intera foresta a Nord di Konoha pur di reclamare la sua vendetta.
    Le bastarono solo alcuni momenti di apparente solitudine e un profondo respiro per ritrovare il suo normale equilibrio. Iniziò a guardarsi intorno notando la devastazione che aveva portato la sua incontrollabile furia e represse un barlume d’imbarazzo. Ma infondo Youkai-kun era ben consapevole delle sue sfuriate di routine, visto che era l’unico ragazzo del Villaggio che riusciva a farle perdere le staffe in quel modo. Ma Shin-kun? Si guardò intorno per sincerarsi che stesse bene. - Avanti vieni qui.. ti medico le ferite. - Fece spallucce con un ampio sorriso. La solita lunatica. La quiete sembrava essere tornata nel Team di Konoha. - Qualora non hai nessun graffio o frattura.. prima te la procuro e poi te la curo. - O quasi.


     
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    La risata si spense sul viso del ragazzo quando vide comparire una maschera d'ira sul volto della kunoichi. Tuttavia fu lesto a concentrare tutto il chakra che era in grado, superando anzi la dose raccomandata, per darsi una decisa spinta laterale con il braccio destro ed evitando d'un soffio la letale morsa della Fuyutsuki [Slot Difesa] [Impasto] [Danno]. Era pronto ad ogni evenienza fortunatamente, non conoscendo ancora bene la collega, ma comunque rimase esterefatto per la reazione decisamente eccessiva. Si rialzò con uno scatto, reggendosi il braccio dolorante, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa la vide tranciare un albero a mani nude con un terribile boato. Mentre raccoglieva il tronco con fini poco amichevoli Shin se la stava già dando a gambe cercando riparo tra la vegetazione. Non assistette all'incredibile lancio del genin veterano, ma ne fu travolto dagli effetti. Il fusto della pianta travolse numerosi altri arbusti provocandone la caduta. Un'esplosione di frammenti di legno investì il giovane, sbalzato a terra dall'urto con un pezzo più grande degli altri. Si mise immediatamente carponi, temendo di dover affrontare la furia della ragazza, ma non sembrava averlo inseguito. Fece un rapido controllo delle proprie condizioni. A parte il braccio formicolante, una scheggia gli avevano procurato un lungo taglio alla coscia sinistra, ma dalla perdita contenuta di sangue dedusse si trattasse di una lesione superficiale. Il grosso del danno era stato contenuto dal corpetto di cuoio, anche se sotto la protezione aveva riportato diversi contusioni che si sarebbero trasformate presto in ematomi. Si rimise in piedi, appoggiando con attenzione il peso sulla gamba ferita, ma il fastidio era sopportabile. Detesto le persone senza un minimo di senso dell'umorismo...Donne! Non c'era in realtà nessuna correlazione tra le due esclamazioni, biascicate a mezza voce. Tranne ovviamente la modesta esperienza del Kinryu con le esponenti del gentil sesso che avevano scelto la difficile strada del ninja. Si interrogò se fossero costrette a metter da parte la simpatia per sopravvivere in quel duro mondo dominato dai maschi, oppure se solo quelle già prive di quella dote decidessero di diventare strumenti di morte. Le sue inconcludenti elucubrazioni furono interrotte dalla voce di Ayuuki. Sembrava essersi calmata, ma Shin non era certo di potersi fidare. D'altronde, lei era probabilmente più forte di lui, anche senza contare le ferite. Con la stessa gioia di un condannato che si dirige al patibolo uscì nella radura, dirigendosi verso la kunoichi. Tuttavia non era nel suo carattere chinare la testa come un cagnolino sgridato. Chiedo scusa, era uno scherzo scemo, lo riconosco, e sono disposto a fare ammenda... Però la reazione che hai avuto era un po' esagerata... La voce era decisa, per quanto pacata. Aveva cercato di mettere in pratica tutta la propria capacità di mediazione, ma se doveva collaborare con qualcuno doveva sapere fino a dove poteva spingersi. Se quello fosse stato un test, la ragazza lo avrebbe fallito. Al giovane genin bastava il ricordo dell'esperienza con Hebiko, allora studentessa del Villaggio del Suono, per sapere quanto potesse essere sgradevole, se non pericoloso, ritrovarsi fianco a fianco di un elemento squilibrato che poteva far del male ad amici e nemici indistintamente. Ayuuki, con quello sguardo tanto dolce quando era in buona, non le sembrava una scheggia impazzita come l'otese, ma se era bastato così poco a farle perdere la trebisonda non osava immaginare come avrebbe reagito se insultata o peggio, magari nel bel mezzo di una missione di copertura. Sostenne con sguardo fermo quello della kunoichi, aspettandosi una risposta di qualsiasi tipo, senza tuttavia provocarla. Poco dopo comunque, per spezzare la tensione, avrebbe fatto un cenno verso la ferita sanguinante. La tua offerta di medicarmi è ancora valida? Se lei avesse assentito si sarebbe lasciato esaminare, disinfettare e fasciare dove ve ne fosse stato bisogno. Nel frattempo si spolverò i capelli argentati, prestando attenzione a non gettare i frammenti di legno che rimuoveva addosso alla ragazza. Fingendo una certa casualità attaccò quindi discorso. Quel colpo che hai usato contro l'albero è stato fantastico...Pensi che potrei imparare a farlo anche io? Sul volto del ragazzo era tornato un sorriso rilassato, come se non fosse successo nulla nei cinque minuti precedenti. Il Kinryu era fatto così, serio e profondo come un adulto, ma incapace di portare rancore per delle sciocchezze. Anzi, era quasi contento di essere accudito dalla ragazza che aveva conosciuto solo quella mattina, sebbene la medicazione fosse leggermente dolorosa. In fin dei conti non era cattiva. Magari un po' pazza, ma non cattiva. Almeno così credeva.
     
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    V ~ La quiete dopo la tempesta: Continua l'Addestramento!


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    egola numero uno: Mai far arrabbiare la Fuyutsuki. Da dolce e solidale Kunoichi che era, diventava un’Arpia inferocita pronta a demolire ogni ostacolo che la separava dall’oggetto o soggetto che aveva provocato la sua suscettibilità. In missione cercava di contenersi, anzi in un’infiltrazione di una importante associazione criminale aveva concesso al suo compagno di Team di palparla per mantenere la copertura, ma con il concludersi della Missione aveva provveduto a regalargli un biglietto di sola andata per l’Ospedale di Konohagakure no Sato. Probabilmente a distanza di mesi era ancora in cura con i migliori medici della struttura per porre rimedio alle indicibili menomazioni che gli aveva provocato. Ma nessuno le palpava il seno senza il suo permesso.
    Ma sicuramente Shin-kun non aveva superato quel limite che lo catapultava nella sua Black List. Quindi le bastava solo trovare un momento di calma, dopo aver sradicato qualche albero ed utilizzato come giavellotto. Il Konohano fu abbastanza lesto da fuggire via prima che la Fuyutsuki gli arpionasse il collo e provasse a strozzarlo. Era stato molto fortunato. Ed intelligente visto che non si fece vedere per un bel po’, dando alla Kunoichi il tempo necessario per sbollire. Seguirono tremendo boati e sinistre urla che fecero fuggire via uno stormo di uccelli spaventati ed anche gli scoiattoli che cercavano ghiande e frutti sugli alberi furono costretti a rintanarsi temendo l’ira della giovane donna. Momenti di tensione che si smorzarono non appena ritornò il silenzio in quella tranquilla radura. Quando Shin-kun ebbe il coraggio di tornare sui propri passi ritrovò una natura devastata. Alberi piantati in modo inusuale, con le radice che ne facevano da chioma. Tronchi abbattuti un po’ qua e là con evidenti solchi sul terreno, che deturpavano l’omogeneo prato verde. Cespugli estirpati alla radice e crateri un po’ sparsi ovunque. La ragazza aveva avuto il buonsenso di non lanciare la sua attrezzatura da Farmacista contro il ragazzo dalla chioma argentea. Il piccolo laboratorio all’aperto era l’unico superstite della sua furia.
    - Oh! Eccoti qui. - Raggiante lo accolse con un sorriso, come se non fosse accaduto nulla e che la devastazione che la circondava non era imputabile al suo pessimo auto-controllo. Invitò il ragazzo condannato al patibolo ad avvicinarsi. Non aveva intenzioni bellicose, altrimenti lo avrebbe già paralizzato con qualche Veleno e legato ad un preistorico mezzo di tortura come la ruota. - Accetto solo la prima parte del discorso.. sullo Baka-Scherzo e la tua ammenda. Per il resto faccio finta di non aver sentito. - Mai farle notare che aveva esagerato. Bisognava scrivere un manuale d’uso per relazionarsi con le Kunoichi. Peccato che ancora nessuno era riuscito a decifrarle in ogni loro sfaccettatura, a parte un antico romanzo di un Ero-Sennin vissuto molti secoli fa. - Ovviamente! - Aprì il suo Kit di pronto soccorso per poter medicare le ferite di Shin-kun. - Devi essertela vista brutta con quel cinghiale dalle zanne d’avorio che ti ha casualmente attaccato durante il tuo giro di perlustrazione vero? - Occhi che si scagliarono taglienti contro il ragazzo. - Perché è questo che racconterai se qualcuno ti domanderà di queste medicazioni no? Anche perché sarà tutto ben documentato nel Report della Missione. - Qualcuno potrebbe definirlo falso ideologico ed occultamento d’informazioni con un lieve abuso di potere nel Team. Ma come dire di no agli occhi dolci e pacati della Fuyutsuki che sfarfallavano con le sue voluminose e nere ciglia? Dopo aver persuaso il ragazzo nell’insabbiare questa faccenda del “Cinghiale distruttivo” iniziò a curare le sue ferite. Lo invitò a togliersi il corpetto e mostrargli anche il petto con alcune tumefazioni. Applicò un po’ di ghiaccio sulla zona per far assorbire l’ematoma, essendo solo frutto di una contusione. Avvolse l’acqua ghiacciata in garze sterili per evitare di sottoporre la cute ad un eccessivo sbalzo di temperatura e creare ulteriori lesioni. Con una pinza anatomica e lavaggi con siringhe e disinfettante rimosse ogni scheggia nella gamba del ragazzo. Applicò una garza pulita con un po’ di cerotto per creare una medicazione, mentre pulì con cotone idrofilo imbibito di disinfettante la ferita al braccio, quella forse più “seria”. Concluse le medicazioni con un sorriso [Nota][Abilità Conoscenze Mediche Base – Equipaggiamento Kit di Pronto Soccorso]. - Ecco fatto! - Shin-kun non poteva di certo lamentarsi sulla sua assistenza da vera crocerossina, anche se non lavorava nella struttura Ospedaliera.
    Il ragazzo improvvisamente mostrò interesse per l’abilità che aveva utilizzato per devastare la radura. Era così evidente? Ai suoi innocenti occhi non aveva fatto nulla di eclatante, forse spostato qualche alberello qua e là. Abbozzò un lieve sorriso. - Certo che puoi impararlo. Solo le Kekkei Genkai ed alcune Kinjutsu non possono essere apprese… ma con il duro lavoro, sangue e sudore potrai ottenere ciò che desideri. - Fece un occhiolino. Ormai aveva ritrovato la sua consueta tranquillità. Abbozzò un sorriso per poi rialzarsi da prato su cui si era seduta per medicare il ragazzo ed invitarlo a seguirla verso un punto preciso della Radura. - Allenati con questo masso. È molto grande e resistente.. e sono disposta a rimandare la nostra partenza di qualche ora per permetterti di apprendere il Chakra Distruttivo. Il tuo compito è distruggere questo masso. - Indicò un megalite presente per sconosciute ragioni al centro di quella radura, forse una testimonianza di un’antica civiltà dimenticata da secoli. - Dovrai concentrare il tuo Chakra in un punto e poi espellerlo al momento dell’impatto con l’oggetto o la struttura bersagliata. Ciò amplificherà il tuo potere distruttivo.. ma anche qui necessiti di un buon controllo del Chakra… Altrimenti… - Sospirò. Non le andava di spiegargli tutto passo passo come una Sensei dell’accademia. - Bhè… se sbaglierai sarà la tua mano a pagarne le conseguenze. Buona fortuna! Non ripartiremo fino a quando non avrai distrutto questo masso. Eventuali ritardi all’Avamposto saranno imputabili alla tua scarsa preparazione e negligenza. - Tanto per mettere sotto pressione il Neo-Diplomato. Ormai lo avevano capito anche gli alberi che assumeva quell’atteggiamento per spingere al limite Shin-kun ed offrirgli la possibilità di migliorarsi.
    - Vado a preparati qualche tonico. Ne avrai bisogno! - Ritornò alla sua postazione di lavoro per poter analizzare alcuni composti sintetici compresi nel Set portatile. Affondò il dito indice nei recipienti di vetro per poter riconoscere la formula del composto farmaceutico. Aveva di fronte a sé molti barattoli con diverse polverine al suo interno, principi attivi liofilizzati. Sospirò leggermente. Non era abituata a lavorare con questo tipo d’ingredienti, ma era il momento d’imparare. Meticolosamente provò a riconoscere prima il contenuto di quelle provette e studiarne le varie interazione farmacologiche con l’organismo ospite e poi si adoperò per creare alcuni tonici. I primi tentativi furono disastrosi, anche perché non riusciva a compattare adeguatamente ed uniformemente i vari farmaci in polvere. Grazie ad alcune soluzioni isotoniche riuscì a miscelare i vari composti e a creare il suo primo tonico con composti sintetici. Sembrava completamente incolore ed inodore. - Prova! - Ritornò dal ragazzo per declassarlo di nuovo come a cavia. - Come procede? - Chiese con un barlume di curiosità.


     
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    Il sorriso della kunoichi in mezzo alla radura devastata risultava particolarmente inquietante. Shin si guardò intorno, avvicinandosi con circospezione. Scavalcò quello che restava di un albero e raggiunse la collega. La calma che regnava sul suo viso era surreale. Per un secondo il Kinryu si domandò se stava per offrirgli del the, ma tenne il pensiero per sé. La sua innegabile saggezza, uno dei motivi per cui era solitamente ritenuto più maturo dei suoi coetanei, gli consigliò di ignorare l'argomento e di far finta di nulla, per cui quando la ragazza accennò ad una terribile bestia quale responsabile di tale trambusto si limitò ad alzare gli occhi al cielo, annuendo distrattamente. Già, ma ammettereai che era un animale maestoso. Solo una lievissima sfumatura di sarcasmo era presente nella voce. Avrebbe dovuto fare rapporto sull'accaduto, ma si sentiva in qualche modo responsabile. In fin dei conti era iniziato tutto a causa di un suo scherzo, di certo non era un comportamento encomiabile per un ninja. Quindi, anche se nella bilancia delle colpe la Fuyutsuki era senza dubbio in torto, decise di stare al gioco e di ignorare il suo sfogo. Non aveva la minima intenzione di mettere nei guai Ayuuki per così poco, non aveva mai fatto la spia neppure da bambino. La sua mente, compiendo un salto pindarico, lo riportò sulle pendici del monte Yume. Lui e Kato avevano affrontato un vero demone incarnato, tenuto sotto controllo dai sigilli delle kitsune. Sovrapensiero, mentre si lasciava medicare, mormorò tra sé. Quell'orso sì che era temibile... Molto più della genin veterana, completò mentalmente. La fissò, sperando che non avesse sviluppato poteri di lettura del pensiero nel frattempo, altrimenti avrebbe fatto meglio a far testamento. Contrasse leggermente la mascella mentre la giovane passava con il disinfettante sopra il taglio alla gamba. Non poteva lamentarsi, la fogliosa si stava rivelando un'infermiera provetta. Controllando la fasciatura al termine della medicazione le sorrise. Lavoro eccellente, ti ringrazio. C'era una certa ironia nel fatto che fosse stata proprio lei a procurargli le lesioni curate con tanta cura. Se un giorno avessi un team ti vorrei sicuramente con me. Le fece l'occhiolino, rilassandosi. Sì, per il Kinryu era acqua passata. Si alzò, rimesso a nuovo, dimostrando interesse per l'abilità utilizzata dalla ragazza. Sembrava disposta a dargli delle dritte per padroneggiare quella conoscenza. Shin avrebbe accolto con favore tutta la fatica e il sudore se la ricompensa era diventare più forte, come poteva testimoniare Sanji, di cui portava il mantello intorno, quindi si mise subito all'opera. Scrutò il sasso indicatogli dalla sensei e lo colpì con un normale pugno, ma al massimo della sua forza. Si sbucciò leggermente le nocche, ma ignorò la ferita. Hai ragione, non sono neppure riuscito a scalfirlo. Vediamo ora. Concentrò un'elevata quantità di energia nei muscoli e ritentò. Ancora una volta il megalite rimase intatto, mentre lo shinobi si reggeva il braccio, dolorante per il contraccolpo. Aveva commesso un evidente errore, comprensibile considerando che si approcciava per la prima volta al controllo del chakra. L'energia era infatti stata diretta verso l'interno, per incrementare le capacità delle fascie muscolari, e non verso l'esterno prendendo di mira l'oggetto da distruggere. Che idiota... Proviamo così allora! Rivestì l'altra mano con un'aura di chakra simile a quella prodotta per ottenere l'effetto adesivo, ma questa volta invece di trattenerla e modellarla a forma di patina in modo che aderisse la lasciò libera di fluire. Tentò un nuovo attacco, ma gli effetti furono scoraggianti. L'emissione di energia era riuscita appena a graffiare la pietra, mentre il ragazzo aveva il fiatone. Evidentemente stava usando una quantità di energia superiore a quella necessaria a causa della sua cattiva gestione del flusso. Fece un paio di respiri profondi facendo tornare il battito regolare e nel mentre ripassò gli insegnamenti della Fuyutsuki. Doveva espellere il chakra contestualmente al colpo, altrimenti avrebbe perso efficacia. Al contempo, però, doveva concentrarlo in modo da aumentarne la potenza. Poteva provare a pressurizzarlo forse, trattenendolo in un punto sulla propria pelle per poi rilasciarlo. Si rese conto che avrebbe avuto bisogno di numerosi tentativi, il suo controllo del chakra era ancora troppo grezzo per sperare di ottenere la precisione necessaria alla prima prova. Sospirò e si procurò delle bende con cui fasciarsi le mani come i lottatori. Prevenire era meglio che curare. Raccolse il chakra nella mano, alternando nuovamente l'arto. Con attenzione lo accumulò sulla superficie della pelle, aumentandone gradualmente la quantità, ma al contempo cercando di trattenerlo aderente alle dita ripiegate senza che si disperdesse. Quando intuì che da lì a poco sarebbe sfuggito al suo controllo vibrò il colpo e rilasciò l'energia appena sentì l'impatto contro il materiale rigido. L'esplosione che ne seguì lo sbilanciò, mandandolo col sedere per terra. Il braccio destro era ricoperto di piccole abrasioni nonostante il tessuto protettivo, ma anche la stele appariva danneggiata in modo rilevante. Seppure la struttura fosse ancora intera dal punto dove aveva scaricato il pugno si irradiavano diverse crepe. La strada era giusta, ma era tutta in salita. Ripetè la procedura con la mano sinistra, cercando di rilasciare il chakra raccolto nell'ultimo istante utile. Le fratture sul megalite si fecero più profonde, ma resistette. Aspettandosi il contraccolpo questa volta lo shinobi rimase in piedi, seppur a fatica. C'era quasi, se lo sentiva. Portò indietro la mano destra con una flessione del torso, poi fece scattare i muscoli investendo in pieno il masso. Una pioggia di detriti fu scagliata in tutte le direzioni con una boato assordante. E ci voleva tanto? L'auto ironia, quando non eccessiva, era una qualità simpatica. Si lasciò cadere al suolo, attendendo che Ayuuki gli rivolgesse la parola. Di certo la sua attenzione era stata attratta dal rumore. Quella, in tutta risposta, gli porse un nuovo esperimento. Shin controllò i muscoli del volto, rimanendo con un'espressione neutra. Non voleva farsi sfuggire un sorrisetto, né uno sguardo terrorizzato. In silenzio, allungò un braccio verso di lei e si accorse che piccole gocce di sangue ne cadevano al suolo. Entrambi gli arti dello shinobi erano coperti da piccoli tagli ed abrasioni, da cui stillava il fluido vermiglio. Abituato com'era ad esercitarsi spingendo sempre al limite il suo corpo, come era successo con il loto, il Kinryu non si era neppure accorto di quel piccolo inconveniente. Ora però, calata l'adrenalina, iniziava a sentire un pizzicorio diffuso e dei dolori più consistenti attorno alle nocche. Prese il tonico e lo inghiottì veloce, sperando che aiutasse. La Fuyutsuki, che aveva svolto quell'allenamento prima di lui, era probabilmente consapevole delle controindicazioni e non si era fatta trovare impreparata. Il medicinale fece subito effetto e le ferite sul corpo di Shin si richiusero, smettendo di sanguinare all'istante. Un tonico coaguante in piena regola, complimenti. Grazie del pensiero! Le sorrise a tutta faccia, felice per aver imparato a controllare meglio quel potere e per le attenzioni della compagna. Ti scoccerebbe sistemarmi un attimo le braccia per favore? Non sono molto presentabile. Si portò una mano dietro la testa, ridacchiando. Potevano finalmente rimettersi in marcia per completare la loro missione.
     
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    VI ~ Avamposto del Varano squamato: L'arrivo


    A

    nche se buona parte degli alberi circostanti alla Radura erano stati selvaggiamente sradicati ed il rigoglioso prato era solo un lontano ricordo, rendendo il piacevole cinguettio degli uccelli un muto ed angosciante silenzio, quel luogo restava un posto di pace e tranquillità. Forse era stato devastato un po’ da una Kunoichi fuori controllo, ma l’aria che si respirava restava incontaminata e serena. Sopra le loro teste il sole estivo continuava a risplendere, in un cielo quasi privo di nuvole. Alcuni stormi di uccelli volevano via, forse troppo spaventati per poter rimanere nei nidi che avevano costruito nel periodo primaverile in quella zona. Ma rimirare lo stormo che pian piano si allontanava verso l’orizzonte, sparendo dopo un po’ dietro alle rigogliose fronde della Foresta, permise alla Fuyutsuki di ritrovare la calma perduta.
    Per qualcuno che non conosceva la Kunoichi era una reazione comprensibilmente spropositata, ma gli amici della ragazza avevano imparato ad accettarla anche con il suo carattere estremamente lunatico. Quindi la decisione di Shin-kun di tacere sull’accaduto e concordare sulla versione del “Cinghiale furente dalle zanne dorate” lo aveva salvato da una situazione già precaria emotivamente. Sicuramente la Fuyutsuki poteva controbattere ad eventuali accuse che tutto rientrava nell’intensa sessione di allenamento a cui aveva sottoposto il neo-Genin. In ogni modo in cui la si vedeva era la Genin ad avere il coltello dalla parte del manico. - Si..si.. era molto grande! Il più grande esemplare che abbia mai visto. - Era comunque disposta a scendere a “compromessi” sulla falsificazione del documento da consegnare agli uffici Amministrativi. Non era sicuramente il miglior esempio di Ninja che Shin-kun, anzi qualsiasi neo-diplomato doveva seguire, ma dettagli. Aveva fin da subito precisato che non aveva la stoffa per fare l’insegnante, e nemmeno la pazienza.
    Purtroppo era troppo concentrata sulle cure per poter badare ai mormorii del ragazzo dalla chioma argentea, quindi non replicò nulla in merito all’Orso o alla sua avventura in un misterioso luogo di cui la ragazza ignorava l’esistenza. Impiegò i successivi minuti a disinfettare le ferite e far riassorbire gli ematomi sul suo torace. Forse poteva utilizzare i suoi Ninjutsu Medici per accelerare il processo di guarigione, con una rigenerazione mitotica stimolata dall’Hikariton, ma non le sembrava il caso di sperperare energie. E poi i “vecchi” metodi erano sicuramente quelli più efficaci. Queste ferite avrebbero temprato il suo corpo e fortificato la sua mente al dolore. Quindi non si curò troppo del bruciore che poteva provocare il disinfettante. Fu abbastanza generosa in tali termini e si assicurò che le medicazioni fossero ben fissate, infondo dovevano durare per un intero viaggio. - Ma sono già in un Team.. sai? - Abbozzò un sorriso. - I miei compagni sono Youkai Kuroi e Inoichi Yamanaka. Siamo il Team 12 di Konoha! - Proferì con un pizzico di orgoglio. Era molto fiera dei progressi che stavano facendo i due Shinobi sotto la sua guida. Li sottoponeva ad allenamenti estenuanti, ben peggiori di quelli che Shin-kun stava vivendo sulla propria pelle, anche se per loro due il combattimento corpo a corpo non rientrava nel loro stile di lotta. - Sono certa che un giorno avrai anche tu un Team di compagni su cui poter contare. È come una famiglia. Si condividono tante cose insieme e ci si guarda le spalle reciprocamente in missione! - Ricordava ancora la Missione in cui il Team 12 era nato. Aveva portato a sviluppi davvero interessanti, ma alla fine era riuscita a legare con quei due Shinobi così diversi tra loro.
    La seconda fase dell’addestramento iniziò quando Shin-kun manifestò l’evidente interesse per il Chakra Distruttivo. Probabilmente poteva risultargli utile, visto che era un Taijutser proprio come lei. Ma non era facile da apprendere, quindi lo lasciò provare in completa solitudine. I primi tentativi furono disastrosi, visto che il Ninja aveva leggermente frainteso la sua spiegazione o non l’aveva messa in pratica affatto. Quando le sue nocche impattarono contro il megalite l’unico a risentirne furono le nocche del ragazzo dalla chioma argentea. - … - Lo lasciò ai suoi allenamenti senza donargli ulteriori direttive. Era un “problema” che doveva risolvere da solo. Anzi di fronte a sé aveva un grande problema, un megalite di una civiltà perduta da abbattere. Visto che pugno dopo pugno le sue nocche sembravano sanguinare la Fuyutsuki decise di preparare un tonico coagulante. Lo avrebbe aiutato a guarire quelle escoriazioni.
    Con cura e perizia iniziò a miscelare ingredienti sintetici e seguire formule complesse che non aveva mai visto prima. Anche se non conosceva perfettamente gli ingredienti che stava miscelando, grazie ad un minimo di logica e capacità manuali fuori dal comune con la preparazione d’intrugli, non sempre benefici, riuscì a creare una pillola completamente inodore ed incolore. Forse era anche insapore? L’ardua sentenza alla sua piccola cavia. Forse non era giusto provare i suoi farmaci sull’inconsapevole Genin, ma confidava nelle sue capacità. Qualora ci fosse stata una reazione avversa sapeva come intervenire. Non era una sprovveduta e non desiderava mettere in pericolo Shin-kun più del necessario. - Uhm? - I suoi studi furono interrotti da un improvviso rombo. Il megalite esplose in mille frammenti e cadde su se stesso alzando un polverone. Stormi di cornacchie e corvi si alzarono in volo spaventati dall’assordante rumore. Sul volto della Fuyutsuki comparve un sorriso. Attese che il vento portasse via la povere ed i detriti, per poi avvicinarsi contenta verso il ragazzo. - Ottimo! - Lasciò che il ragazzo assumesse il tonico mentre osservava le sue nocche insanguinate. - Dovresti comprare dei guanti. Così ti proteggerai da eventuali schegge e frammenti del materiale che farai saltare in aria con il Chakra Distruttivo! - Mostrò le sue mani completamente ricoperti da guanti in cuoio nero. Un piccolo consiglio, visto che Shin-kun nell’allenamento aveva rischiato di distruggersi le nocche. - Il Conciatore di pelle in prossimità dell’entrata di Konohagakure no Sato vende delle protezioni davvero resistenti e ad un costo abbastanza contenuto. Dovresti fargli visita! - Un occhiolino prima di concedere un po’ di riposo al ragazzo. Sembrava molto stanco ed avevano ancora un po’ di viaggio da affrontare. Inoltre non se lo fece ripetere due volte, si chinò verso di lui e riaprì il Kit di pronto soccorso per curargli i graffi che si era procurato. Con cura e dedizione pulì la cute con del disinfettante, passando cautamente un po’ di garza sterile e rimuovere eventuali detriti rimasti conficcati. Doveva imparare a dosare la forza e proteggersi dalla sua stessa potenza, ma gli bastava solo un po’ di esperienza. Fasciò le due braccia con delle bende pulite, partendo dalle mani, dove utilizzò un bendaggio ad otto, fino all’avambraccio con un bendaggio a spirale abbastanza stretto per limitare l’eventuale gonfiore richiamato dai naturali processi infiammatori. - Ecco! Riposati un po’.. ripartiremo tra trenta minuti. - Il tempo necessario per permettere alla Fuyutsuki di riordinare la sua farmacia ambulante e rimettersi in marcia.
    La restante parte del Viaggio procedette tranquilla, anche perché l’Avamposto del Varano squamato si trovava a circa un’ora di marcia dalla radura in cui avevano postato. Con il procedere verso Nord la vegetazione si faceva leggermente più fitta, soprattutto il sottobosco, mentre gli alberi crescevano di dimensione. Era un Bosco di querce secolari quello che divideva il confine Nord tra il Paese del Fuoco con quello più recente Paese delle Risaie. Qui le precipitazioni erano più abbondanti della media stagionale e cespugli, piante ed arbusti potevano crescere indisturbate intorno agli ampi fusti degli alberi. L’aria era decisamente più fresca, anche se il caldo generale che dominava ogni anno il Paese del Fuoco era ben percepibile anche a queste latitudini. Non ci furono ulteriori ostacoli o prove per il Neo-Genin, che doveva solo preoccuparsi di mantenere il passo e non incappare in un animale selvatico o velenoso. - Siamo quasi arrivati. - La terra si faceva più battuta e la Fuyutsuki riuscì a trovare un piccolo sentiero che collegava un pozzo d’acqua dolce all’Accampamento. Quando i due Ninja arrivarono al complesso, recintato da alcune mura in legno ed un profondo fossato con spuntoni di roccia affilati sul fondo, la Kunoichi lanciò una piccola occhiata d’intesa verso il ragazzo. Erano arrivati. Alcune torri con Ninja di guardia erano disposti lateralmente rispetto all’entrata dell’Avamposto, che era formato principalmente da tende ben organizzate ed alcune strutture in pietra molto vecchie, quasi diroccate. L’Accampamento non era grande come sembrava, ma abbastanza spazioso da accogliere diverse pattuglie di Anbu e Ninja militari in caso di un conflitto. Ciò che molti non erano a conoscenza su questo complesso, era che si estendeva anche in cunicoli e gallerie sotterranee che permettevano di ospitare e mantenere una buona forza militare. Intorno alle mura erano state allestite con il tempo alcune fattorie, campi ed una piccola comunità di contadini del Paese del Fuoco che forniva parte del sostentamento necessario all’Avamposto in cambio di protezione e sicurezza. Era un piccolo centro vitale, che si era sviluppato dall’era dell’Hokage Sarutobi per rendere sicuri i confini con il pericoloso nemico Otogakure no Sato. Un progetto che si era esteso e perfezionato nel tempo ed ora sopravviveva con gli aiuti del Villaggio. Le casupole dei contadini erano fatte di paglia e legna, solo le tre torri di guardia disposte lungo il perimetro erano formate di pietra dura. - Benvenuto all’Accampamento del Varano squamato! - La Fuyutsuki fece gli onori di casa, anche se era la prima volta che visitava quel complesso. Si avvicinò al ponte levatoio attualmente abbassato ed al cancello in pietra sorvegliato da alcune guardie. Era il momento del riconoscimento.
    - Ohayou Gozaimasu! - Chinò leggermente il capo per poi abbozzare un lieve sorriso. - Ayuuki Fuyutsuki e Shin Kinryu, Genin di Konohagakure no Sato, inviati dall’Amministrazione del Villaggio per controllare le strutture del vostro Avamposto e verificare che abbiate tutto ciò di cui avete bisogno per garantire la sicurezza dei Confini Nord. - Allungò la mano per consegnare la documentazione d’identificazione che le era stata consegnata ed i Reports. - In questi plichi troverete nuove direttive per l’Avamposto. - Precisò.


     
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    Il Kinryu guardò la kunoichi con un sorriso ed un pizzico d'invidia. Sono fortunati ad averti nel loro team! Spero anch'io un giorno di trovare dei compagni stabili. Pensò agli shinobi con cui aveva stretto di più nel corso dei suoi studi accademici e in seguito, dopo il diploma. Shunsui, Kairi, Kato, Aoi ed ora Ayuuki. E chi sà quali nuovi incontri gli avrebbe portato domani. Già, forse il suo sogno poteva avverarsi prima o poi.

    L'idea dei guanti era buona, ma il giovane genin non si trovava particolarmente a suo agio con le mani coperte da tessuto: gli facevano perdere precisione con i movimenti fini. Inoltre, e su questo probabilmente la kunoichi avrebbe assentito, sentire il dolore sulla propria pelle era modo migliore per imparare ed uno sprono a migliorarsi. Tuttavia ringraziò la ragazza per i consigli. Ancora una volta si prese cura delle sue ferite, detergendo le braccia e ricoprendole con delle bende pulite. Quando era in buona sapeva essere adorabile, ma dopo averla vista infuriata Shin restava costantemente sul chi vive. Non di meno scordò le buone maniere. Scusa per il disturbo, inizio a pensare di essere un peso per te. Ridacchiò a bassa voce, scompigliandosi i capelli con una mano come faceva spesso quando era lievemente imbarazzato. Da lì a mezz'ora ripresero la marcia, raggiungendo la loro destinazione in perfetto accordo con la tabella di marcia, nonostante le soste che la Fuyutsuki aveva accordato all'inesperto compagno perché potesse esercitarsi a padroneggiare il controllo del chakra. Il ragazzo studiò con attenzione la conformazione dell'avamposto e dell'insediamento che, come accadeva spesso in tempi di pace, era cresciuto fin a ridosso delle mura di cinta. Superato il profondo fossato trovarono il punto d'accesso alla struttura presidiato da un paio di shinobi, probabilmente genin in addestramento, che svolgevano la loro gavetta come guardie di confine. Shin lasciò che fosse la compagna a dare le spiegazioni del caso e continuò a guardarsi intorno. Gli edifici che poteva intravedere oltre il cancello avevano evidentemente bisogno di una mano di vernice fresca, ma sembravano solidi. La foresta, che si interrompeva ad una decina di metri dalla staccionata, sembrava stranamente silenziosa. Probabilmente la presenza dell'uomo rendeva gli animali più cauti. Il terreno su cui avevano camminato per raggiungere il ponte, inoltre, era coperto da pozzanghere e le suole delle loro scarpe si erano coperte di fango. Il Kinryu si voltò verso gli shinobi che, dopo un breve scambio di battute, avevano chiesto ad Ayuuki di attendere. Pochi minuti dopo fece la sua comparsa un chunin, probabilmente il supervisore della guarnigione, che scambiò i saluti di rito. Benvenuti. Il mio nome è Goro Ishimazu, ma credo lo sappiate già. I due ninja provenienti da Konoha annuirono, avendo letto tale informazione sul dossier che il funzionario aveva consegnato loro. La cadenza di voce dell'uomo era secca, tipica di qualcuno abituato a dare ordini. La figura alta e slanciata suggeriva autorità, impressione rafforzata dall'uniforme in perfetto stato e dalla scelta di portare il coprifronte legato al braccio piuttosto che sulla testa, ricoperta da corti capelli castani dal taglio militare. Allungò la mano quasi strappando dalle mani il plico di fogli che la kunoichi aveva consegnato al sottoposto, che abbassò gli occhi, maledicendosi per la sua mancanza di prontezza. Le labbra sottili non ebbero nessun sussulto mentre ne leggeva sommariamente il contenuto: era chiaro che non aveva nulla contro la loro visita, al più li considerava una scocciatura di cui si sarebbe liberato presto. Dopo diversi minuti di pesante silenzio fu nuovamente il capitano a parlare. Sembra che siate qua per verificare lo stato dell'avamposto. Potrei assicurarvi che va tutto alla perfezione, ma se vi hanno scomodati per controllare tanto vale farvi dare un'occhiata. Da questa parte. Senza attendersi una risposta superò il cancello e si incamminò verso un basso edificio di cemento. Era evidentemente l'accesso ad una struttura più ampia che si estendeva sotto terra. Come Shin ebbe modo di scoprire il contingente aveva riadattato le sale più superficiali del complesso perché ospitassero gli obiettivi più sensibili: magazzini, infermieria, sala comando e celle. I dormitori e il refettorio sono nell'edificio a ridosso della palizzata. Il resto dei tunnel sono stati sigillati ancora al tempo del terzo Hokage. O almeno, lo erano fino a qualche giorno fa. Il giovane, che non aveva smesso un istante di curiosare, notò nel corridoio un rigolo d'acqua, ma non ci fece troppo caso finché non scesero una rampa di scale scarsamente illuminata, guidati dal chunin. Nel pianerottolo dove sostarono erano evidenti le tracce di un allagamento recente. Gli shinobi avevano ripulito il più grosso, ma a giudicare dalle tracce di fango l'acqua doveva aver raggiunto almeno il metro. Sulla regione si sono abbattute pesanti pioggie e un condotto di scolo deve aver ceduto. Niente di cui preoccuparsi comunque, ma questa mattina una pattuglia si è imbattuta in questo. Continuando a camminare erano giunti in una sala circolare su cui, un tempo, si aprivano almeno cinque diverse porte. Apparivano tutte murate da anni, tranne quella all'estrema sinistra. I mattoni e il calcestruzzo erano stati strappati dalla forza della piena e giacevano sul pavimento antistante, lasciando un'apertura sufficiente affinché un uomo di corporatura minuta si infilasse nello spazio. Prima che i due potessero commentare l'uomo gli invitò a farsi avanti, gettando uno sguardo nella cavità. Il cunicolo era immerso nell'oscurità più totale, ma quando la luce emessa dalla torcia retta da Goro lo colpì Shin sgranò gli occhi. Davanti a loro stavano i resti di quella che appariva con ogni probabilità come una muta, ma a destare impressione erano le dimensioni. Qualsiasi creatura si fosse lasciata dietro quella pelle doveva avere dimensioni almeno pari a quelle di un essere umano. In quel momento udirono dei passi alle loro spalle, ma quando si voltarono videro comparire un uomo in vestiti da dottore. Vi presento Shinzo, il nostro ufficiale medico. L'uomo sorrise a Shin e Ayuuki, trattenendo a stento l'emozione. Salve! Che ritrovamento eccezionale! E chi sà cos'altro si nasconde in quei cunicoli! Il chunin lo gelò con lo sguardo. Da protocollo richiuderemo questo crollo al più tardi domani. Stavo giusto finendo di comporre un messaggio quando siete giunti. Lo scienziato, visibilmente contrariato, balbettò una timida protesta. Ma...sarebbe uno spreco, insomma potremmo scoprire qualcosa di utile... Con un secco gesto della mano Goro zittì l'uomo. La decisione è già stata presa e non è sindacabile. Sono certo che avessero raccolto tutte le informazioni importanti quando li hanno sigillati, non si preoccupi. E qualsiasi cosa ci fosse è sicuramente morta da decenni ormai! Il medico abbassò la testa, rattristato, ma sottomesso. Tornando a rivolgersi alla Fuyutsuki e al Kinryu indicò la scala da cui erano arrivati. Direi che è tutto. Avete intenzione di riprendere immediatamente il viaggio? Altrimenti potete riposare in una delle stanze del dormitorio questa notte. Per ogni altra cosa sono a vostra disposizione. Shin avrebbe lasciato la decisione ultima al genin veterano, ma se avesse potuto esprimere la sua opinione avrebbe optato per ripartire all'indomani. Una volta all'aperto, mentre veniva deciso il da farsi, il ragazzo diresse lo sguardo verso le cime degli alberi che si intravedevano oltre le fortificazioni. Il silenzio nella foresta tutto intorno a loro lo metteva a disagio. Appoggiò la mano al petto, controllando che il ciondolo che portava sotto i vestiti fosse ancora al suo posto.
     
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    VII ~ Ispezione: Problemi nei sotterranei?


    U

    n sincero e cristallino sorriso comparve sul suo volto non appena ascoltò le parole del Kinryu. In effetti doveva ritenersi particolarmente fortunata visto che poteva contare su due parigrado con cui aveva stabilito un solido rapporto d’amicizia e di reciproca intesa. Nonostante le difficoltà iniziali, soprattutto per il caratteraccio della Fuyutsuki e l’indole disinteressata di Youkai-kun. Ma Inoichi-kun, il più saggio e paziente del Team, era riuscito ad unire i due caratteri per creare una buona sinergia, o quantomeno una reciproca tolleranza. O almeno questo era accaduto agli albori del Team 12. Ora la Kunoichi non riusciva ad immaginare una giornata senza quei due Ninja, anche senza quella testa-vuota di un Albino. - In realtà sono io ad essere molto fortunata. Mi hanno accettata con i miei pregi ed i miei difetti.. - Soprattutto con quelli, visto che non passava giornata in cui la Fuyutsuki non desiderasse strozzare Youkai-kun per le sue sagaci battutine. - … E mi sopportano. - Fece spallucce. Fortuna che nessuno aveva un registratore a nastro con sé o una micro-spia per testimoniare quell’ammissione di colpa. Non lo avrebbe mai ammesso direttamente di fronte ai diretti interessati.
    Dopo aver medicato le ferite alle braccia del ragazzo, quest’ultimo manifestò un po’ di disagio, visto che la Kunoichi aveva utilizzato le sue doti da Ninja-Medico più volte nel corso della giornata per aiutarlo. Inarcò un sopracciglio stupita per quell’affermazione, forse presa alla sprovvista. Scosse la testa con un sorriso provando a poggiare la mano sulla sua spalla. - Non è vero.. Shin-kun! - Breve pausa per essere certa di aver attirato la sua attenzione. - Sei uno dei Genin più talentuosi che abbia conosciuto negli ultimi mesi. Hai appreso due forme del controllo del Chakra in meno di ventiquattro ore. Dovresti essere fiero di te stesso. - Annuì convinta delle sue parole. Non era brava nei discorsi d’incoraggiamento, ma desiderava subito estirpare quell’idea dalla mente del ragazzo. Si sbagliava. - E poi ho medicato solo qualche graffio… e direi d’obbligo per un allenamento che possa definirsi tale. - Anzi la Fuyutsuki sottoponeva ad allenamenti ben peggiori i membri del Team 12. Forse Youkai-kun non aveva tutti i torti a lamentarsi delle intense sessioni di allenamento nei campi di Addestramento. Alcune duravano anche per interi giorni.
    L’improvvisato Duo di Konoha finalmente raggiunse l’Avamposto del Varano squamato. Portava i segni di lotte passate, ma intorno a sé si era sviluppata una tranquilla comunità di contadini. Era un posto tranquillo, anche se più umido e piovoso, tanto che i sandali Ninja della ragazza finirono per sporcarsi. Un dettaglio che passò in secondo piano quando fu il momento dell’identificazione davanti al ponte levatoio, che dava su un mare di affilati spuntoni. Le mura sembravano abbastanza solide, rafforzate nel tempo, e solo le torrette di vedetta possedevano una struttura in mattoni, costruite per resistere ad eventuali attacchi. Dopo qualche minuto di attesa vennero raggiunsi da un Chuunin dall’aria vissuta e dura che dichiarò “conclusa” la loro missione. Infatti ritirò i reports e illustrò la situazione nell’Avamposto. - Piacere di conoscerla! - Chinò leggermente il capo. Nei documenti Amministrativi aveva già letto quel nome “Goro Ishimazu”, Capitano dell’Avamposto. L’uomo senza perdere ulteriore tempo iniziò un “tour” per verificare le attività all’interno del campo. Infondo avevano fatto tanti chilometri per questo. Quindi la ragazza seguì senza replicare il Chuunin per adempire al proprio compito ed essere sicura di poter confermare l’idoneità dell’Avamposto ed elogiare eventualmente l’efficienza con cui veniva gestito, visto che di ritorno a Konoha doveva redigere un Report.
    I suoi occhi cristallini si soffermarono su una struttura in pietra, anche questa sorvegliata, dove c’era un continuo via vai di soldati. Probabilmente le ampie camerate dell’avamposto si trovavano al piano inferiore, come aveva letto nei documenti prima di partire. Disposti lungo il perimetro, mentre al centro c’era un ampio campo di addestramento per le nuove reclute, si trovavano altre strutture come l’Infermeria, magazzini e celle per i prigionieri. La Sala di comando si trovava in fondo all’Accampamento Ninja e sembrava una tenda che mostrava con fierezza gli stendardi con il Kanji della Foglia e le bandiere del Paese. Al centro dell’accampamento, dove risiedeva il campo di addestramento, un braciere veniva alimentato dalle pattuglie di guardia giorno e notte. Testimoniava la Volontà del Fuoco che bruciava in ogni Shinobi o Kunoichi presente nell’avamposto.
    Ben presto il Tour di controllo si spostò nei sotterranei, dove c’erano recenti segni di allagamento. A quanto pare, nemmeno durante la stagione estiva, questa zona era esente da intense piogge. Infondo sul confine le temperature si abbassavano sensibilmente e l’umidità cresceva esponenzialmente. - Se avete bisogno di una manodopera extra per riparare i danni nei sotterranei dell’Avamposto riferirò direttamente all’Amministrazione non appena torneremo a Konohagakure no Sato. Sicuramente un equipe di carpentieri e muratori del Villaggio potrebbe aiutarvi a migliorare la vivibilità e la sicurezza qui sotto. - L’umidità nei sotterranei, oltre alla scarsa illuminazione, rendeva l’ambiente quasi claustrofobico. Fortunatamente la Fuyutsuki non ne soffriva, ma sicuramente preferiva i luoghi aperti e non quelli angusti o chiusi. Sospirò leggermente prima di riportare l’attenzione verso Goro-san che rivelò che l’avamposto era stato recentemente violato. - Uhm? - I suoi occhi cristallini si soffermarono ne buio cunicolo che aveva ceduto sotto i colpi di una strana creatura. Il cunicolo sulla sinistra sembrava essere stato profanato da qualcuno o qualcosa, a giudicare dalla viscida pelle ritrovata nel cunicolo. Osservò attentamente quel prodotto della muta, ma non avendo conoscenze veterinarie non poteva attribuirlo precisamente a qualche animale o creatura che viveva nei dintorni. Un’animale si era intrufolato nel cuore dell’accampamento? Forse si celava ancora nei cunicoli? Prima che la Fuyutsuki potesse porre qualche domanda arrivò l’ufficiale Medico dell’Avamposto. - Piacere di conoscerla.. siamo i Ninja inviati dal Villaggio. Ayuuki Fuyutsuki e Shin Kinryu! - Rinnovò con la stessa gentilezza le varie presentazioni, ma stavolta l’espressione assunta dalla ragazza mostrava un lieve turbamento, forse preoccupata per quella misteriosa incursione. Parte dei Sotterranei erano stati cementati in passato per evitare eventuali attacchi a sorpresa dalle truppe di Otogakure no Sato. I Ninja del Suono in combattimenti sotterranei, dove le loro conoscenze non avevano pari in passato, erano insuperabili. Conoscevano alla perfezione ogni cunicolo che passava sotto il Villaggio e che collegava i confini con vari Avamposti. Erano stati sigillati per un motivo, ma forse un Fuuinjutsu con una montagna di cemento sarebbe stata la soluzione migliore da adottare. - Goro-san.. non desidero mettere in discussione la vostra insindacabile decisione.. ma richiudere un tunnel senza avere la certezza di aver neutralizzato qualsiasi cosa sia entrata nell’Accampamento non viola i protocolli di sicurezza? - Espresse le sue perplessità ad alta voce. Sicuramente non aveva voce in capitolo in merito, ma trovava la visione dell’Ufficiale Medico più plausibile e rivolta alla sicurezza del luogo. - Suggerirei ulteriori indagini. - Sospirò mentre lanciò un’occhiata a Shin-kun. Purtroppo non potevano intervenire direttamente nella faccenda, o almeno senza un diretto ordine, visto che erano dei semplici “ospiti”.
    Dopo questa breve visita ai sotterranei dell’Avamposto, Goro-san mostrò le scale per ritornare in superficie e la Fuyutsuki ritenne saggio non contrariare ulteriormente le volontà dell’uomo. Infondo era lui a comandare in quel luogo. Tirò un sospiro di sollievo non appena i suoi occhi furono accecati per alcuni secondi dal tenue sole del crepuscolo ed l’aria fresca della sera accarezzò il suo giovane volto. Abbozzò un lieve sorriso. - Ripartiremo domani. Non credo sia saggio partire per un Viaggio durante l’ora del Crepuscolo e sfidare la stanchezza. - Acconsentì quindi di trascorrere la notte all’Accampamento del Varano squamato. Intanto uno Shinobi dalla chioma castana e brizzolata fu incaricato dal Comandate di mostrare i loro alloggi. Dopo essersi congedati dall’Ufficiale Medico e da Ishimazu furono condotti verso un edificio di recente costruzione disposto su due piani, probabilmente i dormitori per gli ospiti ed alcune cariche importanti dell’Accampamento. Gli fu mostrata una modesta stanza, forse una delle più umili della struttura, di pochi metri quadri e con due brandine ai lati. I Bagni erano in comune infondo al corridoio insieme agli altri Ninja dell’Avamposto e l’arredamento era piuttosto spartano. Ben presto furono lasciati soli nella stanza con il permesso di visitare solo alcuni luoghi dell’Avamposto.
    - Siamo stati mandati dal Villaggio per assicurarci della stabilità e della sicurezza di questo Avamposto… - Piccolo preambolo. Lo sguardo della ragazza non preannunciava nulla di buono. - …Quindi adempiremo a questo compito! Anche se il Capitano Ishimazu minimizza una possibile fonte di pericolo. Dobbiamo indagare. - Dobbiamo? Lo aveva appena coinvolto senza chiedere il suo parere. - O preferisci restare a poltrire su questa scomoda branda fino a domani mattina? - L’ironia era ben palpabile nel suo tono di voce. Aveva ormai deciso. Le decisioni nel Team 12 si prendevano così, ed erano unilaterali. - Trova un modo per scendere nei sotterranei senza essere visti. Intanto parlerò con Shinzo-san. - Sembrava l’unico “realmente” preoccupato, o interessato, dipende dai punti di vista, per questa situazione. Dopo aver proferito queste parole la Fuyutsuki uscì dai dormitori per poter raggiungere l’Infermeria.
    Come ogni struttura anche questa era particolarmente sorvegliata. Si trovava sulla destra, appena dopo l’entrata, e la Kunoichi provò a raggiungerla mentre si massaggiava ripetutamente il braccio destro. Non appena fu fermata dalle guardie, probabilmente non riconoscendola come Ninja dell’Avamposto, proferì con sicurezza. - Ayuuki Fuyutsuki, ospite dell’Avamposto. Ho il compito di valutare la sicurezza e le risorse dell’Infermeria.. e possibilmente vorrei farmi visitare dall’Ufficiale Medico Shinzo-san. - Alzò le spalle mentre mostrava il braccio “lesionato”. - Credo di essermi procurata una contusione all’articolazione del polso durante il Viaggio. - Due ragioni altrettanto valide. Sicuramente non potevano negarle il diritto di stare lì come “ispettrice” e nemmeno come “paziente”.
    Una volta faccia a faccia con l’ufficiale medico, lontano eventualmente da orecchie indiscrete, la Fuyutsuki avrebbe chiesto dell’incursione nei sotterranei e dei suoi sospetti a riguardo. Ovviamente si sarebbe fatta visitare per eliminare ogni ombra di sospetto o avrebbe controllato le loro riserve erboristiche e dispense farmacologiche.


     
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    Il chunin in comando nell'avamposto squadrò la ragazza che aveva d'innanzi. Non si preoccupi, siamo in grado di riparare un muro. Per quanto riguarda le possibili minacce... L'uomo sottilineò quella parola senza distogliere gli occhi da quelli della Fuyutsuki ...posso assicurarle che nell'accampamento non è entrato assolutamente niente, altrimenti ce ne saremmo accorti. E qualsiasi cosa ci sia, o meglio ci fosse in quei tunnel, non ci riguarda. Era chiaro che l'ufficiale riteneva quella pelle lì da tempo, e qualsiasi animale l'avesse lasciata doveva essere morto di fame considerato quando il passaggio era stato bloccato. Nella sua ricostruzione il crollo era imputabile esclusivamente all'azione dell'acqua e al deterioramento dei materiali nel corso degli anni. In ogni caso, per lui la questione era chiusa. Shin rimase in silenzio come ci si aspettava da un subordinato, anche se dentro di sé avrebbe desiderato dare manforte alla collega. Tornati a vedere il cielo, la kunoichi comunicò la sua decisione. Perfetto, così faremo il viaggio di ritorno freschi almeno. Non poteva ancora sapere che la ragazza aveva ben altri progetti in mente per loro. Solo una volta raggiunto il loro alloggio si decise a scoprirsi, rivelando il suo piano. Seduto sulla branda, Shin prese a guardarla con sospetto non appena aprì bocca, ma decise di lasciarla finire per vedere dove andava a parare. Il suo presentimento purtroppo era corretto e si ritrovò invischiato in faccende da cui si sarebbe volentieri tenuto fuori. Se ci fosse stato un rischio concreto e evidente sarebbe stato il primo a offrirsi per affrontarlo, ma di fatto ora Ayuuki gli stava semplicemente chiedendo di assecondare un suo sospetto completamente privo di evidenze. Memore del caratterino dimostrato dalla fogliosa quel pomeriggio tuttavia, si limitò a scuotere la testa sconsolato. Eh già, vuoi mettere la schiena domani mattina poi? Meglio passare la notte ad esplorare qualche tunnel sotterraneo, molto più rilassante. Il sarcasmo era uno delle reazioni preferite dal Kinryu in situazioni dove riteneva di non potersi esprimere liberamente. L'interlocutore, se sufficientemente sveglio, avrebbe capito il suo reale pensiero, ma allo stesso tempo il genin avrebbe accettato la situazione senza opporsi appertamente. Era un buon compromesso, in mancanza di meglio. Non appena la compagna se ne fu andata per la sua strada, Shin si mise all'opera. Meglio togliersi il pensiero subito, con un po' di fortuna sarebbe riuscito a ritagliarsi pure un paio d'ore di meritato riposo prima dell'alba.

    Il genin di guardia davanti all'infermeria squadrò con sospetto la ragazza, ma ad Ayuuki non sarebbe sfuggito il suo indugiare sulle curve femminili del suo corpo. Per i militari, soprattutto quelli più giovani, essere assegnati di guarnigione in luoghi remoti poteva essere un vero tormento. Con sguardo languido, ma troppo timoroso per spingersi oltre, fece passare la Fuyutsuki senza problemi. Una volta all'interno del locale non fu difficile trovare il medico che stava cercando. Questi le si fece incontro, sopreso di vederla. Signorina, come posso aiutarla? Si guardava intorno con veloci movimenti degli occhi, mentre una goccia di sudore fece la sua comparsa sulla fronte. Quando la genin iniziò a parlare tuttavia sembrò rilassarsi e si dimostrò molto collaborativo. Disse di condividere le preoccupazioni della veterana e che reputava utile un'ispezione, nonostante il divieto del capitano Ishimazu. Mentre la giovane esplorava il laboratorio curiosando, lo scienziato prese coraggio. Vorrei accompagnarvi là sotto. Sono certo che potrei esservi utile. Avebbe insisito finché la ragazza non avesse acconsentito, arrivando a minacciare di denunciarli se lo avessero lasciato indietro. Aveva eventualmente preso la questione molto seriamente, perché una volta ottenuto il consenso iniziò subito a preparare la strumentazione necessaria ad allestire un laboratorio portatile caricandola in un zaino. I due uscirono quindi dalla struttura, dove il medico ebbe una breve conversazione con la sentinella fuori dalla portata di orecchi della Fuyutsuki. Mentre si allontanavano Shinzo rivelò con un sorrisetto ad Ayuuki cosa si erano detti. Gli ho promesso che avrei messo una buona parola con l'infermiera. Sono settimane che le muore dietro. Sorrise tra sé. Conoscere le debolezze altrui poteva sempre tornare utile.

    Shin li raggiunse dietro un basso edificio adibito a magazzino. Aveva studiato i giri delle pattuglie, evitando di farsi scoprire. Avere la stessa formazione dei soldati che stavano raggirando, seppur a fin di bene, aiutava di certo. Lanciò un'occhiata di sbieco al medico, poi si rivolse alla compagna. Sei consapevole che se ci beccano rischiamo un'imputazione per insubordinazione, o peggio? Visto che probabilmente la Fuyutsuki non avrebbe retrocesso di un passo, sospirò. Bene, se ne sei convinta, andiamo. L'ingresso al complesso dei tunnel è sorvegliato da due ninja, ma sono pronto a scommettere che c'è ne sono almeno altri due sottoterra prima delle scale che conducono alla sala circolare. L'unica opzione è fingerci il comandante e sperare che nessuno si faccia domande. L'ho visto dirigersi verso le torri per un'ispezione, dovrebbe rimanere occupato lontano da qui per un paio d'ore, quindi muoviamoci. Se la veterana avesse approvato il suo piano, avrebbe usato la tecnica della trasformazione per assumere le sembianze di Goro. Formulò una rapida preghiera a Inari, sperando che vegliasse su di loro. Quando furono di fronte al primo posto di blocco i sottoposti vedendolo si fecero semplicemente da parte, sebbene incuriositi dalla presenza del dottore e della ispettrice. Una volta soli, Shin si concesse di sospirare. Era andata per il momento. Incrociarono un'altra pattuglia nel tunnel principale che conduceva verso il basso e il Kinryu assunse la sua espressione più truce, tenendo a distanza gli shinobi con il solo sguardo. Una volta davanti alle scale tuttavia l'ultimo paio di sentinelle rivolse loro la parola, chiedendo cosa stesse succedendo. Per un istante il gelo si diffuse nel terzetto, ma il ragazzo ritrovò subito il sangue freddo e rispose a tono. La kunoichi inviata da Konoha desidera fare un ultimo sopraluogo prima che chiudiamo il passaggio per mettersi il cuore in pace. Ma non credevo di dover fornire spiegazioni ai miei sottoposti. Fissò lo sguardo sul soldato che aveva avuto l'ardire di fermarlo, il quale spaventato arretrò. Shin aveva visto giusto, Ishimazu si faceva rispettare e temere senza scrupoli. Sbuffò, come se non avesse ulteriore tempo da perdere con loro. Il ninja tirò un sospiro di sollievo mentre il trio discendeva le scale, convinto di aver scampato una terribile punizione. Con passo sicuro, dopo essersi armati di torce, si diressero verso il cunicolo. Scavalcarono i resti del muro con attenzione e, uno alla volta, si inoltrarono nel buio.

    Shinzo non finiva di parlare. Incredibile, semplicemente incredibile! Aveva insistito per fare un breve pausa e raccogliere dei campioni dalla pelle secca che si intravedeva dal varco. Ripose le buste nello zaino e fece cenno che potevano proseguire. Il tunnel riportava evidenti tracce del recente allagamento, ma ora rimaneva solo un sottile strato d'acqua marroncina sul pavimento. Dal soffitto cadevano ad intervalli irregolari gocce e il loro suono rimbombava nel silenzio dello spazio chiuso. Shin, che aveva riassunto il proprio aspetto, con la torcia illuminò alcune porte sulla sua sinistra, ma quando tentò di aprirne una la trovò bloccata. Giusto per sapere, dobbiamo arrivare fino ad Oto o ci fermiamo ad un certo punto? L'ironia mascherava la preoccupazione. In quell'ambiente tetro tutti i suoi sensi erano all'erta, anche se non sapeva bene cosa aspettarsi. Il terzetto proseguì quindi sulla strada senza trovare deviazioni. Dopo una ventina di minuti, anche se il tempo là sotto sembrava scorrere più lentamente, il medico trovò una porta socchiusa e, senza pensarci due volte, la spinse. Il genin era pronto la peggio, ma non accadde nulla. Davanti a loro si estendeva un'unica ampia stanza, probabilmente adibita a laboratorio in passato. Una rapida ispezione avrebbe verificato che era priva di ulteriori ingressi. I tavoli erano ingombri di provette e becher in pessime condizioni, ricoperti di polvere o frantumati. In un vaso sotto formalina inquadrato dal fascio di luce delle loro torce intravidero quella che sembrava una salamandra, ma nonostante il liquido isolante i resti della creatura stavano andando in putrefazione. In fondo alla sala si trovavano degli armadietti metallici, probabilmente dei porta documenti, ma con grande disappunto dello scienziato erano vuoti. Evidentemente, come aveva detto il capitano, tutte le informazioni preziose erano state recuperate prima di sigillare quell'area. Nello stesso momento fu udibile a tutti un rumore sordo, proveniente più avanti nel corridoio. Shin scambiò una rapida occhiata con Ayuuki. Forse c'era veramente qualcuno, o qualcosa, là sotto. Oppure poteva esserci un ulteriore cedimento nella struttura, in qual caso avrebbero fatto meglio a levarsi da lì in fretta. Prendendo in mano la situazione si rivolse sottovoce, ma con tono fermo, a Shinzo. Dottore, rimanga qui e si chiuda dentro mentre noi controlliamo. Se ci sente urlare o altro esca immediatamente e avvisi il capitano, chiaro? Quello, visibilmente spaventato, annuì. Andiamo Ayuuki.
     
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