My bad

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    MY BAD

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    Narrato - "Pensato" - "Parlato 1"- "Parlato 2"






    Salve signori! l'idea di questo post è più o meno la seguente: qualche turno per un totale di un paio di post ciascuno per chiunque volesse partecipare. L'obiettivo è quello di far interagire i pg, approfondirne i tratti psicologici e, perchè no, fare amicizia On-GDR. Avanti chi si vuole cimentare.


    Accovacciato fra la natura brulla di una radura fra lunghi fiori di cardo appassito, un giovane ragazzo dalla chioma celeste e dal sorriso apparentemente innocente sostava impassibile sotto lo sguardo materno della luna.

    Dal fitto bosco circostante una sinfonia di suoni mal assortiti laceravano minacciosi il silenzio notturno incuriosendo il ragazzo che fissava con autistica insistenza le luci proveniente dalla foresta, probabilmente riflesso negli occhi della fauna che si rifugiavano nel labirintico sottobosco. Sembravano intimoriti dalla sua esile e sottile figura su cui spiccavano degli sgranati ed ermetici occhi cerulei. Da essi traspariva un profondo senso di angoscia commisto a piacere.

    Di tanto in tanto abbandonava la radura inerpicandosi in sentieri non battuti tornando con evidenti tagli in molte parti del corpo, la bocca sporca di sangue e i capelli non più risplendenti del suo cobalto cielo, ma macchiati da chiazze nere di terra.

    Quella sera, annoiatosi della monotonia del paesaggio, Heizo decise di fare una passeggiata per il suo quartiere situato ad ovest di Konoha. Le sue attività in solitaria spesso adornate di dialoghi che sembrava intrattenere con se stesso gli erano costate la fama di un tipo poco raccomandabile se non assolutamente da evitare: lo sguardo lucido e asettico della comunità lo etichettava come un “lebbroso sociale” dedito ad attività delinquenziale. E come lebbroso avrebbe dovuto ottemperare ai propri doveri ed astenersi dai luoghi pubblici frequentando esclusivamente i propri “lebbrosari”. Lo stigma nei suoi confronti era tale che pur anche avvicinandosi solo per rovistare fra i rifiuti in cerca di qualcosa per placare la fame, veniva scambiato per un ladro e punito spudoratamente di conseguenza; non che a lui dispiacesse provare dolore: in effetti era la sua unica prova d’esser ancora vivo.

    Dopo aver vagato stanco per una decina di minuti, trovò finalmente un posticino relativamente sicuro dagli occhi pungenti degli abitanti del villaggio. Bianca la notte e piena di orrori, Heizo si svegliò di soprassalto reduce da un incubo, grondante di sudore.

    La sua mente gli aveva mostrato un luogo strano, una sorta di grotta all’interno della quale si trovavano delle sfocate sagome dagli occhi arcigni, neri come la pece, che fissandoli ci si poteva perdere dentro; occhi che sembravano far trapelare la stessa tristezza e angoscia di cui lui primo testimone. All’esterno della grotta c’era un simbolo simile ad un ventaglio.

    Sta’ zitto e non fare commenti.
    Ma cosa diamine era..
    Silenzio, non ho cresciuto una femminuccia; tirati su e andiamo a fare quattro passi!

    Turbato e non riuscendo più a prendere sonno, si diresse verso la radura esprimendo nuovamente un desiderio trito e ritrito: Heizo, conosciuto come “nessuno” quella sera aveva bisogno di qualcuno con cui confrontarsi.



     
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    Dracarys

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    Incontri Serali

    1° post



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    CITAZIONE
    Provo io ad inserirmi^^

    Kairi vagava per il villaggio senza una precisa meta, godendosi il fresco della notte, indossando i suoi soliti abiti neri e comodi con l'immancabile simbolo degli Uchiha ricamato dietro alla schiena; come capitava ogni qual volta che aveva una serata libera, dopo cena si era dedicata ai suoi allenamenti quotidiani, seppur in realtà fosse in ritardo rispetto alla sua solita routine. Non troppo stanca e non particolarmente invogliata all'idea di dormire aveva deciso di fare una rilassante e solitaria passeggiata, per poter lasciare correre i pensieri.
    Qualcosa la turbava quella sera, anche se ancora non era riuscita ad individuarne la motivazione. Da quando era tornata dal viaggio a Suna, da quando il suo sharingan si era finalmente risvegliato era irrequieta e non riusciva a trovare la pace interiore di soli pochi mesi prima Bisogna fare attenzione a quello che si desidera, diceva sempre la mamma, eh?

    Era probabilmente una delle prime volte in vita sua che si sentiva in quel modo. Erano dubbi sulla sua vita da kunoichi, su quanto effettivamente fosse giusto ciò che faceva, a pervarderla? Forse, non era ancora arrivata a nessuna conclusione in particolare. L'unica cosa certa era che ne sarebbe uscita fuori in un modo o nell'altro, aveva superato ben di peggio nella sua vita ed un semplice momento di confusione non l'avrebbe indubbiamente fermata. Eppure...

    Non si era nemmeno accorta di essere arrivata nel quartiere ovest, quasi le sue gambe l'avessero guidata fin lì in automatico. Fu proprio mentre cercava di fare un po' di chiarezza fra i suoi stessi pensieri che vide un ragazzo, o meglio un ragazzino visto che sembrava avere poco più di 10 anni, passare dalla via davanti a lei: magro quasi da far paura, gli abiti stracciati e scoloriti non era esattamente il ritratto della salute. Dopo averlo osservato qualche istante indecisa sul da farsi fece un paio di passi verso di lui, richiamando la sua attenzione
    Ehi, ciao esclamò con voce tranquilla, quasi dolce Tutto bene? Posso aiutarti in qualche modo?


     
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    MY BAD II




    Narrato - "Pensato" - "Parlato 1"- "Parlato 2"




    Sotto l'oscuro firmamento, la luna piena illuminava i sentieri sporchi di fango dei quartieri Ovest di Konoha. Abbandonata dalle altre stelle, si rifugiava di tanto in tanto dietro soffici nuvole cariche di pioggia, danzando tra esse, armoniosa e lieve.
    Gli ululati dei lupi creavano una melodia di sottofondo che accompagnava il lento passo di Heizo tra quelle vie strette e sporche.
    Passava accanto a case fatiscenti costruite una sopra l'altra, che lentamente cadevano a pezzi come la carne attaccata dalla lebbra, piene di crepe, usurate dal vento e dalla pioggia.
    Il quartiere dove "abitava" era stato lasciato in balia alle organizzazioni criminali che ne facevano un mercato a cielo aperto per la compravendita di armi e droghe varie. Una sottile brezza accarezzava il suo volto; i suoi occhi rispecchiavano l'oscurità di quella notte.
    Heizo in quel suo vagabondare aveva uno scopo ben preciso: raggiungere un fazzoletto di terra affinché la luna potesse illuminare completamente le pagine del libro che faceva scivolare da una mano all’altra in un movimento ripetitivo e autistico.
    Non si riusciva a capire bene il nome dell’autore, quasi completamente sbiadito dall’azione incessante del tempo. Lo teneva stretto nelle mani come un piccolo tesoro personale da non condividere con nessuno.
    Trovato ove poter godere del candore notturno per qualche ora di serenità, Heizo leggeva avidamente; sembrava voler estrapolare dalle chiazze d’inchiostro che dipingevano le pagine ingiallite del libro, ora macchiate di caffè, ora bruciacchiate da qualche mozzicone di sigaretta, la quint’essenza del significato ultimo che il narratore voleva trasmettere.
    Ogni tanto distoglieva lo sguardo che, perso nel vuoto, vagava mentre con la mente elaborava i concetti appena letti. Ad un tratto, la sua attenzione fu catturata dalla vista di una ragazzina dagli abiti neri. La sorpassò e con la cosa dell’occhio vide il simbolo degli Uchiha ricamato sul suo vestito.
    Lo stesso simbolo simile ad un ventaglio che gli era apparso durante il suo piccolo riposo.
    La giovane Uchiha fece qualche passo verso di lui e disse:” Ehi, tutto bene? Posso aiutarti in qualche modo?”
    Gli ululati e tutti i rumori provenienti dal bosco, situato lì vicino, cessarono come per sentire meglio le parole della ragazza e la successiva risposta dell’orfanello.
    Heizo era solito non prestare attenzione o confidenza agli individui che incontrava per strada da cui, tra l’altro, veniva trattato non certo con il guanto di velluto. Lo sguardo della ragazza e il suo tono di voce caldo suscitarono la curiosità del piccolo Heizo il quale le si accostò accigliato.
    Una volta faccia a faccia girò il volto di qualche grado e irrupe rabbioso.
    Chi è questa sgualdrina?
    Non… non lo so, ma non mi sembra.. l’agustea meretrix che descrivi. Si rimbeccò da solo. La sua espressione era combattuta fra un sorriso sornione e un indispettito cipiglio
    Lascia trattare me aggiunse sempre fra se e se!
    Quindi si rivolse verso la giovane Uchiha, cercando di interpretarne l’enigmatica espressione. Heizo, avvezzo al modo di rivolgersi nei suoi confornti degli abitanti del suo quartiere quando era colto nel vaneggiare solo, cercò di modulare il tono della voce in maniera più gentile possibile e si espresse.
    Buona sera signorina, io sono Nessuno. Così mi chiamano qui in giro.
    Heizo pensò di usare quindi il lei perché gli sembrava che un tono di formalità fosse più adatto e garbato per una ragazza. Poi, senza in effetti badar bene a cosa lei avesse risposto, continuò ex abrupto sventolandole in faccia il libro.
    Quindi c’è questo signore, il signor M lo chiameremo. Se ne va in giro pensando di conoscersi - cosa già abbastanza stupida: cosa c’è di più stupido di pensare di conoscere la persona con cui passi la maggior parte del tempo? – Comunque questo signor M, folgorato sulla via di Damasco, capisce che in effetti non si conosce, o meglio: chi pensa di essere, non è in effetti per gli altri. Ma chi può dire cosa è o cosa sembra essere? Non saprei. Il suo viaggio alla scoperta di se, non è viziato sin dall’inizio per questo passaggio logico. Ma soprattutto, in ultima analisi, signorina lei chi è?
    Gli occhi di Heizo rimasero puntati sulla ragazza, speranzosi di una risposta che esulasse dal solito clichè trito e ritrito che vedeva il piccolo riceve uno schiaffo e il successivo allontanarsi del proprio interlocutore.


     
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    Discorsi Confusi

    2° post



    Pensato
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    La ragazza si incupì quando sentì l'esclamazione del ragazzino, rimanendo ancora più perplessa quando si rispose da solo, quasi stesse facendo un dialogo con se stesso. Era evidente che non fosse esattamente a posto Ooook... pensò fra sé e sé, non più tanto convinta di aver fatto una buona scelta nell'avvicinarsi.
    Dopo un veloce scambio di battute sembrò trovare un equilibrio, cominciando a parlare in maniera gentile ed educata. Eppure la risposta che diede fu particolarmente complicata ed intricata, e la giovane Uchiha faticò a trovargli un senso. Rimase qualche istante in silenzio dopo la domanda dell'interlocutore senza sapere bene cosa dire, decidendo infine di ignorare lo strano discorso su questo fantomatico signor M e rispondere semplicemente alla sua ultima richiesta. Non seppe neppure perché decise di dargli del tu e non del lei come suo solito, forse inconsciamente stava cercando di avvicinarsi di più a lui vedendolo in chiara difficoltà.

    Mi chiamo Kairi, Kairi Uchiha. Piacere di conoscerti, Nessuno. Ti chiamano in questo modo, ma è davvero questo il tuo nome? domandò, piuttosto convinta che non fosse così: o il ragazzino la stava prendendo in giro per un motivo che non le era chiaro, o stava mentendo perché non voleva rivelare la sua vera identità, oppure aveva semplicemente qualche rotella fuori posto. Le ricordò Kefka, il ragazzo bipolare con cui aveva effettuato la sua prima missione quando erano ancora entrambi studenti. Chissà che fine aveva fatto, adesso? Da quando era riuscita finalmente a tornare nel suo corpo di lui non aveva più notizie, e non si era data troppa pena nel cercarlo visto il modo in cui si era comportato...
    E' strano vedere un ragazzino come te in giro a quest'ora e tutto solo. Hai fame, vuoi qualcosa da mangiare? proseguì, mentre ne approfittava per studiare il suo interlocutore: non voleva rischiare di essersi infilata in un brutto guaio, ma il ragazzino non le sembrava né pericoloso né armato. Solo molto confuso, o forse qualcosa di più. Non avrebbe però insistito oltre se avesse ricevuto ancora una volta risposte inconclusive o troppo confusionarie: era sua intenzione aiutare si, ma non farsi prendere in giro o infilarsi in una situazione che probabilmente non sarebbe stata in grado di gestire
     
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