Giorno libero

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    Magistra Vitae

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    Giorno libero

    The e storie~ Post 1


    Per la prima volta quella settimana Shin si svegliò nel suo letto, riposato, quando il sole era già alto nel cielo. Aveva disattivato ogni allarme e sconsigliato espressamente ai genitori di disturbarlo. Doveva recuperare il deficit di sonno causato delle continue missioni a cui era stato senza sosta assegnato e quello era l'unico momento che poteva serivire allo scopo: il suo giorno libero, finalmente. Scostò lentamente le leggere coperte estive, stropicciandosi gli occhi e mettendo a fuoco la sua camera. Scese le scale che conducevano alla cucina ancora in piagiama e a piedi scalzi. Mentre si preparava una ciotola di cereali con il latte fissò l'orologio digiate sul ripiano. Segnava solo le 8:38. Sospirò. Era convinto di essere rimasto a letto molto più a lungo, ma le abitudini maturate in mesi e mesi di allenamento erano dure a morire. Comunque era un miglioramento rispetto l'adunata delle cinque e mezza, niente da dire su questo. Stava mescolando distrattamente la sua colazione con un cucchiaio quando, sempre dal piano superiore, nella stanza comparve una bambina sui sei anni. Aruhina, o Hina come la chiamava affettuosamente il fratello, aveva ancora i capelli sciolti anche se solitamente li portava raccolti in una trecca o in due codini a seconda dell'umore. Al suo seguito trotterellava una volpe con il pelo tutto arruffato e l'aria depressa. Shin sorrise e si alzò per preparare qualcosa da mangiare per la piccola. Ben svegliate. Hina, quante volte ti ho detto di non usare Shamada come peluche? L'interpellata si limitò a rispondere mettendo il broncio. Il giovane prese la kitsune e se la mise sulle ginocchia, accarezzandole il mantello cercando di lisciarlo. Ho creduto di morire stanotte, ad un certo punto ha cercato di soffocarmi strangolandomi... L'evocatore si mise a ridere. Addirittura? Ed io che credevo che le servitrici di Inari fossero invincibili! In tutta risposta la creatura, stuzzicata nell'orgoglio, allungò le fauci cercando di mordergli un dito, ma il genin fu lesto a ritirarlo. Terminato di fare colazione si alzò e l'animale balzò a terra con eleganza. Avvicinandosi alla porta scorrevole che dava sul cortile interno l'aprì, scrutando il giardino. In un angolo, vicino al piccolo altare dedicato ad Inari, stava un ragazzino dai capelli biondi, poco più giovane di Shin. Sembrava assorto in meditazione o in preghiera, ma aprì gli occhi non appena lo sguardo dello shinobi si posò su di lui. Aspettiamo visite Yuki, ti scoccerebbe badare alla porta mentre mi rendo presentabile? Yuki, o meglio Yukichi, annuì. Anche lui era una kitsune, ormai compagna inseparabile del Kinryu, solo che, a differenza di Shamada la cacciatrice, preferiva la sua forma umana quando si trovava tra la gente.

    Quando Kairi fosse arrivata nella dimora di Shin, ad aprirgli avrebbe trovato non l'amico, bensì il buondino. Questi, scrutandola rapidamente, avrebbe spalancato la porta facendogli segno col braccio di entrare. Benvenuta. Shin arriva subito, tu intanto accomodati. L'avrebbe quindi guidata nella sala attraverso un corto corridoio. La stanza era luminosa grazie alle ampie porte finistre che davano sul cortile interno ed era arredata sobriamente, ma in modo funzionale. Due ampi divani e una poltrona erano posizionati intorno ad un basso tavolino, ad un angolo su un mobiletto facevano bella figura di sé dei girasoli raccolti in un vaso dalle a sfondo bianco con decorazioni blu, dall'altra parte della stanza si trovava invece un'ampia libreria, sulle cui mensole erano adagiate, oltre ai tomi, alcune cornici. Le foto al loro interno raffiguravano la famiglia di Shin in diversi momenti salienti della loro vita: il matrimonio dei genitori, la nascita dei figli, il diploma da genin del ragazzo. La giovane avrebbe avuto appena il tempo di osservare lo spazio intorno a sé prima che lo shinobi facesse il suo ingresso, con un ampio sorriso sul volto. I capelli argentei erano ancora umidi per la recente doccia ed indossava degli abiti confortevoli. Ai piedi un paio di sandali, dei pantaloni che arrivavano appena sopra al ginocchio e una casacca smanicata che metteva in mostra i muscoli delle braccia propri di uno specialista di taijutsu; la tonalità degli abiti era sul nero, ma con rifiniture argentee lungo le cuciture, dello stesso colore era anche la mezzaluna con la concavità verso l'altro sul retro della maglia all'altezza delle scapole. Kairi, è un piacere rivederti! Prego siediti! Gradisci del the? In caso di risposta favorevole sarebbe stato la kitsune, ferma in un angolo, a muoversi per andare a preparare la bevanda. Al suo ritorno, pochi minuti dopo, avrebbe disposto un paio di tazze fumanti sul tavolino, con tutto il necessario per gustare il the. Hai già conosciuto Yukichi vedo. Non lasciarti ingannare, non è quello che sembra. In tutta risposta la volpe prese la parola per presentarsi da sola. Sono una kitsune, ma preferisco mantenere questa forma, è più elegante. Allo sguardo perplesso che sarebbe potuto comparire sul viso della ragazza Shin sorrise di nuovo. Sono successe diverse cose dall'ultima volta che ci siamo visti. Per questo ti ho chiesto di vederci oggi, e volevo sentire le ultime novità anche da te. Ah e ovviamente voglio vedere come progrediscono i tuoi allenamenti! Il genin aveva preso a cuore il miglioramento della kunoichi dopo il loro ultimo scontro. Come lui si era dato da fare, era certo che anche Kairi si fosse impegnata al massimo per migliorarsi. Si accomodò sul divano prendendo una tazza di the con due mani e vi soffiò sopra per raffreddarlo, pronto ad ascoltare le parole della giovane.
     
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    Dracarys

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    Giorno Libero

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    Era da molto che non vedeva l'amico, almeno dalla loro missione ad Oto: da allora aveva visitato sia Suna che Kiri ed era stata lontana da Konoha per diverse settimane, dunque le occasioni per vedersi erano state decisamente ridotte. Tornata al villaggio da soli pochi giorni aveva ricevuto un invito dal genin stesso, il quale le chiedeva di andare a trovarla a casa sua. La ragazza aveva accettato volentieri, contenta di poterlo rivedere dopo così tanto tempo: avrebbe potuto valutare con mano i suoi progressi.

    Arrivata davanti alla porta di casa dell'amico fu accolta da uno strano ragazzo biondo che l'Uchiha non aveva mai visto prima, che la invitò cordialmente ad entrare Uhm, non pensavo la famiglia di Shin fosse così benestante da potersi permettere un maggiordomo penso fra sé e sé, seguendo il suo accompagnatore.
    La casa era arredata in maniera semplice ma funzionale, ed arrivata nella sala la ragazza si soffermò qualche istante sulle foto raffiguranti la famiglia dell'amico, provando un poco di invidia nel vedere come sembrassero esattamente la classica famiglia felice: lei viveva da sola con suo padre, e per quanto il loro rapporto fosse splendido si era trovata più volte a sperare ed a fantasticare una situazione diversa da quella.
    Presa dai suoi pensieri non si accorse minimamente dell'arrivo dello shinobi alle sue spalle, sussultando leggermente quando questi parlò. Si riprese però in pochi istanti, riservando all'amico poi il suo classico sorriso gentile Shin, ciao! E' da un sacco di tempo che non ci incontriamo, il tuo invito mi ha fatto davvero molto piacere esclamò, accettando l'invito e sedendosi sulla sedia Non mi dispiacerebbe un thé, grazie rispose, osservando poi il ragazzo biondo allontanarsi per prepararlo, convincendosi sempre di più si trattasse di un maggiordomo educato.

    Quando, ritornato con il thé, questi si sarebbe presentato come una kitsune Kairi l'avrebbe osservato con aria effettivamente perplessa, realizzando solo qualche istante dopo l'accaduto E' un piacere conoscerti Yukichi, io mi chiamo Kairi, del clan Uchiha rispose cordiale per poi rivolgersi verso il genin con aria allegra Dunque sei riuscito anche tu a stringere un contratto di evocazione? Anche alcuni dei miei compagni lupi sono in grado di assumere forme umana

    Alla domanda successiva del genin rispose con un sorrisetto di sfida Anche io ho imparato diverse cosette in questo periodo, non sono di certo rimasta con le mani in mano, ed immagino lo stesso valga per te, i risultati si vedono disse, riferendosi sia alla kitsune sia al fisico del ragazzo, evidentemente più allenato rispetto al loro ultimo incontro Dopo la nostra missione ad Oto ho visitato sia Suna che Kiri, dove ho stretto un paio di buone amicizie e mi sono allenata duramente per migliorare le mie capacità. Ed ora che ho visitato tutti i villaggi maggiori dell'alleanza, posso affermare con abbastanza certezza che nulla è come casa. Konoha rimarrà sempre imbattibile continuò, bevendo un sorso del thé.
    Ma direi che la più grande novità sui miei progressi è questa disse continuando ad osservare l'amico negli occhi mentre le sue iridi passavano dal nero carbone al rosso intenso, dentro di essi una piccola e solitaria tomoe Sono finalmente riuscita a risvegliare il mio sharingan! Dunque voglio la rivincinta, prima o poi concluse con un'espressione orgogliosa Ora sono davvero un'Uchiha a tutti gli effetti! Tu invece, che mi racconti? Sono sicura che anche tu abbia tante novità
     
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    I ~ Ventiquattro ore per ritrovare se stessi: Free Day!


    I

    l tiepido caldo mattutino che preannunciava l’arrivo della stagione autunnale riscaldava quietamente Konohagakure no Sato. Il sole era sorto già da un bel po’ e nel Campo di Addestramento n°12 si sentivano già dall’alba boati e piccole scosse sismiche che deturpavano la quiete dei quartieri più periferici del Villaggio. Ma ben pochi cittadini interrompevano le loro attività quotidiane per controllare la fonte di quei molesti ed inquietanti rumori. Probabilmente i Ninja di sorveglianza alle Mura li avevano già tranquillizzati a riguardo, visto che il Team 12 era come di consueto in una delle loro estenuanti e disumane sessioni di allenamento. Era consuetudine comune ritirarsi anche per interi giorni nei campi di addestramento per affinare le proprie capacità e prepararsi in vista della prossima missione. Ma i Chuunin che sorvegliavano le Porte della Foglia erano ormai abituati a lanciare occhiate compassionevoli verso i due ragazzi, uno dalla chioma bionda ed un altro albino, che venivano trascinati nella Foresta della Morte o in campi di Addestramento a ridosso delle mura cittadine per allenarsi, o almeno affrontare la tirannide della Fuyutsuki. Raramente concedeva giorni di riposo al suo Team. Anche se alla fine di una dura giornata di allenamenti la Kunoichi invitava i due membri del suo Team a cenare insieme davanti ad una fumante ciotola di Ramen, quasi per farsi perdonare inconsciamente del pugno di ferro che esercitava quotidianamente su Inoichi-kun e Youkai-kun.
    Il Team 12 di Konohagakure no Sato anche quest’oggi svolgeva con impegno e timore i propri allenamenti sotto il vigile occhio della Fuyutsuki. Nessuna pausa. Nessuna sosta. Nessun lamento. La Kunoichi aveva preso a cuore la preparazione fisica dei due gracili ragazzi, che non erano affatto predisposti per il Taijutsu e nemmeno per il Kenjutsu. Lei era la colonna portante o l’ariete da sfondamento del Team, mentre Inoichi rappresentava la mente e Youkai il Jolly. Non aveva ancora ben capito quali fossero le sue reali capacità ed ogni qual volta si appisolava sul rigoglioso prato del campo di addestramento finiva per essere richiamato o minacciato di morte, non prima di averlo picchiato per rincarare la dose.
    Uno stormo di cornacchie si alzò in volo abbandonando i loro nidi estivi, spaventate dalla forza bruta della Kunoichi che sradicava alberi, lanciava massi, creava crateri e deturpava quel luogo tranquillo che avevano scelto in primavera come tana. La terra iniziò a tremare mentre nubi di polvere e detriti si disperdevano nell’aria, filtrate dai raggi solari. - Non ci siamo! - Come sempre non dispensava parole di elogio per i due ragazzi, caduti disgraziatamente in schiavitù dopo essere stati assegnati dall’Amministrazione in un Team dove era presente anche la Fuyutsuki. Il povero Inoichi-kun ormai riversava a terra esausto, dopo aver provato a schivare macigni, armi Ninja e interi tronchi della foresta limitrofa che gli erano stati lanciati contro. - Su su.. alzatevi! Non abbiamo finito! - Un sinistro rumore di nocche lasciò presagire che l’allenamento nel Taijutsu non era ancora finito. - Non voglio vedere Ninjutsu o Genjutsu! Stiamo duellando e non giocando a fare i prestigiatori. - Affermò con una nota di durezza nella voce mentre squadrò il povero Yuki-kun, anche lui provato dal disumano allenamento. - Speravo di completare almeno parte della sessione quest’oggi per rafforzare il vostro fisico ed elevare la soglia del dolore.. ma continuate a non stare al passo. - In realtà i due ragazzi s’impegnavano parecchio, anche perché un passo falso poteva costare loro la vita, vista la forza fisica della ragazza. Ma la Fuyutsuki sembrava non apprezzare alcuno sforzo. E non ammetteva alcuna replica.
    Replica che come di consueto arrivava dall’Albino, che non perdeva occasione per irritarla con qualche sciocca battuta o inconcepibili richieste. - Eh? - Inarcò un sopracciglio non appena Yuki-kun ebbe l’ardire di chiedere una giornata di pausa. Un Weekend libero. Era blasfemia alle orecchie della ragazza, che ormai passava più ore nel Campo di Addestramento che a casa o con le amiche al Chiosco di Ramen. Gli allenamenti assorbivano tutto il suo tempo e le responsabilità verso il Villaggio crescevano a vista d’occhio, visto che era la Kunoichi attualmente più vicina all’Hokage. Viveva per il lavoro ed aveva quasi dimenticato che era una giovane donna nel fiore degli anni. Forse affogava i suoi insuccessi amorosi nei suoi Taijutsu. Quando Yuki-kun avanzò una simile richiesta non la prese molto bene. - Sei forse impazzito? Questo Weekend abbiamo già organizzato una prova di sopravvivenza di 3 giorni nella Foresta della Morte. - Non comprendeva quindi la necessità di una pausa in quel momento.
    Anche Inoichi-kun intervenne, schierandosi a favore del suo compagno di Team. - Sii.. Ragionevole Ayuu-chan! Sono giorni che ci alleniamo senza sosta. Stò trascurando anche il negozio di fiori dei miei genitori. - La saggezza del gruppo prese parola. Lo Yamanaka era sempre stato un ragazzo con la testa sulle spalle. Era l’unico che riusciva a portare un barlume di ragionevolezza nella Kunoichi e quiete tra i suoi due compagni. Finivano sempre per litigare. - Ma.. Inoichi-kun.. - Le guance diventarono rosse. E non per l’imbarazzo. Era sul punto di esplodere. - Una giornata di pausa non ci farà male! Concordo con Yuki-kun… e poi ho bisogno di una visitina all’Ospedale. Credo di essermi lussato la spalla. - Una smorfia di dolore comparve sul volto del ragazzino dalla chioma bionda. Forse aveva esagerato con gli allenamenti. - Ti darò un’occhiata io! - Lo Yamanaka si rialzò in piedi pronto a sfuggire alle cure della ragazza. - No tranquilla! Preferirei andare in Ospedale.. almeno lì mi somministreranno un antidolorifico durante la procedura e non la faranno a freddo come sei solita fare. - Anche questa volta la Kunoichi non poteva controbattere nulla. Inoichi-kun riusciva sempre ad incastrarla. Sospirò leggermente.
    - Testa o croce? - Non aveva nessuna intenzione di arrendersi così facilmente. Quindi abbassò il tronco secolare che brandiva come una clava, in perfetto Stile barbaro o amazzone dei Boschi. Ed estrasse dalle tasche della tuta da Allenamento una monetina. Permise a Yuki-kun di scegliere per primo. Con un rapido movimento del pollice lanciò in aria la monetina che brillò di una intensa luce dorata quando fu colpita dai raggi solari. Socchiuse le palpebre e riuscì a riafferrare la moneta al volo. - I Kami sono contro di me. - Mormorò irritata. Yuki-kun aveva vinto la sua giornata di Relax. Inoichi-kun aveva vinto il suo soggiorno in ospedale per la lussazione della scapola. E la Fuyutsuki si ritrovava costretta ad accompagnare Yuki-kun e provare a divertirsi come una normale ragazza della sua età. - Se la giornata finisce come al Ventaglio Segreto… è colpa vostra! - Sventolò bandiera bianca non prima di aver scaricato ogni colpa sul suo eventuale comportamento delle prossime ventiquattrore sugli altri.

    [ … ]

    Tornò a Villa Fuyutsuki ancora un po’ infastidita dalla piega che la giornata aveva preso. Amava avere il controllo su tutto e quest’oggi la situazione le era sfuggita di mano. Forse avrebbe dovuto picchiare Youkai-kun per quella stupida idea e bloccare a terra Inoichi-kun riassestandogli la spalla tra atroci sofferenze senza analgesici. Ma i due compagni di Team avevano approfittato di un momento di “debolezza” ed avevano ottenuto la loro giornata libera con il risultato di una moneta. Alzò gli occhi al cielo non appena mise piede nella Residenza del suo Clan. La completa mancanza di finestre aperte, il silenzio che albergava in quel posto che un tempo era stato un caldo focolare dove riunirsi, le ricordò la ragione per cui passava più tempo fuori casa che non con la sua Famiglia. Ryuuhei-sama, suo Padre, restava seduto nel salotto o in Biblioteca fingendo di leggere un libro ma ripensando agli antichi fasti del suo Clan ormai perduto. Invece Natsumi-san, sua madre, aveva perso la voglia di vivere da quando Ai-chan era andata via e si aggirava per i corridoi della residenza come un silenzioso fantasma. Responsabilità e Silenzio riceveva ogni giorno dai Fuyutsuki. Era l’unico germoglio lasciato intatto dal Disonore. Un bocciolo che pian piano germogliava e che doveva riportare gloria e prestigio alla sua Famiglia.
    Salutando rapidamente il Padre e lanciando una dolce occhiata non corrisposta verso la Madre, si chiuse in camera sua e si concesse una doccia rilassante. Aveva bisogno di scrollarsi di dosso polvere e pensieri di una giornata che era appena iniziata. Tra i vapori della doccia poteva riflettere o sperare di dimenticare. Ma lei non dimenticava. Prima che il suo sguardo potesse diventare triste, arrivò ad una conclusione. - Ha ragione. - Yuki-kun aveva ragione. Aveva bisogno di una pausa. Aveva Ventiquattro ore per ritornare ad essere una giovane donna del Villaggio di Konoha e non l’ultima Discendente dei Fuyutsuki o la Radice Velenosa della Squadra Speciale. Doveva pensare a se stessa. - Che stupido. - Si morse il labbro inferiore sorridendo, ripensando al modo con cui l’Albino aveva avanzato quella richiesta.
    Dopo diversi minuti uscì dal bagno e si ritrovò coperta da asciugamani davanti al guardaroba con voluminosi specchi che riflettevano la sua immagine in ogni direzione. Era cresciuta molto negli ultimi mesi. Non era più la ragazzina di un tempo. Mise da parte tutte le sue tute da allenamento. Ultimamente non indossava altro. Adagiò con cura il suo corifronte sul comodino, lasciando intravedere il suo Kinjutsu al centro della fronte. Era un dono di sua sorella. Solo in quel momento si accorse, specchiandosi, che rivedeva nel suo taglio degli occhi o nella forma della rosea bocca la sua Ai-chan. Era più simile a lei di quanto pensasse. - … - Notò una maglietta azzurra che apparteneva alla Sorella maggiore. Non l’aveva mai messa. Ebbe il coraggio di provarla e si rese conto che finalmente le andava. Da piccola quante volte si era intrufolata nella camera della Sorella per provarsi i suoi vestiti ed il suo coprifronte per mettersi nei suoi panni per almeno qualche minuto. Adorava Ai-chan. Recuperò dall’armadio anche alcuni shorts neri, sandali bianchi ed una tuta leggera a mezze maniche con cappuccio. Dopo aver asciugato i capelli li raccolse in due lunghe code che percorrevano morbidamente le sue curve femminili fino alla schiena con due nastri azzurri. Stava quasi per uscire dalla Camera per raggiungere Youkai-kun nel luogo dell’appuntamento quando notò una un capello di paglia abbandonato in un angolo della stanza. Non lo aveva mai indossato, o almeno non ricordava di averlo mai fatto. Come ogni ragazza della sua età possedeva più vestiti del necessario. Lo afferrò delicatamente con le sue mani e lo adagiò sulla chioma castana. Si squadrò allo specchio e con un sorriso scese le scale per uscire dalla Villa di Famiglia. Salutò fugacemente i suoi genitori e tirò un sospiro di sollievo non appena ritornò all’aria aperta.
    Il Villaggio era tranquillo ed assorto nelle sue attività quotidiane. Imboccò la strada principale per lasciare la periferia e raggiungere il chiosco di Ramen, dove aveva promesso all’albino di trovarsi. Purtroppo per ovvie ragioni Inoichi-kun non si era unito alla giornata di libertà. Raggiunse il centro cittadino con largo anticipo ed attese pazientemente l’arrivo del ragazzo. Amava la puntualità e di solito era la prima a raggiungere il Campo di Addestramento. Attese con pazienza fino ad udire i richiami dell’Albino. Il suo tono di voce era inconfondibile, lo avrebbe riconosciuto tra tanti. Si girò per accogliere con un sorriso il compagno di Team, sorreggendo con una mano il cappello di paglia sulla sua testa che stava per volare via per un’improvvisa folata di vento autunnale. - Ciao Yuki-kun! - Solo in quel momento si accorse che il ragazzo non era solo. - Oh.. non mi hai detto che portavi un’amica! - Puntò lo sguardo verso la ragazza dall’incarnato più scuro. Mai vista in giro. La pelle chiara dell’Albino contrastava con quella pigmentata della ragazza. - Piacere di conoscerti! Ayuuki Fuyutsuki. - Passò subito alle presentazione con un leggiadro sorriso. Un sorriso spensierato che apparteneva ad una giovane donna della sua età.


     
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    Week-end libero

    I - Ritrovato relax



    Youkai se ne stava sdraiato sul terreno, sudato, accaldato, e con vari lividi per tutto il corpo. Non era certamente rilassato, tantomeno aveva voglia di restare in quella posizione dato che da un momento all’altro gli sarebbe potuto arrivare addosso un macigno che avrebbe dovuto evitare in un modo o nell’altro. Fortuna volle che anche il suo compare Inoichi non si reggeva in piedi, e quando accadeva solitamente la Fuyutsuki gli dava retta. Sfruttò la situazione per osare con la sua proposta:

    Ayuu. Ci stai uccidendo. E sento che anche tu sei piuttosto tesa, guarda lì, vedo rughe da sforzo. Che ne diresti se, non lo so, ci prendessimo il week end libero? MH?

    Lo sguardo ricadette poi su Inoichi, incitandolo a parlare, e come al solito lui sapeva usare le giuste parole. Youkai vedendo un barlume di speranza si diede la carica, raggiungendo il biondino ed accasciandosi su di lui teatralmente:

    OH NO! Ayuu hai sentito!? La tua povera mamma, costretta ad annaffiare tutti quei fiori da sola… Siamo degli IRRESPONSABILI a farti lavorare così tanto! La famiglia ha bisogno di te!

    Lo Yamanaka proseguì con le sue giustificazioni, mentre un disperatissimo albino annuiva al suo fianco, mimando gesti di disperazione ed agonia. Fu all’udire del testa e croce che si irrigidì, quasi nascondendosi dietro il suo compagno. Mugolò appena, facendo capolino dalla spalla buona.

    Beh… Croce. Dato che la mia Testa sarà ciò che avrai se continuiamo gli allenamenti.

    La monetina si alzò in volo. Attimi di terrore, fino a che il destino non fu deciso. Youkai scivolò a terra come un atleta dopo una vittoria, gridando al cielo:

    WEEK-EEEND! WUUUUHU!!!

    Si sdraiò ad annusare l’odore dell’erba, l’odore di una ritrovata libertà. Aveva però ancora voce in corpo per stuzzicare Ayuuki.

    Tranquilla, l’importante è che stavolta ci sia pure io! Te-he. Ti tengo d’occhio… Forse.




    Tutti e tre si divisero, ognuno per la propria via. Youkai decise di far visita alla sua tutrice, volendo sfruttare le sue mani curative per togliersi quei fastidiosi lividi dal corpo. Bussò alla porta, attendendo pazientemente.

    Youkai, ciao! ...Non abbiamo un incontro oggi, che ci fai qui?

    L’albino fece spallucce, indicandosi poi i vari punti del corpo.

    Sono venuto a trovarti, no? Abbiamo finito gli allenamenti in anticipo. Dobbiamo decidere cosa combinare in questi due giorni di pausa, e… beh ho qualche livido residuo dall’addestramento. Potresti…?

    Inoltre, non aveva voglia di starsene a casa da solo ad aspettare che arrivasse il momento giusto. Mezz’ora gli era stata sufficiente per lavarsi via il puzzo e mettersi dei vestiti comodi, ma l’appuntamento era all’ora di pranzo e mancava ancora un’ora buona.
    La medicazione non durò molto, il ragazzo si sentì fresco come una rosa. Rimase a chiacchierare a casa di Myu, fino a che un falco piombò dalla finestra, portandole una letterina. L’albino lo fissò con stupore, cercando di avvicinare una mano per toccarlo.

    WOAH! L’hai addestrato tu?!

    Myo rise divertita, schiarendosi la voce per improvvisare quella nuova lezione: Youkai aveva dimenticato tutto, ma lei sapendolo gli spiegava pazientemente ogni nozione. Essendo una ninja ormai dimessa per sua scelta, occupava il tempo a fare l’insegnante a casi delicati come quello dell’albino.

    E’ un’evocazione. Beh, al momento questo signorino non fa altro che farmi da postino, ma solitamente le evocazioni vengono usate come alleati durante le missioni.
    Quindi avrò anche io un falco postino? Eh, non so quanto possa essermi utile questa palletta di piume.

    Il falco stridette, infastidito, mentre la sua evocatrice se la rideva divertita. Scosse la testa.

    Non solo, potranno aiutarti in combattimento, come infiltrazioni, conoscono persino tecniche ninja. E se deciderai di volere i falchi sarò felicissima di aiutarti a fare un contratto con loro, ma ci sono molte altre evocazioni alle quali far richiesta.
    Woah, ferma. Contratto?

    Myo si prese il tempo disponibile per spiegargli da capo a coda ogni cosa che sapeva riguardante le evocazioni, come ottenere un contratto e l’utilità che gli avrebbero dato.
    Si incamminarono entrambi verso la destinazione, ed ad una prima occhiata Ayuuki sembrava in ritardo. Davanti al posto d’incontro c’era solo un’elegantissima ragazza con un delicato cappello di paglia che si scuoteva ad ogni minima folata di vento.

    Ey Yuki, è forse lei la tua amica?
    Ah? ...No, Ayuu non è così quella è troppo in tiro. Sarà in ritardo o…

    Riconobbe subito la voce però, quando lo chiamò da lontano, e l’albino spalancò gli occhi, fissando quasi impietrito la ragazza che gli stava di fronte.

    A-Ayuu? Sei… voglio dire… Ehe, hai anche dei vestiti normali, allora.

    Un sorrisetto poco convinto si palesò sul suo conto, la battuta non era efficace, non aveva smorzato la tensione, e lui sentiva di star arrossendo appena per via della figuraccia. Myo se la rise in disparte.

    Chi, lei? Non è mia amica, è- OW!

    Un leggero pugno sulla spalla da parte della rossa.

    Come sei sgarbato, presentami per bene! Piacere di conoscerti, mi chiamo Myo. Sei l’allenatrice di Youkai, giusto?

    Terminate le presentazioni, l’albino avrebbe salutato la sua tutrice con un cenno della mano, a qualsiasi domanda sulla motivazione di quella fuga la ragazza avrebbe risposto educatamente:

    Ho un altro appuntamento, mi dispiace. Sarà per la prossima volta!

    I due rimasero soli, con uno Youkai ormai ripresosi dal precedente imbarazzo, che con le mani in tasca fissava la “nuova” Fuuyutsuki. Mugolando appena, le domandò con cautela.

    E… come mai questo cambio do look? ...V-voglio dire, ti sta bene! Non picchiarmi! Ma non ti ho mai vista così, uhm… Rilassata, ecco.
     
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    Sharingan ~ Post 2


    Il genin sorrise, al riferimento al contratto di evocazione. Quella sì che era stata un bella avventura, conclusasi nel migliore dei modi. Per fortuna al suo fianco aveva avuto Kato, in cui aveva scoperto non solo un ottimo compagno, ma anche un inatteso amico. E' una storia lunga, ma se hai tempo posso raccontartela per sommi capi. Scambiò uno sguardo con Yukichi. Avrebbe evitato dettagli ed indicazioni troppo precise per trovare il santuario, già che lo sapesse l'otese era un'eccezione che le volpi sopportavano solo per amor suo. La kitsune si congedò con un saluto, dando piena fiducia al suo evocatore, gesto che il ragazzo apprezzò molto. Tutto ha inizio molti anni fa, prima dell'invasione e della fondazione dell'Accademia, quando ancora il clan Kinryu non aveva dovuto abbandonare la sua patria originaria. Fu il capoclan dell'epoca, uno shinobi eccezionalmente dotato, a legare per la prima volta le nostre sorti a quelle delle kitsune. Devi sapere però che anche questi esseri si dividono in diverse famiglie, con indole molto diversa. Le nostre kitsune venerano il kami Inari, loro creatore celeste, e lo servono attendendo il suo ritorno. Comunque sia quando ero appena nato mio padre mi affidò una misteriosa moneta, a suo dire dotata di poteri soprannaturali, tramandata di generazione in generazione fin dai tempi dell'ultima grande battaglia che costrinse il clan ad emigrare... *

    Il giovane aveva parlato a lungo e lasciò che fosse la ragazza a prendere la parola. Come previsto, anche Kairi non era rimasta con le mani in mano e si era data da fare per migliorarsi. Shin ascoltò con attenzione le peregrinazioni della ragazza, chiedendo maggiori dettagli sulla visita a Suna e nel Paese dell'Acqua. Il secondo per lui era completamente sconosciuto, mentre del primo aveva qualche vaga nozione grazie a Shunsui, il suo migliore, o forse unico, amico del periodo in cui era uno studente in Accademia. Ora che le missioni gli lasciavano un attimo di tregua avrebbe potuto fargli visita in effetti. A Suna ti hanno fatto problemi alle mura? Come la situazione nel Paese? Domande più puntuali, ora che aveva quel principio d'idea in testa approfittava della possibilità di ottenere informazioni di prima mano da una fonte attendibile come era l'amica. Non l'avrebbe tuttavia tediata a lungo se l'argomento non fosse stato di suo gradimento, passando piuttosto ad altro. Aggiunse del latte nel suo the e, dopo averlo mescolato per alcuni lunghi secondi, riprese a berlo. Il sapore era completamente diverso, ma comunque gradevole. Era un costume non comune nel Paese del Fuoco, se ne rendeva conto, ma a casa lo avevano educato così. Probabilmente un antico retaggio del suo clan quando abitava nelle sue antiche terre. Tuttavia l'Uchiha aveva tenuto la novità più succosa per ultima, sperando di sorprendere l'amico, come effettivamente fu. Per poco non gli andò la bevanda di traverso quando, d'improvviso, le iridi della giovane assunsero una colorazione vermiglia. Rimase a bocca aperta per alcuni istanti, prima di lanciare un'esclamazione galvanizzato. Kairi, sei incredibile! E' fantastico! Era quello il famoso sharingan, l'arte oculare più famosa del Villaggio della Foglia, con buona pace degli Hyuga, di cui tutti avevano sentito parlare almeno una volta. Eppure, quella era la prima volta per lo shinobi in cui lo vedeva dal vivo. Non dovette stupire, quindi, che, appoggiata la tazza sul tavolo, si spostò a fianco della ragazza sul divano, senza togliere gli occhi di dosso ai suoi. Con un filo di esitazione nella voce, chiese se poteva avvicinarsi. Posso?... Se Kairi non avesse avuto nulla in contrario si sarebbe sporto in avanti, oltrepassando quella sfera invisibile che costituisce lo spazio personale trattenendo il respiro. La singola tomoe che appariva in entrambe le iridi attrasse la sua attenzione, facendogli dimenticare il resto. Affascinante... Dopo aver soddisfatto la sua curiosità, tuttavia si rese conto della posizione che aveva assunto. Era abbastanza vicino da sentire la pressione del respiro della giovane sulla sua pelle, che gli procurava un piacevole solletico. Imbarazzato, si ritrasse forse un po' troppo in fretta, evitando di incrociare ulteriormente lo sguardo con lei e andandosi a sistemare dalla parte opposta del divano. Tornare nel suo posto sarebbe stato esageratamente scortese, ma prese comunque le distanze. Preoccupato di cosa potesse star pensando di lui in quel momento decise di riprendere la conversazione per distrare tanto lei quanto se stesso. Ah sì ho altro da raccontarti ovviamente! Sono stato inviato in ricognizione in un nostro avamposto, ai confini con il Paese delle Risaie...Non indovinerai mai cosa vi abbiamo trovato! Lievemente agitato, prese a raccontare per filo e per segno la missione svolta con la Fuyutsuki qualche tempo prima, di come avessero scoperto e affrontato degli esseri metà serpenti e metà umani. In teoria ce ne siamo sbarazzati, ma mi ha dato da pensare. Quanto bisogna essere crudeli per sperimentare sulle persone? Ora Shin era decisamente più calmo, nonostante non perdesse di vista un momento la ragazza che aveva di fianco, studiandone le espressioni. In una missione avevano finto di essere marito e moglie, ma era diverso, era una recita e ne erano consapevoli. Forse avrebbe dovuto scusarsi, ma avrebbe rischiato di ingigantire un problema che magari per l'Uchiha non esisteva. Decise quindi di tacere, per lo meno finché non avesse colto segni contrari nel suo comportamento. Comunque la genin veterana a cui mi hanno affidato era una vera forza della natura! Un po' suscettibile forse, ma in fondo è una brava ragazza. Si chiama Ayuuki, se dovessi mai lavorarci insieme sappi che sei in buone mani. Per lo meno fin che non la faceva arrabbiare, completò mentalemente lo shinobi. Dopo essere rientrati dal loro incarico si erano salutati da amici, quindi non escludeva un domani di reincontrarla, magari in un contesto più piacevole di quello lavorativo. Iniziò a raccogliere le tazze, ormai vuote, per riportarle in cucina. Puoi scusarmi un secondo? Controllo che fine ha fatto mia sorella e sono subito da te.


    * Il resto della storia sulle kitsune e il clan Kinryu si può leggere nelle giocate La moneta misteriosa e Antichi legami in timeline. Shin non fornisce nessuna informazione sulla posizione del santuario né pronuncia mai il nome del monte Yume per tutelare la segretezza delle volpi.
     
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    Riunione fra amici

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    La ragazza ascoltò con attenzione ed interesse la storia riguardante i kitsune, domandandosi se anche i suoi lupi avessero un tipo di storia simile, un luogo tutto loro: da quando aveva stretto il contatto nonostante avesse evocato Kiba e Tsume più volte non aveva ancora avuto modo di chiedere nulla riguardo la loro casa, e si ripromise mentalmente di farlo alla prima occasione.
    Così come loro stavano conoscendo così bene il suo mondo, allo stesso modo lei avrebbe voluto conoscere il loro.

    Si può dire che questo contratto fosse già legato al sangue della tua famiglia e destinato a te allora sorrise, bevendo un sorso di thé Per me è stato diverso invece, ho salvato la loro matriarca e per ricompensarmi hanno deciso di stringere il patto con me, a quanto pare la precedente famiglia li aveva traditi. Difatti uno di loro è piuttosto diffidente nei miei confronti ancora, ma prima o poi si ammorbidirà spero spiegò, pensando a Daikami ed ai suoi atteggiamenti non esattamente alla mano

    Non si fece troppi problemi a rispondere alle domande su Suna, scuotendo la testa No, nessun problema, anzi il guardiano è stato piuttosto gentile. Stessa cosa non si può dire di quello di Kiri disse, facendo una smorfia Che ha gratuitamente insultato gli Uchiha e Konoha stessa e completamente a caso. Penso abbia avuto brutte esperienze con alcuni nostri shinobi, ma in ogni caso spero di rivederlo il più tardi possibile. E' inquietante, e mi sembra una persona in grado di uccidere senza troppi problemi, o senza troppi motivi no, il guardiano del villaggio della nebbia non le era decisamente piaciuto.

    Al villaggio della sabbia la situazione è piuttosto tranquilla direi, ho dovuto portare a termine una missione nel deserto al di fuori delle loro mura ed è stata in quell'occasione che si è risvegliato il mio sharingan continuò Poi ho passato il resto del tempo assieme ad un chunin marionettista e mi sono trovata invischiata in delle loro situazioni di clan piuttosto intricate. E pensavo che fosse il mio clan quello problematico rise, rimanendo poi sorpresa alla reazione di Shin riguardante il suo sharingan.

    Lasciò che si avvicinasse al suo viso per osservare le sue iridi, ma non poté non provare un po' di imbarazzo quando il ragazzo superò quella sottile linea di demarcazione dello spazio personale di ognuno, arrivando a pochi centimetri dal suo viso. Poteva sentire il suo respiro sulla pelle, nessuno fino ad allora era arrivata così vicina a lei oltre a suo padre e sua madre, e la cosa la mise un po' a disagio finendo con il farla leggermente arrossire, ma allo stesso tempo non voleva risultare scortese con l'amico, che sembrava davvero affascinato dalla sua innata.
    Così si limitò ad un leggero colpo di tosse Cough... per cercare in qualche modo di fargli capire il suo disagio, ma Shin stesso sembrò accorgersi di ciò che stava facendo, arretrando senza incrociare ulteriormente lo sguardo.

    Si creò qualche istante di silenzio un po' imbarazzato, non sapendo esattamente cosa dire Kairi si concentrò sulla tazza del suo thé e fortunatamente, come era capitato anche al ventaglio, fu l'amico ad riprendere la conversazione. La ragazza colse la palla al balzo, e cercando di comportarsi con più nonchalanche possibile continuò la conversazione Esseri per metà serpente e per metà umani? Non pensavo esistessero creature simili, ne qualcuno talmente disumano da fare esperimenti di questo tipo sugli esseri umani...
    Il nome della genin le ricordò qualcosa, ed impiegò qualche istante per ricordare dove l'avesse già sentito Ayuuuki? Ah, si! Credo di averla vista al Ventaglio Segreto al nostro primo incontro, dopo che te ne sei andato. Perlomeno, credo fosse lei non ricordava con precisione i nomi, ma era piuttosto convinta che si trattasse proprio di quella genin.
    Non spiegò volontariamente a Shin il perché se la ricordasse, ritenendolo scortese nei confronti della ragazza quella volta palesemente ubriaca Ma non mi dispiacerebbe conoscere una genin veterana, in realtà non ho poi fatto molte conoscenze femminili da quando sono stata promossa, sai? Il mondo degli shinobi è decisamente in prevalenza maschile

    Annuì infine quando l'amico le disse che stava andando alla ricerca della sorella, e quando si allontanò continuò a bere il suo thé con tranquillità, aspettando il suo ritorno.


     
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  7. **Kat**
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    II ~ Balbettii imbarazzanti: La promessa del Kinryu


    I

    Durante l’attesa iniziò a guardarsi intorno. Quante volte aveva attraversato quella strada senza badare troppo ai colori ed ai profumi del centro cittadino? Spesso si dimenticava che Konohagakure no Sato era uno dei Villaggi più prosperi ed accoglienti delle Cinque Terre Ninja. Non era arido come il Paese del Vento, freddo come quello dell’Acqua e la routine quotidiana procedeva con tranquillità senza che strani tipi del Paese delle Risaie la violassero con le loro stramberie. Non aveva viaggiato molto, se non per doveri di ordinaria Amministrazione o per svolgere alcune Missioni. E fino ad adesso nessun Villaggio era più tranquillo e piacevole come quello della Foglia. Il Villaggio di Bruma nel lontanissimo Paese della Montagna possedeva colori vivaci e cittadini dall’abbigliamento eccentrico. Invece il Villaggio della Nebbia era decisamente troppo freddo per i suoi gusti, invece quello di Oto era popolato da persone di dubbia sanità mentale. Preferiva di gran lunga le sue terre natie.
    Socchiuse leggermente le palpebre per acuire gli altri sensi. Era l’ora di pranzo e le strade venivano invase da piacevoli ed invitanti profumi di chioschi e ristoranti sul corso principale. Le prelibatezze locali erano davvero invitanti e non c’era Ramen migliore in tutte le cinque terre. Un leggero venticello accarezzò il suo volto, mentre annodava i suoi fluenti capelli castani. I tenui raggi solari riscaldavano la sua pallida e delicata pelle ed intorno a sé donne con i loro bambini si dirigevano all’entrata Ovest del Mercato, mercanti urlavano a squarciagola per attirare i curiosi turisti ed artigiani lavoravano laboriosamente nelle loro officine. - … - Si lasciò cullare dai profumi e dai suoni di Konohagakure no Sato, mettendo da parte ogni pensiero, ogni preoccupazione. Forse un giorno libero poteva aiutarla a distendere i suoi nervi e trovare delle risposte dentro di sé.
    Youkai-kun e la sua tutrice raggiunsero il punto d’incontro dopo alcuni minuti. Non erano in ritardo, visto che la Fuyutsuki amava arrivare in anticipo ai suoi appuntamenti. Preferiva non farsi attendere, soprattutto in un campo di addestramento. I suoi occhi cristallini si soffermarono sul volto stupito dell’albino. Cosa aveva da guardare come un ebete? Una domanda che le frullò in testa, almeno fino a quando il ragazzo non aprì bocca per aggravare la sua posizione già precaria. - Eh? - Inarcò un sopracciglio. - N..Normali? - Iniziò a riguardare il suo abbigliamento non riuscendo a trovare un barlume di logica in quelle parole. Probabilmente il suo cervellino era stato danneggiato durante l’ultima sessione di allenamento. Sperava in un miglioramento nelle sue facoltà mentali ed invece sembrava peggiorato. - Cosa significa? Hai forse battuto la testa? - L’albino possedeva l’innaturale dono di farle perdere la pazienza con poche parole. Si era preparata a dovere per rendersi presentabile, mettendo da parte la sua tuta di allenamento. E non si aspettava un simile commento. In realtà non si aspettava nessun genere di reazione del ragazzo. Per lei restava un’incognita Youkai-kun. - Sei più strano del solito. - Concluse con uno sbuffo infastidito mentre incrociava le braccia sotto al petto. Fece spallucce. Ormai era abituata ad osservare quell’espressione sul suo volto, decisamente meno invece l’imbarazzo sulle sue guance.
    Portò la sua attenzione verso la ragazza dalla carnagione più scura, sicuramente più dell’Albino e della Fuyutsuki messi insieme. Le porse un lieto sorriso. Non era stata informata che Youkai-kun possedeva una tutrice e per cosa poi? Non gli bastavano i suoi crudeli insegnamenti sull’arte della sopravvivenza? - Piacere di conoscerti… Myo-chan! Yuki-kun non mi ha mai parlato di te… ma ti consiglio di colpirlo alla testa. Se i Kami ci assistono forse un giorno il suo cervello potrebbe rimettersi in moto con un buon trauma cranico. - Piccoli consigli da Tutor a Tutor. Allungò la mano per stringerla con piacere. Solo ora si accorgeva di non conoscere nulla della vita e della quotidianità di Youkai-kun finiti gli allenamenti. Ogni giorno lo vedeva andare via con lividi e qualche ossa rotto ma non sapeva quasi nulla di lui, a differenza di Inoichi-kun che conosceva da più tempo. Scosse la testa alle parole della ragazza. - Non sono la sua allenatrice, ma la sua compagna di Team. Visto che è un ragazzo gracilino mi sono presa la responsabilità di temprarlo nell’animo e nel fisico! - Tecnicamente era la sua compagna di Team, ma ormai era facile capire che detenesse lo scettro del comando nelle squadra. In realtà organizzava dei durissimi allenamenti per i due ragazzi imponendo la sua tirannide. Ma meglio non fornire troppi dettagli alla tutrice del ragazzo. Doveva apparire come una leggiadra e sensibile ragazza. Infondo lo era. - Sicura? - Notò che la ragazza aveva fretta ad andare via. Fece spallucce. - Allora sarà per la prossima volta. Sei ufficialmente invitata una sera di queste ad unirti al Team 12 della Foglia per cenare insieme a noi! - Affermò con un pizzico di orgoglio. Andava molto fiera del suo Team, anche se non ne era il capitano. Sentiva che giorno dopo giorno crescevano come squadra ed in termini di affiatamento. - Mata Aimashou! - La salutò con un leggero inchino con la testa mentre la tutrice del ragazzo si allontanava.
    Rimase sola con Youkai-kun. Era la prima volta che passavano del tempo da soli, o almeno senza Inoichi-kun. Solitamente era lo Yamanaka a distendere gli animi quando la Fuyutsuki cercava di strangolare l’albino per qualsiasi motivo plausibile e non. - Attento a cosa dici. - Una velata, ma non troppo, minaccia. Le iridi si assottigliarono in direzione del ragazzo mentre celava un nervosismo represso. Quel ragazzo riusciva a muovere dentro di sé corde che nessuno osava muovere. Peccato che erano tutte legate ai suoi momenti d’isterismo. Ma tutto sommato non riusciva ad immaginare una giornata senza di lui. - Inoichi-kun è all’ospedale e non ci sarà nessuno Yamanaka che mi farà ragionare quando ti avrò bloccato a terra mentre ti prendo a testate. - Non era il miglior modo per iniziare una giornata di Relax, ma la Fuyutsuki sentiva il bisogno di riprendere le redini della situazione. - Comunque non ho messo nulla di che… erano mesi che non indossavo qualcosa di più confortevole, se non equipaggiamento Ninja e tute da allenamento. - Ecco, forse questo era il giorno adatto per ritrovare un po’ la sua femminilità, che a volte si perdeva mentre sradicava alberi o faceva tremare la terra a colpi di Taijutsu. Abbozzò un sorriso prima di guardarsi intorno. - Allora? Che facciamo? - Palpebre che sfarfallarono innocenti. In realtà sapeva benissimo cosa fare, ma lasciò il beneficio del dubbio al ragazzo. - Va bene.. Va bene.. - Trattenne un sorriso mentre invitò l’albino a seguirla.
    - Decido io come sempre! - E non voleva ammettere repliche, come sempre. - Recentemente in una missione ho conosciuto un Genin del Villaggio che si è offerto di accompagnarmi a fare Shopping una volta tornati al Villaggio. Ed è giunto il momento di far mantenere questa promessa… due ragazzi che mi mantengano gli abiti fuori dal camerino dovrebbero bastare! - Ovviamente provò ad arpionare il braccio del ragazzo per evitare eventuali fughe. Era risaputo che lo Shopping era il peggior incubo di ogni individuo di sesso maschile. Per qualche strano motivo il genere maschile credeva che i nuovi indumenti si materializzassero come d’incanto nel guardaroba. Ed invece andavano comparati, provati e riprovati.
    Iniziò ad incamminarsi verso l’abitazione del Kinryu. Aveva letto la sua scheda anagrafica in Amministrazione prima della partenza per l’Avamposto del Varano squamato. Quindi sapeva dove risiedeva l’evocatore di Kitsune. Solo dopo essersi assicurata che Youka-kun non desiderasse scappare via lo lasciò libero, qualora fosse riuscita a trattenerlo per il braccio, altrimenti non si sarebbe fatta problemi a trascinarlo con sé con ben poco tatto. - Parlami di te. - Interruppe improvvisamente. - Non abbiamo mai avuto modo di conoscerci oltre il campo di addestramento. Eppure custodiamo tanti segreti.. - Come la notte al Ventaglio Segreto, le bizzarre vicende al Tempio dell’Unico credo e tante altre avventure passate insieme. - … Vivi con i tuoi genitori? Hai parenti fuori da Villaggio? - Domande di rito. - Tempo fa quando ti ho visto per la prima volta nell’orto di Onoko-san ho subito pensato che eri uno straniero. Hai tratti un po’ diversi dai nostri.. forse sarà per i capelli albini. Ma non ti ho mai visto in giro quando ero piccola. - Concluse con sincera curiosità.
    La Fuyutsuki aveva deciso di sfruttare quel tragitto per scambiare qualche parola con l’albino. Mostrò un pacato sorriso. Avevano tutto il tempo per confrontarsi, almeno fino a quando non raggiunsero la residenza del Kinryu, che non si trovava poi troppo distante dal Chiosco di Ramen che frequentava assiduamente. - Siamo arrivati! - Si avvicinò alla porta per bussare.


     
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    II - Cosa esser tu?



    L’imbarazzo provocato dallo stupore di Youkai, mascherato malamente da una fallimentare battuta, venne fortunatamente coperto dalle due tutrici che parlavano del loro ruolo nell’educazione dell’albino.

    Fantastico, ora sono passato da idiota impacciato a idiota ignorante.

    Il ragazzo non riuscì a trattenere un facepalm quando Myo, chiacchierando, si presentò effettivamente come sua tutrice, sentendosi ancor più debole ed incapace di quanto non lo facevano sentire gli allenamenti con Ayuuki. Spinse leggermente col gomito la rossa, tossicchiando durante l’azione:

    Uhn… AH, quell’impegno che avevi detto? Non sei in ritardo? Non vorrei mai che ti aspettassero troppo.

    Fortunatamente la conversazione non si dilungò troppo a lungo, salutò la ragazza con un cenno della mano prima di rimettersela in tasca, leggermente chino su se stesso, visibilmente imbarazzato per tutta quella situazione. Non gli piaceva mostrarsi debole, nemmeno a colei che reputava come amica più intima. Aveva stretto qualche altra amicizia, ma il lungo tempo passato tra allenamenti e ciotola di consolazione finale col team 12 lo aveva spinto a convincersi che i due fossero i suoi due amici più cari.
    E, sparita l’unica testimone, arrivarono le minacce.
    Ayuuki era forse l’unica kunoichi capace di superare la sua “bolla” dello spazio personale, ma volgendo la situazione verso il terrore profondo più che verso un qualsivoglia altro tipo di intimità. Il ragazzo sembrò rimpicciolirsi, mentre un sorrisone a 36 denti si palesava sul suo volto, con tanto di gocce di sudore sulle tempie. Portò le mani avanti in difesa, ridacchiando nervosamente:

    Ah ah ah, spiritosa come al solito! Buona questa!

    Si riprese in tempo per commentare nuovamente il suo vestiario, stavolta a mentre più fredda. La fissò silenzioso per qualche secondo, annuendo tra sé.

    Beh, ti sta bene questo stile. Voglio dire… è più personale, le tute da allenamento sono così standard… Pfth. La mia me la sono cucita da solo.

    Ayuuki avrebbe potuto intuire come lui fosse più interessato alla moda rispetto ad altri maschi del villaggio. Intuizione rafforzata dalla proposta di sopping, alla quale il ragazzo, dopo aver frugato nel portafoglio per controllarne la quantità di denaro, annuì accondiscendente.

    Perchè no, con quello che ho guadagnato dall’ultima missione non mi dispiacerebbe prendermi un completo elegante.

    Seguì la Fuyutsuki con passo rilassato, irrigidendosi dopo la domanda improvvisa.

    ...Cosa?

    Si guardò attorno, come se si aspettasse che la domanda fosse rivolta a qualcun altro. Poi arrivò la seconda domanda, che lo fece arretrare appena. Si sforzò di ridacchiare, indeciso sul dafarsi: dato il loro livello di relazione, dove i due iniziavano a fidarsi l’uno dell’altra, forse era il momento di approfondire le conoscenze della vita privata. In fondo a lei lo doveva, si stava impegnando molto per farlo tornare forte come un ninja che si rispetto (con metodi più che discutibili), perciò si schiarì la voce, facendosi coraggio e riprendendo il passo.

    Beh, uhm… Vivo da solo. I miei genitori? Non ne ho idea. Fece spallucce. Ho perso la memoria durante una missione. Uno… sciamano pazzoide mi ha salvato la vita a Genosha, e dal mio equipaggiamento è arrivato a capire che probabilmente fossi di Konoha. Ma quando sono arrivato qui nessuno sembrava conoscermi, nemmeno di vista. Voglio dire, sono rimasto un anno in ospedale tra riabilitazioni e cazzate ma non hanno trovato nulla su di me! Io purtroppo non riuscivo a ricordare nulla, ma dicono fosse normale, due anni di coma hanno danneggiato la mia memoria, forse irreparabilmente.

    Fece una piccola pausa, raccontò il discorso come fosse una normalissima conversazione, senza sbalzi d’umore negativi o alcun segno di malumore. Proseguì, e se si fosse accorto del volto stupito della ragazza, l’avrebbe traquillizzata portando le mani avanti.

    Ma non mi pesa la cosa! Voglio dire… Sì, un po’ ci sono rimasto male nel vedere che nessuno mi conoscesse. Ma mi sto ricostruendo una vita come riesco, i tuoi allenamenti poi mi aiutano a mantenermi più che in forma, e… Myo mi insegna tutto quello che devo sapere, dalla storia di Konoha, fino alle tecniche basilari e i vari clan che esistono qui. Eheh, se non me lo insegnasse lei, probabilmente sarei dovuto andare a scuola insieme ai dodicenni per imparare tutto.

    Lasciò la parola ad Ayuuki, prima di riprendere con delle scuse.

    Mi dispiace non avertelo detto prima. Mi fido di te, semplicemente è un discorso che preferisco evitare. Oramai mi importa poco recuperare la mia vecchia identità, magari scopro che questo non è nemmeno il mio vero nome, diventerei un pazzoide con la doppia personalità.

    Scherzò sulla cosa, come amava sempre fare. Non apparve turbato, ma la sua ultima affermazione nascondeva una piccola bugia: voleva davvero sapere chi fosse prima dell’incidente, forse curiosità, forse voglia di scoprire che davvero aveva un’identità e non era un nessuno qualsiasi. Ma ancora nessuna novità gli era stata recapitata dall’Amministrazione, non poteva fare altro se non aspettare.
     
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    Ospiti inattesi ~ Post 3


    L'atmosfera sembrava essersi rasserenata nel salotto di casa Kinryu dopo qualche minuto di imbarazzo, forse immotivato, vissuto dai due giovani. Shin ripose la teiera e le tazze nel lavabo, avrebbe ripulito tutto una volta congedata l'amica. Affacciandosi sulla scala che dalla cucina saliva al piano superiore chiamò a voce alta la sorellina, dicendole di scendere perché voleva presentarle una persona. In lontananza giunse una risposta altrettanto sonora, ma più squillante. Ora scendooo! Il ragazzo sospirò, ma decise di fidarsi. Mentre tornava sui suoi passi verso il salotto sentì dei discreti colpi alla porta. Yukichi, che in un angolo della stanza cercava di decifrare con scarso successo i kanji di un libro per bambini, probabilmente appartenente a Aruhina, alzò gli occhi dal suo studio fissando l'evocatore. Bussano. Shin inclinò leggermente la testa, indeciso se stesse ribadendo l'ovvio per prenderlo in giro, cosa che la kitsune sembrava adorare, oppure fosse sinceramente convinto che non l'avesse sentito. Ho notato. Il ragazzo volpe biondo chiuse il libro con fastidio, ricambiando lo sguardo del giovane. Ed hai intenzione di andare ad aprire? Guarda che sono una kitsune guerriera io, mica un maggiordomo. Ho già fatto la mia buona azione quotidiana. Il genin alzò gli occhi al cielo, rassegnato. Vado, vado. Strano però, non aspettavamo altri ospiti oggi. Mentre il suo interlocutore riapriva il tomo pieno di figure Shin si diresse a rapidi passi verso l'ingresso. Sbaciando la porta, studiò la situazione. Con sua immensa sorpresa si ritrovò davanti la faccia di Ayuuki, con alle sue spalle un ragazzo sconosciuto, ma dall'aria certamente strana. Per un istante fu tentato di richiudere l'anta facendo finta di niente, ma era conscio che un gesto del genere lo avrebbe costretto a dare spiegazioni ai suoi genitori sul perché la porta principale era stata divelta da un pugno. Non che non fosse contento di vedere la compagna di missione, ma in quel momento si stava prendendo del tempo per rinsaldare i rapporti con Kairi. Dopo aver soppesato tutte le possibilità in una manciata di secondi, prese infine la decisione migliore, o la meno peggio. Spalancando l'uscio accolse la giovane con un sorriso. Ayuuki, quale sorpresa! Poi si rivolse all'albino, cercando di mascherare la sua curiosità. Se quello avesse pronunciato il suo nome il foglioso avrebbe presto fatto il collegamento tra quanto la Fuyutsuki gli aveva raccontato in missione e la persona che gli stava ora di fronte. Piacere di conoscerti! Dentro di sé provava un'enorme compassione per quel povero ragazzo. Se aveva imparato a conoscere la veterana nei pochi giorni che avevano passato fianco a fianco, non dubitava che lo usasse regolarmente come sacco da boxe. Esauriti i convenevoli, si arrese e, sempre con un sorriso, fece segno ai due di entrare. Prego, seguitimi, così potremmo parlare con calma senza restare sul ciglio della strada. Mentre li guidava verso la sala passarono di fianco a Yukichi, che aveva capovolto il libro nella speranza che quegli strani simboli gli rivelassero il loro segreto. La volpe alzò appena lo sguardo per scrutare i nuovi arrivati, ma ispirò profondamente per registrarne l'odore. Purtroppo avevo già un ospite, ma potete fermarvi un attimo se volete. Giunti nella sala vi trovarono Kairi, seduta sul divano, con a fianco una bambina di quasi sette anni e una piccola volpe che non la perdeva di vista un secondo. Le due erano appena scese e si erano subito fatte incontro all'Uchiha. Oh ma che bei capelli che hai! Sembrano seta! Lo sguardo della bimba era pieno di ammirazione per la lunga chioma corvina di Kairi, e non si fece riguardo ad avvicinarsi ulteriormente per toccarli. Shamada fu la prima, grazie ai suoi sensi da cacciatrice, ad accorgersi dei nuovi venuti. Con il pelo ritto per terrore riconobbe la genin. Oh kami, è la pazza. Inari salvaci. Com'era scontato data l'indole selvatica e le conseguenti lacune in galateo non aveva avuto l'accortezza di parlare a bassa voce. Shin, preoccupato per la propria dimora, appoggiò con circospezione la mano sul braccio della Fuyutsuki. Ti prego, qualsiasi cosa accada non distruggermi la casa. Se non per me, farlo per la bambina. Con lo sguardo si spostò verso l'interessata, che a sua volta si era resa conto della presenza di altri due estranei. Correndo, si portò a fianco del fratello, che la presentò tanto a Kairi quanto ad Ayuuki. Questa è mia sorella, Aruhina. Loro sono tutti miei colleghi sai? Sorrise alla piccola, che nel frattempo squadrava ad uno ad uno i ninja convenuti alla sua presenza. Il Kinryu lasciò che fossero gli altri a presentarsi, cortesia ricambiata dalla bambina con un piccolo inchino.


    Sono contenta di conoscere gli amici del fratellone, non porta mai nessuno a casa. La sua curiosità era evidentemente attratta dalle due ragazze, che studiava senza ritegno come se stesse cercando di capire qualcosa che sapeva solo lei. Notandolo, il genin si abbassò alla sua altezza. Hina, non è educato squadrare la gente così. Quella, poco persuasa, si voltò verso di lui con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono. Onii-chan, qual'è delle due la tua ragazza? Nella sala calò per un istante un silenzio sovrannaturale e parve che avesse preso a soffiare un'aria gelida proveniente direttamente dalle lande ghiacciate di Genosha tale fu il brivido lungo la schiena provato dal genin. Shin era pietrificato al punto che il sorriso che aveva in volto non era scomparso, ma si era congelato per la sorpesa e l'imbarazzo. Eh? Non riuscì ad articolare niente di più articolato, anche il cervello era stato ghiacciato dalla folata gelida prodotta da quella domanda. Shamada si mise un zampa davanti al muso, scorlando piano la testa. Il ragazzo fissò la volpe pregando che si traformasse in una vanga e gli desse una mano a sotterrarsi. Gli ci volle un minuto buono per riprendere il controllo. Con gli occhi socchiusi a mezzaluna ed un sorrisetto tirato sulle labbra diede una pacca sulla testa della sorellina, di fianco alla quale era ancora inginocchiato. Torna di sopra a finire i compiti signorina. Quella fece per mettere il broncio e protestare, ma ora gli occhi del fratello maggiore scagliavano dardi infuocati e sul viso aveva un ghigno omicida. Dai vieni con me, non mi hai ancora persuaso che due più due faccia quattro. La kitsune, felice di avere una scusa per sfuggire alle grinfie della Fuyutsuki si mise dietro la piccola ed iniziò a spingerla fuori dalla stanza con la testa. Ma ma...io volevo rimanere qui con gli amici del fratellone... La sua voce si perse in lontananza man mano che la volpe la trascinava in cucina e poi su per le scale. Shin rimase a salutarla con la mano mentre scompariva, felice di essersene liberato e meditando la sua vendetta. Visto che era un piatto da gustare freddo, avrebbe atteso il primo ragazzo che avrebbe portato in casa, fosse anche tra dieci anni. Annuì tra sé e sé, felicitandosi del suo piano malvagio, quindi si voltò verso i suoi ospiti, pretendendo che gli ultimi cinque minuti non fossero mai esistiti. Battè un palmo sull'altro, inclinando al contempo il collo e sorridendo. Voi non avete fame?

     
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    Sorelline Chiaccherone

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    Le piaceva proprio l'allegra situazione familiare che c'era in quella famiglia, il classico rapporto fra fratello e sorella che in qualche modo mancava nella sua vita. Le venne anche da ridere nel sentire il battibecco fra l'amico e la kitsune, che a quanto pare non aveva proprio voglia di farsi ulteriormente trattare come un maggiordomo e lo fece chiaramente intendere a Shin.
    In qualche modo stare assieme all'amico la rilassava sempre, apprezzava il suo modo di fare semplice e sincero. Quando il ragazzo si avvicinò alla porta per aprire si limitò ad una semplice domanda Se ci sono imprevisti possiamo vederci un'altra volta, non voglio disturbare le sarebbe dispiaciuto allontanarsi visto la bella atmosfera della famiglia, ma allo stesso tempo non voleva sentirsi un peso.

    Non ascoltò la conversazione del ragazzo alla porta, distratta dalla presenza di una bambina che aveva da poco sceso le scale, che in maniera piuttosto ovvia doveva essere la sorella di Shin Cavolo, che bambina carina! la piccola era decisamente tenera, e non si stupì del fatto che l'amico le volesse così bene e tenesse così tanto alla sua protezione, come le aveva confidato qualche tempo prima proprio al ventaglio.
    La bimba dimostrò grande ammirazione per i capelli della ragazza, finendo con il farla arrossire: i complimenti spontanei di quel tipo la mettevano sempre in imbarazzo, anche se in senso buono Ehm...grazie!rispose con un sorriso, lasciando avvicinare la bambina senza troppi problemi, le piaceva come persona sin dal primo sguardo.

    Fu solo al commento della volpe riguardante una pazza che si girò, accorgendosi infine degli ospiti appena arrivati. Si alzò dalla poltrona allontanando gentilmente la sorellina di Shin, per poi fare un inchino ai nuovi arrivati Piacere, io sono Kairi Uchiha. Non sapevo Shin aspettasse altre visite! esclamò, osservando i due nuovi arrivati.
    Non aveva mai visto prima il ragazzo albino, ma conosceva invece la ragazza: era la stessa che aveva visto al Ventaglio segreto quella sera, doveva trattarsi di Ayuuki la genin veterana di cui le aveva parlato poco prima l'amico. Decise di far finta di nulla per evitare imbarazzanti teatrini, ed aspettò semplicemente che fossero i nuovi arrivati a presentarsi, probabilmente la ragazza non l'aveva neppure notata quella volta al locale. Eppure era convinta di aver visto entrambi, sia lei che l'albino, in in'altra occasione tempo prima, anche se proprio non riusciva a ricordare quando fosse stato...

    Fu la seguente domanda di Aruhina a far cadere un silenzio imbarazzante nella sala, e Kairi poté notare l'evidente disagio formarsi sul viso di Shin, che parve sbiancare finendo con l'immobilizzarsi come una statua esattamente come fece l'Uchiha, che allo stesso tempo si trovò in una situazione estremamente imbarazzante. Se Ayuuki fosse effettivamente stata la ragazza di Shin, cosa avrebbe pensato vedendola da sola con lui? Avrebbe avuto ogni diritto di essere adirata.
    Osservò la volpe portare su la sorellina con evidente disappunto di quest'ultima, per poi passare lo sguardo prima su Shin poi sugli ospiti cercando in qualche modo di studiare le reazioni del trio e capire quale fosse la migliore strategia da attuare. Ma perché in accademia le avevano insegnato ogni tipo di cosa tranne come fare ad uscire da simili situazioni?!

    Cogliendo al balzo la palla offerta da Shin riguardante il cibo, cercò anche lei di togliersi da quella situazione così particolare Non mi dispiacerebbero un paio di biscotti assieme al thè, in effetti. E' sempre bella una merenda fra amici, no? disse rivolgendo un sorriso al Kinryu, cercando allo stesso tempo di sdrammatizzare l'accaduto e di far capire alla ragazza appena giunta quanto fra di loro vi fosse una semplice amicizia: l'ultima cosa che voleva in quel momento era una eventuale scenata, e non sapendo quale fosse il rapporto fra i due decise di mettere le mani avanti.
     
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    III ~ Sincere confessioni: Gelo ed imbarazzo nella Residenza Kinryu


    F

    u piacevole scambiare qualche parola con Myo-chan. Anzi fu molto piacevole conoscere qualcosa della quotidianità e delle persone che frequentava Yuki-kun fuori dal campo di Allenamento. Passavano ormai molte ore insieme al giorno per temprare l’affiatamento come squadra. Ma non si era mai domandata come passasse le giornate l’albino o cosa pensasse realmente delle cose più semplici della vita. Perché oltre all’allenamento, al sudore ed al sangue che versavano durante le Missioni, c’era una vita da vivere ed un Ninja non poteva permettersi rimpianti, ripensamenti o debolezze. Solo in quel momento si rese conto di non conoscere realmente quella testa vuota.
    E l’incontro con la sua tutrice fu molto piacevole, anche se non capiva la reale utilità per uno Shinobi avere l’aiuto di quella donna. Lo allenava in altri campi? Infondo il Taijutsu non era la specialità dell’albino. Ma non ebbe il tempo di chiedere ulteriori dettagli alla ragazza, visto che fu letteralmente mandata via da un Youkai-kun piuttosto imbarazzato. Non aveva mai visto il suo viso albino rosso per l’imbarazzo. Raramente balbettava. Aveva una lingua piuttosto sciolta e gambe altrettanto leste per fuggire via quando si rendeva conto di aver detto qualcosa d’inopportuno nei confronti della Kunoichi.
    L’atmosfera ritornò più o meno distesa, o almeno nel limite della “quotidianità” quando rimasero soli e la ragazza iniziò a minacciarlo. Una scena quotidiana, ma non c’era nessun Yamanaka a separarli stavolta. Forse per questo la Fuyutsuki si trattenne. - Non stò scherzando! Ti tengo d’occhio. - Assottigliò lo sguardo per lanciargli un ultimo chiaro segnale. Anche se indossava abiti “comuni” o normali, come Yuki-kun li aveva definiti, restava la stessa ragazza con cui si allenava ogni giorno. E questo era peggio di ogni minaccia di morte. - Pfff! - Sbuffò mentre decise che la prima tappa di questa giornata di libertà sarebbero stati i negozi nel centro cittadino. Ma prima dovevano andare a prendere Shin-kun, il ragazzo che aveva un debito da salvare.
    - Uhm? - Inarcò un sopracciglio. - Stai dicendo che stò meglio? Che sono più… bella? - Ebbe un attimo d’esitazione. Youkai-kun le stava facendo davvero un complimento? Solo in quel momento se ne era accorta. Ecco quale era il problema del loro rapporto. La Fuyutsuki traeva conclusioni affrettate ed il ragazzo non era abbastanza chiaro. Un forte fattore di fraintendimento e contrasti. Abbozzò un sorriso, mentre le sue guance si ravvivarono. Non riceveva spesso complimenti, forse perché tutti i suoi castelli amorosi erano caduti sul nascere. E non si era mai realmente guardata intorno. Puntava dritta verso la sua ossessione ed i suoi sogni amorosi con l’Hokage. Sicuramente ricevere qualche complimento, anche se era stato formulato nel peggior modo possibile, faceva piacere. - Immagino che debba… ringraziarti. - Abbassò stavolta lo sguardo in evidente imbarazzo. Ora era lei a balbettare come una ragazzina. Sospirò leggermente, scuotendo la testa e mostrando uno dei suoi migliori sorrisi. Un sorriso tranquillo, sereno. E forse era tutto merito dell’Albino che con questa giornata di libertà le stava cambiando l’umore. - La prossima volta cerca di essere più chiaro. E non abituarti troppo… non avrai altri ringraziamenti! - Orgogliosa e testarda come poche. Ma stavolta non lo squadrò torvamente, si limitò solo a sorridergli divertita. Youkai-kun che le faceva un complimento, mancava solo che le dieci teste degli Hokage cadessero dal promontorio. Sarebbero state le ventiquattrore più folli della sua vita. Aveva un brutto presentimento.
    Si stupì quando non dovette trattenerlo per un braccio e portarlo a fare compere. Solitamente il genere maschile era poco propenso a perdere tempo in un negozio per provare e riprovare degli abiti nella speranza di dimagrire a vista d’occhio. Ma Youkai-kun non sembrava affatto turbato di passare un pomeriggio interno alle calcagna di un’adolescente pronta a spendere tutto il suo stipendio. - Pensavo che avrei dovuto trascinarti.. ed invece? - Era ancora lì. Anzi la seguiva di sua spontanea volontà. - Sei pieno di sorprese! - Dovette ammettere con un sorriso prima di passare a discorsi decisamente più seri.
    Purtroppo con quelle domande aveva toccato involontariamente una nota dolente per l’albino. Forse non doveva essere troppo indiscreta. Ma lei era fatta così. Ed a giudicare dalla sua prima reazione quasi si pentì di aver fatto quelle domande. Quindi assunse una espressione seria, incoraggiando il ragazzo con un debole sorriso. Non doveva confidarsi per forza. Avrebbe accettato anche una battuta evasiva. Ed invece l’albino iniziò a svelare parte del suo passato che giustificava un po’ la sua improvvisa comparsa a Konohagakure no Sato, l’utilità di Myo-chan ed anche la sua testolina fin troppo leggera alcune volte. - … - Rimase leggermente senza parole. Dovette arrestare il passo. Le labbra si schiusero leggermente e gli occhi sgranati. Iridi cristalline che cercarono quelle violacee del ragazzo. Non aveva mai pensato che l’Albino avesse una storia così difficile alle spalle. Non ricordava più nulla. Aveva rischiato di morire in una missione ed era salvo solo per miracolo. Qualcosa di ben peggiore dei suoi “problemi”. Lei fortunatamente aveva ancora una famiglia, anche se assente. Aveva ancora una speranza nel trovare la sua Oneesan, anche se era una Nukenin del Villaggio della Foglia. Lei aveva una scelta, invece Youkai-kun no. Doveva accettare quella nuova vita fino a quando i suoi processi mentali non saranno completamente guariti, ammesso che riuscirà un giorno a recuperare la memoria, la sua vecchia vita.
    - Mi.. Mi Dispiace. - Cosa dire? Era una situazione imbarazzante. Abbassò lo sguardo osservando la punta dei suoi sandali bianchi. Il piede destro si mosse leggermente ed i pugni si strinsero. Non era arrabbiata. Sicuramente non con l’albino. Era semplicemente arrabbiata con se stessa. I tasselli della sua vita erano stati messi alla rinfusa su un tavolo e poteva ancora rimetterli insieme: Rendere orgoglioso Ryuuhei-sama, Far guarire Natsumi-san dal suo dolore e riportare a casa Ai-chan. Invece per Yuki-kun era come un tavolo vuoto, un quadro sbiadito ed irrecuperabile. Il cuore iniziò a martellarle il petto ed uno nodo alla gola le impedì di prendere parola. Fu costretta a sedersi su una delle panchine ai lati della strada. - Sediamoci. - Una semplice richiesta. Shin-kun e lo Shopping potevano attendere. Perché anteporre sempre se stessa a tutti? Aveva sofferto molto per il tradimento della Sorella ma Ai-chan aveva avuto presumibilmente la facoltà di scegliere. Invece quel ragazzo dallo sguardo violaceo aveva perso realmente tutto. Lei aveva ancora una famiglia dove tornare, delle solide radici e qualcosa per cui lottare. - Perché sei tornato qui? - Chiese improvvisamente con un sospiro. - Non c’era più nulla che ti legava a questa Terra. Per cosa combatti ora? - Stava chiedendo all’Albino di tradire? Assolutamente no. Sperava di ottenere risposte che forse sua sorella non le aveva mai dato.
    - Sono l’ultima discendente del Clan Fuyutsuki. Un tempo la mia Famiglia era amata e rispettata da tutti qui al Villaggio.. almeno fino a quando qualche anno fa mia sorella maggiore, Ai-chan, ha deciso di tradire la Volontà del Fuoco, gettando disonore su tutti noi. - Era la prima volta che parlava apertamente con qualcuno del suo passato. Non lo aveva confidato a nessuno, se non all’Hokage, l’uomo a cui aveva giurato fedeltà eterna. Sospirò. Il discorso si faceva sempre più difficile, ma sapeva che solo Youkai-kun poteva capirla. Anzi i Kami lo avevano sottoposto ad un supplizio ben peggiore. - Adoravo mia sorella… questa maglietta è sua. L’ho provata un centinaio di volte quando ero più piccola.. perché desideravo essere proprio come lei.. una fiera Kunoichi del Paese del Fuoco pronta a lottare per il proprio Villaggio. - Gli occhi irrimediabilmente diventarono lucidi. Ma aveva smesso di piangere, ormai da tempo. - Continuo ad adorare mia sorella nonostante tutto ancora oggi. E troverò il modo per riunire la mia famiglia e ristabilire l’onore del Clan. - Con un filo di voce. - Combatto per questo. - Una confessione che era riuscito a strappare solo quel ragazzino dallo sguardo apparentemente vuoto. Abbozzò un sorriso. Si avvicinò a lui e provò ad abbracciarlo, poggiando la testa sulla sua spalla. - Non importa tu chi sia stato. Per me sarai sempre Yuki-kun! - Provò a stringerlo. Solo ora trovava le parole adatte per rispondere alle confessioni che le aveva fatto. Ora avevano qualcosa per cui lottare, confessioni che avrebbero consolidato il loro rapporto.
    Rimasero per alcuni minuti in silenzio, prima che la Fuyutsuki prese la decisione di alzarsi dalla panchina e riprendere la loro giornata di Relax. Invitò il ragazzo a fare lo stesso. Basta pensieri tristi, anche se l’Albino aveva raccontato tutto a cuor leggero. Ma forse era solo una maschera che utilizzava per accettare tutto ci che aveva vissuto. Gli sorrise. - Andiamo.. c’è un Kinryu da scovare e trascinare con noi! - Non era un buon presagio per il povero Shin-kun che conversava amabilmente con l’Uchiha davanti ad una buona tazza i Thè. Ma dettagli. In pochi minuti raggiunsero l’abitazione del ragazzo, o almeno c’erano buone possibilità che Shin-kun vivesse lì. Ricordava alla perfezione l’indirizzo. E sperava che i dati riportati sulla documentazione in Amministrazione erano corretti. Attese con pazienza, temendo di aver sbagliato uscio. Ma alla fine il ragazzo aprì la porta mostrando uno dei suoi migliori sorrisi e con gentilezza li invitò ad entrare. - Ohayoo Shin-kun! - Lo salutò con altrettanto entusiasmo. - Ti ringrazio per l’invito. - Fece un passo all’interno della Residenza dei Kinryu dando un’occhiata all’ambiente sobrio ed accogliente. - Lui è Yuki-kun.. il mio compagno di Team! Te ne ho parlato durante la nostra missione. - Si preoccupò di fare le presentazioni. Inarcò un sopracciglio non appena il ragazzo lo avvertì che non era solo. - Oh.. Ti disturbiamo in un momento inopportuno? Per caso hai invitato una ragazza e vuoi restare solo? - Diretta come sempre. Notava un certo “affanno” o una velata preoccupazione nei suoi occhi. Forse sperava di fare una bella figura nei confronti del suo ospite misterioso. - Comunque siamo venuti a prelevarti da casa. Credo sia giunto il momento di rendere onore alla tua promessa… ti aspetta un pomeriggio di Shopping! - Anche se il ragazzo dalla chioma argentea sembrava impegnato con qualcuno la Fuyutsuki non aveva nessuna intenzione di cambiare i suoi piani per la giornata. - Youkai-kun mi ha imposto questo giorno libero. Quindi non rovinarmelo e vieni con noi! - Era una chiarissima minaccia. Volete per caso deludere le aspettative della Fuyutsuki per il suo giorno di libertà?
    La situazione degenerò quando furono in un accogliente e tranquillo salotto. Shin-kun era in compagnia di una ragazza dallo sguardo scuro ed i capelli corvini. Capiva quindi la fretta di mandarli via. I soliti ragazzi. Ma ciò che turbò profondamente la Kunoichi era che rivedeva in quella ragazza un volto terribilmente noto. Le sfuggivano i dettagli, visto che si era ripromessa di dimenticare ciò che era accaduto al Ventaglio Segreto, ma lei era un possibile testimone. Allungò la mano verso le tasche. Dov’era il suo Portakunai? L’omicidio non le sembrava la scelta migliore. Ma lanciò un’occhiataccia a Youkai-kun. Era tutta colpa sua se si ritrovava nella stessa stanza con una ragazza che l’aveva vista semi-nuda e in modo indecoroso ad una festa. - Facciamo i conti più tardi.. io e te. - Mormorò a denti stretti contro l’albino. Che probabilmente non avrebbe capito perché quella minaccia piovuta a ciel sereno. Non aveva ancora fatto nulla. L’Uchiha dalla chioma scura si presentò con gentilezza, fortunatamente senza proferire nulla riguardo a quella notte. A fine serata aveva parlato con lei scambiandola per una versione femminile di Atasuke-sama, mentre la sua amica Miyo-chan cercava di farla ragionare. Ma avrebbe negato fino alla morte. - Ayuuki Fuyutsuki! Piacere di conoscerti. - Sorrise in direzione della ragazza.
    La situazione continuò a degenerare quando la Kitsune che aveva conosciuto in missione e la sorellina minore di Shin-kun interferirono con le loro parole prive di filtro. Il commento della Volpina non le fece affatto piacere, visto che durante il loro incontro l’aveva trattata con i guanti. Anzi si era offerta perfino di ospitarla a casa sua in caso di un prematuro decesso del Kinryu. E la sua gentilezza era stata mal ripagata. - Inizio a pensare che tutte le Kitsune siano stupide. - Nemmeno lei aveva filtri. Anche se proferire ad alta voce quell’insulto verso i discendenti di Inari non era una grande mossa, soprattutto in una residenza colonizzata da quelle dispettose volpine. Ma non aveva avuto piacevoli esperienze con quel popolo di animali-Ninja e Shamada era l’ennesima conferma. Spostò lo sguardo verso la bambina, molto più dolce e gentile. - Hajimemashite! - Si rivolse anche a lei con un sorriso. Un sorriso che si smorzò non appena la bambina cercò di capire chi tra lei e Kairi-chan era la fidanzata del fratello.
    Gelo ed imbarazzo. La Fuyutsuki osservò perplessa Shin-kun in cerca di conferme o smentite. Aveva davvero proferito qualcosa a riguardo del suo stato sentimentale con una bambina? Era risaputo che i bambini non riuscissero a mantenere alcun segreto. Strizzò gli occhietti verso l’Uchiha. Forse era lei la potenziale fidanzata di Shin-kun? Ora capiva come mai desiderava restare da solo con lei. Intuito femminile. Era infallibile. Ma notò lo sguardo dell’Uchiha cadere su di sé, con una certa insistenza. Forse aveva mosso in lei una forma di arcaica gelosia per la contesa del Kinryu. O almeno questa fu una sua impressione a cui non diede adito. Preferì chiarire fin da subito, visto che la situazione si era fatta decisamente imbarazzante per tutti. - Oh.. no no… Io e tuo fratello chi conosciamo solo da pochi giorni. - Confutò quindi ogni dubbio sulla loro eventuale tresca amorosa. All’Accampamento del Varano squamato avevano ben altro a cui pensare. - Ed assolutamente non sono la sua fidanzata. Forse il suo Medico di Fiducia.. visto che non ha fatto altro che ferirsi durante tutta la durata della nostra missione. - Cercò di trattenere una cristallina risata. Aveva dovuto usare più e più volte il suo Kit di pronto intervento e i Ninjutsu medici per guarirgli le ferite che riportava durante gli addestramenti.
    - Vuoi unirti a noi? - Si rivolse direttamente a Kairi-chan stavolta. - Stiamo per andare a fare Shopping. - Aveva già deciso. E lo aveva fatto per tutti. Abbozzò un sorriso in direzione della ragazza. Ad una giornata di shopping nessuno poteva rifiutare o almeno nessuna ragazza sana di mente avrebbe rifiutato. - Ho bisogno di qualcuno che mi consigli gli abbinamenti adatti. L’opinione di un’altra ragazza è importante! E poi troveremo qualcosa di davvero carino anche per te! - Era pronta a trascinare tutti per le botteghe delle sarte di tutta Konohagakure no Sato.


     
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    III - Just be yourself



    Youkai era bravo coi complimenti, di solito. Far sentire bene chi aveva davanti, elogiarlo, per poi sfruttare l’ego per ottenere quello che voleva. Il suo problema arrivava coi complimenti sinceri, li esprimeva in maniera impacciata, rischiando di ottenere l’effetto opposto. Fortunatamente Ayuuki intuì ciò che lui aveva tentato di dirle più o meno apertamente, costringendolo a distogliere lo sguardo leggermente imbarazzato.

    Eheh… Devo allenarmi anche in questo? Mi farò bastare il primo ringraziamento.

    Era riuscito a farla sorridere, esperienza nuova. Non quel sorriso che gli faceva quando lui riusciva a fuggire troppo lontano, e lei si ingegnava sforzandosi di addolcire la voce per attirarlo a se e picchiarlo. Stavolta era sincero, e dalla sua reazione non sembrava abituata a quel genere di complimenti. Forse la colpa era quella del suo intenso allenamento, stava sempre al campo di addestramento con loro, e se non c’era era in missione per conto di qualcuno. Aveva sicuramente pochissimo tempo da dedicare a se stessa e vantarsi allo specchio, cosa che al contrario divertiva Youkai. Come sarto poi, osservarsi di continuo era un’abitudine, mentre provava i diversi vestiti che creava o solamente modificava per adattarli alle sue esigenze.
    Sorrise soddisfatto quando la Fuyuutsuki si complimentò con lui per l’aver accettato un pomeriggio tipicamente femminile.

    Beh, come sarto non posso dire di no ad una simile richiesta. Quelle poche volte che mi lasci libero dagli allenamenti e Myo non mi rapisce per le sue lezioni, aiuto un vecchio nella sua bottega, mi ha insegnato lui qualche trucchetto. Ma dice che imparo in fretta, probabilmente ho una dote innata. O forse mi elogia solamente per convincermi a tornare, non ne sono sicuro.

    E poi arrivò il momento di raccontare la sua storia ad Ayuuki. Fece qualche passo in più di lei, prima di accorgersi che si era fermata poco prima, incrociando il suo sguardo lucido che presto finì col fissare il terreno. L’albino tornò idietro frettoloso, abbassandosi per farsi guardare negli occhi, sorridendogli lievemente preoccupato.

    E-ehy, va tutto bene! Guardami, sono ancora tutto intero, no? È questo quello che conta!

    La kunoichi si spostò verso una panchina, invitandolo a fare lo stesso. Il ragazzo la seguì senza problemi: era chiaro come non volesse farle pesare la sua storia, come lui stesso cercava di prenderla con leggerezza. Solamente qualche volta, quando era solo e ci pensava troppo a lungo, aveva qualche ricaduta, sentendo molto di più il peso di quella perdita di memoria, e l’odio verso l’uomo che gliel’aveva portata via.
    Si fece pensieroso alla sua domanda, cercando le parole giuste:

    All’inizio sono arrivato perché credevo avrei trovato qualche informazione sul mio conto, naturalmente. Poi non lo so… Restarmene un anno in ospedale mi ha dato tempo di pensare. All’inizio mi sentivo molto vendicativo, mi sentivo determinato a ritrovare quest’uomo e ucciderlo, ma so bene che ciò non mi restituirà il mio passato. Poi, riflettendo su ciò, ho capito che era inutile sperare di ritrovare tasselli mancanti dell amia memoria, ed era ora di crearne di nuovi. Mi sono lasciato illudere un’ultima volta, Raizen stesso ha detto che si sarebbe occupato di cercare frammenti del mio passato, ma non mi importa cosa uscirà. Insomma, magari il mio vecchio me non corrisponde a ciò che sono ora. ...E poi il mio vecchio me magari nemmeno mi piace, preferisco lasciarlo lì dov’è e godermi il mio presente. Diciamo che… combatto per definire il mio nuovo me.

    Ayuuki iniziò a parlargli della sua famiglia, mentre Youkai la scoltava incuriosito. Anche lui non sapeva quasi nulla della ragazza, e per quanto per lei potesse essere poco piacevole parlare dei suoi problemi, l’albino era pronto a cercare di tirarla su di morale. Ma c’era poco spazio per le battute in quel momento, un rispettoso silenzio era forse la decisione migliore. Trovò cosa dire solo nel momento in cui parlò di quanto volesse somigliare alla sorella: le prese le spalle con delicatezza, portandola a voltarsi verso di lui, e parlandole con un sincero sorriso stampato sul volto.

    Aspetta, senti, rispetto moltissimo ciò che provi per lei, e nonostante non sappia cosa possa averla convinta a spingersi a tanto, se condivide anche solo un quarto del tuo carattere sono sicuro che lo abbia fatto per una buona causa. Ma non cercare di somigliarle, non cercare di somigliare a nessun altro se non a te stessa. Prenditi un giorno a settimana per smettere di essere una ninja della foglia e goditi l’essere Ayuuki.

    Non sapeva quali altre parole usare per cercare di risolevarle il morale. Conosceva fin troppo poco la storia di sua sorella e di ciò che era successo, tuttavia sentiva che quello non era il momento adatto per approfondire la cosa, e preferì deviare verso una delle cose che probabilmente turbava la kunoichi senza nemmeno che lei lo sapesse. E chi meglio di qualcuno che stava reinventando se stesso dopo aver perso la sua identità poteva darle un consiglio simile?
    La ragazza posò la testa sulla spalla di Youkai, facendolo irrigidire per un solo istante. Ricambiò l’abbraccio, ridacchiando al suo commento mentre la sentiva stringersi a se.

    Ce la farai, ne sono sicuro. E se vorrai sarò al tuo fianco per aiutarti.

    Sentiva come il tradimento della sorella sembrava pesare sulla Fuyuutsuki, e si sentiva pronto a darle una mano in caso di difficoltà. Sperava di non risultare troppo invadente, quella era stata la loro prima chiacchierata seria da quando si erano conosciuti, non voleva osare troppo, ma Ayuuki aveva bisogno di sapere che c’era qualcuno al suo fianco, pronto a supportarla.
    Sembrava molto più tranquilla quando decise che era giunto il momento di andare a disturbare il suo amico. Ridacchiando, l’albino la seguì, fino ad arrivare di fronte a casa di Shin. Sbirciò l’interno, restandosene sulla soglia fino a che non gli venne dato il permesso di entrare, salutando i presenti con un cenno della mano.

    Hey gente.

    Ayuuki si occupò della sua presentazione, mentre lui silenzioso studiava i presenti. Gli sembravano visi familiari, visti da poco, ma non riusciva a connetterli bene ad un volto che corrispondesse alla loro età attuale. Scosse la testa, scacciando quel pensiero, rispondendo a Shin:

    Eheh, devi parlare con la capa, era pronta a prelevarti da casa.

    Youkai si chinò a terra, poggiando le braccia sulle gambe, mentre con una mano chiamava a sé la piccola volpe dal pelo arruffato:

    Heeey, palletta di pelo! ...Oh, hai già conosciuto Ayuu, eh? Vieni qui, vieni, fatti accarezzare.

    Che fosse riuscito a rubare qualche coccola all’animale o fosse stato più sfortunato, si sarebbe rialzato, salutando con un cenno della mano anche la bimba appena arrivata; quest’ultima, vivacissima, fece una domanda che prese alla sprovvista tutti nella stanza. L’albino si guardò attorno, confuso, portando una mano avanti come a voler fermare la ragazzina dal proseguire.

    No, pulce, un momento. Com’è questa ragazza della quale ti ha sicuramente parlato il tuo fratellone?

    Era curioso. Dal commento della sua compagna di squadra poteva immaginare che si trattasse della ragazza mora, oltre al fatto di averli trovati soli ed aver trovato uno Shin che sperava di scacciare gli ospiti il prima possibile. Tutti i dati portarono a pensare che fosse questa Kairi l’obiettivo, ed una volta ragionato su ciò la posa del ragazzo si fece più morbida, soddisfatto.
    Mentre le due donne parlavano, il ragazzo colpì Shin con una leggera gomitata, sussurandogli in modo da non farsi sentire dalle altre due:

    Non prendertela, avrai altre occasioni per divertirtici. Ottima scelta comunque.
     
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    Giorno libero

    Merenda ~ Post 4


    Implacabile, Shin trascinò i suoi ospiti fuori dalla sua dimora uno dopo l'altro, ignorando qualsiasi possibile lamentela. Sulla soglia della porta, scambiò poche parole con la kitsune in forma umana con un tono che non ammetteva repliche. Io esco con i miei amici, prenditi cura di Haru con Shamada. Anche se è una piccola idiota è mia sorella e ci tengo a lei, quindi qualsiasi cosa succeda vi riterrò direttamente responsabili, intesi? La volpe, che solitamente avrebbe risposto a tono, deglutì sottomessa, infilando le mani in tasca e abbassando lo sguardo. Capito. Il Kinryu annuì e richiuse la porta alle sue spalle, volgendosi verso il nutrito gruppo di shinobi che si era casualmente radunato intorno a lui. Non aveva mai avuto molti amici da piccolo, ma sembrava in grado di gestire la situazione. Prima di qualsiasi attività abbiate in mente consiglio di fare il pieno di energie. Seguitemi, che vi porto in un posto speciale. Detto ciò si sarebbe incamminato, di fatto assumendo le redini di quella squadra ben assortita. Dopo aver perso il controllo per un attimo a causa della sorella dalla lingua troppo lunga non aveva intenzione che altri imprevisti rovinassero il suo giorno libero. In fin dei conti era contento di trascorrerlo in compagnia, anzi era proprio per quel motivo che aveva invitato Kairi, e gli altri erano stati una piacevole sorpresa. Mentre li guidava per un dedalo di strade secondarie, che conosceva come le sue tasche essendo quello il suo quartiere, avrebbe rielaborato le parole di Ayuuki. Shopping, si le aveva promesso qualcosa del genere, ma non avrebbe mai pensato che si sarebbe presentata a riscuotere così presto. Ma una promessa era una promessa, quindi si mise l'anima in pace, nella speranza però che non si aspettasse che le regalasse chi sa cosa. Scusa Kairi se ti abbiamo coinvolto in questa uscita improvvisata, spero di non stravolgere troppo i tuoi piani. In effetti non aveva pianificato nulla con la ragazza, ma neppure sapeva per quanto tempo aveva progettato di fermarsi da lui in origine. Si sistemò i capelli con un riflesso automatico. Doveva chiarire il malinteso con entrambe, ma in quel momento non ne aveva la forza. E, come se non bastasse, il compagno di team della Fuyutsuki lo fissava con un sorrisetto complice. Sospirò, non poteva farci nulla. Forse un gelato lo avrebbe aiutato a prendere coraggio, o almeno avrebbe soffocato la sua disperazione col cibo. Finalmente sbucarono in una strada più ampia delle precedenti, notevolmente affollata vista l'ora, su cui si aprivano ambo i lati numerosi locali e negozi. Ce n'erano per tutte le tasche: dal ristorante exra lusso in cui era richiesta la cravatta per entrare al modesto chioschetto di ramen in cui gli avventori erano suduti su alti sgabelli al banco. Il genin passo oltre ad entrambi, dirigendosi verso un canale che intersecava la via poco più avanti. A far angolo di fronte ad un basso ponticello pedonale si trovava un adorabile cafè gelateria che probabilmente l'Uchiha avrebbe riconosciuto all'istante. Si trattava dello stesso bar dove lei e Shin si erano ristorati dopo il loro scontro. La cameriera vestita da maid che si fece loro incontro, notando il ragazzo, si rallegrò che fosse tornato. Dopo esserci stato con Kairi, infatti, il Kinryu era divenuto un cliente abituale. Il giovane le sorrise di rimando. Grazie! Avresti un tavolo per quattro per favore? Possibilmente sotto ad uno degli ombrelloni esterni, così possiamo goderci l'ultimo sole prima dell'inverno. Vennero subito fatti accomodare nel posto migliore disponibile e dotati di listini. Shin si perse ad osservare l'acqua scorrere di fronte a sé, meditabondo, con un gomito appoggiato al tavolino. Interpellato, sarebbe stato però lesto a sistemarsi sulla sedia, comunicando la sua ordinazione. Per me una fetta di torta con la cioccolata e una capuccino, grazie. Socchiuse gli occhi a mezzaluna in un sorriso verso la dipendente. Ragazzi servitevi pure, offro io questo giro per scusarmi del disturbo. Non specificò cosa intendesse esattamente, se la figuraccia o l'averli praticamente trascinati fuori di casa. A quel punto avrebbe lasciato che fossero gli altri a conversare tra loro, intervenendo di quanto in quanto. Di sicuro né l'Uchiha né la Fuyutsuki si sarebbero trovate in imbarazzo come lui a chiaccherare tra di loro, ma l'albino invece costituiva un punto di domanda per il genin. Un paio di forchettate di dolce dopo, ripreso un po' di coraggio, gli rivolse la parola. Allora, come sei finito tra le grinfie di Ayuuki? Sorrise alla veterana, e ad un qualsiasi accenno di ostilità si sarebbe schermato con le mani per farle capire che scherzava. Era genuinamente interessato a conoscere meglio tutte le persone convenute con lui intorno al tavolo. Non significava forse questo farsi degli amici?

     
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    Nessuno degli altri presenti diede particolarmente peso alle parole della bambina, e fortunatamente l'atmosfera si tranquillizzò e tornò alla normalità abbastanza in fretta rispetto ai timori della ragazza. Ayuuki sembrava essere una semplice amica di Shin, così non dovette giustificarsi oltre per la sua presenza a casa dell'amico, anche se per un istante giurò di averla vista strizzare gli occhi verso di lei con aria sospettosa. Forse c'era davvero qualcosa fra di loro, ma volevano tenerlo segreto? Non avrebbe comunque indagato oltre, non volendo tornare in una situazione che sarebbe probabilmente stata imbarazzante per quasi tutti i presenti.

    Fu colta di sorpresa dalla proposta della Fuyutsuki Shopping? ribatté con aria interrogativa: non era mai andata prima in giro per negozi con nessuno, tanto meno con una ragazza che sembrava essere una sua coetanea a giudicare dall'aspetto. Aveva qualche vestito elegante e per ogni occasione, molti ereditati dalla madre, ma non aveva mai girato i negozi per il semplice gusto di farlo Si, perché no? Non ho impegni oggi sorrise. Sarebbe stata una buona occasione per fare qualcosa di nuovo e stringere nuove amicizie, Shin era l'unico genin con cui aveva stretto un minimo di rapporti a Konoha per il momento, paradossalmente la maggior parte dei suoi amici o conoscenti vivevano a Suna, Kiri ed Oto.

    Shin trascinò poi tutto il gruppetto fuori di casa, e quando il ragazzo si scusò Kairi scosse la testa con aria tranquilla Non preoccuparti avevo già preventivato che questo pomeriggio sarebbe stato senza particolari impegni, anzi mi fa piacere fare un giro assieme a voi. Siamo tutti genin qui, chi più esperto chi meno, o sbaglio? disse rivolgendo lo sguardo anche ad Ayuuki e Youkai: sapeva con certezza che la ragazza era una genin veterana, ma non aveva idea del grado del ragazzo, anche se vista l'età supponeva avesse anch'egli lo stesso grado.

    Non impiegò poi molto tempo per capire dove li stesse portando Shin, riconoscendo le strade che conducevano alla gelateria in cui si erano fermati dopo il loro primo scontro. Rivolse un sorriso all'amico non appena giunsero a destinazione Buona scelta Shin, qui fanno ottimi dolci e gelati era tornata in quel locale solo una volta dopo la loro merenda, assieme a Daikami quando gli aveva fatto visitare konoha. Chissà dov'era adesso quel lupo sgorbutico? Si ripromise di cercarlo il prima possibile, era da diversi mesi ormai che non si vedevano.

    Si sedette al tavolo dando un'occhiata al menù, e non appena il cameriere venne a prendere le ordinazioni fu rapida nel dare una risposta Una torta al cioccolato anche per me per favore, ma con qualche fragola sopra se possibile adorava quel frutto E da bere, un succo di frutta, il gusto che preferite si fermò poi qualche istante ad osservare Youkai, notando solo in quel momento i curiosi occhi viola. Aveva visto le iridi più strane, dallo sharingan al byakugan all'abilità degli Akuma a Kiri, ma era la prima volta che vedeva un colore simile.
    Ma non appena si accorse di stare fissando il ragazzo così insistentemente e resasi conto della maleducazione di un simile gesto distolse velocemente lo sguardo, temporeggiando qualche istante sul menù ancora sul tavolino e facendo finta di osservare i dolci Che colore curioso...ma non penso sia un oculare, a Konoha dovrebbero esservene solo due da sempre le innate che avevano a che fare con la vista la affascinavano come poche altre cose, ma dubitava che il ragazzo possedesse un'abilità legata ad esse, a meno che non vi fossero ancora tecniche a lei sconosciute persino del suo villaggio: non si sarebbe dovuta stupire più di tanto d'altronde, visto le cose che scopriva ogni giorno.

    Particolarmente introversa di natura e non essendo particolarmente abituata a stringere amicizie si rivolse verso Shin, evitando di fare un imbarazzante scena muta E' la seconda volta che mi offri qualcosa qui, la prossima volta tocca a me e non voglio sentire storie sorrise, rivolgendosi poi ad Ayuuki Shin mi stava parlando di te giusto poco prima che arrivassi, mi ha detto che sei un'ottima combattente. Finita questa giornata di shopping non mi dispiacerebbe chiederti qualche consiglio, è raro trovare altre kunoichi, sei la prima genin che conosco non ci aveva ancora fatto caso fino ad allora, ma aveva sempre e solo frequentato shinobi appartenenti al genere maschile, escludendo la chunin che l'aveva accompagnata durante la sua prima missione da studente, Shizuka. Da allora era scomparsa anche al villaggio e non si era mai più fatta vedere, chissà che fine aveva fatto anche lei.


     
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    IV ~ I will be myself: Kunoichi's Pride


    I

    l sorriso che la Fuyutsuki mostrò all’albino non aveva doppi fini. Capitava spesso che la Kunoichi durante un allenamento o un impeto d’ira fingesse di avere essersi calmata con un sorriso per poi colpire la sua vittima quando meno se lo aspettava. Era una subdola ma efficacie strategia e spesso Youkai-kun cadeva nei suoi tranelli. Ma ora si trovavano fuori dal campo di Addestramento ed il suo sorriso era estremamente sincero. Qualche volta ricevere un complimento giovava alla propria autostima, soprattutto per una donna nel fiore degli anni. Quindi apprezzò, anche se con evidente ritardo, il complimento dell’albino. Forse doveva imparare ad essere più chiaro nei complimenti, poteva essere facilmente frainteso. - S..Sarto? - Stavolta inarcò sopracciglio stupita. Non sapeva che la sartoria rientrava negli interessi del ragazzo. Non avrebbe scommesso nemmeno un Ryo. - Sarò ripetitiva… ma sei pieno di sorprese! - Ancora più stupita e confusa. Attese le dovute spiegazioni dal compagno di Team, che a quanto pare aiutava un sarto del centro cittadino con le sue commissioni. - Allora quando sarai diventato abbastanza bravo.. cucirai un vestito per me! - Chissà forse il vestito del suo matrimonio? Scacciò immediatamente quei pensieri. Si era ripromessa di restare con i piedi ben saldi a terra, aveva già avuto pesanti delusioni amorose nonostante uscisse appena dall’adolescenza. Era una ragazza sfortunata in amore.
    Ogni futile pensiero venne messo da parte quando Youkai-kun le concesse delle preziose e personali confessioni. Aveva un passato molto pesante e triste. Ed ancora una volta la Fuyutsuki fu costretta a schiudere le labbra per la sorpresa. Ma stavolta era una sorpresa diversa. Una storia triste, una memoria perduta. E lei non poteva fare nulla per far star meglio il suo compagno di Team. Sospirò prima di concedersi una pausa su una panchina appartata per confessargli parte della sua situazione familiare. Non si era mai confidata con nessuno riguardo il tradimento di Ai-chan, anche se tutti al villaggio ricordavano le sorelle Fuyutsuki che correvano per le stradine mano nella mano. Tempi lontani e felici. - Sei una persona coraggiosa Yuki-kun! - Confessò con un sorriso, mettendo da parte la velata tristezza che le offuscava lo sguardo. Inarcò gli angoli della bocca per tramutare quell’espressione triste in un semplice sorriso, un sorriso rassicurante. - Sei stato molto coraggioso a lasciarti dietro il passato e guardare il futuro. - Cercò di mettersi nei panni del ragazzo. I suoi studi in medicina le avevano insegnato anche l’empatia. Cosa avrebbe fatto al suo posto? Non riusciva a darsi una risposta. Quindi preferì rimanere in rispettoso silenzio ed accettare la sua decisione.
    Sentì le mani del ragazzo poggiarsi con premura e delicatezza sulle sue spalle. Erano faccia a faccia. Osservò la convinzione e l’affetto che trasparivano dalle sue iridi violacee. Desiderare di essere come Ai-chan poteva essere un’arma a doppio taglio e rischiava di dimenticarsi chi era Ayuuki Fuyutsuki. - Tranquillo.. sarò sempre me stessa. - Lo rassicurò. - E va bene.. mi prenderò del tempo per me stessa. - Acconsentì con un sospiro. Ma dentro di sé sapeva che l’Albino aveva ragione. Doveva riprendere le redini della propria vita e riordinare tutti i tasselli. Non poteva vivere solo per il Villaggio o la Radice. La sua fedeltà per l’Hokage era assoluta. Eppure in primis doveva essere fedele a se stessa, ai suoi sentimenti ed ai suoi sogni. Doveva solo ringraziare quel ragazzo che le stava di fronte. Aveva una testa sopra le spalle e non era tanto distratto come pensava. Sapeva ascoltare. Ed era un grande pregio.
    Abbracciarlo fu naturale, istintivo. Avevano condiviso qualcosa d’importante in quel pomeriggio di libertà e non si sentì affatto in imbarazzo per quel gesto. Forse qualche volta manifestare il proprio affetto per qualcuno era necessario. E Youkai-kun, insieme ad Inoichi-kun, erano due persone fondamentali per la sua vita. Anche se imponeva la propria tirannide quotidianamente. Ogni goccia di sangue o sudore che i loro corpi perdevano erano finalizzati alla loro crescita, per il loro bene. Sentì invece il corpo del ragazzo irrigidirsi. Forse non si aspettava un simile gesto. - Devo per caso insegnarti di nuovo ad abbracciare? Hai dimenticato anche questo? - Con una cristallina risata interruppe quel momento. Forse era il caso raggiungere il Kinryu e trascinarlo in un folle pomeriggio a Konoagakure no Sato.
    Arrivati nell’abitazione di Famiglia di Shin-kun, e dopo essere stati accolti, accadde di tutto. Ci furono mezze dichiarazioni filtrate dall’innocente voce di una bambina, la rabbia repressa della Fuyutsuki pronta ad esplodere in qualsiasi momento, una dispotica pretesa di andare a fare shopping, un Youkai coccoloso che amava giocare con le Kitsune ed una Kairi molto evasiva. Insomma quei quattro Genin riuniti in un unico posto erano un pericolo per se stessi e per gli altri. Ciò che iniziava ad essere una certezza era che Shin-kun avesse una pseudo-cotta per qualcuno. O almeno così sembrava. Sicuramente era improponibile un amore-lampo tra la Fuyutsuki e il Kinryu, visto che si conoscevano solo da pochi giorni. La situazione iniziava a divertirla. Si percepiva gossip nell’aria. Un motivo in più per coinvolgere anche Kairi-chan nella giornata libera della Kunoichi.
    - Bene! - E l’Uchiha accettò la sua proposta di unirsi al gruppo di Shinobi per passare un pomeriggio a fare Shopping. La Kunoichi congiunse le mani davanti al petto e fece un saltello di gioia, contenta di essere assecondata da tutti durante il suo giorno libero. Forse doveva prendersi più Weekend liberi e lasciarsi viziare dagli altri. Ma non era una ragazza dedita all’ozio. - Non te ne pentirai. - Forse Kairi-chan avrebbe giudicato da sola a fine giornata.
    Prima che la Fuyutsuki potesse aggiungere altro il Kinryu sembrava intenzionato a farli uscire presto dall’abitazione. Forse timoroso che la sua sorellina potesse spifferare qualche altro segreto. Le sorelline erano sempre pestifere ed impiccioni, anche lei lo era molto nei confronti di Ai-chan. Amava spiarla in giardino dalla finestra della sua camera per controllare le sue amicizie ed eventuali gossip amorosi. Ma sua sorella non era mai stata interessata o troppo attenta alla vita privata, visto che impegnava tutte le sue energie nel lavoro. Quindi in anni ed anni di spionaggio non aveva mai avuto particolari soddisfazioni come sorella-impicciona. - Buona idea! - Approvò subito la proposta del ragazzo dalla chioma argentata. Questo era stato un buon espediente nello sviare l’attenzione dalla situazione imbarazzante che si era creata, ma lei non demordeva, mai. Andare in una gelateria sicuramente l’avrebbe aiutata a ritrovare l’adolescente in lei. Quindi accettò senza troppi problemi ed iniziò a seguire il ragazzo. Durante il tragitto i quattro ragazzi scambiarono alcune chiacchiere. - Esattamente… Kairi-chan! Siamo tutti parigrado. - Anche se il peso dell’esperienza era ben diverso per i quattro Genin, ma non le sembrava il caso di parlare di “lavoro” in una giornata di assoluto relax.
    Dopo alcuni minuti si ritrovarono in un locale molto carino, che la Fuyutsuki non aveva mai avuto modo di frequentare. Era un locale ben arredato e con dei tavoli all’esterno che permettevano alla clientela di godersi l’ultimo sole estivo, prima dell’arrivo del periodo autunnale. Anche la cameriera era molto gentile ed inconsapevolmente rivelò un dettaglio che alimentò i suoi sospetti. Sia Shin-kun che Kairi-chan erano già stati in quel locale, anzi forse erano anche abituali clienti. - Ohayoo! - Salutò la giovane ragazza che li condusse con estrema gentilezza in uno dei tavoli con ombrelloni all’esterno. La Fuyutsuki si sedette insieme agli altri ed iniziò ad osservare il listino prezzi per decidersi sulla sua ordinazione. Aveva un intero stipendio di Ryo da spendere, ma fu ben contenta della proposta di Shin-kun. - Bene… allora io prendo un cono gelato al gusto di Anguria ed Amarena. - Amava la frutta di stagione ed i gusti decisamente freschi, anche se la giornata non era poi molto calda. Le temperature si stavano gradualmente abbassando con l’arrivo dell’equinozio. Attese la sua ordinazione mentre ascoltò con interesse le parole dei ragazzi. - Ehi?!? - Inarcò un sopracciglio alle affermazioni di Shin-kun. - Non ho rapito o costretto nessuno! Anzi sono stata costretta! Sono l’ignara ed innocente vittima di questa giornata di riposo forzata. - Quel lancio di moneta le era stato fatale. Un pensiero andava anche al povero Inoichi-kun che probabilmente era già in una medicheria dell’Ospedale a farsi curare la lussazione articolare. Lasciò il resto della storia a Youka-kun, lanciandogli qualche occhiataccia intimidatoria. Era meglio per lui che raccontasse solo ed esclusivamente la verità.
    Intanto Kairi-chan si rivolse direttamente a lei. Sembrava molto timida e riservata, un tratto caratteristico del suo Clan. Aveva conosciuto molti Uchiha, partendo dal suo Maestro, e tutti mostravano una certa compostezza e serietà nel relazionarsi con gli altri. Quindi ampliò il proprio sorriso per invitarla ad essere se stessa e non badare troppo alle formalità. - Fortunatamente conosco anche altre Kunoichi del Villaggio… - Anche Oboro, la donna-insetto della Radice, rientrava in questa lista. - … ed il Mondo Ninja è pieno di Shinobi. Ma noi Kunoichi ci distinguiamo per abilità e talento… siamo le migliori! Fa sempre piacere conoscere una propria collega. - Annuì con un lieto sorriso, rompendo finalmente gli schemi maschilisti che spesso si ritrovava ad abbattere quotidianamente nei confronti delle Ninja di sesso femminile. La via dello Shinobi era molto impegnativa, forse non adatta al gentil sesso. Ma in pratica era la donna più forte dell’intero locale in quel momento ed era pronta a sfasciare tavoli e sedie se qualcuno lo avrebbe messo in dubbio. Kunoichi’s Pride. - Mi sono imposta di non parlare di lavoro… quindi ti eviterò le solite domande sul tuo Nindo e delle motivazioni che ti spingono ad essere una Kunoichi. Sono certa che sono abbastanza forte da abbattere ogni pregiudizio. - Continuò con un sorriso. - Non ti ho vista spesso in giro. - Ammise con un sospiro. - Solitamente cosa fai dopo gli allenamenti quotidiani? Io ceno con i membri del mio Team oppure passo il tempo al Chiosco di Ramen con le mie Ex-compagne di Accademia! - Insomma era una normalissima ragazza, come tante della Foglia, nonostante il suo pericoloso lavoro. - Passeggiamo per le strade del Villaggio e ci fermiamo di fronte alla vetrina della Sartoria di Madam Hooch. Spesso ci sono dei completi Ninja davvero carini! - Le stava raccontando un po’ della sua quotidianità, anche se ultimamente l’aveva messa da parte per gli allenamenti. - Invece per quanto riguarda i consigli da Kunoichi a Kunoichi… - Iniziò a pensare alzando lo sguardo al cielo. - … Sii più furba dei tuoi nemici. - Concluse con un sorriso.


     
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