Team 1 - Campo di allenamento

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  1. Shunsui Abara
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    Addestramento: Post 8
    Team 1
    Paese dell'Erba



    Shunsui era ancora di buon umore dalla buona riuscita della prova precedente, quindi accettò di buon grado l'esercizio proposto dal sensei. Normalmente non gli sarebbe piaciuto doversi cimentare con un esercizio di pura meditazione. Lui era un artigiano: avere le mani impegnate nel far qualcosa era il suo pane quotidiano, ed una filosofia di vita piuttosto che una semplice abitudine.

    Si sarebbe posizionato a circa un metro da Asami e dal sensei. Congiunse le mani nella posizione della tigre e chiuse gli occhi. La prima parte dell'esercizio, prevedeva di esercitarsi con il chakra adesivo. Shunsui aveva già eseguito questo tipo di addestramento, ed aveva affrontato già situazioni abbastanza complesse dove aveva dovuto utilizzare certe capacità. Per cui non gli fu difficile richiamare il chakra dal suo tentien e portarlo fino ai piedi, dove si venne a formare una patina di chakra, non dissimile da quella che circondava i piedi del suo sensei.

    Ben diverso fu cimentarsi con la meditazione vera e propria. Svuotare la mente non era facile. Shunsui aveva aveva sempre un progetto da realizzare, un qualcosa da costruire o da ideare. Anzi, in passato si era sforzato di concentrarsi su queste attività per riempire i suoi giorni e d i suoi pensieri, per non dover rivangare ciò che gli era successo e le persone che aveva perso. Se non lo faceva, i ricordi di quella tragica notte, quando la sua famiglia acquisita era finita nel mirino dei cremisi ed era stata distrutta, gli riempivano gli occhi di orrori. Quegli stessi orrori, tuttavia, gli davano la forza e la motivazioni di continuare ad allenarsi con zelo, e che lo avevano portato a migliorare fino a quel punto.

    Se voleva svuotare le mante, doveva iniziare con l'ordinare i suoi pensieri. Per rendersi la vita facile, visto il contesto, il genin pensò alla missione con Haruki, durante la quale aveva appresso, appunto, come manipolare il chakra cosiddetto adesivo. La missione era partita sotto i peggiori auspici. Solo una volta essere usciti dal villaggio, l'Amministratore gli aveva comunicato che la missione non era quella che gli era stata comunicata in sede amministrativa. In realtà, il monaco voleva indagare su un vecchio tempio del suo culto. Shunsui accettò il piccolo raggiro, anche perchè non voleva farsi cancellare i ricordi da Haruki. Per loro sfortuna, il tempio di si trovava all'interno di un canyon, complesso da scalare in discesa, senza l'ausilio del chakra adesivo. Haruki, con una pazienza invidiabile, aveva allora insegnato a Shunsui come controllarlo, e dopo qualche tentativo andato a vuoto, il genin era riuscito a seguire il passo del monaco. Avevano scalato le pareti del canyon fino a portarsi nelle profondità della sua gola ed, infine, avevano trovato il loro obiettivo. Un disco dorato, recanti arcane incisioni bloccava loro il passaggio. Haruki si avvicinò per toccarlo. Fu in quel momento che Shunsui bloccò il flusso di ricordi. Sapeva come sarebbe andato a finire, ma non era il momento di pensarci. Si concentrò invece sul disco dorato che racchiudeva l'ingresso al tempio. Com'era fatto? Più ci pensava, più si rendeva conto che i suoi ricordi erano sbiaditi.

    Decise quindi di direzionare i suoi pensieri verso l'unico obiettivo di cercare di ricreare, mentalmente, quei disegni. Partendo da un punto del quale si ricordava, esattamente a centro del disco, Shunsui cercò di ricostruire tutte le linee tracciate sulla superficie metallica, una ad una. All'inizio fu facile, ma più andava avanti più la sua mente era insicura. Nel suo immaginario, i segni comparivano e scomparivano sul disco, tracciando strade e percorsi, per poi essere immediatamente distrutti quando li riteneva sbagliati. Mentre la sua concentrazione aumentava, il disco si fece sempre più grande nella sua mente. I solchi divennero canyon oscuri e il metallo un mare dorato, nel quale la sua piccola figura si perdeva. Il processo, che oramai aveva preso piede, lo fece rimpicciolire sempre di più, e così allontanò i suoi pensieri ed i suoi problemi. Rimase solo l'oro e l'oscurità. L'oro e l'oscurità. Ed infine il nulla.
     
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