Un incontro a lungo atteso

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    ::: continua da qui :::



    Loxion Mikawa,
    tratto dal "Racconto di un Impero"





    Non è ben noto quando, ma secondo alcuni quell'incontro tanto desiderato alla fine si consumò. Eiatsu sarebbe tornato a casa e del futuro dei due paesi si sarebbe discusso in una stanza comune, quella da letto del capoclan Mikawa. Certo, pensare che gli equilibri di un continente non si fossero decisi in una sontuosa sala di qualche paese neutrale, magari al cospetto di tutti i Kage e sotto la supervisione dell'Accademia, si stenta a credere. Io stesso ebbi dei dubbi quando Omoi, il noto Jonin già da tempo più fedele al Mikawa che al Kage in carica, confessò al termine di una vita all'insegna del silenzio di questo incontro. Che poi, al tempo non era ancora ben chiaro se il reggente delle terre del Riso Nidaime-sama, di certo già scoperto per i suoi misfatti, fosse stato sconfitto o meno dai figli di Oto.
    In altri termini, in che vesti Aloysius si sarebbe presentato alla Montagna del Fuoco Kyuubi no Jinchuriki, il Decimo Kage di Konoha, è ignoto; a me piace pensare che i toni di quell'incontro, se mai fosse avvenuto, fossero quelli malinconici di un allievo desideroso di superare l'uomo che lo aveva fatto crescere e di un maestro troppo orgoglioso per promuoverlo tale.

    Dei loro trascorsi è cosa nota e, come si può evincere dai miei scritti, è chiaro che il rapporto tra i due era evoluto nel tempo in qualcosa che probabilmente nemmeno loro sapevano ben definire. Sebbene infatti Aloysius avesse deciso in un primo momento di abbandonare l'acerbo studente ad una triste fine, scongiurata da Jotaro (figura di collegamento importante, si rimanda a " I Jaku nel presente" per ulteriori dettagli), poi lo aveva salvato dal suo momento di follia al cospetto degli antichi Draghi fino addirittura a volerlo tra le sue fila. E questa dicotomica scelta si rispecchiava anche nelle scelte di Raizen, il quale aveva simbolicamente stretto la mano del Colosso per poi rinnegarla nel momento della chiamata. Un tipo di alleanza che il Mikawa era solito evitare, come dimostrano i suoi appunti sul Patto di Sangue, ma che, per qualche ragione, concesse all'allora chunin della Foglia. Tuttavia era innegabile che nel tempo i piani erano evoluti e le personalità consolidate...se da un lato Diogene avesse appena iniziato a guardarsi intorno, sviluppando la sua prima idea di Impero Otese, e fosse del tutto avulso alle difficoltà intrinseche del ragionare su scala globale, Raizen stava ancora finendo il suo percorso di maturazione, di quel periodo in cui si è pronti a qualunque impresa pur di arrivare in cima alla vetta.
    Di quei due Ninja quanto era effettivamente sopravvissuto?

    Per rispondere a questa domanda è di seguito riportata la trascrizione del fantomatico incontro, così come emerso dall'intervista. Si vuole sottolineare l'integrità della fonte che ha ispirato questo capitolo: non a caso fu proprio Omoi il ninja mandato dal Mikawa a Konoha per favorire l'acquisizione della Volpe a Nove Code.
    Durante la trattazione mi riserverò qualche spazio per annotazioni personali e spunti di riflessione al fine di rendere il lettore maggiormente consapevole di quanto stesse accadendo.


    ::: 9/35 dalla Fondazione, Villa Mikawa :::



    Di certo Rizen aveva intuito che le cose, per il Mikawa, non dovevano andare tanto bene. La magione era completamente trascurata e una palpabile atmosfera tetra era calata su tutta la residenza. Apparte ciò, alla Montagna non sarebbe sfuggito il movimento delle vedette appostate sulle cime più alte degli alberi e sulle torri della casa: la notizia del suo imminente arrivo, accompagnato da Eiatsu, era evidentemente arrivata dalle mura non molto tempo prima. Da lontano una squadra di ninja stava monitorando tutto e sembrava non volersi nascondere più di tanto ai sensi dell Jonin.

    Ancora prima di bussare alla porta, l'anta si sarebbe aperta per mano del maggiordomo Anteras, come sempre impeccabile nell'accogliere gli ospiti della Villa.

    " Hok...Hokage-sama, non aspettavamo una sua visita. Prego, si accomodi. "


    Disse con sguardo attonito, sebbene palesemente costruito: con ninja di quel livello costruire un castello di bugie non sarebbe servito a molto. Quindi sorrise, come a voler sottolineare la leggerezza di quella sua battuta, porgendo il braccio qualora i due avessero voluto lasciargli gli indumenti più pesanti. Avrebbe quindi guidato i due alla sala più piccola, quella sulla sinistra, la stessa dove molti anni prima Raizen e Drake erano stati "accolti" dal loro sensei.

    E qui il primo appunto. Drake Jo Ryouji è l'unico altro allievo considerato tale da Aloysius. Al contrario di Raizen, egli rifiutò la proposta del Mikawa e venne sottoposto al Patto di Sangue. Le sue avventure sono narrate in " Tra Fuoco e Sangue" nel ciclo del Kotetsu Bara.

    Anteras riusciva a mantenere il controllo in ogni situazione, per questo gli era stato affidato il compito di gestire gli ospiti della Villa. Infatti rispetto alla maggior parte degli altri gregari, preferiva la parola all'azione; sia ben chiaro, non a discapito si una ottima preparazione fisica. Tra i suoi compiti, oltre ad occuparsi della casa, doveva anche interfacciarsi con gli informatori e le spie, nonchè curarsi dei corvi, quei rapaci tanto apprezzati dal suo padrone.

    Il tè era già in infusione, lì sul tavolino insieme alle tre tazze di raffinata porcellana decorata a mano. La temperatura quella ideale per non bruciare le delicate foglie del Matcha, la pregiata erba prodotta nelle terre del Riso. In un piattino lì accanto vi erano dei biscotti casarecci alle mandorle.
    Era settembre inoltrato e iniziava a fare freddo, soprattutto a quell'ora del giorno: non a caso nel camino posto proprio difronte le sedute del legno di pioppo dava tepore e luminosità alla stanza buia. Raizen non poteva saperlo, ma quella era una delle poche ale del castello ancora aperte.

    Ho pensato che dopo un lungo viaggio volevate un attimo di ristoro. Diogene-dono ora sta risposando, accomodatevi mentre io vado ad informarlo del vostro arrivo.


    E all'udire di quelle parole l'espressione di Eiatsu si fece meno cupa. Si sedette sulla poltrona ma con un'espressione completamente persa: Aloysius era tornato? Era vivo? Possibile che fosse accaduto tutto mentre lui si trovava a Konoha? Queste e molte altre domande iniziarono ad affollare la sua mente, scombussolata già dal suo risveglio nell'ospedale della Foglia.
    Salvo interruzioni da parte dell'ospite, il maggiordomo avrebbe lasciato i due da soli per recarsi al piano di sopra, nella zona notte dell'abitazione.

    L'eliminatore non avrebbe detto nulla ma leggere i suoi pensieri non sarebbe stato affatto difficile in quel momento. D'altro canto anche per Raizen la notizia di sentire che il Garth si stesse risposando, a quell'ora del giorno, gli avrebbe di sicuro iniziato a far sorgere qualche dubbio.

    CITAZIONE
    OT/ Eccoci qui ritrovati. Ho aperto un altro topic per non intasare la già affollata villa Mikawa e sovrapporsi ad altre giocate; tuttavia la giocata è comunque da considerarsi nell'abitazione. Temporalmente siamo nel . Vediamo di creare un po di gioco interessante ;) / OT

     
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    Polvere







    Camminarono senza troppa fretta per il villaggio, in silenzio, con l’Infiltrato sempre silenzioso, giunti alla magione era ormai evidente che qualcosa non andasse per il verso giusto.

    Diciamo che non è esattamente come la ricordavo.

    Disse mentre guardandosi intorno notava lo stato di generale incuria.
    Quando la porta gli venne aperta davanti non si mostrò sorpreso, ma il suo viso si fece amichevole.

    Oh beh!
    Sorpresa!


    Allargò i palmi delle mani come a illuminare il viso mentre stava al gioco del maggiordomo: impossibile che il rosso alle mura non avesse informato la villa del loro arrivo.
    Quando vennero fatti sedere Raizen chiamò Antares con tono di voce moderato.

    Perdonami, ma sono un tipo un po’ ignorante, per me questa raffinatezza è sprecata Antares.
    Saranno sufficienti delle foglie di te nero intere, penso che in questa villona non vi manchino, altrimenti dovrai scuotere Diogene con una pertica dal suo letto, altro che avvisarlo!
    E dei normali frollini.
    Purtroppo la raffinatezza del matcha non è per palati come il mio.


    Gli avrebbe battuto sul braccio con un ampio sorriso e appena il cameriere si fosse girato avrebbe inspirato, come se in procinto di cambiare idea, cosa che subito destò l’attenzione del professionale maggiordomo.

    Una tazza grande, pure spessa, altrimenti il the si fredda subito, si insomma, na mezza scodella no?

    Ignorante e col senso della praticità, difficile non accorgersi che alla Montagna piacevano le cose adatte alle sue dimensioni.
    Ritornato il maggiordomo l’avrebbe ringraziato.

    Grazie Antares, e scusami il disturbo, ma alla fine sono di casa qui e sapevo di potermi permettere qualche strappo all’etichetta.

    Avrebbe inzuppato frollini fino all’arrivo di Diogene, il che poteva voler dire seccare o il vassoio o la tazza, dipendeva da chi sarebbe finito prima e da quando sarebbe arrivato il Colosso di Oto.
    Certo avrebbe dovuto riflettere sulla gravità della situazione e sui motivi che portassero Diogene a stare a letto a quell’ora di giorno, o per quale ragione Eiatsu avesse quella faccia, ma c’erano poche cose che potevano togliere l’appetito all’Hokage.

    Ma mi dici perché hai quella faccia poi?
    Te la sei inchiodata addosso da quando ti sei svegliato fino ad ora, insomma, sorridi che magari domani ti svegli morto.


    Che l’assenza dei sigilli lo preoccupasse a tal punto?
     
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    Momenti di debolezza

    Cosa ho io?! Raizen non crederai che mi senta a mio agio sapendo di essere finito in ospedale, senza avere memoria di ciò! E ora questa storia di Aloysius...non dovrebbe essere qui alla Villa! Non lo vedo da quasi due anni ormai!

    <div class="gdr">Come poter biasimare Eiatsu, il ninja che aveva fatto della discrezione e della raccolta di informazioni la sua vita, ora privo di entrambe queste due certezze. Intanto Anteras era salito di sopra, mentre uno dei gemelli entrava in sala con in mano tè nero e frollini, come richiesto dal Kage. Nemmeno a dirlo, Eiatsu non toccò nulla immerso nei suoi pensieri di paranoia; si teneva le mani strette al grembo come per sigillare il suo corpo in assenza dei jutsu che da sempre lo proteggevano. Non gli importava della sua vita, anzi era affascinato dall'idea di poter ispezionare il suo stesso cadavere e di provare la sensazione di essere richiamato dalla morte come i suoi preziosi alleati...quello che non sopportava era aver perso il controllo. Qualcosa era andato storto nella sua missione e questo non era ammissibile per lui.

    Passò qualche minuto di silenzio nel quale Raizen avrebbe potuto consumare il suo spuntino prima che il maggiordomo risbucasse dall'ingresso secondario per invitare i due a seguirlo.

    Vi prego di non alzare troppo la voce e non toccare direttamente il corpo di Aloysius...potrebbe non essere sicuro. Gli ho dato qualcosa per tenerlo più sveglio, almeno per un'oretta sembrerà non essere messo poi così male.


    Nello sguardo sereno del ragazzo si poteva intravedere una vena di preoccupazione e tristezza; probabilmente anche lui non sapeva come gestire al meglio la situazione e la comparsa di Eiatsu accompagnato da Raizen non aiutava di certo.
    Salirono per la grossa scalinata fino a raggiungere la porta della stanza del Mikawa. La luce era soffusa ma anche occhi non addestrati avrebbero potuto vedere Diogene seduto sul letto con il volto bendato, incapace di uno dei suoi tipici ghigni di benvenuto.




    Allora la mia lettera ti è arrivata. Devi scusarmi per non essermi presentato al nostro incontro ma, come vedi, un contrattempo mi ha costretto all'immobilità.


    Era attaccato a sofisticati macchinari presi in prestito dalle sale più all'avanguardia dell'ospedale di Oto, i cuoi monitor tracciavano strane curve monitorando lo stato di salute del boss.
    Seduto su di una seggiola posta nell'angolo destro della stanza vi era Ukitake il quale, fatto un piccolo inchino con la testa per salutare il leader della Foglia, tornò a leggere il libricino intitolato "Storia di Cercoteri" che stringeva nella mano destra. In altri termini, un chiaro segnale di voler far parlare i due giganti ora.
    Poi il Garth posò il suo sguardo sul suo sottoposto, ancora incredulo nel vederlo lì in carne ed ossa. Eiatsu non sapeva di alcuna lettera né di incontri rimandati e questo non fece che porre altri quesiti nella confusione che aveva in testa da quando si era risvegliato a Konoha.

    E tu non fare quella faccia; può essere che non ci arrivi? E' facile, prima della tua missione ti sei cancellato i ricordi...ma, dopotutto, suppongo che se fosse così facile accorgersi della tua tecnica allora la sua stessa esistenza non avrebbe molto senso, no?


    Una rivelazione che istantaneamente chiarì molte cose all'eliminatore ancora sotto l'effetto del genjutsu. Ovviamente ciò non lo rasserenò sull'incidente avuto ma, per quello, Diogene aveva già in mente di far chiarire il tutto a Raizen.

    Il sigillo di individuazione che avevi sul corpo si era dissolto e così ho mandato uno dei miei corvi a Raizen per sapere del tuo stato. Dopotutto la tua missione era facile: ricordare al nuovo Hokage della nuova direzione dell'associazione e simulare l'attacco all'armeria, simbolo ormai dimenticato del potere della Foglia, dopo la scomparsa di Drake, il traditore. Un altro passo per convincere il mondo ninja del potere sempre crescente della nuova Alba guidata da Yashimata, in grado di affrontare Konoha fin da subito, dopo la sua ricostruzione avvenuta in tempi miracolosi...


    Non sapeva che quelle informazioni erano arrivate a Raizen o se l'incidente di Eiatsu fosse avvenuto prima dell'incontro tra i due; tuttavia dalla reazione dell'ex allievo avrebbe potuto intuire molte cose. Dopotutto, persone come Raizen, del quale conosceva (o almeno pensava di conoscere) il carattere e la storia, erano un libro aperto per lui [Recitazione, Menti?].
    L'operazione a Konoha doveva essere il seguito dell'atto terroristico nella piazza centrale di Kiri, che aveva stroncato la vita di molti civili, e della distruzione del bordello più famoso del continente, dimostrando che anche Oto non era esclusa dai piani di conquista del pericoloso Nukenin. Un'ultima prova che unita al più celato risentimento che Suna aveva nei confronti di Yashimata, dopo aver depredato l'obitorio e catturato la direttrice dell'ospedale, avrebbe reso nemico di tutti una semplice marionetta che il Garth poteva muovere a suo piacere. In altri termini, un'ottimo specchio per le allodole che avrebbe unito in una effimera alleanza i vari villaggi, rinvigorendo il sentimento Accademico, ma distraendoli dal reale piano di Aloysius.

    Tuttavia qualcosa era andato storto e di questo Raizen era ora tenuto a spiegare al suo vecchio sensei:

    Sperando che ciò che promettesti tempo fa non sia cambiato e, al tempo stesso, prendendomi le mie responsabilità per il lungo periodo di assenza, ti chiedo: cosa è accaduto durante la tua festa?


    Dopo Iwa, a seguito della missione alla Roccia degli Spiriti, il Mikawa era di fatto scomparso dallo scenario accademico, spingendo diversi villaggi ed Oto stessa a farlo apparire nei propri necrologi. Uno status che Aloysius continuava a preservare in attesa del momento giusto per annunciare il suo ritorno ufficiale al Suono, magari in nuove vesti, e quindi al mondo intero. Lo stesso Mizukage era giunto fino alle porte del South per accertarsi della sua scomparsa e, di fatto, apparte i suoi gregari, Febh, Hoshi e Feng Gu nessun altro sapeva ancora del suo ritorno, come delle vicende dell'Aunaroch o del palazzo della Vipera.

    Capire cosa frullasse nella mente del Garth in quel momento era difficile. Eiatsu aveva una percentuale di fallimento delle sue missioni prossima allo zero, quindi era normale avere qualche dubbio su cosa fossa realmente successo a Konoha. Questo, tuttavia, non mi fa pensare che al tempo Aloysius avesse forti dubbi sul gigante della Foglia. Erano passati anni dal loro ultimo incontro e il ragazzino di un tempo aveva scalato i ranghi più velocemente di quanto si potesse aspettare, quindi era normale che ci fosse da ritrattare sui vecchi accordi. Dopotutto la storia aveva fatto il suo corso: Shiltra era morto ma non per mano di Raizen ed Itai aveva reso forte nuovamente Kiri, dimostrando di avere la stoffa per guidare un villaggio. Di mezzo vi era stata solo la Volpe a certificare quel loro legame e, sebbene il contributo di Omoi fosse stato cruciale per unire il leggendario Cercotero al ritrovato chunin, gli anni trascorsi fino a quel loro incontro avevano potuto cambiare anche radicalmente la posizione del jinkurichi.
    Una volta chiariti gli eventi della festa, quindi, Diogene avrebbe dovuto accertarsi con i fatti che nel futuro avrebbe potuto continuare a contare sul neo Hokage...e per quello aveva una faccenda da risolvere che faceva proprio al caso suo.


    CITAZIONE
    OT/ Ora che Yonbi e Kokage sono finiti, possiamo continuare con più consapevolezza del passato XD / OT
    Menti?
    Conoscenza: L'utilizzatore ha doti interpretative e di analisi superiori nel raccontare bugie e individuarle. La vittima si riserva il diritto di credere o meno alle parole dell'esecutore. L'utilizzo inappropriato di questa abilità può causare sanzioni da parte dell'amministrazione.
    [Richiede Recitazione]
    [Da genin in su]

     
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    Crepe








    Mentre inzuppava i biscotti Raizen guardò sott’occhi Eiatsu, era meticoloso nel suo compito e quei dannati tendevano sempre ad inzupparsi troppo e cascargli di nuovo sulla tazza, inzuppandolo o insozzando qualsiasi cosa nel raggio di chilometri.

    E ci credo che ci sei finito! Beota!
    Qualsiasi ninja ti avrebbe preso a schiaffi dopo quell’uscita!
    Ma non capisco la preoccupazione, alla fine sei cascato comunque bene, non ci hai rimesso le informazioni e tantomeno la pelle.


    Lo Sguardo eloquente del Colosso della Foglia non poteva voler dire altro che “meglio di così non poteva andare”.

    Certo, non so cosa tu intendessi fare con quella storia dei debiti, ma direi che è meglio che tu non abbia fatto nulla o a quest'ora staresti a marcire nelle prigioni di Konoha, e stai pur certo che nemmeno ad Oto potete insegnarci come farle.

    Questa volta il tono era quasi impermalosito, quando Raizen recitava lo faceva bene, e per qualsiasi Konohaniano degno di tale nome, seppur dentro all’associazione di Diogene, era normale un simile risentimento, soprattutto considerando che lui non sapeva nulla dell’operazione.
    Quando il cameriere, il cui nome gli stava lentamente scivolando via dalla memoria, entrò nella stanza Raizen non fiatò, meravigliato da ciò che gli veniva riportato.

    Quell’ emorragia ambulante è ridotta così male?

    Chiese senza aspettarsi troppe risposte.
    Quando entrò nella stanza del Mikawa si rese conto della veridicità di quelle parole, l’otese pareva fosse in piedi per mera inerzia.

    Ti tieni in piedi da solo o ti hanno inchiodato al soffitto?

    Una frase simile, detta fra uomini che da soli facevano metà della massa degli shinobi dell’accademia, aveva un certo peso, dipendeva dalle occasioni quale fosse, dal sorriso del konohaniano era evidente tentasse di sdrammatizzare.

    Io gliel’ho detto che non era nulla di preoccupante, si è incollato quell'espressione da checca sin da quando si è svegliato.
    E ti assicuro che non era di certo alla mercè di gente poco affidabile.
    Eppure nulla… speriamo creda almeno a te.


    Alzò le spalle scuotendo la testa.
    Quando poi gli venne chiesto della festa alzò le sopracciglia chiudendo qualche istante gli occhi mentre prendeva fiato.

    Bof.
    Onestamente non saprei ricostruire tutto al meglio.
    È stato preso da uno dei miei.
    Durante il concerto ho fatto le cose in grande, e tra le varie avevo previsto il pubblico dei reticenti, in realtà volevo solamente divertirmi a guardare qualche stoccafisso sciogliersi un po’.
    Come?
    Ho ingaggiato un gruppo otese, buona musica, ma tra le altre cose facevano un illusione assai carina per fogare la folla, insomma davano movimento.
    Il problema è che tra tutta la folla viene fuori una testolina che al contrario di seguire l’onda come il genjutsu impone, se ne separa.
    Era Eiatsu, travestito, nessuno l’ha riconosciuto, men che meno io visto che aveva una faccia diversa, e chi l’ha inseguito non si è posto il problema, io ero sul palco e quando mi hanno riferito del sospetto gli ho messo qualcuno alle calcagna, era un evento delicato a prescindere e l’attenzione era altissima.
    Al momento dell’incontro Eiatsu ha avuto la geniale idea di sciorinare i suoi piani come se avesse la cacarella alla bocca.
    E l’ha fatto col ninja sbagliato.
    Ha parlato parecchio, e ha tirato in mezzo i miei debiti.


    Pronunciò l’ultima parola con un tono decisamente troppo secco per essere ignorato.

    Dimenticando tra l’altro che erano risarcimenti. Inizialmente ho pensato che volesse incastrarmi, anche perchè tra tutte le sue paure non ha mai palesato quella di aver parlato dei nostri affari con un estraneo, ma a quanto sento non è così.

    Incrociò le gambe, adagiandosi sulla sedia.

    Ma fingiamo di non aver sentito.
    Io col ninja ho parlato, e ciò che mi ha riportato in soldoni era questo, non aveva ragioni di mentire dopotutto.
    Ma non so se ha omesso qualche dettaglio riguardo te.
    Ho detto che me ne sarei occupato io, e generalmente a Konoha questo è sufficiente per freddare qualsiasi spirito di iniziativa.
    Ma se Eiatsu non scuce la bocca.
    Una volta portato in ospedale i medici hanno dovuto procedere alla rimozione di qualcuna delle serrature che aveva, onestamente non so quanto e cosa abbiano tolto, ma mi hanno riferito che per garantire la salute era necessario lavorare il più vicino possibile ad una condizione neutrale.
    Mi sono comunque assicurato che non ci frugassero dentro.


    Lo sguardo si indurì.

    C’è però un problema, un unico problema, Diogene.
    Io non ero stato minimamente interpellato.
    Non sapevo niente di niente.
    È… normale?
    Devo essere onesto, dopo che lo shinobi mi aveva riferito le sue parole volevo lasciarlo a crepare, poi però mi son detto che una spiegazione doveva esserci.
    Siamo un organizzazione o solamente cani bavosi che agiscono senza pensare mordendosi tra di loro se capita?
    E da quando in qua si ha così tanta attenzione nel coinvolgere il mio nome ma usare così tanta cautela nell’utilizzare il tuo?
    Ti ho fatto una promessa Diogene, ma il mizukage ha pensato bene di farsela da solo la pelle.
    Io non ho preso le armi e non ho ucciso il mizukage, direi che zero meno zero fa comunque zero.
    Così, ad occhio, direi che siamo pari.
    Ma forse non ne siamo entrambi convinti, visti questi sviluppi.
    Eiatsu ha cancellato la sua memoria, per nascondere “lui”, o per meglio dire Te, ergo il teatrino l’avete messo su voi.
    Sperando che ciò che ci promettemmo tempo fa non sia cambiato… puoi dirmi cosa è successo durante tutto questo tempo e di cui sono rimasto totalmente all’oscuro?


    Lo guardò qualche istante, malconcio com’era.

    Magari spendi qualche parola anche per questo, visto che le cose paiono essere collegate.

    Indicò prima Diogene con l’indice e poi l’intera stanza.
    Le domande erano incalzanti ed il tono del Colosso estremamente concitato, difficile[Recitazione] comprendere dove stavano le sue menzogne.
     
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    Possibilità di redenzione


    Il colosso ascoltò attentamente le parole di Raizen, così come fece Eiatsu il quale non potè credere di aver fatto ciò che diceva il Kage.

    Io...io...possibile che abbia fatto questo? Rivelare informazioni che non darei nemmeno sotto tortura ad un estraneo?


    In effetti non aveva molto senso; era Eiatsu a formare ogni ninja dell'associazione per resistere ad interrogatori di ogni genere. Si allenava duramente su questo aspetto, imponendosi un rigore mentale frutto del suo particolare metodo che metteva al primo posto di importanza, sopra anche la sua stessa vita, il bene della missione. Se veramente aveva parlato c'erano solo due alternative e il Mikawa non tardò ad esporle apertamente:

    Se è vero quello che dici, qualcuno deve aver corrotto la mente di Eiatsu già prima che iniziasse spifferare tutto. E' l'unica spiegazione...poichè, in effetti, già se qualcun altro si fosse travestito da te prima di avvicinarlo, lui non avrebbe mai pensato che si trattasse di un impostore durante la tua festa. Credi sia possibile che un intruso fosse presente all'inaugurazione?
    In ogni caso spero che il ninja di Konoha che ha sentito quelle cose uscire dalla sua bocca sia sotto controllo; avete verificato che non fosse sotto l'effetto di qualche jutsu? Non vorrei che iniziassero a circolare voci su loschi affari che coinvolgono il nuovo Hokage! Sarebbe uno scandalo tremendo, no?


    Parlava tranquillo il Garth, cercando di rimanere lucido nell'analizzare la situazione mentre le forti fitte intercostali e il mal di testa continuavano a tartassarlo.

    Mi viene da chiedermi se, forse, fu a causa della sua condizione fisica precaria che Aloysius non riuscì ad accorgersi delle bugie dell'Hokage. O, più semplicemente, non voleva credere che quello che era diventato il suo alleato più influente potesse tradirlo? Che fosse stato il primo grande errore commesso dal Mikawa nel periodo post Iwa?

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    Poi Raizen manifestò la sua preoccupazione per il piano di cui era all'oscuro e qui il Mikawa aveva delle colpe, sebbene non relative alla specifica missione a Konoha. E di questo ne avrebbe spiegato ampiamente le ragioni:

    Per rispondere alle tue perplessità devi conoscere un po di storia. La missione Accademica ad Iwa, alla quale decisi di partecipare per raccogliere informazioni su Shiltr e Itai, e al tempo stesso valutare i miglioramenti di Febh, fu un massacro. Riuscii a scappare ferito in un villaggi al margini del Deserto Variopinto, dove fui costretto a restare per ricevere cure mediche. Passarono diversi mesi, tempo nel quale il mondo aveva dato noi jonin che non tornammo da quelle terre per morti. Poco dopo accadde che rimasi immischiato nelle faccende dei clan mafiosi di Iwa, cercando di districare un complesso intreccio di potere che vedeva ancora una volta quella maledetta Roccia degli Spiriti...armi, lo Tsuchikage era interessato a grandiose creature (o forse è meglio dire creazioni) del passato per riportare in auge la Roccia.
    Durante tutto quel periodo tagliai ogni legame con Oto e i miei piani lì; avevo bisogno di un periodo di distaccamento per capire cosa volevo realmente fare e fin dove avevo il potere di spingermi. Quindi non pensare di essere l'unico rimasto ad aspettare, se lo hai fatto, o almeno a domadarsi che fine avessi fatto. E' nei momenti di assenza che si vede chi realmente è attaccato ad una causa...ed infatti, quando tornai su di un carretto logoro ad Oto, i miei gregari erano ancora lì ed Omoi e Eiatsu avevano continuato a mandare avanti l'associazione.
    Tutto ciò, a parte motivare la mia assenza, penso ti sia utile anche come leader del Paese più influente del continente per capire i movimenti al di fuori della zona protetta dall'Accademica.


    Un piccolo monologo che, tuttavia, Diogene era sicuro potesse essere ascoltato con interessa al gigante della Foglia.

    Vorrei parlare di tante cose con te, di tutto ciò che abbiano ricostruito dopo il mio ritorno, ma prima devo capire cosa sei diventato dopo questi anni di vertiginosa crescita. Chi è ora Raizen e quali sono state le esperienza che lo hanno portato a diventare l'uomo che è ora? Solo una volta capito ciò posso valutare se la tua persona è ancora compatibile con i miei piani o se, inevitabilmente, le nostre strade si sono già divise.


    L'Hokage era per forza di cose diverso dal ragazzo alla quale il Mikawa strinse la mano, anni or sono, in quella stessa Villa. Il suo modo di parlare, la sicurezza acquisita nei movimenti e lo stesso corpo statuario cresciuto ancora di più rispetto al passato ne erano la prova. Come Aloysius era stato influenzato dalle avventure di Iwa, così Raizen avrebbe potuto essere contaminato da ideali prima non suoi. Il Colosso doveva sapere se lo spirito Accademico era ancora lontano dal cuore del Jinkurichi e se avesse ancora la voglia di un tempo per arrivare in cima alla scala del potere.

    Eiatsu in tutto ciò rimase in silenzio; al contrario di Diogene non aveva ancora dato un minimo di credibilità alle parole dell'Hokage. Ma al momento il boss sembrava non voler dar retta all'eliminatore, addentrandosi nel pericoloso gioco che si stava creando con il suo vecchio allievo...una mossa rischiosa ma che poteva portare indubbiamente ad una decisiva spinta propulsiva in tutte le aree dell'associazione. Villa Mikawa aveva finito le sue grandi scorte monetarie, e dover farsi prestare denaro da Febh per coprire le spese mediche di Fyodor ne era la prova...senza Diogene a portare entrare e viste le esorbitanti uscite per la realizzazione delle navi, le armi da guerra e gli stipendi delle spie, avevano raschiato ormai da tempo il fondo del barile. E si sa, senza soldi non si può sostenere una campagna di guerra, nemmeno con il vicino più prossimo.
    Ovviamente Aloysius non poteva sapere che Raizen fosse già a conoscenza di diverse operazioni che aveva iniziato a portare avanti e, sebbene una effimera possibilità che il tradimento fosse già stato compiuto risiedesse nel suo animo, il Boss decise di voler fare le cose con calma, anche a costo di dover ricostruire personalmente la via che poteva unire ancora una volta i due Colossi. Lui e Febh erano forse gli scogli più grande da superare per dare il via all'espansione...più di ogni barricata o esercito da affrontare.

    In altre parole, sei pronto a sederti con me sul trono del mondo conosciuto?


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    Piramide Alimentare








    Ai dubbi dell’eliminatore Raizen rispose con un occhiata di traverso.

    Parrebbe di si, ma ripeto, supponendo che il ninja fosse uno di quei paladini rompicazzo e si fosse messo a indagare non poteva che iniziare da me, per quanto ne so sei stato accorto a non rivelare nulla sull’ organizzazione in se.
    E ripeto, inizialmente la cosa stava per darti un ticket di sola andata per una destinazione assai spiacevole.


    Fu poi il turno di Diogene.

    Onestamente non lo so, ma se fosse stato ingannato avrebbe dato informazioni più precise, no?
    Che poi fosse stato avvicinato da qualcuno travestito… beh, complesso.
    È arrivato li con una faccia nuova per cui per essere avvicinato dovevano sapere prima chi fosse realmente, poi che fosse connesso a me, ed a quel punto trovare il momento buono per avvicinarlo.


    Scosse la testa.

    Non so proprio che idea farmi… il ninja comunque era pulito, era ben preparato fisicamente, ma era un signor nessuno, niente di notevole nella sua vita.
    Quasi un impiegato.


    Le vere rivelazioni giunsero dopo, e l’Hokage non dovette nemmeno impegnarsi per fare una faccia stupita: un’altra arma si era rivelata.

    Arma?

    Chiese senza mascherare minimamente il suo interesse.

    Sai in cosa ti sei imbattuto Gene?

    Una risata nervosa gli scosse le spalle.

    Ho avuto la sfortuna, o fortuna, di imbattermi anche io in una di esse, e beh, c’è poco da dire, un attivazione corretta di quelle armi sarebbe in grado di soggiogare, soltanto con una di esse, un intera nazione ninja.
    Hanno un potere ben oltre l’immaginabile, paragonabile ad un demone, ma che esula dalla sola sovrabbondanza di chakra.
    Quella neutralizzata da me era in grado di riavvolgere il tempo, e non per secondi, nemmeno per ore, giorni o mesi, ma di MILLENNI.


    Non sapeva quanto Diogene conosceva in proposito ma era certo che non sapesse dell’arma conservata dai draghi.
    Ma ora c’erano discorsi decisamente più importanti da fare.

    Sono un uomo prudente, Diogene.
    A dispetto dei miei modi di pormi, ho imparato che la tartaruga, anche nella vita reale, può avere una vittoria assai più schiacciante della lepre che bada unicamente a traguardo più vicino.
    Ed è la prudenza a farmi apprezzare le alleanze.


    Se quell’ultima affermazione avesse insospettito Diogene, Raizen avrebbe alzato un singolo dito, chiedendogli di pazientare.

    Immagino che non ti sarà complesso procurarmi una cartina e un pennarello, no?

    Quando l’ebbe avuta, utilizzando il pennarello avrebbe fatto un cerchio attorno a Kumo e poi una freccia che spingeva verso il basso e poi verso Oto.

    Cremisi.
    Non sono una minaccia sconosciuta, ma da parecchio tempo non si risentivano.
    Ne ho conosciuto alcuni e non è possibile fermarli, corromperli o infiltrarsi.
    Sono il vostro grande problema, di Oto, in quanto il primo muro da abbattere per accedere all’accademia.
    Sai meglio di me che le Primavere sono poco più che un morbido cuscino.


    Passò poi ad Iwa.

    Le armi e chi vuole impossessarsene, già ti ho anticipato della mostruosa potenza che hanno.

    La freccia questa volta andava dritta al cuore: Konoha.

    Kijin.

    Sparse qualche punto nella mappa vicino Suna e Taki.

    Selvaggi, quasi nomadi se non del tutto, ma potenti, qualcuno li guida nella loro sete di vendetta o… battaglia?
    Non so onestamente chi o cosa, ma penso sia impossibile che un clan, o un piccolo villaggio come potrebbe essere il loro, si mobiliti contro l’Accademia senza avere le spalle protette.
    Stupidi si, ma su cento si presuppone che uno normodotato ce ne sia.


    Passò poi ai Kurogane, un grosso punto nei dintorni di Konoha.

    Kurogane.
    Danno armi a tutti.
    E quando questo tutti coinvolge i cremisi puoi ben immaginare quanto grande sia il loro ostacolo.
    E per ultimi, ma non certo per importanza: la Zanna.
    Reietti esclusi che fanno della distruzione degli accademici, dei loro stessi villaggi d'origine, il loro motivo di vita.


    Si sollevò dalla mappa, insozzata di quelle linee rosso sangue.

    Trono, Diogene?
    Davvero?
    Se Oto farà guerra ad UN solo stato prima di eliminare gli altri pericoli il risultato sarà disfatta totale.
    Immagina di portare le tue risorse a… Kiri?
    Suna?
    Un viaggio lunghissimo.
    Supponi che al primo dardo che incocchi i cremisi di Kumo o la Zanna lo vengano a sapere.
    Quanto tempo pensi che impiegheranno prima di farti ritrovare senza un villaggio a cui fare ritorno?
    Vogliono la distruzione totale, e sono più grande di una singola nazione ninja, conquistano, fagocitano e si accrescono.


    Lo sguardo ferino del Colosso della foglia era puntato su quello di Diogene.

    Vuoi davvero iniziare una guerra adesso?

    Indicò la mappa.

    Io non sono riuscito a trovare soluzioni efficienti per evitare la disfatta.
    Ma se tu sai indicarmi delle trovate geniali degne di mettere KO Armi, Cremisi, Kurogane e Zanna, illuminami.


    Si mise braccia conserte, ritraendosi in se stesso.

    Mi chiedi quali esperienze, Aloysius.
    Guarda questa mappa.
    Ogni singolo tratto è dovuto ad esperienza diretta, kijin esclusi, mentre tu eri assente in questi anni io ho costruito una visione del continente che va ben oltre i movimenti inesistenti dell’accademia.
    La conoscenza è potere, me l’hai insegnato tu e Jotaro prima di te.
    E la conoscenza mi ha fatto comprendere che in questo teatro ci sono due protagonisti: la carcassa e il rapace.
    I cremisi invece sono il leone.
    Se tu, ti crederai leone, finirai carcassa e l’accademia si nutrirà di te prima di crollare.
    Se saprai aspettare che il leone faccia il suo dovere invece sarai in grado di saltargli al collo una volta che sarà fiaccato dalla lotta con l’accademia che ti permetterà, combattendo, di conoscere il tuo avversario.
    Mi interessa il trono, Diogene, non un cumulo di macerie e se questo comporta un pò di attesa non mi faccio alcun problema.


    Difficile contrastare la visione dell’Hokage con altrettanta logica, certo era che al momento non sapeva del fatto che Oto avesse un demone di troppo. O almeno questo sapeva Diogene.


    Edited by F e n i x - 30/11/2016, 13:28
     
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    Archiviata la faccenda di Eiatsu, sul quale Diogene avrebbe avuto tempo e modo di ponderare attentamente, si passò al vero moptivo di quell'incontro. Lì in quella stanza buia di una villa abbandonata si stava decidendo delle sorti di un continente allo sbaraglio e Raizen sembrava avere le idee molto chiare sui vari movimenti che stavano interessando ogni terra emersa conosciuta.
    Ukitake, fino a quel momento rimasto in disparte, recuperò una delle grosse cartine dettagliate presenti nella biblioteca dei Mikawa e in poco tempo il Kage iniziò a tracciare linee rosse sulla carta esponendo i fatti derivanti dalle informazioni raccolte in questi due anni. Etichettò quindi Cremisi come il primo ostacolo da superare per l'accademia; l'arcinoto gruppo artefice della distruzione della storica sede accademica stava iniziando a muovere nuovamente i suoi fili intrecciando trame ardite. Passo poi ad Iwa, rimarcando la pericolosità delle armi leggendarie di cui lo Tsukikage era alla ricerca...sembrava che per prepararsi alla guerra i paesi che non disponevano dei cercoteri si stessero attrezzando in altro modo! Anche Konoha aveva i suoi problemi interni con le numerose famiglie criminali delle quali Aloysius sapeva solo le poche cose che i cadaveri di Eiatsu gli avevano detto: da anni il Fuoco era un sistema chiuso e le sue spie non riuscivano a cogliere informazioni rilevanti. Anche i Kurogane, noti mercanti ed armaioli, sembravano non farsi troppi scrupoli a rifornire il potenziale bellico dei gruppi criminali sparsi per il continente...Nemmeno a dirlo, la Zanna era quantomeno annoverabile tra le grandi minacce del secolo sebbene il loro astio verso l'Accademia li rendeva forse più alleati che veri nemici.
    Fu quindi il turno di Suna e Taki, realtà a se stanti con una grande storia sulle spalle ma non molte ambizioni: non a caso il Colosso aveva mandato Omoi a verificare cose stesse accadendo nel Paese delle Cascate ma poi la comparsa di Itai vanificò ogni possibile raccolta di informazioni. Suna invece era al momento in una cassaforte che portava il nome del ragazzo più promettente del panorama ninja; quindi la minaccia dei Kijin, un gruppo del quale il ikawa non sapeva assolutamente nulla, era sicuro sarebbe stata sventata dallo stesso Chikuma senza problemi.
    Insomma uno scenario complesso, frutto del malessere comuni che in anni di immeritato dominio l'Accademia non aveva saputo mediare.

    Aloysisus raccolse dunque le idee prima di rispondere al foglioso numero uno, cercando al tempo stesso sia di rasserenarlo che di fornigli un altro punto di vista riguardo che marasma generale. Senza avvicinarsi o chiedere la penna piumata nelle mani del colosso, allungò il dito e iniziò a tracciare con il sangue altri segni sulla cartina...analizzando uno ad uno i Paesi nominati da Raizen.

    Bene, finalmente una persona con cui parlare di queste cose. Febh è troppo imprevedibile e va prima iniziato all'argomento mentre i miei sottoposti non hanno la giusta visione di insieme per analizzare al meglio la situazione. In ogni caso queste informazioni che mi stai dando sono molto importanti perchè mi permettono di completare il quadro che ho in mente sulla situazione geopolitca odierna. Ma entriamo più nel dettaglio di ogni Paese:


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    Uno: Konoha. Non pretendo di conoscere meglio di te la situazione del tuo Paese ma ti assicuro che dall'esterno, l'unico villaggio accademico che sembra ancora forte è proprio il Fuoco. Realisticamente parlando quanto ci vuole per debellare i clan malavitosi e mettere un freno alla smania di denaro dei Kurogane? E' il momento di agire con la forza, una qualità che sono certo non ti manca affatto. Con te a guidare il villaggio e dare l'esempio a tutte le province nessuna associazione criminale esterna o Paese extra accademico penserebbe di attaccare il Fuoco. Il territorio che governi è fondamentalmente sicuro.
    Due: Oto. Il Kokage è morto e il villaggio è pronto a cambiare rotta. Appena mi sentirò meglio parlerò con Febh e i Daymio del Suono per capire su che forza economica possiamo calibrare i nostri prossimi movimenti. Se prima di iniziare a conquistare bisognerà consolidare i propri confini, lo Yakushi è la migliore arma su cui contare.
    Tre: Kiri. Itai sta facendo buone cose ma le mie spie mi informano che il suo acume non va oltre i mari che circondano quelle isole. Rimanendo nel proprio orticello sta indirettamente conservando l'idea che tutto il continente si è fatta della Nebbia: ovvero che sono soli. Le liste Accademiche confermano la sensazione che la Nebbia non disponga di una grande forza bellica. Il mare è la loro difesa più grande e sto provvedendo a superarla.
    Quattro: Suna. Il Vento è proprio l'ultimo dei miei pensieri; è un approdo sicuro ormai nel quale sto portando avanti numerose attività...Il controllo che posso esercitare su quelle terre è direttamente proporzionale alla volontà dell'unico ninja che possa davvero cambiare le sorti di quel Paese. E questo l'ho ottenuto a caro prezzo...fidati, possiamo fare affidamento su di loro e, anche in caso contrario, il caldo del Sud mi mi spaventa affatto, sono nato in quelle terre.
    Cinque: Iwa. Se quelle armi hanno davvero un potere superiore a quello di un Demone Codato allora si dovrà pensare anche a loro. Tuttavia l'uomo che ha preso la guida della Roccia è mal voluto e solo: prima che lo Tsukikage riesca a riunire gli animi, catturare la bestia leggendaria ed iniziare ad espandersi ci vorrà del tempo. Non sono loro un problema al momento.
    Sei: Kumo. E qui, senza ombra di dubbio, c'è il primo grande pericolo di Oto. Ci vogliono muovere guerra e la tensione al confine è palpabile. I Kurotempi possono solo aiutarmi a distruggere il concetto di Accademia, quindi ora non sono un mio diretto nemico...mentre il Raikage rivuole la forza di un tempo ed è disposto a tutto per riavere il Bijuu sottrattogli. E qui che dobbiamo focalizzare la nostra attenzione prima ancora di ogni altro villaggio e tu puoi darmi una grande mano...


    Ogni volta che pronunciava un numero, la corrispondente cifra veniva segnata con il sangue sulla zona interessata andando pian piano ad esaurire ogni zona di interesse. Sul conflitto aperto con il Fulmine, Aloysius sarebbe tornato in un secondo momento, quando davvero Raizen avrebbe potuto provare al Mikawa di essere ancora dalla sua parte.

    Custodisco ancora quella mappa imbrattata di sangue nella mia collezione personale. Quello è un cimelio importantissimo perchè testimonia il momento in cui i due Colossi iniziarono a muoversi insieme per decidere le direzioni da fa seguire ai due Paesi, se vogliamo da quel giorno in poi la direzione dell'associazione del Mikawa iniziò un nuovo ciclo.

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    Sette: Ame. Un ritrovato alleato ha iniziato ad acquisire potere tra i nukenin...conto su di lui per tenermi aggiornato sui flebili movimenti, lontano ricordo della grande Alba. Il Flagello Immortale e Seiki Akuma mi danno molto da pensare...sono shinobi imprevedibili e dagli ideali a volte contrastanti. Conto di capire di più su di loro a breve, non appena le mie ferite si rimargineranno.
    Otto: Taki e Kusa. Se sai qualcosa riguardo gli esiti della missione al villaggio di Tsuya potrai darmi maggiori delucidazioni ma, almeno a quanto sembra, la Cascata ha problemi interni non indifferenti e difficilmente può trovare le forze per buttare un occhio anche al di fuori del propri confini. Nonostante ciò, se io dovessi trovare un posto per collocare un covo, sceglierei proprio queste terre e forse almeno uno tra Hayate, Kurotempi e Zanna non l'hanno vista molto diversamente da me.
    Nove: La Rosa. Rimarranno lì, come hanno sempre fatto per tutti questi anni...lontani da tutto ciò che non li riguardi direttamente. Ah, l'ultimo avvistamento di Drake è proprio in quelle terre. Forse potrebbero essere utili alleati ma al momento li terrei fuori da ogni trattativa.
    Dieci: il The. E' innocuo, come lo è sempre stato. Anche lì ho stretto delle alleanze e la sua vicinanza con le isole più a sud di Kiri è un'ottima posizione strategia...non è del tutto vero che è complicato spostare le proprie forze vicino al nemico: come vedi, da Oto a Kiri si passa per territori alleati o almeno neutrali!


    Come anche il Jinkurichi avrebbe potuto notare, vi erano davvero poche zone della mappa senza alcun segno di sangue. La visuale del Mikawa era a tutto tondo e interessava ogni paese con cui avesse avuto a che fare o di cui avesse avuto notizia. Forse Raizen non vedeva quella mappa allo stesso modo di Aloysius ma tra Suna, Konoha, Oto e Ame (se gli agganci avessero fatto bene il proprio lavoro) una buona fetta di mappa era tutta rossa...considerando poi il The e la Rosa neutrali, vi erano solo due tre situazioni da monitorare con attenzione e tutte riguardavano la parte nord ovest della mappa.

    Non ti ho ancora detto nulla di quello che voglio fare ma ormai ti sarà chiaro che la mia visione vede un continente unificato sotto un'unica bandiera. Ognuno con le proprie identità ma sotto un regime in grado di garantire la pace di tutti, non un'alleanza fatta di idee ma un impero efficiente e con fondamenta solide. Sia ben inteso, non sono un ipocrita...la via per raggiungere ciò sarà in molti casi il conflitto armato ma i veri cambiamenti del Passato sono avvenuti sempre a seguito di una guerra. Se tu sei con me, Konoha e Suna non vedranno alcuno spargimento di sangue mentre per i più testardi bisognerà usare le maniere forti.
    Le associazioni che in questo momento stanno remando contro l'Accademia ci danno solo una mano e i villaggi dell'alleanza che risponderanno all'appello in caso di necessità usciranno solo depotenziati da uno scontro con loro. Zanna e Kurotempi ora ci giocano a favore! Hayate dopo l'attacco a Konoha non si è fatta più vedere e Ame è stabile...sono davvero poche le minacce che potrebbero approfittare di un nostro movimento espansionistico!



    Si era eccitato a parlare di quelle cose tanto che il controllo che aveva sul sangue si interruppe per un istante, macchiando di rosso le lenzuola e il pavimento, mentre da uno dei bendaggi sul petto iniziò ad uscire altra linfa vitale, palesando le profonde ferite sul corpo del Mikawa...qualunque cosa fosse capitata al Colosso doveva essere qualcosa di strano perchè nemmeno una pesante amputazione poteva interrompere il controllo sanguigno del Garth.

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    Coff...coff!


    Basta così per oggi, ti stai affaticando troppo Gene.


    Non se ne parla nemmeno! Raizen, se siamo ancora sulla stessa lunghezza d'onda allora è il momento di provarlo. Non ti chiederò di stringere un Patto di Sangue con me...non hai voluto farlo da chunin acerbo, figuriamoci ora. Ma io mi sto fidando di te e, allora come ora, mi basterà la tua parola d'onore per continuare la nostra alleanza:

    ...per sconfiggere Kumo devo prima salvare Omoi...


    Con la bocca sporca di Sangue e il fiato spezzato, il possente Mikawa sembrava più un vecchio malandato che chiedeva di essere aiutato.
    La scelta spettava a Raizen ora che diverse carte del mazzo erano state svelate.


    Edited by DioGeNe - 30/11/2016, 18:20
     
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    Fretta

    La cattiva consigliera







    Gli piacque la scansione per punti dell’otese, gli permetteva di ribattere con estrema rapidità, ma prima era d’uopo stare a sentire la visione del continente dell’otese.
    E per quanto potè vedere Raizen non si poteva certo dire che fosse poco ottimistica, seguiva con gli occhi ogni numero che compariva ascoltando mentre si sfregava il mento, annuendo di quando in quando.

    Il Fuoco lo è.
    Ma non posso prendermene tutti i meriti, anche se son riuscito a dare una discreta ripulita dalla mia instaurazione.
    Non so se conosci Shika Nara, un tipo indubbiamente sveglio, dopotutto lo ha scritto nella genetica, ma sotto di lui il villaggio era un disastro.
    Ma di questo parleremo più avanti.
    Direi che è d’obbligo iniziare con degli auguri per la liberazione.


    Poggiò i gomiti sui braccioli e mise a contatto solamente i polpastrelli, in un tipico gesto di riflessione del Colosso.

    Passiamo al resto.
    Febh non vede l’ora di lavarsene le mani, per cui credo che se Oto necessita di un kage la scelta ricadrà su di te.
    E viste le condizioni di Oto non penso sia oculato farla ricadere su nessun’altro.
    Dare il potere a qualcuno che potresti non riuscire a controllare è rischioso.
    Soprattutto se quel qualcuno può renderti traditore del posto che vuoi rendere grande. E ricorda, un traditore è un traditore, e non ha posto da nessuna parte in un villaggio.
    Detto questo si, Febh è un ottimo cane da guardia, per quanto pazzo.
    E non credo di aver mai fatto un quadro riassuntivo migliore riguardo ad una persona.
    Tuttavia è anche il tuo problema più grande, non so quanto appoggi i tuoi metodi e credimi, se Febh dovesse focalizzarsi per più di dieci minuti sulla tua situazioni avresti dei grossi problemi.
    Conoscendolo sta evitando di pensare per salvaguardare il suo ozio.
    Tre, con Kiri.


    Pareva che ci fosse qualcosa di cui Diogene non era a conoscenza.

    Kiri… pft…

    Ridacchiò.

    Ahahahah.

    Finendo col lasciarsi trasportare in una risata nervosa.

    Quell’allocco è seduto in ufficio ad aspettare che le informazioni gli caschino dal cielo.
    Non so come, ma quell’aria da frocetto attira le persone Diogene, e soprattutto la fortuna.
    E tra le persone che attira c’è quell’imbecille di Seiji Akuma.
    Brutta notizia che io conosca il suo nome, nevvero?
    Per me lo è stata quando ho saputo che ti eri legato all'individuo più scemo che circolava ad Ame.
    E non sai la peggiore.
    È di nuovo a Kiri, le informazioni che ha dato su di te sono dominio dell’acqua ora.
    Armati quanto vuoi, ma quattro gusci di noce sono niente contro la flotta kiriana.


    Quando poi passò a Suna però scosse la testa.

    Diogene. Temo che tu ti sia fatto sfuggire parecchie notizie.

    Incrociò le mani ed inspirò a lungo.

    So di che shinobi parli.
    E sei uno sciocco.


    Lasciò a Diogene il tempo di prepararsi per quella notizia.

    Qualche tempo fa a Konoha c’è stata l’inaugurazione di un dojo.
    Il proprietario era un conoscente di Hoshi, che è stato invitato, insieme ad Itai.
    Gli occhi di Itai vedono oltre i capelli, Diogene.
    Itai si è insospettito, malgrado in quella missione, Iwa, aveste nemici comuni solamente lui è finito in gabbia e sostituito con un clone, cercando verità sull’eventualità che Hoshi stesso lo fosse ha trovato i sigilli.


    Era chiaro cosa potesse essere successo a quel punto.

    Non è andata bene.
    Ma temo di dover continuare con le cattive notizie.


    Alzò tutte le dita della mano destra.

    Cinque.
    Iwa. Se un uomo malvoluto è al potere deve sorgerti qualche domanda, e se qualche domanda sorge vuol dire che la conoscenza non è sufficiente.


    Alzò il solo pollice.

    Kumo.
    Ti ho già dato la mia versione.
    Di ciò che accade ad Ame mi importa poco onestamente, sono il minor pericolo per l’accademia, fanno soldi in maniera illegale, ma a noi non importa, fino a che non mieteranno vittime che facciano, non sono un pericolo, nella scacchiera sono neutrali.
    Spostare le proprie forze nel the?
    E come?
    Che io sappia le navi si muovono nell’acqua, non c’è modo per trasportarle su terra, saresti così sospetto che nemmeno un alleato ti appoggerebbe.
    Sei un ninja Diogene. L’ombra è la tua dimora.
    E che debba essere io a darti questo tipo di lezioni è ridicolo.
    Se vuoi navi a Kiri dovrai lavorare nel the, qualsiasi altra soluzione è ridicola.


    Si guardò intorno.

    Anche perché la pecunia pare sia un discreto problema qui.
    Considerando questo tu vorresti creare e trasportare navi per mettere in difficoltà Kiri?


    Scosse la testa.

    Avventato.

    Disse in tono conclusivo.
    Il malore non fece che convincere ulteriormente il Colosso nel cui viso comparvero una marea di emozioni: Ribrezzo, rabbia, disgusto, per un momento gli agitarono i connotati.
    Per un momento quella sala assaggiò il chakra della Volpe e nessuno in quella villa avrebbe potuto evitare il terrore[Intento assassino + Faro del Terrore] che questo comportava.

    Stupido… idiota.

    Il bracciolo della sedia scoppiò in una marea di schegge sotto la pressione esercitata dalla mano di Raizen, sintomo del fatto che la diplomazia e la discussione avevano fatto qualche passo indietro.

    Ti stai gettando a braccia aperte all’inferno e pretendi che questa gente ti segua, dai ordini, pianifichi senza conoscere e dai per scontato di essere nel giusto, non bastasse le tue fila sono già sfoltite di uno degli elementi più preziosi.

    Gli puntò un dito addosso, in quel momento, così carico di rimprovero da essere più affilato di una lama.

    Tu. Non muoverai un passo.
    Non farmi ripetere, non mi piace farmi beffe degli storpi.
    Ma guarda come sei ridotto!
    Vorresti fare la guerra!
    Hai già un piede nella fossa, la fatica più grande che farebbero i tuoi nemici sarebbe quella di aprirti una bara davanti.


    Strinse il pugno, evitando di aprire il palmo per assestare uno schiaffo che facesse riavere Diogene, in compenso prese un fazzoletto e glielo porse.

    Se vuoi ancora un alleato dovrai essere più prudente.

    Riprese in tono più tranquillo, aveva ormai sfogato la rabbia.

    Potrei essere ripetitivo nelle mie conclusioni, ma dovrai comunque ascoltare.
    Abbiamo TROPPE tensioni interne.
    Se combattiamo tra di noi, per quanto la possibilità di vittoria non sia così lontana non potremmo affrontare i cremisi, e stanne certo, quella di Kumo è solo la prima avanzata di cui ci siamo accorti.
    Saremmo troppo deboli, potresti vincere, certo, ma solo per servire il tuo regno ai nuovi invasori.
    Oppure credi che saranno tutti pronti a combattere per te?
    No Diogene, non si combatte mai per chi ti ha privato della pace, ti ritroveresti a puntare le lance contro i tuoi uomini per farli avanzare ed al contempo difenderti dai nemici.
    Sai cosa ha portato alla disfatta di Kumo? La guerra civile.
    E tu vuoi replicare.
    Non so cosa ti sia successo ad Iwa, ma ho la netta sensazione che la tua sanità mentale non si allontani troppo da quella che dimostra il tuo corpo.


    Inspirò lentamente, ristabilendo definitivamente il suo animo.

    A Konoha ho ancora due problemi, l’Edera e i Kurogane, quest’ultimo interessa entrambi. Sul primo mi muoverò a breve, riguardo il secondo la situazione è diversa.
    Riforniscono tutti i nostri nemici, quelli veri, di armi, se loro vanno giù lo faranno anche le risorse belliche dei nostri nemici, mi sembra scontato.
    A quel punto l’accademia sarà interessata ad attaccare i nuovi nemici mentre questi sono deboli.
    Investirà forze e denaro fiaccandosi mentre noi staremmo a guardare, magari anche ad aiutare, essere degli eroi ha sempre dei vantaggi quando conquisti qualcuno.
    La sconfitta dei Kurogane è vitale, ma è vero che sappiamo poco dei cremisi, la loro potenza reale ci è del tutto sconosciuta, ma la loro presa sulle masse è forte, e quelli che tu reputi tuoi alleati potrebbero già essere i suoi.
    Tu e i cremisi avete obiettivi differenti, tu vuoi un regno che corrisponde ai confini accademici, loro, come la Zanna e Kurotempi vogliono raderci al suolo.
    Cercare il loro appoggio equivarrebbe a diventare il loro zerbino, mentre a te interessa il dominio incontrastato.
    Lascia che sia ancora più preciso: tu avresti gli stessi identici nemici dell’accademia, ne più ne meno.


    Prese la mappa e battè sul punto in cui sapeva essere la base dei commercianti di armi.

    Eliminati loro i nostri problemi si ridurranno.
    Dopo di loro restano solo i cremisi, ma saremmo ancora dalla parte dell’accademia e non dovremmo avere problemi.
    Senza contare che Iwa e Kumo resterebbero così indebolite dalla sconfitta che l’espansione verso di loro sarebbe ancora più immediata.
    Il che, nuovamente, avvantaggerebbe te contro l’accademia, sui territori esterni potresti far leva quale liberatore dai cremisi e farti aiutare contro il loro nemico di sempre: l’accademia.


    Si accomodò nuovamente sullo schienale della sedia.

    Ma prima di continuare mi interessa Omoi.
    Cosa gli è successo?


    Chiese con schiettezza, si ricordava del vecchio Jonin, l’aveva aiutato con la volpe seppur il sigillo da lui imposto venne poi cambiato da Tekuro, il tipico sigillo otese del ferro divenne il sigillo dei Quattro Draghi di Ferro, un opera degna di una leggenda.

    Ah, niente Flagello. Se sentirò nuovamente il suo fetido nome mi volterò uscirò da quella porta e non mi rivedrai mai più. E' un cane rabbioso desideroso unicamente di distruzione. Posso discutere i nostri piani, ma non la sua presenza. Quest'organizzazione non diventerà un accozzaglia di criminali messi insieme da un decimo dei suoi obiettivi per poi esplodere una volta che questi saranno conclusi. Abbiamo bisogno di persone fidate, niente trucchi, niente sigilli, niente promesse. Solo a causa.
    Questa tua politica di reclutamento ti ha già remato contro, basta errori.
    E non provare a farmela sotto il naso dandogli incarichi secondari: niente Flagello.


    L'unica condizione dettata dal Colosso della Foglia, ed era ben chiaro che venire meno a quell'unica restrizione avrebbe causato il suo immediato abbandono.
     
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    "Come scusa ?! "

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    La pura più grande si era avverata, Hoshi era stato scoperto e il controllo su Suna svanito come polvere al vento. Eppure era stato attento, aveva fatto tutto nel modo corretto: agli occhi di tutti lui era morto ad Iwa e il Rosso era probabilmente il ninja più popolare e insospettabile che conoscesse. Il chakra del Mikawa, almeno secondo lui, non era stato ancora ben identificato e riassociarlo con certezza al Garth impossibile...dopotutto su Hoshi non aveva utilizzato alcuna tecnica di Sangue! C'era qualcosa che non tornava nelle parole di Raizen...la sua mente brillante [Intuito 775] e le abilità di indagine [Menti?] glie lo stavano comunicando da un po ormai.
    Come faceva a sapere di Seiji?! Quel verme, che da tempo non si faceva sentire palesando il suo allontanamento ai piani del Colosso, avrebbe dovuto patir una pena peggiore della morte qualora avesse parlato! Ed era certo che Kiri non possedeva le conoscenze mediche per vincere il jutsu di Sangue...Quante cosa sapeva l'Hokage, informazioni che si stava tenendo dentro e che solo poco alla volta stava dando al suo vecchio sensei che inizialmente non aveva dato ragione ai sospetti di Eiatsu.

    Hoshi non si sarebbe mai fatto levare quei jutsu volontariamente e usare la forza con lui non era affatto saggio (oltre che apertamente antiaccademico). Se solo il Chikuma avesse sospettato di essere sospettato di essere nel mirino del Mizukage lo avrebbe immediatamente comunicato a quello che la sua mente etichettava come il miglior alleato, ovvero Aloysius. Quanto all'Akuma, poi, come faceva Raizen a conoscere di quell'alleanza? Anche se Kiri fosse davvero stata in grado di curare il nukenin che aveva eseguito un "doppio" doppio gioco a favore della Nebbia, il Jinkurichi della Volpe doveva essere in contatto con Itai molto più di quanto non fosse stato con Diogene per tutto questo tempo!

    Per tutte queste ragioni, la storia cresciuto allievo rendeva ora l'animo del Mikawa irrequieto e combattuto. Avrebbe voluto parlare degli altri villaggi e dei suoi propositi di conquista ma quella faccenda ora aveva conquistato la priorità e le successive parole di arroganza non aiutarono di certo a far star sereno il malato Garth. Sciocco? Avventato? Stupido? Davvero il volpacchiotto stava mostrando i denti a quel guerriero assetato di sangue? L'ordine di non muovere guerra era una minaccia tutt'altro che velata e come diretta conseguenza, il petto di Aloysius si gonfiò di adrenalina mentre i capillari dell'occhio scoperto tingevano di rosso la sua vista.

    "Tu! Come osi... "



    Raizen non conosceva nulla di dove era arrivata l'associazione in tutto questo tempo: era allo oscuro dell'esercito che nell'Aunaroch e nel The si stava ammassando pronto ad attaccare Kiri. Parlava di prudenza lo shinobi più impulsivo a capo di un paese ninja, senza sapere l'atroce sofferenza del Garth nell'aspettare tutto quel tempo per dare vita ai suoi ideali. Da quel giorno in cui aveva salutato Shinodari profetizzando la nascita del suo Impero erano passati più di sei anni...e ora che finalmente iniziava a fare il primo passo alla luce del sole quell'insolente moccioso voleva fermarlo?!
    I geni innati si erano già attivati e il conflitto era pronto per scoppiare quando, ancora una volta, quel corpo malandato ricordò al Mikawa di essere poco più di un malato destinato a morire in quel momento.

    "Coff! Coff! ...Coff!! "



    Sputò altro sangue dalla bocca ma questa volta non distolse lo sguardo dall'altro gigante che continuava a parlare della sua visione del continente e di come bisognasse risolvere prima i problemi interni per iniziare ad espandersi. Ma ormai il Mikawa vedeva solo un temporeggiamento fine a se stesso nelle parole del jonin della Foglia, di cui non era più certo si potesse fidare. Ora come ora la sua parola per lui valeva quanto quella del famigerato Flagello Immortale, per il quale aveva dato un "aut aut" e imposto un divieto di collaborazione irreversibile.

    " Aloysius ora basta. E' chiaro che il pensiero di Raizen non è più compatibile con il nostro...ti suggerisco di rivolgerti a lui come un ninja non più legato alla causa e con il quale bisogna trattare una pace più che una alleanza! Un ospite indiscreto che ha alzato la voce in casa altrui. "



    Eiatsu era scattato dalla sedia puntando il dito in direzione dell'Hokage, mezzo impaurito dal quell'aura che non aveva nulla da invidiare a quella di Aloysius. Dentro di lui vi era una rabbia che raramente aveva provato e che per la prima volta non riusciva a contenere con i suo solito modo pacato di affrontare la vita. Tuttavia fu quell'improvviso gesto dell'eliminatore a far ritrovare lucidità al Mikawa che piano piano si riprendeva dal dolore al petto e dalle abilità paralizzanti derivanti dallo sguardo del Foglioso. Intanto anche Ukitake si era avvicinato al letto porgendo un tovagliolo di seta bianca al Colosso per pulirsi del sangue...il suo sguardo era molto più tranquillo sia di quello di Aloysius che dell'altro jonin otese (un po perchè non aveva subito il contatto diretto del genjutsu un po per sua indole). Con modi pacati e movimenti lenti delle mani, mostrando un sorriso paranormale per quella situazione di tensione, con poche parole tentò di azzerare l'attrito divenuto ormai palpabile.

    584fcfc40ed4c


    " Suvvia, cerchiamo di non far diventare questa rimpatriata lo scenario di un sanguinolento scontro. L'Hokage-dono sono sicuro non voleva farti arrabbiare Aloysius ma solo convincerti della sua idea. La pazienza non è mai stato un tuo punto debole e sono certo che non vuoi acquisire questa mancanza proprio ora...Eiatsui anche tu, non hai un motivo inconfutabile per sospettare di quanto accaduto a Konoha, quindi non aizzare gli animi. Le parole sono molto più utili quando si tratta di decidere delle sorti di Paesi."



    Che credesse o meno alle parole che diceva, il filosofo che probabilmente era più acculturato di tutti e tre gli shinobi li presenti aveva sicuramente interrotto quel crescente focolare. Con il suo libro stretto tra le mani, avrebbe quindi suggerito al Mikawa la prossima mossa da fare:

    " Di certo, parlare dei Piani e della situazione di Omoi non è ora il caso. Bisogna prima chiarirsi...e, in questo, forse ci può aiutare un altro ninja che, se non ricordo male, è proprio l'anello di congiunzione tra voi due Colossi. Eiatsu, che ne dici? "



    Il gregario guardò il Garth per cercare consenso e, dopo qualche istante di riflessione, Aloysius accordò quella operazione fidandosi delle parole di Ukitake e sperando che Lui, il ninja in questione, potesse risolvere quella situazione delicata.

    " Richiamalo..."


    584fbe0398436



    Ed Eiatsu non perse tempo. Con gesti rapidi e decisi attivò la tecnica che aveva appreso dal Nidaime e tramandata nel Suono da tempi immemori, richiamando la bara che custodiva il cadavere prescelto. Forse davvero,dall'oscurità celata dentro quelle fredde tegole di legno sarebbe arrivata la soluzione al divario che attualmente divideva Raizekn da Aloysius.

    Lui, dopotutto, era l'unica persona che metteva davvero in connessione i due giganti, l'unico a godere di vera stima da entrambi i ninja.


    CITAZIONE
    OT/ Colpo di Scena ! /OT

     
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    Quando la bara rivelò il suo contenuto, lasciando al suo posto una figura al limite della putrefazione, più vicina ad una pugna essiccata che a una persona, nella stanza sembrò, per un istante, come se fosse calata la notte più fonda.
    Sul petto dell'Hokage sarebbe apparso un sigillo, un kanji del significato "Parola", e il cadavere avrebbe ripreso lentamente le sue reali sembianze, la pelle sarebbe tornata giovane e liscia, i capelli neri e fluenti, ma senza l'alone di peste e malattie terminali che avevano caratterizzato quel ninja negli ultimi tempi della sua "vita". L'uomo restò immobile. Solo gli occhi si muovevano, per capire.
    Uno Rosso, uno nero.




    Per alcuni istanti, l'individuo osservò attorno a sè, senza mai muovere la testa, parlando, rivolto ai due colossi, ma senza guardarli.

    << Un'assicurazione. Lasciata in questo cucciolo quando fosti troppo duro con lui. [Vedi il rituale di sangue di Jotaro-Raizen] Nel caso Orochimaru mi avesse evocato. >> Continuò a guardarsi attorno, concludendo. << Potrai continuare a chiamarmi a tuo piacere, ma sarò me stesso. Non tuo.>>
    Terminò la frase voltando il capo verso chi lo aveva evocato, notando che non si trattava affatto della serpe. << Chiunque tu sia. >>

    L'uomo guardò ora per la prima volta, i due colossi. Uno cresciuto, uno invecchiato, non disse nulla; osservò quindi i palmi delle proprie mani, identici come li ricordava. Sospirò.
    << In che anno siamo. >> Non chiese altro, non era stupito, si comportava come se si fosse appena alzato da letto. Come se stesse aspettando per presentarsi ad un impegno.


    Finalmente iniziò a guardarsi attorno, compiendo i primi passi. Si recò alla finestra più vicina, e strusciò un dito dove passava lo spiffero dell'aria, quindi si voltò, e fissò Alosyus, il suo stato, e i suoi servi. Spostò lo sguardo su Raizen, aveva ancora briciole di biscotti sulle labbra. Provò a far scrocchiare le ossa delle spalle, come per liberarsi di un peso. Quindi passò le dita della mano destra sul mento, come per riflettere.

    § Non sono stato evocato con la piaga del clone...E non sento, quel peso...Il mio corpo dovrebbe essersi dissolto nell'Anauroch, eppure eccomi qua, se hanno trovato il mio materiale genetico...Qualcuno di loro ha incontrato l'originale, e lo ha distrutto. Vecchie volpi. §

    Quindi, quello che una volta era un membro del trio delle barzellette che arricchivano il mondo, il cui duo rimasto era già presente nella stanza, si avvicinò a Raizen e Alosyus, alzando entrambe le mani e scrollando le spalle, come per lamentarsi.

    << Ebbene? Cosa avete combinato stavolta. Perchè non lasciate fare ai morti quello per cui servono? Marcire. In tutti questi anni vi siete portati al punto di dover chiamare proprio me? Qualcuno ha aperto le porte della città Infame? Una nave ha sbattuto in qualcosa che doveva restare sul fondo dell'oceano? Avete aperto delle pergamene di Orochimaru tirando fuori cannibali che dovrebbero restarci chiusi in eterno? O non sapete che fine ha fatto Yashimata e avete bisogno di me per sapere che è cibo per vermi da più tempo di me? >> La sua espressione non nascose delusione, non tanto per l'essere stato richiamato; aveva sempre apprezzato essere al centro dell'attenzione, quando voleva; piuttosto per i due ninja che aveva davanti. Per il modo in cui li aveva lasciati, e come li aveva ritrovati. Pietosi.

    << Un morto che cammina, e un possente ninja che gli chiede aiuto invece di affidarsi al suo villaggio. Entrambi così forti da nascondersi in una topaia in cui persino la luce ha disdegno d'entrare, entrambi così sicuri da aver bisogno di un cadavere..entrambi così soli. >>

    << Cosa siete diventati....>>

     
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    Effetto Domino







    Diogene non la prese bene, com’era normale che fosse dopotutto. Chiunque l’avrebbe presa male se quello che fino a due secondi prima considerava un allievo e un sottoposto iniziava a scodellargli sotto al naso ogni singolo errore fatto, e dando ordini mal travestiti da consigli, per quanto non mancassero di logica.
    Una di quelle situazioni in cui dire di si ti rendeva sottomesso, mentre dire di no ti rendeva uno sciocco. Una di quelle situazioni in cui un equilibrio di testardagine e modestia ti rendevano una bomba ad orologeria.
    Bomba che Raizen si aspettava sarebbe esplosa, invece, per quanto la difficoltà fosse palpabile, venne trattenuta.
    Al tossire di Diogene l’Hokage scosse la testa ricevendo ulteriore conferma riguardo le sue parole.

    Patetico.

    Borbottò a mezza voce.
    Stava ancora aspettando che il capoclan dei Mikawa si riprendesse quando fu Eiatsu a prendere la parola, soltanto per beccarsi un occhiata in cagnesco da Raizen.

    Torna a sedere, i grandi stanno ancora parlando.

    Nessuna remora in quelle parole e la convinzione data dal bagaglio di esperienze che trapelavano da esse era in grado di schiacciare Eiatsu come una formica sotto l’indice di un bambino troppo crudele per la sua età. Fu Ukitake a comportarsi da persona più matura cercando un modo per arrivare ad un compromesso più che fare leva per la totale rottura, ma solo quando parlò di anello di congiunzione Raizen potè capire di chi parlava. La persona da cui aveva appreso l’essenza stessa del ninja: Jotaro.
    Sorrise al suo sensei, l’unico presente in quella stanza, seppur amaramente, la scoperta appena fatta non gli faceva certo piacere, ma non era che l’ennesimo segreto di Diogene.

    Oh, tu guarda, un’altra cosa che non sapevo.

    La sua faccia si trasformò in una maschera di disgusto quando constatò che per Diogene non era altro che una pedina: non era difficile immaginare quanto fosse sbagliato per lui, ma rispetto a quello che stavano affrontando in quel momento il fatto che non sapesse di Jotaro era decisamente secondario.

    Trentacinque.non ricordo bene, ma mi pare si dicesse così no?

    Rispose impassibile, distogliendo lo sguardo dal Mikawa solo in un secondo momento.

    Chiariamo una cosa. Io non ho chiesto aiuto a nessuno.
    Sto cercando di fare in modo che tutto non ci crolli addosso.
    E onestamente non so più in che lingua dirglielo. Nessun idioma pare essergli comprensibile, men che meno quello della ragione.
    Che io sia solo poi è inconfutabilmente vero, ma non penso sia del tutto colpa mia. Odioso si, ma non disgustoso.


    Si concesse una risata monosillabica.

    Scherzi a parte. Il discorso è semplice, Diogene aveva due pedine, la prima Seiji Akuma, io non lo sapevo, ma conoscevo l’elemento e l’avrei sconsigliato, un idiota patentato.
    Sai cosa è successo con l’idiota?
    Alla prima occasione ha fatto un fischio a Itai e… gli ha spifferato tutto. Indovina un po’.


    Tese l’indice e lo puntò verso Diogene.

    Non sapeva nemmeno che fosse successo o quantomeno non ne ha informato me.
    Sono venuto a conoscenza del fatto quando già il danno era fatto, Itai voleva un medico che lo curasse dal suo coma, e non potevo rifiutarmi, avrei fatto saltare tutto.
    Cosa ben diversa è successa quando è venuto a Konoha. Voleva andare ad Oto per cercare vendetta su Diogene, ho dovuto tagliargli un braccio e farglielo mangiare con la scusa che si fosse introdotto dentro al villaggio mascherato.
    Sono forse stato ringraziato?


    Indicò Eiatsu.

    Il pezzente qui accanto invece ha trovato giusto confondermi per un altro ninja e rivelargli le intenzioni dell’associazione, il suddetto non ha sentito ragioni, gli ha spaccato schiena e testa a cazzotti. E io mi sono ritrovato a curare un altro beota.
    Venendo sospettato. Di nuovo.


    Incrociò le gambe.

    Pensi sia sufficiente?
    Di ritorno da una loro missione gli cade tra le mani un altro ninja, Hoshi, un jonin di Suna.


    E il Colosso non poteva sapere, o non voleva dimostrare, che ai tempi conoscesse il grado posseduto da Hoshi.

    Il problema?
    Itai ha partecipato a quella missione, e risulta essere l’unico scomparso ed imprigionato.
    Dopo il suo ritorno scopre che solo a lui è toccato un simile destino mentre gli altri sono morti o… miracolosamente ritornati insieme allo stesso uomo a causa del quale uno shinobi gli è morto davanti.
    Che fai, non ti fai venire un sospetto?


    Domanda retorica.

    Per Itai la risposta giusta è stata “si” e guardando Hoshikuzu nota che ha la testa zeppa di sigilli.
    Di nuovo, senza alcun controllo, Hoshi viene liberato e Diogene non ne sa NULLA.
    Lasciamo stare il modo in cui sono riuscito ad insabbiare l’evento che ha portato la MIA amministrazione ad essere distrutta.
    Diogene ha forse pagato dei suoi errori?
    No.
    Perché?


    Indicò se stesso, ed a poco sarebbero servite le doti interpretative o l’intelletto di Diogene quando realtà, verità e menzogna venivano legate in quel modo. Di fatto Raizen mentiva e diceva di continuo la verità, diceva il vero quando qualsiasi interesse verso l’otese da parte dell’accademia passasse attraverso di lui e venisse smorzato, di fatto annullandosi prima di portarsi a compimento: tutto passava in mano sua per poi venir dimenticato, quali che fossero i motivi poi non era dato sapere.

    Sono stanco.
    Non ho voglia di contrattare con un poppante che non sa d’aver perso i pastelli con cui aveva intenzione di ricolorare il mondo che lo circonda e dal quale è quasi totalmente estraniato.
    È pronto a lanciarsi in guerra mentre è attorniato da nemici in cui solo lui vede alleati, e sottolineo che non è nuovo ad errori simili come appena dimostrato. Fatti un favore, guarda la mappa, di tutto quello che ha segnato col sangue nulla gli rema contro, per lui è tutta una passeggiata per prati erbosi e margheritine da cogliere.
    La ciliegina? Sta cercando di contattare il nukenin al momento più ricercato, un cane sciolto che si diverte a fare stragi a destra e a manca.
    Mi sorge quindi una domanda: se la potenza di fuoco non ci manca, che vantaggio potremmo avere da un elemento simile?


    Fece finta di riflettere.

    A si, farci inculare, pare ci piaccia.
    Tsk!
    E per ultimo la ciliegina.


    Mise le mani sulle tempie.

    Mi spiegate per quale ragione dovrebbe essere efficiente fare attentati in giro per il continente se poi non siamo noi a rivendicarli?
    Se il terrorismo non ha un volto reale a che diavolo serve?
    O nell’ombra, o alla luce del sole.
    E visto che non abbiamo un esercito direi che la luce, metaforicamente parlando…


    Disse con un moto circolare della mano.

    …non ci piace affatto.
    E per quanto mi riguarda direi che non avremmo mai nessun esercito in grado di contrastare Kiri, o Suna o qualsiasi forza che possa contare su uno stato e non sul supporto di pochi ninja per quanto ottimi elementi.


    Si mise a braccia conserte, avendo concluso.

    Che piaccia o meno io sono qui per un'unica ragione: i nemici e l’attenzione che le tue azioni e i tuoi errori ci stanno procurando.

    Passò la parola, ancora infastidito delle accuse che solo Eiatsu aveva esternato ma che tutti pensavano.
     
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    Un parere spassionato


    Dalla bara emerse il gradito ospite, il ninja forse che più di tutti si era addentrato nei segreti del mondo ninja e che aveva una visione completa sulla pericolosità. Parlò come solo lui sapeva fare, riuscendo a conferire leggerezza a temi come la morte e trattando due dei ninja più forti del continente con superiorità.

    Potreste obiettare dicendo che quel ninja era morto e che non aveva molto da perdere ormai...niente di più sbagliato: col tempo imparerete che anche la morte può essere un processo reversibile, e se vi rivelassi la verità su Febh Yakushi o su Feng Gu mi credereste. Inoltre il Jaku aveva quell'atteggiamento anche in vita, anzi, in una qualunque delle tante che aveva vissuto nei vari involucri di carne ed ossa che aveva sparso per il continente!

    "Jotaro...le tue parole sono vere. Non so cosa sono diventato...ma so per certo cosa voglio realizzare e ora mi serve il tuo aiuto per capire cosa fare del pulcino che tento tempo fa mi convincesti a lasciare in vita! "


    Il realtà il chunin di Oto era stato evocato non molto tempo prima, nel Palazzo della Vipera, per stanare il Nidaime e liberare Oto dal suo controllo; ma avendo Eiatsu agito con il controllo totale, il ninja non aveva memoria di quanto fatto in quell'occasione. Per questo il suo ritorno alla vita sembrò come il risveglio da un lungo letargo di cui, però, lo spiccato senso critico dello shinobi associò più ad una forzatura dal suo stato marcescente che una rinascita...come biasimarlo, lui stesso era stato padrone di quella tecnica, istruendo l'eliminatore in quell'arte ancor prima del Kokage.
    Ma perché Ukitake aveva consigliato di scomodare quel ninja del passato per sistemare quella situazione? Era molto semplice in realtà: Aloysius non era oggettivo sulla faccenda, non lo era mai stato nei confronti di Raizen sin da quando lo aveva portato nell'associazione senza l'utilizzo di alcun Patto di Sangue! Percepiva irregolarità nelle motivazioni del suo ex allievo ma non era in grado di metterle a fuoco e darle il giusto peso. Eiatsu, a sua volta, non sembrava riuscire a dissociare il fatto di aver fallito la sua missione a Konoha con l'analisi della veridicità delle parole dell'Hokage...un parere esterno, proveniente da un uomo fidato e del quale anche il foglioso nutriva rispetto, forse avrebbe districato la matassa e fatto raggiungere un punto di incontro. In ogni caso, quel clima di estremo pericolo che era venuto a crearsi era scemato e anche solo questo avrebbe consentito alla ragione più spazio di manovra.

    " Di quali errori stai parlando, Raizen? il ragazzo sunese, sebbene liberato dal mio controllo, difficilmente può ricordare quanto accaduto e Itai comunque non può associarlo con certezza a me! Oppure c'è altro che non so ma che il tuo amichetto dalle sette code ti ha confessato? Io sono morto, è questa la realtà che conosce il mondo! il Mizukage è venuto alle porte di Oto per accertarsi di questa verità! Quindi potrebbe essere stato qualunque ninja della Zanna a manipolare la mente di Hoshi!
    L'Akuma, poi, può anche essere riuscito a fregarmi convincendomi di propositi e intenzioni non sue ma il Patto non lascia scampo e, senza le cure mediche di cui solo Konoha dispone, l'immagine di Diogene sarebbe rimasta la stessa di sempre agli occhi di Itai, facendolo rimanere nella sua cieca ignoranza! Ma anche stando così le cose, la mia alleanza con Seiniji è antecedente alle faccende di Iwa, quindi anche svelando i piani di allora al suo leader ritrovato, si tratta di informazioni parziali e molto lontane dalla realtà odierna!
    Quanto ad Eiatsu, poi, sai bene che non può aver spifferato tutto senza motivo. Se è stato ingannato allora qualcuno all'interno delle tue mura lo ha fatto, aggredendolo e mettendo a rischio la sicurezza delle informazioni che custodisce. Quindi...scusa..chi è che ha fatto più errori?
    Quanto ancora ti limitavi a giocare con i tuoi amichetti della Foglia, io già era addentro alle faccende che regolano l'equilibrio tra villaggi: Kage, Cercoteri, attentati, eserciti sono anni che ragiono in questi termini. Quindi non parlarmi come se avessi difronte il primo jonin sbarbatello preso per strada; non riempirti la bocca di termini come avventatezza e imprudenza quando sei arrivato solo ora nel mondo dei grandi! E, per la cronaca, Eiatsu è lo stesso ninja che oltre ad averti salvato la vita dalle tue crisi ha anche concesso ad Omoi di farti prendere la Volpe...io non gli parlerei in questi termini solo perchè ora sei diventato il ninja che tutti noi in questa stanza ti abbiamo permesso di diventare! "


    Diogene era alterato ma nella sua voce vi era una vena malinconica, data un po dai sentimenti che covava dentro e un po dalla malattia, che l'ospite avrebbe potuto di certo cogliere. In quella stanza erano riuniti, Ukitake escluso, le persone che volente o nolente avevano segnato indelebilmente la vita dell'ora Kage...le uniche, forse, a conoscere i lati oscuri della nuova fiamma di Konoha.
    Poi il Colosso avrebbe ripreso la parola, per rispondere alle ultime, errate sentenze del Jonin di certo troppo sicuro di se e della correttezza della sua posizione:

    Il mio terrorismo ha un volto ben noto a tutti villaggi: Yashimata e la nuova Alba avrebbero coperto le nostre mosse fino al momento di dover uscire definitamente dall'ombra! Kiri, Suna e la stessa Oto sono state attaccate da quel Nukenin, vivo e vegeto per tutti, e Konoha doveva essere il punto dove rendere questo astio pubblico! Febh e i Sand Scoprion sono riusciti a contenere il clamore mediatico dei loro rispettivi attentati ma a quel punto l'attacco al cuore del Fuoco avrebbe risvegliati gli animi assopiti e spinto tutti a ribellarsi contro i nukenin e Yashimata! In un solo colpo ci saremmo forse sbarazzati anche di Hayate e dei Cremisi!
    E quali sarebbero stati i reali danni per il tuo villaggio? Nessuno. Avrei inscenato la morte di decine di persone nei dintorni dell'armeria, come abbiamo fatto per il Neko qui ad Oto. E Tu dovevi sapere di tutto questo? No.
    E il motivo è facile: per garantire che le colpe non ricadessero in alcun modo su di me e l'Associazione, compromettendo la veridicità della mia morte, non potevo permettere una fuga di informazioni! I miei corvi sono leali e veloci ma non infallibili...Voi Kage avreste di certo indetto una riunione e indirizzato le forze dell'Accademia contro un nemico immaginario senza potermi considerare nell'equazione di bilancio che modellava la realtà! Avremmo sfruttato la forza stessa dell'Accademia per sconfiggere tutti i nostri rivali, indebolendo lei stessa al contempo!


    Ormai il Mikawa era quasi allo stremo delle forze; il male che lo affliggeva prendeva energia dai sentimenti negativi che ora animavano il suo petto e il Sangue si ribellava sempre più al controllo del suo Garth! Di fatti, il sangue stava iniziando a vorticare nell'aria attorno al letto autonomamente, palesando che le ferite di Aloysius erano in qualche modo legate al suo clan e alla sua manipolazione. Jotaro forse più di tutti avrebbe capito la pericolosità di quella malattia.
    Ma non era quello il momento di Khorne e delle Lame Insanguinate, Diogene voleva chiarire quella faccenda una volta per tutte e l'unico modo per farlo era mettere il Gigante di Konoha alla prova:

    " Tu pensi di sapere, Raizen ma non si parla di una manciata di ninja contro il mondo intero. Anni di assenza non sono immotivati e quei poteri da te stesso definiti in grado di soggiogare intere nazioni sono ora nelle mie mani...Jotaro, forse ti sei fatto una idea di quanto sta accadendo e quindi ti chiedo di chiarire per me il dilemma che percuote il mio animo. Devo continuare a fidarmi del ninja che decidesti di sottrarre alla morte? "


    5853c094c7991


    In caso affermativo le parole successive sarebbero state:

    " Ukitake, vai a chiamare Febh. E' il momento di vedere cosa c'è dentro questa otre demoniaca. "


    In caso, contrario invece, il Mikawa avrebbe optato per l'unica altra via percorribile:

    " Se vuoi continuare questo rapporto, allora stringerai un Patto di Sangue con me e suggelleremo una volta per tutte i termini della nostra alleanza. "


    Nelle parole del Risorto vi era il futuro dei due Colossi.


    CITAZIONE
    OT/ Non so se jotty ha tempo ma potrebbe gestire lui lo spirito dello Yonbi ;) /OT



    Edited by DioGeNe - 17/12/2016, 13:05
     
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    La cruda verità


    Entrambi i colossi iniziarono a battibeccare tra di loro. Entrambi adducendo alle proprie motivazioni, raccontando di una carrellata di fatti, sviolinati in faccia a Jotaro come se lui vi avesse preso parte come loro, come se avesse la minima idea di cosa stavano parlando. Il Jaku nascose la faccia sospirante dietro la mano destra, mentre cercava di venire a capo della cascata di informazioni che, dapprima Raizen, gli venivano poste, non con l'attenzione di chi vuole spiegare, ma con l'impeto di chi vuole rinfacciare. Di tanto in tanto Jotaro allontanava la mano dal volto per porre domande cercando di infilarsi in mezzo alla conversazione a senso unico; non tanto per ricevere una risposta, ma per cercare di stare al passo con il discorso. Si voltò verso Diogenes, compiendo un gesto con la mano sinistra, come per rafforzare il concetto di non star capendo un bel niente.

    << Itai? Non è il tipo che abbiamo quasi ammazzato col Mizukage? Gli altri non so chi siano, tranne Hoshicoso, penso di ricordarlo dai ricordi di Brando, mi pare. Eh? Frena Raizen non ti sto capendo. >> E sarebbe tornato con la faccia dietro al palmo della mano, con la vena sulla fronte che gonfiava ancora di più. Il foglioso era offeso perchè l'otese gli aveva combinato alcune cose dietro le spalle, più che per le cose in sè, e la lista sembrò non finire mai.
    Proprio quando sembrava che la discussione fosse conclusa, prese la parola il Mikawa, con un racconto che alle orecchie del redivivo sembrò ancora più interminabile del precedente, che spaziava dai demoni, alle organizzazioni, a Yashimata (nonostante i due avessero appena sentito dire che era morto) a tante altre cose, al punto da spingere il povero morto a sussurrare..


    << Rimandatemi nella tomba...>> Mentre scuoteva la testa. Insomma, dopo un'attesa che sembrava interminabile, il Mikawa gli rivolse una domanda precisa. Cosa fare con Raizen. Come se potesse farne qualcosa. Come se Diogenes pensasse a sua volta, di poterci far qualcosa. Entrambi avevano seguito il loro ego, e avevano perso di vista la cosa più importante, la realtà. Qualche anno senza di lui a tenerli coi piedi per terra, e finivano in quello stato. In un primo momento, Jotaro non rispose al Mikawa. Era necessario risolvere alcune questioni di importanza superiore, per questo il ninja si piegò sulle ginocchia restando sul posto, e con un pugno sfondò il pavimento, rialzandosi, e tenendo nella mano, frammenti di pavimento e terriccio, quindi lentamente ne lanciò una manciata ai piedi di Raizen, e una manciata ai piedi di Diogenes, con l'espressione di una mamma che rimprovera i due figli che litigano tra loro.

    << Guardate ai vostri i piedi. Quella e' terra. Dove dovreste tenere poggiati i piedi. >>

    Quindi si avvicinò ai due, anzi, si avvicinò a Diogenes che sembrava un po' più impedito, e fece cenno a Raizen di avvicinarsi. Quando fossero stati ad una distanza leggermente meno "anonima" avrebbe continuato, con un tono di voce più pacato.

    << Il tizio là dietro mi ha evocato per rimettervi sulla stessa lunghezza d'onda. Non per darvi un pubblico con cui lamentarvi. >> Si voltò verso Raizen.

    << Vedi, dal tuo discorso interminabile e pieno di fastidio e irritazione, mi è chiaro che il problema più intimo per te, non è cosa sia successo in realtà nel mondo in questi anni, ma che tu non abbia fatto parte, a vario titolo. Sei arrabbiato con Diogenes perchè non ti ha invitato alla sua festa. Sei arrabbiato perchè i tuoi giocattoli sono stati danneggiati, e perchè non sei informato abbastanza. Nessuno a questo mondo è tenuto a regalarti niente. Pensavo di avertelo spiegato, se vuoi sapere qualcosa, scopritela. Diogenes qua, Itai là, Hoshi qui, Seinji là, bla bla bla bla bla. E' solo colpa tua se tutto questo è avvenuto sotto il tuo naso, a tua insaputa. >> Non voleva una risposta dal ragazzino, aveva sentito abbastanza scuse per uno che porta il copricapo che lui portava. Jotaro non conosceva la verità di tutti i fatti, mentre era morto, quindi si basò su quello che aveva sentito, e quello che aveva sentito, gli sembravano una marea di scuse. << Biasimi il Mikawa per i suoi fallimenti, eppure nonostante la tua forza, hai permesso la nascita di tutte queste correnti criminali senza controllo, hai permesso che il tuo villaggio venisse attaccato, e che io fossi suo possedimento, senza saperlo. Sei tu la causa della tua situazione. Solo tu. >>

    Dentro di lui, seppur morto, Jotaro sperava che come in passato, Raizen comprendesse cosa volessero dire le sue parole. Quella non era una offesa gratuita per umiliarlo davanti ai presenti. Ogni parola del Jaku aveva un significato tra le righe, che il suo interlocutore doveva comprendere. La lezione nascosta nelle sue frasi aveva lo scopo di correggere gli errori di Raizen dove erano stati commessi. Gli aveva riconosciuto la forza, gli aveva rimproverato l'ingenuità. Sperava che il suo eterno allievo lo capisse, e non gli rinfacciasse altre scuse, senza cogliere il significato del discorso. Quindi si rivolse a Diogenes.

    << Amico mio, per molto tempo ho pensato a questo momento. Credevo che la prima cosa da dirti sarebbe stata "potresti liberarmi ?" ma da quello che racconti, non credo di voler tornare a camminare in un mondo del genere, con un ninja del genere. >> Consapevole che nei secondi successivi, l'impeto del colosso lo avrebbe probabilmente stampato contro una parete, malattia o meno, Jotaro proseguì nell'esporre il suo parere spassionato verso l'unico ninja, che oltre le cospirazioni, oltre le bugie e i piani dilazionati nel tempo, aveva considerato un vero compagno e amico.

    << Quando è successo. Quando Diogenes di Oto ha perso la stima di se stesso, ed è divenuto un codardo. >> Non voleva una risposta. Lo fissava negli occhi come lui aveva sempre fatto. Con lo sguardo di chi dava più importanza all'onore e alla lealtà, che alla vita stessa. Era molto scosso il chunin, a livello personale; non riusciva a vedere Aloysius nel ninja che aveva davanti, ma una brutta copia di Orochimaru, o peggio ancora, una brutta copia di suo padre.

    << Patti di sangue, controlli mentali, PEDINE. Io sono quello scorretto, io ho fatto esplodere l'amministrazione a Suna, sempre io ho corrotto i malvagi e indotto alla guerra i pacifisti, per mantenere una situazione di controllo. Io sono quello da disprezzare. Cosa ti ha spaventato così tanto da nasconderti dietro dei miseri vermi che rischiano di tradirti col primo che passa. Quando abbiamo assaltato la Rosa non eri così, e non parlo della malattia. Parlo di te, eri un condottiero, mettevi la faccia in quello che ritenevi di vitale importanza, anche se questo significava lasciarci la pelle. >>

    Avrebbe continuato se fosse stato sempre sulle sue gambe, altrimenti avrebbe atteso di essere ricomposto dall'Edo, dopo la reazione di Diogenes, e solo allora, avrebbe concluso.

    << Non farmi domande a cui sai benissimo non ho alcuna risposta. Non dipende da me cosa pensi di questo ninja. Sebbene oggi sia forse più forte di te, continuerai sempre a vederlo come un debole per averlo risparmiato. E non mentiamoci, io posso averti dato un'opinione, ma sei tu che l'hai sottratto alla morte, non io. Il perchè lo conservi dentro di te. >>

    [...]

    << Abbiamo sempre giocato con la politica, e con i ninja, ma lo facevamo per ottenere potere, perchè ritenevamo i ninja del tempo troppo deboli, o stupidi, per conservarlo, ma non siamo più nella mia epoca, non puoi ragionare sempre nello stesso modo, o la tua cecità ti impedirà di vedere cosa si annida attorno a te. E le vere minacce in agguato. >> Quindi rispose alla domanda di Diogenes.

    << Devi casomai riprendere a fidarti di te stesso. Ne avrai bisogno. >>

    Jotaro aveva iniziato a distaccarsi da Diogenes più o meno nel periodo in cui il colosso aveva iniziato a perfezionare questa brutta abitudine di imprimere vincoli con il sangue. Aveva visto suo padre fare lo stesso, quando la paranoia aveva soppiantato la lealtà nella scala di importanza dell'uomo, e questo lo aveva portato, in gioventù a disprezzarlo. Non voleva che il suo compagno di una vita di avventure seguisse la stessa strada, per questo stava cercando di coglierlo nel vivo il più possibile per quanto potesse. Non avrebbe mai avuto la schiena coperta se si fosse circondato di pedine legate a lui solo da dei vincoli materiali, non avrebbe controllato il mondo, nè tantomeno ne avrebbe occupato il sedile più alto. Sarebbe finito forse re, per poi morire pugnalato nel sonno. In quel momento serviva che il colosso tornasse in sè come lo era un tempo, perchè mai come allora le personalità più forti erano necessarie.

    << Come sai non mi piace farmi disprezzare senza fornire anche una soluzione, quindi ti offro una terza via, la mia via. Da quello che mi sembra di capire, Raizen non ha ancora avuto modo di guadagnarsi la tua stima con un'impresa degna di questo nome. Permettimi di risolvere questo problema, una volta terminata questa, davvero spiacevole, rimpatriata. In quanto a te Raizen, se vorrai accordarmi l'onore della tua presenza, sono sicuro che imparerai molto nel luogo dove vorrei condurti, sempre che tu non sia imbarazzato a esplorare un brutto posto col tuo vecchio maestro senza che questo ti chiami "eminenza". >> Sorrise, in realtà era estremamente teso, e Diogenes avrebbe potuto percepirlo. Nessuno come lui conosceva a fondo Jotaro in quella sfumatura caratteriale. Qualcosa lo spaventava, a tratti terrorizzava, qualcosa di oscuro, e remoto. Non voleva esplicarlo a parole, non ancora. Cercava una scusa per far si che entrambi i colossi gli andassero dietro, per fugare un dubbio vecchio di molti lustri, che senza la forza dei due colossi, il Jaku non avrebbe potuto fugare. Far alleare i due jonin era molto più importante di quanto entrambi potessero comprendere al momento.

    Molto più della semplice visione geopolitica sarebbe stata a rischio altrimenti...


    [Se il Mikawa acconsente a proseguire senza patto]

    Al sentir pronunciare il nome di Febh, Jotaro arricciò il volto e tirò indietro i lineamenti, come quando si annusa un odore estremamente spiacevole. Alla rimpatriata Diogenes voleva aggiungere un pizzico di Rengoku in versione maschile. Di bene in meglio. E con un otre demoniaco. La puzza di spiacevolezza era arrivata al suo apice.

    [Se il Mikawa richiede un patto di sangue da Raizen]

    Deluso per la piega che aveva preso la discussione, Jotaro avrebbe sospirato, per far cenno al tipo che l'aveva richiamato di farsi rispedire nell'oltretomba.

    << Liberami, o non evocarmi mai più. Il sigillo che ho lasciato dentro Raizen in caso di Edo Tensei mi impedisce di eseguire alcun ordine che non arrivi direttamente da me, e non voglio seguire quello che sei divenuto, farete senza di me contro quello che vi troverete ad affrontare da ora in avanti. Addio. >>
     
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    Le paure di un vecchio


    Le parole di Jotaro colpirono dritte nel segno, e non stiamo parlando della semplice crudele verità ma proprio di mettere a nudo le paure che con il tempo si erano annidate in quel Mikawa tanto orgoglioso da non poter ammettere di essere cambiato...e forse in peggio.
    Quando era accaduto che il Garth avesse iniziato a pensare di non essere in grado di soggiogare con la sola forza gli altri? Probabilmente fu nella Roccia degli Spiriti, contro la Zanna e la divinità Spezzata, che Aloysius aveva aperto gli occhi su quanto il suo potere non fosse sufficiente...su quanto era piccolo a dispetto delle apparenze. Prima di allora credeva di poter sconfiggere ogni rivale e riuscire in ogni sfida posta sul suo cammino; era questo il Diogenes che aveva conosciuto Jotaro, l'Otese che più rapidamente di tutti aveva bruciato le tappe e che non aveva timore di affrontare la morte stessa.
    Ma arrivare a comprendere di non poter conquistare nazioni da solo era un tassello fondamentale nel processo di formazione del Boss: serviva un esercito per vincere le guerre. Quindi di cosa stava parlando realmente lo Jaku quando parlava di codardia? Davvero si stava riferendo all'affannosa ricerca di alleati da parte del Colosso? Oppure era qualcosa di più profondo che da un po di tempo stava corrodendo il Jonin dall'interno? Le ombre si erano annidate nel cuore e nelle azioni di quello che sembrava il combattente di sangue profetizzato dai racconti Mikawa e Kenkichi, la trasfigurazione di Khorne nel mondo dei mortali.

    La verità era che, nonostante poteri che Mumei gli stava concedendo, la morte era un rivale che al momento il Garth non era disposto ad affrontare, non più. Ora aveva qualcosa da perdere, ora la causa e la sua idea di Impero non erano così forti da anteporsi alla sua possibile dipartita.

    " Io...non ho rimpianti Jotaro. "


    Un ultimo brandello di orgoglio che ora non risuonava così forte e convincente come le parole fino ad ora pronunciate dall'otese.
    Aveva commesso degli errori, lo sapeva, ma l'istinto di preservare la solidità della sua persona a se stesso più che agli altri vinceva ancora su tutto. L'imperatore del mondo conosciuto era ancora l'immagine di se proiettata qualche anno in avanti dal presente. Lui avrebbe vinto il male che lo affliggeva, avrebbe stanato gli impostori che lo avevano tradito e indirizzato il suo sguardo oltre i Popoli che lo minacciavano.

    Poi, quando il ninja evocato tornò a parlare di Raizen, fu più chiara al Mikawa la vera domanda che da tempo avrebbe dovuto fare a quel sopravvissuto divenuto tanto grande:

    " Tu, perché credi nella mia causa? Konoha è ora più che mai la tua casa, sei davvero disposto a barattare il resto del mondo con la sua salvaguardia, proteggendola da questo ninja malato e costretto al stare in un letto? Cosa ti impedisce di uccidermi qui, ora, che hai il potere di farlo? Ora che sono più debole che mai? Ti serve davvero il mio aiuto per debellare i pericoli che incombono sulle terre di questo continente? E cosa ti fa credere che possa tornare ad essere il ninja di un tempo? "


    All'udire di quelle parole, Eiatsu allungò la mano verso la sua arma e Ukitake chiuse il libro che stringeva tra le mani: sapevano sin dal principio di star correndo un grande rischio ma ora che Diogene si era esposto in quel modo la paura stava iniziando a prendere davvero il sopravvento.

    " Forse è così; forse io ti vedrò sempre come la nullità che scelsi di salvare e a cui ho concesso di diventare il nuovo leader della Foglia. E se non ti ho soggiogato come feci con Drake, era perché non ti ho reputato una minaccia, e continua ad essere così tutt'ora. Gli sforzi che hai dovuto compiere per arrivare dove sei non saranno mai comparabili con la mia misericordia, mai. "


    Era difficile definire il suo sguardo in quel momento: era una confessione spontanea, scaturita dalle parole di Jotaro che in qualche modo cancellarono il peso della verità sulle spalle del Mikawa.

    " Non ho più intenzione di nascondermi, ne con te ne con nessun altro. Distruggerò i miei rivali ad uno ad uno e, se tu vorrai consigliarmi su quale sventurato puntare il mio dito, allora dovrai dimostrare di meritarlo. "


    Ora era facile definire lo sguardo del Colosso: in una parola, inquietante. Un ninja apparentemente finito, senza più il pieno controllo del suo corpo, stava imponendo all'uomo più influente e probabilmente potente del continente di dimostrare di essere degno di stare in quella buia camera con lui. Ma si poteva spiegare con il puro raziocinio ciò che stava accadendo in quella stanza? Forse analizzare da un punto di vista esterno quello che stava accadendo era sbagliato; solo gli interpreti di quella storia potevano conoscerne al meglio le dinamiche per continuare a plasmarla...Raizen doveva credere che ciò che Aloysius stava dicendo avesse basi fondate e che lo stato fisico del suo vecchio maestro fosse solo una transizione obbligata verso qualcosa di più grande e potente. Quella era l'unica ragione valida per stringere un accordo che avrebbe portato inevitabilmente pesanti cambiamenti nel mondo. Un atto di fede, direbbero molti, o più semplicemente la ferma convinzione che Diogene non fosse uno shinobi come tutti gli altri e non sottostasse alle stesse regole del gioco cui erano tutti soggetti.

    A quel punto parlare oltre non sarebbe stato necessario e il seguito poteva avere solo due volti: la fine del Colosso o la nascita di una alleanza in grado di scuotere le fondamenta del continente.
    Se a quel punto Aloysius fosse stato ancora in grado di parlare e il peggio non si fosse avverato, quello avrebbe pronunciato con le ultime forze che gli erano rimaste la battuta finale di quell'incontro:

    " Se non mi hai finito allora vuol dire che vuoi continuare ancora il tuo percorso con me. Debole come sono non posso affrontare la via proposta da Jotaro; quindi ho un unico modo per capire se mi posso fidare di te. Riportami Omoi."


    Trattenne lo sguardo su Raizen giusto in tempo per vedere una sua risposta. Poi perse conoscenza.
    I gregari del Colosso avrebbero fornito all'Hokage tutte le informazioni mentre la presenza di Jotaro non sarebbe stata più necessaria ora che il suo sottile ma fondamentale compito di legante aveva avuto effetto.


    OT/ Guarda un po che mi muore il pg...o forse no? :guru:
     
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    Pietà e Nullità

    Quando le Rime non sono un caso








    Quando Jotaro prese a rimproverarlo, come suo solito, si accigliò, ascoltando senza mai interrompere cosa che dopotutto non poteva fare, le parole sbagliate potevano realmente mettere in dubbio.

    Beh, hai tu la sfera di cristallo a quanto pare.

    Concluse con l’apatia propria di coloro a cui non andava di proseguire ulteriormente la propria arringa poiché ormai sfiduciati dall’improduttività della stessa.
    Fu alle domande di Diogene che il suo interesse venne risvegliato.

    Tua causa?
    Diogene questa è la causa di tutti!
    Quando ci siamo stretti la mano anni fa non c’era UNA causa. Ce ne stavano almeno due.
    Oto e Konoha, i villaggi più potenti che volevano spartirsi il mondo, uno di noi due in questo lasso di tempo però non è rimasto a girarsi i pollici.
    Un solo regno? Pft.
    E il divertimento?
    Siamo fatti per combattere Diogene.


    Mai fu detta verità più grande, nel cremisi degli occhi del jinchuriki del demone a nove code si accese una fiamma che solo adesso palesava la sua imperitura natura.

    E tu probabilmente lo sapevi allora come lo sai adesso.
    Questi erano gli accordi, tu volevi un impero otese, ma il fuoco sarebbe sempre stato in mano mia.
    L’accademia ci stava stretta, come è stretta tutt’ora, ma Konoha è sempre stata la mia casa.
    E non puoi pretendere che mi accontenti di essere un portinaio in una delle tue province.


    Il tempo della recita era ormai finito, Raizen parlava con sincerità non avendo più nulla da nascondere in quelle parole.

    Ma la tua cecità, la tua boriosità… sono un danno, per entrambi.

    Era ben chiaro cosa Raizen ne pensasse del lasciare in vita Diogene, e diventò chiaro il motivo per cui si era occupato di scortare Eiatsu fino a villa Mikawa: il modo più semplice per entrarci, il suo sguardo si focalizzò rapidamente sul Mikawa, segno che la situazione stava per prendere una pessimaVolontà assassina + 2 tacche velocità. piega.
    Il chakra della volpe fluì copioso nel corpo dell’Hokage, non furioso, ma freddo e inesorabile come un maremoto, aveva passato tutto quel tempo a ritirare le acque gonfiando il suo risentimento verso quell’uomo. Il chakra demoniaco non si limitò a migliorare le sue prestazioni ma prese a concentrarsi formando tutte e nove le codeDemone + Trasformazione parziale della Volpe che senza esitazione si sarebbero mosse ad una velocità fulminante[ Vel +3 +2 assassino + 3 controllo demoniaco (-3 resistenza) totale +8 ] per immobilizzare tutti i presenti nella sala tranne Diogene.
    Intanto la mano del Colosso si alzava troneggiante mentre una zambatoCreazione della Forma
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna
    L'utilizzatore può creare l'equipaggiamento [A Distanza], [Mischia], [Potenziamento] e [Protezioni] con il proprio chakra. Il consumo varia al variare dei crediti richiesti per creare l'equipaggiamento. È possibile creare solo l'equipaggiamento di lista o posseduto dall'utilizzatore; non è possibile ricreare oggetti da competenza. Le armi create avranno potenzialità massime parigrado l'utilizzatore; le armi possono essere influenzate dalle altre tecniche come fossero normale equipaggiamento fisico. L’equipaggiamento può durare massimo 3 round.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 3 / Consumo:½ Basso per 30 crediti )
    Tecnica focalizzata + Nin Inarrestabili: potenza 70
    gli compariva nella mano, già posta nella posizione adatta per impugnarla. Il chakra si condensò in un istante e quando la mano calò[ Vel +3 +2 assassino + 3 controllo demoniaco (-3 resistenza) totale +8 ] era già armata e pronta a privare l’otese della vita che aveva riposto nelle sue mani.

    Penso sia questa la misericordia.

    La spada svanì prima dell’impatto, come anche le code rilasciarono i presenti, di fatto lasciando tutti incolumi.

    Non penso serva tanto di più per comprendere che non voglio lederti.

    Dopotutto Raizen avrebbe potuto sventrare l’intera villa in pochi secondi se solo l’avesse voluto, semplicemente non era li per quello, non gli interessava uccidere Diogene, e questa era la vera risposta, dopo la quale Diogene perse i sensi.

    Quando si rimetterà ditegli che ho chiesto di venir informato, se vorrà farlo sarò disponibile.
    Non baderò ai suoi affari perché devo farmi bello ai suoi occhi, mi importa poco di mostrargli il mio valore.
    Andremmo insieme o non andremmo affatto.


    Non volle ascoltare altre informazioni riguardo Omoi, ma volle parlare con Jotaro.

    Quando sei saltavo fuori da quella bara hai iniziato a straparlare.
    Mi chiedevo se fossero soltanto parole al vento, perché mi pare che ci fossero dei fondi di verità in quelle che sarebbero dovuti passare come esempi casuali.
    Hai qualcosa per me?
    O vuoi qualcosa per te, Jottino caro?
    Magari liberarti da questo involucro secco e ammuffito.


    Quanto potevano impiegare dopotutto i due a trovare una soluzione alla precaria situazione di Jotaro?
    Soprattutto se avessero collaborato.
     
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18 replies since 9/10/2016, 16:21   458 views
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