Incontro del destino?

[Free Gdr Kairi - Shu]

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    La Prigione

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    Era di nuovo nella sua cella, sola, dolorante ma viva, come le ricordava il freddo pavimento su cui giaceva.
    Anche quella volta era riuscita ad sopravvivere all'arena in un modo o nell'altro, anche se per il suo avversario non si poteva dire lo stesso: ma d'altronde "mors tua vita mea", sapeva bene come in quei combattimenti o si uscisse sulle proprie gambe o si uscisse in orizzontale e dentro un sacco nero.
    Era al tempio da 11 anni ormai, da quando ne aveva 6, e nessuno era mai stato gentile con lei da allora. Trattata come una bestia da scommesse, abusata in ogni maniera possibile fisica e psicologica non aveva la più pallida idea di cosa fosse una vita normale, ed in qualche modo le andava bene così ormai. Uccidere era diventato il migliore passatempo in quel luogo di perdizione, un modo per sfogare l'odio che provava inevitabilmente nei confronti del mondo intero.
    Che le vittime fossero ragazzine o ragazzini come lei strappate dalle braccia della famiglia, che le importava? Il più forte mangia il più debole è una semplice regola della natura, era colpa loro se erano inutili sacchi di carne, dunque si meritavano una simile fine. In qualche modo si poteva chiamare selezione naturale, no?

    Tutti, vi ucciderò tutti prima o poi... sussurò, rialzandosi ulle ginocchia: come ogni volta i suoi padroni l'aveva buttata al suolo senza troppe remore, appoggiando un pezzo di pane raffermo, un po' di carne secca ed una ciotola piena di acqua in un angolo. La carne secca era il premio dopo ogni sua vittoria, doveva mettere su muscoli dicevano.

    Tutti, vi ucciderò tutti prima o poi esclamò nuovamente, rialzandosi pian piano ed avvicinandosi alla porta.


    TUTTI, VI UCCIDERO' TUTTI PRIMA O POI! l'ultima frase fu un urlo, in piedi davanti alla cella della sua porta, un sadico sorriso dipinto sul volto.
    Le guardie come al solito la ignorarono, ormai abituate a quella cantilena che si ripeteva ogni volta che la ragazza tornava dall'arena, probabilmente convinte che si trattasse solo di una semplice e vuota minaccia. D'altronde, cosa poteva fare una semplice ragazzina intrappolata dentro una stanza?

    Eppure Isuke lo sapeva, sapeva che prima o poi la sua occasione sarebbe arrivata, d'altronde la fortuna sorride a chi sa aspettare. O era agli audaci? Poco importava, le bastava la consapevolezza che prima o poi tutti gli schifosi membri di quel tempio l'avrebbero pagata: poteva quasi sentire le loro urla strazianti di dolore ed il loro caldo sangue scivolarle sulla pelle. Oh, si, adorava la sola idea!

    Allontanandosi dalla porta si avvicinò al cibo, sedendosi di fianco ad esso ed addentando immediatamente la carne secca, immergendo nel contempo il pane altrimenti immangiabile nell'acqua per ammorbidirlo. L'avversario di quella sera, un ragazzo più grande di lei di almeno 5-6 anni, si era dimostrato tosto: la sua forza fisica era chiaramente maggiore della sua, ma non si poteva dire la stessa cosa per quanto riguardava l'astuzia. Erano bastato uno dei suoi soliti trucchetti per farlo cadere a terra, e da lì i giochi erano finiti in pochi minuti.
    Certo che potreste darmelo un premio esclamò, rivolta alle guardie fuori dalla porta che al solito le regalarono solo il silenzio in risposta Con questo a quanto sono arrivata, a 50? Credo di detenere il record qui ormai. Che ne so, un arma, si, quella mi piacerebbe! Con un semplice kunai potrei divertirmi un mondo, dopo un po' a mani nude diventa monotono addentò un'altro pezzo di carne Potrei anche strapparvi la lingua così, questo almeno giustificherebbe il vostro noioso silenzio sibilò. Un colpo secco alla porta, un avviso di quanto stesse raggiungendo il limite. Un secondo avvertimento sarebbe bastato per farli passati ai fatti.

    La ragazza sbuffò, scocciata Dong, dong, DONG! Compratevi un gong se vi piace così tanto suonare! esclamò, ma non continuò: era già abbastanza dolorante per il combattimento, non le serviva una nuova dose di botte. Che palle... e senza dire altro si apprestò a finire il suo pasto.


     
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    La mia assassina

    Post Primo - Incontro del destino



    [Giocata che si svolge dopo Il villaggio di nanashi e prima di Le braccia del peccato]





    Una coppia insolita penetrò nei sotterranei dell'arena dove i vari aspiranti combattevano e morivano senza conoscerne il motivo. Pochi lo sapevano ma le loro torture non terminavano con la morte. Il culto aveva un uso anche per i morti ed i fallimenti. Come porci, cagne oppure come pasti o doni. Tutti codici per indicare i ranghi più bassi all'interno della gerarchia del culto, i cui appartenenti non erano neppure considerati esseri umani ma oggetti.


    La mia accompagnatrice era la sacerdotessa di uno dei templi presenti nel territorio di Taki e si era interessata a me a causa del "crimine" che avevo commesso: l'uccisione di mio padre. Ero con lei perché poteva darmi le due cose che desideravo di più a questo mondo: il potere di riavere mio fratello Kogen e la possibilità di ucciderla per quello che ci aveva fatto.

    Eccoci, apprendista. Questa è una delle arene sotterranee dove vengono addestrate le nostre guardie. La tua guardia sarà un tuo fedele servitore incaricato di proteggerti ed assisterti durante il tuo studio dei poteri conferitici dagli Shinigami. Sarai tu a sceglierla.

    Come desiderate, mia signora.

    Passammo di cella in cella, sempre insoddisfatti, fino a quando non sentii delle urla provenire da una delle celle.

    TUTTI, VI UCCIDERO' TUTTI PRIMA O POI!

    Di chi si tratta?

    E'... Isuke, mio signore replicò la nostra guida in quel luogo infernale. E' molto abile come combattente, anche se non è troppo forte fisicamente. Ha una buona attitudine con trucchi ed illusioni. Ha battuto il record di vittorie nell'arena ma... è mentalmente instabile. Non vi consiglio di...

    Desidero vederla.

    Ma... mia signora...

    Esegui. E' diritto del mio apprendista scegliere la propria guardia.

    Ci avvicinammo alla porta, mentre Isuke continuava a "disturbare" le guardie della prigione.

    Dong, dong, DONG! Compratevi un gong se vi piace così tanto suonare!

    Subito dopo la ragazza avrebbe sentito delle chiavi girare all'interno del lucchetto. Qualcuno stava aprendo la porta. Certamente avrebbe pensato che qualcuno volesse punirla per quanto stava dicendo.

    Erano attimi di tensione. La porta si aprì e per un istante poté vedere il capo di quel luogo, il suo carceriere, chinarsi di fronte ad una donna dai capelli rossi vestita in abiti succinti e quello che sembrava un uomo ma che era in realtà una figura completamente ammantata di nero con un cappuccio che ne copriva la testa ed il volto. Fu quest'ultimo ad entrare nella stanza e a richiudere la porta dietro di se.

    Era difficile dire quanto Isuke sapesse del culto degli dei della morte e del vero motivo per cui aveva dovuto subire tutti quei soprusi. E che quindi potesse identificare dal vestiario la figura che si trovava di fronte a lei. Che fosse un membro di alto grado di uno dei templi dediti al culto. Che fosse un apprendista sacerdote.

    Che fosse un ragazzo chiamato Ryosuke Jindai.

    Se Isuke, come prevedeva il protocollo (che forse conosceva) si fosse chinata di fronte a lui, salutandolo come si conveniva (ovvero con un profondo inchino ed il giusto appellativo di "mio signore", rialzandosi solo quando avesse ricevuto il permesso) avrebbe notato che la figura in nero era abbastanza cordiale e l'avrebbe invitata a finire il suo pasto prima di chiederle chi fosse, la sua storia ed i suoi desideri.

    Se invece Isuke non si fosse calmata e chinata di fronte a lui Ryosuke avrebbe parlato in questo modo alla giovane Akuma: Sei la prima in questo luogo che non si è chinata al mio cospetto. Chi sei?

    Non si sarebbe mosso per punirla e dal tono di voce sembrava più incuriosito che altro.

    Se Isuke l'avesse ignorato egli si sarebbe avvicinato con calma alla ragazza per poi, improvvisamente, tentare di afferrarle il collo. Nonostante la vicinanza il suo volto sarebbe rimasto in ombra. [Slot Azione I. Velocità e Forza Verde]

    Se fosse riuscito ad afferrarle il collo avrebbe aumentato la stretta [Slot Azione II, Forza Verde] rincarando la dose di parole: Impara a riconoscere chi è migliore di te, e colui che sarà il tuo signore e maestro. l'avrebbe poi sbattuta contro il muro [Slot Azione III] rivolgendole delle altre parole di insulto mentre la portava il più lontano possibile dalla porta. Forza, dammi un motivo per cui non dovrei divertirmi col tuo corpo prima di darti in pasto ai cani. O sgozzarti e godere mentre ti vengo sul volto e la tua vita se ne va. Prima di ripetere il processo ancora, ed ancora.


    Isuke probabilmente aveva sentito delle pratiche di tortura (sessuale o meno), di morte e cannibalismo del culto della morte e Ryosuke, per quanto stesse facendo molta scena, non ne era estraneo. Aveva bisogno di una persona con un certo tipo di volontà e capacità, e voleva vedere se Isuke le possedeva. Per non parlare del fatto che il lavaggio del cervello della sua signora stava iniziando a fare effetto, ed ormai vedesse tutti gli altri esseri come inferiori da usare per soddisfare ogni suo capriccio.
     
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    Dopo solo pochi istanti, sentì chiaramente la chiave girare nel lucchetto, qualcuno stava entrando. Scattò in piedi posizionandosi davanti alla porta, in attesa della sua punizione: chiaramente le guardie avevano deciso che era il caso di divertirsi un po', e stavano venendo a darle il benservito Tsk, tipico. Quando non sanno cosa fare vengono sempre qui pensò fra sé e sé, sentendo montare l'odio dentro di se.
    Odiava quel posto, odiava quelle guardie, odiava quelle mura, quel cibo. Ma da tempo ormai si era abituata a non dare più soddisfazioni a nessuno quando veniva sottoposta ai più terribili sopprusi, e sembrava che in qualche modo quella strategia avesse avuto il suo effetto: se la preda non urlava o si dimenava, l'effetto era dimezzato per i torturatori solitamente.
    Le sarebbe servito ancora poco per affinare maggiormente le sue arti illusorie, poi le sarebbe bastato un semplice sguardo per sistemare anche loro: erano grandi e grosse ed armate, ma erano stupide come delle capre e per certi versi un libro aperto per lei, soggiogare le loro menti con le giuste abilità non sarebbe stato difficile.

    Con sua grande sorpresa invece ad aprire la porta furono una donna in succinti abiti rossi che aveva visto più volte fra il pubblico dell'arena, sicuramente uno dei pezzi grossi del tempio, assieme ad un uomo completamente avvolto da un nero mantello, il volto oscurato alla vista. Fu quest'ultimo ad entrare nella stanza da solo.
    Aveva visto altre persone con quel vestiario in giro a volte, alcuni suoi stessi torturatori li indossavano per i loro sopprusi, e con il tempo aveva capito che si trattava di apprendisti, di reclute del culto che dovevano ancora essere iniziate.

    Non si inchinò al suo arrivo, né tanto meno lo chiamo "mio signore": più volte avevano cercato di inculcarle quel modo di fare in testa in tutti i modi, ma non vi erano fino ad allora mai riusciti, e quell'uomo non sarebbe di certo stato il primo. Potevano trattarla come una schiava, ma lei non si sarebbe mai comportata volontariamente come tale, potevano avere il suo corpo, ma non avrebbero mai avuto la sua mente.

    Lo sconosciuto reagì al suo silenzio con quella che sembrava più curiosità che altro, il che le fece già capire come ci fosse qualcosa di diverso in lui rispetto a tutte le altre persone che erano andate a trovarla fino ad allora: nessuno ad un mancato inchino era mai stato tanto "cortese", così Isuke decise di giocare un po' con lui, un po' per vedere di che reale pasta fosse fatto, un po' per pura curiosità. D'altronde ormai non potevano farle più nient'altro di quello che le fosse già stato fatto.

    Un ghigno si formò sul suo viso mentre osservava la figura incappucciata, ma dalla sua bocca non uscì nessuna parola in risposta alla domanda che le era stata posta. L'uomo allora le si avvicinò di qualche passo per poi muoversi velocemente, finendo con l'afferrarla al collo: a causa dell'elevata velocità dell'attacco la ragazza non poté far nulla finendo con l'essere sbattuta malamente al muro, mentre lo sconosciuto stringeva la presa.
    Dal suo volto il sorriso scomparve per qualche istante sostituito da un'espressione di sorpresa, ma quando la figura incappucciata parlò eccolo spuntare di nuovo inesorabilmente sulle labbra E' questo il massimo che sai fare? Devi essere nuovo di qui, ho conosciuto cuccioli più spaventosi di te esclamò, osservando il volto del ragazzo laddove avrebbero dovuto esserci gli occhi, seppure il cappuccio le impedisse di vederli, con occhi spiritati Da quanto tempo sei qui, un mese, forse 2? E' evidente che questa sia una delle tue prime volte... sospirò, quasi stesse avendo a che fare con un bambino che andava istruito Non puoi farmi nulla che non mi sia già stato fatto, e la morte, bhé sarebbe quasi una liberazione per qualche verso, vuoi davvero farmi questo regalo? Carino d aparte tua! In realtà non penso che i miei o i tuoi padroni vogliano questo per me, non ancora o l'avrebbero già fatto. Però prego, vai pure avanti fai del tuo peggio, posso darti qualche consiglio se ti fa piacere penso di essere più esperta di te, la presa al collo è così scontata. Non sei il primo che è venuto qui per torturarmi, e non sarai l'ultimo. Siete tutti uguali, credete di essere liberi, ma in realtà siete semplici pedine esattamente come lo sono io, per loro: la sola differenza fra me e te, e che tu ancora non lo sai.

    Non oppose volontariamente resistenza, decisa più che mai a non dare soddisfazioni di quel tipo al ragazzo, come faceva ormai da tempo. Molte persone finivano con l'imbestialirsi a quel suo atteggiamento, rendendo in qualche modo quasi soddisfacente anche per lei la situazione. Chi era abituato alle posizioni di potere odiava chi non portava quello che riteneva essere il dovuto rispetto, quindi il modo migliore per manipolarli in qualche modo era giocare proprio sulla loro rabbia.

     
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    La mia arma

    Post Secondo - Incontro del destino



    Isuke mi sorprese. Dopo tutto quel tempo, dopo tutte quelle torture, era rimasta indomabile. Sarebbe stata perfetta per i miei scopi. Sarebbe divenuta la mia arma contro la mia maestra.

    Eravamo distanti dalla porta e, fintanto che sussurravamo, non potevano sentirci da fuori. Ed era proprio su questo che contavo. [Nota: i dialoghi in dimensione più piccola sono sussurrati e quindi non udibili dall'esterno]

    Vedo che non sei istruita sulle capacità che possiede la mia maestra, e che presto possiederò anch'io. La morte non è nulla per noi. Dove altri si fermano con le torture per evitare di uccidere la loro vittima noi possiamo superare tali infantili limitazioni... e riportarti indietro. Per poi ferirti di nuovo. Ucciderti di nuovo. E farti tornare in questo mondo di tortura infinita. E per quanto riguarda il tuo corpo... iniziai a guardarla, come per valutare la sua "bellezza" o quanto "appetibile" potesse essere. Per quanto torturata era pur sempre una donna... credevo. ...se vuoi possiamo pure divertirci un po' insieme, ma ho in mente altri usi per te. Hai qualche posizione preferita? Vuoi forse darmi dei consigli sull'arte dell'amore? Oh, dimenticavo. Tu non hai mai conosciuto l'amore. Solo qualche idiota avanti con l'età che te l'ha infilato dentro per mostrare che è lui che domina. Di un po'... sono mai stati così idioti da metterti incinta?

    Mentre le parlavo le avrei accarezzato il ventre, quasi attaccato alla schiena da quanto era denutrita, mentre rilasciavo leggermente la presa al collo, trasformandola in una carezza mentre le mordevo il lobo dell'orecchio destro, prima di sussurrarle Se ti dicessi che posso esaudire il tuo più grande desiderio... se ti dicessi che posso regalarti questo luogo avvolto dalle fiamme ed i tuoi torturatori che strisciano ai tuoi piedi implorando pietà, solo perché tu possa negargliela e tagliar loro la gola, infilando nella ferita il loro cazzo. Mi pare si chiami "Cravatta di Ame", no? alzando la voce avrei continuato, coprendo una sua eventuale risposta ai nostri avversari ma restando abbastanza vicino al suo volto da poterla sentire io Dimmi... ti piacerebbe provare il vero amore? Il vero piacere? Io posso darti questo piacere... se tu giuri di essere mia, servirmi e proteggermi. Se tu giuri di divenire la mia spada, e di tagliare la testa ai miei nemici. Potrei persino farti uscire da qui... devi solo dirmi che lo vuoi, Isuke Akuma. Devi solo dire che mi vuoi.


    Se Isuke avesse cercato di tradirmi in qualche modo l'avrei bloccata subito usando prima la bocca (ed involontariamente dandole un bacio, anche se non c'era nulla di romantico o sessuale dietro a quel gesto) prima di sollevare la mano dal collo posizionandogliela sotto il mento, cercando di bloccarle il movimento della bocca. Se ci fossi riuscito avrei rimosso le mie labbra dalle sue per poi bloccarle la bocca con la sinistra. Avrei anche, nel frattempo, mosso la gamba destra facendola indietreggiare e ruotando leggermente il bacino in modo tale che non potesse colpirmi all'inguine con un calcio mentre sfruttando il mio corpo avrei cercato di tenerla attaccata al muro, sfruttando la mia maggiore forza fisica e peso. Se fossi riuscito a tenerla ferma le avrei detto Guarda il lato positivo... ora ti libererò dalla tortura di vivere. Lasciati andare... prima di chiuderle il naso con l'altra mano cercando di farla lentamente soffocare. Forse sarebbe riuscita a convincermi a non ucciderla... forse.


    Se invece Isuke avesse accettato la mia proposta avremmo potuto parlare di specifiche del mio piano ma prima... Ora devo spogliarti, quei porci non crederebbero mai che tu possa stare così tranquilla se non ti faccio violenza... almeno per finta. Quando si mette di mezzo il sesso non capiscono più niente. Buffamente, nel giro di poco tempo, quello sarebbe stato anche il mio di destino.

    Se Isuke non avesse avuto altre idee, e se si fosse dimostrata d'accordo, avrei cominciato a strapparle i vestiti di dosso. Il mio corpo copriva completamente la figura di Isuke per cui, anche se avessero spiato dalla serratura (e viste le sue "voglie" la mia "signora" l'avrebbe sicuramente fatto) avremmo potuto ingannarli facilmente. O, se preferisci, posso davvero farti vedere com'è veramente l'amore tra un uomo e una donna. Una delle poche cose utili che mi aveva insegnato la mia "signora": come far godere lei e, di conseguenza, tutte le donne.

    In quel momento, nei primi giorni di luglio, ancora non sospettavo quanto gli insegnamenti del culto stessero influenzando la mia mente. E quanto mi avrebbero devastato in futuro, facendomi fare cose orribili e disgustose, anche se il mio scopo finale mi avrebbe consentito di mantenere una certa lucidità, verso la fine.
     
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    Come al solito, come tutti, l'uomo si mise a parlare dei vari tipi di torture a cui poteva essere sottoposta, per poi cominciare ad osservarla quasi fosse carne esposta in vetrina. Era ovvio e palese che la situazione sarebbe finita in quel modo, entravano nella sua cella solo per due motivi, o torturarla o utilizzare il suo corpo per soddisfare i loro più infimi e sporchi desideri carnali.
    Ma non avrebbe dato a quell'uomo nessuna soddisfazione, se voleva abusare del suo corpo avrebbe potuto farlo, avrebbe ottenuto da lei la stessa enfasi di una bambola gonfiabile.

    Eppure lo sconosciuto la sorprese, sussurrandole all'orecchio parole che mai aveva sentito prima in quel luogo Se ti dicessi che posso esaudire il tuo più grande desiderio... se ti dicessi che posso regalarti questo luogo avvolto dalle fiamme ed i tuoi torturatori che strisciano ai tuoi piedi implorando pietà, solo perché tu possa negargliela e tagliar loro la gola, infilando nella ferita il loro cazzo. Mi pare si chiami "Cravatta di Ame", no? alzò lo sguardo verso il viso dell'uomo, non sapendo cosa pensare. Si trattava di sicuro di una trappola, si, un'altro dei subdoli modi che si erano inventati per darle qualche illusione di libertà, e non aveva la minima intenzione di credergli.
    Eppure...il tono della sua voce sembrava così sincero, diverso da quello di tutte le altre persone che erano entrate nella sua cella da quando aveva memoria: prima di iniziare con la sua classica tortura era stato quasi cortese, perlomeno per i canoni a cui era abituata la povera ragazza.
    Dimmi come sussurrò in maniera tale che potesse sentire solo lui, prima che l'uomo iniziasse con un'altro dei suoi deliri sul farla sentire donna, farle provare il vero amore e blablabla, un sacco di moine e frasi che aveva sentito più e più volte e non le facevano effetto.

    Ciò che aveva scatenato il suo interesse era invece quella frase sussurrata al suo orecchio, ed il fatto che l'uomo stesse continuando a parlare di una fantomatica recita: se il tutto fosse stato un semplice modo dello sconosciuto per torturarla ulteriormente, segno di una mente annoiata oltre che malata, non sarebbe stato poi tanto diverso da ciò che succedeva almeno una volta alla settimana in quella cella, storiella a parte.
    Ma se invece si fosse trattato di verità, se quella che le stava offrendo fosse davvero l'opportunità che da sempre sognava, che desiderava da quando era rinchiusa in quel posto, poteva davvero permettersi di lasciarsela scappare in quel modo? D'altronde, cosa aveva da perdere ormai? Per quanto l'incappucciato continuasse a dire che lui sarebbe stato in grado di torturarla come mai nessuno, continuava ad essere un semplice novellino.
    Aveva conosciuto persone ben più pericolose di lui, ed una delle prove era la lunga cicatrice che percorreva il lato sinistro del suo volto esattamente all'altezza dell'occhio, occhio che con una ferita simile non sarebbe neppure dovuto essere ancora lì.

    Annuì in maniera impercettibile quando l'uomo le disse che avrebbe dovuto strapparle gli abiti di dosso e lo lasciò fare, ma visto che le era stata data per la prima volta una possibilità di scelta non aveva la minima intenzione di permettere all'ennesimo sconosciuto di fare del suo corpo ciò che voleva: se assecondandolo fosse davvero riuscita in quello che era il suo scopo, lei e solo lei avrebbe deciso a chi offrirsi. Gli avrebbe dunque fatto continuare la sua recita, senza permettergli di penetrarla in alcun modo, sussurrando al suo orecchio Fammi uscire da qui, e forse allora sarò io a farti capire cos'è veramente l'amore, ne ho viste talmente tante qui dentro ormai. Ma in queste condizioni da me otterrai la stessa soddisfazione che potresti avere da un sacco di patate, però possiamo continuare con questa recita, se quegli imbecilli la fuori sono così idioti da cascarci continuò con un filo di malizia nella voce, la sua mente proiettata in un solo obiettivo: uscire finalmente da quel posto maledetto.



     
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    Finalmente, la libertà

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    Le labbra dell'uomo si inarcarono da sotto il cappuccio mentre una mano scivolava con grazia sui fianchi della ragazza Eh sia..concludiamo questa recita dunque. Presto sarai libera da questa prigionia per sempre sussurrò, afferrando infine i pochi e sporchi vestiti che ricoprivano la ragazza, avvolgendola con il mantello e cominciando il suo "lavoro".
    Si tratto di una semplice recita e le parti intime dell'uomo non vennero minimamente a contatto con quelle della prigioniera, ma Isuke si comportò come sempre in quei casi: non aveva mai dato soddisfazioni a nessuno in quella cella e non aveva di certo intenzione di cominciare a farlo adesso la cosa sarebbe risultata sospetta.

    Il finto rapporto durò all'incirca una mezz'oretta e sembrò svolgere il suo scopo: la donna osservava compiaciuta l'allievo attraverso le piccole grate della porta della cella, contenta di come i suoi insegnamenti stessero finalmente dando frutti e completamente ignara dell'essere stata presa in giro. Quando Ryosuke terminò la sua recita si rialzò con sguardo soddisfatto, togliendosi il mantello e mostrando solo allora il volto ad Isuke: era un bel ragazzo, più bello di quanto la ragazza non avesse immaginato.
    Tieni esclamò l'uomo lanciandole l'abito con fare di sufficienza Ti sei guadagnata la tua libertà. D'ora in avanti sarai la mia ombra, dove sarò io sarai sempre anche tu e dovrai proteggermi a costo della tua stessa vita. Complimenti, sei una delle poche persone a non morire qua dentro di stenti, ferite e o vecchiaia rivolgendo le spalle alla porta in maniera tale da non essere visto fece l'occhiolino alla ragazza, segnò di come tutto stesse andando secondo i piani, e tornando nuovamente serio si diresse verso la porta, aprendola Ora veloce, seguimi

    Isuke non se lo fece ripetere due volte: preso il mantello si ricoprì e ricompose come meglio poteva, alzandosi in piedi Ai vostri ordini, mio signore e seguendo l'uomo fuori dalla cella, finalmente e per la prima volta da quando era arrivata in quel posto, libera. Da quel momento in poi il suo principale obiettivo sarebbe stato trovaro un modo di scappare definitivamente da quel posto, ma adesso finalmente poteva cominciare a ricostruire la sua vita, tassello dopo tassello.


    Faccio un post che avrei dovuto fare ancora anni fa per concludere definitivamente la role. Purtroppo Shu ha abbandonato all'improvviso ai tempi e si trattava di un passo fondamentale per la mia pg, quindi cerco di sistemare in questo modo. In realtà la cosa stava anche prendendo una piega che non apprezzavo particolarmente, quindi è quasi meglio che possa terminare io forse^^''

     
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5 replies since 20/9/2016, 20:19   93 views
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