La strada del ninja

[Addestramento] Kato e Shin

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    Post i - Motivazioni



    Shin si voltò a controllare se Kato riusciva a tenere il suo passo. Dopo aver abbandonato il territorio del Paese delle Risaie per entrare in quello del Fuoco i due shinobi si erano scambiati i ruoli ed ora il genin di Konoha faceva strada. Il percorso che stavano percorrendo correva tra i boschi fitti che ricoprivano la pianura su cui dominava la nazione. Il giovane Kinryu l'aveva preferito alla strada battuta perché innanzitutto permetteva loro di tagliare, accorciando le distanze, senza effettuare noiose deviazioni. In seconda battuta voleva testare le capacità dell'amico, a partire dalla sua resistenza. Le parole che si erano scambiati nella radura del Bosco dei Sussurri erano impresse a fuoco nella sua mente. L'otese aveva assunto sulle sue spalle la responsabilità di risollevare le sorti del suo clan, dando agli Yotsuke un nuovo indirizzo. Nessuno glielo aveva chiesto, e anzi era pronto a scommettere che in molti lo avrebbero ostacolato pur di mantenere lo status quo, timorosi di perdere il proprio prestigio e con essi gli agi. Altri sarebbero stati semplicemente indifferenti, restii ai cambiamenti più per pigrizia e abitudine che per vera convinzione. In ogni caso la sua strada si prospettava in salita. Così come Shin non aveva esistato a mettere in pericolo la sua vita per diventare più forte, e difendere così i suoi ideali, anche sul viso di Kato si poteva leggere una determinazione simile. Giunti sulle rive di un piccolo, ma rapido ruscello il foglioso si fermò, facendo segno al compagno di arrestarsi a sua volta. Si sarebbero presi alcuni minuti di pausa prima di ripartire. Chinandosi sul corso d'acqua il genin si dissetò, ma nell'atto di rialzarsi rimase a rimirare la propria immagine riflessa sul liquido turbinoso. L'otese gli aveva chiesto una mano per il legame che gli univa, e lui aveva accettato a cuor leggero senza porsi problemi di sorta, ma ora gli era venuto un dubbio: meritava davvero tanta fiducia? Pensieroso si accomodò sull'erba, appoggiando la schiena ad un albero. Sei lento. Una battuta detta col sorriso per spezzare la tensione. Dimmi Kato, sei sicuro di non esserti preso un compito più grande delle tue possibilità? Il Kinryu lo stava mettendo alla prova. Prendendo se stesso come esempio e metro di paragone era convinto che solo una volontà incrollabile poteva sostenere un duro allenamento come quello a cui intendeva sottoporre l'amico. Se la risposta data dal ninja del Suono lo avesse soddisfatto avrebbe annuito, prima di riprendere la parola. Con le tue forze attuali non hai speranze. Era inutile girarci intorno, era così. Tuttavia hai del potenziale, e se le tue motivazioni sono abbastanza salde potrai un giorno esprimerlo al massimo. Voleva che fosse chiaro che la strada che lo aspettava era perigliosa, e tutta in salita. Sacrificio e dedizione, è questo il segreto. Ah e anche una certa dose di faccia tosta. Sorrise, i visi cupi non si addicevano al foglioso. Se sei consapevole di questo, direi che possiamo iniziare. Si sarebbe goduto la faccia sorpresa dello Yotsuke a quella affermazione, ma non lo avrebbe tenuto troppo sulle spine. Sei venuto da me chiedendo aiuto, no? Bene, ho intenzione di aiutarti a sviluppare le tue doti nascoste. Si rialzò, sistemandosi i vestiti stropicciati. Non pensare che basti allenarsi nel corpo per diventare un bravo ninja, ci sono molte altre abilità che dobbiamo padroneggiare per aspirare ad entrare nel novero dei migliori. Gli diede le spalle, pensieroso. Il suo obiettivo a breve termine era prepararlo allo scontro di prova contro Kairi. L'aveva vista alcuni giorni prima di partire per Oto, e la ragazza aveva finalmente sbloccato l'abilità oculare del suo clan, lo sharingan. Ricordò la scena con un sottile imbarazzo, visto i fatti che ne erano seguiti, ma per fortuna l'amico era alle sue spalle e non potè rendersene conto. Anche Kato aveva imparato a padroneggiare la tecnica segreta del suo clan, quindi il divario tra i due non era eccessivo. Tuttavia l'Uchiha aveva viaggiato in lungo e in largo per il continente, ed era probabile che avesse imparato molto altro nel frattempo, come anche il Kinryu. Annuì tra sé e sé. Aveva deciso da dove iniziare. Si girò, fissando il suo allievo. Per prima cosa è fondamentale che impari a controllare il tuo chakra. Inizieremo dalle basi non temere, ma comunque pretendo che tu ti impegni al massimo, altrimenti non ci penserò un istante a scaricarti, capito? Studiò i suoi occhi, specchio dell'anima, cercando in lui la fiamma sacra del suo nindo. Si sarebbe estinta come un fuoco di paglia o avrebbe invece brillato? Solo il tempo poteva dirlo.
     
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    ~La forza del Chakra~



    ~Post I
    Abilità Mancanti.






    Faceva freddo, nonostante il giubbetto color verde scuro che indossavo. Quella mattina, in mezzo al bosco sconfinato che univa il mio Paese con quello del Fuoco, l'aria tirava gelida. Ma non potevo dire lo stesso della mia determinazione. Mi trovavo insieme a Shin, il mio compagno e amico, alla volta del suo Villaggio. Avevo dichiarato i miei intenti al foglioso, e ora lui sapeva i miei piani futuri, nei confronti del Clan.

    Mai avrei detto che mi sarei così confidato con qualcuno. Eppure fu qualcosa di utile. Shin mi propose di muovermi con lui, in una sorta di viaggio verso il suo paese alla ricerca di avversari da affrontare. Una maniera veloce per migliorare se stessi. Un modo per sfidare le persone e crescere come forza e spirito. Non rifiutai, sarei stato un pazzo nel caso contrario.

    Il viaggio si stava rivelando sicuramente faticoso, sapevo muovermi nei Boschi ma di certo non risultava una passeggiata se si consideravano tutti gli arbusti, gli alberi e l'assenza più totale di sentieri. Shin lo notò e una volta giunti ai margini di un piccolo ruscello, nel mentre riassestavamo le vettovaglie, prese a parlarmi. Ascoltai con attenzione le sue parole e compresi perfettamente il loro significato. Ero tremendamente consapevole che se volevo scalare la gerarchia Yotsuki la mia forza attuale non poteva in nessun caso bastarmi, dovevo impegnarmi e concentrarmi ancora di più di quanto avevo fatto fino a quel giorno. Dovevo diventare più forte e più abile. E quelle due cose non necessariamente dovevano coincidere.

    Shin infatti mi anticipò. Come ben sapevo il Chakra era sì potere per un Ninja ma era anche capacità e abilità. Esso nascondeva mille sfaccettature e a quanto sembrava Shin voleva mostramele un paio. Annuii con la testa, come ben sapeva il mio amico non ero una persona dalla parlantina loquace. Non lo ritenevo necessario. Tuttavia quando mi chiese di dare il massimo sul mio volto si dipinse un sorriso. In quel caso mi sentii obbligato a rispondere: - Shin, mi dispiace deluderti ma non c'è mai stata una sola volta che non ho dato il massimo in questi mesi. - una affermazione sincera che includeva una risposta velata: la mia più totale adesione ai suoi prossimi insegnamenti.

    Scrollai la testa, mi sarei ritrovato di nuovo nelle vesti dell'allievo.
     
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    La strada del ninja

    Post ii - Foglie



    Shin sorrise a sua volta all'affermazione dell'amico. Non che ne dubitasse, ma aveva bisogno di sentirglielo dire a voce alta. Bene, allora possiamo iniziare direi. Lo fece liberare di tutti i pesi inutili, a cominciare dallo zaino e dall'equipaggiamento. Vicino al ruscello gli alberi erano meno fitti, eppure con i loro rami coprivano quasi interamente il cielo. Il Kinryu si chinò a raccogliere delle foglie. Ce n'erano di tutte le forme, a punta, allungate, dentellate e a stella. La vegetazione era rigogliosa e varia in quella zona della foresta. Alcune si erano appena distaccate dalla loro naturale sede e mantenevano ancora il loro aspetto vivo, nonostante fosse ormai solo un'apparenza destinata presto a svanire. E' buffo come le nostre esistenze umane, alla fine, non siano meno fugaci di quelle di queste foglie... Parlava a voce bassa, quasi tra sé, evidentemente senza aspettarsi alcuna replica. Quando ritenne di averne prese abbastanza si rialzò e tornò verso l'otese che lo attendeva in piedi davanti al corso d'acqua. Conosci il significato di Konohagakure no Sato? Senza lasciargli tempo di rispondere continuò. Letteralmente vuol dire Villaggio nascosto tra le foglie. Quindi mi sembra un approccio appropriato visto che ti trovi entro i confini del Paese del Fuoco. Ammicò, mostrando all'amico il frutto della sua caccia. Bene, ora veniamo alla parte difficile. A partire dal tuo tantien voglio che ti concentri sul tuo flusso di chakra. Cerca di visualizzarlo, dovrebbe aiutarti. Quando ci sarei riuscito, prova ad indirizzarne una parte fuori dal tuo corpo, a partire dalle mani. Attento, non accumularlo nei tessuti muscolari, ma sull'epidermide esterna. Fece una pausa per verificare che lo stesse seguendo. A quel punto, dovrai riuscire a controllarne l'emissione: questo è l'esercizio vero e proprio. Impedisci che si disperda e forma una patina sottile sopra ai palmi delle mani. Se lo farai nel modo corretto sarai in grado di trattenere oggetti di piccole dimensioni senza bisogno di afferrarli. E qui entrano in gioco le nostre amiche foglie! Sorrise, ridendosela per la propria simpatia. Adagiò con attenzione il suo carico ai piedi di Kato. Ho scelto le foglie perché sono leggere ed hanno un'ampia superficie, quindi ti faciliteranno il lavoro. Quando sarai riuscito ad controllare il tuo chakra farai pratica con loro. Dovrai riuscire a mantenerne aderente almeno una per palmo senza ricorrere alle dita per, diciamo, un minuto? Un ghigno divertito gli comparve sul viso. Di certo era un allenamento infinitamente più soft di quello a cui l'aveva sottoposto la Fuyutsuki a suo tempo, eppure credeva che, in un ninja determinato, potesse sortire lo stesso effetto. Si allontanò di qualche passo, in modo da poter osservare con comodo il suo allievo in erba, anzi in foglia.

    Dopo un poco, annoiandosi, decise di approfittarne per portare a termine una conversazione che era stato costretto ad interrompere tempo prima. Componendo i cinque sigilli della tecnica del richiamo, dopo essersi procurato una microscopica ferita al pollice con i denti, appoggio il palmo della mano a terra di fronte a sé. Da uno sbuffo di fumo comparve una ragazza, o almeno tale poteva apparire ad una prima e superficiale occhiata. Soffermandosi più approfonditamente sulla sua figura sarebbero parsi chiari alcuni non irrilevanti dettagli, come un paio di orecchie e una lunga coda volpina. La giovane kitsune, in abito da miko, si guardò intorno spaesata per un istante, prima di inquadrare il ragazzo seduto a pochi passi da lei. Shin-sama, è un piacere rivederla. Eseguì un inchino rispettoso, degno delle migliori ancelle dei santuari maggiori. La voce era delicata, quasi timorosa. Per metterla a proprio agio il Kinryu le sorrise, facendole cenno di sedersi. Prima tuttavia lanciò un'occhiata severa a Kato, oltre le spalle della volpe, ammonendolo a non distrarsi. Anche la creatura a quel punto si voltò, salutando lo Yotsuke con un cenno del capo. Allora Harumi, il vecchio mi ha consigliato di rivolgermi a te per il mio problema. Ha detto che sei una delle ragazze più promettenti e che hai una dote innata per le arti illusorie delle kitsune. Ti andrebbe di aiutarmi? Quella conversazione aveva un tono tra un colloquio di lavoro e una chiaccherata tra amici. La volpe, arrossendo leggermente, distolse lo sguardo dal giovane. Sarebbe...sarebbe un grande onore per me, Shin-sama!

     
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    ~Post II
    Chakra Adesivo.



    E così ebbe inizio la prima fase di addestramento. Ci trovavamo sempre nei pressi di quel piccolo ruscello, immerso nel verde della foresta del Paese del Fuoco e il mio collega mi invitò a togliermi l'equipaggiamento e i pesi aggiuntivi. Non obbiettai per il semplice motivo che concordavo con il suo pensiero: di sicuro sentirmi più leggero mi avrebbe aiutato nel concentrarmi.

    Terminata l'operazione focalizzai lo sguardo su Shin e ascoltai con la massima attenzione le sue parole. Notai subito un cambio di registro nel suo comportamento e modo di comunicare. Compresi che si era immerso nella parte del Sensei, non per semplice divertimento ma per dare il giusto peso e le giuste misure a quella sorta di allenamento. Non ero più un collega di Shin, ora potevo ritenermi un suo allievo e come tale dovevo agire.

    Con un rapido movimento il foglioso raccolse con la mano numerose foglie e le pose davanti a me. Inizialmente non compresi la ragione di quel gesto. Ma in fretta ottenni la risposta: Konohagature no Sato. Un altro modo per chiamare il suo villaggio, dal significato più profondo. Annuii, da parte mia mi limitavo a riconoscere il mio Villaggio come Paese delle Risaie, del resto non ero molto esperto in quell'ambito. Senza attendere un secondo Shin continuò con il suo discorso questa volta andando più in profondità dello stesso; dimostrandomelo. Nonostante il suo palmo della mano, carico di foglie, puntasse verso il terreno queste ultime non ebbero modo di cadere a terra, come se la gravità non fosse stata in grado di smuoverle. Sorrisi. Quel trucco poteva all'apparenza sembrare banale ma conoscendo Shin ero sicuro che ci sarebbe stato decisamente da lavorare per ottenere un effetto del genere.

    Shin, dopo quella sorta di dimostrazione pratica, mi diede i miei compiti da portare a termine. Sostanzialmente divisi in due parti: una fase di prova con me stesso seguita da una prova con le foglie. Annuii, in segno di assenso. Ora non mi rimenava che mettermi di buona lena e provare, fin tanto che non avrei, non solo, soddisfatto le aspettative del mio amico ma, in particolare, le mie.

    Mi adagiai, con calma, a fianco di quella che si poteva chiamare il margine del ruscello; questo ultimo largo poco più di un metro. E osservando lo scorrere dell'acqua cercai di trovare la concentrazione necessaria. Per me fermarmi in posti del genere, ricchi di forza vitale e di preponderante energia naturale era un qualcosa di veramente utile. Mi rilassava e allo stesso tempo mi consentiva di ragionare con più lucidità.

    Quello che Shin non sapeva era che, in un certo senso, avevo già affrontato una prova del genere nel passato. Quando dovetti sviluppare la mia abilità speciale. Il Chakra Elettrico, la fonte del potere degli Yotsuki. Sebbene erano concetti assolutamente separati ero convinto che potevo sfruttare la mia esperienza per facilitarmi il compito. Chiusi gli occhi, modulai il respiro e focalizzai la mia immaginazione sui rumori provocati dal ruscello, sullo scorrere inesorabile dell'acqua.

    Allo stesso modo dovevo fare con il Chakra. Dovevo immaginarmi la mia fonte di potere partire dal centro del mio corpo e proseguire, placidamente, verso una delle sue estremità: la mia mano. E così feci. Il calore del chakra prese a risalirmi e quando sentii una sorta di patina circondarmi la mano aprii gli occhi. Però sbuffai subito, scrollando la testa. Era Chakra Elettrico. Guardai Shin, proferendo con tono ingenuo:- La forza dell'abitudine-

    Mi riconcentrai, chiusi gli occhi immaginandomi anche il tipo di Chakra che doveva calzare l'estremità e in questa maniera agii, trasportando tale potere verso la mano. Mantenni al massimo la concentrazione e dopo alcuni secondi aprii gli occhi. Un lieve sorriso andò a dipingersi nel mio volto, questa volta ce l'avevo fatta!

    Il passaggio successivo fu naturale. Raccolsi con la mano libera le foglie e le appoggiai sul palmo rivestito. Tuttavia ancora prima di ruotare la mano e verificare la qualità del chakra adesivo in un attimo questo ultimo esplose, in certo senso, lanciando in aria tutte le foglie raccolte. Scrollai la testa, compresi che avevo sbagliato qualcosa; molto probabilmente nella quantità di chakra accumulato. Nel frattempo mi accorsi che Shin aveva evocato una Kitsune, ma non provai ad interagire né a parlarci... avevo i miei compiti da portare a termine.

    Nuovamente riprovai l'azione e nuovamente il chakra andò a sparpagliare ovunque le foglie raccolte, seppure con un minor raggio di dispersione. Serrai gli occhi, era come avevo immaginato all'inizio: Shin mi aveva sì mostrato un trucchetto apparentemente banale ma si stava tutto altro facile da apprendere. A quel punto mi misi l'anima e il cuore in pace e compresi che non mi rimaneva che un'alternativa. Provare e riprovare.

    Seguirono numerosi tentativi, sia con una che con l'altra mano e immense quantità di fogliame andarono a spargersi attorno alla mia postazione o più semplicemente vennero trasportate via dalla corrente del ruscello. Sapevo che Shin mi stava osservando in quei momenti e ad un certo punto dell'allenamento decisi che era arrivata l'ora di provare il tutto per tutto. Sentivo che potevo farcela. Raccolsi una nutrita quantità di foglie con la mano sinistra e alzandomi e “fronteggiando” il mio collega portai avanti il braccio, alle stessa maniera con la quale mi aveva mostrato all'inizio il foglioso. E concentrando il chakra adesivo sulla mano ruotai la stessa. I miei occhi si serrarono e il mio respiro per un attimo si fermò... Allo stesso modo delle foglie, le quali rimasero adese al palmo. Rimasi in quella posizione per un minuto buono, mantenendomi ilò più concentrato possibile. Cercando di bilanciare la quantità di Chakra con la sua qualità, conscio che si trattava di un equilibrio alquanto precario.

    E fortunatamente il minuto ebbe termine. Rilasciai il chakra e le foglie planarono a terra, posandosi placidamente sul muschio ai miei piedi. Deglutii, onestamente non sarei resistito un secondo in più. Seguii una semplice frase, da parte mia: - Che ne pensi Shin?-
     
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    Post iii - Verso l'alto



    Shin non potè che sorridere, divertito, quando Kato convogliò erroneamente del chakra elettrico sul palmo della propria mano. Ammetto che mi piacerebbe vederti all'opera con quella tecnica, ma per ora concentrati sulla prova che ti ho assegnato. Coraggio, che non abbiamo tutta la giornata da perdere! In realtà il genin di Konoha aveva dato per scontato di spendere quello e i giorni successivi allenando l'amico, ma voleva mettere sotto pressione Kato per spingerlo ad concentrarsi più intensamente. In effetti, prestando attenzione ai suoi tentativi, dovette riconoscere che ce la stava davvero mettendo tutta, al costo di esagerare. Certo, lo stesso Kinryu si era impegnato fino allo sfinimento, arrivando addirittura a sanguinare, anche se in parte la colpa era della sua esigente sensei. Mentre l'otese, un poco alla volta, superava le difficoltà nel padroneggiare la nuova abilità, un rivolo di sudore gli scese dalla fronte. Anche se le giornate si stavano facendo più corte e fresche, con il sole in cielo la temperatura era ancora alta. Harumi era una kitsune che aveva conosciuto solo recentemente. La maggior parte dei suoi rapporti con le volpi erano mediati da Yukichi, che il saggio custode del tempio gli aveva assegnato come assistente personale. Tuttavia il gran sacerdote ogni tanto gli mandava altri membri del clan per permettere loro, con l'aiuto del ragazzo con cui avevano stretto il contratto, di conoscere il mondo a cui solo da poco tempo si erano riaperti, dopo un isolamento durato oltre un secolo. La giovane volpe adorava ascoltare le storie che il foglioso le raccontava, ma prima di allora non era mai stata evocata fuori dalla casa di Shin. Mentre il neo sensei prestava attenzione al suo allievo la creatura passeggiava a piedi scalzi nel sottobosco, guardandosi intorno meravigliata. Anche il tempio è circondato dagli alberi, ma qui è tutto diverso...i colori, gli odori, ed anche i suoni... Pur essendo situato all'interno dei confini del Paese del Fuoco, il santuario di Inari sorgeva sul monte Yume, e la vegetazione risentiva chiaramente della differente conformazione del luogo. Ad un certo punto, con aria spavalda e determinata, lo Yotsuki alzò un gran numero di foglie, fermandone una con il chakra sul palmo della mano. Shin inclinò leggermente la testa, mentre un sorrisetto comparve sul suo volto. Uno, due, tre... Scandiva i secondi, lentamente, ad alta voce, ricambiando con sguardo di sfida le occhiate che l'amico gli lanciava. Cinquantanove, sessanta! Complimenti! Il genin di Konoha battè le mani una volta sola, con uno schiocco sonoro. Purtroppo hai fallito la prova però. Si sarebbe goduto lo sguardo sgomento comparso sul volto dell'allievo, prima di chiarire la sua affermazione, all'apparenza assurda. Avevo specificato che avresti dovuto trattenerne una per palmo, per verificare il tuo grado di controllo. Come puoi immaginare è ben diverso concentrarsi su uno o due punti. Tuttavia... Restò in silenzio alcuni secondi, creando una terribile tensione. ...per questa volta chiuderò un occhio. Con la pratica sono sicuro che riuscirai a sfruttare il chakra adesivo nel migliore dei modi. Aveva ovviamente solo fatto finta di pensarci, i progressi compiuti da Kato erano già notevoli, ma non voleva che si montasse la testa. Anche perché l'addestramento non era ancora finito. Si voltò, richiamando la kitsune a sé. Quella tornò prontamente a fianco dell'evocatore, che la presentò all'otese. Haru, vorrei che ti trasformassi nella tua forma d'arma, per migliorare la nostra intesa. Posso chiamarti Haru vero? Il sorriso che rivolse alla fanciulla fu completamente disarmante per lei, che, arrossendo riuscì solo ad annuire, mettendo insieme poche parole confuse. Può chiamarmi come preferisce, Shin-sama. Certo, subito! Con un piccolo sbuffo di fumo la volpe scomparve per lasciare al suo posto un paio di guanti, che il genin afferrò al volo ed indossò. Gli calzavano a pennello, come se fossero stati confezionati per lui. La parte del dorso era rinforzata da alcune placche metalliche, mentre le dita avevano la massima libertà di movimento. Perfetto! Kato, spero che tu abbia approfittato di questa pausa per riposarti, perché la prossima parte dell'addestramento sarà ancora più dura. Detto ciò si avvicinò al tronco di un alto arbusto e prese a risalirlo in verticale, camminando senza apparente difficoltà sulla corteccia. Una volta raggiunto un grosso ramo a quasi cinque metri d'altezza vi si sedette, dondolando le gambe. Apri bene le orecchie. Dosando con attenzione il chakra adesivo puoi riuscire a bilanciare la forza di gravità, come ho fatto io. Tuttavia dovrai essere molto preciso: troppo, e verrai sbalzato via o danneggierai il supporto su cui ti muovi, troppo poco e perderai la presa, cadendo. Da questa altezza è improbabile che ti faccia seriamente male, ma non sarebbe piacevole. Bene, se hai capito arrampicati sull'albero di fronte al mio. Indicò con la mano una pianta in tutto simile a quella che aveva scalato. Poi, preso un kunai, lo scagliò al centro dello spiazzo erboso tra le due. Hai tempo fino a che il kunai rimane in pieno sole, dopo di che io parto...con o senza di te. L'ombra della vegetazione circostante avanzava lentamente come un'onda verso l'arma conficcata al suolo. Ad occhio era difficile valutare quanto tempo rimanesse allo Yotsuki, ma non era molto. Coraggio, muoviti! Lo sguardo del Kinryu era serafico. Ce l'avrebbe fatta, o avrebbe dovuto abbandonare l'amico al suo destino, sperduto in mezzo alla foresta del Paese del Fuoco?
     
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    ~Post III
    Chakra Adesivo.



    Sgranai gli occhi nel momento in cui realizzai l'affermazione di Shin. Sorrisi e scrollai la testa. Ero rimasto così entusiasta della novità e così concentrato nell'allenamento successivo che mi resi conto di aver dimenticato l'esecuzione di una parte della prova affidatami: - Ti giuro Shin che è la prima volta che mi capita!-

    Inoltre se precedentemente avevo volutamente ignorato la nuova presenza evocata da Shin per via del mio compito questa volta, anche per un minimo senso di cortesia, ritenetti che dovevo presentarmi al terzo membro di questa piccola compagnia. Mi approcciai, però senza avvicinarmi troppo, e volgendo lo sguardo verso la volpe presi a parlare, saltando la forma di cortesia:- Piacere di conoscerti, se non sbaglio dovremmo esserci già visti al Monte Yume. Quel giorno, se devo essere sincero, ero piuttosto confuso vista l'incredibile quantità di avvenimenti che si susseguivano e, perdonami, non mi ricordo bene il tuo nome... Comunque il mio è Kato e sono un amico di Shin.- attesi qualche istante, per dare il tempo alla volpe di rispondere - … non so se ne sei già a conoscenza ma ci stiamo dirigendo a Konoha... - poi rivolgendomi ad entrami -A cosa devo la tua presenza?- conclusi. Mi ero limitato ad una semplice presentazione e una piccola domanda, forse un po' invadente ma dovuta.

    Al termine di quel piccolo siparietto Shin chiese alla sua creatura evocata una sorta di trasformazione e con mio grande stupore vidi la Kitsune rimpicciolirsi in una sorta di equipaggiamento molto speciale: un paio di elaborati guanti. Guardai il mio compagno limitandomi ad una semplice esclamazione: - Un utile trucchetto! -

    Subito dopo il foglioso, con un fare assolutamente naturale, si avvicinò all'albero e prese a camminare sulla superficie dello stesso, come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo. Rimasi sorpreso, ma in modo diverso rispetto a prima. Avevo già visto quell'abilità. Ancora ai tempi di mio padre e della mia infanzia felice. In un tempo che sembrava appartenere ad un'altra persona.

    Rimasi tremendamente concentrato in quella fase, osservando il mio compagno, ma come per la prova precedente a vista non riuscii a trovare nessun indizio utile per capire come apprendere con più facilità quella abilità. Nuovamente mi sarei dovuto impegnare e spremere fino in fondo le meningi pur di ottenere un risultato apprezzabile.

    Solo quando Shin con le gambe all'aria e penzolante su uno spesso ramo di un albero a diversi metri di altezza prese a parlarmi lo ascoltai, a naso all'insù. Appariva quasi come una situazione surreale. Mi diede un secondo compito e questa volta un tempo limite; il kunai piantato a terra ne era giudice.

    Ora sapevo che cosa fare sebbene non sapevo come. Il primo pensiero fu quello di sfruttare l'esperienza appena accumulata con il chakra adesivo sulle mani. Dovevo andare a piccoli passi. Shin si sarebbe accorto fin da subito che non avrei tentato la “scalata”. Dovevo essere sicuro di concentrare il chakra adesivo sui piedi. Perciò sarei rimasto eretto, a braccia conserte e con lo sguardo rivolto verso il basso. Gli occhi erano serrati. Un conto era riuscire a concentrare il chakra sulle mani, un altro sui piedi. Del resto con gli arti superiori ero abituato ad utilizzare spesso il chakra, da una parte per eseguire le tecniche, dall'altra per rinforzare con l'elettricità la parte stessa del corpo. Ma allo stesso modo era molto più complicato con le gambe. Per quanto fossi avvezzo ad utilizzare anche in quel distretto il chakra applicare una sua nuova forma... bhè era un altro discorso.

    Chiusi gli occhi, e ripensai nuovamente alla stessa immagine di prima. Focalizzai il ruscello, l'acqua che scorreva inesorabile lungo il suo percorso, scavato nella terra. A quel punto, nella mia mente, sostituii l'immagine dell'acqua con quella del Chakra. Dovevo immaginarmi quel flusso andare più lontano, più distante rispetto a prima. Non era facile. Riprovai numerose volte finché realizzai che l'acqua o meglio dire il chakra aveva raggiunto le mie estremità inferiori. Aprii gli occhi:- Ora non resta che provare.- fu la mia unica, semplice conclusione ad alta voce.

    Mi avvicinai all'albero e posai il piede destro, con molta cautela. La reazione fu istantanea, una piccola esplosione seguì nel momento stesso in cui andai a poggiare la suola della scarpa. La corteccia venne leggermente impressa. Guardai sconsolato Shin, alzando le spalle allo stesso momento. Avrei riprovato. Di nuovo il piede destro, questa volta rimodulando la quantità. Per un attimo smisi di respirare, in attesa di vedere il risultato. Ripresi fiato quando mi accorsi che il piede mantenne la posizione. Spostai l'altro piede e andai ad appoggiarlo parallelo. Non mi resi conto della situazione subito. Sgranando gli occhi e guardandomi attorno però realizzai la cosa. Mi trovavo perpendicolare al terreno!

    La reazione successiva fu istintiva. Eseguii un altro passo e subito un altro ancora. Mi sembrava di aver compreso tutto, fino a che dopo appena un metro di tentativo qualcosa andò storto con la modulazione della quantità di chakra sul piede destro: troppo poca. Istintivamente andai a concentrare il chakra nell'altro piede e fu un grosso errore. In un attimo scaricai troppa potenza e finii per essere scaraventato indietro da una forza a cui non ero abituato. Caddi fragorosamente a terra. Maledizione, il mio primo pensiero andò a Shin. Mi avrebbe preso in giro per il resto della sua vita. Lo guardai proferendo al contempo:- Questo deve restare un segreto!-

    Sbattendo via la polvere e il fogliame dai vestiti mi rialzai e scrollando le spalle, in segno di incitamento, ripresi l'allenamento. Riprovai numerose volte e notavo che fallimento dopo fallimento, insieme alla mia riserva di chakra che se ne andava pericolosamente, la distanza che percorrevo verticalmente aumentava. Il che mi spronava a dare ancora di più. Tuttavia il tempo era tiranno e la linea d'ombra ormai stava per tagliare a metà il kunai.

    Mi resi conto a quel punto che dovevo provarci in maniera definitiva. Non avevo alternative. Mi posi davanti all'albero, ormai martoriato su più parti dai miei tentativi, e presi a salire. Controllavo il mio respiro e la mia mente andava sul mio tantien, e sul modo in cui distribuivo il chakra. Ogni passo era fondamentale e un errore mi sarebbe costato molto. In particolare mi sarebbe costata la fiducia di Shin e non era di certo mia intenzione venirne a meno.

    I metri così proseguivano lentamente. E poco a poco mi distanziavo del terreno sempre di più. Non feci tuttavia caso a quanta strada effettivamente percorrevo tale era la mia focalizzazione sul modo in cui utilizzavo il chakra adesivo. Ad un certo punto mi fermai e voltai lo sguardo verso Shin. Ad occhio e croce avevo raggiunto la sua stessa altezza. Memore dell'esperienza precedente restai lì in attesa, per diverso tempo per far capire al mio collega che l'impresa stava riuscendo.

    Ora non mi rimaneva che attendere il giudizio di Shin.
     
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    La strada del ninja

    Post iv - Soccorso



    Shin osservò i tentativi di Kato divertito. Quando, con estrema malagrazia questi cadde al suolo, si coprì la bocca con la mano, cercando di contenere una risatina. Tuttavia l'amico non si dette per vinto e, ancora una volta, tentò la scalata, incalzato dall'ombra che stava per raggiungere il kunai. Il genin di Konoha incrociò le braccia dietro la testa. Forse gli aveva concesso troppo poco tempo per padroneggiare quell'abilità, ma ormai il dado era tratto. Era certo che l'otese avesse tutte le carte in regola per farcela anche senza bisogno di aiuti. In fin dei conti non era un novellino, ma un ninja a tutti gli effetti; solo il relativo periodo di pace aveva impedito che fosse sbattuto in prima linea a combattere, quindi in confronto quella prova poteva essere considerata una passeggiata. Alla fine, Kato riuscì nel suo scopo. Con fatica, aveva comunque padroneggiato il controllo del chakra adesivo. Varie abrasioni e piccoli tagli potevano testimoniare che ce l'aveva veramente messa tutta, a discapito della propria salute. Il foglioso battè le mani tra loro, soddisfatto. Direi che ci siamo, complimenti! Sorrise, mentre tornava in posizione eretta sopra al tronco. Ora scendi a prendere tutta la tua roba e poi torna su, ci rimettiamo in marcia. Ah e tanto che ci sei recuperami il kunai, per favore. Attese che fosse pronto prima di scattare verso il ramo successivo. Sebbene forse non ce ne fosse bisogno, decise di spiegargli comunque la sua scelta. Prendiamo la via aerea per due motivi: innanzitutto è più comoda, ci permette di tagliare perché non dobbiamo seguire i sentieri; in secondo luogo ora che hai imparato le basi hai bisogno di far pratica. Puoi sfruttare il chakra adesivo anche per aumentare la tua stabilità su superfici impervie, come rami stretti o ricoperti di muschio. Si voltò con un ghigno sul viso. Vediamo se mi stai dietro. Il Kinryu alzò quindi il ritmo, accelerando decisamente. Dopo avergli insegnato una nuova abilità, poteva dedicarsi un po' alle capacità fisiche dello shinobi. La velocità sarebbe stata appena sostenibile per Kato, spingendolo al limite delle sue possibilità. Mentre passavano da una fronda all'altra, librandosi a diversi metri dal suolo, Shin incitava l'amico con delle benevole prese in giro. Dai coraggio, non sarai già stanco? Sei più lento di un Akimichi! Certo che voi Otesi siete proprio dei mollaccioni! Kato non avrebbe potuto rendersene conto dalla sua posizione, ma il genin della Foglia se la stava ridendo sotto i baffi. Certo, lui aveva subito trattamenti ben peggiori, e lo stesso shinobi del Suono aveva attraversato momenti di gran lunga più duri, ma ci stava comunque andando giù pesante. Tutto d'un tratto, però Shin si arrestò, appoggiando la mano al tronco dell'albero su cui si trovava. Il compagno lo raggiunse sullo stesso ramo alcuni istanti più tardi, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa il ninja di Konoha gli portò un dito davanti alla bocca intimandogli di tacere, per poi indicare il proprio orecchio. Il messaggio era chiaro ed entrambi si misero in ascolto. In lontananza, ovattate dalla vegetazione della foresta, si udivano delle disperate richieste di aiuto. Il giovane si guardò intorno, ruotando il capo e ci mise alcuni secondi per individuare la direzione da cui le voci provenivano a causa del riverbero. Prendi. Estrasse una piccola pastiglia dalla sacca porta oggetti, porgendola a Kato. Probabilmente l'avrebbe presa senza esitare, ma se avesse avuto dei dubbi gli avrebbe spiegato che si trattava di un tonico per ripristinare almeno in parte il chakra che aveva consumato fino ad ora. Se stavano andando incontro al pericolo, era d'obbligo che fossero in forze. Appena ebbe assunto il farmaco il ragazzo scattò verso la fonte delle grida. D'altronde parte del nindo di Shin era ben espresso dalle parole pronunciate tempo prima da Hoshikuzu Chikuma: essere un ninja significava, anche, proteggere i più deboli. Era certo che lo Yotsuki, non fosse altro per il legame che gli legava, lo avrebbe seguito in quell'impresa. Avvicinandosi intravidero una strada di terra battuta, e fece segno al compagno di allargarsi, prendendo posizione alle due estremità opposte, sempre celati tra gli alberi. Iniziarono ad avvicinarsi silenziosamente mentre le urla si facevano più intense, finché non ne scoprirono la causa. Un carretto, cui era aggiogato un mulo, condotto da una famigliola di cittadini, era stato preso di mira da alcuni borseggiatori. Dalla sua posizione Shin ne contò almeno tre, e scambiò un'occhiata con Kato dall'altra parte del percorso per chiedere conferma alzando le dita. I malviventi, che non sembravano essersi accorti di loro, avevano trascinato giù dal mezzo un uomo di mezza età ben vestito e lo stavano prendendo a calci, inveendo contro di lui. Molla la grana vecchio! Uno di loro, con una bandana a coprire la testa pelata, si voltò ad osservare con sguardo truce quella che presumibilmente era la moglie, che non la smetteva di urlare di lasciarlo in pace, intimandole di tacere. Per l'amor del cielo, zitta o ti taglio la gola! A quel punto un ragazzino, all'incirca sui dieci anni, comparve dal retro del carro con una lancia evidentemente troppo pesante per lui, brandendola in malo modo. I tre banditi scoppiarono a ridere, mentre a loro volta estraevano chi un dadao, chi dei tirapugni. Quello che aveva minacciato la madre, sputacchiando mentre parlava, si finse spaventato. Oh che paura! Il terzo invece, più serio e pacato, probabilmente il capo, lo fulminò con lo sguardo. Moccioso, mettila via se non vuoi che qualcuno si faccia male. Con i suoi due metri d'altezza svettava su tutti i presenti, mettendo soggezione ai suoi uomini e terrorizzando i poveri viandanti. Tuttavia il fanciullo, con la forza della disperazione, strinse l'arma, sebbene immobilizzato sul posto dalla paura. Quando il calvo fece un passo avanti, Shin decise che era il momento di intervenire: scomparve per ricomparire sotto di lui un istante dopo, scagliandolo in aria con un potente calcio ascendente. Balzando in alto lo raggiunse in volo e lo precipitò al suolo con un terribile colpo di tallone, lanciando al contempo un grido di battaglia [Slot Tecnica]. Il malcapitato rimase a terra privo di sensi ed il Kinryu atterrò a pochi metri dal capo. Alzò lo sguardo per fronteggiarlo, battendo al contempo il pugno nella mano aperta. Sembra che a qualcuno qui serva una lezione! Avrebbe lasciato che fosse Kato da fronteggiare l'altro tizio, quello armato di una spada cinese, posizionato a circa sei metri di fronte a lui. Aveva dalla sua l'elemento sorpresa, quindi non avrebbe avuto problemi, o almeno così si aspettava Shin.

     
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    ~Post IV
    Primo Approccio.



    Dall'albero opposto a quello in cui, per la prima volta, mi trovavo a camminare perpendicolarmente al terreno il mio compagno Shin approvò il risultato appena ottenuto. Spostai in avanti il braccio e alzai il pollice della mano in segno di assenso. Ero contento perché in poche ore, anche grazie all'enorme impegno che stavo spendendo, diverse abilità si stavano aggiungendo al mio novero di capacità derivate dal Chakra e sapevo che ogni trucchetto aggiuntivo, per quanto apparentemente banale, poteva salvare la vita nel posto sbagliato e nel momento sbagliato.

    Al che il foglioso proseguì con il discorso invitandomi ad un vero e proprio esercizio. In pratica, una volta recuperato il mio equipaggiamento, dall'angolo in cui l'avevo accatastato, avrei dovuto seguirlo sulla cima degli alberi, tra i rami sospesi nel vuoto. Giusto appunto una cosa da poco.

    Recuperai così il mio prezioso materiale, e bevendo un po' d'acqua per ripristinare leggermente le forze mi incamminai questa volta sulla superficie dell'albero. Dopo di che una volta giunto sul primo ramo che mi appariva il più stabile possibile aspettai la partenza del mio collega per seguirlo a ruota; cosa che in un attimo avvenne. Concentrando il chakra adesivo balzai, aiutandomi anche con una naturale spinta, verso il ramo successivo dell'albero più vicino e poi a quello successivo ancora. Mi resi conto che mi trovavo in una sorta di pericoloso gioco di equilibrismo. Sarebbe bastato un piccolo errore per perdere, e la sconfitta in quel caso avrebbe significato una fragorosa caduta verso il basso.

    La mia concentrazione era ai massimi livelli. Questa volta infatti mi stavo giocando molto di più di una figuraccia con Shin. Sapere dove andare a concludere il salto e allo stesso tempo concentrare la giusta quantità di chakra sul ramo in cui sarei andato a toccare era quasi una questione di puro istinto e allo stesso tempo di pura fredda matematica. Nonostante queste cose due andavano in teoria in direzioni opposte. Quindi, in quelle condizioni così precarie, procedemmo per diverso tempo e salto dopo salto mi stavo accorgendo di come Shin riusciva ad allontanarsi sempre di più, senza consumare energie e con molta facilità. Questo significava non solo una elevata capacità di utilizzare il chakra adesivo ma anche una prestanza fisica migliore, che io non possedevo. In ogni caso non mi azzardai ad aumentare la velocità con l'aiuto del chakra. Quel giorno non era il caso di esagerare, ne ero più che convinto; e quindi realizzai semplicemente che mi sarei limitato a restare all'ombra del mio compagno, cercando nel possibile di migliorare le mie nuove abilità.

    Ad un certo punto tuttavia, quando ormai Shin si trovava a diversi alberi in avanti e la distanza che ci separava sembrava incolmabile, si fermò di colpo. Lo raggiunsi con qualche secondo di differenza, appoggiandomi allo stesso ramo su cui sostava il foglioso. Notai il suo gesto e rimasi in assoluto silenzio acuendo al massimo i miei sensi. Delle grida, disperate. Grida di aiuto, una richiesta di soccorso all'apparenza. Incrociai gli occhi del mio compagno. Sapevo già quello che aveva in mente, conoscevo il suo obbligo morale nei confronti di se stesse e delle Kitsune. Non poteva non aiutare, e così avrei fatto anche io. Annui con la testa, ingoiango il tonico gentilmente offerto da Shin: ero pronto anche io a combattere.

    Scendemmo dall'albero e in maniera assolutamente silenziosa ci avvicinammo, accerchiando i malviventi. Superati quindi gli ostacoli visivi dati dalla fitta vegatzione vedemmo con i nostri occhi la scena. Un gruppo di persone stava venendo rapinato da parte di alcuni stupidi fessi. Un bambino stava disperatamente cercando di difendere il padre. Una scena terribile, agli occhi di Shin, chiaramente.

    Esattamente un secondo prima che uno dei tre aggredisse il ragazzo notai il mio collega veloce come il vento muoversi in sua difesa. L'avversario colto alla sprovvista venne steso senza molte difficoltà mentre Shin in mezzo a quel gruppo si preparò ad affrontare il secondo, un omaccione. Immaginai quindi che il terzo, quello più distante dal foglioso, fosse di mia competenza. Scattai in avanti, mangiandomi in un secondo la distanza che ci separava. In quel frangente impugnai i miei tirapugni affilati, pronti ad essere usati.


    Caricando contro l'avversario mi sarei fermato esattamente un passo prima di finire contro la figura avversaria. Puntando i piedi a terra e sfruttando l'impeto della corsa avrei scaricato tutta la potenza accumulata in un poderoso diretto, con il braccio sinistro, rivolto al centro del petto dell'avversario. Il colpo, alla stessa maniera dei successivi, si sarebbe rivelato molto pericoloso nella sua semplicità: veloce, potente e migliorato dal chakra elettrico [Slot T.A.][Esplosione Elettrica]. Senza attendere un solo istante avrei successivamente eseguito un attacco laterale, con traiettoria semicircolare, con la mano sinistra dal mio corrispettivo fianco verso il fianco destro nemico, ad altezza reni [Slot Azione I][Espl.Elettrica]. L'idea era quella di spezzare la sua guardia. Contemporaneamente avrei eseguito un montante con l'altro braccio, un colpo dal basso verso l'alto caricato, veloce senza caricamenti eccessivi della spalla. Il bersaglio era il mento dell'avversario [Slot Azione II][Espl.Elettrica]. Se l'intera combinazione fosse andata a buon termine probabilmente mi sarei ritrovato davanti un corpo senza vita in piedi ma in ogni caso avrei terminato la mia offensiva con un potente calcio a spinta, rivolto ad altezza sterno. Avrei caricato ed esteso la gamba sinistra per colpire il nemico [Slot Azione III][Espl.Elettrica].

    Al termine mi sarei messo nella classica posizione di guardia della boxe.


    Se invece, per qualche ragione, l'avversario sarebbe riuscito a schivare o evitare il mio primo colpo la mia necessità primaria sarebbe stata quella di togliere quella pericolosa arma dalle sue mani. Per prima cosa avrei eseguito una finta: avrei caricato il braccio sinistro e lo avrei esteso verso il suo volto [Finta]. Tuttavia mi sarei fermato subito. Infatti, contemporanea alla finta avrei eseguito una spazzata con la gamba sinistra verso la sua caviglia destra [Slot Azione I][Espl.Elettrica].. Difficilmente sarebbe caduto ma volevo distrarlo dal mio attacco principale. Ovvero avrei caricato un doppio colpo verso il centro del petto avversario. Due diretti, con entrambe le mani, avrebbero puntato ad altezza sterno [Slot Azione II][Espl.Elettrica]. La volontà era quella di rompere e aprire la sua guardia. Se ciò fosse avvenuto con il braccio speculare a quello dell'avversario che impugnava l'arma avrei eseguito un fendente, dall'alto verso il basso, cercando di colpire l'avambraccio del brigante. Volevo amputare o ferire gravemente quella parte di corpo [Slot Azione III][Espl.Elettrica].. Se invece l'avversario sarebbe riuscito a mantenere salda la guardia avrei eseguito sempre un calcio a spinta, con la gamba destra, ad altezza sterno [Slot Azione III][Espl.Elettrica].

    In entrambi casi avrei concluso la mia azione offensiva portandomi in posizione di guardia.



    Eventuali calcoli Chakra e vitalità nel prossimo post, a seconda della ipotetica scelta.
     
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    La strada del ninja

    Post v - Cloni



    Kato ebbe facilmente ragione dell'uomo armato di dadao. Spuntando all'improvviso dagli alberi lo colse completamente impreparato, complice la distrazione provocata da Shin. Il diretto, avvolto nel chakra elettrico, venne intercettato dal braccio che reggeva la spada prima che arrivasse al petto, facendo tuttavia perdere la presa sulla lama che cadde fragorosamente a terra. Ormai la sua guardia era aperta, e l'otese ebbe gioco facile nell'infilarvisi al di sotto con un gancio circolare che piegò in due il bandito dal dolore. Con il montante finale lo mandò definitivamente knock-out, mandandolo al tappeto privo di sensi. Ora i due shinobi si trovavano di fronte solo un ultimo avversario, sebbene fosse quello all'apparenza più pericoloso. Dovevano tenere la guardia alta, o sarebbero stati guai.

    Il capo banda sputò a terra, visibilmente irritato. Dannati accademici, sempre a mettere il naso in faccende che non vi riguardano. Unì rapidamente le mani in un sigillo, assumendo un'aria annoiata. Se vuoi un lavoro ben fatto, devi arrangiarti! Due copie identiche all'energumeno comparvero di fronte a lui, ognuna a fronteggiare uno dei due ninja posti a circa sei metri. I cloni, all'unisono, estrassero ciascuno una mezza dozzina di shuriken, tre per mano, scagliandoli a incredibile velocità verso i due giovani. Appena le armi furono in aria l'originale, sogghignando, compose altre posizioni magiche. D'improvviso molti altri shuriken fecero la loro apparizione, bersagliando ciascun ninja con non meno di dodici proiettili a testa, miranti a tutto il corpo ed alcuni anche una decina di centimetri a destra e a sinistra, precludendo possibili spostamenti [Slot Azione]. Dei novellini se la sarebbero vista brutta, ma Shin e Kato erano fatti di un'altra pasta. In un modo o nell'altro se la sarebbero cavata, rendendo al farabutto colpo su colpo.

    La figura di Shin fu trafitta da diverse stelle ninja, ma prima che l'avversario potesse giorni ebbe una brutta sorpresa. Al posto del giovane si trovava un tronco di piccole dimensioni, probabilmente tratto dal sottobosco, e su di esso le armi avevano arrestato la propria corsa. C'è mancato poco. Mormorò tra sé e sé lo shinobi della Foglia, comparso improvvisamente alle spalle del borseggiatore. Interessante, a quanto pare eri un ninja una volta... Questo renderà le cose più divertenti. Sorrise, eccitato dall'aria di scontro che si respirava. L'adrenalina in circolo lo rendeva euforico. Con un movimento rapido della mano slacciò la mantellina piombata e prese a correre verso l'originale. Il suo diretto sinistro vene facilmente deviato verso l'esterno, ma l'uomo cadde vittima della sua successiva finta. Il Kinryu aveva improvvisamente alzato la destra, mimando un gancio la volto, ma in realtà aveva sferrato un terribile calcio basso al fianco, appena sotto l'ultima costola, mozzando il respiro del malvivente grazie alle fasce rinforzate. Senza attendere un secondo si diede la spinta con l'altra gamba, quella mancina, sollevandosi da terra di una trentina di centimetri, ed eseguendo con la stessa un calcio laterale allo sterno. Raccolse il ginocchio al petto mentre eseguiva la torsione, scaricando poi tutta la tensione contro il suo opponente. Quegli tuttavia, avezzo a simili scontri, si riparò incrociando le braccia e non arretrò, anzi. Il foglioso stava per riatterrare quando il nemico, allungando la mano, lo afferrò alla caviglia. Con incredibile potenza lo scagliò quasi cinque metri più in là, mandandolo a sbattere contro un albero. Il genin, sorpreso, si rialzò comunque subito, mettendosi in guardia. Guarda guarda, allora non sei poi così scarso... Che lo stesse provocando apposta, o sovrapensiero, la sua strategia parve funzionare. L'armadio aveva perso le staffe, dolorante al costato e irritato dal ragazzo, e stava caricando frontalmente. Shin sorrise di sottecchi.

    Nel frattempo Kato non si sarebbe potuto certo godere lo spettacolo. Se fosse sopravvissuto agli shuriken, si sarebbe ritrovato addosso i due cloni desiderosi di conciarlo per le feste. Se si fosse ritrovato in posizione eretta quello alla sua destra gli entrò in scivolata sulle ginocchia con entrambi i piedi uniti [Slot Azione]; contemporaneamente l'altro gli si sarebbe gettato alla vita, tentando di atterrarlo e di placcarlo con una mossa da wrestler [Slot Azione]. Il primo, rialzatosi, avrebbe quindi cercato di approfittare della morsa per sferrargli un violento pestone al volto, possibilmente cercando di rompergli il naso [Slot Azione].
    Se invece l'otese fosse rotolato più in là, o comunque non fosse stato in una posizione stabile, i due cloni avrebbero attaccato al contempo da entrambe le direzioni, uno con calcio circolare basso da destra a sinistra [Slot Azione] e uno con un calcio a martello dall'alto verso il basso [Slot Azione]. Quello nella posizione migliore avrebbe quindi cercato di colpirlo alla nuca con una gomitata [Slot Azione]. Attacchi insidiosi senza dubbio, ma se Kato voleva riformare il clan Yotsuki doveva prepararsi ad affrontare ben di peggio.

     
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    ~Post V
    Chakra Elettrico



    Quando osservai la potenza del montante infrangersi contro il mento del brigante e il sangue sgorgare copiosamente dalla ferita mi resi conto che avevo addirittura esagerato nel considerare quel nemico una possibile minaccia. Cadde a terra, privo di sensi, e con un taglio molto profondo, che probabilmente lo avrebbe sfigurato per il resto della sua vita.

    L'avevo conciato male e il passaggio successivo sarebbe stato logico: toglierli la vita. Tuttavia non lo feci, perché sapevo che Shin non avrebbe approvato e considerando che non ero un assassino psicopatico resistere a quella succulenta tentazione fu abbastanza facile. Così concentrai lo sguardo in avanti e osservai che il mio compagno doveva ancora stendere l'avversario di fronte a lui. Questo mi fece pensare che si trattava di osso duro. Soprattutto quando vidi il brigante moltiplicarsi. In quel momento la mia attenzione si focalizzò al massimo sulla figura avversaria, realizzando che quello che mi trovavo davanti non era di certo un comune bastardo. Differentemente da prima questa volta dovevo fare sul serio.

    Il gesto fu istantaneo, la mano sinistra andò a slegare il laccio della mia imbragatura, la quale a sua volta andò a cadere pesantemente a terra. Mi sentii molto più libero e percepii chiaramente la tensione dei miei muscoli, pronti a sforzarsi ben oltre a quanto lo sarebbero stati normalmente [Equip. Debilitante]Liberazione
    Maestria: L'utilizzatore, se rimosso l'Equipaggiamento Debilitante dopo averlo indossato per almeno 2 round di combattimento azzera i malus ed ottiene un bonus di +3 tacche nella statistica ridotta dall'equipaggiamento, per 1 round.
    [Da Genin in su]
    Con lo sguardo fisso in avanti mi resi conto che l'avversario principale e le sue copie, senza attendere un istante, scagliarono una serie di shurinken sia contro di me che contro il mio collega. Quelle armi procedevano a notevole velocità e realizzai che la difesa più logica sarebbe stata quella di spostarmi lateralmente e schivare quelle stelle da lancio affilate, e così feci. Con un rapido scatto mi mossi, verso la mia sinistra, di circa un metro [Slot Difesa I]. Tuttavia mi resi conto troppo tardi che la mia mossa non sarebbe bastata. Infatti gli shuriken, per effetto di qualche tecnica a me sconosciuta si moltiplicarono, e alcuni di essi, quelli più esterni, puntarono pericolosamente verso il mio lato destro. Reagii rivestendo il mio corpo di chakra elettrico e fortificando così la già mia elevata resistenza [Rivestire]. Il danno fu praticamente irrisorio, le punte andarono ad infilzarsi sull'avambraccio posto a difesa davanti al torso, ma non si avvicinarono minimamente alla pelle; in quanto lo strato di chakra elettrico e la protezione di cuoio bloccarono la loro avanzata [Danno].

    Le copie nel frattempo si erano avvicinate pericolosamente e ad un certo punto entrambe scattarono verso la mia posizione. La prima tentò una sorta di spazzata ad altezza gambe e allo stesso tempo con la coda dell'occhio notai che la seconda copia, contemporaneamente alla prima, si stava gettando contro di me. Non potevo di certo restare fermo a guardare. Il mio corpo reagì di istinto. Saltai in alto, abbastanza da schivare l'attacco in scivolata dalla prima copia, consapevole che da lì a poco avrei subito la spinta a terra della seconda [Slot Difesa II]. In un battito di ciglia il chakra elettrico andò a rivestire il mio corpo e con la differenza di qualche centesimo di secondo subii in pieno la spinta [Rivestire][Danno]. Tuttavia quello che non aveva considerato l'avversario era che si trovava di fronte uno Yotsuki e come tale si trovava di fronte ad un ninja ben più forte della media. La pessima mossa eseguita da quella copia non riuscì a farmi l'equilibrio, mantenni le gambe nella loro posizione, solo leggermente più arretrate rispetto a prima insieme con il busto di poco più piegato in avanti.

    L'altra copia, nel frattempo rialzatasi, reagì nuovamente tentando una sorta di calcio verso il volto ma si trattava di un gesto goffo, probabilmente pensato nel caso in cui mi sarei ritrovato proiettato a terra. La mia difesa quindi fu molto semplice, interposi il mio avambraccio destro alla sua gamba sinistra subendo il colpo senza particolari contraccolpi [Rivestire][Danno]. Ora toccava a me contraccambiare. E non sarei stato così gentile.


    Senza attendere un solo secondo, ancora con la copia che mi aveva placcato, avrei tentato un attacco a bruciapelo contro quest'ultima. Nuovamente avrei tanto un gancio, dall'esterno verso l'interno, portato con la mano sinistra verso il fianco destro avversario, ad altezza fegato. Il pugno sarebbe stato potenziato in velocità e forza dal chakra elettrico [Slot Azione I][Espl. Elettrica][Rivestire]. Con tutta probabilità quell'attacco sarebbe stato più che sufficiente per eliminare la minaccia, ma a prescindere dal risultato ritraendo subito il braccio mi sarei voltato verso l'altra copia, pronto a cambiare bersaglio. Abbassando il baricentro e flettendo entrambe le gambe sarei saltato contro la seconda copia del brigante. Avrei così tentato un attacco in volo, una sorta di ginocchiata aerea a livello del petto avversario, portata con l'arto sinistro [Slot Azione II][Espl. Elettrica].


    In seguito alla ginocchiata, se la copia si fosse trovata ancora in piedi, avrei subito appoggiato i piedi a terra e avrei sferrato un potente montante con la destra verso la bocca dello stomaco, dal basso verso il centro del corpo dell'avversario [Slot Azione III][Espl. Elettrica][Rivestire].


    Al termine dell'offensiva, se necessario, mi sarei concentrato e voltato eventualmente verso le copie rimaste mantenendo sempre la guardia alta. Tuttavia dubitavo fortemente che quei semplici riflessi del brigante sarebbero rimasti in piedi in seguito alla mia offensiva.
     
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    La strada del ninja

    Post vi - Dare il massimo



    Kato se la cavò egregiamente contro quelle che, in fin dei conti, erano solo pallide imitazioni di un ninja. La copia aveva inutilmente cercato di placcarlo non riuscì ad evitare il gancio sinistro dell'otese che, complice il tirapugni e il chakra elettrico, lo spazzò via. Al posto del clone rimase solamente una nuvoletta di fumo, di cui il genin fu rapido ad approfittare. Senza esitare porto un rapido colpo all'altra copia. Questa, nonostante si fosse preparata incrociando le braccia davanti al petto, fu sbalzata indietro dalla spinta dell'esplosione elettrica rilasciata dallo shinobi, perdendo l'equilibrio e finendo a terra, dove scomparve in uno sbuffo di fumo.

    Ora erano in due contro uno, e le cose si mettevano male per il malvivente. Questi si guardò intorno, cercando probabilmente una via di fuga. In un uno contro uno avrebbe forse potuto avere la meglio su Shin o su Kato, ma insieme erano troppo anche per lui. Estrasse una coppia di nunchaku dalla sacca dietro la schiena, iniziando a rotearli rapidamente. Doveva aprirsi un varco combattendo, o avrebbe passato il resto dei suoi giorni in gattabuia. L'Accademia era dura contro chi abbandonava l'onore, rinnegando il proprio nindo, e sfruttava le proprie abilità a danno dei più deboli per arricchirsi, lo sapeva bene. Merda! E si scagliò contro Kato, il più vicino dei due.

    Ehi, sono io il tuo avversario! Shin, contrariato, fece uno scatto in avanti, scomparendo alla vista. Sfruttando la tecnica con cui aveva più dimestichezza, si mosse incredibilmente veloce, ricomparendo di fianco all'uomo, in posizione bassa, nell'atto di portare un montante alle costole per spezzargli il respiro. Quello, tuttavia, compiendo una ruotazione sul posto con un piede solo appoggiato a terra, fece andare a vuoto l'offensiva del foglioso, mentre eseguiva con l'altra gamba un calcio circolare per liberarsi della seccatura. Il genin assorbì il colpo con l'avambraccio libero e si lasciò proiettare all'indietro, ritrovando la posizione eretta, sebbene con un ginocchio appoggiato a terra, dopo una capriola. Guardando oltre il profilo dell'avversario incrociò lo sguardo dell'amico. Avrebbe creato per lui un'apertura, ma toccava al ninja del Suono stenderlo. Lasciò fluire il proprio chakra, aprendo di colpo la prima porta posizionata nel capo, poi la seconda e la terza in rapida sequenza. Era al suo massimo potenziale ora, il tempo dei giochi era finito. Con un rapido movimento si riportò a distanza da corpo a corpo. Il nemico tentò un fendente dall'alto verso il basso con l'arma di legno rinforzata, ma impattò contro la lamina metallica della kitsune in forma di guanto senza che il giovane di Konoha facesse una piega. Caricando il pugno destro al fianco, il Kinryu eseguì la sua combinazione più pericolosa. Scaricò il diretto contro il plesso solare e subito dopo portò una violenta gomitata alla bocca dello stomaco. Ryu no shotto! L'uomo spalancò la bocca per il dolore, arretrando di alcuni passi verso lo shinobi di Oto. Kato, ora! Finiscilo!

    I due ebbero alla fine la meglio. Mentre si riprendeva dall'attivazione della propria kinjutsu, lasciò a quello che quel giorno poteva chiamare allievo il compito di impacchettare per bene i tre malviventi. La famigliola di viaggiatori non finiva più di ringraziarli per il loro intervento, e Shin ci mise parecchio per convincerli a rimettersi in viaggio. Appena iniziarono ad allontanarsi con il loro carretto il giovane evocò Shamada, la kitsune cacciatrice, incaricandola di condurre lì una squadra di guardie confinarie a recuperare i banditi svenuti. Sai Kato, ero curioso di scoprire come fosse la tecnica segreta del tuo clan in combattimento...e devo dire che è una bomba! Ancora qualche settimana di allenamento sotto di me e Kairi sarà spacciata, vedrai! Fece l'occhiolino al compagno. Era tempo di rimettersi in cammino, direzione: Konoha.

     
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    ~Post VI
    Verso la meta.




    Le copie scomparvero in nuvola di fumo in seguito alla mia offensiva. Infatti i miei attacchi andarono a segno senza troppe difficoltà e il danno aggiuntivo dell'esplosione elettrica fece il resto contro le Kage Bushin. A quel punto il nunkenin, se così si poteva chiamare, restò da solo. I suoi due tirapiedi erano a terra, di cui uno gravemente ferito e decisamente lontano da rappresentare una minaccia. Tuttavia, sintomo della sua stupidità, non si arrese ma anzi compresi subito che avrebbe tentato il tutto per tutto per fuggire dalle nostre grinfie. Un'azione decisamente sciocca, dal mio punto di vista.

    Estrasse dalla sua sacca due nunchaku e prese a muoverli con abilità, a riprova del fatto che non si trattava di un comune avversario. Senza attendere un secondo caricò contro di me: ero pronto a reagire. Serrandomi in posizione di guardia alzai entrambi gli avambracci mentre il chakra elettrico andava a rivestire il mio corpo. Però Shin non rimase fermo, anzi reagì con altrettanta rapidità. Ormai quando il mio avversario si trovava a distanza corpo a corpo vidi comparire al fianco del brigante, con estrema velocità, il mio compagno. Shin tentò una sorta di offensiva però il nemico reagì d'istinto con una serie di contraccolpi che costrinsero il foglioso ad imbastire una difesa improvvisata. Il tutto avvenne nel giro di pochi secondi.

    In quel momento mi accorsi, come nel monte Yume, che Shin in una frazione di secondo cambiò completamente forza e velocità nei movimenti, quasi come se fosse spinto da un potere ben superiore. Eseguì una serie di rapidi attacchi che piegarono in due l'avversario. Da canto mio realizzai la mia opportunità di intervenire. Mangiandomi quella poca distanza che mi separava dall'avversario caricai per bene la spalla e con l'intera torsione del busto scaricai tutta la potenza di un mio diretto destro verso il centro della schiena del nemico, il quale costretto a difendersi da Shin mi aveva stupidamente lasciato alle sue spalle. Sganciai un colpo tremendamente potente e pericoloso: il diretto infatti fu accompagnato dalla potenza di Note del Dolore: Mi! Fa! e dall'effetto dell'esplosione elettrica. Nel momento stesso in cui il colpo andò ad impattare contro il brigante questo ultimo si trovo in una situazione terribile, il fiato rotto dal dolore alla schiena dato dalle mie Note del Dolore. L'esplosione elettrica che andò a colpire ad area e la ferita profonda causata dal tirapugni affilato. L'avversario cadde a terra, appoggiandosi con le mani in avanti e poggiando le ginocchia sul fogliame.

    Quello che avvenne subito dopo fu una conseguenza logica, togliendomi i tirapugni mi portai alle sue spalle e presi entrambe le sue braccia. Utilizzando tutta la forza del mio corpo e appoggiando una piede sulla sua schiena eseguii una sorta di trazione innaturale, disarticolando così le spalle del ninja e di conseguenza lussando gravemente l'articolazione della spalla. Il risultato fu scontato, lo scontro terminò con quell'ultimo gesto. Il nunkenin venne scaraventato sbattendo violentemente a terra la testa, privo di sensi. Alzai lo sguardo verso il mio compagno limitandomi ad un semplice:- Ora non darà più fastidio per un bel pezzo.- ero stato fin troppo buono, per i miei standard.

    Legai le gambe e le braccia al resto dei bastardi, mentre con un occhio tendevo lo sguardo verso il foglioso, fermo a recuperare le forze in seguito al suo sforzo precedente. Quando terminai l'operazione mi avvicinai al mio compagno ninja e porgendoli una mano come sostegno lo invitai ad alzarsi, inoltre in risposta alla sua affermazione proferii:- La Veste Elettrica è qualcosa che mi garantisce un certo potere, sicuramente non al tuo stesso livello... ma di certo il vantaggio è che non mi chiede un sacrificio così importante per essere applicata... Quindi Shin la prossima volta risparmiati, non credo che nemmeno te sai fino a che punto quella abilità che utilizzi può indebolirti. Me lo prometti?-

    E con quelle parole, che indirizzavano verso una mia sincera preoccupazione, spedimmo i tre banditi verso la prima stazione Accademica, grazie all'intervento delle Kitsune evocate da Shin. Infine salutammo i tizi, che fortuna del caso, avevamo salvato da un destino decisamente amaro. Incrociai gli occhi di Shin, non doveva mancare così tanto a Konoha. Il mio amico si era dimostrato più forte e più abile, in molti aspetti e questo mi spronava a dare ancora di più. Infondo mi resi conto che quel viaggio si stava rivelando ancora più interessante di quanto avevo previsto, ricco di sorprese. Ma in mezzo a quel mare di imprevisti di una cosa ero sicuro: fra poco avrei dimostrato a me stesso quanto valevo.


    Ringrazio Historia per la giocata!
     
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11 replies since 2/10/2016, 09:37   112 views
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