I fratelli Jindai

Giocata introduttiva per Ryosuke e Kogen Jindai

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    Patricidio

    Post Primo - I Fratelli Jindai



    [Nota: consiglio di ascoltare a volume basso e con le cuffie, potreste causare disturbi a voi stessi e agli altri]



    Il giorno era finalmente giunto. Quella notte, a mezzanotte, Ryosuke e Kogen avrebbero finalmente compiuto 18 anni. Era universalmente riconosciuta nel continente come "la maggiore età", il momento in cui un ragazzo diviene ufficialmente uomo si stacca dalla sua famiglia e va a cercare il proprio posto nel vasto e sconosciuto mondo.

    -----



    Avevo scelto questa notte per il suo valore simbolico, come simbolico sarebbe stato l'atto che avrei compiuto. Ma avrebbe avuto pesanti conseguenze sulla vita mia e di Kogen.

    Mi alzai per primo, come mio solito, e preparai la colazione. Il mio piano avrebbe preso forma soltanto giunta la mezzanotte pertanto avevo ancora molte ore in cui continuare la fittizia esistenza da drone che mi ero costruito sopportando mio padre. No. Non mio padre. Satoshi. Le sue angherie e la sua violenza. Era già qualche anno che io e Kogen guadagnavamo più di lui con qualche furtarello, ricatto e lavoretto. Abbastanza per comprarci l'accesso a qualche arte ninja.

    La mattina proseguì normalmente con Kogen che ci lasciò per qualche lavoro che aveva trovato di recente. Io invece rimasi a casa. Sarei dovuto andare a lavorare come bracciante ma quel giorno saltai il lavoro. Avevo cose molto più importanti da preparare.

    Per prima cosa rimossi tutto l'alcool da casa, persino la scorta segreta di Satoshi che lui nemmeno sospettava sapessi dove fosse. Desideravo che fosse lucido, quando il momento sarebbe giunto. Casa nostra sorgeva vicino ad un albero secolare, che spesso era stato il bersaglio di allenamenti miei e di Kogen. Un fedele compagno di avventura che mi avrebbe servito per l'ultima volta. Dal mio precedente lavoro come taglialegna, che avevo accettato solo per il simbolismo di essere colui che forniva la materia prima alla segheria dove lavorava mio padre... Satoshi! Satoshi! Satoshi! Satoshi! Quell'uomo ha perso ogni diritto di essere "padre"!

    Dicevo, avevo rubato un'accetta. Ero diventato abbastanza abile, sufficientemente bravo per poter indirizzare la caduta di un albero. E lo feci.

    L'albero crollò sulla casa, distruggendo interamente la camera di Satoshi che comprendeva un buon terzo di quella casetta diroccata.

    Andai quindi a prendere Satoshi al lavoro, riferendogli che al mio ritorno dal lavoro (Kogen sarebbe tornato dopo di lui fortunatamente) avevo trovato la casa così.
    Ovviamente mi ero assicurato di nascondere l'accetta e di mascherare i segni lasciati dallo strumento sul tronco.

    Perché fare tutto questo? Perché portandolo io a casa non si sarebbe fermato in una taverna per bere, e lo shock sarebbe stato tale da farlo sfogare con la bottiglia. Ma, non avendo alcool a casa, sicuramente si sarebbe sfogato su di me, come mai prima d'ora. Ed io avrei accettato quello sfogo come catarsi. Come carica. Come crescendo. Come climax. Come apice. Come antipasto del mio rito di passaggio.
    Sapevo, e lo sapeva anche lui, che se avessi reagito avrei potuto facilmente soverchiarlo (specie se mi fossi fatto cogliere dall'ira) ma quello non era il momento.
    Vedendomi ancora più remissivo del solito Satoshi rincarò maggiormente la dose, e Kogen ci avrebbe trovati così con lui che mi picchiava ed io raggomitolato a terra che resistevo.

    Avevo accumulato tutta la rabbia in quegli anni, senza mai reagire, in attesa di quel momento. E me lo sarei goduto. Non si devono anticipare certe cose.

    [...]


    Sarebbe toccato a Kogen preparare la cena, con un Satoshi ancora più irascibile del solito data l'astinenza da alcool. Io invece, ricoperto di lividi, sarei crollato sul letto in anticipazione di quella notte. Ero felice, come mai nella mia vita al pensiero che il mio sogno si stesse per realizzare.

    Non avrei mangiato, ero troppo nervoso per avere fame ma avrei liquidato Kogen con un semplice

    Non ce la faccio Kogen. Ho troppo male per mangiare.

    Satoshi avrebbe obbligato Kogen a dormire sullo sgangherato divano che era un regalo di nozze mentre lui mi scacciava dal mio letto a castello, obbligandomi ad andare in quello superiore (nonostante i dolori, più sopportabili di quello che davo a vedere).

    Non riuscii a dormire. Sorridevo come un bambino in anticipazione, stringendo il kunai che avevo nascosto nei miei vestiti.

    [...]

    Dieci... Undici... Dodici. E' mezzanotte. Buon compleanno Ryosuke, sei finalmente maggiorenne. Buon compleanno Kogen, sei finalmente maggiorenne. Addio, Padre.

    Sarei sceso silenziosamente dal letto a castello, senza svegliare mio padre. Avrei preso un calzino sporco di Kogen e glielo avrei infilato in bocca, aperta mentre russava.

    La sensazione di soffocamento lo avrebbe svegliato ma forse avrebbe pensato che quello fosse solo un sogno.

    Ecco qua la nostra bella addormentata sussurrai E' passata la mezzanotte. Il che significa che sono maggiorenne. Non vuoi farmi gli auguri? Questo è il giorno in cui la tua vita terminerà. Non avrò compassione di te, come tu non ne hai avuta per me o mio fratello. Sono stato io a togliere l'alcool da casa. Sono stato io a far crollare l'albero su questa casa che darò alle fiamme con te dentro.

    Tu morirai per mia mano, Satoshi.



    Grazie al mio peso e alla mia forza non comune [Energia Verde] non fu difficile per me tenere fermo l'uomo che cercava di liberarsi. Oramai era completamente sveglio e conscio che non si trattava di un sogno.

    Come facevo ogni anno sarei andato a svegliare Kogen, per dargli il suo regalo di compleanno. Se non fosse già stato sveglio lo avrei svegliato io parlandogli a voce normale sull'orecchio o battendogli gentilmente col manico del kunai sulla testa.

    Ciao Kogen. Buon Compleanno. Abbiamo 18 anni ora. Un'età speciale, e per questo ho pensato ad un regalo speciale.

    Avrei atteso un attimo perché comprendesse appieno la situazione

    Quest'oggi ci libereremo dalle catene paterne, che ci hanno soppresso così a lungo. Dimmi, vuoi dire qualcosa al nostro caro padre? No, meglio, a Satoshi?

    Avrei lasciato che Kogen si sfogasse con nostro padre, prima di continuare

    Questa sera lui morirà Kogen. Per mia mano. So che tu non lo faresti mai, sei troppo buono. Ed il patricidio è un crimine sia tra gli uomini che tra gli dei. Un crimine di cui mi addosso l'intera colpa, di fronte agli uomini e agli dei. Perché in questo caso non è un crimine, ma giustizia. Chiamo a me testimoni tutti gli dei ed i demoni, gli uomini viventi ed i morti e tutte le creature viventi su questa terra, da Takama-ga-Hara a Yomi-no-Kuni, se qualcuno può parlare a difesa di Satoshi lo faccia ora. Se qualcuno vuole fermare la mia mano lo faccia ora. E se vorrete punire qualcuno sappiate che sono io, Ryosuke, ad aver liberato il mondo umano da questo rivoltante sacco di merda.

    Gli diedi un colpo di Kunai allo stomaco, effettivamente condannandolo a morte.

    E ne sono fiero

    Satoshi cadde al suolo mentre io continuavo ad infilzarlo col kunai, aprendogli numerose ferite mentre come un pazzo godevo di gioia di quell'atto. Non avevo tuttavia previsto una sola cosa. Che il calzino uscisse dalla bocca del condannato a morte e che lui si mettesse ad urlare, con quanto fiato aveva in gola.

    Con le sue ultime parole ci accusò del suo omicidio.

    Dannazione! Fino all'ultimo vuoi metterci i bastoni tra le ruote? Scappiamo Kogen!

    Avrei detto al mio gemello, mentre appiccavo il fuoco alla casa e le urla dei vicini richiamavano le guardie di quel piccolo e sperduto villaggio del paese dell'erba...
     
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    Il Peccato Originale

    I


    La giornata era iniziata esattamente come tutte le altre, ma in meno di ventiquattro ore la mia vita sarebbe cambiata per sempre. Mentre come ogni mattina prima di quella stavo facendo colazione insieme a mio padre e mio fratello, non potevo immaginarmi che cosa sarebbe successo. O meglio, che cosa Ryosuke aveva in mente di organizzare. Non avevo notato niente di strano né nel suo comportamento, né in quello di Satoshi. Forse Ryosuke mi era parso un po' più eccitato del solito, però non avevo attribuito a quel sentimento la giusta importanza. D'altronde, il giorno dopo sarebbe stato il nostro diciottesimo compleanno, mi sembrava normale che fosse un po' agitato. Mi dissi che probabilmente aveva preparato una qualche sorpresa per festeggiare. Ryosuke si preoccupavamo molto per me, cercava sempre di rendermi felice, quindi mi era sembrata l'ipotesi più plausibile. Spesso mi domando cosa sarebbe successo se avessi realizzato ciò che si agitava nei suoi pensieri. Avrei cercato di cambiare qualcosa? L'avrei fermato? Oppure avrei fatto finta di niente, ripetendo tutte le azioni alla stessa maniera?

    Appena avemmo finito di mangiare, lasciai mio fratello e mio padre per andare a lavorare. Uno degli abitanti del paese vicino al nostro mi aveva offerto dei soldi per aiutarlo a preparare le scorte di legno per l'inverno. Avevo subito accettato, poiché eravamo a corto di denaro. Stavamo spendendo un sacco per cercare di impaperare l'arte ninja. Non c'erano grandi villaggi o accademie dove eravamo nati, quindi c eravamo sempre arrangiati con quel poco che riuscivamo a recuperare. Rotoli e equipaggiamento di scarsa qualità non erano difficile da reperire sul mercato e ogni tanto riuscivamo a farci dare qualche lezione dagli shinobi che passavano di lì, ma tutto ciò non era sufficiente a sviluppare pienamente le nostre capacità. Ci serviva di più. Più soldi, più materiale, più informazioni, più insegnanti decenti. Per questa ragione io e mio fratello ci spaccavamo la schiena ogni santo giorno. Pensavamo che in quel modo saremmo riusciti a sfuggire dal paese e avevamo intenzione di farlo al più presto.

    Dopo una giornata passata ad accatastare tronchi e ad abbattere alberi, tornai a casa completamente esausto. L'abete vicino alla nostra abitazione era crollato, distruggendo parte dell'edificio. Appena vidi cosa era successo, mi precipitai all'interno per verificare che non fosse successo niente a Ryosuke. Lo trovai a terra, ricoperto di lividi. Non era rimasto ferito nell'incidente, ma quel figlio di puttana l'aveva pestato per bene. Probabilmente l'aveva incolpato di quanto era successo e aveva deciso di punirlo con un sacco di legnate. Ero incazzato, ma non c'era niente che potessi fare. Mi sentivo impotente e quindi frustrato. Repressi quei sentimenti poiché sapevo che non mi avrebbero aiutato. Dovevo guardare al futuro e alle possibilità che ci stavano difronte. Dovevo resistere alla tentazione di prendere a pugni Satoshi, perché non avrebbe fatto altro che renderlo più furioso. Andai in bagno a prendere il necessario per medicarlo, poi lo aiutai a mettersi a letto. Non preoccuparti. Dissi, mentre gli spalmavo un unguento sulle tumefazioni. Presto ce ne andremo da qui. E troveremo anche mamma. Questo non glielo dissi. Lui odiava nostra madre, ma io non avevo mai smesso di cercarla. Non mi ero mai arreso all'idea che non l'avremmo mai più rivista.

    Il resto della serata si svolse in maniera molto più tranquilla. Avevo preparato la cena ed ero andato a portarla anche a Ryosuke, che però non riuscì a mangiare. Sapevo che non avrebbe retto ad una giornata di lavoro a stomaco vuoto, quindi ne conservai un po' per il giorno seguente. Sbrigate le ultime faccende, mi coricai, del tutto ignaro di quello che gli Dei avevano in serbo per me.

    Non mi ero addormentato da molto, quando sentì la voce di mio fratello sussurrarmi all'orecchio. Ryosuke, sono stanco morto. Mi farai domani gli auguri. Ora voglio dormire. Protestai, mentre ancora non avevo aperto gli occhi. Un regalo? Sentendo quella parola decisi di svegliarmi. Non volevo trattarlo male. Pensavo che dovesse essersi impegnato molto per prepararmi quella sorpresa, quindi non era giusto che lo ignorassi così. Mi misi a sedere sul divano, mi stropicciai gli occhi con entrambe le mani e infine presi coscienza di quanto stava succedendo. Scattai in piedi come una molla, sconvolto da quanto avevo appena visto. Sentivo il cuore battermi all'impazzata nel petto, mentre l'adrenalina entrava in circolo. Cosa cazzo vuoi fare Ryosuke? Non fare il coglione e lascialo andare. Esclamai senza ottenere la risposta che volevo. Mio fratello proseguì il suo insensato discorso invitandomi a parlare con Satoshi. Lo guardai negli occhi e vidi una gran paura, ma anche una rabbia infinita. Se l'avesse liberato subito, ci avrebbe sicuramente massacrato di botte. Dai, Ryosuke lo stai solo facendo incazzare. Smettila con questa scemata. Anche se era l'unica persona al mondo a cui tenevo, non condividevo affatto quella scelta e trovato irritanti le espressioni altisonanti che utilizzava. Ovviamente, anche questa volta la mia supplica venne totalmente ignorata. Anzi, Ryosuke proseguì i suoi discorsi stralunati, mentre nostro padre si agitava legato alla sedia. Non dire stronzate, Ryosuke. Non puoi ucciderlo! È comunque nostro papà! Non credevo l'avesse fatto, ma ero comunque terrorizzato. Anche io volevo punirlo, anche io volevo essere libero, ma non così. Non era giusto quello che stava facendo. Forse avrei dovuto fermarlo, ma quella notte il terrore per le conseguenze di quel gesto e l'ansia del momento mi tenevano bloccato lì, immobile difronte al divano. Poi Ryosuke varcò la linea di non ritorno. Vidi il Kunai attraversare l'aria, uno squarcio rosso si aprì sull'addome di Satoshi. Un'espressione attonita comparve sul mio volto, mentre l'emozione aveva preso il sopravvento, privandomi anche della capacità di ragionare. Sapevo che dovevo fare qualcosa, ma non sapevo cosa. Dovevo fermare Ryosuke? Soccorrere nostro padre? Tentare di fermare l'emorragia? Chiamare aiuto? Il mio corpo e la mia mente erano completamente paralizzati. L'urlo che uscì dalla sua gola, come un tuono cancellò qualsiasi altro pensiero dalla mia testa, riportandomi alla realtà. Nessuno al mondo contava più di Ryosuke per me. Non potevo tradirlo. Dovevo aiutarlo. Dovevo proteggerlo. Lui aveva la precedenza. Afferrai il mio cappellino e il suo braccio destro. Lo strattonai e mi misi a correre. Dovevamo scappare al più presto. Presto le guardie sarebbero arrivate. Ci precipitammo verso l'uscita e una volta raggiunto l'esterno, mi diressi a nord, verso il bosco che circondava la nostra abitazione. Presi quella decisione istintivamente, non c'era tempo per ragionare. Dovevamo allontanarci il più possibile. Dovevamo sparire prima che qualcuno scoprisse ciò che Ryosuke aveva fatto. Ciò che avevamo fatto. Perché ormai ero consapevole di essere suo complice. La cosa non mi turbava. Avrei seguito mio fratello fino in capo al mondo, però ora dovevano correre. Correre senza guardarci indietro, fino a che non saremmo stati abbastanza lontani. Lontani da Kusa, dal luogo in cui eravamo nati e lontani da nostro padre.
     
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    La Fuga

    Post Secondo - I Fratelli Jindai





    Una persona normale avrebbe avuto dei dubbi su Kogen. Non io. Sapevo che, nonostante le idee che la società aveva per quel genere di crimini, lui sarebbe sempre stato al mio fianco. Avevamo un legame speciale, come tutti dicevano dei gemelli. Ci aiutavamo sempre ed andavamo d'accordo, persino in quel momento lui non mi giudicò. Non condivideva la mia scelta ma la rispettava e non mi giudicava. Ed io non lo consideravo un debole per non essere stato in grado di uccidere Satoshi, come avevo fatto io.


    Nonostante fisicamente fossimo quasi identici caratterialmente eravamo diversi, sotto svariati aspetti. Ed era anche per questo che gli volevo bene e che lo avrei protetto. Solo in quel momento però, mentre lui mi afferrava il braccio e mi conduceva fuori da quella casa maledetta, capii che avevo condannato anche lui. Nonostante avessi chiamato come testimoni gli dei e gli uomini nessuno avrebbe mai creduto che Kogen non avesse nulla a che fare con quel "crimine". Senza rendermene conto avevo costretto anche lui a seguirmi in quella vita e, forse, non me lo sarei mai perdonato.


    Sentivamo le urla delle guardie e le luci delle loro torce mentre ci nascondevamo nella foresta, mentre Kogen mi trascinava all'interno degli alberi. Il latrato dei cani copriva i nostri passi mentre parte di quelle forze venivano dirottate per spegnere l'incendio che avevo appiccato. Sperai che non rimanesse nulla di quella casa e Satoshi: desideravo che tutto venisse distrutto. Perché solo attraverso la distruzione della nostra vecchia vita saremmo potuti rinascere.


    Distruggere e Creare. I due aspetti di ogni filosofia e religione. Punizione e Salvezza.
    Kogen, ci sono addosso. Tu allontanati mentre io li trattengo. Non devono prendere anche te.
    Avevo tutta l'intenzione di riunirmi con lui a breve, ma prima dovevo interrompere l'inseguimento del primo arrivato. Sentivamo il latrato del suo cane e l'urla di quell'uomo. Si trattava di una delle guardie recentemente andate in pensione, che ci aveva terrorizzato fin da piccoli con la sua mania di allevare grossi cani e di renderli incredibilmente aggressivi.


    In cuor mio speravo che Kogen sarebbe rimasto con me, che avremmo combattuto assieme. Ma la scelta sarebbe stata solo sua. Mi sarei fermato, aspettando per trenta secondi l'uomo con il suo dobermann ed il suo pastore tedesco. Dongo e Durba.

    L'ho sempre saputo che tu e tuo fratello eravate due piccole pesti. Ma uccidere vostro padre? Una mostruosità che non mi sarei mai aspettato da voi!

    Solo io ho ucciso quello stronzo. Lui non c'entra nulla. dissi, con tutta la calma di questo mondo.

    Poco importa. Vi uccideranno entrambi!

    Sbuffai Tu non vedrai mai quel giorno, vecchio.

    Attacca Durba! Attacca Dongo!

    Il dobermann corse verso Kogen, coprendo la distanza di pochi metri che li divideva [Slot Gratuito]

    Tentò inizialmente di morderlo alla gamba più avanzata a livello dello stinco. Quel cane aveva un morso fuori dal comune. [Slot Azione I. Velocità 250, Forza 250. Potenza 20.]

    Se invece Kogen avesse evitato quell'assalto in qualunque modo il cane avrebbe tentato di morderlo nuovamente, ma all'altra gamba. [Slot Azione II. Velocità 250, Forza 250. Potenza 20]

    Se fosse riuscito a stringere la sua bocca sulle carni di Kogen avrebbe cercato di strattonarlo a terra, grazie alla forza datagli da quella forte presa. [Slot Azione II o III Forza 250.]

    Se fosse riuscito a buttarlo a terra (ed avesse avuto ancora tempo sufficiente per farlo) il cane avrebbe cercato di tenere Kogen a terra col suo peso prima di tentare di sbranargli la gola [Slot Azione III. Velocità 200. Forza 250. Potenza 20.]

    Io invece avrei dovuto affrontare l'altro cane, il pastore tedesco. Odiavo quel cane. Erano anni che mi abbaiava di continuo ogni volta che passavo di fronte la casa del suo padrone. Era arrivato il momento di avere la mia vendetta anche su di lui.
     
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    Cagna! Cagna Maledetta!

    II


    Potevamo continuare a scappare, ma sembrava che non avremmo mai trovato riparo. Quei maledetti cani ci avrebbero scovati sicuramente. Potevano fiutare il nostro odore e noi non aveva né i mezzi né l'esperienza necessaria per nascondere le nostre tracce. Più penetravamo nella foresta, più i latrati di quegli animali diventavano forti. Mi arresi all'idea che presto avremmo dovuto affrontarli. Fanculo! Doveva proprio dare fuoco alla casa? Pensai seccato, mentre continuavo a correre senza osare voltarmi. Non capivo il senso di quel gesto, anzi temevo che fosse legato alle stronzate semireligiose che aveva detto prima di ammazzare nostro padre. Il fumo e le fiamme ci avevano appiccicato un enorme bersaglio sulla schiena e ora l'intero villaggio sarebbe venuto a cercarci. Dovevamo assolutamente abbandonare quel posto il più in fretta possibile. Quando Ryosuke mi propose di scappare mentre lui avrebbe fatto da esca, urlai immediatamente: Non provare ad usare queste stronzate da eroe con me. Non ti lascerò qui da solo nel bosco. Avremmo affrontato insieme anche quella difficoltà, esattamente come avevamo fatto per il resto della nostra vita. Se quel giorno saremmo morti, l'avremmo fatto insieme. Dalla culla alla tomba. Anche se non capivo molte delle cose che mio fratello era solito dire e fare, sarei rimasto con lui fino alla fine. Mai l'avrei abbandonato, poiché avevo la sicurezza che lui avrebbe fatto lo stesso per me.


    Decisi ad affrontare a faccia a faccia i nostri inseguitori, interrompemmo la corsa lasciando che ci raggiungessero. In poco più di trenta secondi avevano colmato la distanza che ci separava e ora avevamo difronte un uomo e due merdosi cani di grossa taglia. Erano un dobermann e un pastore tedesco. Mentre lui e mio fratello si perdevano in chiacchiere, io, resomi conto di essere sostanzialmente in pigiama, mi guardai intorno per vedere se sarei riuscito a trovare qualcosa con cui difendermi. Fortunatamente, individuai un bastone abbastanza robusto a pochi metri di distanza da me e, senza esitare, scattai verso la direzione dell'oggetto, cercando di recuperarlo. Feci appena in tempo a raccoglierlo da terra e a mettermi in posizione di guardia, prima che uno dei due cani mi fu addosso. Quel maledetto animale pensava fossi la sua colazione, ma avevo tutta l'intenzione di non farmi assaggiare. Appena tentò di mordermi la gamba destra, frapposi il bastone tra me e lui, cosicché potesse sgranocchiare il legno e non la mia carne. Era velocissimo per essere un animale, quindi avevo dovuto dare il meglio per non farmi beccare. Non potevo assolutamente lasciare che mi ferisse agli arti inferiori. Se volevamo sopravvivere, dovevamo correre e non avrei potuto farlo con uno stinco maciullato. Non contento dell'antipasto, il bastardo provò anche con l'altra gamba, ma fui abbastanza rapido da riuscire a compiere un piccolo salto all'indietro. Anche se ora mi trovavo a circa un metro di distanza, l'animale continuò ad assalirmi, cercando di ferirmi nuovamente alla parte inferiore del corpo. Ancora una volta, tuttavia, quella tagliola per orsi che si ritrovava al posto della bocca si sarebbe chiusa sul mio bastone. Con un rapido movimento delle braccia, avevo usato la mia arma improvvisata per intercettarlo, in modo tale da evitare che si portasse via una piccola (ma importante) parte di me. Quando l'animale mollò la presa, non persi tempo e passai al contrattacco. Impugnando il bastone nella mano destra, avrei cercato di ferirlo agli occhi con un rapido movimento orizzontale da destra verso sinistra. Immediatamente dopo, avrei sollevato l'arma impugnandola con entrambe le mani. Come una mazza l'avrei calata sulla testa di quella bestia. Avrei concluso la serie con un colpo simile al precedente, ma portato in diagonale, da sinistra verso destra. Anche questo sarebbe stato mirato al suo capo, precisamente alla zona del muso. In quel modo avrei potuto ferirlo agli occhi e al naso. Avevo decisamente intenzione di fracassargli il cranio il più rapidamente possibile.

    Mentre io ero occupato ad affrontare il dobermann, Ryosuke sarebbe stato attaccato dall'altro cane, il pastore tedesco. L'animale avrebbe percorso rapidissimamente i metri che lo dividevano da mio fratello, poi con un balzo avrebbe provato ad azzannarlo alla gola. Se non avesse schivato, quel bastardo avrebbe cercato nuovamente di morderlo. Puntava alla spalla destra. Invece, se si fosse spostato dalla sua traiettoria, avrebbe rapidamente colmato la distanza che li separava continuando ad incalzarlo. Raggiunta la posizione adatta, avrebbe tentato di chiudere le sue fauci intorno alla sua gamba sinistra. Non contento di quei colpi, avrebbe proseguito quell'assalto dilaniando con i denti la parte del corpo del diciottenne che, a seconda della sua posizione, gli sarebbe risultata più vicina.


    Kogen Jindai - Riassunto Round

    Vitalità: 10 Leggere
    Ferite: - //

    Chakra: 17/20 Bassi
    Consumi: 1/2 Basso x 6
      Slot Difesa 1: - Parata con bastone.
      Slot Difesa 2: - Schivata con salto all'indietro.
      Slot Difesa 3: - Parata con bastone.
      Slot Azione 1: - Tondo da destra a sinistra, mirato agli occhi.
      Slot Azione 2: - Fendente diretto alla testa
      Slot Azione 3: - Fendente diagonale diretto al muso
      Slot tecnica 1: - //
      Slot tecnica 2: - //

    NOTE: - Nada.
     
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    Post Terzo - I Fratelli Jindai





    Sorrisi, mentre Kogen diceva le parole che mi aspettavo uscissero dalla sua bocca.

    Non provare ad usare queste stronzate da eroe con me. Non ti lascerò qui da solo nel bosco.

    Non l'avevo detto per cercare di "manipolare" mio fratello ma perché ero sinceramente preoccupato per lui e desideravo si mettesse in salvo, anche se già sapevo che avrei fallito desiderai provarci lo stesso.

    E va bene. Combatteremo insieme. dissi tendendogli un pugno, come eravamo soliti fare da bambini.

    [...]


    Il pastore tedesco tentò di colpirmi. Era veloce, molto veloce. Saltai di lato per evitare il suo balzo, aiutandomi col chakra [Slot Difesa I. Riflessi 350. Consumo 1/2 Basso]

    Il cane tentò nuovamente di azzannarmi, questa volta alla gamba sinistra. Non avevo un bastone per difendermi per cui dovetti sfruttare nuovamente il chakra per evitare nuovamente quell'assalto, cercando di aggirare il cane con un movimento circolare. Speravo di confonderlo, ma non ci sarei riuscito. [Slot Difesa II. Riflessi 350. Consumo 1/2 Basso]

    Il cane ruotò e tentò di mordermi in mezzo alle gambe sollevandosi sulle zampe posteriori. Un semplice movimento all'indietro sarebbe bastato per impedirgli di farsi una scorpacciata di palle. [Slot Difesa III. Riflessi 350. Consumo 1/2 Basso]


    Fortunatamente di fronte a me si trovava uno stupido cane, e non un essere umano. Potevo facilmente distrarlo. Avevo sentito molte volte i fischi con cui il loro padrone me li aizzava contro, quando ero ancora un bambino e li ricordavo molto bene. Merito della paura, forse. Un fischioTecnica del Suono Ammaliante
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'illusione si attiva se le vittima sono presenti entro 12 metri dall'utilizzatore. Le vittime udiranno un qualunque suono provenire da un punto deciso dall'utilizzatore all'attivazione e saranno invogliate a raggiungerlo e rimanerci; le vittime non raggiungeranno né stazioneranno in un posto apparentemente dannoso per la propria salute. Se la vittima si oppone alla malia, avrà un malus di 3 tacche a Velocità e Riflessi. L'efficacia è pari a 10.
    Tipo: Genjutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Mediobasso - Mantenimento: ½ Basso)
    [Da studente in su]
    sarebbe giunto da una zona di fianco a me e al padrone del cane, lo stesso che usava per richiamarli quando doveva dar loro da mangiare, a svariati metri di distanza. Il cane, troppo stupido per rendersi conto dell'illusione, si mise a correre felice verso quella che era la promessa di un'abbondante pappa. In quel momento chiunque avrebbe capito che avevo tre scelte davanti a me ma, in realtà, ne avevo una sola. Afferrai il kunai, ancora sporco del sangue di Satoshi, e mi diressi addosso al dobermann.


    Il cane schivò la prima bastonata, ben sapeva che gli occhi erano il suo punto debole, ma non si aspettava di venire colpito dall'alto. Con un debole guaito subì anche l'ultimo colpo della combinazione di Kogen, prima di essere messo al tappeto da me che mi ero gettato di peso su di lui. [Slot Azione I]

    Sfruttando la mia superiore massa l'avrei tenuto fermo al suolo mentre gli avvolgevo il braccio sinistro attorno alla gola. [Slot Azione II. Forza 350, presa. Consumo 1/2 basso]

    Avrei terminato quella mia mossa uccidendo il cane grazie al kunai che tenevo sulla destra. Dato che gli stavo tenendo ferma la testa e lo stavo facendo soffocare non sarebbe stato difficile conficcargli il Kunai nell'occhio più vicino sfruttandolo come via per il cervello dell'animale. Sentii la vita andarsene da quel corpo piuttosto rapidamente mentre avevo violato un altro dei "tabù" della società. L'uccisione di un animale domestico. [Slot Azione III. Forza 300]

    Non provavo nulla per quella morte inutile di un botolo di pelo. Mi sarei quindi rivolto verso il padrone dei cani, mentre l'altro continuava a correre nel bosco attirato da un suono che non avrebbe mai raggiunto e da una promessa che non sarebbe mai stata mantenuta.

    Che ne pensi Kogen? Lo lasciamo andare?

    Avrei accettato qualunque decisione di mio fratello. Mi rendevo conto che ogni tanto mi lasciavo accecare dall'ira e dalla mia foga. Lui invece sapeva mantenere sempre la testa sulle spalle ed era in grado di decidere in fretta la cosa migliore da fare, sicuramente meglio di me.


    CITAZIONE
    OT

    Chakra Rimanente: 26/30 Bassi

    Consumi del turno: 2 Bassi impasti, mediobasso tecnica

     
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    How to get away with murder

    III


    Il cuore batteva così velocemente all'interno del mio petto. Non ero mai stato tanto spaventato, agitato e arrabbiato in tutta la mia vita. Anzi, non ero solo arrabbiato. Ero furioso. Non volevo uccidere quell'uomo, ma non vedevo alternative. I miei occhi era puntati nei suoi e vi riuscivo a scorgere solo paura. Dentro di me combattevo con l'idea di dover porre fine alla sua vita. Ciò nonostante, più cercavo di scacciarla dalla mia mente, più mi appariva inevitabile. Mi sentivo come in trappola, incapace di proseguire, incapace di tornare indietro. Feci un lungo respiro, cercando di calmarmi. Lentamente iniziai a fare ordine nell'anima e nel cuore, ripercorrendo i fatti e le opzioni che ci rimanevano. Era evidente che la sola esistenza di quell'uomo rappresentava un'enorme minaccia per Ryosuke e me. Lui sapeva. Sapeva che Satoshi era morto e che era stato Ryosuke ad ucciderlo. Anche se ero convinto che ciò che aveva fatto fosse sbagliato, non avrei permesso a nessuno di ferirlo o di rinchiuderlo in una cella. Tutta la sua vita era stata una lunga punizione. Aveva già sofferto abbastanza. Anzi, ormai potevo considerarmi equamente colpevole. Io l'avevo aiutato e così avrei sempre fatto. Questo mi rendeva suo complice. Inoltre, non potevo illudermi che ammazzare quell'uomo sarebbe bastato. Dovevo ragionare, trovare un'altra soluzione. Gli abitanti del villaggio avrebbero sicuramente trovato il suo cadavere e quello di nostro padre. Non ci sarebbe voluto molto perché qualcun altro decidesse di darci la caccia. Inoltre, anche se nessuno ci aveva visto scappare, dopo che saremmo spariti, chiunque avrebbe ipotizzato facilmente che fossero stati i figli a far fuori il padre. Improvvisamente, realizzai che nessuno sapeva come erano veramente andate le cose e che ora avevamo per le mani due cadaveri. Come se fosse dotato di vita propria, il piano che ci avrebbe tolto da quell'impiccio si stava delineando nella mia mente. Era rischioso, ma dovevamo provarci.


    Presi il kunai che Ryosuke teneva in mano e mi avvicinai alla mia vittima. Lo guardai negli occhi un'ultima volta. Non avresti dovuto seguirci. So che sei capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma non c'è altro da fare. Non posso permetterti di rovinare tutto. Gli piantai il coltello nel centro del petto. L'uomo cadde a terra e lì vi rimase. Pochi secondi dopo la vita aveva già abbandonato i suoi occhi. Se fossi stato più forte, se non avessi dovuto preoccuparmi dei cacciatori di taglie e degli altri ninja che ci avrebbero messo alle calcagna, avrei potuto evitare di versare il suo sangue. Sfortunatamente, ero solo uno sfigato nato e cresciuto in mezzo al nulla. Senza sprecare altro tempo mi chinai verso il cadavere, per poi mi rivolgermi a Ryosuke. Su, aiutami a spogliarlo e a prendere tutto quello che ha addosso. Ho un piano. Era vero. Sapevo cosa fare per salvare entrambi. Qualcosa che ci avrebbe risparmiato una vita da fuggitivi. Sfortunatamente, l'uomo non aveva con sé che pochi Ryo e un pugnale. Presi entrambi e li misi nella sua giacca.Una volta che ebbi indossato i suoi abiti, composi il sigillo necessario a evocare la Tecnica della Trasformazione. La persona che emerse dalla nube bianca era esattamente identica al vecchio che ora giaceva nudo ai miei piedi. Per sembrare più credibile, avevo aggiunto una falsa ferita alla spalla destra. Poi, presi i miei vestiti e li feci indossare al morto. Completati quei preparativi, avrei finalmente spiegato a mio fratello ciò che avevo in mente. Ora ti dico cosa faremo: per prima cosa dobbiamo sbarazzarci di questo cadavere. Lo lanceremo dentro casa nostra, nell'incendio. Le fiamme renderanno impossibile identificare i due morti. Ora veniva la parte difficile, quella che ci avrebbe finalmente garantito la libertà. Fingeremo di essere noi le vittime. Incolperemo Satoshi di tutto ed è per questo che tu devi impersonarlo. Mentre io vado a chiedere aiuto nelle case vicine, tu dovrai farti vedere in giro per il villaggio, poi sparirai nella foresta. Dovrai trasformati in un animale, magari un cervo o una volpe, così nessuno si insospettirà vedendoti ritornare in questa direzione. Contavo sul fatto che la nostra messa in segna avrebbe portato tutti a credere alla cosa più ovvia, senza sprecare tempo in indagini più approfondite e che avrebbero reso evidente che non eravamo noi quelli morti carbonizzati nella casa. Una volta che ci saremo rincontrati, scapperemo verso nord-est. Indicai la zona di bosco alle mie spalle. Andremo fino al confine con Taki, lì potremo ricominciare la nostra vita, lontano da tutti quelli che sanno chi siamo. Appena mio fratello acconsentì a mettere in pratica la mia idea, sollevai il cadavere dell'uomo per i piedi, invitando Ryosuke a fare lo stesso dalla parte della testa. Raggiunta la nostra vecchia casa, notai con sollievo che i soccorsi non erano ancora giunti. Per la prima volta nella mia vita, fui grato di essere cresciuto in un luogo dimenticato dagli dei. Muovendoci in modo coordinato, lanciammo il corpo dell'uomo all'interno delle fiamme. Non mi importava molto del locale in cui sarebbe finito, poiché l'incendio sembrava aver destabilizzato la struttura dell'edificio: presto sarebbe crollato, nascondendo le nostre tracce. Ci vediamo nel bosco fra un'ora, chiaro? Percorsi qualche metro nella direzione opposta alla sua, poi mi fermai per salutarlo un'ultima volta. Vedi di non fare cazzate. Non posso sempre stare a sistemare i casini che combini! Stavo sorridendo, anche se con il volto di un altro.


    Kogen Jindai - Riassunto Round

    Vitalità: 10 Leggere
    Ferite: - //

    Chakra: 16/20 Bassi
    Consumi: 1 Basso
      Slot Difesa 1: -
      Slot Difesa 2: -
      Slot Difesa 3: -
      Slot Azione 1: -
      Slot Azione 2: -
      Slot Azione 3: -
      Slot tecnica 1: - Tecnica della Trasformazione.
      Slot tecnica 2: - //

    NOTE: - //
     
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    Mascherarsi

    Post Quarto - I Fratelli Jindai



    Kogen mi stupì, lo ammetto. Non credevo fosse in grado di uccidere un uomo semplicemente per facilitarci la fuga. Mi sarei offerto di ucciderlo io al posto suo, per non costringerlo a commettere quell'azione, ma la determinazione nei suoi occhi mi impedì di pronunciare quello che sarebbe risultato essere un insulto.

    Su, aiutami a spogliarlo e a prendere tutto quello che ha addosso. Ho un piano.


    Non avevo dubbi


    Una volta preparato il corpo ascoltai attentamente il piano di Kogen. Era geniale, non c'è che dire. Se tutto fosse andato per il verso giusto entro qualche ora saremmo stati liberi e per sempre fuori dai territori di Kusa. Per quanto mi ripugnasse eseguii subito la tecnica e mi trasformai in Satoshi.

    Andiamo a bruciare questo poveraccio Kogen.

    In due non sarebbe stato troppo difficile portare a bruciare il vecchio, per quanto pesante. Fortunatamente i soccorsi dovevano ancora arrivare, anche se probabilmente sarebbero giunti a breve.

    Uno, Due... e tre! dissi, ondeggiando il corpo prima di lanciarlo all'interno della casa in fiamme.

    E questa è fatta. Ci vediamo dopo nel bosco. Sta attento fratello. gli avrei detto, mostrandogli quanto comunque gli volessi bene nonostante il patricidio.

    Mi sarei diretto verso il villaggio, con una faccia a metà tra lo stupito ed il disperato come se non mi stessi rendendo conto di quello che stava succedendo. Sia che credessero che Satoshi avesse appiccato il fuoco apposta, o per sbaglio, quella messinscena sarebbe potuta servire.

    I miei figli... i miei figli... avrei sussurrato di quando in quando mentre mi allontanavo stralunato dall'incendio. La gente del post mi avrebbe si visto, ma mi avrebbe ignorato dato che erano tutti presi dalla priorità ovvero spegnere le fiamme. In una città vicina ad un bosco e che basava sulla segheria la propria vita un incendio era la cosa più grave che potesse capitare: potevano perdere non solo le loro case, ma anche il loro lavoro e la fonte di guadagni dell'intero villaggio in una sola notte. In sostanza, quell'incendio avrebbe potuto cancellare non solo la mia vecchia vita ma quella di tutti loro. Ammetto che la cosa mi intrigò, ma non potevo deviare dal piano. Kogen mi aspettava.


    Mi sarei quindi trasformato in un cervo, in modo che lui potesse riconoscermi, prima di dirigermi nel bosco non visto e ritrovarmi nel nostro punto di ritrovo. Ero giunto lievemente in anticipo, quindi mi fermai a far finta di brucare pronto a scappare al primo segno di un umano che non riconoscevo.

    Forza Kogen, fatti vivo... speriamo che non ti sia successo nulla...
     
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    La mia prima Morte

    IV



    Avevo fatto il mio dovere, cercando di avvertire più persone possibili di quanto era successo. Di quanto avevo deciso che fosse successo. Con un volto nuovo sulla faccia, nessuno poteva immaginare che fossi Kogen e non il vecchio idiota che aveva deciso di inseguirci. Per questa ragione, quando mi avvicinavo zoppicando, fingendo di premere sulla ferita alla spalla destra, nessuno osava dubitare delle mie parole. Tutti abboccavano facilmente, bevendosi la storia del padre che uccide i propri figli e per disperazione dà fuoco alla casa. Quando gli abitanti del villaggio ingannati dal mio aspetto incontravano coloro che avevano visto il falso Satoshi, non facevano altro che convincersi a vicenda delle rispettive storie. Quello che raccontava uno, confermava ciò che l'altro aveva udito. Presto l'intero villaggio era stato informato della storia che avevo inventato. In meno di mezz'ora eravamo morti e domani avrebbero celebrato il nostro funerale. Nostro padre, invece, sarebbe stato cacciato come un animale. Anche se tutti gli uomini del paese si fossero messi a perlustrare l'intera Kusa, non avrebbero mai trovato Satoshi. Prima o poi avrebbero interrotto le ricerche e noi non avremmo più avuto nulla da temere.


    Soddisfatto dal risultato ottenuto, sarei tornato nella foresta. Mi ero assicurato che nessuno mi stesse seguendo, né che nessuno avesse visto dove fossi andato. Ero puntuale, quindi mi aspettavo di vedere mio fratello comparire da un momento all'altro. Appena mi vide, Ryosuke sciolse la tecnica, ritornando alla sua forma umana. Mi avvicinai e lo strinsi in un forte abbraccio. Forza, fratello. È quasi finita. Anche se sarebbe stato difficile che qualcuno lo smascherasse, fin dal momento in cui ci eravamo separati avevo temuto che qualcosa potesse andare storto. L'idea che qualcuno lo scoprisse o peggio, era sufficiente a farmi accapponare la pelle, per questo fui felicissimo di rivederlo sano e salvo. Sciolsi la presa intorno al suo corpo e mi allontanai di qualche passo.Su, ora andiamo! Dobbiamo raggiungere il confine prima che sorga il sole. Usai nuovamente il chakra per mutare il mio aspetto, anche se questa volta mi sarei trasformato in un cane di grossa taglia. In questo modo, anche se qualcuno ci avesse visto, non avremmo rischiato di essere riconosciuti. Una volta che anche Ryosuke si fosse trasformato in un animale, mi sarei messo a correre alla massima velocità. Verso il confine. Verso Taki. Verso la nostra libertà.


    Chakra: 15/20
     
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    Fuga nella foresta

    Post Quinto - I Fratelli Jindai





    Mi sentii incredibilmente sollevato quando vidi mio fratello ancora tutto intero. Sciolsi immediatamente la trasformazione e ci unimmo in un fraterno abbraccio. Eravamo entrambi incredibilmente sollevati e... felici di rivederci tutti interi.

    Su, ora andiamo! Dobbiamo raggiungere il confine prima che sorga il sole.

    Si! Sbrighiamoci e non torniamo più in questo posto dimenticato dagli dei.


    Mi sarei trasformato anch'io, ma in una volpe. Avrei preceduto Kogen in modo che chiunque ci avesse incrociato anche per sbaglio ci avrebbe scambiati per un cane e la sua preda. Corremmo verso nord per tutta la notte prima di giungere al successivo villaggio nel cammino che ci separava da Taki.

    Mancava poco al confine e dubitavo che la notizia dell'incendio e del nostro omicidio fosse giunta in questo luogo tuttavia...


    Sciolsi la trasformazione che eravamo ancora nel bosco, tacitamente implicando che anche Kogen facesse lo stesso.

    Ce l'abbiamo quasi fatta ma prima di proseguire direi di trovare un posto dove riposarci, e magari spendere qualche soldo per dell'equipaggiamento migliore di un kunai arrugginito ed un bastone. Anche se non credo che la notizia sia ancora giunta direi che è il caso di agire comunque in incognito. Dici che potremmo ancora usare il travestimento di Satoshi e del vecchio?

    Una volta ricevuta una risposta ed una dritta su cosa trasformarci mi sarei mutato nuovamente e saremmo entrati in paese. Satoshi non usciva mai dal paese pertanto dubitavo che qualcuno lo conoscesse ma non si sapeva mai. Avrei chiesto a qualche passante delle informazioni su una qualche stanza in affitto, volevamo risparmiare (avevo i miei risparmi e Kogen aveva il denaro della guardia in pensione ma meno ne avremmo spesi per il vitto e l'alloggio più ne rimanevano per le armi).


    Ben presto ci avrebbero mandato da un'anziana signora che, dopo essere rimasta vedova, aveva iniziato ad affittare una stanza. "Per sentirsi meno sola", diceva. Era l'ideale per noi.

    Avrei lasciato Kogen parlare con la signora, era sicuramente più abile di me in certe cose. Non dubitavo che ci saremmo ben presto guadagnati l'accesso alla stanza della donna ed una volta all'interno avremmo potuto fare il punto della situazione, parlando sottovoce.

    Direi di non restare qui più di una giornata, giusto il tempo di riposarci e prendere gli oggetti che ci servono. Quasi quasi ne approfitterei per dormire, e svignarcela stanotte attraversando il confine col favore delle tenebre. Che ne pensi?
     
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    Finzioni

    V


    Trasformati in animali, avevamo corso tutta la notte, fino a raggiungere il limitare della foresta. Ero esausto, ma sollevato. Finalmente ci eravamo lasciati alle spalle il nostro vecchio mondo. Inoltre, non sembrava che nessuno ci stesse inseguendo. Questo significava che il mio piano aveva funzionato e ora tutti erano occupati a cercare Satoshi dall'altra parte di Kusa. Ciò mi fece pensare che da morto nostro padre ci aveva aiutato molto di più che da vivo. Per qualche strana ragione, quel pensiero mi fece sorridere. Quando Ryosuke mi propose di utilizzare lo stesso trucco di prima, avrei scosso il capo in segno di diniego. Non possiamo rischiare che qualcuno veda che Satoshi in questo paese e decida di venire a cercarlo qui o a Taki. È meglio che pensino che sia diretto all'altro capo di Kusa. Composi rapidamente il sigillo per utilizzare la tecnica della trasformazione e poi gli dissi cosa avevo programmato di fare. Al mio posto Ryosuke avrebbe visto una giovane donna con i capelli neri e gli occhi identici ai miei. In quella forma ero alto poco più di un metro e settanta, mentre indosso avevo un semplice abito bianco. Fingeremo di essere una coppia. Tu assumi l'aspetto che preferisci, ma non usare quello originale.



    Una volta che entrambi fossimo stati pronti per quell'ennesima truffa, ci saremmo diretti verso il villaggio. Fummo molto fortunati, poiché Ryosuke, grazie ai consigli di una guardia, trovò subito un luogo dove poter passare la giornata e riposarci un po'. L'uomo ci aveva detto che un'anziana signora che abitava lì vicino affittava una delle stanze di casa sua. Per noi sarebbe stata un'ottima sistemazione, perché ci avrebbe permesso di nasconderci nel pieno centro del paese. In quel modo, saremmo stati vicini a tutti i negozi dove avremmo potuto recuperare l'equipaggiamento che ci serviva. Inoltre, si trattava di un'offerta a bassissimo prezzo.

    Individuata l'abitazione della donna, fui io a convincerla ad ospitarci per un solo giorno. Non aveva resistito alla balla della giovane coppietta che cercava di trovare un po' di riposo prima di andare a incontrare i genitori della sposa, cosicché il giovane potesse chiedere al padre il permesso di sposare la figlia. Ryosuke e io aspettammo che ci avesse lasciati soli, dopo averci mostrato in nostro alloggio, per gettare la maschera e tornare a parlare come fratelli. Sì, sono d'accordo. Possiamo dormire qualche ora e poi andare a comprare tutto quello che ci serve. Ho visto un fabbro poco distante da qui, non ci sono molti ninja nella zona, ma sono sicuro che avrà almeno qualche kunai. Poi, senza sciogliere la tecnica della trasformazione, mi sarei lanciato sul letto. Non più di tre ore, ok? Dormiremo ancora un po' questa sera.
     
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    Shopping

    Post Sesto - I Fratelli Jindai



    Non possiamo rischiare che qualcuno veda che Satoshi in questo paese e decida di venire a cercarlo qui o a Taki. È meglio che pensino che sia diretto all'altro capo di Kusa.

    In effetti hai ragione... non ci avevo pensato.

    Kogen si trasformò quindi in una donna, invitandomi ad assumere la forma del suo fidanzato.

    Fingeremo di essere una coppia. Tu assumi l'aspetto che preferisci, ma non usare quello originale.

    Certo, non sono mica così stupido

    Avrei assunto l'aspetto di un avvenente giovane, abbastanza per far credere di poter essere assieme a quella donna ma non abbastanza per restare impresso nella memoria della gente.

    [...]


    Erano passate tre ore ed avevo dormito, ancora trasformato, coricato di fianco a Kogen. La vecchia, se anche si fosse messa a spiare, non avrebbe avuto nessun sospetto.

    E' ora di alzarsi, cara. Dobbiamo andare a fare un po' di shopping.

    Sarebbe stato abbastanza semplice raggiungere il fabbro locale ed acquistare quanto ci serviva. Prendemmo solo qualche arma di base, comune si tra gli studenti ninja ma soprattutto tra i popolani in modo da destare sospetti. Niente spade o altre armi che potevano far intuire una nostra elevata formazione marziale. [Nota: equip da studenti presente nelle nostre schede]

    Ora eravamo pronti anche ai peggiori imprevisti. Ci saremmo riposati ancora un po' prima di riprendere il viaggio. Non avremmo dato sospetti alla donna, dato che eravamo già d'accordo per andarcene via dopo un solo giorno, e non avevamo lasciato una grossa impressione al villaggio. Persino il fabbro riteneva perfettamente normale armarsi per un viaggio in quei territori dove non c'era una massiccia presenza di ninja, al contrario del vicino paese del fuoco.

    Saremmo usciti dal villaggio, dirigendoci verso nord, dove ci attendeva Taki, e la libertà... il confine era delineato da un fiume. Una volta oltrepassato quel ponte saremmo stati al sicuro, pronti a cominciare una nuova vita mentre tutti ci credevano morti.
     
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    Brutti Incontri

    VI


    Tutto era andato liscio come l'olio. Nessuno aveva sospettato di noi. Nessuno aveva fatto domande scomode e noi avevamo recitato la parte in modo impeccabile. Sembrava che finalmente mi sarei potuto rilassare un po'. Per questa ragione, la sera, mentre sdraiato sul letto fissavo il soffitto, potei concedermi di pensare alla mia vita. Per la prima volta da quando mio fratello aveva pugnalato nostro padre, potevo prendermi una pausa per ragionare su quanto era successo e su cosa ci aspettava. Non riuscivo a vedere il male in Ryosuke e forse non ci sarei mai riuscito: avevo trovato immediatamente mille motivi per giustificare le sue azioni. Anche se in fondo non ci credevo veramente, volevo illudermi che avesse fatto la cosa giusta. Che non gli erano rimaste alternative e che prima o poi sarebbe successo comunque. Satoshi era un uomo violento, non era improbabile che durante una colluttazione venisse ferito mortalmente. Ryosuke aveva semplicemente accelerato i tempi. Inoltre, in fondo, nostro padre era stato la causa della propria rovina. Mi dissi che si merita ciò che era successo. Pian piano, scusa dopo scusa, riuscì a cancellare completamente il senso di colpa. Dell'uomo nella foresta, avevo molto meno di cui preoccuparmi. La sua morte non mi provocava gli stessi dubbi. Ero stato messo difronte ad una scelta: Noi o lui, Ryosuke o un estraneo. Il pugnale era affondato rapidamente nel suo petto perchè non avevo esitato a prendere una decisione. Avevo scelto Ryosuke, come avevo sempre fatto e come in futuro avrei sempre fatto in futuro. Il legame che ci univa era molto più forte di quello tra due fratelli. Era qualcosa di viscerale, che avvolgeva le nostre anime e i nostri cuori. Inoltre, volevo diventare un ninja, dovevo accettare l'idea che ammazzare fosse parte del lavoro. Il vecchio era stata la mia prima vittima, ma non sarebbe sicuramente stata l'ultima. Quella sera non me n'ero accorto, ma ero cambiato molto quel giorno. Non ero solo diventato formalmente un adulto, ma avevo anche perso la mia innocenza. La vita umana aveva smesso di essere una cosa sacra e anche il mio rispetto per la legge era diminuito. Anzi, avevo ormai ben poca considerazione per l'autorità dei Paesi Ninja. La legge non aveva mai fatto niente per noi. Non ci aveva mai protetto da nostro padre, ma aveva permesso a lui di trattarci come animali. Quella che i miei compaesani chiamavano giustizia mi appariva tutt'al più come un limite soffocante, una gabbia per reprimere il nostro vero potenziale. Per questa ragione, mi sarei ripromesso che fino alla mia morte avrei fatto solo quello che mi sembrava giusto e non ciò che diceva il potente o la tradizione di turno. Mi promisi che avrei vissuto e sarei morto da uomo libero. Il tempo dell'obbedienza era finito con la morte di Satoshi.


    Nel cuore della notte, dopo aver riposato ancora per qualche ora, io e Ryosuke abbandonammo di soppiatto la casa della signora, così da poter finalmente varcare il confine con Taki. Non sapevo cosa ci avrebbe atteso in quella terra sconosciuta, ma questo non faceva altro che aumentare la mia voglia di andarci. Avevo passato tutta la mia vita a spaccare legna in un bosco di Kusa e ora avevo finalmente l'occasione di vedere il mondo. Non potevo chiedere di meglio. Tuttavia, questa eccitazione, questa fretta di scoprire nuove città e di conoscere persone diverse, avrebbe costituito un grave rischio. Eravamo sicuri che nessuno ci avesse seguito, quindi per tutto il viaggio avevo abbassato la guardia, concedendomi di sognare le cose che ci attendevano una volta usciti dall'ombra di nostro padre. Addirittura, un centinaio di metri dopo aver varcato la linea di terra che separava il Paese dell'Erba da quello della Cascata, quando ormai il sole stava comparendo all'orizzonte, sciolsi la tecnica della trasformazione, così da poter sentire sulla pelle, la mia pelle, il calore dei primi raggi del giorno. Invitai Ryosuke a fare lo stesso, ma la mia gioia si trasformò subito in paura. Poco distante da noi, avevo visto un'ombra. Ed ora l'ombra si stava avvicinando sempre di più. Cazzo, qualcuno ci ha seguiti. Istintivamente portai la mano destra alla sacca che tenevo legata alla vita. Afferrai un kunai e lo strinsi con forza tra le mani. Non avrei permesso a nessuno di rovinare la nostra fuga. Non ora che la libertà mi sembrava così vicina.


    Kogen Jindai - Riassunto Round

    Vitalità: 10 Leggere
    Ferite: //

    Chakra: 20/20 Bassi
    Consumi: //
      Slot Difesa 1: -
      Slot Difesa 2: -
      Slot Difesa 3: -
      Slot Azione 1: -
      Slot Azione 2: -
      Slot Azione 3: -
      Slot tecnica 1: - //.
      Slot tecnica 2: - //

    NOTE: - //
     
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    Hyorai, il traditore di Oto

    Post Settimo - I Fratelli Jindai



    Anch'io, come Kogen, commisi un grave errore. Ci sentivamo già al sicuro e sciogliemmo la trasformazione. Kogen fu il primo ad accorgersi del nemico (io ero troppo impegnato a riflettere su come quell'alba fosse l'ennesimo segnale del futuro brillante che ci attendeva lontano da Kusa).

    Cazzo, qualcuno ci ha seguiti. disse Kogen, estraendo un Kunai. Feci anch'io altrettanto ed a malapena notai la massa d'aria che si stava dirigendo verso di noi, a tutta potenza. L'onda era larga ben 6 metri, il suo centro si trovava giusto a metà della distanza tra me e Kogen, che era a malapena di un metro. Era incredibilmente veloce, più della velocità alla quale Kogen era abituato a reagire. Ben sapevo infatti che gli ero superiore fisicamente, dato che ci allenavamo sempre insieme, e conoscevo i suoi limiti. Avevo solo un istante per reagire. Afferrai Kogen e lo spinsi fuori dal raggio d'azione di quella tecnica, alla nostra destra. Io invece mi preparai a subire il colpo. Riuscii a pararlo, coprendo le parti vitali con le braccia, ma subii comunque pesanti danni. [Slot Difesa I e II]


    Dopo quell'attacco a sorpresa il nostro avversario si palesò, era un uomo di circa 30 anni che portava un coprifronte con una nota musicale rigata. Doveva essere un traditore di... oto, se la memoria non mi tradiva.

    Siete più resistenti e furbi di quel che mi aspettassi, bene. Ho ricevuto ordine di non lasciar passare nessuno da questo ponte a meno che non avesse le adeguate credenziali. E qualcosa mi dice che voi non le avete. Di solito questi zotici muoiono al primo colpo... finalmente un po' di bersagli meritevoli delle mie attenzioni. Ahahaha avanti, fatevi sotto, fatemi vedere che sapete fare.

    Avrei attirato l'attenzione del ninja, cercando di distrarlo in modo che Kogen potesse in qualche modo attaccarlo. Lui aveva il vantaggio dell'esperienza e dell'abilità, noi del numero. Soltanto costringendolo a difendersi da più fronti avremmo potuto avere qualche speranza di sconfiggerlo.

    Ascolta, siamo solo due ragazzi che stanno cercando di rifarsi una vita. Il mio nome è... Jindai. Ryosuke Jindai.

    Avevo pensato a quel cognome sul momento. Non avrei mai dato il mio vero nome ad uno sconosciuto, ovviamente, specie visto il motivo che ci aveva spinto a raggiungere Taki. Ancora non potevo immaginare che ben presto quello sarebbe stato il mio unico vero nome, l'unico al quale avrei risposto da quel momento in avanti.

    Non vogliamo causare problemi dissi, muovendomi verso la mia sinistra, e quindi allontanandomi da Kogen Vogliamo solo cercarci una nuova vita. E saremmo lieti di servire te. Sono riuscito a malapena a resistere alla tua potente tecnica, e ho capito che non ho speranze contro un ninja sì potente ed esperto. Risparmiaci, ti imploro...

    Non sapevo se quella messinscena avrebbe funzionato ma ero sicuro che Kogen avrebbe saputo comprendere il mio piano, ed agire di conseguenza.
     
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    Brutti Incontri

    VII


    Eravamo stati sciocchi e il destino aveva deciso di punirci immediatamente. Se fossi sopravvissuto, sicuramente non avrei più commesso un errore da novellino come quello. Avevo decisamente imparato la lezione e ora desideravo soltanto liberarmi di quel ninja il prima possibile. Nella cattiva sorte, tuttavia, conservammo un minimo di fortuna. Il tizio che ci aveva trovato era un nukenin, originario del villaggio di Oto. Questo significava che l'Accademia, nella peggiore delle ipotesi, ci sarebbe stata grata per averlo eliminato dal mondo. Non avevo molte informazioni sul mondo dei ninja, ma perfino i bambini sapevano che davanti ad un tizio con il coprifronte rigato era meglio mettersi a correre il più rapidamente possibile. In un'altra situazione, anche io avrei preferito quella soluzione, però non potevamo lasciare testimoni. Nessuno doveva sapere che eravamo ancora vivi. Per questa ragione, quell'uomo doveva morire. Era terribile, era sbagliato, ma andava fatto. Dovevo proteggere mio fratello a tutti i costi. Se fosse stata minacciata solo la mia vita, avrei almeno tentato di scappare, prima di ricorrete alle maniere forti, ma non volevo prendermi quel rischio anche per lui.


    Il tizio inoltre, sembrava particolarmente agguerrito. Appena era stato abbastanza vicino a noi, ci aveva sparato addosso un'esplosione d'aria da cui ero uscito indenne solo grazie all'aiuto di Ryosuke. Lui era stato ferito, fortunatamente solo in modo superficiale. Osservano il nostro nemico, la mia attenzione fu attirata da alcuni fori che aveva sulle mani. Era da lì che aveva sparato quella tecnica. Non avevo mai visto una cosa simile e ne rimasi incuriosito. Ovviamente, non potevo perdere troppo tempo a pensare a quella roba, quindi mi misi subito al lavoro per uccidere il bastardo.


    Mentre Ryosuke cercava di distrarlo con le parole, io avrei rapidamente estratto tre dei Kunai che nascondevo nelle tasche dei pantaloni. Immediatamente dopo, avrebbero percorso la distanza che mi separava dall'Otese cercando di colpirlo al centro del collo, in mezzo agli occhi e alla spalla sinistra. Avevo scelto quelle zone perché volevo ucciderlo il più rapidamente possibile. Non provavo piacere provocare dolore e anche se ogni tanto trovavo divertente combattere, non ero certo il tipo da desiderare lo scontro. Tantomeno in una situazione come quella. Deciso a non dargli tregua, sarei celermente scattato a destra, mantenendomi a circa 6 metri di distanza da lui. A differenza di mio fratello, non mi piaceva molto stare vicino ai miei bersagli. Avrei continuato ad attaccarlo da quel punto, usando questa volta degli spiedi. Tre sarebbero stati scagliati verso la parte superiore della gamba destra e altri tre verso la stessa zona dell'altra.


    [Hyorai]



    L'uomo, benché fosse rimasto sorpreso dall'attacco di Kogen, era riuscito a reagire prontamente. Solo il Kunai diretto alla sua spalla aveva raggiunto l'obiettivo, infliggendogli tuttavia solo pochi danni. I successivi colpi scagliati dal ragazzo avevano subito una sorte simile. Il nukenin riuscì a schivare la maggior parte degli spiedi che gli erano stati scagliati contro, indietreggiando di circa un metro. Nonostante quella manovra, venne colpito da due proiettili alla gamba destra. Maledetti figli di puttana! Avete perso la vostra ultima occasione per sopravvivere. Reso furente dal dolore, avrebbe immediatamente cercando di contrattare, concentrandosi inizialmente su Ryosuke. Per prima cosa, colmò la distanza che li separava. Adesso morirai come il cane che sei! Mentre scattava verso la posizione del ragazzo, estrasse due tirapugni e li indossò ad entrambi le mani. A quel punto, avrebbe provato a colpire il suo avversario prima con un montate diretto al mento e portato con la destra. Con la mancina avrebbe invece eseguito un diretto, mirando al pettorale destro di Ryosuke.


    Kogen Jindai - Riassunto Round

    Vitalità: 10 Leggere
    Ferite: //

    Chakra: 18,5/20 Bassi
    Consumi: 1,5 Bassi
      Slot Difesa 1: - //
      Slot Difesa 2: - //
      Slot Difesa 3: - //
      Slot Azione 1: - Lancio Kunai
      Slot Azione 2: - Lancio Spiedi
      Slot Azione 3: - Lancio Spiedi
      Slot tecnica 1: - //
      Slot tecnica 2: - //

    NOTE: - //
     
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    Post Ottavo - I Fratelli Jindai



    L'avversario scattò verso di me, esattamente quello che volevo. Nonostante fossimo gemelli io e Kogen combattevamo in modi diversi, mentre lui preferiva restare distante dai suoi avversari e colpirli dalla distanza io preferivo tenerli vicini a me. Avevamo fatto molta pratica, sia l'uno contro l'altro che in coppia ma quello era il nostro primo vero combattimento.

    Fortunatamente quel nukenin di oto decise di combattere proprio come noi volevamo. Il suo primo assalto fu relativamente semplice da evitare, bene o male avevo spesso combattuto per strada e gli insegnamenti ninja da maestri erranti avevano ben presto corretto le mie pessime abitudini. Una quelle quali era aprire con un colpo letale. Prima bisognava stancare l'avversario. Con un semplice movimento all'indietro, scivolando sul terreno, sarei riuscito ad evitare quell'assalto che, per quanto veloce, era comunque molto prevedibile. [Slot Difesa I]

    Il secondo attacco invece era ancora più rapido, un diretto che bersagliava il mio pettorale destro. Nonostante il possente tirapugni non potevo far altro che tentare di bloccarlo con il braccio destro, già ferito dalla sua tecnica precedente. Il colpo impattò sul mio avambraccio, che avevo frapposto al suo assalto, spingendomi leggermente indietro. [Slot Difesa II. Resistenza 300--->350. Consumo 1/2 Basso. Ferita 1/2 leggera]

    Lui approfittò di quel momento per guardarsi attorno ed individuare Kogen, scagliandogli contro un kunai diretto al petto. Era un attacco veloce, e potente. Kogen tuttavia avrebbe potuto notare che c'era qualcosa di strano in quel Kunai, sembrava esserci come un foglietto sfrigolante attaccato ad esso.
    [Slot Azione III. Forza e velocità 375, Cartabomba I]

    Sapeva di essere in svantaggio a combattere contro due avversari, e che non poteva sottovalutare quella situazione. Mentre infatti si girava verso Kogen io avrei estratto il Kusari Fundo che avrei tentato di avvolgere attorno alla sua gamba più vicina. Eravamo a circa un paio di metri di distanza, più che sufficienti per l'attacco della lunga catena. Anche grazie alla sua distrazione, speravo di poter riuscire a bloccarlo. [Slot azione I. Velocità 300--->350. Consumo 1/2 basso.]

    Se non fossi riuscito a bloccarlo avrei tentato nuovamente facendo roteare la catena sopra la testa per poi abbassarla, cercando di avvolgergli il braccio avanzato con un movimento dall'alto verso il basso. All'ultimo momento però avrei tirato la catena verso di me. Il mio vero obbiettivo era colpirlo col peso sulla nuca. Anche aiutato da un eventuale attacco combinato di Kogen sarebbe stato difficile per lui riuscire a schivare anche quell'assalto. [Slot Azione II. Finta + attacco. Forza 300--->350. Potenza 10. Consumo 1/2 basso]

    Dopo quell'assalto avrei tentato di avvolgergli la testa, facendo roteare la catena attorno al suo capo ed approfittando dell'attimo di stordimento (se l'avessi colpito). [Slot Azione III. Se non colpito con l'attacco precedente impasto 1/2 basso nell'attacco in velocità, altrimenti impasto 1/2 basso in forza]

    Se invece fossi riuscito a bloccarlo già col primo attacco di catena mi sarei avvicinato sempre più a lui, tenendo la catena tesa ed avvolgendola attorno al mio corpo. Volevo tenerlo il più possibile fermo, così da aiutare mio fratello con i suoi attacchi a distanza. [Slot Azione II. Forza 300-->350 Consumo 1/2 basso]

    Giunto vicino a lui, praticamente attaccato, avrei tentato di colpirlo con un pugno alla bocca dello stomaco mentre lo tenevo bloccato, seppur parzialmente, con la catena. [Slot Azione III. Forza 300--->375]

    Ridurre la sua resistenza e farlo concentrare su di me sarebbe stato fondamentale per la nostra vittoria.


    Edited by -Shu - 30/8/2016, 21:18
     
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